Pairing: Iori/Kyo

Rating: PG

Nota1: Questa fic è dedicata alla mia cara cugy Aru per il suo compleanno!! Auguriiiii!!!^****^ Sono certa che ti piacerà….non perché l’ho scritta io o perché sia particolarmente bella…ma solo per il fatto che è di KOF!!! E’ bello avere qualcun altro che capisce a fondo ed apprezza questo manga/gioco! ç******ç Ti avrei regalato Iori se solo appartenesse a me e non tentasse di incenerirmi appena mi vede svoltare l’angolo….credo ce l’abbia ancora con me per le altre ficci che ho scritto!-__-;;;;

Nota2: come sopra accennato i personaggi di questa fic non appartengono a me ma alla SNK e ad Andy Seto…..peccato!ç_____ç A parte Ace ovviamente che è di mia invenzione!^_^





Memory

prologo

di Miyuki


Kyo Kusanagi…ti sfido ad un duello all’ultimo sangue, per chiarire una volta per tutte chi di noi due è il migliore e quindi degno di vivere.

Presentati da solo al capannone 15 del molo XX alle 22 di mercoledì notte…ti aspetterò.

Questa volta avrò la tua testa.

 

Iori Yagami

 

Kyo rilesse per la seconda volta la lettera che gli era stata recapitata quella stessa mattina e poi la passò a Shingo e Benimaru che la studiassero attentamente a loro volta.

La sua espressione era pensosa ed incerta…era la prima volta che riceveva un messaggio simile da Iori. Non aveva mai messo per iscritto le sue sfide. Di solito si incontravano per caso e Iori decideva sul momento di farlo fuori…così si mettevano a combattere in qualche luogo preferibilmente isolato e lontano da occhi indiscreti.

D’accordo…erano mesi che non si vedevano ma non credeva possibile che l’altro ragazzo sentisse così tanto la sua mancanza da spingersi a scrivergli una lettera. Beh…in realtà sembrava sentire la nostalgia del suo sangue, magari sulle sue mani, ma il concetto era lo stesso….non se lo aspettava e non sapeva che fare.

Kyo sentì un ringhio da parte di Benimaru e tornò a concentrare la sua attenzione sui suoi amici. Oggi avrebbero dovuto passare la giornata in allegria ad allenarsi, erano pure venuti fino alla tenuta per questo, ed invece sembrava che l’umore fosse stato rovinato dall’arrivo di quel messaggio.

“Come osa quel Yagami mandarti una lettera del genere!? Ma è proprio fissato! Non ha una vita propria da portare avanti senza perseguitarti?” protestò il biondino gettando la lettera sul tavolo attorno al quale erano seduti.

“Non avrai intenzione di accettare spero?” chiese Shingo.

“In verità non so che fare….di certo non posso ignorarla. Conoscendo Iori sarebbe capace di presentarsi qui o al mio appartamento se mi dovessi rifiutare di andarci.”

“Si…ma qui dice di andarci da solo…io lo trovo sospetto…”

“Non penserai davvero che mi stia tendendo un’agguato vero?” chiese Kyo piuttosto divertito all’idea.

“E perché no?”

“Non è da Iori. I nostri combattimenti sono sempre stati faccia a faccia. Non ci sono mai stati terzi ne inganni…mi vuole uccidere con le sue mani, non permetterebbe mai a nessuno di intromettersi.”

“D’accordo…su questo ti diamo ragione. Può essere un rompiscatole assurdo ma ha un certo onore…” concordò Benimaru.

“Quindi…?” insistette Shingo.

“Quindi penso che ci andrò. Mercoledì è oggi perciò non ho molto tempo per pensarci.” e prese nuovamente la lettera tra le mani “Per prima cosa vedrò di farlo ragionare….a me non va più di combattere contro di lui, trovo stupido continuare a farlo per portare avanti questa specie di ‘tradizione’ e voglio cercare di farglielo capire. Se proprio non dovesse sentire ragioni combatterò…ma di certo non ho intenzione di ucciderlo.”

“Sei troppo buono Kyo….quello non si è mai fatto tanti problemi a combattere sul serio per farti la pelle.” osservò il moretto.

“Lo so…ma mi ha anche aiutato parecchie volte…”

“Di certo è un tipo imprevedibile…”

“Noi però verremo con te…- Benimaru alzò una mano per bloccare le proteste di Kyo sul nascere- ti aspetteremo all’entrata del porto, tranquillo…non ci intrometteremo mai nel vostro duello ma se qualcosa dovesse andare storto saremo vicini e pronti ad intervenire va bene?”

