Mamamia parte II di Releuse e Seika
Hanamichi non aveva mai assaggiato niente di così buono in vita sua,
come precisò per tutta la durata della cena, e Kaede doveva ammettere che il
suo compagno aveva ragione. Il potersi finalmente concedere una serata
tranquilla, prendendosi tutto il tempo che volevano per mangiare, godere
della reciproca compagnia e girare per la città in tutta tranquillità, era
senza ombra di dubbio impagabile. Si resero conto di aver fatto una buona scelta decidendo di
soggiornare lì per quegli ultimi giorni. Viareggio, infatti, si scoprì essere
una popolata meta turistica, con un lungo mare pieno di negozi e ristoranti
dove passeggiare e qualche pub dove poter bere qualcosa di fresco godendosi
la vista della spiaggia. Il caos generale non attirava poi tanto il volpino,
ma nonostante questo si trovava in qualche modo a suo agio. Straniero in
terra straniera, perso insieme al suo Do'aho in mezzo a migliaia di
sconosciuti. In fondo erano solo lui e Hana...ed era tutto ciò che voleva. Quella sera la stanchezza li colse presto. La giornata passata a
scarpinare per Pisa, ai ritmi allucinanti di quel viaggio organizzato,
sommata poi all'eccitazione per la fuga, li aveva messi ko. Decisero quindi
di tornare in albergo per andare a riposarsi. L'indomani avrebbero scoperto
le gioie diurne di quel luogo. Hanamichi era proprio soddisfatto! Finalmente una cena con il suo
volpino, finalmente una passeggiata da soli. Sì, ne era proprio convinto,
avevano fatto la scelta migliore a fuggire da quel manicomio! Nel tornare in
albergo si sentiva fortemente emozionato, quel viaggio insieme a Kaede lo
riempiva di gioia. In fondo non avrebbe mai pensato di finire così, con la
Kitsune. Fino all'anno prima non faceva altro che considerarlo il suo peggior
nemico e rivale! Ridendo fra sé a quel pensiero, mentre erano sull'ascensore ormai
stanchissimi, alzò una mano per accarezzare il viso del suo ragazzo e
sorridergli. Kaede lo guardò di sottecchi, nascondendo un sorriso accennato.
Infine entrarono nella loro stanza. La visione di quello spazioso letto,
richiamò nella mente del rossino quello che era successo nel pomeriggio,
provocandogli una fiammata improvvisa al viso e al petto. Cercò di non
mostrare alcun segno di imbarazzo anche se, quando si distesero sul letto, nel momento in cui si mise sotto le
lenzuola fu assalito da una certa difficoltà nel guardare Rukawa. Cercando di
sfuggire il suo sguardo lo abbracciò, ma si sentiva tremendamente a disagio. Al moretto non era sfuggita la tensione che in un attimo aveva
irrigidito il corpo di Hanamichi alla vista del letto matrimoniale, che quel
pomeriggio li aveva visti protagonisti di dolci ed infuocate carezze. Bè,
nemmeno lui era rimasto impassibile al ricordo, come poteva? Però il rosso
era il più emotivo e sopratutto quello le cui reazioni erano più palesi.
Kaede allora cercò di avvicinarsi al suo ragazzo, stringendolo fra le braccia
e costringendolo a posare la testa sul suo petto per poterla meglio
accarezzare. Voleva farlo sentire rassicurato e a suo agio, sapendo che
coccolarlo con dolci tocchi sui capelli e sulla schiena era il modo migliore
per riuscirci. Voleva anche dire qualcosa per meglio fargli sapere che lo
capiva e condivideva i suoi pensieri e che mai si era sentito così vicino a
lui. Ma, se nel pensare era messo piuttosto bene, il volpino sapeva di aver
ancora parecchia difficoltà ad esprimersi bene a parole. Quindi si limitò a
posare un dolce e casto bacio su quella testa rossa e a commentare "È
stata una bella serata." Il rossino poteva sentire i battiti del cuore di Rukawa pulsare sulla
sua guancia. Gli sembravano così intensi, così veloci, quasi... come i suoi. Era troppo agitato. Ma furono l'abbraccio di Kaede, le sue mani delicate fra i suoi
capelli, il suo corpo che lo avvolgeva di calore, i silenzi che ormai aveva
imparato a capire, a tranquillizzarlo. Si rese conto che il ragazzo aveva ben
compreso il suo stato d'animo e, che con quel gesto e le sue poche parole,
stava cercando di rilassarlo. "Sì, è stata una bellissima serata, Kae. Vedrai i prossimi giorni
saranno ancora meglio...". Si morse la lingua, rendendosi conto di quello che aveva appena detto
senza pensare! Arrossì, affondando ancora di più il viso nel petto di Rukawa.
Infine si addormentarono, avvolti in un abbraccio, fra le morbide
coperte bianche. La mattina seguente Sakuragi aveva scaraventato giù dal letto Rukawa
all'impietosa ora delle nove che,
considerando le levatacce delle otto dei giorni del tour, era comunque un
passo avanti. Dopo mille sbadigli, da parte del volpino, ed una doccia a
testa, i due si diressero nel ristorante dell'albergo per fare colazione. Il
sole era alto nel cielo e la giornata si prospettava calda e afosa. "Vuoi andare al mare oggi?" Chiese la volpe al suo ragazzo. "Sì certo. Perchè tu
no?" Il rossino lo guardava speranzoso. "Ho portato anche il mio costume da bagno!" Aggiunse
frugando nella borsa e facendo bella mostra di un paio di boxer da mare
arancione, sventolandoli verso di lui. "Hn, il sole Do'aho!" Replicò il volpino. "Che cos'ha il sole che non va, baka Kitsune?" Si lamentò
Hanamichi mettendogli il broncio.
" Non ti fa dormire? Guarda che puoi anche farlo sotto il sole! È
piacevole! anche se bianco come sei mi sa che rischi di diventare un'aragosta!"
