Disclaimers: i personaggi sono miei^^


Magia e sentimenti

parte XV

di Bombay



Si guardò intorno, tenebre, solo tenebre, non distingueva nulla ad un palmo dal proprio naso.
Recitò una formula... non accadde nulla.
Si mosse a tentoni nel buio, si sentiva osservato... da quell'ombra... era ancora li. e lui era in trappola... non poteva fuggire.
"Hai mentito"
Kraal si girò in direzione della voce ed attese.
"Qualcosa... anzi qualcuno a cui sei molto legato"
Il giovane mago indietreggiò "La tua mente può rinnegarlo, ma il tuo cuore no", una risata crudele si estese nell'oscurità.
"Non importa... te lo farò dimenticare... abbiamo tempo e tu ora sei mio"
Una fioca luce prese a brillare nelle tenebre, Kraal indietreggiò ancora andando a sbattere contro il muro, l'ombra fu su di lui... un grido strozzato, il giovane cadde carponi ansimando gli occhi serrati, i pugni chiusi.
Sospirò mentre un sorriso sbieco gli incurvava le labbra, aprì gli occhi, neri... neri come la notte senza luna.

***
Un mese e dieci giorni. Soren sospirò scendendo dal letto prese la brocca e versò nella bacinella l'acqua, vi tuffò le mani e si lavò il viso asciugandoselo poi con un panno di lino.
Prese la spazzola e districò i capelli poi si vestì e scese nel salone per fare colazione anche se non aveva molta fame.
Arrivo nella sala c'era una strana euforia nell'aria.
"Buon giorno Soren" lo salutò il re
Soren fece un pallido sorriso "Che succede?" domandò sedendosi accanto alla sorella
"Fattelo dire da Nelia e Galder"
Soren sollevò un sopraciglio e guardò i due sposi in attesa di chiarimenti
Nelia arrossì lievemente poi guardò Galder che annuì
"Aspetto un bambino"
"Non è meraviglioso!" esclamò suo padre al settimo cielo.
Soren sorrise "Si lo è, sono felice per voi" era vero anche se forse non lo dava a vedere come suo padre.
Nelia e Galder si tenevano per mano ascoltando il genitore di lei che faceva progetti sul futuro nipotino...
Soren li osserva, si sentiva estraneo alla loro felicità, all'improvviso gli venne una gran voglia di piangere, era tutto così perfetto per loro... lo sarebbe stato anche per lui se... se...
Solo Nelia parve accorgersi del suo stato d'animo gli posò un mano sul viso e gli sorrise, un sorriso comprensivo che racchiudeva in se mille significati noti solo a loro.
Soren sorrise a sua volta abbracciando la sorella "Sono felice per voi" sussurrò
Galder gli posò una mano sulla spalla "Oggi ho intenzione di andare a caccia con i falconi, vuoi venire con me?"
Il principe scosse la testa, "No, grazie per l'invito ma ho trovato dei testi interessanti di magie e vorrei studiarli..."
Galder annuì ma il re intervenì... "Suvvia, puoi sempre studiare in un altro momento, stai sempre chiuso nel castello, va con Galder all'aria aperta... è quasi estate..."
Soren sospirò "Va bene, fa sellare il mio cavallo ti raggiungo nelle stalle" mormoro rassegnato.

Soren seguiva Galder a pochi passi di distanza, con il sua cavallo, i falchi volavano alti nel cielo, ma a Soren non interessava più di tanto era andato con il guerriero solo per fare un piacere a suo padre.
Galder si fermò e scese da cavallo... "Nelia è preoccupata per te"
Soren sollevò la testa "Riesco sempre a farla preoccupare, anche se non è nelle mie intenzioni" mormorò
"Dai scendi da cavallo e vieni qui che parliamo un po'"
Soren scese da cavallo sospirando legò l'animale ad un albero e si avvicinò all'uomo.
"Mi chiedo perché ti fai trattare così" disse Galder di punto in bianco
Soren spalancò gli occhi "Scusa, ma non ti seguo..."
"Soren, tu non sei così ingenuo come sembri, ho imparato a conoscerti e a capire che cosa c'è dietro ai tuoi tristi e rari sorrisi" mormorò
Il principe si sedette sull'erba a gambe incrociate e Galder fece altrettanto mettendoglisi di fronte.
"Mi riferisco a Kraal, perché ti lasci trattare così da lui, non ne ha il diritto"
Soren tacque, in parte Galder aveva ragione, ma lui era innamorato di Kraal e non aveva nessun mezzo per farlo restare al castello con lui, Kraal doveva trovare quello che cercava o la sua ansia di conoscere non si sarebbe mai esaurita...
"Tu non puoi capire..."
Galder sorrise "Forse, ma ho visto come vi guardavate, non mi sono certo scandalizzato..."
Soren avvampò quindi anche Galder sapeva...
"Guarda il mio falco sta scendendo in picchiata" disse alzandosi alleviando la tensione che si era creata.
Soren lo fissò allontanarsi sospirò, su una cosa era certo non poteva andare avanti così, stava soffrendo e faceva preoccupare le persone che gli erano accanto.

