NOTE: Questa fic è dedicata alla
grande Akira 14, scusa per il ritardo.Un grazie particolare ad Aiko per le
sue correzioni
Malinteso
di
Neko
L'acqua scendeva calda e lenta sul suo corpo. Il viso rivolto verso l'alto
ad accoglierla direttamente come a cancellare le lacrime che fino a poco
prima rigavano il suo volto. I capelli ora bagnati, scendevano a lato del
viso.
Hiro perché mi hai fatto questo... Tu mi hai distrutto... Perché
tradirmi in quel modo... Con lui... Cos'ho io che non va... Lui è forse
più bello di me... Cos'ha Fukuda che io non ho...
Il vedere Koshino baciare Fukuda, le sue mani sul corpo dell'altro, era
troppo, non riusciva a crederci. Poi, le parole di Koshino cadute su di
lui come un masso "Ti voglio... Ti desidero". Erano davvero
uscite dalle sue labbra quelle parole? E poi per cosa? Per rivolgerle a
Fukuda, doveva ammetterlo stava cominciando ad odiare il suo compagno di
squadra.
-Basta... devo smetterla...-
Chiuse l'acqua, era stanco, troppo stanco di quella situazione. Quelle
immagini ormai lo stavano torturando, gli stavano mangiando il cuore, un
cuore che batteva d'amore per quello stupido ragazzo che ora lo aveva
tradito. Era uno stupido, ma lui lo amava lo stesso.
Uscì dalla doccia. I capelli bagnati aderivano al viso, gocce d'acqua
cadevano e percorrevano tutto il suo corpo. Si avvicinò al lavandino,
prese l'asciugamano che vi aveva appoggiato poco prima e frizionò i
capelli. L'aria fresca, che filtrava dalla finestra leggermente aperta,
gli accarezzava il corpo come delicate mani. Le stesse mani e gli stessi
tocchi leggeri che potevano rassomigliare a quelli con cui Koshino di
solito lo portava al piacere, quelli con il quale lentamente gli faceva
perdere la ragione.
Scacciò indietro tutti i pensieri. Doveva dimenticarlo, cosa
assolutamente impossibile perché ormai Koshino gli era entrato nel cuore
e sembrava non volere più uscirne.
Si avvicinò al mobiletto sulla destra, proprio accanto al lavandino.
Aprì lo sportello e prese un asciugamano. Era azzurro con due iniziali
incise H.K.
-Almeno mi resta il suo asciugamano-
Un sorriso triste apparve sul suo viso. Si legò l'asciugamano alla vita.
Era come se invece di quel piccolo asciugamano, che a stento gli copriva
le parti intime, ci fosse Koshino, le sue mani e la sua bocca che lo
accarezzava.
Si voltò di scatto verso la porta, un bussare improvviso e a lui noto
aveva attirato la sua attenzione. Non era un semplice modo di bussare, ma
era come un codice di richiamo, sapeva bene a chi apparteneva. Oltre la
porta di casa, fuori dal suo appartamento c'era Koshino. Certo, solo lui
bussava in quel modo. Due volte di seguito, una breve pausa e poi tre
volte ancora di seguito.
-E' lui...-
Le sue gambe cominciarono a tremare, non sapeva che fare, doveva aprire
quella dannatissima porta e permettere che lo facesse soffrire ancora
oppure lasciarla chiusa e cancellare Koshino dalla sua vita e dal suo
cuore.
Il bussare ricominciò, si faceva sempre più insistente, sembrava che la
porta sarebbe caduta da un momento all'altro. Si avvicinò al lavandino.
La sua immagine riflessa nello specchio. Che cosa doveva fare?
Poi una frase fece capolino nella sua mente "Al cuor non si
comanda". Non sapeva come gli era venuta in mente, ma sapeva
perfettamente quello che il suo cuore continuava ad urlare. Aprire quella
porta, lasciare che Koshino gli desse una spiegazione.
-Fatti forza Akira...-
Sorrise a se stesso, alla sua immagine, un modo per darsi forza. Uscì dal
bagno e si diresse alla porta che li divideva. Indosso aveva solo quel
piccolo asciugamano, ma non gli importava voleva solo vederlo e costatare
non quello che gli avrebbe detto con la bocca, ma quello che i suoi occhi
gli avrebbero rivelato.
Respirò profondamente. La mano sulla maniglia. Rimase così alcuni
secondi. Poi la sua mano si mosse e la porta si spalancò davanti ai suoi
occhi.
Lì davanti a lui, si trovava la figura di un ragazzo. Non un semplice
ragazzo, ma Hiroaki Koshino. Quello che lo stava facendo soffrire, quello
che giocava con lui e i suoi sentimenti.
-Non mi fai entrare-
La voce di Koshino era ferma, non traspariva alcuna emozione. Sembrava
più un automa che un semplice essere umano.
Cosa ti dovrei rispondere? Forse "Oh sì prego entra e fammi ancora
soffrire"... No Hiro io non ce la faccio, io non sopporterei altro
dolore... Ne uscirei distrutto...
Ma sì sa a volte la mente e il cuore pensano in modo totalmente diverso.
E questo era proprio quello che stava per succedere.
-Entra-
Non si capiva, non riusciva a comprendere perché lo stesse facendo
entrare, perché invece non lo avesse preso a pugni. No, non ci riusciva
proprio, lui lo amava quel ragazzo. Lui amava Koshino il ragazzo dalla
doppia personalità. Dolce e violento.
A volte era di una dolcezza infinita, ma a volte questo suo atteggiamento
si trasformava in dolce violenza. In particolare nei loro rapporti.