Kyo scosse la testa sorridendo. Era bello avere degli amici così fedeli ed affezionati….era davvero fortunato.

“D’accordo…fate quello che volete….e visto che siete così ben disposti ad aiutarmi, venite con me in palestra….devo essere in forma per questa sera.”

Con questo i tre ragazzi si alzarono dal tavolo per uscire in cortile e raggiungere così il piccolo edificio della palestra.

 

***************************

 

Sulla città era calata la notte. Le persone stavano abbandonando le strade per rifugiarsi nelle proprie case a godersi una tranquilla serata con la famiglia. Solo gli amanti della vita notturna riempivano i locali del centro e sciamavano per i marciapiedi illuminati artificialmente.

La zona del porto invece era completamente deserta. A nessuno sarebbe venuto in mente di addentrarsi in un posto simile a quell’ora tarda, visto che gli unici frequentatori di quei magazzini, per lo più abbandonati, potevano essere al massimo barboni o teppisti in cerca di qualcuno con cui attaccar rissa.

Questa presentazione di certo non intimoriva Kyo, che camminava come se niente fosse tra le strette e buie viuzze che dividevano i vari capannoni. Teneva le mani conficcate nelle tasche del suo giubbino in pelle, più per abitudine che per effettiva necessità….ormai era arrivata la primavera e nonostante la brezza serale potesse essere fastidiosa non era per nulla fredda.

Con lo sguardo controllava il numero dei magazzini che lo circondavano…numeri che stavano lentamente scalando verso il 15, segno che presto sarebbe arrivato a destinazione.

Benimaru e Shingo erano rimasti in auto, all’entrata del porto, ad aspettare, pronti ad intervenire se ce ne fosse stato bisogno. Kyo si era domandato come avrebbero fatto a capire se aveva bisogno o meno del loro aiuto, visto che non potevano farsi alcun tipo di segnale, e Binimaru aveva risposto che lo avrebbero percepito….sesto senso secondo lui.

Finalmente Kyo si fermò davanti alla porta in metallo arrugginito di un capannone, su cui spiccava il numero 15. Diede una rapida occhiata all’orologio e coonstatò di essere in perfetto orario così decise di entrare ed affrontare per l’ennesima volta quello che il destino gli aveva posto come nemico.

L’interno della struttura era quasi vuoto, salvo per ammucchiamenti di vecchie casse in legno sparpagliate qua e là. Il giovane Kusanagi si guardò attorno per vedere se il suo avversario era già arrivato ma non lo vide da nessuna parte….eppure la sua fiamma sembrava vibrare all’interno del suo corpo, quasi come una reazione spontanea ad una energia esterna. Era l’attrazione della sua fiamma a quella degli Yagami, lo sapeva, quindi era certo che l’altro ragazzo era da qualche parte in quel magazzino.

“Yagami!!” urlò “So che sei qui perciò fatti vedere!!”

Il moretto non dovette attendere molto che Iori spuntò fuori da dietro una pila di casse, con addosso la solita divisa da combattimento composta da pantaloni rossi, una lunga camica bianca e la giacca blu con il simbolo della luna nascente.

La sua espressione era soddisfatta mentre avanzava nella sua direzione, fermandosi solo a qualche metro di distanza.

“Ben arrivato Kyo…pensavo che non ti saresti mai presentato.”

“E perché mai non sarei dovuto venire?”

“Chissà…forse un’improvviso attacco di codardia da parte tua…”

“Non ho mai avuto paura di combattere contro di te Iori e questo lo sai.”

Iori sorrise….un sorriso da predatore.

“Sono felice di sentirtelo dire….ed ora che siamo entrambi qui, che ne dici di incominciare il nostro duello!?”

“Yagami….io preferirei non combattere contro di te, sono stanco di farlo e poi è una cosa ridicola! Perché dobbiamo continuare a farci la guerra per portare avanti i dissapori dei nostri antenati…non ha senso! Quindi per favore smettiamola qui!”

Con le sue parole Kyo sperava di far ragionare la sua nemesi, che aveva già assunto la posizione d’attacco….e senza dubbio quelle parole ebbero effetto su di lui, anche se non proprio quello desiderato.

Sul volto di Iori si dipinse per prima cosa la sorpresa, probabilmente non si aspettava un discorso simile da lui, per poi lasciare spazio alla rabbia e alla furia. Iori lo stava fissando con due occhi ardenti.