Esclamò sbeffeggiandolo. Kaede rispose al compagno solo con un occhiata fulminante. "Su, su non fare storie, prendi il costume, daiiiiii!!" Lo
incitò il rosso. Rukawa alzò gli occhi al cielo. "Do'aho!" Avrebbe passato tutta la giornata sotto l'ombrellone o dentro l'acqua,
già lo sapeva. Sperava solo la spiaggia non fosse eccessivamente rumorosa o
affollata... ma non ci avrebbe scommesso sopra. Un'oretta dopo raggiunsero la
spiaggia, una lunga distesa di sabbia sottile, accarezzata da onde leggermente
agitate. L'aria era afosa, la temperatura piuttosto alta. Sin da subito le loro orecchie e i loro occhi furono invasi da forti
schiamazzi, bambini urlanti, ragazzi che giocavano a pallone sulla riva. Non
era affollatissima certo, ma Sakuragi sapeva bene che quella vista superava
di gran lunga i canoni dell'idea di tranquillità del suo ragazzo, il quale si
stava già guardando intorno con aria rassegnata. Ma il rossino non gli
avrebbe permesso di ronfare per tutta la mattinata, voleva godersi ogni minuto
insieme a lui e dormire, certamente, non sarebbe stato d'aiuto. Appena poggiarono gli asciugamani a terra, Hanamichi diede un'occhiata
a quella superficie d'acqua immensa. Si tolse la maglietta e, non appena
Kaede si sfilò la sua, afferrò il moretto per il braccio costringendolo a
correre verso l'acqua. "Forza Kitsuneeeee!!!" Gridò spingendolo dritto dritto in
acqua, tuffandosi poi su di lui. 'Ma quanto diamine è fredda
quest'acqua?!' Kaede ebbe giusto il tempo di pensare a questo, prima che quel pazzo
del suo ragazzo gli si tuffasse addosso rischiando di affogarlo. La spiaggia,
come si era in effetti aspettato, era a dir poco affollata. Ma ancor più
fastidio gli avevano dato gli sguardi sbavanti che aveva visto divorarsi il
suo ragazzo, non appena questi si era levato la maglietta restando solo in
costume. Lui, più di Hanamichi stesso, era consapevole della bellezza del
rosso e già solo dover dividere quella visione con i compagni di squadra
negli spogliatoi non gli andava tanto giù. Ora, per la prima volta insieme in un luogo di perdizione come la
spiaggia, non era sicuro di poter tenere a freno i suoi istinti omicidi nei
confronti di quei voyer occasionali! Italiani spudorati! Nemmeno cercavano di
nascondere il fatto che stavano fissando il suo Do’aho! Era troppo! Irritato afferrò l’altro trascinandolo con sé al largo, lontano da
quegli insistenti sguardi. "Ma che ti prende Kitsune!" Esclamò Hanamichi, incapace di
capire cosa passasse per la testa del suo ragazzo. "Guarda che non riesco a nuotare se mi tieni un braccio! Vuoi che
affoghi?" Sbuffò cercando di tenersi a galla muovendo le gambe. Finalmente Kaede lasciò la presa e il rossino fu libero di riprendere
a nuotare normalmente. Certo, si erano allontanati un bel po', pensò fra sé
guardandosi intorno perplesso. Poi fissò il compagno dritto negli occhi,
quasi con rabbia, diventando improvvisamente serio. "Ora... subirai l'ira del tensaiii!" Esclamò schizzandolo
con l'acqua per poi andargli addosso afferrandogli le spalle. Lo spinse di
peso facendo finta di volerlo affogare. “Volevi dormire tutto il tempo facendo il morto a galla, eh?! Non te
lo permetto!" Rise il rossino divertendosi nell'inondare il suo ragazzo,
impedendogli di parlare data tutta l'acqua che gli stava gettando addosso. Kaede tentò di rispondere agli attacchi. Si meritava uno sano sfogo e
una fredda vendetta! Quel Do'aho manco si era accorto degli sguardi che aveva
attirato! Ma ci avrebbe pensato lui a fargliela pagare! Si immerse di colpo,
sfuggendo alla presa del rossino e afferrandogli invece una gamba, cercando
di spingerlo sotto il pelo dell'acqua. Hanamichi si dimenava come un matto.
Più volte Kaede aveva rischiato di ricevere un calcio dritto nello stomaco o
in faccia, così aveva deciso di riemergere alle spalle del rosso, circondandogli
petto e braccia con le sue per impedirgli bruschi movimenti. "E ora come la mettiamo?" Gli sussurrò poi in un orecchio da
dietro, depositando su quest'ultimo un piccolo bacio. Hanamichi sapeva che il volpino non si sarebbe arreso ai suoi attacchi.
Non voleva colpirlo però, anche se non poteva fare altro che cercare di
svincolarsi, visto che rischiava seriamente di affogare! Improvvisamente
sentì un brivido dilatarsi nel suo stomaco, non appena la kitsune riemerse
sfiorandolo in tutta la lunghezza del suo corpo, provocandogli una scarica
d'emozioni che si mescolò a quella provocata dalle mille bollicine spumose
formatesi intorno a loro. Poi le parole di Kaede… e il suo bacio. Non ne era sicuro, forse era una sua impressione, ma gli parvero tremendamente
sensuali. Quando il ragazzo si comportava in quel modo era capace di azzerare
ogni timidezza, ogni ragione nella mente del rossino, che portò il braccio
dietro la nuca di Kaede, circondando il suo collo. "La mettiamo...in questo modo..." Sussurrò vicino alle sue
labbra, allungando la lingua per poterle assaporare al meglio, senza
trasformare ancora quel tocco in un bacio. "Sei buono...anche salato...." Aggiunse poi, con un velo di
malizia. Il moro aveva pensato che l'altro si inventasse qualche mossa strana
per liberarsi dalla sua presa. Era curioso di vedere, provocandolo, cosa
avrebbe combinato. Non si aspettava una reazione così ...sensuale! Appena Hanamichi ritirò la lingua che, per pochi attimi, gli aveva
fatto correre più brividi lungo la schiena che quell'acqua fredda al primo
contatto, Rukawa guardò il suo ragazzo negli occhi, prendendo fra i denti il
proprio labbro inferiore fino a poco prima oggetto delle attenzioni del
rosso. "E tu di cosa sai?" Gli sussurrò poi malizioso, cominciando
a passare piano la lingua lungo la linea della mascella dell'altro, fino ad
arrivare all'orecchio sinistro che morse piano, mentre lasciava andare un
attimo la presa, cercando di far girare Sakuragi fra le sue braccia. Voleva riempirsi gli occhi della visione del viso del suo ragazzo, con
i capelli bagnati tirati indietro e le mille goccioline salate che piano gli
solcavano il viso. 'E tu di cosa sai?' Quella frase riecheggiava nella mente di Sakuragi, mentre il suo corpo
si lasciava andare alle sensazioni di piacere che le labbra di Rukawa gli
stavano regalando. Poi i suoi occhi, così fissi su di lui, che lo mandavano
in agitazione, facendogli scoppiare il cuore. Si sentiva fissato, Hanamichi. Kaede era capace di penetrarlo con lo
sguardo, di farlo completamente suo anche solo catturandolo con gli occhi. Non si era mai sentito così desiderato. Ricambiò anche lui quello sguardo, fatto di evidente brama e
desiderio. Dentro di sé si rendeva però conto che di quel passo l'acqua sarebbe
evaporata, al contatto con le temperature troppo alte dei loro corpi. "Kae..." Disse allungando la mano sul collo del ragazzo,
percorrendo il suo petto con l'indice fino a perdersi sui suoi fianchi. "...è meglio se torniamo...." Gli sorrise, con uno sguardo
d'intesa. "Hn, sì andiamo." Acconsentì la volpe, iniziando a nuotare
verso la riva. Come poteva dirgli in maniera così innocente di tornare sulla
spiaggia, se un secondo prima passava in maniera tanto provocante un dito sul
suo corpo? Caspita, eccome se aveva per un attimo desiderato che quel dito,
al posto di deviare sul suo fianco, andasse giù diritto... fino in fondo!