Si risvegliò dai propri pensieri quando sentì la porta d'ingresso
chiudersi. Koshino entrare in casa.
-Beh che ti prende Aki... ti hanno morso la lingua-
Perché mi fai questo? Qual è il vero Hiroaki Koshino, qual è il vero te
stesso... Mostrati a me ti prego.
-Allora?-
No, devo essere forte, devo fargli capire che io non dipendo da lui..che
non ho bisogno di lui...
-Perchè sei venuto-
Sendo non era capace di mascherare i propri sentimenti, e neanche in quel
momento ne aveva avuta la capacità. La sua voce mostrava in pieno quello
che sentiva il suo cuore.
-Sono venuto a trovarti... è forse vietato?-
Il tono della voce sembrava essersi addolcito, non sembrava più nemmeno
il ragazzo di pochi secondi prima. Sendo non riusciva proprio a spiegarsi
questo suo atteggiamento e ancor meno capiva se stesso.
-No... ma io non sono un giocattolo-
Alla fine lo aveva detto. Era riuscito ad esporre quel pensiero che lo
stava tormentando, perché lui non era per nulla un giocattolo che si può
abbandonare e riprendere a piacimento. Lui era un ragazzo che amava un
altro ragazzo. Che provava un sentimento d'amore sincero per il suo
compagno di squadra.
-Io non l'ho mai detto-
Koshino gli era arrivato alle spalle, fino a pochi secondi prima erano
così distanti. Sendo non aveva neanche avuto la forza di guardarlo negli
occhi.
Le braccia lo strinsero forte, avvicinandolo al corpo dell'altro ragazzo.
La testa poggiata sulla sua schiena. Le mani che si muovevano cercando un
maggiore contatto con quella pelle calda.
-Tu non sei il mio giocattolo... Aki-
Ora le parole si erano fatte ancora più dolci. Come poteva credergli dopo
quello che aveva visto, dopo che aveva visto la sua bocca su quella di un
altro, dopo che gli aveva frantumato in mille pezzi il cuore.
-E allora perché...-
-Perchè cosa?-
-Perchè tu... e... Fukuda...-
Era riuscito a dirlo. E ora che cosa gli avrebbe risposto, avrebbe trovato
una banale scusa per giustificarsi oppure gli avrebbe detto come stavano
veramente le cose.
Sembrava che Koshino non fosse intenzionato a dire una sola parola.
Perché non mi dici niente Hiro... Perché non ti decidi una buona volta a
dirmi che non t'interesso e te ne vai dalla mia vita...
Anche se la bocca non voleva emettere nessun suono, le mani di Koshino
stavano percorrendo tutto il petto del compagno con movimenti urgenti. La
bocca poggiata sulla schiena. Lievi baci che si alternavano al tocco
bagnato della lingua.
-Ah... Hiro... basta... non giocare con me-
La voce tremava, tutto il suo essere tremava. Era troppo, sentire ancora
una volta le carezze di Koshino su di sé era come se gli si stessero
spalancando le porte per il paradiso. Non sapeva cosa fare, aveva troppa
paura che dopo che avesse avuto accesso a quel paradiso, il terreno sotto
i suoi piedi crollasse e si ritrovasse all'inferno.
-Lasciami... non mi toccare-
Com'era riuscito a pronunciare quelle quattro parole non lo sapeva neppure
lui. Voleva quelle mani su di sé, bramava di essere toccato e amato. Che
Koshino lo facesse ancora una volta suo, ma la paura era più forte, non
voleva più soffrire.
L'abbraccio si sciolse piano, le mani lasciarono il corpo caldo di Sendo.
Il freddo s'impossessò del suo essere, i brividi percorsero tutto il suo
corpo.
Ormai è finita... Vattene... Sarai contento ora che finalmente mi hai
distrutto...
Sentiva passi dietro sé, Koshino se ne stava andando. Non era questo ciò
che voleva? Che uscisse per sempre dalla sua vita e allora perché sentiva
questo gran dolore trapassargli il cuore, perché il suo corpo si stava
movendo da solo verso quello del compagno.
Koshino stava aprendo la porta, la mano sulla maniglia, tremava. Non
riusciva a controllarsi, e tanto meno a capire il suo atteggiamento verso
la persona che più contava nella sua vita.
Perché non riusciva a trattarlo come si meritava, pur amandolo sapeva
solo farlo soffrire.
Si girò di scatto, doveva assolutamente rimediare. Era la sua ultima
opportunità. Ma nel farlo si trovò faccia a faccia con lui.
Il volto di Sendo rispecchiava tutto, il suo amore e la sua disperazione.
-Akira...-
Ecco lo sto facendo ancora una volta... Perché non riesco a parlarti con
dolcezza, almeno una volta...
La sua voce era stata fredda, troppo dura per un ragazzo che voleva
dimostrare il suo amore. Ma non sapeva farlo. Sì la verità è che se
anche lui davanti agli altri era una persona socievole, disponibile non
sapeva mostrare i suoi sentimenti alla persona amata. Anzi no, conosceva
solo un modo per farlo e forse anche i quel momento sarebbe stato l'unico
modo per far capire a Sendo cosa provava veramente.
A volte gli aveva dimostrato d'essere dolce, ma subito dopo era diventato
violento. I suoi pensieri erano completamente diversi, non sapeva neppure
lui se lo aveva trattato come si meritava oppure se era lui che non
meritava un ragazzo come Sendo.
