Disclaimers: I personaggi di questa storia non sono nostri, bensì del maestro Inoue!
Questa fanfiction è il frutto di un intenso lavoro portato avanti da due ragazze un poco matte, Seika e Releuse, che un famoso giorno di aprile sono andate al Mamamia (locale gay and friendly), e, mentre scrutavano intorno le loro fonti di ispirazione(*ç*), hanno avuto la brillante idea di farci una bella storia..
Dopo un week end passato tra un "dai scriviamo una fiction" e "allora sta fiction sul Mamamia" finalmente le due si sono decise e hanno passato il successivo mese e mezzo a portare avanti il loro progetto. Per elaborare la trama c'è voluto davvero poco, una PWP era davvero l'ideale... quindi si trattava di decidere giusto il contorno. Quello che era necessario scegliere, invece, era come suddividersi la stesura e come portarla avanti... Releuse ha suggerito di utilizzare msn, cioè di scrivere l'intera fiction in diretta attraverso quel programma. Per farlo, però, era necessario non dividersi la scrittura per capitoli ma portarla avanti gestendo ognuna un personaggio. Così a lei è capitato Hanamichi mentre a me, Seika, Kaede.
Assegnati i personaggi, abbiamo steso a grandi linee la trama, per ideare quella che in origine doveva essere una bella e sana oneshot PWP...e che ora è diventata una ff di ben 70 pagine! Bè, i personaggi ci sono sfuggiti di mano, come ben sapete sia Kaede che Hanamichi sono due teste calde che vogliono fare entrambi i protagonisti, e quindi non hanno sopportato l'idea di apparire solo per brevi pagine, costringendoci (con grande piacereXD) a dilungare la storia! Fra notti inoltrate e pomeriggi intensi incollate su msns, fra una battuta e l'altra, fra il programma e la linea che ci davano filo da torcere, finalmente siamo riuscite a concludere questa pazza storia, che ci auguriamo possa piacervi e divertirvi almeno quanto lo è stato per noi. Scrivere una PWP è davvero impegnativo, noi ce l'abbiamo messa tutta e credo che si possa capire leggendo Quindi non ci dilunghiamo oltre e vi lasciamo al resto. Buona lettura!
Seika e Releuse.
Essendo una storia scritta "a soggetto" i POW cambiano in continuazione, alternando pezzi scritti con gli occhi di Hanamichi (Releuse), a quelli visti con gli occhi di Kaede (Seika). Il tutto però non è caotico, garantiamo.... parola di Tensai!
Seika: Caro lettore ( XD ),
nel decidere di scrivere questa fic, è stato naturale per me e Releuse suddividerla non per capitoli o situazioni, ma per personaggi. All’inizio sia io che lei volevamo gestire Hanamichi. La mia motivazione era che è lui il mio personaggio preferito, quindi ci tenevo a farlo agire! Poi Releuse mi ha giustamente fatto notare come lei, essendo una HanaRu fan, avrebbe reso Rukawa troppo uke e quindi, probabilmente era meglio se lo gestivo io il volpino, rendendolo più seme (per chi ancora non lo sa io sono una RuHana fan). Insomma, ognuna con il personaggio che reputava l’attivo della coppia, cosa che avrebbe dato come risultato due volontà predominanti contrapposte…un po’ come nella storia originale insomma!
Dopo un iniziale reciproco silenzio, io e la volpe abbiamo cominciato a comunicare (per mugugni s’intende) fino ad arrivare, mano a mano che la fic proseguiva, ad una buona sintonia. Ci siamo ritrovati d’accordo e contenti su come sottomettere il rosso al nostro volere, in tutti i sensi!
E’ stato divertente calarmi nei panni di Kaede, pensare a come lui avrebbe reagito in una situazione piuttosto che in un’altra! Non essere sicura di cosa Hanamichi, invece, avrebbe risposto o di come avrebbe reagito, regalandomi poi di conseguenza… insomma, come nella vita reale!
Un mese e mezzo per scrivere tutte queste pagine, ora che si è finito, mi sembra un periodo ragionevole… ma ripensandoci, mi rendo conto di quanto impegno e tempo ci si è investito!
Spero quindi che lo sforzo e l’amore che sia io che Releuse abbiamo messo in questa storia si leggano e arrivino a chiunque abbia voglia di arrivare fino in fondo alla lettura.
Io mi sono divertita come detto, è stata un’esperienza fantastica scrivere a quattro mani e soprattutto scrivere qui le mie prime lemon! Ci ho messo molta passione e… molte idee! Mi auguro di avere altre idee da raccontare quando mi toccherà scriverne altre, non annoiando con le solite scene!
Un baciotto a tutti!
Releuse: Finalmente abbiamo concluso questa fanfiction*_* ! Sono veramente orgogliosa e soddisfatta! Mi sono divertita tantissimo a scrivere questa storia, è stato un periodo di lavoro intenso, con notti brave fino ad ora tarda, ma ne è davvero valsa, valsissima la penaXD. E poi l'idea di impersonare Sakuragi mi elettrizzava! Finalmente nei panni del mio rossino preferito! Devo dire che a tratti non è stato semplicissimo impersonare Hanamichi. Fare reagire il personaggio alle situazioni e alle frasi o battute di Kaede, che erano sconosciute fino al momento, mi ha portata a dovermi davvero immedesimare nell'immediato con il rossino, con la sua testa calda, con la sua impulsività e anche con la sua ingenuità. Poi, dato che sono comunque una HanaRu convinta, ho 'usato' Hana come lo vedo io, nella sua passionalità, nel suo modo di vivere la coppia...e devo dire che sono davvero soddisfatta della piega che ha preso la storia e di come si è evoluto il rapporto fra lui e Kaede. E mi auguro lo siate anche voi! Che dire? Scrivere una fanfiction a quattro mani è divertente ed emozionante, ma anche molto impegnativo, e sono davvero felice di averlo fatto con una persona come Seika, una 'collega ' attenta e professionale ^_-, nonchè un'amica preziosa, con la quale mi trovo in sintonia, cosa che se fosse mancata, credo proprio avrebbe fatto crollare la storia dalle prime righe! Bene, sperando che il frutto di questo lavoro vi possa piacere e divertire, non posso che auguravi Buona Lettura!
Mamamia parte I di Releuse e Seika
Aprile. Un altro anno scolastico si era ormai concluso all'Istituto Shohoku e, per gli studenti del terzo anno, l'Università era alle porte. Come passava il tempo! Sotto un sole tiepido accompagnato dai primi fiori di ciliegio della stagione, per l'ultima volta i diplomanti varcavano quel cancello. La cerimonia per la consegna dei diplomi era stata lenta, lunga e noiosa, ma almeno decretava finalmente la fine di quel periodo. Sì, perchè negli ultimi mesi per i più diligenti, ma solo nelle ultime settimane per i fedelissimi de "l'ultimo minuto", gli esami di ammissione all'Università avevano occupato ogni momento della giornata. I club erano stati sospesi, il tempo libero assolutamente dimezzato e tutti, volenti o nolenti, si erano dovuti adeguare a questo inevitabile destino. La scuola sembrava ormai svuotarsi. Le voci degli studenti dei primi anni si volatilizzavano insieme ai ricordi che portavano con sé.
Come quelli del club di basket. Una squadra che fino a tre anni prima sembrava non avere alcuna speranza ma che, nel giro di poco, aveva saputo farsi valere grazie a nuove leve promettenti, che si erano distinte anche per i successivi anni, portando la squadra per ben tre volte al Campionato Nazionale e vincendone in fine uno. Ora però la palestra sarebbe rimasta vuota, almeno fino all'inizio del nuovo anno scolastico, quando altri studenti avrebbero occupato quel suolo sacro per realizzarci un sogno.
Hanamichi Sakuragi e Kaede Rukawa erano lì. Insieme ed in silenzio. Rimiravano quel luogo che li aveva fatti incontrare, crescere. Sognare. Innamorare. Innamorare, già. Erano passati pochissimi mesi da quando i due assi dello Shohoku avevano scoperto di provare “qualcosa” l'uno per l'altro, precisamente dalla fine dell'ultimo Campionato Nazionale. L'ultimo, quello vinto da loro.
In realtà non è corretto parlare di “scoprire”, in fondo entrambi sapevano da tempo di provare dei sentimenti l'uno per l'altro. Il passo in più era stato dichiararsi, esternare il proprio interesse, di cui comunque non ignoravano certo l'esistenza.