Rukawa a quel pensiero perse una bracciata e rischiò quasi di mandare giù
dell'acqua annaspando, meno male che Hana gli era davanti e non l'aveva
visto! Non che non ci avesse sperato o pensato ma, in effetti, quella vacanza
stava realmente sbloccando qualcosa dentro di lui. Qualcosa che per un motivo
o per un altro, fino a quel momento, era rimasta imbrigliata e che ora
cercava un modo per liberarsi. Oddio, forse era meglio darsi una calmata! Il suo rapporto con Hanamichi fino a quel momento era stato davvero
perfetto, non era sicuro di che direzione dare a quei nuovi impulsi, né era
certo di come esprimerli e condividerli con il suo rosso. Arrivati sul bagnasciuga però, il volpino abbandonò in un attimo tutte
le sue congetture... troppe paia di occhi si erano nuovamente incollate al
corpo del suo ragazzo! Maledizione! Meglio stendersi sull'asciugamano e
dormire, almeno non avrebbe visto e non si sarebbe irritato! Rukawa alla fine dormì tutto il tempo, ma comunque Hanamichi non si
lamentò. Conosceva il suo volpino e sapeva benissimo che non poteva
rinunciare a una bella dormita dopo la nuotata di pochi minuti prima. Lo
guardava, mentre era sdraiato al suo fianco a prendere il sole ancora
impregnato di gocce d'acqua salata, continuando a ripetersi che stava davvero
con il ragazzo più bello del mondo. Alla fine della mattinata, dopo aver rischiato di ricevere un pugno da
Kaede per averlo svegliato troppo bruscamente, Sakuragi e il suo volpino
tornarono verso l'albergo, sperando di essere ancora in tempo per il pranzo. "Mh, Kae?" Chiese il rossino poco prima di arrivare. "Ma stasera cosa facciamo? Potremmo farci consigliare da qualcuno
qualche posto dove passare la serata...." "Hn, ok.” Infondo erano già stati ieri sul lungo mare, scoprire posti nuovi
poteva essere interessante. "A chi vorresti chiedere?" Domandò pensieroso il volpino. "Mmh, non è che conosciamo qualcuno, magari a qualche passante o…
aspetta!! Quello lì, quel coso lì! Quello che sembra fatto di porcellana!
Com'è che si chiama? Duca, barone...qualcosa!!" Esclamò Hanamichi
agitandosi. “Chi?" Un duca fatto di porcellana? Hanamichi doveva aver preso
decisamente troppo sole! "Quello lì!" Sbottò il rosso, indicando poi il ragazzo
sorridente dietro alla reception al suo poco intuitivo ragazzo... e di
intuito ce ne voleva! "Do'aho!" Esclamò Kaede alzando gli occhi al cielo. Come
poteva essere così scemo il suo ragazzo! "Principe, si chiama Principe.
E non indicarlo che è maleducazione!" "Uff, e non trattare il tensai come un bambino! Baka
Kitsune!" Esclamò Hanamichi mettendo il broncio. "Buongiorno ragazzi, vi posso essere di aiuto?" Chiese poi
il diretto interessato in inglese, accorgendosi di essere l'oggetto del loro
contenzioso. "Eh, barone, principe, è lo stess... saaalve!" Salutò il
rossino un po' nervosamente, non
appena sentì Stefano rivolgersi a loro. Poi, cercando di scacciare l'imbarazzo per quella scenetta con Kaede,
fece un colpo di tosse e assunse un'espressione forzatamente seria (inutile,
quel tipo lo inquietava). "Noi vorremmo sapere se c'è qualche locale, qualcosa di
interessante. Boh, non so… per passare la serata...ecco!" "Bè, ci sono tanti locali interessanti in zona ... dipende da che
divertimento cercate." Rispose il ragazzo sorridendo. "Mah... qualcosa di tranquillo, dato che questo ghiro odia i
posti rumorosi... non è vero baka Kitsune?" Domandò Hana scuotendo il
ragazzo che si stava per addormentare in piedi, a fianco a lui. "Hn." Si riscosse un attimo la volpe, ripiombando poi nel
suo torpore. "Bè, forse c'è un posto che fa proprio al caso vostro!"
Rispose Stefano con uno sguardo furbetto" È un bel locale vicino al
mare. Ci va un sacco di gente perchè è molto conosciuto, ma se volete potete
tranquillamente mettervi comodi a sedere sfuggendo alla bolgia. Poi so che
sta sera organizzano una gara interessante, potreste divertirvi." "Locale vicino al
mare?" Ripeté Hanamichi sorpreso. Un posto tranquillo e romantico adatto a stare con il suo Ru. In fondo
doveva pur ricambiarlo per le gentilezze che gli stava dando in quei giorni.
Sapeva, infatti, che spesso il
ragazzo lo assecondava anche controvoglia. "Sì, va benissimo! Non credi Kitsune malefica?” “Hn sì, se ti piace va bene." Rispose la volpe noncurante. “Come si chiama questo locale scusi?" Domandò infine il rossino. "Mama mia." Disse il ragazzo della reception. "Eh?" Chiesero i due ragazzi in coro "Mama mia, è il nome del locale." Ripetè Stefano. “Si trova
a Torre del Lago, una località poco distante da qui. Dovreste andarci in taxi
però, a piedi non è possibile. Se volete posso prenotarvelo." Si offrì
poi. "Mamache?" Domandò
perplesso il rossino. "Mah, va bene, va bene. Ci prenoti il taxi per
stasera!" Esclamò tutto fiero. Voleva farlo per il suo Rukawa. Lo avrebbe coccolato dolcemente per
tutta la sera, e se voleva dormire non glielo avrebbe impedito. Sì sì, sarebbe stata una serata tranquilla e romantica fra loro due
soltanto. "Per che ora ci consiglia di andare?" Domandò infine
Sakuragi. "Chiederò al taxi di essere qui per le 23.00. Il Mama mia è uno
di quei posti che prende vita sul tardi", rispose il ragazzo "vi
lascio anche il numero da chiamare per il taxi di ritorno." concluse
gentile. Rukawa sgranò gli occhi. " 23.00…" ripeté solo. Caspita, lui a quell'ora sperava già
di essere di ritorno in camera! Anche Hanamichi sgranò gli occhi... sapeva bene che quell'orario forse
era troppo per il suo volpino, ma non si perse d'animo. "Va benissmo!! Kitsune, ora ci facciamo una bella dormita così
saremo belli freschi per stasera, che dici?" Domandò sperando che il suo
ragazzo non rinunciasse. Intanto si voltò verso l’impiegato per ringraziarlo. "Grazie ancora signor.... ehm, Principe!!” Gli sorrise, pensando
che comunque era proprio un tipo professionale nonostante il suo aspetto
particolare. "Non c'è di che!" Rispose il ragazzo con un sorriso,
porgendo ai due un biglietto con il numero della compagnia dei taxi. Rukawa si voltò verso il compagno. Non aveva cuore di rovinare quella
serata al suo ragazzo, che sembrava particolarmente attratto dall'idea di
andare in quel posto, ma non poteva nemmeno garantire sulla sua attiva
partecipazione. Ci avrebbe però provato; lui non si tirava mai indietro davanti
ad una sfida! "Hn, mangiamo qualcosa... " disse la volpe " ...ma poi
scordati che ti accompagni in giro questo pomeriggio." aggiunse. Se quella sera doveva restare sveglio, quel pomeriggio l'avrebbe
passato ad accumulare le giuste energie, o almeno ci sperava. Rukawa e Sakuragi si erano svegliati verso le sette di quel
pomeriggio, con il sole che stava lentamente tramontando. Avevano deciso di
scendere al ristorante per mangiare qualcosa di veloce, e poi tornare in
camera a prepararsi per la serata. Hanamichi aveva stampato al volpino un veloce bacio sulle labbra,
raccomandandogli di scegliere qualcosa di carino da indossare, per poi
sparire in bagno a sistemarsi. Tutto questo era accaduto ormai… più di un'ora prima! Stava
constatando Kaede controllando l'ora sul suo cellulare. Si era addormentato
con le cuffie del suo lettore mp3 nelle orecchie, aspettando che il rosso
uscisse e gli lasciasse fare una doccia a sua volta. Non aveva ancora
minimamente scelto cosa indossare quella sera e non aveva nemmeno idea di
cosa potesse andare bene; fosse stato per lui i vestiti che aveva indossa
sarebbero stati più che sufficienti. Ma, soprattutto, si domandava cosa diavolo stesse facendo il suo
ragazzo chiuso da così tanto tempo in bagno. Che si fosse addormentato nella
vasca? Forse doveva entrare per controllare. Si alzò quindi da letto e andò a
bussare alla porta del bagno "Do’aho, sei vivo?" Un rumore metallico tintinnò nell'aria, qualcosa era caduto rotolando
per terra. “Acciden...aspetta, Ruuu! Ancora cinque minutiii!” farfugliò tutto
insieme il rossino dall'altra parte della porta. Li aveva comprati per quell'occasione. Qualche giorno prima di partire, con un velo di imbarazzo, aveva
chiesto a Yohei di accompagnarlo per qualche negozio e consigliarlo. Si era
immaginato di uscire la sera con Rukawa, sotto il cielo dell'Italia, e voleva
che tutto fosse perfetto. “Quanto sei figo Hana, è perfetto!!” Aveva esultato l'amico nel
vederlo. Ma lui ora, guardandosi allo specchio, non ne era troppo convinto.
