Fanfic di Dragonball ideata e scritta da Tati (tatisan@tin.it)
Copyright: Akira Toriyama/Shueisha/Toei Animation
Rating: PG-13
Margherite di
Tati
Vi e' mai venuta voglia di affittare una intera pagina su un quotidiano a tiratura nazionale per scriverci qualcosa di assolutamente personale ed
assurdo? A me si, molte volte. Una volta avrei voluto fare uno straordinario pesce d'aprile a
tutti, un'altra avrei voluto pubblicare la pagella di Bra, tanto ha tutti 9.
E oggi?
Oggi pubblicherei una delle mie foto migliori, in modo che occupi meta' pagina e sotto scriverei a lettere grandi e chiare
Trunks Briefs, 26 anni
Laureato in Economia ed Ingegneria Aerospaziale
Presidente della Capsule Corporation
Gay
Gia'... sono gay. So cosa state pensando. Che schifo, che vergogna, bla,
bla, bla. Beh, non mi interessa. In tutti questi anni ho imparato ad ignorare i pregiudizi del mondo
intero, quindi non sara' un insulto in piu' a farmi cambiare idea. Le persone che per me contano e cioe' mio
padre, mia madre e mia sorella mi appoggiano e non sono fuorviate dai miei gusti
sessuali. Questo e' tutto cio' che mi importa.
Temevo la reazione di mio padre piu' di quella di mia madre e invece ho scoperto che il principe dei Saiyan sa essere molto comprensivo quando vuole.
"Sono gay" gli ho detto un giorno, parecchi anni fa.
"Hn. E allora?" mi ha risposto lui.
"Pensavo che la cosa ti avrebbe dato fastidio" replicai, insicuro.
"Perche'? Sei libero di scegliere chi vuoi come compagno. Se fossimo stati su Vejita6 ti avrei imposto qualcuno del tuo livello ma qui, sulla
Terra, un umano vale l'altro. Se maschio o femmina e' un problema tuo" mi aveva
risposto, uscendo subito dopo dalla stanza.
Mio padre. L'orgoglioso principe Vegeta. Il mio unico, straordinario,
punto di riferimento. Forse sarebbe stato meno comprensivo se gli avessi detto di chi sono innamorato.
La vera sorpresa era stata Bra. Quando gliel'ho detto e' rimasta in silenzio per alcuni
secondi. Quindi mi ha guardato con espressione torva. Pensavo fosse disgustata dalla mia
confessione, ma mia sorella e' sempre stata capace di spiazzarmi. Anche questa volta.
"Goten piace a me chiaro?" mi ringhio' contro.
Credo di essere caduto. "Di che accidenti parli?" le chiesi arrossendo come un
peperone. Io rivelavo il dilemma della mia vita e lei gia' sapeva come avrei voluto che andasse a finire.
"Sei gay e conosci Goten da sempre. Due piu' due... e comunque lui piace a me" aveva replicato convinta.
"Veramente io..." Impossibile. Sono cosi' prevedibile?
"Vai al diavolo, Trunks. Mi sono chiesta quando ce l'avresti detto. Vedo come lo
guardi, come sei felice quando lui e' con noi. Quanti anni sono che ti piace
Goten? Bah, mi sa che non ho speranza!"r eplico' sconsolata.
Capite ora perche' mio padre sarebbe stato meno comprensivo? Di tutti gli uomini della Terra ero andato ad innamorarmi di Son
Goten, il figlio minore del suo rivale di sempre, Son Goku o Kakaroth,
come lo chiama lui. Ma forse mi sbaglio, magari sarebbe felice di sapere che di tutti i miseri
mortali, ho scelto proprio un mezzo saiyan, figlio di quel Kakaroth che lui rispetta tanto come
guerriero. Non capiro' mai mio padre e del resto lui non fa nulla per farsi capire.
Goten
Inutile dire che il mio sentimento non e' corrisposto. Sebbene io e Goten passiamo insieme la maggior parte del tempo
libero, lui ha una ragazza, Paresu o Valese o come diavolo si chiama.
Un'oca nel corpo di una donna. Non ho mai conosciuto un individuo umano piu'
stupido. Persino Mr.Satan a confronto e' un genio.
Eppure Goten sembra felice con lei e, sebbene il mio cuore minacci di andare in frantumi ogni volta che li incontro mano nella
mano, mi limito a gioire per la sua felicita'.
Spero solo che un giorno non mi scappi un ki-blast in direzione di Paresu,
Valese o come diavolo si chiama. Sarebbe molto utile, ma alquanto
sconveniente. Certe volte invidio davvero il carattere di mio padre.
Mentre lascio vagare la mia mente sul cosa pubblicherei su un giornale o sul come potrei fare a pezzettini Valese neanche fosse
Majin-bu, sposto la mia attenzione sull'interfono che ronza: "Cosa c'e'?" domando.
"Una persona di nome Son Goten dice che vuole vederla. Non ha un appuntamento" risponde la voce impersonale di
Leia, la mia segretaria.
Mi arrabbio: "UNA PERSONA? Leia, le ho detto migliaia di volte che Goten e' un mio amico e puo' farlo passare
sempre, senza avvertirmi!". Leia si scusa con una frase che non riesco a mettere a
fuoco, perche' l'oggetto del mio desiderio e' appena entrato nella stanza.
"Ehi Trunks! Andiamo al cinema stasera?"