Quando Soren tornò al castello il padre gli andò incontro "Ti sei divertito?"
Il principe annuì 
"Vieni ti devo parlare"
"Fatemi rinfrescare e cambiare"

Il re fissava il figlio di fronte a lui era sicuro che Soren sarebbe stato felicissimo della notizia.
"Di che cosa volete parlarmi?"
"Ho pensato, ora che tutto è tornato tranquillo, che la guerra è solo un ricordo, potresti prendere moglie"
Soren impallidì, non aveva mai pensato a quell'eventualità, come poteva sposarsi con una fanciulla, che fra l'altro non conosceva, anche se quello era il minore dei problemi.
"Cosa?" sussurrò ma suo padre parve non sentirlo.
"C'è una fanciulla, figlia del re delle Terre del Nord che..."
"No!"
Il re fissò il figlio che lo aveva interrotto bruscamente, non si aspettava certo un rifiuto...
Soren sollevò il viso e fissò il padre negli occhi.
"No" ripeté con fermezza "Non ho intenzione di sposarmi"
L'uomo sorrise "Posso capire il tuo timore ma..."
Soren scosse la testa, doveva dirgli la verità, ma come avrebbe reagito.
"E' una fanciulla splendida, sono sicuro che te ne innamorerai appena la vedrai..."
"E' questo il punto, io non posso amarla, la renderei infelice e lo sarei io stesso"
Il re aggrottò la fronte si alzò da dove era seduto e posò un a mano sulla spalla del figlio
"Sciocchezze... vedrai, quando ti troverai nell'intimità del letto"
Soren arrossì, se solo suo padre avesse saputo...
"Non capite, io non posso amarla ne ora, ne mai, non amo le fanciulle" sussurrò
Il re lo scrutò cercando negli occhi verdi del figlio la verità.
Il sovrano si sedette pesantemente sul trono.
Soren strinse i pugni "Il mio cuore appartiene già a qualcun altro" mormorò piano, più a se stesso che per il genitore.
"Kraal" sibilò il re a denti stretti alzandosi con furia sollevò la mano, Soren chiuse istintivamente gli occhi aspettando il colpo che però non arrivò, apri un occhio, poi l'altro con cautela.
Sua padre si reggeva al trono e fissava il pavimento.
"Ora capisco molte cose" sussurrò
"Padre..."
"Sta zitto!" disse sollevando la testa di scatto "Vattene..."
Soren si senti mancare, lo stava cacciando ma...
"Vattene nella tua stanza e restaci, fino a nuovo ordine, devo... riflettere!"
Il principe volse le spalle al padre e corse via, raggiunse la propria stanza chiuse la porta e vi si appoggiò contro, scivolando lentamente a terra... che cosa avrebbe deciso... che cosa sarebbe accaduto... adesso che sapeva...
Raggiunse il letto e si stese nascondendo il viso nel cuscino... attese.

