Disclaimer: i personaggi non sono miei (purtroppo) ma di Inoue-sensei

Dedicated: a Maeva perché anche se non le piace Slam Dunk (fino ad ora!), anche se non le piacciono le AU, è la prima a leggere le mie fic.

Warning: di solito quando mi vengono queste idee mi chiedo se sono del tutto nel pieno delle mie facoltà mentali… E questa volta credo proprio di non esserlo! Vi prego di perdonarmi…


 


Memoria perduta

parte I

di Haiku84


 

Silenzioso, si spogliò di tutto quello che aveva indosso. Il mantello, la camicia e poi i pantaloni con un lieve fruscio caddero a terra, trascurati.

Le azzurre tende della grande portafinestra, lievemente aperta, svolazzavano delicate, mosse dalla leggera brezza della notte profonda.

La fioca luce delle stelle remote e della luna, che brillava alta, oramai quasi alla fine del primo quarto, ritraeva sulla pelle lattea del ragazzo insoliti riflessi e ombre, che giocavano poi con i capelli d’ebano. Come un elegante e altero felino. Come una maestosa pantera, lentamente, senza produrre il minimo suono, si avvicinò al letto che, a due piazze, troneggiava al centro dell’ampia stanza.

Giunse ai piedi di questo e, rapito dalla visione che gli si presentava dinanzi agli occhi, il moretto perse per un attimo la cognizione del tempo. Un leggero sussurro uscì dalle sue labbra quando quel corpo assopito tra le oscure lenzuola di seta si mosse appena. Allungò una candida mano e le dita sottili ne afferrarono un lembo per poi attirarlo a sé. A poco a poco, il lenzuolo scivolava muto sulla nuda pelle.

A poco a poco, poté ammirare quel corpo marmoreo che, lentamente, veniva scoperto e portato alla luce. Degno di un’inconsueta perfezione. Il petto, che ritmicamente si alzava e si abbassava, l’addome, le parti intime e infine le gambe tornite erano ora baciati dai deboli raggi lunari. Non ancora soddisfatto, pregustando già la preda di cui andava a cibarsi, salì sul letto con un movimento deciso se pur cauto e, a gattoni, si avvicinò ulteriormente.

Il moretto sovrastava con il suo corpo quello dell’altro ragazzo ma senza toccarlo, quasi sfiorandolo soltanto. Lasciò che una gamba andasse a sistemarsi tra quelle del dormiente, mentre si puntellava anche coi gomiti ai lati dell’incantevole viso. Ancora incredulo di poterlo ammirare di nuovo, solleticò con le dita quella liscia e altrettanto diafana pelle, come per accertarsi che fosse realmente presente. E così era. Perfettamente, sentiva sotto quei suoi semplici tocchi la fresca guancia. Come rincuorato, si chinò quindi a sfiorare con un casto bacio quelle rosee labbra che pudiche gli venivano porte.

A quel primo bacio ne seguì un secondo e poi un terzo e un quarto, uno più delicato dell’altro. Finché quelle labbra, destatesi, non iniziarono a rispondere alle sollecitudini. Quei leggeri baci, riconosciuti fin da subito, lo sciolsero dalle braccia di Morfeo. Nessuno a parte lui, avrebbe mai osato tanto e proprio quel moretto, ora, chiedeva che la sua fame venisse appagata.

Trasportato dalla frenesia di quella risposta, che arrivò dopo una spasmodica attesa, prese a far vagare una mano sulla nuda pelle di quel corpo che teneva imprigionato sotto di sé. Al tatto, distintamente, poteva sentire le forme degli addominali sul ventre piatto e i capezzoli inturgiditi. In poco tempo il bacio divenne più profondo, le loro calde e umide lingue si scontrarono, duellando poi con sempre più acceso fervore. Ansanti furono costretti però a fermarsi e riprendere fiato. Solo allora aprì gli occhi specchiandosi in quelli malachite del moretto che, con un tenue sorriso, quasi bisbigliando, gli disse. "Mi sei mancato, Kaede."

Questo, appoggiata una mano sul fianco del moro e l’altra dietro la sua nuca, andando ad affondare le dita nei suoi morbidi capelli, gli rispose ridando vita al bacio appassionato e travolgente che un attimo prima era stato interrotto. Dopo alcuni istanti, senza mai interrompere il contatto con quelle labbra assetate, con un energico colpo di reni, Kaede ribaltò le posizioni portandosi sopra colui che l’aveva svegliato.

Ora era lui ad avere una gamba tra quelle del moretto, che flebilmente spinse i fianchi verso il suo bacino, in cerca di un contatto sempre maggiore. Kaede pose fine per la seconda volta al loro bacio per poter andare a torturare il suo collo e poi il lobo del suo orecchio destro. L’eccitazione un gradino alla volta saliva, portandoli in un mondo intriso solo dei loro più nascosti desideri, dei loro ansimi di piacere e dei loro sguardi focosi. Poi, anche lui mosse piano il bacino premendo la sua virilità tesa contro la coscia del moretto, facendogli percepire quello che la sua inaspettata presenza gli stesse facendo e dove lo stesse conducendo.

