Disclaimers: I perwsonaggi appartengono a Rowling
^_^
Spoiler: Solo il nomignolo di Snape che usavano i Malandrini nel HP5
Memories
Of The Past
di Saya
Presente
Passato
I cieli di
Londra erano come sempre nuvolosi, mancava poco e le piccole goccie inizeranno
a scendere lentamente dal cielo bagnando i tetti e i passanti. Qualche
chilometro fuori Londra, nella periferia, c’e’ un piccolo cimitero, circondato
dal verde. Due figure si stavano avvicinando al cimitero quando si fermarono
di colpo. Harry non riusciva a capire chi era la persona sulla tomba dei
suoi genitori, mentre Remus Lupin lo prese per il braccio alontanandolo:
“Asspettiamo che se ne vada…”
“Ma chi e’?”
Chiese in un sussurro Harry, non capendo la situazione ancora fissando
verso il cimitero. L’uomo si tolse il capuccio e Harry non pote’ fare
altro che rimanere a guardare Severus Snape a bocca apperta.
“Ma… ma… ma e’ Snape.”
Remus annui fissando il capo casa Slytherin che fissava la tomba di James,
si passo leggermente le mani tra i capelli, e’ poi un sorriso tristissimo
sulle sue labbra, come se gli era venuto in mente qualcosa del passato.
La leggera piogarelina inizio a scendere e Remus apri’ un ombrello coprendo
lui e Harry, mentre Snape non sembrava accorgersene. L’uomo sospiro’ e
si giro’ dirigendosi fuori dal cimitero, mentre a testimoniare la sua
presenza rimase solo una rosa nera. Quando Lupin decise che potevano uscire
dal nascondiglio, porto’ il ragazzo alla tomba dei suoi. Harry osservo’
la rosa nera poi alzo’ lo sguardo.
“Mi puoi spiegare?”
Remus scosse la testa:
“Non saprei cosa dirti, perche’ questa e la cosa che James teneva nascosta
anche a noi… non ho mai capito cosa successe tra James e Snape dopo l’incidente
che causo’ Sirius… portando Snape da me nel pienilunio… dovresti chiedere
diretamente a Snape.”
Harry guardo’ sconcertato il suo ex profesore di Difesa e la domanda fu
spontanea:
“Chiedere a Snape? Quel uomo mi odia…”
“Eppure ti ha sempre protetto…”
Remus non aveva torto, per quanto Severus Snape lo trattava male, ogni
volta alla fine lo tirava fuori dai guai.
Era da troppo
tempo che Severus Snape non era andato al cimitero a salutare un vecchio
amico, gia’, un vecchio amico. Il professore di pozioni guardava la tomba
con tiristezza, rendendosi conto, che se solo avesse voluto avrebbe potuto
fermare quel maledetto massacro di James Potter e Lily Evans, eppure…in
quel periodo… non l’avrebbe fatto per troppo motivi. Dopo anni che sono
passati, il pensiero gli ritorna a quei tristi, felici anni della sua
innocenza, dei suoi anni a Hogwarts. Alzo’ lo sguardo verso il cielo nuvoloso,
che ancora dopo tutti quegli anni riusciva a piangere la morte, quella
morte che Snape non e’ riuscito mai piangere…eppure ci aveva provato…
il rimpianto di non aver detto a James tutto quello che pensava e chiuse
gli occhi fermandosi davanti a Hogwarts dopo che si era appartato a Hogsmeade
e tornato a quella scuola che l’ha sempre accolto con le braccia aperte…
dove i suoi piu’ belli e anche quelli piu’ brutti ricordi rimanevano e
gli facevano rivere il passato. Quella scuola che gli ha fatto capire
cosa significasse amare qualcuno, cosa significasse odiare, e volere disperatamente.