Sendo stava per aprire la bocca, stava per parlare, forse voleva chiarirsi
o forse cercava ancora una spiegazione per il suo tradimento. Ma questo
suo tentativo di dialogo, fu cancellato sul nascere dalla bocca dell'altro
ragazzo.
La mano destra teneva stretta i capelli bagnati d'Akira, mentre la
sinistra serpeggiava per la schiena. La pelle era bagnata e allo stesso
tempo calda. Adorava questa sensazione, la pelle di Sendo gli forniva
sempre nuove emozioni.
La lingua di Koshino si muoveva sulle labbra del compagno, una danza lenta
e sensuale. La mano sui capelli alleggerì la sua presa, lasciando a poco
a poco la sua posizione e scendendo giù per la schiena.
Sentiva il corpo del compagno essere percorso da brividi. Era sempre stato
così, nonostante la sua iniziale violenza, Akira non riusciva a
resistergli per troppo tempo. Con pochi tocchi era capace di fargli
perdere la ragione.
-Hiro..no..non..voglio...-
La voce era giunta come un sottile lamento alle orecchie di Koshino, ma
nonostante questo non aveva nessun'intenzione di fermarsi. Non proprio ora
che lo aveva tra le braccia. Ormai era troppo tardi per mollare tutto, lui
lo voleva, ne aveva un bisogno urgente.
La lingua cominciò con prepotenza a muoversi contro i denti di Sendo, con
insistenza cercava di fare in modo che il compagno gli lasciasse libero
accesso. Finalmente dopo vari tentativi, socchiuse le labbra, forse
solamente per respirare, ma tutto questo diede modo a Koshino di inserire
la propria lingua alla ricerca di quella del compagno.
Mentre il bacio si faceva sempre più profondo e la passione si stava
mostrando in quel semplice gesto, una delle mani di Koshino s'infiltrò
sotto l'asciugamano di Sendo venendo a contatto con il membro che
lentamente si stava risvegliando.
Il grido per quella mossa improvvisa si perse nella bocca di Koshino. Non
sembrava per nulla intenzionato a dare ascolto alle proteste del compagno.
Allontanò la bocca da quella del compagno. I suoi occhi di fuoco si
perdevano in quelli pieni di disperazione di Sendo. Lo sapeva, aveva
sbagliato a provarci con Fukuda o meglio aveva sbagliato a non accertarsi
che la porta fosse chiusa.
Akira gettò la testa indietro. Senza avvertimento Koshino aveva fatto
prendere un ritmo lento alla sua mano. Ora che Sendo sembrava non
ribattere più era il momento giusto per la mossa successiva.
Lo fece abbassare sul tappeto sotto loro, senza togliere minimamente la
mano dal membro del compagno. Non aveva nessuna intenzione d'interrompere
quella piccola e dolce tortura.
-Ti voglio Aki...-
Akira era sdraiato sul tappeto verde scuro che faceva strani contrasti con
la sua pelle. La mano di Koshino smise per pochi attimi di muoversi. Si
allontanò da lui. Voleva poter osservare quello che gli si stava offrendo
con la massima attenzione.
Sendo aveva gli occhi chiusi, la bocca semi aperta, il suo respiro si era
fatto pesante. Il petto che si alzava e abbassava, le parti basse coperte
dall'asciugamano. Ecco qual era l'ultima barriera da infrangere, il suo
stesso asciugamano.
Appoggiò entrambe le mani sul petto di Sendo, le fece scendere molto
lentamente verso il basso. Le dita si fermarono proprio sopra l'orlo
dell'asciugamano. Con una mossa fulminea e improvvisa afferrarono un pezzo
della stoffa, tirando e lanciando quell'ultima barriera dietro sé.
Ora Akira era completamente nudo e indifeso davanti a lui.
-Sei bellissimo...-
La voce di Koshino era bassa, molto sensuale mentre pronunciava quelle due
parole. I suoi occhi mostravano una fame mal celata, le sue mani presero
ancora una volta a vagare per il corpo del compagno, come a costatare che
l'altro ragazzo si trovasse davvero nudo ed eccitato sotto di lui.
-Cosa?-
Ora era stato Akira a pronunciare quella corta ed unica parola. La voce
era bassa, ma non per mostrare una sensualità che gli riusciva anche
senza questi piccoli stratagemmi, ma per trasmettere quello che non
riusciva a nascondere. Un'immensa confusione.
-Sei bellissimo...-
Koshino aveva ripetuto quelle due parole ancora un volta, ma con maggior
convinzione. I suoi occhi, tornadi di passione, continuavano ad osservare
il corpo eccitato di Sendo. La sua mano era scesa ad accarezzare il membro
del compagno.
-Ah..no..Hiro..-
Koshino si abbassò, avvicinò la bocca all'orecchio del compagno.
-Non posso fermarmi... senti come mi riduci-
Con la mano che aveva ancora libera afferrò una di quelle di Sendo
portandosela tra le gambe.
Cosa stai cercando di fare Koshino... Vuoi solo portarmi un'altra volta a
letto con te oppure mi ami veramente... Se non parli come faccio a capire
cosa provi...
Sendo avrebbe voluto togliere quella mano dai pantaloni, ma qualcosa lo
bloccava. Non era solo la mano di Koshino sulla sua ma era qualcosa di ben
più importante. La certezza di voler unire il suo corpo, la sua mente, la
sua anima e il suo cuore al compagno.
La mano di Akira strinse il tessuto dei pantaloni e assieme ad esso
qualcos'altro che la spessa stoffa non riusciva pienamente a nascondere.