Era ormai sera, l'ora di cena era passata da un pezzo, quando il re lasciò la sala del trono per percorrere i lunghi corridoi del castello fino alla camera di Soren, bussò ma non ottenne risposta così entrò.
Suo figlio era coricato sul letto tutto rannicchiato, le guance ancora umide di lacrime, constatò il re sfiorandogliela con una carezza sedendosi sul bordo del letto.
Soren era il più tranquillo dei suoi figli, non aveva mai dato problemi né a lui né alla sua adorata moglie o a chiunque altro, anche perché tutti lo consideravano il piccolo della famiglia, 
Intelligente e sveglio gentile e buono con tutti, incline per lo studio anche se non disdegnava l'imparare l'arte della spada o qualunque altra il re volesse insegnargli.
Poi era partito per la scuola di magia e quando tornava era una gioia riaverlo al castello per tutti quanti...
Gli scostò i capelli dal viso e sorrise, poi era arrivato Kraal e Soren era cambiato... fino all'estate che Kraal se ne era andato senza dare spiegazioni, Soren aveva sofferto ed il re non ne aveva capito il motivo, erano amici... non avrebbe mai immaginato altro ed invece... poi Kraal era tornato e Soren era tornato il ragazzo spensierato di un tempo, anche se nei suoi occhi non c'era più l'innocenza strappata da qualcosa di terribile come la guerra... e forse non solo quello...
Soren sospirò e schiuse le palpebre, fissò il padre, fece per mettersi a sedere ma il re lo fermò con un sorriso.
"Mi dispiace..." sussurrò il principe, mentre i suoi occhi si velavano di lacrime, "Vi ho deluso"
"No, Soren, non mi hai affatto deluso, solo sorpreso..."
Soren si mise a sedere ed il padre lo abbracciò.
"Ti voglio bene Soren, non vorrei mai vederti piangere e soffrire... accetto la tua scelta, è la tua vita ed devi essere tu a viverla"
Soren si strinse maggiormente al padre, non sperava in tanta comprensione ed invece... tutto il timore che aveva provato in quelle ore stava svanendo lasciandolo spossato
"Tua sorella sa gia tutto vero?... e da molto tempo immagino"
Soren annuì sfregando la testa sul petto del padre
"Perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose, dopo tutto sono il re di questo feudo..."
Soren rise sollevandosi ed il re gli posò la mano sulla guancia "Assomigli a tua madre, hai i suoi occhi, la sua espressione e non sei più un bambino" constatò dolorosamente lo strinse nuovamente a sé.
"Sei un uomo ed un mago ed è ora che anch'io ti consideri tale non credi"
Soren annuì "Ti voglio bene" sussurrò facendosi cullare in quell'abbraccio così diverso da quello di Kraal, ma non meno intense le emozioni che provava.


Altri giorni trascorsero e Soren prese una decisione!
"Sei davvero sicuro figlio mio"
Il giovane mago annuì "E' tempo che anch'io lasci il nido ed impari a volare da solo"
"La tua decisione mi addolora"
Soren sorrise "Non me ne vado per sempre, tornerò prima che il bambino di Nelia nasca, voglio esserci quando questo accadrà"

Nelia era seduta alla finestra della sua stanza e stava ricamando e conversava con il marito intento a lucidare la sua spada.
"Nelia..."
La donna si volse alla voce del fratello e gli sorrise
"Allora è deciso, partirai"
"Si, ho il permesso di nostro padre, partirò domani all'alba"
Nalia posò il ricamo e si alzò abbracciò Soren "Fa attenzione" gli sussurrò
Soren annuì "Tornerò prima che il tuo bambino nasca, te lo prometto" mormorò posandole una mano sul ventre leggermente rigonfio. 
La giovane donna posò la mano su quella del fratello, Soren non avrebbe voluto lasciarla in un momento così importante.
"Mi mancherai" sussurrò Soren baciandole la fronte
"Anche tu, aspetta" disse lei aprendo un baule e ne tirò fuori un mantello di velluto blu... lo drappeggio sulle spalle del fratello. 
"Anch'io ho qualcosa per te" disse Galder porgendo a Soren un pugnale con l'elsa d'oro finemente lavorata... Soren fece per protestare ma Galder sollevò una mano "Usalo se necessario, potrebbe salvarti la vita... e torna presto, qui troverai sempre qualcuno ad aspettarti"
"Grazie" sussurrò legandosi il pugnale alla cintura.