Mise le mani nelle tasche e nella tascha sinistra una stoffa si avvolse
intrno alle sue dita, non aveva bisogno di tirarla fuori, sapeva bene
che era la cravatta di james Potter, che gli regalo’ l’ultima volta che
si erano visti, sperandosi l’ultima notte del ultimo anno a Hogwarts,
quando entrambi si scambiarono’ quel bacio pieno di dolore di doversi
lasciare, abbandonarsi e non vedersi piu’. Quel dolore che ritonra nel
suo cuore ogni volta che vede gli occhi verdi di Harry. La pioggia continua
a scendere, ma Severus non ha notato nemmeno una delle goccie che lo stavano
inzupando, entro’ tra i quattro muri dell’immenso castello, senza che
notasse di aver lasciato una scia bagnata dietro di se. Minerva lo vide
passare e scosse la testa… era il 31.10, il giorno della morte di James
Potter e sua moglie. Remus era riuscito ad avere il permesso per Harry
per andare alla tomba dei suoi genitori insieme… Snape riusci’ a ragungere
le sue stanze ed entro’ togliendosi il mantello zuppo, finalmente tirando
fuori la cravatta dei colori Gryffindor, sospiro’ fissandosi nello specchio,
era invecchiato di molto, con la guerra che era in corso, con tutti i
problemi, ma il 31.10 era dedicato solo a lui, al suo unico amore, al
suo James Potter. Un leggero bussare distolse la sua attenzione dallo
specchio si avvicino’ alla porta apprendola, vedendo di fronte a lui Harry
Potter, in quella ombra sembrava quasi che James Potter fosse tornato
in vita. L’uomo degluitì e quando parlo’ la sua voce tremo’:
“Potter… cosa vuoi?”
Harry prese tutto il suo coraggio e guardo’ con sguardo pieno di determinazione,
cosi simile a James, Severus:
“Vorrei chiederle di parlarmi di mio padre.”
Snape lascio’ la presa sulla cravatta di James e questa cadde’ per terra,
seguita dallo sguardo di Harry:
“E cosa ti fa pensare che lo faro’?”
“Quella cravatta di colore Gryffindor.”
Snape si chino a prendere il suo prezioso tesoro, si sposto e sussuro’:
“Entra,…”
Il giovane Gryffindor annui ed entro’ nella stanza buia, davanti al caimino
c’erano due poltrone, e Snape gli fece cenno di sedersi su quella sinistra,
mentre lui prese posto su quella di destra. Harry si sedette, osservando
Snape imitarlo e fissare il fuoco, come se Harry non ci fosse, poi sospiro
guardando il ragazzo:
“Tazza di te’?”
Il giovane annui, troppo teso per parlare. Snape fece voltegiare la bachetta
e al tavolino di fronte a loro apparve una teiera, zucchierira, un po’
di latte e due tazzine. Senza proferare una parola Severus verso’ il te’
nelle tazine , poi guardo’ Harry:
“Latte?”
Il ragazzo annui di nuovo e Snape gli verso un po’ di latte nel te’:
“Quanto zucchero?”
“Due grazie.”
Harry osservava i movimenti lenti ma sensuali del suo professore, piu’
lo guardava piu’ lo trovava affascinante qualunque cosa fosse tra il professore
di pozioni e il padre, nei tempi della loro giovinezza, Harry l’avrebbe
capito. Snape non sapeva come iniziare, dove iniziare, e alla fine non
spaeva cosa esatamente voleva sapere Harry da lui, come cavolo sapeva
che c’era qualcosa tra lui e James.
“Come lo sapevi che c’era qualcosa tra me e James…”
Harry sorrise liberamente:
“Oggi…pomeriggio al cimitero… lei guardando la tomba ha sorriso, non un
sorriso qualsiasi, ma un sorriso triste come se ricordasse qualcosa di
bello del suo passato che non potra’ mai piu’ avere… visto che stava di
fronte alla tomba di mio padre, ho pensato che fosse per lui… perche’
lei non guardava la tomba di mia madra ma quella di mio padre.”
Snape lo fisso con i suoi profondi occhi scuri, come per cercare qualcos’altro
nei occhi smeraldo del ragazzo. Rivolse lo sguardo verso il fuoco che
continuava a bruciare lentamente la legna:
“Io odiavo tuo padre… lo odiavo… e lo amavo allo stesso tempo… di quel
amore mi resi conto dopo lo scherzo di poco gusto che mi aveva fatto Black…”
Le labbra di Snape si arriciarono’ in un sorriso compiacuto, mentre Harry
lo fissava affascinato, lentamente rendendosi conto che lo desiderava…
“Ricordo che si era messo di fronte a me per proteggermi quando Remus
aveva ormai perso la ragione dopo la trasformazione…”
Il licantropo
stava ringhiando contro il ragazzo seduto per terra e con occhi sgranati,
mentre in mezzo a loro c’era uno cervo bellissimo che tentava in tutti
i modi di tenere lontano Remus da Snape. Severus era pogiato con la schena
contro il muro, e Remus stava girando in un mezzo cercio cercando di oltre
passare il cervo di fronte a lui. Ma Potter non avvrebbe mai lasciato
che il lupo gli si avvicinasse in quello stato aveva abbasato le corna,
cosi sapeva che per prudenza Remus non si sarebbe avvicinato. Appena James
capi’ che il lupo si fosse ritirato, il ragazzo prese le sue sembianze
e si giro’ di scatto verso Severus che lo guardava impalidito. James di
corsa lo prese tra le braccia e inizio a correre, piu’ lontano possibile
dal pericolo, mentre Snape lentamente inizio’ a perdere la coscenza e
nella sua mente rimase solo il viso preocupato del Gryffindor.