"Quando…" Fu Kaede ad iniziare la frase in un labile sussurro, che il moretto interruppe rispondendo comunque a quella che voleva essere una domanda. "Adesso e la prima persona che volevo vedere, eri tu." Pago e contento di una tale risposta, smise di mordicchiare il suo lobo, staccandosi un po’ da quel corpo bollente per poterlo vedere in viso e scorgere nei suoi occhi, che in quel mentre parevano di notte, una fremente eccitazione. La stessa che riluceva negli occhi screziati di zaffiro di Kaede, che poggiò una mano al lato della fronte del moretto, percorrendone delicatamente i tratti, la tempia, lo zigomo, la guancia e il collo. Per poi seguire, con il pollice, i morbidi contorni di quelle labbra carminio, che a volte perfide diventavano schive. E infine, riluttante a qualsiasi altro tentativo di trattenersi oltre, sostituì al dito la lingua e quindi la bocca. Il bacio che ne seguì fu lungo ed intenso.

Le mani del moretto intanto vagavano per il corpo di Kaede, lambendo quanta più pelle potevano e ad ogni carezza lasciavano dietro di sé una scia bollente, che stava portando entrambi alla più dolce delle follie. Quelle di Kaede, invece, scesero dalle ampie spalle del moro al suo petto. Lì, una trovò dimora, stuzzicando e giocando con i capezzoli turgidi, mentre l’altra continuò la sua inesorabile discesa fino a che un grido uscì dalle labbra del moretto quando raggiunse la sua meta e le dita si serrarono fresche sulla sua virilità, pulsante e calda, iniziando un lento massaggio.

Le labbra di Kaede poi, seguirono lo stesso percorso intrapreso prima dalle sue mani, lasciando libera la bocca del moretto dalla quale, non più ostacolata, uscirono gemiti sommessi che divennero sempre più acuti. La strada di baci proseguì fino a posarsi su un capezzolo che Kaede prese a leccare e a mordicchiare piano, per poi passare all’altro e degnarlo delle medesime cure. Quindi scese lungo gli addominali scolpiti, l’ombelico e oltre, fino a raggiungere il sesso del moretto, invadendo il territorio della sua stessa mano, che scese alla base di esso, palpandone i testicoli. Senza preavviso, la bocca di Kaede, si chiuse sulla punta della virilità del moretto e di nuovo, il ragazzo, che da cacciatore divenne facile preda, ansimò pesantemente sentendosi risucchiare in un anfratto caldo ed avvolgente.

Kaede, sommesso, prese a leccare e succhiare, facendo di quel dolce lavoro di suzione una terribile tortura a doppia lama. Tuttavia continuò, finché non sentì le mani del moretto affondare nei suoi capelli e il suo bacino spingersi più in profondità nella sua bocca. Avvertì il corpo sotto di lui vibrare debolmente e un primo goccio del suo seme invadergli la bocca e scendergli lungo la gola. Ma, nel più completo disaccordo del moretto, interruppe l’operazione, allontanandosi da quell’arma di piacere, seppur febbrile anche lui di aspettative. Un mugugno di frustrazione stava per uscire dalle labbra del moro ma subito fu ricacciato indietro da un bacio di Kaede. Bacio che aveva un gusto diverso e che fu ancora più appassionato. Quindi Kaede spostò all’esterno la sua gamba, in modo da trovarsi con le ginocchia all’altezza dei fianchi snelli del moretto.

Lasciò quelle labbra, che ogni volta sembravano rapirlo, e tiratosi su, con uno sguardo misto di ardore e di un soffocante desiderio, si separò i sodi glutei, per poi impalarsi da solo con estrema lentezza. A quel poco dolore che percepì all’inizio, presto si sostituì un immenso e travolgente piacere. Il moretto, quasi stentava a credere che finalmente, dopo molti anni, quell’incantevole e avvenente corpo potesse essere ancora una volta suo. Dimentico per un attimo di quell’orgoglio e di quella perenne voglia di supremazia, che, come una costante, segnavano la persona di Kaede, il moro, per la seconda volta si lasciò stupire. Quel movimento che, impetuoso, quasi lo fece venire all’istante, divenne poi freneticamente lento.