Indossava dei pantaloni neri attillati, con una leggera zampa sotto il
ginocchio. Le cuciture erano di un bianco lucido e brillante, di quello che
diventa fosforescente sotto le luci dei locali notturni. La maglia argentata,
a maniche corte e molto aderente, dava invece l'impressione di fasciargli il
petto, con quei sinuosi disegni tribali che sembravano fatti di inchiostro
nero. Si era sistemato pure i capelli col gel, acconciandosi dei piccoli
ciuffi che gli ricadevano sui lati del viso. Era… imbarazzatissimo! E a disagio! Forse aveva esagerato… “Al diavolo Yohei... STO USCENDO KITSUNEEEE!!” Aprì la porta di scatto
e si trovò faccia a faccia col suo ragazzo, in piedi davanti a lui. "Do'aho, ma come ti sei conciato?" non si poté trattenere
Rukawa, alla vista della mise del rossino. "Baka kitsune! Il genio è perfett... faccio pena?" chiese
sconsolato l’altro. "Hn, più che altro mi chiedo come mai avessi vestiti di questo
genere in valigia!" rispose la volpe. Di primo impatto, vedere il rosso vestito come uno di quei ballerini
che si esibivano in discoteca, l'aveva colto decisamente di sorpresa. Ora che
aveva tempo di guardarlo meglio, però, lo squadrò lentamente, soffermandosi
sulla vita stretta in quei pantaloni neri come la notte e su quel petto ampio
e muscoloso, su cui i disegni tribali della maglietta sembravano tatuati.
Anche la pettinatura faceva risaltare gli occhi nocciola del compagno,
innocenti e sensuali nello stesso tempo. Si trovò a pensare a quanto il suo ragazzo potesse essere sexy e a
quanta fatica gli sarebbe costata dover tenere gli sguardi degli altri a
bada. Se quella mattina in spiaggia era stato difficile, ora come avrebbe
potuto cavarsela? "Hn, tu non esci vestito così." Hanamichi credeva proprio di aver fatto la figura del cretino davanti
al suo ragazzo. Dentro di sé maledì mille volte Mito per averlo istigato a
comprare quella roba. Non capiva però lo sguardo di Kaede: lo fissava in
maniera strana, quasi arrabbiato. "Non vuoi che esca perchè sono troppo ridicolo, vero? Uff… e io che
mi ero impegnato per trovare qualcosa di decente per uscire con te la sera!
Vorrà dire che mi cambierò se non ti piaccio..." sospirò il rosso. "Bravo cambiati! Se resti vestito così ti si incolleranno addosso
troppi occhi e io non ho voglia di restare sveglio a controllare per tutta la
serata!" rispose con noncuranza la volpe, cercando di superare il
proprio ragazzo per andare a farsi una meritata doccia. "C-che?" Sakuragi non capiva le parole di Rukawa e
quell'atteggiamento improvvisamente scontroso che lo fece innervosire. "Baka kitsune, come osi parlare così al tensai? Non mi devi dire
cosa fare o non fare!!" Si sedette sbuffando sul letto. "Io uscirò
vestito così, ho deciso!" Kaede ormai non l'ascoltava nemmeno più. Chiuse la porta del bagno e
si lasciò cullare dalla calda acqua della doccia. Si lavò accuratamente i
capelli corvini, vezzo che non si stancava mai di perpetrare, e cercò di non
pensare alla serata a cui aveva accettato di partecipare. Ma cosa gli era salto in mente?! Sfuggire al caos per rituffarsi nel caos, con in più un Do'aho come
ragazzo che voleva farlo impazzire a tutti i costi di gelosia! Purtroppo però
sapeva quanto l’altro tenesse a quell'uscita, a come gli piacessero le serate
che avevano passato fuori con gli amici della squadra di basket o con quei
quattro squinternati della sua armata. Non se la sentiva di rifiutare. ‘Vorrà dire che domani mattina
si dormirà... e niente spiaggia con assatanati ad ogni duna!’ pensò gongolante, prendendo un
asciugamano e legandoselo in vita. "Do'aho…" disse poi uscendo dal bagno e scorgendo il broncio
del suo ragazzo. Con la maggiore non chalance di cui era capace lo ignorò passando
oltre, afferrando il paio di jeans che aveva indosso prima della doccia con
la ferma intenzione di indossarli Hanamichi scrutò attentamente Kaede mentre passava al suo fianco. Con
quell'asciugamano in vita e la pelle ancora umida e profumata di
bagnoschiuma, gli stava facendo venire voglia di buttare tutto all'aria… Vide però il volpino afferrare gli stessi jeans che usava
abitualmente… "Che diavolo fai, baka! Non vorrai mettere quelli per
stasera?" "Preferisci che esca con questo indosso?" rispose la volpe
alzando un sopracciglio ed indicando l'asciugamano che gli fasciava i fianchi Hanamichi a quella battuta avvampò, mentre i suoi occhi restavano
incollati sul torace nudo e candido del suo volpino. "Ma…macché!" sbraitò poi alzandosi di scatto "Non dire
scemenze, baka!" continuò cercando di nascondere il rossore “avrai pure
qualcosa di decente in questa valigia!" Sakuragi iniziò così a mettere le mani nella borsa del suo ragazzo
alla ricerca di qualcosa che gli permettesse di uscire almeno un po'
presentabile. "Ma non sai distinguere il vestito sportivo da quello da sera,
baka?" "Questo no, questo neppure..." il rosso continuava
imperterrito a mettere sottosopra la valigia del suo ragazzo, finché non si
fermò di scatto. "E questi? Aahhh! Kitsune perfida! Mi volevi ingannare, eh?
Potevi dirmelo che ci avevi pensato anche tu..." rise soddisfatto
tirando fuori due capi e sventolandoli davanti al viso della volpe. Rukawa guardava spazientito il suo ragazzo frugare nella propria
borsa. Era senza speranza; non avrebbe trovato niente di niente tra i suoi
vestiti di adatto alla serata… almeno secondo i suoi gusti. Perso nella sua
convinzione aveva ripreso ad indossare i jeans che aveva in mano quando il
rosso lo richiamò, sventolandogli davanti al viso due indumenti che non aveva
mai visto. Nella destra stringeva un pantalone di lino bianco, dall'aria
molto stretta e molto trasparente. Nell'altra aveva una maglia di cotone
leggero con collo alla coreana, che scendeva in un vertiginoso scollo a V.