La mano di Koshino si staccò dalla sua, forti respiri uscivano dalla sua
bocca mentre Akira cominciò a muovere la propria mano.
-Prendimi Hiro...-
Quelle parole erano arrivate su Koshino come un potente macigno, sapeva
benissimo che Akira avrebbe ceduto alle sue carezze, ma sentirsi dire
quelle parole era troppo. Si sentiva imprigionato, voleva unirsi a lui e a
breve avrebbe visto assecondato il suo desiderio.
Koshino si allontanò da lui, di poco. Ora era inginocchiato davanti a
Sendo e quest'ultimo aspettava impaziente una mossa del compagno.
-Spogliami...-
-Eh?-
Akira si sedette di colpo. Ora erano l'uno davanti all'altro. I corpi
eccitati, le menti prive di ogni blocco e i loro cuori che si stavano
ancora una volta avvicinando.
Nonostante fosse confuso fece come gli fu detto. Le sue mani avanzarono
curiose verso il corpo del compagno. Slacciarono i piccoli bottoni della
camicia bianca, con una certa lentezza. Scostarono i due lembi della
stoffa per vagare fresche sul petto bollente di Koshino.
-Ah..Aki..-
Parole sottili, delicati lamenti uscivano dalle labbra di Koshino, mentre
Sendo avvicinò le labbra al viso del compagno, in cerca delle sue. La
lingua si era insinuata all'interno della sua bocca in una corsa sfrenata
alla ricerca della lingua del compagno.
Un ballo sfrenato avveniva all'interno delle loro bocche, le lingue
avvinghiate in una lotta passionale per il controllo del bacio. Le mani di
Sendo aiutavano a liberare il corpo del compagno da quell'ingombrante
camicia, gettandola senza troppe preoccupazioni distante da loro.
Si staccarono ansimanti. Gli occhi fissi in quelli dell'altro mentre le
mani di Sendo cominciarono a vagare ancora una volta nel corpo di Koshino.
Le sue dita leggere come una brezza primaverile scesero lente sino a
fermarsi sul bordo dei pantaloni. Accarezzarono il tessuto dove mal si
celava un certo gonfiore che chiedeva la giusta attenzione da troppo
tempo.
-Aki... sbrigati-
La voce di Koshino mostrava in pieno il suo disagio, la sua voglia urgente
di un ulteriore contatto con il corpo del compagno. Ma sembrava che Sendo
non glielo volesse concedere.
Non diede ascolto alle proteste del compagno, anzi in quel momento era
come posseduto da una forza a lui totalmente estranea. Una gran voglia di
possedere il ragazzo di fronte a lui.
Avvicinò la bocca al collo di Koshino, mentre una delle sue mani risalì
per il petto, ormai bagnato da piccole goccioline di sudore. Lasciando che
l'altra mano continuasse a massaggiare il tessuto.
Koshino sentiva dentro di sé un fuoco, una fiamma che aumentava istante
dopo istante. La lingua sul suo collo, la mano tra le sue gambe era un
vero stress che lo tenevano incatenato ad una piccola prigione.
-Sei..un..bastar..do..-
Akira in tutta risposta morse la pelle, leccando subito dopo quel piccolo
e lieve segno creato dai suoi denti. La lingua viaggiava lenta attorno al
morso, con dolce sensualità per cancellare quel piccolo dolore che gli
aveva procurato.
-Ho..avuto..un buon..maestro...-
Aveva pronunciato quelle parole senza allontanarsi dal collo del compagno,
facendo sì che l'alito caldo sfiorasse proprio il punto in cui poco prima
gli aveva lasciato il morso.
Lasciò vagare le labbra sulla pelle del collo, facendole risalire
lentamente verso l'alto, aiutandosi con la lingua. Il suo percorso era
chiaramente distinguibile dalla scia umida che lasciava dietro sé. Si
fermò proprio ad un soffio dall'orecchio, iniziando a sussurrare piccole
frasi provocatorie. Non sembrava nemmeno più lui, quel ragazzo che si era
sempre lasciato sottomettere, che aveva sempre esaudito ogni pretesa
fattagli da parte del compagno.
Mentre la bocca di Sendo riprese ad assaggiare la pelle bollente di
Koshino, la sua mano, ancora sui pantaloni, prese a slacciare uno dei due
indumenti che ancora lo dividevano dalla sua "meta".
Slacciò il bottone scuro e con due dita prese a far scendere lentamente
la cerniera. Una lentezza troppo stressante per il ragazzo che sotto di
lui non aspettava altro di venire a contatto con quella maledetta mano e
magari con qualcos'altro.
Fece entrare la mano all'interno del piccolo spazio che gli si offriva e
che lasciava intravedere una parte del tessuto dei boxer, mentre con la
mano libera sulla schiena, lo fece sdraiare.
Sendo rimase ad osservare Koshino sotto di sé, nello stesso modo in cui
il compagno aveva fatto con lui. Ora sembrava che i ruoli si fossero
invertiti, che Hiroaki fosse quello da possedere e non il contrario come
di solito accadeva.
Gli occhi di Akira erano fissi in quelli del compagno, pozzi scuri che
sembravano calamite che attiravano inesorabilmente quelli dell'altro
ragazzo; le sue mani presero ad afferrare la stoffa dei pantaloni
facendola scendere per le gambe atletiche di Koshino.
-Muoviti...-
La voce di Koshino era bassa, sensuale. La calma che l'asso del Ryonan
aveva avuto sino a quel momento sembrava volare via come petali al vento.
