Allora l’ispirazione per questa fic me l’hanno data due miei colleghi del mio anno,di cui probabilmente uno è dell’altra sponda, questo faceva strani apprezzamenti sull’altro,io ero shockata,e li osservavo con interesse per una prossima fic,ero veramente senza parole,poi è finito tutto li,ma la frase che diceva era veramente ambigua,poi mi dicono che sono io che penso sempre male,invece sono gli altri che mi mettono questi spunti su un piatto d’argento.

La dedico,beh…ai miei due colleghi che mi hanno fatto venire l’ispirazione,mi sembra ovvio.

 

    
 


 

 

Massaggio

 

di Miko-chan

 


 

Palestra del liceo Shohoku.

La squadra si allenava come ogni santo giorno da li a questa parte,infatti tra poco ci sarebbero stati i nazionali e non potevano presentarsi impreparati,il loro obbiettivo era vincere,vincere vincere,certo anche divertirsi ma prima di tutto vincere,in questo modo avrebbero accresciuto il nome della scuola e della squadra e l’anno successivo avrebbero avuto tantissimi nuovi iscritti. Molti di loro rimanevano ad allenarsi dopo gli allenamenti sino a notte inoltrata,quali Rukawa,il quale aveva un grande obbiettivo,quello di farsi notare durante i nazionali,da qualche talent scout e coronare il suo sogno andando in america diretta stante e iniziare a studiare e giocare a basket in modo professionale magari con i Los Angeles Lakers, Mitsui,che era la quasi per lo stesso motivo visto che anche il suo koibito si allenava sino a sera inoltrata per poter vincere i nazionali solamente dall’altra parte della città,e nella squadra avversaria,il Ryonan, Akagi,che voleva avere una borsa di studio con il basket e Hanamichi,che di certo non si poteva far vincere dalla volpe nemmeno in questo caso e doveva strappargli il titolo,perché andare in America spettava al Tensai e non a una stupida volpe. Quindi, causa principale questa forte rivalità che li caratterizzava erano gli ultimi ad andare via,e si sfidavano ogni volta sino allo sfinimento,quando o l’uno o l’altro cadeva stanco morto per terra a riprendere fiato,l’altro si proclamava automaticamente il vincitore della sfida. Era così che tra i due nacque il primo contatto, misero ma pur sempre il primo, avevano da poco finito di allenarsi ,erano entrambi rotolati a terra per la stanchezza e ora cercavano di riprendere fiato, si erano allenati per sei ore,non sapevano nemmeno loro,come il loro corpo avesse fatto a reggere a quello sforzo,erano sudati all’inverosimile,le loro maglie si potevano strizzare e riempirci una tinozza,avevano il fiato corto,i cappelli appiccicati alla faccia,in respiro ansante e velocizzato.

 

<< Nnnh…>> era stato il lamento di dolore della kitsune non appena si era poggiata meglio al pavimento di legno addossando meglio la testa.

 

A quel lamento il rosso aveva girato lo sguardo nella direzione dell’altro,cercando anche il suo sguardo e vedere cosa fosse accaduto, sembrava tutto normale,aveva gli occhi chiusi il viso però appariva sofferente,come se avesse qualcosa che non andava, si portò lentamente a sedere cercando di riprendere possesso del suo respiro e si avvicinò lentamente al moro che teneva ancora gli occhi chiusi e il viso contratto.

 

<< Ehi volpe che ti succede???>> chiese moderando il suo tono sino ad avere un tono di menefreghismo,come solitamente Rukawa si rivolgeva a lui.

 

<< Nnnnh >>

 

<< Ok…non c’ho capito ‘na emerita mazza, se magari potessi usare il linguaggio degli uomini te ne sarei grato..>> disse facendogli un segno con la mano che lo invitava a spiegarsi e che il volpino aveva visto aprendo in uno spiraglio gli occhi.

 

<< Mi fanno male le spalle…>> disse semplicemente,mostrare i punti bassi all’avversario era il primo passo verso la rovina,anche se il rosso in effetti era il suo compagno di squadra e non il suo avversario.

 

<< Girati supino>>

 

<< Cosa???>> disse incredulo il moro,non riusciva veramente a capire cosa l’altro volesse fargli,non gli piaceva mostrare le spalle alle altre persone,si sentiva indifeso e poteva combinargli di tutto quella scimmia rossa per metterlo K.O.