Il giovane Severus apri’ lentamente gli occhi quando senti i raggi del
sole accarezzare il suo viso palliddo, richamando la sua attenzione nel
mondo dei vivi. Si guardo’ intrno, era nella ala ospedaliera, come c’era
finito, non riusciva a ricordarselo, poi senti una stretta alla mano e
il suo sguardo si poso’ su un James bello che, addormentato, continuava
a stringergli la mano in disperazione. Noto’ che sul viso aveva ancora
i residui delle lacrime… il ragazzo non capiva… non era possibile che
James Potter, quello che lo maltratava sempre, potesse piangere per lui…
il moretto scosse la testa, eppure non aveva nessuna voglia di distogliere
la mano da quella di James. Continuava a fissarlo incredulo, così
non si accorse della presenza di Dumbledore che si era avvicinato e lo
osservava:
“Non voleva tornare nei dormitori, finche non era sicuro che stavi bene…”
Il moretto alzo lo sguardo verso il preside sorpreso… non sapeva cosa
dire a quella informazione, per lui James Potter e’ sempre stato un nemico…
non poteva essere diversamente. E’ adesso invece… c’era qualcosa dentro
di lui che diceva diversamente… tutte le sue certezza stavano cadendo
una ad una dopo che Dumbledore parlo’:
“Ti ha portato tra le braccia, mentre le lacrime gli rigavano il viso,
chiedendo di salvrti e che non era riuscito ad arrivare prima, ma dopo
che ti abbiamo controlato, abbiamo visto che in fondo Potter e’ arrivato
in tempo a salvarti… gli avevo detto di andare a riposare e sai… non voleva
muoversi così gli ho dato il permesso di rimanerti a fianco… aveva
preso la tua mano, completamente dimenticandosi della genete che aveva
intorno… ti bacio’ leggermente il palmo chidendoti scusa senza fermarsi,
verso la mattina la stanchezza ha avuto il sopravento… pensavo fosse giusto
che tu lo sapessi… Severus riposati, ne hai bisogno…”
Severus fiso’ Albus uscire con occhi sgranti ancora non credendo alle
sue orecchie, eppure accanto al letto suo c’era seduto il giovane Gryffindor
che teneva la sua mano stretta, come per paura che se lo lasciasse sarebbe
scomparso nel nulla… I suoi profondi occhi scuri si posarono’ di nuovo
sulla figura adormentata, cosa gli avrebbe detto quando si sarebbe svegliato?
Nemmeno riusci’ a finire di pensarlo quando noto’ dei leggeri movimenti
e poi si rispecchio in due occhi scuri che lo fissavano, arrossì
improvvisamente non sapendo cosa dire, per poi ritrovarsi due braccia
intrno al collo che lo stavano quasi stritolando e all’orecchio una voce
velutata che ripeteva come un mantra ’menomale sei sveglio’. Severus sgranò
gli occhi mentre le sue braccia senza che lui se ne rendesse conto avvolsero’
il ragazzo che lo stava abbracciando. Sentiva il respiro caldo al suo
collo, mentre la pelle bagnata del viso di James venne in contatto con
quella di Severus, il quale da quando si sveglio’ non aveva ancora proferito
una parola. Era scosso, sotto shock, ma non per l’incontro ravvicinato
con un licantropo, ma per via di un Gryffindor che lui pensava di detestare…
oltre che pensava di essere detestato da lui, con tutti gli scherzi di
pessimo gusto che gli aveva fatto, chiunque avrebbe pensato a questo.