In occasione del Capodanno il club aveva deciso di organizzare una piccola festa. Ultima occasione per i ragazzi di stare insieme dato che poi le attività, almeno per gli studenti del terzo anno, sarebbero state sospese per via degli esami. Hanamichi, da gran casinista qual era, aveva ovviamente deciso di partecipare e Kaede, in qualità di capitano, non poteva certo rifiutarsi. Così si erano ritrovati forse per la prima volta in tre anni, volpe e scimmia, ad un'occasione informale insieme. Il rosso dal canto suo voleva cogliere quell'occasione unica per cercare di farsi avanti con la Kitsune surgelata, sperando di coglierlo in un momento buono date le feste, mentre Rukawa era semplicemente contento di poter trascorrere il proprio compleanno con il Do'aho, che da tempo ormai occupava tutti i suoi sogni, casti o meno.
Si erano comportati come al loro solito quella sera. Insulti, botte, Do'aho e baka Kitsune che riecheggiavano nell'aria ogni volta i due si rivolgevano una parola. Ma c'era qualcosa di diverso. Diverso nei loro sguardi, colmi di una luce intensa, colmi di desiderio. Verso la fine della serata, senza sapere come, i due ragazzi si erano ritrovati insieme, poco distanti dagli altri, sotto il cielo stellato di quella notte non troppo gelida. Hanamichi aveva spostato il proprio sguardo sul volpino, all'improvviso ed in silenzio. Finché dalle sue labbra non era uscito un suono, diverso dal solito, un poco... gentile. "Baka, è il tuo compleanno oggi, vero?" Rukawa si era voltato verso il compagno, sorpreso. Aveva notato il suo sguardo cercarlo per tutta la sera e non abbandonarlo, soprattutto in quel momento in cui si erano ritrovati da soli. Anche lui non aveva fatto altro che cercare il Do'aho, provocandolo per averne l'attenzione. Doveva essere una specie di regalo di compleanno a sé stesso… e tutto sommato quella serata non si era tanto discostata dall’esserlo. Ma ora, ora era perfetta. Spiazzato, ma deciso ad approfittarsi dello spunto, Kaede aveva semplicemente annuito, incatenando lo sguardo del rosso con il suo. Magari le sorprese per quella sera non erano ancora finite.
Hanamichi sentì gli occhi di Rukawa renderlo prigioniero. Il cuore aveva cominciato a battere all'impazzata, le mani sudavano e la gola diventava sempre più secca. Lo resse, quello sguardo, e lo ricambiò con la stessa tenacia, con la stessa sensazione di sfida che lo animava sul campo. Eppure c'era qualcosa di diverso, poiché la sua mano iniziava a muoversi quasi inconsapevolmente, fino a poggiarsi sulla guancia di Rukawa. Fredda, per l'aria esterna, ma capace di scatenare un vibrante calore in tutto il suo corpo.
"Buon compleanno." fu tutto ciò che Kaede sentì, prima che le labbra di Hanamichi chiudessero le sue in un timido e casto bacio. La sorpresa della volpe durò solo un brevissimo istante, quanto bastava per tirarsi un pizzicotto sulla gamba e rendersi conto di non stare sognando. Dopo di che decise di prendersi il suo regalo di compleanno. Fece scivolare la mano sinistra dietro la schiena del compagno, risalendo lento dalla base fino a raggiungere le scapole e imprigionare così il rosso in un abbraccio, spingendolo poi più vicino al suo corpo. La mano destra si posò invece dietro la nuca di Hanamichi, dove cominciò un lento massaggio. Ma più le cose andavano avanti e più si rendeva conto che questo non poteva bastare. Voleva scartarlo il suo regalo e goderne a pieno. Ridisegnò con la lingua le labbra di Sakuragi, cercando una sua qualche reazione, non sapendo bene se era quello che doveva fare o meno… era il suo primo bacio in fondo! Quando sentì un mugolio di approvazione da parte di Hanamichi, però, si fece più coraggioso, spingendo con forza la lingua curiosa nella bocca dell'altro.
Una sorta di black out era scattato nella mente del rossino non appena aveva letto negli occhi di Rukawa il suo stesso desiderio. Quasi una sorta di invito, un’incitazione a continuare quel contatto. Allora non aveva più pensato a nulla e si era chinato verso di lui, soffiando un respiro sulle sue labbra, rendendole prigioniere delle proprie. La reazione di Rukawa poi, il suo tentativo di approfondire il loro contatto, lo privò di ogni inibizione. Non appena sentì la lingua del moro accarezzare la sua bocca, percepì un forte desiderio pulsare dentro il suo petto. Cercò quindi quella lingua, avvolgendola con la propria, accarezzandola, succhiandola lentamente, per scoprirne il sapore, godere di quell'umida scia che lo accarezzava.
Kaede sentì Hanamichi rispondere al suo bacio. In due le cose venivano ora più semplici e naturali, non c'era bisogno di essere poi dei grandi esperti! La timidezza iniziale era stata sostituita dalla foga della scoperta di un nuovo modo di dare e ricevere sensazioni, mai prima di quel momento il volpino si era sentito coinvolgere ed annientare da qualcosa. Il basket forse ci si poteva avvicinare, ma su quello sport lui esercitava controllo mentre lì ora, con Hanamichi finalmente fra le sue braccia, sentiva solo le gambe farsi molli ed instabili e una crescente eccitazione e voglia di scoprire farsi largo nel petto. Le lingue ormai duellavano senza sosta, ognuna intenta a dichiarare all'altro tutto l'amore che con le parole forse non sarebbero mai stati capaci di esprimere. Passarono lunghi minuti, anche se per loro solo pochi attimi, prima che si staccarono alla ricerca di aria, di calma, per cercare di ritrovare la capacità di pensare.
Ansante e con le guance accaldate Hanamichi fissava in suo volpino. Poteva sentirlo il sangue che friggeva la sua carne, che pompava con irruenza nelle sue vene. Non si era mai sentito così in preda ad un istinto senza controllo, irrazionale e febbricitante. Mai con nessuna ragazza si era esposto tanto. Solitamente impacciato e balbettante chiedeva loro qualcosa circa il mettersi insieme, ricevendo ogni volta i suoi noti rifiuti. Invece ora, in maniera così decisa e potente… possibile che Rukawa fosse in grado di fargli perdere la testa in quel modo? La cercava la risposta negli occhi dell’altro, anche se con le sue parole tentava di mantenere il controllo di sé.
"Allora baka Kitsune, lo dicevo io che non potevi non ricambiare il tensai!" "Do'aho." Ma non era più un’offesa, era solo il modo “dolce” di rivolgersi al suo compagno.
Kaede alzò una mano, per accarezzare la guancia di Sakuragi imporporata dall'eccitazione. Si spostò poi verso quei capelli rossi, lasciati cortissimi ormai dal primo anno. "Da domani non voglio più vederti correre dietro la Akagi o qualsiasi altra ragazza o ragazzo!" gli disse serio. Con questo intendeva sancire e sigillare quel rapporto appena nato. "Harukina cara! Che ti ha fatto?" Scherzò l’altro, bloccandosi non appena vide lo sguardo di Rukawa fulminarlo in pochi secondi. Hanamichi capì all'istante cosa volesse dire la Kitsune con quelle parole. In fin dei conti anche lui pensava la stessa cosa, anche lui voleva che Kaede Rukawa fosse suo, solo suo. Ammiccò un sorriso, ironico e furbesco allo stesso tempo.
"Ci sto, volpe! Basta che tu mandi al di diavolo una volta per tutte quello stormo di ragazzine urlanti ..." "Do'aho, non sono io che ho passato gli ultimi tre anni con gli occhi a forma di cuore dietro ad una ragazzina!" gli rispose sarcastico il moretto. "Ora solo tu ed io" aveva poi aggiunto con l'intenzione di riappropriarsi delle labbra del rosso che ormai, era ovvio, gli appartenevano di diritto.
La voce dei loro compagni però gli impedì di concludere quanto iniziato. Quei guastafeste, finite le cibarie, avevano deciso di darsi alla contemplazione delle stelle, rompendogli le uova nel paniere… e non solo.
'Solo tu ed io', il suono di quelle parole piaceva ad Hanamichi e, nonostante l'atmosfera interrotta dall'arrivo dei loro compagni, sapeva bene che quello era solo l'inizio, che avrebbero avuto tutto il tempo...per continuare da dove avevano interrotto.
E così i mesi erano passati, portando via con sé l'anno scolastico ormai terminato. Purtroppo però erano stati mesi intensi fra esami, allenamenti e il Campionato Invernale. Cosicché alla fine Sakuragi e Rukawa avevano passato pochissimo tempo da soli, godendosi insieme solo il pranzo in terrazza e qualche breve tratto di strada tornando a casa.