Il suo cervello rischiava di essere escluso da tutto quello che stava
accadendo, facendo sì che fosse solo il cuore a guidarlo.
Riuscì con un'ultima veloce mossa a sfilare totalmente i pantaloni e a
gettarli, lontano dai loro corpi. Ora poteva notare con chiarezza
l'eccitazione di Koshino rinchiusa in quell'ultimo indumento. I suoi occhi
erano totalmente catturati da quella gabbia fatta di tessuto che
rinchiudeva il suo obiettivo.
-Cazzo..Aki..-
Koshino alzò il bacino, cercando di raggiungere la mano del compagno che
sembrava immobilizzata a metà aria come ad attendere qualcosa. Ancora una
volta Sendo, risvegliatosi di colpo, gli sfuggì. Ormai il suo scopo era
quello di farlo soffrire. Sì, come aveva fatto lui, comportandosi a quel
modo con Fukuda. Non lo sopportava, non digeriva quel suo atteggiamento
menefreghista.
-Non ho fretta...-
Negli occhi di Sendo brillava qualcosa di oscuro, un'idea si era formata
nella sua mente. Koshino si ritrovò a gridare quando la mano di Sendo
riprese ad accarezzare il suo membro contro la stoffa dei boxer.
Eccitazione e stress questo era quello che stava provando Sendo ma che
allo stesso provocava in Koshino.
Il membro di Sendo pulsava eccitato, ma non voleva ancora cedere al
compagno, aveva diritto a prendersi una piccola rivincita. Anche se avere
il suo Hiro sotto di lui in quelle condizioni stava facendo sì che la sua
voglia di vendetta svanisse.
Forse anche dovuto all'improvviso cambio di ruoli che aveva imposto
Koshino, con un veloce movimento.
-Aki..io..ti..voglio..-
Ancora quella voce sensuale. Era troppo, ora sì che le barriere di Sendo
si erano infrante. Non era più intenzionato ad imporsi.
-Allora..prendimi..-
Koshino non aspettava altro. Si allontanò di qualche passò dal compagno,
sovrastandolo con il proprio corpo. Si abbassò lentamente i boxer, ormai
diventati un indumento odiato da entrambi i ragazzi. Ora era completamente
nudo, così come lo era già da qualche tempo l'altro ragazzo. Il suo
membro totalmente in vista agli occhi affamati di Sendo.
-Avanti..-
Ora era stato Sendo a parlare con una voce sottile ma allo stesso tempo di
una sensualità indescrivibile. Si passò senza rendersene quasi conto la
lingua sulle labbra, mentre il corpo di Koshino si appoggiava al suo.
Due corpi, due cuori e due anime ancora una volta pronti ad unirsi. Nessun
pensiero, niente avrebbe potuto rovinare questo loro momento magico.
I due ragazzi gemettero a quell'iniziale contatto. I loro membri si
sfiorarono provocando una leggera scossa che partì e percorse tutto il
loro corpo. L'eccitazione che cresceva e i loro due corpi che combaciavano
alla perfezione che non aspettavano altro di unirsi.
Sendo prese fra le mani il viso di Koshino, con dolcezza come se fosse una
delle cose più preziose al mondo, come se potesse sparire o addirittura
frantumarsi con un contatto troppo violento. L'attirò verso il proprio.
-Ti amo...-
Lo aveva detto. Senza pensarci, senza riflettere minimamente su quella
frase ma guidato solamente dal cuore. Un cuore che chiedeva solo di donare
e ricevere amore.
Non lasciò diritto di replica al compagno e gli chiuse la bocca con la
propria. Un bacio che non aveva nulla di dolce, affamato questa era la
parola più adatta per indicare l'azione che stava guidando l'essenza di
Sendo.
La lingua di Akira aveva preso ancora una volta a duellare con quella del
compagno. Le mani avevano preso due cammini diversi, mentre una era tra i
capelli scuri accarezzandoli l'altra si era intrufolata tra i loro due
corpi sudati alla ricerca di un qualcosa in particolare.
Un baciosenza fine che lì tenne uniti mentre invertivano i ruoli.
Sendo si allontanò da lui, ansimando. I suoi occhi diventati ancora più
scuri, annebbiati dalla passione, fissavano il corpo del compagno sotto di
lui. Era così eccitante avere tutto quel potere sul corpo dell'altro, ora
riusciva a capire cosa si provasse, quali sensazioni traeva Koshino da
voler essere sempre la parte dominante.
Ancora una volta incatenò lo sguardo a quello del compagno. Una delle
mani percorse tutto il petto, poté sentire sotto le sue carezze la pelle
calda. Scese maggiormente verso il basso fermandosi poco prima di
raggiungere il membro.
-Aki... sbrigati...-
Accolse la supplica del compagno. La sua mano fresca sul membro caldo ed
eccitato. Movimenti lenti che si alternavano a veloci, una breve e lenta
tortura che prese un ritmo più accelerato e costante.
Un grido. Il piacere aveva accolto entrambi. Erano venuti nello stesso
momento, nonostante quello a ricevere l'attenzione fosse stato solo
Koshino. Ma il senso di possedere il corpo del compagno, era stato
talmente forte che entrambi i ragazzi si ritrovarono sdraiati l'uno
accanto all'altro.
L'unico suono udibile nella stanza era il loro ansimare. Il cercare di
portare la respirazione a livelli normali. Il cuore che correva come un
cavallo non domato nella prateria.
Hiro... E ora cosa farai... Dopo essere tornato da me mi lascerai ancora
una volta per Fukuda... Quali sono i tuoi sentimenti per me...