“Che scherzo è mai questo Kyo!! Mi hai forse preso per un idiota o qualcuno che ha tempo da perdere con uno come te!? Se proprio dovevi dirmi una cosa del genere potevi anche scomodarti e venirmi a cercare oppure dirmelo chiaramente nella lettera che mi hai mandato….e non inventarti la stronzata di voler chiudere i conti con me una volta per tutte!”

Ora era il turno di Kyo di essere sorpreso. Fissava il rossino come se fosse stato un alieno che parlava una lingua a lui sconosciuta.

“Lettera? Ma di cosa stai parlando? Io non ti ho mandato nessuna lettera….sei stato tu a farlo dicendomi di presentarmi qui!”

“Io non ho fatto un bel niente!” disse tornando lentamente calmo e ficcandosi una mano nei pantaloni per estrarre un pezzo di carta “Pensi che non sappia riconoscere abbastanza la tua calligrafia da non sapere che questa l’hai scritta te?”

“Beh…la calligrafia potrà anche sembrarti la mia ma non è stata scritta da me…” ed imitando Iori esprasse dal giubbotto la sua lettere “E da quello che ho capito neppure questa è opera tua vero?”

“Certo che no!”

I due si fissarono intensamente ed a lungo, cercando di capire se l’altro stava dicendo o meno la verità…ma si conoscevano da troppo tempo per poter anche solo credere che l’altro stesse mentendo…e poi non avrebbe avuto senso una simile messa in scena.

“Se non siamo stati noi, cosa evidente….” iniziò Kyo.

“…che cazzo sta succedendo qui?” terminò Yagami.

I due ragazzi non ebbero il tempo di mettersi ad analizzare la situazione che una strana rista echeggiò tra le mura metalliche di quella costruzione. Iori e Kyo si misero d’istinto in posizione di difesa, schiena contro schiena, guardandosi attorno con aria sospetta.

Qualcuno li aveva fatti venire lì entrambi con l’inganno…avrebbero dovuto capire prima che delle lettere di sfida non erano nel loro stile….ed adesso si trovavano da soli ad affrontare qualcuno con intenzioni ovviamente poco amichevoli. Beh…peggio per chiunque abbia avuto il coraggio di sfidarli.

“Chi sei? Esci fuori lurido verme!?” intimò il rossino.

“Non è il caso di usare un simile linguaggio Yagami. Cos’è siamo nervosetti per caso?” chiese la misteriosa voce.

“Dovrei essere nervoso per un pagliaccio che non osa neppure farsi vedere? Figuriamoci! Odio solo la gente che mi fa perdere tempo inutilmente!”

“Vogliate scusarmi se vi ho fatto venire qui con l’inganno…ma se vi avessi mandato una lettera a mio nome non sareste mai venuti.”

Iori e Kyo continuavano a guardarsi attorno, cercando di capire la provenienza di quella voce ma l’eco di quel magazzino vuoto non era d’aiuto. Non riuscivano neppure a percepire l’aura del loro avversario…quindi doveva essere un tipo in gamba per riuscire a schermarla così bene.

Entrambi poi avevano la spiacevolissima sensazione di conoscere quella voce, aveva un non so che di famigliare….ma non riuscivano a collegarla ad un volto da loro conosciuto.

“Allora, si può sapere cosa vuoi da noi?” chiese infine Kyo.

“Beh, non è chiaro Kusanagi? Voglio le vostre vite ovviamente!” rise la misteriosa figura “Però sono molto contrariato che non mi abbiate ancora riconosciuto…eppure eravamo amiconi un tempo.”

“Scusaci tanto se non ricordiamo tutti gli idioti di questa terra….se proprio ci tieni rinfrescaci tu la memoria.” disse Iori sempre più irritato.

“Come desiderate.”

Un forte bagliore avvolse l’intero capannone e li accecò momentaneamente. La vista tornò un po’ alla volta, con la stessa velocità con cui si dissolse quella luce quasi surreale. Quando poterono finalmente vedere scorsero la figura di un uomo che fluttuava tranquillamente sopra le loro teste.

L’uomo aveva corti capelli neri, che schizzavano da tutte le parti in modo disordinato, ed occhi verdi anche se questi erano celati dietro le lenti gialle di piccoli occhiali dalla montatura rotonda. Indossava un paio di larghi pantaloni neri cosparsi di tasche ed una maglietta senza maniche dello stesso colore…colore che si accostava perfettamente alla sua carnagione piuttosto abbronzata.