Era senza maniche e di un turchese intenso. "Non crederai che io mi infili quei cosi!" disse con il tono
più gelido del suo repertorio, cercando di far desistere all'istante il suo
ragazzo dall'intento di vestirlo come uno scemo. Hanamichi lo guardò di sottecchi, con occhi severi e maligni. "Eh, eh, eh mio caro Kaede, certo che te li metterai!"
ammiccò saltando praticamente addosso al suo ragazzo e costringendolo a
infilare la maglietta "starai benissimo! Dai infila anche questi…" A causa di tutto quel movimento l'asciugamano che avvolgeva la vita
del volpino cadde a terra, sotto gli occhi di un ormai pietrificato Sakuragi.
Tutta l'espansività di un attimo prima evaporò e il rossino gettò
addosso al ragazzo i pantaloni dandogli velocemente le spalle. "Che aspetti a vestirti?! Ti staranno b-bene...s-su
muoviti!" "Do'aho" il tono di Rukawa era dolce e divertito. Il
disarmante imbarazzo che coglieva il suo ragazzo in ogni situazione equivoca
era pari solo alla sua cocciutaggine! "Ho i boxer sotto…" gli comunicò poi afferrandogli le spalle
per farlo voltare. Hanamichi si sentì sprofondare per l’imbarazzo. "Sono... uno scemo..." Disse con un filo di voce
abbracciando stretto il ragazzo. Rukawa era sempre e, probabilmente, sempre sarebbe stato un'algida
kitsune… ma non davanti a chi contava per lui... non di fronte al suo
ragazzo. Come poteva resistere a quel viso triste ed imbarazzato, a quegli
occhioni colmi di timore per la sua reazione? Decise allora di fare un
sacrificio per l'amore che provava nei confronti di quella testa calda e
mettere da parte, almeno per quella sera, una parte dei suoi preconcetti.
Oddio, non che se qualcuno avesse fissato insistentemente il suo Do'aho lui
sarebbe rimasto lì a guardare, ma lo avrebbe quanto meno accontentato circa
quei ridicoli vestiti. "Hana, è vero che sei un do'aho, ma c'è sempre tempo per
rimediare." disse con tono ironico scostandosi leggermente dal ragazzo
per osservarlo in viso. Non poté trattenersi dal scoccargli un dolce e
rincuorante bacio a fior di labbra. "Hn, che dici, è meglio che indossi degli slip bianchi sotto quei
pantaloni?" gli chiese poi accennando un sorriso. Quel bacio ebbe il potere di scaricare quasi tutta la tensione che il
rossino aveva accumulato in quegli istanti, dalla rabbia all'imbarazzo. Era
incredibile come Kaede fosse in grado di farlo tornare in sé. Ne era capace
sin dai loro primi incontri... anche se allora lo faceva prendendolo a botte!
"Sì... è meglio..." rispose finalmente con un sorriso
"non vorrei che il contrasto scuro attirasse troppa attenzione sul tuo
fondoschiena..." azzardò strizzandogli un occhio. In fondo, anche se lo dava a vedere decisamente meno del suo volpino,
anche lui era perdutamente geloso del suo ragazzo. Kaede, rassegnato, prese dunque a vestirsi sotto gli occhi compiaciuti
del rosso. Cercò di trattenere un moto di fastidio quando, allacciando
l'ultima stringa, si accorse di quanto effettivamente stretti fossero quei
dannatissimi pantaloni... e quanto fossero trasparenti! Maledetto lino! Si infilò poi a fatica la maglia, cercando di farla scivolare oltre le
spalle. Priva di cerniere e stretta com'era, era stata un'impresa davvero
ardua non restarci incastrato! La maglia, infatti, gli aderiva perfetta al
busto, lasciando con suo sommo disgusto buona parte del petto scoperta.
Nemmeno sfruttando gli unici due bottoni presenti, più per bellezza che per
utilità era evidente, riusciva a coprirsi in maniera per lui accettabile. Girandosi poi di spalle davanti allo specchio, restò completamente di
sale. Un Dragone bianco dal lucente occhio blu copriva interamente la sua
schiena! Se possibile Kaede sbiancò ancora più di prima. Cercò con lo sguardo
il suo ragazzo, sperando di indurlo a compassione e permettergli di
cambiarsi. Ma l'unica cosa che ottenne dal rosso fu un sorriso di
approvazione e la proposta di aiutarlo ad aggiustarsi i capelli. "I miei capelli vanno benissimo così come sono." lo stroncò
subito ritornando a guardarsi allo specchio. Sua madre gliel'avrebbe pagata!
Perchè era sicuro, nessun altro a parte lei avrebbe potuto comprare certi
stracci e infilarli impunemente nel suo bagaglio. Hanamichi era in estasi. Rukawa era davvero bellissimo vestito in quel
modo. Tremendamente luminoso... e sensuale. Era perfetto. L'aveva sempre visto in abiti sportivi e ora, con indosso quegli
indumenti da sera, lo trovava dannatamente affascinante. "Non fare storie, adesso li sistemiamo un po' così andiamo. Il
taxi non tarderà..." Sorrise il rosso non vedendo l'ora di uscire. Kaede lo assecondò non troppo convinto. In bagno Sakuragi mise le mani sotto l'acqua e le scosse, per poi
prendere una noce piccolissima di gel e cominciare a massaggiare la testa del
suo ragazzo con attenzione. In pochi minuti finì la sua opera. "Allora, kitsune? Che ne dici delle doti da parrucchiere del
tensai?" domandò gonfio d'orgoglio, soddisfatto del suo lavoro. Ma prima che il volpino potesse rispondergli e guardarsi allo specchio
il ragazzo ci ripensò e lo bloccò. "Uhm, aspetta!!" Disse tutto agitato. Aveva notato un pacchettino chiuso di forcine fra la roba del bagno
fornita dall'albergo… In pochi secondi si riappropriò dei capelli di Kaede che era sull'orlo
di una crisi di nervi. "Ecco fatto! ti piace?" domandò infine. Hanamichi aveva armeggiato su di lui per quasi un quarto d'ora,
assumendo mille espressioni diverse tra il compiaciuto ed il convinto che non
l'avevano per nulla rassicurato. Si voltò lentamente verso lo specchio per
rimirare l'opera del rosso, con la strana sensazione di avere qualcosa di
insolito sulla testa e che invece, qualcos'altro, mancasse all’appello… senza
riuscire però ad afferrare cosa. Quando rimirò la sua immagine riflessa allo specchio per la seconda
volta, nel giro di pochi minuti, sbiancò di due tonalità rispetto al suo
solito colorito niveo. Il Do'aho aveva preso la sua frangetta, ecco cosa mancava! E parte dei
capelli sui lati e li aveva spostati indietro, fissandoli con gel e piccole
trappole nere. Le ciocche così domate formavano una specie di coroncina sulla
sua testa le cui punte curvavano verso il basso in mille direzioni diverse.
Il suo viso era completamente scoperto e per quello, molto più che per quegli
assurdi vestiti che indossava, Kaede si sentì scioccamente vulnerabile ed esposto. "Do'aho!" sibilò in direzione del suo ragazzo facendo il
gesto di portarsi una mano alla testa per disfare la tanto -meravigliosa
opera del tensai-. "Ma cosa fai baka!!!" Gridò il rossino bloccandogli in tempo
la mano "sei impazzito? Ci ho messo tanto sudore e fatica e tu vuoi
distruggere il mio splendido lavoro?" Hanamichi lo guardò negli occhi offeso per poi fissarlo attentamente. "Stai proprio bene! Sì sì, credimi!" esclamò soddisfatto.