 

<< Ti faccio un massaggio…così ti passa il dolore,o almeno te lo allevia un po’. Fidati.>>

 

Il volpino si mise lentamente a sedere,accettava il massaggio ma non in quella posizione sconveniente,delicatamente si sedette porgendogli le spalle. Un attimo dopo che si era messo in quella posizione aveva sentito sue mani calde poggiarsi all’altezza del suo collo e scendere sempre più giù sino ad arrivare a metà schiena,si beò del piacere che quelle grandi mani gli procuravano,si stava rilassando con quei tocchi leggeri e azzeccati.

 

<< Ti puoi togliere la maglietta?>>

 

La mente del volpino non si collegò a quella domanda,aveva solamente pensato alle parole del Do’hao e alle scemenze che sparava.

 

<< Scordatelo>>

 

<< Ma così il massaggio non viene bene,è impedito in parte dalla maglietta, che per di più è completamente bagnata e ciò non giova alla tua salute,di la verità vuoi abbandonare i Nazionali perché il tensai gioca troppo bene?>>

 

<< Do’hao>> disse soltanto e prendendosi tra le mani la maglietta la sollevò delicatamente,ma quando fu quasi su,sentì chiaramente che il dolore alla spalla era aumentato e che gli impediva di continuare. Il rosso accortosi probabilmente di ciò gli prese la maglia tra le mani sfilandogliela dolcemente dalle braccia e lasciandolo a torso nudo e con le spalle scoperte. A quel punto le mani del rosso si posarono nuovamente sulle spalle del numero 11, e questa volta il contatto gli provocò mille brividi lungo la spina dorsale,dovuti probabilmente alla differenza di calore della sua schiena e delle mani ambrate poggiate sul suo corpo,che nuovamente massaggiavano i punti dolenti con grande maestria e tocchi sapienti.

Il moro a ogni tocco si rilassava sempre di più,sentendo i propri muscoli sciogliersi a quelle carezze.

Gettando per un attimo lo sguardo all’indietro lo vide,era seduto anche lui,le ginocchia piegate,la maglia attaccata al corpo che gli delineava ogni piccolo muscolo e i pettorali scolpiti, il collo possente,ma guardandolo meglio in viso si accorse della sua espressione,era infinitamente dolce e attenta,un leggero rossore gli imporporava le guance,si vedeva che non era preparato a quello che gli era capitato. Si sentì andare a fuoco,sentendo uno strano calore che dall’interno andava a finire dritto verso l’inguine,e che gli provocava una strana reazione di piacere che presto sarebbe stata manifesta.

Si voltò velocemente guardando un punto non ben definito davanti a se e cercando di calmare il respiro che diveniva sempre di veloce.

 

<< Come sei duro….>>

 

Ora anche le guance del volpino si imporporarono,non era preparato a quell’apprezzamento riferito, riferito a cosa??

 

<< Nh?>>

 

<< Sei duro>> disse con infinita ingenuità.

 

<< E dove sarei duro… Do’hao>>

 

<< Il muscolo…>>

 

Rukawa stava uscendo di senno e il suo amico di sotto cresceva sempre di più…lo stava facendo impazzire.

 

<<…Q…ual…e …mu…sco…lo…>>

 

Solo allora Hanamichi si rese conto di quello che aveva detto e che poteva benissimo essere interpretato in un altro modo,e per un’altra parte del corpo.

<< Le spalle….le spalle…>> disse arrossendo sino alla punta delle orecchie e staccando le mani in fretta dalla pelle dell’altro.

 

<< Nh.. non solo quello ho duro…te lo assicuro… e ora te lo mostro…>> disse, mettendo in evidenza la propria eccitazione e non facendo assolutamente nulla per nasconderla. Il compagno di squadra era diventato bordeaux ma nonostante ciò guardava con una nota di interesse quella cosa dura tra le gambe di Rukawa che puntava insistentemente nella sua direzione.

E poi c’era lo sguardo del volpino,troppo diverso da quello sconosciuto,troppo malizioso,troppo liquido…troppo eccitato.

In un attimo di distrazione il rosso si ritrovò steso sul pavimento e immobile,mentre il suo corpo era percorso da una sensualissima creatura dai capelli d’ebano e la pelle di avorio,che sinuosamente si posizionava sul corpo ambrato,che era come pietrificato da quello che accadeva,poteva benissimo sentire il respiro ansante su di lui e l’eccitazione del moro che si sfregava impudentemente sulla propria gamba. Non sarebbe riuscito ancora per molto a resistere a quello spettacolo.