Chiuse gli occhi. Non voleva riaprirli. Ancora una volta era caduto nel
baratro del terrore, nella paura di perdere la persona che amava più
della sua stessa vita. Che era la sua stessa vita.
Da quando in qua sono diventato così rammollito...
La paura di perderlo l'aveva ridotto debole, pronto a fare qualsiasi cosa
pur di non rischiare di perderlo. Si era ripromesso di non cadere ancora
una volta in quel dolore che ra la perdita di un compagno. Ma era più
forte di lui, l'amore per Koshino era come un richiamo muto per il suo
cuore.
Reagisci... Reagisci... Reagisci...
Non doveva buttarsi giù in quel modo. Se Koshino era tornato da lui
questo poteva solo voler dire che anche lui lo amava che provava qualcosa
di profondo per lui.
In risposta a tutte queste domande, una mano del compagno si appoggiò al
centro del suo petto. Sendo aprì gli occhi di colpo. Sentiva la mano
ferma in quel punto, come se quel tocco volesse catturare il battito
accelerato del suo cuore.
Cercò lo sguardo del compagno. Non lo trovò. Trovò soltanto un viso
dall'espressione pacifica, con un leggero accenno di un sorriso e gli
occhi chiusi come a voler imprimere nella propria mente quelle sensazioni.
-Hiro...-
La sua voce tremava. Non aveva paura. Aspettava solo di veder uscire da
quelle labbra che si erano mosse un paio di volte un suono. Un
semplicissimo suono, una o due parole che gli spiegassero quello che
provava per lui o una qualsiasi altra cosa. Non sapeva neppure lui il
perché di tutti quei dubbi, gli sarebbe bastato prendersi il corpo del
compagno e tornare alla vita normale di sempre. Sapeva che questa volta
Koshino era pronto a concedergli di essere lui a possedere. Ma a cosa gli
sarebbe servito, a niente.
Perché lui non era così. Akira Sendo non aveva bisogno di nessun corpo
con cui condividere una notte di passione. Quello che veramente voleva era
riavere accanto a sé il compagno. Il cuore, l'anima, la vita da
condividere assieme.
Devo farlo ora...
Nonostante il momento non fosse quello appropriato lui doveva sapere.
Doveva venire a conoscenza di quello che era successo. Il perché di tutta
quella sofferenza che ora gli attanagliava in una maniera soffocante il
cuore.
-Perchè...-
Ecco alla fine era riuscito a pronunciare quella piccola parola.
Perché... Hiro ti prego rispondimi...
Koshino aprì gli occhi. Ora erano fissi in quelli del compagno. Un aiuto?
Questo era quello che Sendo riusciva a leggere negli occhi del compagno?
Una muta richiesta di aiuto per colui che non riusciva ad esprimere i suoi
sentimenti.
Capiva. Riusciva finalmente a comprendere quale fosse l'anima di Koshino.
La riusciva finalmente ad intravedere attraverso i suoi occhi scuri. Scuri
e profondi come un maremoto che ti trascina, ti allontana dalla tua meta e
ti avvicina senza esserne conscio a qualcosa di più grande.
E questo stava accadendo a Sendo. Si era sentito perso ma poi alla fine
aveva compreso quale fosse il vero animo del compagno. Un animo pieno di
sfumature, di mille colori, che racchiudevano in se quello che era in
realtà l'altro ragazzo.
-Io...io...-
E' tanto difficile per te Hiro...
I suoi pensieri si fermarono di colpo quando il compagno avvicinò le
labbra al suo viso percorrendolo con dolci baci. Quest'azione lo lasciò
spiazzato, mai, che si ricordasse, Koshino aveva compiuto un'azione
simile.
Akira finalmente ho capito...
La bocca cominciò a seguire i contorni del volto di Sendo, aiutandosi con
la lingua per fermarsi su mento, dandogli un leggero morso. La lingua
continuò il suo cammino scendendo lenta per il collo sentendo sotto di
sé il respiro accelerato dell'altro ragazzo.
Le mani di Koshino presero a muoversi sul corpo del compagno, mentre le
sue labbra, la sua lingua si muovevano dal collo sino alla spalla destra.
-Aaaaah-
Sendo gemette al contatto dei denti del compagno che affondavano nella sua
carne. Un leggero dolore, subito sostituito dal piacere della lingua che
cominciò a viaggiare attorno a quel piccolo ma profondo morso.
Una delle mani di Koshino si era fermata all'altezza del membro. Le dita
si posarono su di lui in una leggera carezza. La pelle fresca delle dita
su quella calda del membro.
-Aaaaah ti pre..go...-
La sottile voce che usciva dalle labbra di Akira poteva arrivare alle
orecchie del compagne. Un lamento, una pretesa, una speranza. Che
continuasse, voleva di più e questo suo desiderio sarebbe stato
ricompensato presto dal compagno o almeno questo era quello che pensava
Sendo inconsciamente.
E queste sue speranze incominciarono a cancellarsi non appena la mano,
quella che fino a poco prima lo accarezzava si era allontanata dal suo
corpo. Una distanza che gli toglieva il fiato.
Non capiva.
Voleva sapere il perché di quella mossa brusca.
Perché avesse all'improvviso deciso di privarlo di quel dolce contatto.
Aprì la bocca pronto a protestare a lanciare al compagno tutti gli
insulti che cercavano con insistenza di uscirgli dalla gola.
Le sue labbra si schiusero.
Ma non uscì nessun insulto contro il compagno.
Solo un piccolo e forte grido.