Dal suo collo pendeva uno strano ciondolo, di medie dimensioni, a forma di chiave gotica…sembrava fatto d’argento ma aveva degli insoliti riflessi violacei. Infine sulla sua schiena era appesa un’enorme spada dall’impugnatura rosso sangue.

I due ragazzi lo fissarono notevolmente sorpresi perché erano sì riusciti a riconoscere il volto del loro avversario….ma secondo la loro memoria quel tipo doveva essere morto due anni fa.

“Ace Harphazon?” chiese Kyo incredulo.

“In carne ed ossa Kusanagi…strano a dirlo eh?” disse l’uomo sorridendo divertito.

“Ma non eri morto?” chiese Iori con la solita calma indifferenza.

“Ci sono andato vicino…ma come vedi sono sopravvissuto!”

“Peccato…ci sarebbe stato un’assassino in meno in circolazione. Non credo che il mondo avrebbe sofferto della tua scomparsa.”

Ace infatti era un killer a pagamento piuttosto ben quotato. Era di nazionalità americana e da giovane si era aruolato nelle forze speciali dell’esercito….precisamente nella sezione esplosivi e demolizioni, anche se era un ottimo combattente del corpo a corpo. Solo che venne presto radiato per il suo comportamento violento ed indisciplinato….e per il suo eccessivo divertimento a giocare con gli esplosivi e far saltare in aria palazzi abitati anche da civili.

Così si diede al lavoro molto più remunerativo dell’assassino.

Iori e Kyo lo avevano incontrato un paio di volte durante vari tornei di combattimento….e diciamo che Ace non prese molto bene il fatto di essere stato sconfitto con tanta facilità da loro due. Infatti fu proprio mentre cercava di ucciderli, in un luogo montuoso sperduto nel nulla, per avere la sua rivincita che una frana lo travolse e fu dato per morto. Ma a quanto sembrava era riuscito a scamparla.

“Beh….sono spiacente di delutere voi e l’umanità allora.” rispose Ace con un sorriso divertito mentre fluttuava ancora nell’aria, non sembrava avere alcuna intenzione di scendere per il momento.

“Temo che non sarai dispiaciuto ancora per molto…perché ho intenzione di mandarti al creatore in questo istante!!” disse Iori puntando i suoi occhi azzurri sul moro mentre invocava a sé la sua fiamma.

Kyo non sapeva se fermarlo o meno ma in ogni caso gli sarebbe stato impossibile farlo…Iori era estremamente testardo e si sarebbe infuriato non poco se si fosse messo in mezzo…e poi Ace era un loro avversario, che come affermato da lui stesso voleva ucciderli, che male c’era ad attaccarlo per primo?

Iori intanto aveva fatto comparire la sua fiamma viola che avvolse il suo corpo alcuni istanti prima di essere scagliata contro Ace che fissò l’attacco sorridendo senza fare il minimo sforzo per evitarlo. La fiamma lo colpì….e lo attraversò da parte a parte, andando poi a schiantarsi contro la parete in metallo, sulla quale rimase un alone nero di bruciatura.

Ace scoppiò a ridere soddisfatto mentre Iori lo malediva per averlo ingannato una seconda volta.

“E’ una proiezione tridimensionale…” osservò Kyo….ecco perché prima non erano riusciti a sentire la sua aura….non era nell’edificio!

“Sei un vigliacco Ace….lo sei sempre stato….come pensi di ucciderci se non hai nemmeno il coraggio di presentarti qui di persona!?”

“Oh Yagami….non era necessario che mi scomodassi, perché voi morirete in ogni caso…” sorrise accondiscendente “Dovete sapere che mentre noi parliamo una bomba da me progettata sta facendo il suo conto alla rovescia e – diede un’occhiata all’orologio che teneva al polso – fra esattamente otto secondi questo magazzino salterà in aria…con voi dentro. Goodbye my friends!”

L’immagine olografica scomparve nel nulla, lasciando dietro di sè un risata vittoriosa. I due ragazzi si lanciarono un’occhiata ma ormai era troppo tardi per uscire da quel magazzino….infatti alcuni istanti dopo un’esplosione li travolse mentre le pareti ed il soffitto si sgretolavano come un castello di sabbia sotto le fiamme che le lambivano.

 

 

Fine Prologo