Rukawa era completamente sdraiato sul rosso e si strusciava elegantemente su di lui all’altezza dei genitali,in una danza ipnotica che andava a stimolare sapientemente il rosso con il proprio piacere,lui dalla pelle color dell’ambra era come paralizzato,non sapeva che fare e come muoversi,sentiva solamente quella pressione su di lui e il piacere che lento lo invadeva.

 

<< Co…co…cosa stai facendo…sp…spo…spostati>> riuscì a dire con molta fatica,in effetti era difficile pensare in quel modo e in quella posizione.

 

<< Non mi sembri molto convinto Do’hao…di la verità ti piace molto questa posizione… e anche quello che senti più in basso non è vero?? Hai visto che non avevo solamente quel muscolo di duro eh?>> gli disse soffiandoglielo in faccia,il respiro gli arrivò delicato come una carezza e gli si posò sulle labbra.

 

<< Kitsune…non sei per nulla divertente…levat… oh kami!!!!!!!!!>>

 

<<Mmmm…ti sento…ho siiii…ora non sono solamente io quello duro,non è così??>> mentre abbassava velocemente la propria mano inserendola all’interno dei pantaloni dell’altro tastando la carne dura all’interno e massaggiandola velocemente per fargli prendere la durezza desiderata. Il solo pensiero di toccare il pene di un altro lo faceva eccitare. Non aveva mai fatto le gare in bagno con gli altri ragazzi per vedere chi lo aveva più lungo,e con la scusa di toccare della carne che non era propria,ma ora quel contatto lo mandava su di giri,perché anche lui era esattamente nelle stesse condizioni.

Si concentrò per dedicare maggiori attenzioni al corpo sotto di lui,con la mano libera si liberò della divisa e procedette poi a slacciare anche quella del compagno,il suo primo desiderio era quello di avere il contatto con la sua pelle e poi anche qualcos’altro,perché quel giorno non si sarebbe fermato al semplice contatto e lo avrebbe avuto,che il rosso fosse stato consenziente o meno.

Perso nelle sue elucubrazioni si sentì avvolgere da due possenti braccia che lo attiravano automaticamente verso il basso,verso la bocca del rosso che lo accoglieva amorevolmente in se. Quando le bocche si toccarono entrambi provarono la stessa carica elettrica che percorse i loro corpi e li fece automaticamente avvicinare il tanto bastante per toccarsi. Quel contatto fu troppo,il rosso si attaccò alla bocca del moro cercandone immediatamente la lingua e trovandola ad aspettarlo, la bocca di Rukawa sapeva di menta,un sapore dolce e fresco,che Hanamichi catalogò come il sapore di lui,se lo sarebbe ricordato per sempre.

 

<< Sei troppo buono piccolo…ti voglio mangiare e subito,non voglio assolutamente una risposta negativa…>>

 

<< Mangiami…>> non credeva veramente di poterlo dire,ma forse il momento  e quella situazione,stava veramente impazzendo,bramava che il moro facesse qualcosa,che lo prendesse in tutti i sensi,dominandolo.

 

La mano diafana continuò a percorrere l’asta del rosso stringendogli la punta e di seguito i testicoli,facendo gemere incontrollatamente il rosso che manteneva sempre il contatto con la sua bocca,le loro lingue saettavano incontrandosi e lasciandosi andare per poi riprendere immediatamente il contatto bagnato e viscido,per entrare nella bocca di uno poi in quella dell’altro. Rukawa si rese conto di non essere il solo a volere un contatto più intimo di quello che avevano già,infatti il rosso si spingeva ripetutamente verso quella mano che lo accarezzava e ricercava il contatto con il corpo sopra di lui,le sue mani lo percorrevano,una era fissa sulla testa per spingerlo a violare la sua bocca,l’altra vagava in una lenta carezza,prima sulla spalla che aveva da poco finito di massaggiare poi sulla schiena forte e dritta,toccandone ogni vertebra e infine sempre più in basso,tastandone le natiche sode e vellutate e spingendole verso di esso con la forza della mano che stringeva avidamente quella pelle.

Il volpino sentendolo così infuocato osò di più,si staccò dalla sua bocca accovacciandosi all’altezza del suo inguine,respirandone in un primo momento l’odore virile,carezzando i peli del pube,scendendo con la carezza sempre più in basso ripercorrendo nuovamente il piacere crescente di Hanamichi,da prima con la mano,poi tirando fuori la lingua,con essa. Hanamichi non riusciva a credere che quello stava succedendo proprio a lui, nello stesso giorno aveva ricevuto il suo primo bacio e sicuramente non sarebbe stata la sola novità,la lingua del moro che vibrava così vicina alla punta del suo pene,gli faceva sospettare che fra poco avrebbe sperimentato anche un lavoro di bocca,fatto dalla sua nemesi e poi…chissà cosa…si sentiva sempre più accaldato,vedeva quella bocca avvicinarsi sempre più,la lingua che vibrava a un mm dalla suo prepuzio arrossato e poi il contatto,un intimo contatto che si riservava solamente al proprio amante,non alla propria nemesi.