Koshino aveva allontanato la mano solo per essere sostituita dalle sue
labbra, che avevano intrapreso un cammino lento.
Poteva sentire su di sé le labbra aprirsi e chiudersi. Poteva sentire la
lingua umida che facilitava i movimenti della bocca nel percorrere la sua
carne.
Ansimava, gemeva. Koshino lo stava portando alla follia.
Impazzire. Sì una pazzia raggiungibile grazie solo all'immenso piacere
mescolato allo stress del non appagamento totale. Il sentire quella bocca,
quella lingua torturarlo senza mai raggiungere il centro che gli avrebbe
dato il piacere.
-Hi..Hiro..-
Non ce la faceva. Era troppo stressante quello che gli stava accadendo.
Non capiva, non ci voleva poi molto a dargli quello che lui chiedeva.
-Bas..ta...ti...odi..-
E come se Hiroaki fosse intento ad ammonire quelle ultime due parole
accolse totalmente all'interno della sua bocca il membro, ormai al limite,
del compagno.
E ancora una volta un grido.
Un grido colmo di piacere mentre sentiva di cadere in un baratro di
piacere. Profondo e senza barriere. Da dove avrebbe rischiato di non
riuscire a risalire.
Dove sapeva che il non ritorno era assicurato.
Ansimare, questo era l'unico suono che ancora si poteva udire tra le mura
della casa.
Contorcersi, questo era l'unico movimento da parte di Sendo.
Le mani di Sendo si mossero, nascondendosi tra i capelli scuri di Koshino.
Mentre premeva, spingeva il capo sperando che così Koshino capisse la sua
urgenza e si decidesse a farlo venire.
In tutta risposta Koshino, continuando il suo "lavoro" fece
serpeggiare una mani per il corpo del compagno, facendola risalire e
fermare sulle labbra del ragazzo. Con leggere carezze permise che due sue
dita accarezzassero quelle labbra sensuali.
Sendo dischiuse le labbra, lasciando sì che le due dita avessero pieno
accesso alla sua bocca.
La sua lingua girò attorno, inumidendole.
Preparandole a quello che sarebbe successo di lì a poco.
Abbassò gli occhi, incontrando e perdendosi in quelli del compagno.
Entrambi erano "occupati" nelle loro azioni intime.
Ma nonostante tutto i loro sguardi non ne volevano sapere di separarsi.
Le dita scivolarono dalla bocca verso il basso, intraprendendo un cammino
umido sino ai pettorali scolpiti. Ancora una volta cercarono di imprimere
nella memoria ogni singolo muscolo, ogni fibra.
Come se quella fosse stata la prima volta oppure come se dovesse essere
l'ultima.
Questo pensiero fece percorrere un brivido lungo la schiena di Koshino.
Aveva paura.
Ora se n'era reso conto.
Aveva un'enorme paura di perdere il proprio compagno.
E tutto questo se lo era creato lui, con le sue stesse mani.
A poco a poco aveva trasformato la sua paura di perderlo, in ossessività.
In ricevere e non dare mai.
E poi per una stupida scommessa stava davvero rischiando di perderlo.
Ma ora non doveva pensare a questo.
Ora che lo aveva lì, doveva fargli capire quali fossero veramente i suoi
sentimenti.
Le dita continuarono il loro cammino.
I suoi occhi non perdevano una sola espressione di piacere che andava a
dipingersi sul bel volto di Sendo.
Era eccitante.
Lo eccitava fuori dalla misura il vedere quegli occhi diventare ancora
più scuri per il desiderio.
Le labbra separate da cui uscivano leggeri sospiri alternati a gemiti.
Il corpo sudato su cui viaggiavano le sue dita, fermandosi sui glutei.
Diede un ultimo sguardo al compagno mentre lentamente lo penetrava con un
dito. Vide la smorfia di dolore oscurare il viso eccitato del compagno e
allo stesso tempo sentì il tendersi dei muscoli.
Sapeva che faceva male, ma continuò cercando di accelerare i suoi
movimenti per toccare quel punto preciso e portargli un po' di piacere.
-Ahhh...Hiro..di..più...-
Il piacere aveva preso il sopravvento sul compagno, ancora una volta.
Le dita erano diventate due, riuscendo a dare un maggiore piacere al
compagno. Ma questo sembrava non bastare.
Sendo sentiva come un vuoto dentro di se.
Il vuoto per la mancanza della presenza totale del compagno.
Voleva sentirlo dentro.
Voleva poter gridare il suo nome mentre Koshino veniva dentro di lui.
E veniva assieme a lui.
Le dita vennero sostituite a breve dal membro di Koshino, mentre
lentamente lo penetrava.
Non voleva essere rude.
Voleva fargli capire i suoi sentimenti.
E di certo la violenza non ne un'alleata in questo.
Era intossicante la sensazione che stava provando.
Eppure non era la prima volta che lo possedeva e sapeva che non sarebbe
stata neanche l'ultima, ora che affondava lentamente dentro di lui.
Strinse i denti cercando di mantenersi calmo.
Si spinse piano al suo interno, ma nonostante tutto non gli sfuggì una
leggera smorfia di dolore sul viso del compagno. Ma non poteva fermarsi,
non si sarebbe tirato indietro ora che era quasi arrivato al paradiso. Il
loro paradiso.
Con un'ultima spinta affondò completamente nel compagno, facendo sì che
a Sendo sfuggisse un urlo.
Era di dolore, certo.
Lo poteva distinguere perfettamente dalla smorfia del viso.
Era fermo.
