Memorie
d'amore
di Mab
Entro in casa e chiudo
la porta con calma.
Mi sento stanco
dall’università e quindi mi dirigo alla sala per stendermi sul divano.
Per arrivarci passo
davanti alla nostra stanza ma vedo che lui non c’è.
Ma non mi meraviglio.
E’ al lavoro, adesso, e
non tornerà prima di un paio d’ore.
Così io mi concedo un
attimo di pace…
Arrivo in sala,
oltrepasso il tavolino e mi stendo sul divano di pelle seguendo i miei
propositi.
Chiudo gli occhi e mi
porto un braccio davanti agli occhi.
Non voglio pensare a
niente.
Non mi va di pensare ma
la mia mente va inevitabilmente a quella faccia da schiaffi del mio ragazzo.
Mi vengono in mente la
sua pelle scura, i suoi occhi colore della madre terra e i suoi capelli
castani…
Mi viene in mente il suo
neo sotto l’occhio sinistro che io adoro baciare e guardare.
Mi viene in mente il suo
sorriso spavaldo e sicuro di sé.
Mi viene in mente il suo
carattere forte e deciso.
E sento il cuore che si
riscalda.
Sorrido mentre nella mia
mente si affollano migliaia di ricordi diversi che riguardano noi due
insieme.
E poi come farei a non
pensarti?
Questa casa parla di te!
Ci sono tue foto sparse
ovunque, nell’ingresso, nelle camere, alle pareti…
Soprattutto quelle
all’ingresso sono le più significative.
Sono poggiate sopra il
tavolinetto dove risiede anche il telefono e una piccola lampada al neon.
Ci sono foto di noi due
insieme al lago, in montagna, al mare, in palestra o semplicemente per
strada.
Sono foto significative
perchè parlano di noi permettendoci di far rimanere sempre impressi a fuoco
i ricordi di noi due insieme.
Ed è bellissimo.
E’ bellissimo come
quando, la mattina, ti svegli e vai in cucina a prepararmi la colazione e
poi me la porti a letto sopra un vassoio con fiori e petali di rose rosse
sparse ovunque.
E’ bellissimo come quando
faccio al doccia e tu silenziosamente ti spogli e entri di nascosto facendo
inevitabilmente saltare l’università ad entrambi perchè ovviamente finiamo
per fare l’amore o addosso alle fredde mattonelle della parete o sul tappeto
esterno.
E’ bellissimo come quando
ti becco a bere dalla bottiglia e tu sai che io ODIO che tu beva dalla
bottiglia e quindi per scusarti mi vieni vicino e mi ti arruffiani cercando
di farti perdonare.
E’ bellissimo come quando
rimani a letto con me a farmi le coccole.
E’ bellissimo come quando
mi abbracci o semplicemente mi guardi con il tuo sguardo profondo e intenso.
E’ bellissimo come quando
la mattina, mente mi vesto, tu non fai altro che disfare il mio lavoro
mettendo le mani ovunque e facendo volare via ‘quelle cose superflue’, come
le chiami tu.
E’ bellissimo come te.
Pensarti così tanto mi fa
venire in mente il giorno in cui mi resi conto di essermi innamorato di te,
dopo aver disputato una amichevole, in primo superiore.
Corsi disperato da Toru a
confidarmi con lui che mi disse di farmi avanti.
Ho aspettato quasi tre
anni prima di decidermi.
Mi sono deciso dopo aver
perso la semifinale contro lo Shohoku.
Tanto, mi dissi, male che
vada mi dirà di no e poi comunque anche se perdessi la faccia non lo
rivedrei più!
E venni da te e te lo
dissi tutto d’un fiato mentre la mia faccia, e lo avvertivo chiaramente,
stava andando in fiamme.
Tenni lo sguardo basso e
quando sentì la tua bocca sulla mia credevo di essere volato in paradiso e
che tra poco sarei precipitato in una caduta disastrosa, sfracellandomi al
terreno.
Ma questo non avvenne
perché appena tu interrompesti il bacio mi strinsi forte e mi dissi di
provare proprio quello che provavo io.
Mi sentì l’uomo più
felice del mondo.