James si stacco dal abbraccio, non completamente, abbastanza per fissare
nei occhi di Severus:
“Perdonami, perdonami per tutto quello che ti ho fatto… quando ho visto
il lupo venirti adosso mi e’ preso un colpo… non sopporterei di non riuscire
piu’ a vederti in giro per la scuola, perdonami Severus…”
Non l’aveva chiamato Snivellus come sempre, ma ha utilizato il suo nome,
chiamandolo Severus… non Snivellus o Snape… a questo punto lo Slytherin
parlò con la voce debole:
“Sono morto non e’ cosi? Sono morto e sono in paradiso…”
James non riusci’ a capire perche’ Snape parlava in quel modo, ma poi
lo abbraccio strettamente a sé, così il ragazzo dai capelli
scuri fu costretto a posare la testa sul suo petto ascoltando il battito
velocizzato del cuore di James:
“No Severus sei vivo, sei vivo e sei ancora qui con me…”
“Perche’ non mi chiami… non mi chiami come sempre?”
“Nel momento in qui pensavo che saresti morto mi sono reso conto, che
facevo tutte quelle cose solo per avere la tua attenzzione.”
Snape rimase silenzioso, non riusciva a credere a quello che James gli
aveva detto… e come poteva credergli dopo tutti gli anni che ha dovuto
subire i suoi scherzi, eppure c’era qualcosa che lo spingeva a credere,
quelle lacrime, quelle lacrime cosi calde e sincere, quei occhi pieni
di tristezza ammarezza, che si era pentito sul serio? James fisso le labbra
di Severus per un attimo, ma decise di non fare niente, per non perderlo
per sempre… Snape degluti’ e disse piano:
“Mi dai… il tempo di pensarci?”
Il giovane Gryffindor annui e si alzo, pero’ prima di andarsene si dovette
togliere uno sfizzio, si avvicino a Severus e poggio le sue labbra calde
su quelle del giovane Slytherin come per fargli capire che non stava scherzando.
Severus seguì con lo sguardo James che usci’ dalla stanza e alzò
la mano sulle sue labbra assapporando nei ricordi il suo primo bacio.
Harry fissava
Snape che raccontava cosa era successo essatamente dopo che suo padre
l’aveva salvato. Noto’ che lo sguardo vuoto e duro del professore divenne
dolce e pieno di tristezza, noto che il professore amava sul serio suo
padre.
“Che cosa e’ successo dopo?”
“Dopo?”
Snape guardo’ sospreso il ragazzo, sembrava che non l’avesse scosso che
suo padre aveva avuto una relazione omosessuale prima di sposarsi con
sua madre.
“Si dopo…”
“Questo era successo alla fine del quinto anno, io James Potter l’ho rivisto
sul treno a settembre per il sesto anno… non ero ancora riuscito a capire
cosa volevo… ma sapevo di amarlo.”
Il Hogwarts
Express era appena partito dal binario 9 ¾ dalla stazione di King’s
Cross. Severus era seduto da solo in uno scompartimento alla fine del
treno. Aveva preferito evitare tutti e si era trovato un posticino tutto
suo. Stava fissando fuori dalla finestra quando un rumore di porta lo
fece girare, spalanco gli occhi fissando James, Sirius, Remus e Peter.
Non disse niente e riguardo’ fuori dalla finestra:
“Snivellus, tutto da solo?”
“Sirius piantala, andate avanti…”
“Ma James…”
“Troverete sicuramente un’altro scompartimento libero, vi ragungo subito.”
I tre ragazzi non dissero niente, James a dificoltà aveva perdonato
a Sirius lo scherzo che aveva fatto e lo stesso fu per Remus, ma alla
fine l’hanno perdonato. Potter chiuse la porta dietro di sé continuando
a fissare lo Slytherin di fronte. Sentendo gli occhi adosso Severus si
giro’ per essere accecato dal piu’ radioso dei sorrisi:
“Sono contento di vedere che stai bene…”
Snape annuì in consenso, mentre James si sedette di fronte a lui.
Severus capi’ subito che James ormai voleva una risposta da parte sua,
vista l’intensita’ con cui lo fissava così disse timidamente:
“Io… penso che… dovremo fare finta di niente davanti agli altri…”
James guardo’ per terra con uno sguardo triste ma poi senti la mano di
Snape sotto il mento che glielo alzava:
“Intendo per il tuo bene e anche il mio, ma questo non distoglie che potremo
vederci di nascosto… non credi… James?”