"Do'aho andiamo, non l'abbattono mica questa palestra, possiamo tornarci quando vogliamo." lo invitò gentile il volpino. Hanamichi era legato a quel posto ed anche lui lo era. Ma adesso tutto ciò che desiderava era di uscire da quella palestra, da quella scuola ed affrontare insieme al suo ragazzo quello che il futuro aveva in serbo... partendo dal giro in città che si erano ripromessi di fare quel pomeriggio stesso! "Cosa vuoi fare Do'aho?" sperava solo che il rosso non lo trascinasse in giro per posti troppo affollati o per negozi noiosi.
Hanamichi continuava a contemplare la palestra, luogo di importanti ricordi, perchè il basket comunque lo aveva cambiato. Certo, lui era sempre stato un tensai in quello sport, ma non poteva negare che l'avesse maturato, formato. Inoltre gli aveva permesso di conoscere Kaede. Fece un respiro profondo e decise che era giunto il momento di godersi il pomeriggio col suo volpino. " Io direi di andare a strafogarci in qualche locale, ho una fame! Tu che dici?"
"Per me va bene." Rukawa era ormai abituata allo stomaco senza fondo del rosso. In quei mesi, quando si erano ritrovati per studiare a casa dell'uno o dell'altro, Hanamichi non aveva mai aperto libro se prima non si era circondato da una buona scorta di cibarie e bevande. "Servono per tenere alta la concentrazione del tensai!" diceva. Certo, quei pomeriggi non erano stati molti in effetti. Troppo frustrante per tutti e due stare così vicini, quasi appiccicati, in una stanza da soli. Altro che studiare! Così, dato l'importante obbiettivo di entrare nell'Università N, famosa chiaramente per la squadra di basket, i due avevano saggiamente deciso di limitare quelle comuni sessioni di studio.
Ora che quel periodo era finalmente finito, decise il moretto fra sè, poteva concedere qualche capriccio al suo rossino. Si diresse allora in uno dei locali preferiti dal suo Hana, dove servivano cheeseburger grossi come una palla da basket! Entrando incrociò lo sguardo raggiante di Sakuragi, felice per quell’attenzione, e registrò solo con la coda dell'occhio un grande cartello posto all'esterno del locale, dove si parlava di un viaggio premio o qualcosa di simile.
Hanamichi era contentissimo! Non poteva credere che Rukawa avesse accettato senza indugi la sua proposta, dato che ogni volta non perdeva occasione per fare pungenti commenti sulla sua voracità. Inoltre aveva scelto proprio il suo locale preferito. "E’ proprio la fine del mondo!" Aveva esclamato con un enorme sorriso, mentre varcavano la soglia; finalmente poteva stare un po' tranquillo con il suo volpino. Oltre alla presenza di un gustoso cheeseburger davanti agli occhi, era convinto, non avrebbe potuto desiderare di più... bè, forse qualcosa sì! Ma fu un pensiero improvviso e poco casto, che scacciò all'istante dalla sua mente. Lo sapeva, alla fine il suo rapporto con Rukawa non era mai andato oltre i baci. Che ci poteva fare lui se non avevano mai avuto occasione di approfondire il loro rapporto?!
Appena si sedettero una graziosa cameriera gli si avvicinò, chiedendo cosa volessero. "Per me un cheeseburger con maionese, due porzioni di patatine fritte e una mega coppa gelato con panna e cioccolato! Tu, Kaede?” ordinò il rosso. Rukawa alzò un sopracciglio perplesso, mordendosi la lingua per evitare di criticare quella sobria scelta di cibarie da parte del suo ragazzo. Non si era forse ripromesso di coccolarlo un po’? Sapendo inoltre quanto Hana detestasse mangiare da solo, decise di fargli compagnia. "Una porzione di patatine piccole e una Coca." chiese con scarsa convinzione. La cameriera sparì dietro il bancone per ripresentarsi qualche minuto dopo con le loro ordinazioni. Il rosso si fiondò immediatamente sul panino, alternando un boccone di cheeseburger con una generosa manciata di patatine.
‘Come riesce a non strozzarsi?’ pensava invece Kaede, osservando quella bocca vorace. Gli risultava sensuale anche in quell'occasione, sporca di salse e cibo! Miseria, era davvero arrivato al limite! Il loro rapporto, principalmente a causa degli svariati impegni, non si era molto evoluto sul piano fisico. Certo, dopo la prima volta si erano baciati, spesso e a lungo. Ma le mani non avevano mai scelto vie poco caste per esplorare il corpo dell'altro e mai nessuno dei due aveva dato inizio a qualcosa di più. Non era sicurissimo di cosa pensasse Sakuragi in proposito ma, personalmente, gli sarebbe piaciuto andare un po’ oltre. Solo... solo non sapeva come fare per iniziare. Gli mancava forse un input, un segno, un cenno... nemmeno lui sapeva bene cosa!
Perso nella contemplazione ipnotica di quelle mani che portavano instancabili il cibo alla bocca, Rukawa prese in mano la sua bibita iniziando a sorseggiarla. Hanamichi continuava a mangiare con foga tutto quello che gli capitava fra le mani. Era sempre stato un tipo con uno stomaco di ferro, ma nell'ultimo periodo aveva cominciato a mangiare in maniera smisurata…. e se n'era accorto! Cominciava a sospettare che la cosa non fosse normale, era sintomo di qualche mancanza! Un solo, unico e cristallino pensiero si fece strada nella sua mente. Per fortuna però riuscì a controllare la sua reazione, impedendo al boccone di andargli di traverso. Il tutto senza farsi notare dalla Kitsune!
Lo sapeva bene lui, qual'era il problema infatti! La mancanza di contatto fisico col suo ragazzo lo frustrava tantissimo. Avrebbe voluto poterlo accarezzare, stringerlo a sé senza paranoie inutili o assurdi assalti di panico. Ma, si chiedeva, cosa pensava Rukawa di questo? Come avrebbe reagito se lui....
In preda a questi pensieri, mentre il suo ragazzo sorseggiava tranquillo il bicchiere di Coca, per poco il panino non gli andò di traverso per davvero! Qualcosa sotto quel bicchiere aveva attirato la sua attenzione. Hanamichi l'afferrò all'improvviso, strappandolo dalle labbra di Rukawa.
"Do'aho!" sibilò quest’ultimo all'indirizzo del rosso sentendosi strappare senza cura la bibita dalle mani "non ti basta la tua ?!" "Aargh, baka Kitsune! Non distrarre il genio!" rispose Sakuragi, stringendo il bicchiere e voltandolo dalla parte del fondo. "Mi è sembrato di...." Sgranò gli occhi e sbiancò, incredulo "Guarda qui...." Balbettò poi, porgendo il bicchiere al ragazzo.
Rukawa riprese in mano il contenitore di cartone, perplesso da tanto entusiasmo. "Hn." si limitò a commentare, leggendo le parole HAI VINTO stampate in brillante color nero sul fondo. "Perché ti entusiasmi tanto, si vincerà al massimo una consumazione gratis. Se vuoi te la cedo." concluse poi porgendo la bibita al compagno. "Ah..." fece Hanamichi perplesso. Per un attimo aveva creduto chissà quale premio ci fosse in palio, non poteva pensare ad una cosa così ovvia?
Imbronciato chiamò la cameriera che serviva al tavolo a fianco, sventolando il bicchiere in mano. "Signorinaaa! Che cosa significa sta scritta HAI VINTO? Non mi dica che è solo un'altra Coca Cola! Ci sarà almeno un altro panino!" Esclamò pronto ad ingurgitare altro cibo per placare la sua fame.
"Do'aho sei senza fon..." non aveva saputo trattenersi Rukawa. Ma non fece in tempo a concludere la frase che la donna subito si avvicinò insieme ad un altro paio di camerieri, che avevano piantato in asso gli altri clienti per raggiungere il loro tavolo. "Signori, abbiamo qui i vincitori del nostro concorso!" la sentì urlare e subito una pioggia di coriandoli colorati cadde sulle loro teste da chissà dove. Kaede si voltò verso Hanamichi, cercando di scoprire se almeno lui avesse capito cosa stava succedendo. Ma tutto ciò che vide era il proprio ragazzo con gli occhi sgranati ed un sorriso a trentadue denti; la sua fantasia stava galoppando ne era certo. "I due ragazzi qui presenti hanno vinto un viaggio tutto pagato di due settimane!" continuò la donna ‘Un viaggio?’ pensò la volpe incredula, spostando nuovamente l'attenzione sulla donna. Ok, dove stavano le telecamere?
Hanamichi se lo sentiva! Non poteva essere solo una semplice bibita! Come minimo doveva trattarsi di qualche pranzo gratis, qualche cosa come quei massaggi che andavano tanto di moda in quel... "Eh? Viaggio?!" Tornò coi piedi per terra, non appena la cameriera pronunciò quelle parole "...un viaggio di due settimane in Italia, con tappa in tutte le città principali!"