Il sole non era ancora sorto quando Soren lasciò il castello in groppa al suo cavallo.
La sua prima destinazione era la scuola di magia, aveva bisogno di informazioni ed era sicuro che li le avrebbe trovate senza difficoltà.
La scuola di magia non era cambiata, grande e maestosa come la ricordava, era strano tornarci dopo tanto tempo...
Lasciò il cavallo al paese sottostante e proseguì a piedi, varcò il cancello e chiese al custode del rettore.
"Sapevo che saresti venuto"
Soren si girò. Nicodemus era a pochi passi da lui e lo guardava sorridendo.
"Bentornato Soren"
Soren fece un inchino e sorrise
"Vieni seguimi, avremo tempo per parlare ed ora sarai stanco per il viaggio"
Soren seguì l'arcimago lungo i corridoi della scuola, di tanto in tanto incontravano degli apprendisti che si fermavano e si inchinavano in segno di saluto.
Soren fu condotto nell'ala della scuola riservata ai maestri. 
"Questa sarà la tua stanza per la tua permanenza qui, quando ti sarai sistemato raggiungimi nel mio studio"
"Si, grazie"
Soren si guardò intorno, da ragazzo era convinto che le stanze dei maestri fossero calde e confortevoli ed invece si sbagliava, a differenza degli apprendisti avevano un letto e non un giaciglio di paglia, ed un piccolo camino, ma per il resto erano uguali, una tavolo con una sedia sotto la finestra con una candela su un lato e inchiostro e penna dall'altro.
Depositò la sacca sul letto e raggiunse Nicodemus nel suo studio.
"Accomodati pure" lo invitò l'arcimago facendo segno di sedersi
Soren scosse la testa "Preferisco rimanere in piedi" 
"Kraal è andato alla Torre Nera"
"Lo so" mormorò l'arcimago per nulla sorpreso della notizia "Ha risvegliato il male che in essa era rinchiuso"
"Non capisco" mormorò Soren facendo un passo avanti.
L'uomo davanti a lui sospirò e intrecciò le mani davanti a sé
"Kraal è stato corrotto dal male"
Il principe sbatté le mani sul scrivania di legno
"No! No lui, non Kraal, lui è andato là solo per studiare..." 
Nicodemus scosse lievemente la testa "Che cosa sai a riguardo della Torre Nera" domandò
"Non molto, in verità... so che è un luogo proibito e chi vi si è recato non... non è più tornato, nei libri che possiede mio padre non c'è scritto molto, sono venuto qui per questo..."
"La Torre Nera una volta, molto tempo fa, era una scuola di magia, come questa..." prese a raccontare il vecchio mago "Fino al giorno che divenne arcimago un uomo, Atrebos, corrotto e spietato dedito al male in ogni sua forma. Dei giovani apprendisti di quella scuola e dei maestri non si seppe più nulla, molti maghi, cavalieri e chiunque fosse tanto pazzo da tentare l'impresa, si recarono là, ma non tornarono mai indietro... un giorno un giovane mago a cui nessuno dava credito tentò l'impresa di scacciare il male dalla torre, forse fu fortuna o forse fu abilità, trasformò la Torre Nera in una prigione per Atrebos che non poté più abbandonarla, si dice che ormai non abbia nemmeno più forma umana, ma che si impossessi di giovani potenti maghi..."
Soren fissava il maestro "Allora Kraal è in pericolo"
Nicodemus sospirò "Non hai capito o non vuoi capire... quando hai visto Kraal l'ultima volta?"
"Quasi due mesi fa..."
Nicodemus fissò il principe che scuoteva la testa... "No, non può essere..." sussurrò lasciandosi cadere sulla sedia, prendendosi il volto tra le mani.
L'arcimago si alzò e si mise davanti a Soren "Credo che tu sia l'unica persona che può ricondurre Kraal alla luce e scacciare definitivamente Atrebos dal nostro mondo"
Soren scosse la testa "Non credo, Kraal mi è sempre stato superiore..."
"Questo non è vero... la vostra forza è pari, solo che tu hai poca fiducia in te stesso, credi a quel che dico..."
Soren scosse la testa fissò gli occhi chiari del mago... "Chi era... il mago che ha imprigionato Atrebos nella torre" domandò
Nicodemus fece un pallido sorriso e distolse lo sguardo dal viso di Soren si volse e guardò il cielo fuori dalla finestra...
"Voi..." sussurrò il principe ed il mago annuì.

Soren rimase alla scuola di magia per due settimane, sarebbe andato alla Torre Nera, doveva trovare Kraal a qualunque costo, studiò nuovi incantesimi, doveva essere preparato, non aveva idea di che cosa avrebbe trovato là...
I rintocchi di una campana lo scossero dalle sue letture, era ora di cena, raggiunse il refettorio con gli studenti, si mise in una angolo, mangiando la zuppa osservava i giovani apprendisti, si chiese se tra loro... due, stessero vivendo quello che aveva vissuto lui con Kraal...
Finì di mangiare e si lasciò il refettorio alle spalle... raggiunse la propria stanza; doveva dormire il giorno dopo doveva partire e per raggiungere la Torre Nera doveva affrontare parecchi giorni di viaggio.

Il mattino seguente, quando Soren fu pronto a partire, Nicodemus lo chiamò nel suo studio, gli porse una pergamena "Studia questo incantesimo, fallo tuo, è molto potente, in pochi sono in grado di usarlo e tu sei uno di quelli..."
Soren prese la pergamena "Che cos'è esattamente?"
"La Luce che scaccia le Tenebre"
Soren spalancò gli occhi fissando la pergamena che aveva in mano "Grazie" riuscì solo a sussurrare.
Nicodemus osservò il ragazzo incamminarsi lungo il sentiero fino a quando non scomparve
"Buona fortuna" gli augurò rientrando nell'edificio.



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