Perche' deve essere sempre cosi' dannatamente allegro? Perche' e'
felice,naturalmente. Ha una ragazza che lo ama e che lui ama, perche' dovrebbe essere
triste? Amo il suo sorriso, lo fa somigliare cosi' tanto a suo padre...
vorrei solo che fosse per me.
Sorrido a mia volta, ma il risultato e' pessimo, una specie di smorfia tirata
"Certo, viene anche Paresu?"
Goten non sorride piu' "Valese. No"
"Goten?" Quando cambia espressione cosi' repentinamente mi fa preoccupare.
"Io e Valese non stiamo piu' insieme." Non dice altro e torna a
sorridermi, ma questa volta e' un sorriso forzato.
"Perche'?" mi limito a chiedergli.
"Perche' amo qualcun altro" risponde semplicemente, sbriciolando il poco che resta integro del mio
cuore. Almeno con Valese avevo la consolazione che fosse una scema. Ora magari gli piace una persona davvero straordinaria che non potro' odiare.
Sciocchezze. Se lui e' felice, lo sono anche io!
E' bello cercare di autoconvincersi di cose fondamentalmente sbagliate.
Sai che non riuscirai mai a capacitarti, ma intanto lo fai lo stesso per un bizzarro senso masochistico innato nella maggioranza di
noi. Io soffro come un cane perche' so che Goten non mi amera' mai e mi faccio ancora piu'
male, sforzandomi di essere felice per il fatto che lui ama qualcun altro.
Al diavolo.
"Ti ho portato una cosa!" esclama all'improvviso, riportando di colpo la mia mente nella
stanza. Lo guardo perplesso "Cosa?" domando con finta allegria, sperando che la risposta sia 'me stesso!'.
Fantastico. Sono passato dall'autoconvincimento al delirio.
Goten sorride di nuovo e scava nello zaino alla ricerca dell'oggetto. Lo
ammetto, sono deluso. Ho davvero sperato che il regalo fosse lui.
Questo non e' delirio, e' pazzia bella e buona.
"Tieni!" dice con gioia, offrendomi un oggetto che riconosco immediatamente.
Un fiore. Una margherita bianca un po' gualcita dalla permanenza nella borsa.
Ride come uno scemo. Lo adoro quando ride cosi': "Eheheh... l'ho trovata in un'aiuola piena di
neve, venendo qui. So che ti piacciono e cosi' te l'ho portata. Non e'
curioso? Una margherita in mezzo alla neve. Non ci sono piu' le mezze stagioni"
conclude, ridendo di nuovo per il luogo comune.
Resto alcuni istanti senza parole, prendendo il fiore dalla mano di Goten.
Una margherita. La giro tra le dita, portandola al naso, anche se so che le margherite non hanno
profumo. Adoro le margherite, mi sono sempre piaciute sin da che ero
bambino. Mia madre me le portava spesso, oppure andavo a raccoglierle nei campi fuori citta'.
Che ironia. Se volessi paragonare Goten ad un fiore, avrei scelto per lui proprio la margherita. E' un fiore di
campo, semplice e allegro, con i suoi petali bianchi o gialli e la sua forma
rotonda. Un fiore che parla d'estate e di gioia.
E le parole 'estate', 'semplice' e 'gioia' mi ricordano Goten. Cosi'
affettuoso, caldo, disponibile, allegro... sempre li' per me ogni volta che ho avuto bisogno di
lui. Sempre pronto a consolarmi o ad allenarsi con me.
Fino a farmi innamorare.
"Grazie" mormoro timidamente. Non so che altro dirgli. O meglio,lo so cosa vorrei
dirgli, ma temo che non sarebbero parole gradite.
"Trunks?" Sento la domanda e lo guardo con curiosita'. Inorridisco.
Goten sta piangendo.
"Goten? Ehi Goten? Ma che hai??" gli chiedo, avvicinandomi e mettendogli le mani sulle
spalle. Questa poi... dovrei essere io quello disperato e invece scopro che Goten e' piu' disperato di
me. Ma perche' poi?
Non singhiozza, ne' parla. Sta li' immobile, con le lacrime che gli rigano le
guance. "Goten?" lo chiamo di nuovo, visto che le due volte precedenti non hanno ottenuto risposta.
"Trunks, puoi innamorarti di me?"
EH?
Mi cade la margherita di mano e faccio un passo indietro. Mio padre deve avermi colpito troppo forte l'altro giorno durante
l'allenamento, perche' sento cose strane. Le mie orecchie distorcono le parole.
Goten e' ancora immobile in mezzo alla stanza. Le mie labbra si muovono da
sole, perche' non mi pare di aver formulato una frase o un pensiero.
"Cosa?"
E' la mia voce? Si, credo di si anche perche' non ho visto Goten parlare.
"Innamorati di me. Ti prego."
Goten ha sollevato gli occhi su di me, fissandoli nei miei. Sta succedendo sul serio?
"Non posso innamorarmi di te adesso..."
Vedo il mio amico chinare il capo e sento chiaramente un suo sospiro,
orribilmente simile ad un doloroso singhiozzo. Pero' io non ho finito la frase...
"... perche' ti amo da sempre"
La testa di Goten scatta verso l'alto e i suoi occhi ritrovano i miei.
L'unica cosa che capisco, subito dopo, e' che sono stretto a lui in un poderoso
abbraccio. Il mio cuore e' di nuovo intero e non ho piu' bisogno di autoconvincermi che lui e' felice.
Adesso lo sono anch'io.
Ho un intero campo di margherite.
Fine
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