La donna aveva gli occhi che le luccicavano nel parlare e Sakuragi, cercando di scovare nei suoi vaghi ricordi di geografia la posizione di quella penisola misteriosa, capì finalmente il senso di quelle parole. Viaggio. Lui e Kaede. Soli.
Pensò di stare sognando!
Due mesi e mezzo dopo Kaede osservava perplesso il proprio bagaglio, non era certo di cosa dovesse mettere in valigia. Sua madre gli aveva detto che doveva calcolare due settimane di cambi e di tempo sia bello che brutto. Hanamichi invece gli aveva raccomandato di non portare palloni da basket ingombranti; per due settimane non avrebbero pensato ad altro che a stare insieme e ad ammirare quanto il luogo aveva da offrire. In effetti ci sarebbe stato tanto da visitare... e da camminare! Stava male solo all'idea! Il viaggio premio, infatti, si era rivelato niente di meno che due settimane di tour organizzato in Italia. Avrebbero visitato tutte le città principali, mangiato cibo locale, respirato la cultura del luogo...e convissuto a stretto contatto con tanti chiassosi sconosciuti.
Sarebbero davvero riusciti a trovare un po’ di spazio per loro due soltanto?
Nello stesso momento ma da un’altra parte di Kanagawa, Hanamichi sembrava stesse combattendo una battaglia all'ultimo sangue nella propria stanza; rumori caotici si diffondevano per tutta la casa. "Argh! non ci sta più nulla!! E non ho ancora finito!" Gridava il rossino, mentre cercava di infilare un altro paio di calze dentro un borsone ormai sul punto di esplodere! Non aveva mai fatto un viaggio, e così lontano poi! In preda alla confusione, si era armato di tutto il possibile occorrente: boxer, maglie, calze, spazzolino. Il tutto in quantità industriale. ‘Forse ho esagerato’. Pensò perplesso fra sé... ma il fatto di fare un viaggio, solo con il volpino, bè lo metteva in uno stato di panico assoluto. Non è che non fosse contento, anzi, ma c'era un particolare che lo turbava non poco. “...due settimane...solo con lui”. Deglutì, sforzandosi di cacciare i pensieri poco puri dalla sua mente.
Rukawa, tutto sommato, era contento di quel piacevole diversivo. Senza contare il fatto che fosse tutto spesato, era un'ottima occasione per rilassarsi e stare finalmente insieme al suo Do'aho, in vista poi dell'inizio dei corsi Universitari. Anche lì sarebbero stati insieme, ma chissà quali altri impegni li avrebbero sommersi! Sperava che questo fosse il momento giusto per sgombrare la mente da stress ed ansia. Magari quel periodo li avrebbe aiutati a sciogliersi un po’, a sbloccare quello stallo che si creava ogni volta che cercavano di approfondire un bacio. In fondo aveva sentito dire più volte che l'Italia era una terra romantica, forse il destino si era messo dalla loro parte. Lanciò un ultimo sguardo perplesso alla valigia e la chiuse. Anche volendo non sapeva proprio cosa aggiungervi. Preferiva andare a letto ora, aspettando con ansia l'indomani mattina, quando il loro viaggio avrebbe avuto inizio.
Non riusciva a dormire Sakuragi. Disteso sul letto con ancora i vestiti addosso, fissava il soffitto perso nei più svariati pensieri. L’indomani sarebbero atterrati sul suolo italiano, lui e il suo Kaede, e l'idea lo entusiasmava ed agitava allo stesso tempo. Certo, era un viaggio di gruppo organizzato, con mete e tappe precise, però la sera in albergo si sarebbero ritrovati praticamente da soli. I suoi pensieri erano confusi, non sapeva cosa sperare. Voleva stare con Rukawa ma, allo stesso tempo, provava un po' di timore. Se avessero dormito insieme, probabilmente poteva anche accadere 'quello'. Sarebbe stata la sua prima volta. Iniziò a pensarci seriamente e, a poco a poco, l'idea di farlo durante quel viaggio cominciava a solleticarlo. Diede un ultimo sguardo alla valigia, chiedendosi se avesse dimenticato qualcosa di importante, e poi cercò di addormentarsi, col pensiero fisso che i prossimi giorni sarebbero stati davvero interessanti.
A casa Rukawa la sveglia squillò ad un orario che la volpe mai aveva pensato esistere, ma ignorarla non fu sufficiente. Sua madre, conoscendolo, irruppe nella camera svegliandolo definitivamente. Meno di un'ora dopo il ragazzo si trovava in aeroporto, valigia al fianco, scrutando la folla alla ricerca del rossino. Per ingannare il tempo prese dallo zaino a tracolla il depliant consegnatogli dall'agenzia viaggi, in cui era descritto il loro itinerario con tutte le tappe che avrebbero toccato in quei quindici giorni. Napoli, Roma, Venezia, Pisa, Firenze, Milano...sembrava un tour de force più che una vacanza! Persino i pranzi e le cene erano state prestabilite!
Quando avrebbe trovato del tempo per stare per conto loro?
Hanamichi era arrivato in aeroporto abbastanza presto. Preso dall'ansia per la partenza, non aveva praticamente chiuso occhio e si era recato là il prima possibile. 'Meglio non rischiare di perdere l'aereo', aveva pensato. La fatica maggiore, in effetti, era stata trascinare il suo enorme borsone... si pentì amaramente di tutte le cose che ci aveva gettato! Sospirò, pensando alle battute che Rukawa non gli avrebbe risparmiato a quella vista. Già, il suo volpino. La sera prima aveva dato un'occhiata al depliant del viaggio: un mare di mete in pochi giorni! Probabilmente sarebbe stata una maratona, altro che vacanza romantica col suo ragazzo! Proprio mentre stava pensando a lui improvvisamente lo vide, mentre avanzava nella sua direzione. "Kitsuneee! Sono quiii!!” urlò cercando di attirare la sua attenzione.
La mente di Kaede, in quel momento, era occupata da immagini poco rassicuranti di lui ed il suo ragazzo in mezzo a tanti turisti festanti per ben due settimane...sperava almeno di risparmiarsi famiglie con bambini rumorosi e lagnanti! Ma, non appena sentì una voce familiare stagliarsi al di sopra del caos generale dell'aeroporto, realizzò che forse il più casinista viaggiava proprio in coppia con lui. "Do'aho" lo salutò con tono affettuoso. "Ma ti devi trasferire?" Aggiunse poi, guardando perplesso il bagaglio che il suo ragazzo si stava trascinando dietro. Avrebbe dovuto immaginarsi qualcosa del genere da parte del rosso, ma così era davvero esagerato.
"Eh eh eh! un genio ha bisogno di tante cose, lo sai!" Rispose scherzando il rossino, rendendosi in realtà conto dell'eccessiva grandezza della sua borsa. "Tu invece sempre sobrio, eh? Giusto l'essenziale!" Esclamò canzonandolo.
“Tsk, se avrò bisogno di qualcos'altro potrò sempre comprarlo." rispose Rukawa "tu invece non lamentarti se non ti imbarcano quell'armadio ambulante!" "Tsk!" Sakuragi sorrise con sicurezza gonfiando il petto "Il massimo è venti chili ...i miei sono giusto diciannove e nove ....ho pensato a tutto!" disse ridendo. Poi si voltò verso il tabellone per leggere gli orari. "Dai, baka Kitsune, andiamo a vedere!" Esclamò con entusiasmo prendendolo per mano spontaneamente. Era troppo eccitato per crearsi problemi!
Alzando gli occhi al cielo il volpino seguì il suo ragazzo vicino al tabellone degli orari. Dovevano affrettarsi ad imbarcare i bagagli per poi dirigersi al check in, dove probabilmente avrebbero fatto "conoscenza" con il resto del gruppo. Hanamichi aveva effettivamente ragione, per un pelo e solo per un suo sorriso alla hostess all'imbarco, la valigia fu imbarcata senza sovratasse.
Passato il check in, Hana lo trascinò letteralmente al loro gate, impaziente di cominciare quella lunga traversata in aereo. Caspita, non ci aveva pensato! Oltre al fatto che il programma serrato non gli avrebbe permesso di dormire, doveva aggiungere il fuso orario da metabolizzare. Ok, sarebbe morto ne era certo. Soprattutto ora, trovandosi in mezzo al gruppo che avrebbe viaggiato con loro per quel periodo. Li guardò per bene. Non uno, né due, ma ben tre ragazzini al di sotto dei cinque anni, già intenti a piangere e urlare! Forse avrebbe potuto chiedere dei tappi per le orecchie una volta salito sull'aereo...