Rukawa lavorava su quel gioco che aveva davanti,leccava e succhiava più che poteva,divertendosi sempre di più a ogni gemito che il rosso gli elargiva  gentilmente e eccitandosi allo stesso tempo. Doveva ammetterlo,il rossino gli piaceva veramente molto e lo accendeva come poche cose al mondo,ma tuttavia era coscio che quell’avventura che stavano avendo non si sarebbe ripetuta altre volte ma era solamente,come aveva detto un’avventura,non ci sarebbe stato un futuro,tuttavia ora non voleva pensare a nulla,l’unica cosa che gli importava era essere li in quel momento,sopra di lui,che si contorceva e beava dei suoi tocchi inesperti ma probabilmente azzeccati.

 

 

La sua lingua percorreva l’intera lunghezza,si fermava sulla punta,ci giocava,la leccava,la succhiava,le dava piccoli baci,saggiandone il sapore e il calore,poi scendeva nuovamente giù verso i testicoli con i quali giocava tenendoli tra le mani,accarezzandoli,stringendoli forte e poi sempre più lentamente, il suo viso che sfregava,involontariamente ma consciamente sulla carne palpitante, il respiro che si inebriava del suo profumo e poi quella passione,la voglia di farlo suo  che cresceva maggiormente dentro di lui,la voglia di prenderlo completamente. Poi la risalita verso l’alto e l’inglobamento del pene dentro la sua bocca,la potenza nelle pompate,il risucchio verso l’interno,lo spasimo di quell’organo,lo svuotamento completo nella sua bocca,e finalmente il tanto agoniato succo del piacere,tutto dentro il suo corpo,il marchio del numero 10 dentro di lui,che percorreva il suo corpo,la sua bocca e sempre più giù. Le urla lancinanti dell’orgasmo del rosso che svuotato dal piacere ricadde silenziosamente sul parque con un tonfo sordo della testa che durante l’orgasmo era stata portata verso l’alto alla ricerca di aria per i propri polmoni,le mani strette a pugno per mantenere vivido il piacere,lo sguardo vacuo e perso nei meandri della mente,del piacere,quello puro,carnale,la bocca spalancata,la ricerca di aria,la ricerca di altro piacere sempre più profondo. L’appagamento con la bocca piena del proprio sapore sulla sua,la condivisione di qualcosa vissuto assieme,la voglia di condividere qualcos’altro sempre più vivida,e poi il contrattacco. Il passivo che diviene attivo,il ribaltamento delle posizioni.

 

 

Hanamichi,cercando di essere il più sensuale possibile,ribaltò velocemente le posizioni,sedendosi sulle gambe di Kaede si tolse svogliatamente la maglia che aveva ancora addosso,mostrandosi in tutto il suo splendore,la pelle,resa lucida dal sudore,brillava di un bagliore iridescente con tonalità dell’ambra mettendo in rilievo i capezzoli scuri e turgidi che emergevano come due collinette in quella pianura che erano i suoi pettorali,aveva ancora il respiro ansante,ma anche i quello sotto di lui non era da meno,leggeva il desiderio negli occhi di questo, e la soddisfazione di appagamento. Iniziò lentamente a girarsi,completamente rosso,spinse le gambe verso la testa del moro,prendendo velocemente una posizione che aveva visto solamente in particolari riviste.

 

<< Preparami>>

 

Il moro non riuscì a credere a quello che le sue orecchie avevano sentito,il rosso,ora in quella posizione gli aveva chiesto di prepararlo,e ora sopra la sua testa aveva i genitali dell’altro,quello che vi era più in basso era ancora più incredibile,Sakuragi,completamente rosso in basso che si umettava le labbra prima di ripetere,probabilmente,la stessa operazione che il moro aveva eseguito su di lui,era veramente incredibile quello che stava succedendo quel giorno. Si posizionò meglio tra le sue cosce,portando le mani sulle natiche e separandole dolcemente,mettendo in mostra quel forellino rosa che era nascosto nel mezzo,quegli odori lo stavano facendo impazzire, si rese conto di volerlo,volerlo e volerlo ancora sino allo sfinimento. Il rosso dalla parte opposta si occupava del membro del volpino,rimanendo colpito dalle dimensioni,dalla consistenza all’interno della sua bocca e dallo strano sapore,sapore di uomo,sapore di Lui. Lo leccava,passava la lingua su ogni vena che lo percorreva,sulla punta raccogliendone piccole goccioline di liquido seminale,lo teneva tra le mani accarezzandolo come meglio sapeva fare,si abbassava completamente per accoglierlo completamente all’interno della propria bocca,mentre con la lingua cercava di raggiungere i voluminosi testicoli,gemendo ogni tanto per il calore che gli procurava la stimolazione di quella parte vergine del suo corpo.