E lo fui anche dopo,
quando, quella sera a casa tua, facemmo l’amore per la prima volta e ci
dicemmo ‘ti amo’.
E poi decidemmo di
convivere e nonostante le inevitabili difficoltà iniziali, questa si sta
rivelando l’esperienza più bella della mia vita.
E io non ti ringrazierò
mai abbastanza.
Pensare così tanto a te
mi ha fatto venire voglia di vederti…
Mi alzo di scatto dal
divano e corro all’ingresso afferrando il giubbotto di renna che mi hai
regalato.
Me lo infilo e
contemporaneamente mi infilo anche le scarpe, come se dovessi sbrigarmi,
anche se poi non è vero perchè tu staccherai dal lavoro tra almeno mezz’ora…
Ma la voglia di vederti è
irrefrenabile e quindi corro fino alla metro e prendo il treno che mi
condurrà a Kanagawa centrale.
In dieci minuti sto lì e
poi esco dal treno e dalla stazione per farmi il restante della strada a
piedi.
A dire la verità sto
quasi correndo, ma comunque…
Finalmente, dopo un
quarto d’ora, giungo davanti al negozio dove lavori.
E’ un grande centro
musicale dove si vendono, appunto, dischi.
Prima eri cliente di
questo posto vista la tua mania per la musica rock, poi sei diventato
commesso e adesso fai questo lavoro da circa dieci mesi.
Non che i soldi ci
manchino, anzi, i nostri genitori ci trattano bene, ma tu non vuoi usare i
soldi dei nostri genitori per ‘noi’, e quindi hai deciso di lavorare e io
non te l’ho impedito.
Anzi, sono stato felice.
Perché pensi a noi e so
che lo fai per noi.
Ed è davvero un pensiero
bellissimo.
Entro e la campanella
appesa alla porta suona.
Tu ti volti e mi vedi.
Mi riconosci e mi
sorridi.
Ricambio il sorriso
mentre vedo gli occhi di tutte le ragazze presenti (e anche di qualche
ragazzo, per essere proprio puntigliosi), volare fugaci da me a te non
sapendo esattamente dove guardare.
Siamo belli entrambi,
questo lo so e non ho problemi ad ammetterlo.
Mi avvicino a te e tu mi
saluti: “Ciao…”
“Ciao…” risponde in un
sussurro.
“Io stacco tra dieci
minuti. Ti va di aspettarmi?” chiede.
“Certo. Poi andiamo a
mangiarci una pizza da qualche parte?” propongo.
“Sicuro!” sorridi
apertamente.
“Allora mentre ti aspetto
mi faccio un giro nel negozio, così tengo d’occhio tutte queste galline che
ti stanno mangiando con gli occhi!!” dico guardando bieco ai mie lati.
Tu scoppi a ridere e io
mi sento morire perché più ti guardo e più ti amo.
“Mi sa che anche io dovrò
tenere a bada queste oche giulive con così buon gusto!” dici dopo che la tua
risata si è calmata un po’.
Ovviamente si riferisce
alle ragazze che mi fissano in maniera assai spudorata!
Anche io sorrido e ti
volto le spalle per andare a rovistare tra i cd.
Avrei voluto baciarti,
abbracciarti e stringerti forte, ma questo lo posso anche fare dopo…
Quindi mi avventuro nei
meandri oscuri dei cd e guardo svariati artisti…
Non mi accorgo neanche
del tempo che passa e quando mi volto e mi ti ritrovo davanti per poco non
muoio di infarto dalla sorpresa e paura.
“Ma ti sembra il di
apparire questo?” dico cercando di far tornare il mio respiro normale.
“Scusa, è che eri così
assorto che non ho voluto disturbarti…” dici e mi sorridi per scusarti.
E come faccio ad essere
arrabbiato con te, se mi sorridi in quel modo?
Mi afferri la mano e mi
dici: “Allora, Kenji, andiamo?”
Io sorrido e annuisco
stringendo la tua mano perchè solo al tuo fianco mi sento sicuro.
Perché solo con te io
posso dire di essere un uomo migliore.
Grazie, Shin’ichi, ti
amo…
**FINE**
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