Voleva lasciar sì che prima si riprendesse da quel movimento brusco.
Sendo aprì gli occhi.
Due occhi scuri nei quali erano riflesse varie emozioni.
L'amore e la passione però erano le più evidenti.
-Muo..vi..ti..-
La voce di Sendo tremava.
Ma la sua richiesta era stata udibile, fin troppo.
Koshino cominciò a muoversi lentamente, ma via via accelerando sempre di
più.
Non perdendosi una sola espressione sul viso del compagno.
I due corpi si muovevano contemporaneamente.
L'uno spingendosi con urgenza verso quel membro.
L'altro con spinte sempre più forti cercava di raggiungere il punto del
non ritorno.
Una danza lenta e sensuale, questo era quello che era visibile dalla
sincronia dei due corpi persi nell'eccitazione dell'incontro delle loro
anime.
-Hiro..più..forte..-
Sendo continuava ad elemosinare, voleva di più. Voleva sentirlo in
maggiore profondità, assaporare quel totale piacere che fino a pochi
giorni prima era sicuro appartenesse solo a lui. E ora voleva poterlo
assaporare ancora una volta. Mentre nella sua mente si faceva sempre più
forte la paura di perderlo. Di perdere quell'unica persona che riusciva a
capirlo, amarlo e confortarlo in ogni momento.
Ormai Sendo n'era sicuro il suo corpo, il suo cuore e la sua anima non gli
appartenevano più. Si erano lasciati corrompere dall'amore.
I gemiti da parte di Sendo si fecero sempre più forti, aumentando
maggiormente quando una mano del compagno s'infilò di colpo tra i loro
due corpi alla ricerca della sua virilità.
Afferrandola con forza e cominciando a massaggiarlo.
Prendendo un ritmo sempre più veloce pari e in sincronia con quello dei
loro corpi.
-Ahh..ahh..di..più..-
Koshino si morse il labbro mentre giunse al culmine del piacere, con un
grido, assieme al compagno. Sprofondò sopra il compagno mentre poteva
sentire sul proprio torace qualcosa di umido. Non aveva neanche bisogno di
costatare cosa fosse, sapeva bene che quella era la prova inconfutabile di
essere riuscito, come sempre, a far raggiungere il piacere al compagno.
Sciolse il contatto con il compagno distendendosi al suo fianco.
Gli occhi chiusi.
La mente piena di pensieri.
Alla ricerca sfrenata di una soluzione a quello che lui stesso aveva
creato.
E ora? Adesso come riuscirò a spiegarti il vero motivo del mio
atteggiamento verso Fukuda... Come riuscirò a fargli capire che è stato
tutto un malinteso...
Perso nei suoi pensieri non si era reso minimamente conto dello sguardo
del compagno. I suoi occhi scuri velati di tristezza lo stavano osservando
già da qualche secondo cercando di capire cosa sarebbe successo ora.
Allungò una mano per toccare la guancia destra di Koshino, su cui stava
cadendo una lacrima solitaria. Raccolse quella piccola gemma di cristallo
con due dita, portandosela subito dopo alle labbra.
-Aki..io..-
Cosa si sarebbe dovuto aspettare ora.
Sarebbe rimasto con lui o sarebbe tornato da Fukuda o magari da qualcun
altro?
A che cosa erano valsi tutti quei giorni passati assieme?
Perché era tornato?
Solo per illuderlo e usarlo ancora una volta?
Non riusciva a trovare una risposta.
La sua mente cercava di formularne una e il suo cuore faceva lo stesso.
Ma le due si scontravano.
Erano opposte.
Eppure i suoi occhi gli stavano comunicando qualcosa.
Erano carichi d'amore.
Non poteva sbagliarsi.
-Hiro... ti prego parlami-
La sua voce era calma.
Ma il suo cuore batteva impazzito.
Aveva paura.
Una gran paura di sentire qualcosa di terribile da quelle labbra.
Koshino si mise a sedere.
Prese una delle mani di Sendo e se la portò al cuore.
-Lo senti?-
Sendo sentiva il cuore del compagno battere forte, sempre più forte.
Ma non capiva cosa c'entrasse quello con la sua decisione.
-Il mio cuore batte solo per te... Tu te ne sei appropriato e ora senza il
tuo calore il mio corpo è vuoto, freddo... Quello che è successo con
Fukuda è stato un malinteso... E' successo tutto per una stupida
scommessa... Lui voleva te e io ho dovuto sfidarlo... Ci siamo baciati ma
nulla di più... Puoi credermi?-
Sendo annuì.
Aveva il viso inclinato, facendo sì che fosse impossibile vedere a pieno
il suo volto, i suoi occhi. Gemme nere d'amore, che stavano risplendendo
di luce propria.
Sendo aveva avvicinato il viso a quello di Koshino. Le sue labbra ad un
soffio da quelle del compagno. Il cuore che batteva veloce, e lentamente
aumentava la sua corsa. Mentre cuore e mente per la prima volta erano d'accordo
su un unico pensiero.
Le sue labbra su quelle del compagno, una dolce e calda carezza.
Chiusero gli occhi mentre entrambi si persero nelle sensazioni del loro
bacio.
Un bacio che valeva, per loro, più di mille parole. Mentre in entrambi i
ragazzi si faceva spazio la convinzione che quello che li univa non era
una semplice infatuazione tra due persone dello stesso sesso. Ma un
sentimento puro e vero che nasceva dal cuore. Che li avrebbe aiutati ad
affrontare le difficoltà che la vita si apprestava a sistemare sul loro
cammino.
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