La lingua del volpino entrava ed usciva velocemente da dentro di lui,lubrificandone gli anelli di carne da cui era formato il suo ano,dilatandolo ogni volta che inseriva la lingua,procurandogli un piacere indescrivibile che gli annebbiava la ragione portandosi a spingersi meglio verso quell’organo che si prendeva cura di lui per riceverlo sempre più a fondo,per bearsi di quel contatto. Ben presto si rese conto che Rukawa lo stava penetrando con le dita e cercava di allargarlo maggiormente, gli faceva dannatamente male,ma quando quel dito toccava una parte dentro di se lo faceva urlare di piacere e per trattenere i gemiti cercava di inglobare sempre più affondo il membro davanti a lui,le dita,da prima una divennero due e infine tre,al terzo non resistette più,si alzò sfilandosi  da quella posizione e mettendosi a quattro zampe davanti a lui,rivoli di saliva uscivano copiosi dalla sua bocca mentre ricercava l’aria,il volto ancora arrossato ma voglioso.

Rukawa comprese in pieno cosa voleva il rosso,cosa bramava più di tutto,si alzò velocemente arrancando sulle ginocchia per avvicinarsi a lui,poggiò le mani sulle anche di quest’ultimo cercando in qualche modo di allargargli le natiche,posizionando la punta del suo membro verso quella stretta apertura si spinse lentamente all’interno,il rosso urlò di dolore,smise di muoversi,ma riprese dopo pochi minuti assestandogli un’altra spinta con la quale infilò la punta all’interno,quello che tuttavia non si aspettava era che il rosso si spingesse completamente verso di lui,accogliendolo completamente nel suo corpo,mentre lanciava un urlo di dolore più alto degli altri,e strappava un gemito lussurioso allo stesso Kaede che si accasciò dolcemente sulle spalle dell’altro,venendo avvolto da un calore che gli lambiva le membra sempre più a fondo,che gli annebbiava il cervello sino a portarlo nel più oscuro piacere,dove non esistevano più Kaede Rukawa e Hanamichi Sakuragi,i due rivali,erano solamente Kaede e Hanamichi,gli amanti, coloro che ricercavano il piacere. Prese a muoversi velocemente all’interno del corpo morbido come il burro dell’altro,muovendosi in modo circolare alla ricerca di quel punto magico nel corpo del rosso,che con una spinta più profondo trovò. Continuò a penetrarlo sempre più forte,sempre più a fondo per godere di quelle urla che ben presto divennero un’invocazione,un volere di più sempre più a fondo,e fu quello che ebbe,Rukawa afferro il sesso svettante di Hanamichi maneggiandolo con premura sino a che non lo fece nuovamente venire,con un grido anche lui si svuotò dentro il rosso,che si sentì marchiato nel profondo da quel contatto. Caddero a terra,stremati,ansanti e ricoperti di sperma,mentre ancora cercavano anche un minimo contatto tra le loro labbra, forse l’ultimo contatto. Il bacio fu estenuante,gli lasciò entrambi senza fiato.

 

<< Mi piaci>> mormorò il rosso di fronte all’espressione stupita del moro che lo guardava con occhi sbarrati.

 

<< Anche tu>>

 

Fu la sua semplice risposta e un dolce sorriso.

 

 

Per chiarirvi un po’ le idee vi racconto brevemente la scena. Questi due miei colleghi che chiameremo F. e A. parlavano alla fine delle lezioni. A. fa a F. tastandogli i pettorali” Come sei duro…” e F. non lo ascoltava,quello allora tasta ancora e sempre più in basso tutto ingenuamente,si come no!?! “ come sei duro”,e , dovevate vedere come se lo tastava,ero veramente senza parole,ma alla fine F. lo ha scansato,io ero li tutta attenta a ciò che accadeva. Questo è ciò che è venuto fuori da quella esperienza. Lo so fa un po’ schifo perdonatemi.