Hanamichi si guardava intorno curioso, c'era davvero un bel gruppo di persone in attesa dell'imbarco. Scrutò tutti attentamente: erano soprattutto famiglie! Donne e uomini con figli, nonché qualche anziana coppia che a malapena si reggeva in piedi. Rise nervosamente, pensando che in pratica lui e Kaede erano gli unici giovani a partecipare al viaggio! Sentiva già gli occhi dei presenti scrutarli con curiosità e cominciava ad infastidirsi.
"Ora li prendo a testate!" Esclamò avvicinandosi all'orecchio della volpe. Ma quel gesto improvviso lo portò all'altezza della sua guancia, a contatto con la sua pelle profumata. Dovette allontanare di colpo il viso, per il desiderio che l'aveva colto: baciare Rukawa. Arrossì leggermente, in fondo non lo aveva ancora fatto da quando si erano visti. Sospirò, guardando negli occhi il compagno, sicuro che avesse compreso i suoi pensieri, ma l'improvvisa chiamata per l'imbarco lo risvegliò, portandolo a concentrarsi su quella voce metallica che echeggiava nell'aria.
Kaede aveva notato come Hanamichi, infastidito dalle occhiate curiosi ed indagatrici delle persone al gate, gli si era avvicinato arrabbiato, soffiando una frase acida all'indirizzo degli inopportuni curiosi. Ma non appena il fiato caldo del suo compagno gli aveva sfiorato la guancia, mille brividi gli avevano attraversato tutta la schiena, lungo la spina dorsale, facendogli desiderare un bacio. Ma erano in mezzo a decine di persone e le hostess avevano appena annunciato l'inizio delle operazioni di imbarco. Chissà, magari in quel lunghissimo viaggio, che sarebbe durato quasi una giornata, avrebbero avuto modo di scambiarsene almeno uno!
Il volo non era stato dei migliori. Hanamichi, che aveva una tremenda paura dell'aereo, era rimasto quasi tutto il tempo incollato al sedile, atterrito dai continui vuoti d'aria che inghiottivano il velivolo, facendolo sobbalzare dal terrore. In pratica non aveva chiuso occhio per quasi tutto il tragitto. Si chiedeva come la Kitsune fosse riuscita a dormire tanto tranquillamente...praticamente era come se avesse ronfato per venti ore di fila! Ora che erano atterrati mancava poco che baciasse il suolo per la contentezza.
Il cielo azzurro era tinto da una lieve foschia, mentre il sole caldo batteva ardente su tutta la pista. Finalmente dopo un estenuante viaggio erano giunti a Napoli, prima meta di quel viaggio che aveva l'aspetto di una vera e propria gara all'ultimo minuto! Dopo un' interminabile attesa per ritirare i bagagli, i due ragazzi e il resto del gruppo salirono sul pullman che li condusse al loro primo hotel. Era pomeriggio inoltrato quando erano atterrati ed ora, dopo aver tolto dai bagagli solo lo stretto necessario per quei pochi giorni che sarebbero restati in città, era già praticamente ora di cena. Rukawa l' avrebbe volentieri saltata, attirato dall'idea di poter dormire su un letto accogliente dopo tutte quelle ore passate su un scomodo seggiolino di aereo. Hanamichi però non era dello stesso parere; erano appena arrivati e lui non si voleva perdere un istante di quella vacanza restando al chiuso a dormire! Anche se, che avrebbero dormito magari non era esattamente detto. Così avevano partecipato a quella prima uscita di gruppo, con gli ormai famigerati marmocchi petulanti al seguito. La cucina locale, trovò il moretto, non era affatto male, ma ormai la stanchezza si faceva sentire. Aveva dormito quasi tutto il viaggio, ma non gli bastava certo per recuperare tutto il jet-lag accumulato!
Lasagne, arrosto di maiale, insalata mista e tiramisù...Hanamichi pensò di essere arrivato in paradiso: la cucina italiana era proprio delle migliori. Se il volpino lo avesse costretto a saltare la cena non glielo avrebbe mai perdonato! Durante il viaggio non aveva toccato cibo, preso com'era dall'ansia del volo, ed ora doveva proprio rifarsi! Solo dopo una doppia porzione di tutte le portate cominciò a stare davvero meglio, a sentirsi più rilassato...e ad avvertire la stanchezza! Si sentiva tutti i muscoli intorpiditi ed ormai non sopportava più le voci delle persone intorno a lui. Aveva voglia di riposare e magari di stare fra le braccia del suo ragazzo, dato che non avevano ancora avuto il tempo di stare un po' da soli. Fece cenno con la testa a Rukawa che subito capì. "Si torna in letargo volpe, forza!" scherzò scompigliandogli i capelli, gesto con il quale cercava un pur minimo contatto col suo corpo, con la sua pelle.
Rukawa si sentì sollevato, finalmente poteva abbandonare quella tavola, stava per addormentarsi con la forchetta in mano. Si alzò seguendo il rosso verso l'atrio per tornare in camera, dove una volta entrato si gettò a peso morto sul letto.
"Sei contento allora Hana?" gli chiese soffocando un enorme sbadiglio. Hanamichi sorrise a quella domanda avvicinandosi al letto del suo ragazzo, separato dal suo, per sederglisi accanto. Finalmente un po' di quiete, in fondo ne aveva bisogno pure lui. "Certo che sono contento, Kae." rispose accarezzandogli una guancia, finalmente senza doversi nascondere. "Abbiamo un periodo di vacanza tutto per noi...e anche se si prevede intenso, mi fa piacere passarlo con te. E tu? Non sei contento?" "Hn" annuì la volpe, per poi afferrare la mano del rosso e baciarne delicatamente il palmo. Poi si alzò sui gomiti alla ricerca delle labbra del compagno che unì alle sue in un bacio. Finalmente il primo vero bacio da quando erano partiti. In aereo erano riusciti a malapena a sfiorarsi, timorosi che qualcuno potesse vederli.
Sakuragi sentì un fremito scuotergli il corpo non appena Rukawa posò le labbra sul suo palmo, trasmettendogli un gradevole formicolio per tutta la mano. Chi affermava che Kaede era un ghiacciolo privo di emozioni, pensava, non lo conosceva in momenti come quello e lui si sentiva perciò felice ed onorato, di avere quelle attenzioni solo per sé. Le labbra della volpe erano calde e morbide… quanto le aveva desiderate! Ricambiò quel bacio con timida passione, cercando la lingua umida del compagno, cingendolo in un abbraccio stretto.
Rukawa fece passare un braccio dietro la schiena del suo ragazzo, spingendolo a sdraiarsi sul letto con lui. Come era morbida e profumata quella pelle e come era bello poterlo baciare senza pensieri di esami o allenamenti. Hanamichi si lasciò andare all'abbraccio di Kaede sdraiandosi con lui sul letto, tremando al contatto di quel bellissimo corpo disteso sopra il proprio e perdendosi dentro quei profondi occhi blu. Occhi fieri e tenaci, come la prima volta che li aveva incrociati, sulla terrazza della scuola. In fondo lo sapeva, era diventato suo già da allora.
Kaede lentamente si staccò da quelle labbra, che sapevano fargli perdere ogni ragione, e guardò il compagno dritto negli occhi. Si rese conto che la stanchezza gli stava pian piano intorpidendo i sensi e notava che anche Hanamichi non era messo meglio. "Che ne dici di dormire nello stesso letto? O lo trovi scomodo?" Chiese, ormai più che convinto che avessero entrambi bisogno di una bella dormita. Sakuragi stava assaporando quel bacio, ma non appena alzò lo sguardo sul suo ragazzo, si rese conto della stanchezza che pesava su entrambi. La domanda di Kaede arrivò dritta alle sue orecchie, facendolo arrossire di colpo. "Eh? Ah, s-sì...perché no?" Rispose balbettando. Era molto imbarazzato ed aspettava un cenno del compagno per potersi muovere.
Rukawa adorava la timidezza di Hanamichi, che arrossiva ad ogni minimo cenno di intimità, tanto quanto era capace di essere passionale non appena si lasciava un pochino andare a quei baci mozzafiato che solo lui sapeva dargli. "Staremo un po’ stretti, ma ci stringeremo!"Ammiccò la volpe verso il suo ragazzo, il cui viso raggiunse una tonalità ancora più accesa di rosso. Intanto si alzò per dirigersi in bagno. "Faccio prima io la doccia" annunciò.