Per la prima volta uso’ il suo nome e fece sorride immensamente la persona
che amava con tutto se stesso. Potter attiro’ a se Snepe catturandolo
in un abbraccio dolcissimo per poi baciarlo delicatamente sulle labbra
come l’altra volta. Questa volta gli occhi di Snape si chiusero lentamente
mentre James chiedeva di entrare passando la lingua sulle sue labbra al
che il giovane Slytherin apri’ leggermente le propre invitandolo ad entrare.
Le loro lingue si incontrarono goiose che finalmente si potevano toccare
e assagiare. Snape passò le mani tra i capelli di Potter, mentre
lui lo attiro’ ancora piu’ a sé abbracciandolo intorno alla vita.
Dopo il bacio si guardarono’ nei occhi e James sorrise dolcemente, mentre
Severus disse:
“Vai se no si chideranno dove sei finito, ci vedremo stasera dopo… l’inaugurazione…”
“Dove?”
“Astronomy tower…”
“Ci saro’…”
Prima di uscire pero’ Potter ritorno dando un’altro bacio a Snape per
poi correre a cercare i suoi amici.
“E poi dopo?”
Snape fisso stranito il ragazzo cusioso, sembrava essere completamente
d’accordo con il padre, ma naturalmente e’ vero che la mela non cade lontano
dal albero.
“Siamo stati insieme per tutto il sesto e il settimo anno, e l’ultima
sera della fine ci siamo lasciati, sapendo che non c’era futuro… allora
mi ha regalato questa cravatta…”
“James
non possiamo stare insieme e lo sai.”
“Lo so Sevvy, ma…”
“Sposerai Lily e avrai dei figli e ti dimenticherai di me.”
“Non e’ vero, qualunque futuro c’e’ di fronte a me, tu avrai sempre un
posto speciale nel mio cuore, fose amero qualcun’altro, ma mai nessuno
riuscira a prendere il tuo posto, non potro’ mai amare nessuno come amo
te.”
Severus sorrise, era l’ultima sera, l’ultima volta che poteva stare tra
le sue braccia, sentire il suo calore adosso, l’ultima sera che potevano
fare l’amore abandonandosi uno all’altro, dimenticando il mondo intorno
a loro, vivendo come un unico essere. James passo lentamente la mano tra
i capelli di Severus che era appogiato con la testa sul suo petto. Sentiva
il battito del suo cuore e due lacrime trovarono’ strada scendendo giu’
per il viso del Slytherin. James gli alzo’ il viso e leccò via
quelle due lacrime sorridendo dolcemente. Snape non resistette e voleva
regalare anche lui un ricordo felice al suo amato, gli sorrise dicendo:
“Gli ultimi due anni sono stati i piu’ felici per me, James io ti ringrazzio
d’aver scelto me, ti amo.”
Si baciarono’ perdendosi di nuovo uno nell’altro, mentre il sole sorgeva
e i raggi di esso testimoniavano la fine di una storia d’amore. I due
ragazzi si vestirono’ e James guardo il suo innamorato:
“Prendi questa, cosi ti ricorderai ogni tanto di me.”
Snape fissava la cravatta Gryffindor e annuì prendendola tra le
sue dita…
“Allora tu prendi la mia…”
I due si guardarono’ senza cravatte ma ormai vestiti, erano crescuti,
si erano amati, e si sarebbero amati per sempre. Un’ultimo bacio… bacio
d’addio… e Snape se lo ricordo’ sempre con quel suo sorriso dolce e innocente.
Harry fssava
l’uomo che pensava di odiare, non poteva odiarlo, con quella sua esspresione
cosi triste mentre ricordava suo padre, come poteva odiare una persona
che anche dopo così tanto tempo riusciva ad amare James Potter
per quello che era e non per quello che apparvia. Harry si alzo senza
rendersene conto e abbraccio Snape, che lo guardo’ con occhi sgranati
non sapendo cosa fare… forse raccontargli la sua storia e quella di James
non e’ stata una buona idea… o forse lo e’ stata e d’ora in poi non si
sarebbero odiati piu’… ma questa e’ un’altra storia…
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Saya: ecco
finito
Lucius: ma… James con Severus?
Saya: si…
Lucius: ma James mio
Saya: bhe si… tranne qui…
Draco: in che senso un’altra storia… non vorrai scrivere una SnapeHarry
Saya: forse…
Snape: … no comment
Saya: bene ragazzi e ragazze commentate =3 voglio sapere cosa ne pensate
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