Percepiva quelle mani sottili che lo accarezzavano con gesti voluttuosi e quella carne che lo avvolgeva sempre di più, mentre Kaede scendeva piano su di lui. Voglioso, il moretto, appoggiò le mani su quella pelle liscia e morbida e, osservandone ebbro il pallido candore, le fece quindi scorrere sui pettorali e su ogni muscolo contratto dell’addome, fino a fermarsi sui fianchi stretti. Iniziando a stringerne poi la carne come in un dolce e sensuale massaggio, lo aiutò, tenendo ancora le mani intorno alla sua vita, piano, a penetrarsi. A un tratto fece scivolare le sue mani dietro la solida schiena di Kaede attirandolo a sé per baciarlo. Questo, cacciò un grido, sentendosi invadere più in profondità e, aderendo perfettamente al rovente e sudato corpo del moretto, rispose al bacio con furore quasi esasperato.

Con un altro colpo di reni il moretto invertì nuovamente le posizioni per poi affondare completamente, con una piccola spinta in Kaede che, impreparato, venne una prima volta con impeto e irruenza irrefrenabili. Riempiendo ancora di più le pareti di tutta la stanza di un urlo di puro piacere, che andò a fondersi con gli ansimi del moretto. I loro respiri più veloci, intensi. I corpi intrisi di sudore, frementi. Il moretto era al limite e tuttavia voleva godere ancora a lungo di quel momento concessogli.

Senza dar tregua a Kaede. Senza dargli motivo o un momento per potersi riprendere. Iniziò a entrare e uscire dal suo corpo. Una danza sensuale. Un ritmo elettrizzante. Sospiri, ansimi e grida sempre più forti. Chiedevano, insofferenti, sempre di più. Inappagabili, ancora di più. Le gambe di Kaede allacciate dietro la schiena e le braccia dietro al collo del moretto. Desiderio. Un desiderio implacabile e assoluto oramai li aveva travolti entrambi. Anelando ancora piacere, in misura sempre maggiore. Una dolce carezza.

Il corpo di Kaede si tese nuovamente a quel tocco, se pur a tratti quasi violento. Le labbra unite, ancora una volta. Le spinte più veloci. Il ritmo serrato. I tocchi frementi, concitati. Fino a raggiungere l’apice della passione. Ancora una spinta. Kaede affilò le sue zanne di vampiro, lacerando la carne del collo del moretto. E questo accelerò, avvertendole dentro di sé. Spinse a fondo. In profondità. Con più forza. Con più energia. Poi, anche lui, mostrò le sue zanne. Addentò alla giugulare di Kaede. Il suo sangue caldo. Quel gusto metallico e denso scendergli lungo la gola. Invaderlo totalmente. Inebriandolo. Quindi, un’ultima possente spinta e vennero entrambi. Insieme.

Il moretto si sciolse dentro il corpo di Kaede. Kaede sulla mano del ragazzo. Lasciando libere le bocche di gridare la loro passione. Insieme. Poi, silenzio per quello che parve un minuto infinito. I respiri ora più regolari. Finalmente, sfamato e soddisfatto il moretto, lasciatosi andare, in seguito all’amplesso, rimase così, sul corpo spossato di Kaede. Mentre a quest’ultimo, ancora, era rimasto un lieve residuo di forza che gli permetteva di accarezzare i capelli neri del ragazzo, abbandonato sul suo petto bianco, con gesti fluidi e lenti.

"Allora anch’io ti sono mancato, hn?!" Furono le uniche flebili parole che uscirono roche dalle labbra del moretto. Prima che lasciasse quel corpo caldo, con estremo rammarico. Ed un lievissimo, a malapena percepibile sorriso, comparve quasi beffardo sulle labbra di Kaede che, dopo essersi leccato via da un angolo della bocca una furtiva goccia di sangue, gli baciò la fronte. Beato. Il moro tirò a sé il lenzuolo, coprendo entrambi. Il contatto con quel tessuto freddo e leggero provocò un brivido che li scosse tutti e due. Ma subito, si lasciarono crogiolare nel calore dei loro stessi corpi uno abbracciato all’altro, le gambe intrecciate e la testa del moretto ancora appoggiata nell’incavo della spalla di Kaede. E così, cullati anche dalla brezza notturna, si addormentarono, entrando in un mondo impopolato di sogni.

 

…tsuzuku

 

Finalmente!!! Sono riuscita a concludere… hemm ^^’’… ‘sto pezzo…

Voi, vi starete kiedendo -e la storia?-, non ke abbiate tutti i torti, però, un attimo!! Datemi tempo e arriva anche quella!! E… hemm… ancora una cosa… Mi dispiace per i patiti della Anne Rice, mi dispiace per i patiti di Pathos… ma a me i vampiri servivano così, quindi, abbiate pazienza!

>ma come ho fatto a scrivere una cosa del genere?!?!?<

 

*coff* *coff* …ecco, io, volevo ancora dire che… è già due mesi che questo capitolo e un pezzo del secondo, sono nel mio pc, calmi e tranquilli, in attesa di essere spediti. Non avevo proprio il coraggio di mandarlo all’ysal… Perché?? Beh, perché… sono scritti in modo un po’ (tanto) diverso da come generalmente scrivo e… poi anche per via del suo contenuto, forse un po’ troppo… Quindi



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