Era stanco, voleva decisamente mettersi a dormire, ma facendolo con Hanamichi accanto. Almeno in parte avrebbe sopperito a quel qualcosa che ancora non erano riusciti a condividere. Il rossino adorava la premura di Kaede. II ragazzo sapeva sempre come rassicurarlo, quando lui si faceva prendere dalla timidezza. Era felice di poter finalmente dormire con lui ed il pensiero di avere il suo corpo vicino, tutto per sé per una notte intera, lo riempiva di gioia. Sicuramente quei momenti li avrebbero aiutati a conoscersi meglio, ad essere più intimi, ad avere un contatto fisico maggiore. Certo, per quella sera erano decisamente troppo stanchi per qualsiasi altra cosa se non dormire, ma nulla impedì al rossino di tirare Rukawa verso di sé non appena il ragazzo, uscito dalla doccia e con ancora i capelli bagnati che gli incorniciavano il viso, si avvicinò al letto. Era davvero sensuale quella visione!
Dopo essersi fatto una doccia rilassante Sakuragi tornò sul letto, dove il suo volpino era già disteso, e lo abbracciò nuovamente, sotto le coperte, sentendolo finalmente suo. Kaede rispose con trasporto all'abbraccio affettuoso del suo Hana. Non avevano mai dormito insieme ed ora, potersi addormentare con il profumo della sua pelle che gli invadeva le narici e il calore del suo corpo che lo riscaldava e cullava, era qualcosa di nuovo e assolutamente paradisiaco. Ne era certo, ci si poteva assuefare a quella vicinanza. "Buona notte Hana" gli sussurrò in un orecchio, baciandogli una palpebra chiusa, passando poi a sfiorargli le labbra. "Buonanotte Kae..." rispose il rossino con un filo di voce, inebriato dal profumo di quella pelle finalmente così vicina a lui, ricambiando il ragazzo con un timido bacio sulla fronte. Lo strinse a sé ancora di più, per potersi perdere nel tepore di quell'abbraccio, e socchiuse gli occhi, lentamente, prima di addormentarsi.
Stancante! Estenuante! Stremante! Non ne potevano più! Avevano visitato Napoli, Roma, Firenze… il tutto nel giro di nemmeno dieci giorni! Per non parlare del sole che non aveva fatto altro che bruciarli per tutto il tragitto! Per l'esasperazione Hanamichi nella Capitale si era gettato pure dentro la Fontana di Trevi, con il rischio di ricevere una bella multa, se non fosse intervenuto Kaede, intercedendo per lui parlando un ottimo inglese. Ma stavano davvero impazzendo! Era tutto troppo frenetico, troppo veloce, ogni giorno ne uscivano distrutti! La sera poi... la testa sul cuscino e giù a dormire! "Kitsuneee! Ma questa non è una vacanza! E’ una corsa a chi sopravvive!" si lamentava il rossino durante una sosta col bus del gruppo.
Se persino Sakuragi aveva da ridire circa il ritmo da gara di formula uno che quella "vacanza" stava prendendo, che cosa avrebbe dovuto dire Rukawa allora? Dormiva pochissimo, alle volte provava a farlo camminando, ma qualcuno inevitabilmente si lamentava perchè gli finiva addosso senza averlo visto... e poi non che fosse una cosa particolarmente facile e comoda! L'Italia era bella, le città affascinanti... ma quel giro non coincideva esattamente con il suo concetto di vacanza. Per lui, infatti, vacanza era sinonimo di riposo, di cose piacevoli da fare. Come stare con il suo Hana e giocare a basket per esempio. Ok, per quanto riguardava il basket aveva promesso al Do’aho che non se ne sarebbe ossessionato, o almeno che avrebbe cercato di evitarlo. Ma per quanto riguardava lo stare insieme al suo ragazzo… Era sicuro che anche lui fosse poco soddisfatto del fatto di avere poco tempo da passare insieme. Di giorno erano sempre in giro, la sera troppo stanchi e affaticati per pensare a movimentare la serata al di là di qualche carezza e bacio.
La sua pazienza era arrivata decisamente al limite. Mancavano ancora cinque giorni e tre città. Si trovavano infatti a Pisa, stavano rimirando la famosa “Torre Pendente” e Kaede non poteva che immedesimarcisi. ‘Sembra stia cadendo dal sonno, come me!’ pensò. Sarebbe arrivato vivo fino alla fine? Il pullman minaccioso era già pronto per portarli fino a Venezia. No, non ce l'avrebbe fatta.
"Piazza dei Miracoli?" sbuffò Hanamichi, "qui l'unico miracolo sarebbe quello di rallentare il ritmo di questo giro straziante!" Stava impazzendo! Avrebbe preso volentieri a testate tutti quei turisti che si facevano le foto fingendo di sorreggere la Torre! Il genio doveva ideare qualcosa! Altrimenti lui e il suo volpino sarebbero tornati a Kanagawa con venti chili in meno e molto stress in più! Bè, sempre se ci sarebbero tornati... ormai non era neanche più sicuro di sopravvivere! Ripensava a quanto tempo avevano sprecato lui e Kaede, se fossero rimasti in Giappone forse avrebbero avuto più tempo per stare da soli e magari… Sospirò mentre, tornando verso il pullman, sfiorava la mano del suo ragazzo cercando un qualche tipo di contatto che tanto gli mancava.
Il mezzo li aspettava di fronte alla stazione della città. La stazione... …il fischio di un treno... …un lampo di genio! Hanamichi si voltò, cercando gli occhi di Kaede.
Che il rosso fosse scontento tanto quanto lui, nonostante la bellezza del viaggio, l'aveva ben capito. Ma quando a pochi passi dal pullman si girò di scatto verso di lui, con quella strana luce negli occhi, si chiese quale altra “geniale” pensata il Tensai stava sfornando...sperando inconsciamente che fosse un piano di evasione da quella tortura in piena regola!
"Kitsune? Pensi anche tu quello che penso io?" "Andiamocene!" sussurrò Rukawa, ricevendo un sorriso entusiasta come risposta dal suo ragazzo. I due si diressero di corsa verso il retro del pullman, per recuperare non visti le loro valigie. "Ho il numero dell'agenzia, chiameremo più tardi per avvisare che ci troveremo direttamente in aeroporto a Milano per il rientro" disse pratico il moretto.
Entrarono così in stazione, affaticati e sudati per via dei chili di valigia che si dovevano trascinare dietro. Un passo verso la libertà era stato fatto, ma ora dove sarebbero andati? “E ora?" diede voce ai suoi pensieri il rosso. "Dobbiamo scegliere una destinazione." suggerì Kaede. "Baka Kitsune! Lo so anch’io che credi! Solo che non so dove andare!" "Tira fuori la cartina, diamo un'occhiata o chiediamo... a me comunque non dispiacerebbe il mare." rispose il moro. "Neppure a me..." fu d’accordo Hanamichi osservando la cartina. "Qui vicino c'è...cos'è? Vi...uhm… Viareggio? Vedi? E’ segnata come località balneare la zona..." Kaede annuì un po' incerto.
Improvvisamente la voce dell'altoparlante annunciò in inglese "Il treno Regionale XYZ diretto a Viareggio, è in partenza dal binario due..." Sakuragi ebbe un sussulto girandosi poi a guardare il suo ragazzo alla ricerca di un cenno che non tardò ad arrivare; per Rukawa andava bene tutto, basta che fuggissero da lì! Il rosso afferrò improvvisamente il suo ragazzo per un braccio si mise a correre.
Un quarto d'ora. C'erano voluti solo quindici minuti perché il treno da Pisa li portasse a Viareggio. Neanche il tempo di riprendersi dalla furiosa corsa fatta trascinandosi imprecisati chili di valigia a testa, travolgendo tra l’altro chiunque si fosse per caso trovato sulla loro folle corsa. Ma il più era fatto. Ora bastava cercare un hotel in cui alloggiare, vicino al mare possibilmente. Sulla guida ce n’erano indicati diversi e decisero di tentare semplicemente con il primo della lista: “Albergo Cormorano”. Salirono su un taxi indicandogli la via e il nome indicati sulla guida. Una volta arrivati davanti ad una grande struttura il veicolo si fermò. I due ragazzi pagarono e scesero dall’auto, per poi dirigersi verso la hall. "Speriamo ci sia posto!" commentò Sakuragi. "Hn." rispose Kaede, "speriamo".
Erano stanchissimi e non vedevano l'ora di farsi una doccia e riposare un po'. Finalmente avrebbero potuto farlo, avevano avuto un'idea geniale! "Ho avuto un'idea da vero tensai, vero Kitsune?" domandò soddisfatto il rossino, mentre si avvicinavano alla reception. "Tsk Do'aho. Sono io che ho avuto l'idea di venire qui!" replicò il moretto "Baka! Ma se non hai fatto altro che dormire! Mi spieghi come può funzionare il tuo cervello se ce l'hai sempre in stand-by?" ribatté Hanamichi. Si sentiva come liberato, finalmente aveva anche il tempo di insultarsi con Kaede! Non gli sembrava vero! "Do'aho, ma se non sai nemmeno cosa vuol dire stand-by!" disse con tono ironico il moro.