Improvvisamente però la sua attenzione venne attirata dalle lancette
dell’orologio. "E’ tardissimo!! Il taxi sarà già di sotto!! Forza
Kitsune, poche lamentele! Andiamo!!" Era felicissimo e davvero eccitato per quella serata. Prese la mano di
Rukawa e praticamente lo trascinò fuori dalla stanza; non vedeva l'ora di
passare quella serata romantica col suo bellissimo ragazzo. Kaede non ebbe il tempo di replicare, o di fare qualche cosa per
rimettere a posto i suoi capelli, perchè il rosso lo afferrò per un braccio
trascinandolo fuori dalla stanza e giù nella hall. Si infilarono nel taxi,
che li stava aspettando proprio davanti all'entrata dell'albergo, e diedero
all'autista il biglietto con il nome e l'indirizzo del locale che il ragazzo della
reception aveva scritto per loro. Il tassista sembrò sussultare un attimo,
per poi girarsi ad osservare meglio quella coppia di ragazzi che si erano
accomodati nei sedili posteriori. Con una scrollata di spalle tornò a
guardare davanti a sé mettendo in moto e partendo alla volta di quella meta
agognata Il taxi li aveva lasciati sulla strada del lungo mare di quel paesino.
L'autista gli aveva fatto segno con la mano di proseguire andando avanti,
facendogli intendere che per raggiungere quel locale avrebbero dovuto
percorrere un tratto a piedi. Uscendo dall'abitacolo i due ragazzi avevano visto un mucchio di
folla, mentre diversi locali arricchivano di luci quel tratto di strada:
sembrava di essere finiti nel Paese dei Balocchi. Rukawa e Hanamichi, fianco a fianco, presero a camminare nella
direzione indicatagli, puntando
attenti gli occhi sulle insegne dei locali che incontravano per
cercare la loro meta. Rukawa si sarebbe fermato anche prima ad un pub qualsiasi,
tanto per lui uno valeva l'altro, ma il rosso era irremovibile; il signor
Principe gli aveva indicato il Mamamia e loro lì si sarebbero recati! Giunti ad un certo punto dovettero rallentare forzatamente il passo,
poiché la folla sembrava nettamente addensarsi ed aumentare di numero. Gruppi
più o meno folti di ragazzi e ragazze erano sparsi qui e là sulla strada,
tutti vestiti da grande festa. Forse erano arrivati. Voltandosi sulla destra una grande insegna al neon gli diede il suo
benvenuto: MAMAMIA. Le luci azzurre delle lampade al neon si mescolavano con quelle rosse
e dorate dei riflettori posti sui lati di un enorme balcone in legno,
sporgente sul fianco di un'ampia veranda. In alto due enormi volatili in
legno, simili a delle fenici, sovrastavano la terrazza e sembravano vegliare
l'enorme folla sotto di loro. La musica era altissima; canzoni delle più
acclamate pop star occidentali rimbombavano nell'aria, mescolandosi alle voci
dei ragazzi intenti già a ballare vicino la porta d'entrata. Hanamichi si guardava intorno stupito… c'era un po' di confusione: non
era proprio il locale romantico che si aspettava! Dentro di sé sperava solo
che Kaede non l'avrebbe costretto a tornare indietro a causa di tutto quel
baccano. Improvvisamente, notando di fianco a lui una coppia baciarsi
appassionatamente e in maniera non troppo casta, fu assalito da un lieve
imbarazzo. "Accidenti Kitsune, questi occidentali sono proprio
disinibiti!" Esclamò il rosso rivolgendosi al suo ragazzo. "Hn." Rispose Kaede, sorpreso anche lui di quanto espansivi potessero dimostrarsi gli
stranieri. Il primissimo impulso del moro, data la folla a dir poco sfiancante,
era stato quello di darsela a gambe. Non avrebbe assolutamente importato cosa il Do'aho avrebbe obbiettato!
Ma ora, scorgendo quanto "calda" potesse essere la gioventù
locale, Kaede si disse che forse poteva essere interessante restare... a
patto che nessuno si avvicinasse a meno di due metri dal suo ragazzo! "Io non ballo." Si sentì comunque di specificare con
Hanamichi, non si poteva mai sapere cosa frullasse nella testa di quel matto.
Il rossino lo guardò di sottecchi, nascondendo un lieve sorrisino
ironico. Si aspettava che il suo ragazzo cominciasse a dire cose simili. "Ah, va bè, non preoccuparti. Vorrà dire che ballerò io, da solo!"
Esclamò fingendosi offeso. 'Non ti preoccupare, controllerò personalmente che tu balli da solo!' Pensò il moretto, rispondendo
solo con un'occhiata decisa al suo ragazzo, dirigendosi quindi all'entrata
del locale con l'intento di trovare un posto il più tranquillo possibile in
mezzo a quel caos. Improvvisamente, però, Hanamichi lo prese per mano. 'Con tutta questa gente non ci faranno caso...' Pensò fra sé il rossino, per nulla preoccupato. L'aveva tanto desiderata quella serata con il suo volpino e, anche se
il locale era una sorta di discoteca e non il pub tranquillo e romantico che
si era aspettato, non importava… l'avrebbe resa comunque speciale, in un modo
o nell'altro! Parola di tensai! All'entrata, fatta di alte vetrate trasparenti, un enorme buttafuori
dall'aria minacciosa li squadrò lentamente, guardandoli entrambi negli occhi.
Hanamichi nel venire osservato in quel modo inquisitorio si stava irritando,
se non li faceva entrare subito... "Prego..." Disse poi l'uomo sorridendo e facendosi da parte
per farli passare. I ragazzi un poco perplessi avanzarono. Pochi passi e un'ondata di luci e suoni fece vibrare i loro corpi. "Ah! Visto Kitsune? L'ha capito subito che siamo dei bravi
ragazzi!" Esclamò Sakuragi, alzando un po' la voce per la musica troppo
forte. Sorrise così al suo volpino. Quando Hanamichi l'aveva preso per mano era rimasto molto sorpreso. Di
solito evitavano pubblicamente atteggiamenti intimi; non tanto perchè in Giappone la cosa non fosse
ben vista, ma in quanto essendo due ragazzi non volevano attirarsi occhiate
di disprezzo o di condanna, giusto per il quieto vivere. Ora però, pensava
Kaede, trascinati dall'atmosfera giocosa che li aveva accolti da subito,
Sakuragi si era lasciato andare e, se lo faceva il rosso, poteva farlo anche
lui! Così, con la mano ancora intrecciata a quella dell’altro, Rukawa
cominciò a guardarsi intorno. La musica all'interno del locale era, se possibile, anche più forte di
quella all'esterno. C'era ancora un discreto spazio per potersi muovere e
camminare, ma la pista si stava lentamente riempiendo. Una lunga coda di
gente aspettava il suo turno al bancone del bar sulla destra, mentre altri
ragazzi tentavano di salire una scala sulla sinistra, probabilmente per
andare sulla terrazza che aveva intravisto dall'esterno. Improvvisamente la calura di tutti quei corpi ammassati gli fece
venire sete e, trascinandosi dietro il suo ragazzo, il moro si diresse vicino
al bancone del bar per prendere qualcosa da bere. Hanamichi sorrise stupito: se voleva bere e non andarsene, forse Kaede
aveva abbandonato i suoi piani di fuga. "Per me una coca!" Disse al compagno quando arrivò il loro
turno, mentre lo guardava fare l'ordinazione in un inglese perfetto. Quanto era bello quella sera il suo ragazzo. Non poteva fare a meno di guardarlo ma... non era l'unico!