Hanamichi grugnì rabbioso, ma era solo apparenza. In realtà era felice di aver ritrovato il solito rapporto naturale con la Kitsune. Giunti al bancone del ricevimento, lunghissimo e di marmo bianco pregiato, i due vennero accolti da un giovane e sorridente ragazzo il cui viso, sottile e molto curato, era incorniciato da lisci capelli biondi e reso interessante da due affascinanti occhi azzurri. 'Sembra abbia la cera in viso!' pensò il rossino perplesso. "Buongiorno, posso esservi utile?" chiese loro in inglese con uno spiccato accento italiano. Sakuragi stava per far parlare Rukawa – il cui inglese era sicuramente migliore - ma, rendendosi conto che il suo compagno stava praticamente dormendo in piedi, ridacchiò fra sé per poi rivolgersi al singolare ragazzo, di cui aveva anche notato le mani curatissime.
"Vorremmo una camera...per due..." Era imbarazzato. Non sapeva se chiederla matrimoniale o con i letti separati. "Capitate in un periodo di alta stagione." rispose il biondino "ma vediamo cosa posso fare per voi!" concluse poi consultando il registro. "Ah! E’ stata disdetta oggi una camera doppia. Per quanti giorni intendete restare?" continuò. Hanamichi diede uno scossone a Kaede cercando di risvegliarlo. "Non si preoccupi, è una cosa normale!" disse scherzando all’impiegato in risposta ad una sua occhiata divertita "allora Kitsune? Quanto si rimane?" Rukawa sobbalzò, risvegliato bruscamente dal pisolino che stava schiacciando poggiato ad una colonna. "Hn, cinque giorni Do'aho" rispose. "Cinque giorni e quattro notti quindi?" chiese conferma l’italiano. "Sì sì, faccia così..." rispose Sakuragi ridendo per lo scatto della Kitsune. Certo che l'aveva rischiata grossa a svegliarlo in quel modo! "Perfetto" rispose il biondo "allora vi sistemo nella camera duecentotrentuno. Mi dovreste lasciare i documenti per la registrazione, potete venire a riprenderli più tardi, quando vi siete sistemati.” “Carlo" prosegui poi indicando un ragazzotto nerboruto che gli si avvicinò "vi accompagnerà nella vostra camera, questa è la chiave. La colazione è compresa nel prezzo, viene servita nel salone centrale dalle 7 alle 10. Per il pranzo e la cena potete usufruire del nostro ristorante, con un prezzo agevolato in quanto ospiti della struttura.” “Uhm… direi che è tutto! Per qualsiasi altra necessità potete chiedere di me. Il mio nome è Stefano Principe." concluse poi con un sorriso gentile. "Grazie." si limitò a dire Kaede, seguendo Carlo con le loro valigie diretto all'ascensore dell'hotel. "Grazie signor Principe!" Esclamò Hanamichi con una faccia divertita! Come gli piaceva pronunciare quel nome dal suono esotico e sconosciuto! Infine seguì Kaede verso l'ascensore. "Ora finalmente...solo io e te..." gli sussurrò poi con uno sguardo di intesa.
La camera era al secondo piano, con vista sul lato mare, come aveva specificato loro Carlo. Una volta aperta la porta i due restarono letteralmente a bocca aperta. La stanza era spaziosa, con un'enorme finestra proprio dirimpetto la porta ed un piccolo balconcino per poter uscire. Dalla finestra luce e calore si irradiavano per tutta la stanza, illuminando le pareti color bianco avorio. Sulla destra trovava posto un comò con una grande specchiera sopra, mentre nella parete della porta si trovata un lungo armadio a quattro ante. La parete destra infine era occupata da una porte che, presumibilmente, celava il bagno e dal letto. Un letto enorme dall'aria comoda e soffice. Un letto grande e ...matrimoniale!
Spacciandosi per amici con l'agenzia che aveva organizzato il tour, le loro camere fino a quel momento erano state dotate di due letti singoli. Non che la cosa fosse stata d'impaccio, ma era comunque un qualcosa che li faceva sentire separati... come i letti appunto. Ora, vedere quell'unico grande letto, ebbe il potere di svegliare qualcosa dentro i due. Rukawa, sorpreso ma sempre impassibile, ringraziò Carlo che posò le valigie a terra ed uscì dalla camera per poi voltarsi verso il suo ragazzo e sondarne la reazione.
Hanamichi era ancora sulla porta, immobile. Incapace di avanzare, sentiva le sue gambe sciogliersi come burro. Forse era la stanchezza che cominciava a espandersi nel suo corpo, dopo tutta l’adrenalina che l’aveva tenuto in allerta e scattante agitando il sangue nelle sue vene. O forse era più semplicemente la bellezza di quella stanza, la sua ampiezza, le tende dalle tinte azzurre che si mescolavano con le sfumature turchesi e smeraldine del mare che si riusciva ad intravedere. Oppure... era il letto. Quell'ampio letto matrimoniale che aveva catturato sin da subito la sua attenzione. Le fresche lenzuola di pregiato cotone bianco, ricamate con rilievi di un colore rosa pastello, davano l'impressione di essere morbide. simili alla pelle di Kaede.
Era imbarazzato il rossino e molto. Lo stava assalendo una strana agitazione e il suo cuore aveva preso a battere troppo velocemente. "Bene...possiamo rilassarci!" disse sorridente gettandosi sul letto supino, cercando di non mostrare al compagno il suo reale stato d'animo. Anche Kade, non appena giunto in camera, aveva sentito come un peso lasciare il suo corpo. Tutta l'agitazione e la fatica per quella gita fuori programma e la fatica e lo stress che il viaggio organizzato gli aveva fatto accumulare, in un attimo erano scomparsi! Ora si sentiva di nuovo tranquillo, rilassato e felice. Lui e il suo Hana da soli, finalmente e totalmente per conto proprio a godersi quel posto meraviglioso!
Seguì con lo sguardo il suo ragazzo sdraiarsi sul letto candido, stiracchiandosi per poi coccolarsi sul copriletto, saggiandone la morbidezza. Attirato come da una calamita Rukawa gli si avvicinò, mettendosi a gattoni sovrastandolo, con le braccia tese ai lati delle spalle dell’altro e reggendosi sulle ginocchia poggiate al margine del letto. Incapace di resistere allo sguardo che il rosso gli regalò il moro si abbassò lento, andando a baciare quelle labbra invitanti.
Com'era sensuale Kaede! Ogni suo movimento, ogni suo sguardo, erano carichi di eleganza e passionalità e Hanamichi, ogni volta, non poteva non esserne ammaliato, catturato. Fissò i gesti del suo ragazzo come rapito, mordendosi impercettibilmente il labbro inferiore, accarezzandolo con la lingua. E Kaede aveva colto proprio quel suo sguardo ed ora lo stava avvolgendo, in quel caldo bacio. Era però diverso dal solito, diverso da quelli che, negli ultimi giorni, si erano scambiati furtivi e quasi senza forze. Così, come se una fiammata avesse preso ad ardere all’improvviso dentro il suo petto, Sakuragi afferrò il viso di Rukawa, affondando le mani fra quei capelli setosi. Insinuò con foga la lingua dentro quella calda bocca, per poterla davvero assaporare finalmente. Ne aveva un urgente desiderio; voleva sentirne il dolce sapore, voleva farla sua.
L'ardore di Hanamichi ogni volta spiazzava ed entusiasmava nello stesso tempo la volpe. Timido com'era nel parlare di certi piccanti argomenti, il rosso riusciva invece a tirare fuori una passionalità ardente ogni volta che davano inizio a qualche effusione. Rukawa rispose deciso a quel bacio, adagiandosi piano sul petto del suo ragazzo. Prese ad accarezzargli lentamente i capelli corti e morbidi con la mano destra, mentre l'altra andava a massaggiare ipnotica un fianco. Si sistemò in modo da far aderire anche le sue gambe con quelle dell'altro, per poi intrecciarle insieme. Aveva voglia di sentire il suo compagno il più vicino possibile.
Tutta la sua attenzione era ora concentrata ad accarezzare con la propria la lingua di Hanamichi, saggiando la dolcezza di quelle labbra mentre la mano, lasciata libera, decise di agire senza che la mente ne avesse un reale controllo. Le lente e riverenti carezze che venivano dedicate al fianco ambrato si fecero piano piano più ampie, andando dal bordo dei jeans del rossino fin sopra il suo petto, quasi al collo. Risalendo per l'ennesima volta su quel corpo amato un dito dispettoso si impigliò nel bordo della maglietta, alzandola piano e facendosi seguire lungo quel conosciuto percorso. Toccare la calda pelle del proprio ragazzo mandò Rukawa ancora più su di giri, facendogli aumentare la foga nel bacio e prendendo ad accarezzare con tutto il palmo della mano la pelle appena scoperta.