Un tipo sulla trentina, poggiato al bancone, lanciò un'occhiata a Kaede
accompagnandola con un sorriso ironico. "Pago io, per i ragazzi..." Disse il tipo alla cameriera. Sakuragi inizialmente non capì le sue parole, ma lo vide poi pagare
per loro. "Sono cordiali qui in Italia!" Esclamò in direzione di
Rukawa, cercando di masticare un 'Grazie'. La volpe invece si irritò. Cosa diavolo voleva quel bell'imbusto da loro? Si era offerto di
pagare le consumazioni e il Do'aho, come al solito, al posto di scacciare i
malintenzionati gli aveva pure sorriso e detto grazie! Dal canto suo Kaede aveva solo afferrato il bicchiere di plastica che
gli era stato porto e aveva fatto un cenno con la testa a quel perfetto
sconosciuto. "Hey, non mordo mica.", aveva aggiunto "Siete qui
insieme?" Cosa diamine voleva questo qui?! "Hn, sì. Perchè ti interessa?" Aveva replicato Rukawa. Dalla risposta dell'altro poteva decidere se lasciarlo o meno in vita.
“Bè, mi chiedevo se ti andava di ballare con me!" Aveva risposto
il tipo con un largo sorriso. "Mi piacciono quelli con gli occhi a
mandarla" Concluse con fare compiacente. Eh? Quel tizio chiedeva a lui se poteva ballare? Così, apertamente?
Non gli importava che tutti li vedessero... Rukawa inconsciamente, si girò verso il proprio ragazzo, ben sapendo
che forse non aveva colto tutto circa la conversazione avuta con quello
sconosciuto (Hanamichi non era molto forte in inglese), ma cercando comunque
una conferma di quanto sentito nei suoi occhi. In quel momento nemmeno lo
sfiorava il fatto in sé di essere stato invitato da un altro a ballare. Tutta la sua attenzione era incentrata sul fatto che gli avesse
chiesto una cosa del genere… a lui, un ragazzo! Hanamichi era perplesso. Vedeva il tipo scambiarsi parole incomprensibili con Kaede; lui non ci
capiva nulla, parlavano troppo veloce! Ma una cosa non gli sfuggì: gli occhi con cui quell'uomo stava
guardando il suo ragazzo! Gli sembravano due calamite bramose. "...dance
with me..." Si sforzò di mettere in gioco tutte le sue conoscenze di tensai per
focalizzare quelle poche parole pronunciate dal tipo, ma il suo corpo reagì
prima della sua testa, afferrandolo per il collo e dandogli una sonora
testata che lo fece stramazzare al suolo. "Kaede è mio, brutto bavoso! Prova a riavvicinarti e ti do il
resto!" Il rossino era davvero irritato. "Spostiamoci, baka
Kitsune! Tsè, questi italiani non hanno contegno!" Esclamò furioso. Prese per il braccio il
ragazzo e con un secco "Andiamo di là" diede le spalle al bancone. Tutto era successo davvero in un attimo. Un secondo prima quel tizio
gli sorrideva melenso lasciandolo perplesso circa quell'assurdo invito e un
secondo dopo Sakuragi era scattato lasciando steso a terra il malcapitato,
dopo una sua poderosa testata! Solitamente era lui ad essere geloso; gli
faceva ribollire il sangue nelle vene vedere qualcuno che rimirava il suo
ragazzo più del dovuto o che, addirittura, tentava di avvicinarlo non
curandosi del grave pericolo che correva compiendo quel gesto! Vedere palese la gelosia di Hanamichi l'aveva all'inizio perplesso e
poi divertito, riuscendo quasi a farlo sorridere. Maledetta acconciatura! Se
avesse avuto la sua amata frangia a coprirgli gli occhi avrebbe meglio
nascosto la soddisfazione che il gesto del suo compagno gli aveva infuso. "Do'aho, così ci sbatteranno fuori!" Aveva solo detto,
cercando di arginare la sua reazione. Ma forse il rosso, con un diavolo per capello, non aveva poi notato
quante emozioni quel suo gesto gli aveva dato. Preso da questi pensieri
Rukawa si lasciò guidare da Hanamichi dall'altra parte della pista da ballo,
incominciando per la prima volta a guardarsi intorno… giusto per farsi
un'idea del posto in cui erano finiti. "Baka Kitsune, anche qui cominci ad avere la tua schiera di
fans!" Aveva borbottato il rossino mentre si facevano spazio fra la
folla, bevendo in un sorso la coca cola offerta dallo sconosciuto. Era
davvero arrabbiato. "Certo che questi italiani non hanno senso del pudore, eh?
Svergognat..." Hana si bloccò di colpo, rischiando che Kaede sbattesse
sulla sua schiena. Cominciò a tossire convulsamente, la bibita gli era andata
di traverso! Riuscì a riprendersi respirando profondamente e alzando gli
occhi per capire se quello che aveva appena visto era solo frutto della sua
immaginazione: due ragazze, appoggiate alla liscia parete poco distante, era
abbandonate in un profondo bacio... e non erano le uniche! Il rossino si
guardò intorno: c'erano diverse coppie di ragazze che ballavano fra loro,
avvicinando bacini, avvinghiando mani... e labbra! Sakuragi arrossì di colpo.
"Ru? Ma, ma... siamo finiti in un locale per lesbiche?"
Chiese balbettando. Rukawa non riuscì a replicare. In effetti lo spettacolo lo aveva
sorpreso come e se non più del suo ragazzo. Come aveva fatto a non notare che
le coppie presenti fossero praticamente tutte composte da donne e.... donne!
Ma dove cavolo erano finiti? "Sei sicuro che il locale che ci hanno indicato sia
questo...", stava chiedendo perplesso al suo ragazzo quando una
inconfondibile palpatina aveva raggiunto il suo fondo schiena. "Chi è stato!" Disse ringhiando e girandosi di scatto,
pronto a mangiarsi in un solo boccone la malcapitata perchè, era certo dato
quanto visto fino a quel momento, che il colpevole non potesse che essere una
donna. Nuovo stupore lo bloccò quando, al posto della solita sbavante
fanciulla che si aspettava di vedere, incrociò lo sguardo di un ragazzetto.
Era un po' più basso di lui e dal sorriso furbetto e, facendogli un
occhiolino malizioso, lo superò. Kaede seguì con lo sguardo il ragazzo che
saliva lento le scale, cercando di esprimere minaccia ma riuscendo a
comunicare solo stupore, accorgendosi così che, proprio sui primi gradini,
una coppia diversa da quelle precedenti si stava baciando in maniera
decisamente passionale. Due uomini, uno sulla trentina e uno più giovane, davano spettacolo
della loro capacità di apnea all'aria aperta. "Che hai Kae? Perchè stavi seguendo con lo sguardo quel..."