L'audacia di Kaede, le mani che si impadronivano del suo petto, lo scottante contatto di quel palmo sul suo torace... Hanamichi sentì il suo corpo vibrare, la pelle contrarsi ed il sangue pompare nella sua testa ad una velocità folle. Una vampata improvvisa cancellò il suo ultimo pensiero razionale; era eccitato, talmente ed irrimediabilmente eccitato da lasciarsi guidare ormai solo dall'istinto. Istinto che ora gli faceva catturare Kaede cingendolo con un gamba, portando i loro corpi pericolosamente vicini e permettendo ai loro inguini di strusciare l'uno sull'altro, nel loro primo e desiderato contatto. Le loro voglie erano ormai talmente tese che non potevano non sentirsi, non desiderarsi. Sakuragi ansimò gemendo a quel contatto, per poi d'improvviso voltarsi gettando la volpe su un lato. Gli alzò la maglietta, poggiando con passione le labbra sul petto candido e giocando con la lingua sulla sua carne.
Kaede si mordeva le labbra con forza, per non gemere in maniera incontrollata sotto le attenzioni di quella lingua curiosa. Hanamichi lo stava facendo impazzire lentamente, andando a baciare punti del suo corpo che non sapeva essere così sensibili. Prese ad accarezzare la schiena del rosso, sfilandogli piano la maglietta e riportando la bocca amata alla sua altezza, per poterne catturare nuovamente le labbra. Seguì con le dita il contorno degli addominali definiti del suo ragazzo, perdendosi nell’ombelico, mentre con la lingua cominciava ad assaporare il gusto di quella pelle ambrata. Piano prese a baciare Hanamichi subito sotto l'orecchio sinistro, spingendo lentamente il ragazzo sotto di lui per avere maggior possibilità di movimento. Lento scese fino alla clavicola e poi alla spalla, lasciando piccoli umidi baci come tracce del suo passaggio. Una mano andò a stuzzicare il petto del rosso, passando più volte su un capezzolo, studiandolo e imparandone la forma e la durezza.
Sakuragi ormai era in preda al delirio. Non appena sentì la lingua del suo ragazzo accarezzare il suo orecchio sussultò di piacere, liberando un sospiro audace sul collo dell’altro. Cinse la sua schiena con le braccia, lasciandosi completamente andare a quella sensazione leggermente fredda e travolgente che la lingua umida di Kaede riusciva a fargli provare nell'esplorare il suo petto. La volpe era sopra di lui, poggiato sulle ginocchia e piegato verso il suo corpo: una visione bellissima ed eccitante allo stesso tempo. Il rossino allungò le braccia, afferrando con le mani i morbidi glutei di Kaede, stringendoli con possesso e alzando un ginocchio lentamente, per portarlo a sfiorare l’eccitazione dell’altro., Non contento cercò uno spiraglio fra i jeans e quella pelle alabastrina, trovandolo ed insinuandovi la mano per provare al tatto la consistenza di quella carne invitante.
Rukawa riusciva solo a sentire gli ansimi del suo ragazzo, accompagnati dai suoi. Non vedeva nient'altro che la pelle bronzea del compagno e non percepiva altro che la consistenza vellutata di quel corpo. Senti Hanamichi far scendere piano le mani lungo la sua schiena e non fermarsi una volta giunto alla base, ma proseguire fin sopra i glutei. Lo eccitava da morire. Quando poi con un ginocchio sfiorò il suo basso ventre gli sembrò di impazzire e si trovò di nuovo incapace di trattenere un forte gemito. Voleva tutto di quel ragazzo, lo amava ...voleva amarlo! Lento con la mano scese, andando ad accarezzare lieve, sopra la stoffa dei pantaloni, il rigonfiamento evidente che il rosso aveva in mezzo alle gambe. Gli ansimi che provocarono il suo gesto gli diedero coraggio e, imitandolo, si accomodò meglio al suo fianco cominciando a stuzzicare l'eccitazione del compagno con una gamba e accompagnando quel lento movimento con il proprio bacino, per far sentire la propria eccitazione all'altro.
Impazziva, delirava, stava andando a fuoco! Rukawa aveva appena cominciato a toccarlo in quel punto così sensibile e, anche se c'era la stoffa ruvida ed invadente dei suoi pantaloni, era come se potesse sentirla sulla pelle quella mano. E lo avvertiva, il suo sesso, che chiedeva di essere soddisfatto. "Kaede..." sussurrò con voce sottile, accarezzando con la lingua il mento del suo amante, succhiando quella pelle candida. Intanto la sua mano si stava allontanando dai glutei scolpiti di Rukawa per avvicinarsi, curiosa e bramosa, verso l’interno delle cosce. La pelle era via via più bollente e liscia e il suo cuore batteva sempre di più. I primi peli si attorcigliavano fra le sue dita e il suo respiro si faceva sempre più pesante. Solo un attimo, un movimento ancora e..... WROAAAAMMMMM! Un rumore acuto, assordante e stridente, squarciò l'aria. Hanamichi sobbalzò con il cuore in gola dallo spavento.
‘Ma porca vacca!’ Pensò Kaede, annunciando il suo disappunto al mondo con un atono "Hn". Maledizione! Il Do’aho aveva sfilato di scatto la mano che fino ad un attimo prima lo esplorava curiosa sotto i jeans, sotto i boxer, direttamente a contatto con la sua pelle! E come gli piaceva sentire quelle dita calde accarezzarlo! Aveva desiderato che si spostassero dai suoi glutei, perchè esplorassero anche altre parti sensibili del suo corpo e, proprio mentre questo stava succedendo, un rumore proveniente direttamente dall'inferno li aveva interrotti! Un trapano, un maledettissimo trapano li aveva fatti sobbalzare facendoli uscire dal loro bozzolo! Rukawa, rosso in viso, spostò la gamba che un attimo prima stava torturando l'erezione del rosso e scostò la mano che stuzzicava un capezzolo. Oddio, dove erano finite quelle mani senza che se ne accorgesse! Guardò il Do’aho negli occhi, cercando di capire se la cosa gli avesse dato fastidio. Pensando che però a lui tutte quelle carezze, fino ad ora ancora solo sognate, non lo avevano seccato ...anzi! Inclinando la testa di lato osservò da sotto la lunga frangia il suo ragazzo che, paonazzo, lo stava a sua volta fissando.
Hanamichi maledì tutto. Qualsiasi cosa gli passasse per la testa in quel frangente! Maledetto il locale, maledetto quel bicchiere, maledetto il viaggio! I suoi nervi erano stati decisamente messi a dura prova e ora…. da dove diavolo era uscito quel rumore? Così vicino, così perforante! Sembrava gli stessero trapanando il cervello invece che la parete a fianco! Finalmente era riuscito a rompere il ghiaccio con il suo ragazzo, finalmente aveva avuto il coraggio di agire, di seguire il proprio istinto senza pensare e tutto quello che aveva ottenuto era di essere…. era di essere imbarazzatissimo! Profondamente a disagio si domandava come fosse arrivato fino a quel punto. Spaesato cercò lo sguardo di Rukawa, che notò essere confuso almeno quanto lui. Quasi... quasi rosso in viso? Incredibile! Nonostante la passione di pochi istanti prima, nonostante lo spavento per il rumore improvviso, vedere quell'espressione sul viso del suo ragazzo lo fece sorridere finché non scoppiò in una fragorosa risata, divertita ed imbarazzata allo stesso tempo.
L’ilarità del Do’aho fu capace di distendere i nervi tesi per l'imbarazzo e la paura del volpino. Finalmente rilassato e trascinato da quella calda voce, Rukawa arcuò le sue labbra in un accenno di sorriso, nascondendosi dietro al proprio braccio posato su una gamba.
Hanamichi ormai era di nuovo sereno. "Allora Kitsune, che dici? Doccia e poi cena? Inizio ad avere una fame!" scherzò il ragazzo, rendendosi ben conto che l'atmosfera di pochi attimi prima si era ormai dissolta. "Ok!" rispose il moretto, andando verso il proprio bagaglio per recuperare un cambio. "Prima io." disse poi infilandosi nella porta che conduceva al bagno. "Basta che non ti addormenti in doccia, volpe narcolettica!" scherzò il rossino, vedendo sparire il compagno dietro la porta.
Si gettò di schiena sul letto quando la stanza fu riempita nuovamente da quel rumore assordante. Il rosso sospirò, liberando l'ultima briciola di tensione rimastagli in corpo.
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