Le parole gli morirono in gola, non appena i suoi occhi si soffermarono sulla
scala, imprimendo in essi l'immagine della coppia che con molto ardore si
baciava muovendosi al ritmo della musica. I loro corpi si intrecciavano, i loro bacini si sfioravano, le mani
vagavano l'una sul petto dell'altro. Poi il ragazzino più giovane afferrò
aggressivamente le natiche del suo compagno e fece per sollevarlo,
abbassandosi nello stesso istante verso di lui, facendo sfregare i loro bassi
ventri con irruenza e sensualità, mentre l'altro gli... gli... gli passava la
lingua sul collo! Hanamichi era rimasto a bocca aperta, sconvolto, perplesso e
...incredulo. "Ki-Kitsune? Vedi anche tu quello che vedo io?" Chiese
tremolante e molto, molto sorpreso. "Hn." Sta volta il moretto non solo non voleva sprecare
parole, ma nemmeno sapeva bene quali usare! Accompagnò la sua solita risposta con un evidente cenno della testa e
gli occhi spalancati rivolti alla coppia, che stava dando davvero un
interessante spettacolo. In qualche modo trovò la forza di far vagare il suo
sguardo oltre quei due per accorgersi, in fine, che non erano i soli uomini
avvinghiati. La pista si era infatti riempita di coppie che ballavano al
ritmo scatenato della musica dance e che cercavano in ogni modo di far
flirtare i propri corpi con strusciate e carezze innocenti. Uomini con uomini e donne con donne. Erano evidentemente finiti in un locale gay. "Ho bisogno di aria" sentenziò Kaede prendendo per mano
Hanamichi, trascinandolo sulle scale che il palpatore misterioso di prima
aveva percorso. Si trovarono così sulla terrazza del locale. Un po' ovunque bassi cubi
di plastica colorata o alti sgabelli offrivano punti di appoggio per coloro
che si volevano accomodare. Più a destra si trovava una ringhiera da dove si
poteva dominare tutta l'entrata del locale e ammirare il mare poco più
avanti, nascosto dal buio della sera. Intorno a loro c'erano diverse persone; alcune ballavano, altre erano
sedute, ma comunque erano meno che nella sala sottostante, ed inoltre lassù
l'aria era sicuramente più respirabile. Rukawa si diresse alla ringhiera, notando come in poco tempo lo
spiazzo davanti all'entrata del locale si fosse riempito di una fitta folla,
che aveva iniziato a ballare seguendo la musica che alcune grosse casse
riproducevano all'esterno. Il bar della terrazza, sulla destra, era preso
d'assalto e altri divanetti posti subito a fianco a questo erano occupati da
gruppi di persone. Perso in questa contemplazione l'attenzione di Kaede venne richiamata
da una voce, possente ma melodiosa, che stava urlando qualcosa in italiano in
un microfono. Si voltò quindi alla sua destra, scorgendo quello che era
sicuramente un uomo vestito e truccato di tutto punto. Il rossino era ancora scioccato. Senza proferire parola aveva seguito Kaede su per quelle scale e nel
tunnel che li portava al piano di sopra, per un attimo nella sua testa si
erano concentrati mille pensieri confusi. Finalmente l'aveva capito in che
genere di locale si trovavano! Quando sbucarono sulla terrazza provò un enorme senso di sollievo nel
sentire l'aria fresca accarezzargli il viso e scendere nei suoi polmoni,
liberandoli da un insolito senso di soffocamento. Si era guardato intorno, iniziando quasi a rilassarsi. Perchè in fondo tutti i presenti erano sorridenti, festosi, naturali.
Hanamichi cominciava...a sentirsi a suo agio? Non lo sapeva, però l'idea di
non doversi nascondere, di poter mostrare alla luce il suo rapporto con
Kaede, lo stava piacevolmente solleticando. Forse non era poi stato un male
recarsi là. "Che guardi, Ru?..." Hanamichi si voltò, notando la Drag
Queen che parlava al microfono. Una pomposa parrucca bionda lasciava che i riccioli le cadessero sul
viso, illuminato da labbra rosse scarlatte. Il rossino la guardò per bene..
“Mi sembra di averla già vista da qualche parte... Kitsune? Ma l'abbiamo già
incontrata…quella...quello...?” Era imbarazzatissimo, non sapeva come
rivolgersi! "Non saprei." rispose Kaede perplesso, perché anche a lui
quello della Drag Queen sembrava un volto conosciuto; ma tutto quel trucco e
la parrucca gli impedivano di intuire i lineamenti nascosti sotto. "Benvenuti al Mamamia!", incominciò l'oggetto del loro
interesse, "in questa calda serata estiva, dove le stelle brillano alte
nel cielo, noi cerchiamo altre due stelle, capaci di farci vibrare forte i
nostri cuori.....e non solo!" L'aria maliziosa che dava al tono del suo discorso e i gesti plateali
che accompagnavano le sue parole catturarono l'attenzione di tutti i
presenti. In effetti quel lato della terrazza, non aperto al pubblico ma dedicato
solo agli addetti ai lavori, costituiva una sorta di palco, ben visibile da
ogni punto. "Questa sera infatti, come saprete sicuramente, si svolgerà la
famosa gara 'Mamamia', ormai un appuntamento che ogni anno si attende
impazienti!" Continuava la Drag Queen. La folla eccitata rispondeva in coro "Lady Princess… Lady
Princess", incoraggiando la "matrona" a proseguire il suo
discorso. Kaede non aveva chiaramente capito una sola parola di quanto detto,
dell'italiano aveva imparato solo parole fondamentali come "sonno, fame,
basket", anche se l'ultima non era propriamente italiana; quindi l'unica
cosa che riuscì a registrare fu il nome della padrona di casa: Lady Princess.
Altre frasi dal significato ignoto andarono ad aggiungersi a quelle precedenti,
per poi concludersi coinvolgendo il pubblico in urla ancora più eccitate e
applausi di consenso. Finito il piccolo show la musica tornò prepotente a sovrastare ogni
suono e varie coppie iniziarono a ballare avvinghiate e sensuali. La matrona con passo regale si mescolò alla folla, sfiorando al suo
passaggio corpi, mani, bacini, avvicinandosi sempre di più ai due ragazzi
giapponesi, finché non fu proprio davanti a loro. Hanamichi si irrigidì, non
aveva mai visto una Drag Queen e la cosa lo metteva un poco a disagio. "Divertitevi, ragazzi..." Sussurrò ai due, in inglese,
passando il dito medio sotto il mento di entrambi. Sakuragi e Rukawa erano paralizzati dallo stupore. Non ci stavano
capendo davvero nulla. Il rossino si guardò poi intorno. Coppie di ragazzi e coppie di
ragazze ballavano, alcuni anche in gruppo. Pensando che fosse meglio sedersi
un attimo, lanciò uno sguardo bramoso ai cubi colorati: erano tutti occupati!
Certo non potevano stare tutto il tempo in piedi a fare le belle statuine! 'Qui urge che il tensai trovi una soluzione!' pensò fra sé il ragazzo. Ed intanto osservava quei corpi che provocanti oscillavano sotto la
sua vista, i respiri affannati che danzavano con essi. Sentì un brivido
accarezzare la sua schiena e bruciare improvviso e fulmineo la sua pelle.
Lentamente le sue dita cominciarono a battere sulle gambe, i piedi a seguire
il ritmo della musica. "Balliamo!" Esclamò all'improvviso afferrando Rukawa e
spingendosi insieme a lui dentro quella folla. "Do'aho, te ne sei scordato? Io non ballo!", aveva replicato
Kaede. Ma il rosso sembrava non sentirlo. Raggiunse il centro della terrazza
e cominciò a muoversi in mezzo ad altri corpi, al loro stesso ritmo. Rukawa restò lì, fermo sui piedi. Si osservava intorno, incuriosito da
tanta audacia sia da parte degli uomini che delle donne; tutti sembravano
aver eletto il ballo loro unica ragione di vita. "Ho bisogno di qualcos'altro da bere Hana." Ma il rosso non
accennava assolutamente a seguirlo anzi, sembrava non averlo nemmeno sentito
preso com'era dalla musica. "Hn, aspettami qui e vedi di fare il bravo." gli sibilò poi
allontanandosi, per raggiungere il bar della terrazza.
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