Disclaimers: i personaggi sono miei^^
Magia e
sentimenti parte
XII
di Bombay
La guerra, terribile e crudele, era giunta fino a loro ed inevitabilmente
erano stati coinvolti. Il padre di Soren e il marito di Nelia lasciarono
il castello per guidare l'esercito in aiuto degli alleati.
Poco dopo la loro partenza la madre si ammalò... Soren fece tutto quello
che era in suo potere per salvarla ma con scarso successo e la donna
morì.
Soren si sentiva responsabile per la morte della madre e non si dava pace
per l'accaduto, furono inviati dei messaggeri per avvisare suo padre
dell'accaduto ma il genitore non poté far ritorno per consolare i figli
rimasti.
"Non è colpa tua, Soren" gli ripeteva la sorella cercando
di consolarlo ma il giovane mago si era chiuso in un ostinato silenzio.
I giorni passavano e la guerra portava carestie e malattie, Soren e sua
sorella Nelia si adoperarono per aiutare più gente possibile, ma tutto
ciò andava oltre le loro possibilità, il fratello maggiore che era
rimasto al castello, dopo la morte della madre aveva deciso di raggiungere
il padre, ma fu ucciso lungo la strada. Quando la notizia giunse al
castello fu un duro colpo per i due giovani... Nelia seguì il fratello
nella sua stanza, temendo che facesse qualche sciocchezza... ma Soren si
chiuse dentro lasciando fuori la giovane donna, che continuava a
chiamarlo, solo verso il tramonto Soren lasciò la stanza ed andò in
quella della sorella l'abbracciò appoggiando il viso sul suo seno
profumato, un singhiozzo scosse le sue spalle e poi un altro e un altro
ancora...
Nelia lo strinse forte erano mesi che Soren non piangeva e che si teneva
tutto dentro... fino a qual momento.
"Nelia..." sussurrò
La donna gli baciò i capelli credeva che non avrebbe più sentito la voce
del fratello.
"Sono qui, sfogati..." gli disse tenendolo stretto, cullandolo
avanti e indietro "Supereremo tutto questo, torneranno i giorni
felici, torneranno" mormorò mentre calde lacrime scesero a
bagnare anche il suo viso.
Quando Soren si calmò sollevò il viso verso di lei, Nelia gli asciugò
le guance bagnate.
"Parlami fratellino, parlami..."
"Non ho potuto fare niente per fermare tutto questo, ho fallito"
"No... non è colpa tua, tu hai fatto anche troppo"
"Vorrei che Kraal fosse qui" sussurrò tristemente
"Lo so" mormorò Nelia continuando a cullarlo.
***
"Principe Soren, quali ordini per stanotte?" domandò la
guardia.
Soren chiuse le imposte "Non fate entrare più nessuno, non
abbiamo cibo a sufficienza" disse sedendosi su una
seggiola e prendendosi la testa tra le mani, Nelia gli si avvicinò
"Come vorrei che nostro padre fosse qui, così non dovresti
sobbarcarti tutti i problemi"
"Non sono più un bambino" mormorò
"Lo so, però..."
Soren alzò una mano interrompendo la giovane... "Non ti devi
preoccupare ho la magia dalla mia parte. Andiamo a letto, è tardi."
Nei corridoi del castello c'erano molti soldati e gente di vario tipo che
chiedeva riparo per una notte. La guerra stava mietendo numerose vittime e
molta gente costretta ad abbandonare le proprie case cercava riparo nei
castelli.
Tre uomini si pararono davanti ai due fratelli.
"Siete voi il padrone di questo posto?" domandò il più alto
dei tre.
Soren annuì
"Abbiamo ricevuto una tazza di zuppa e del vino non ci basta...
vogliamo di più"
"Sono spiacente ma questa non è una locanda, è quello che possiamo
offrirvi, sono tempi duri per tutti, anche per noi" rispose Soren con
fermezza.
"Beh potremmo giungere ad un compromesso" disse l'uomo
afferrando Nelia per un braccio, la donna si divincolò e Soren si
frappose fra i due. "Va nella tua stanza Nelia" ordinò, lei lo
fissò un istante ed eseguì l'ordine allontanandosi a grandi passi.
Un altro uomo afferrò Soren per il braccio e glielo torse dietro la
schiena
"Siete coraggioso o solo sciocco" gli sussurrò all'orecchio.
"Allora che volete" domandò divincolandosi ma senza successo.
"Non lo immaginate"
Soren chiuse gli occhi, aveva capito subito che cosa volevano quei tre...
meglio lui che Nelia, almeno lui era abituato a soffrire.
"Sappiamo che siete un mago, non fateci scherzi o raggiungeremo
vostra sorella e..."
"Seguitemi!" mormorò rassegnato, che altro poteva fare...
l'uomo lo lasciò e i tre lo seguirono lungo i corridoi semi bui del
castello.
Soren si fece seguire dai tre uomini, li condusse in una stanza vuota dove
ardeva nel caminetto un debole fuoco, al centro un tavolo con intorno
poche sedie.
Il giovane mago si fermò al centro della stanza, la testa china le
braccia lungo i fianchi in attesa di quello che sarebbe inevitabilmente
accaduto.
I tre uomini si guardarono intorno; erano alti e massicci, probabilmente
mercenari, rozzi e volgari.
I più alto dei tre si avvicino a Soren, che istintivamente recitò un
incantesimo difensivo.
L'uomo si ritrasse imprecando "Vi avverto, fate ancora uso dei vostri
poteri e ci sbatteremo prima vostra sorella e poi voi ed entrambi
assisterete allo spettacolo, sono stato chiaro?" disse stringendo
Soren a sé in una morsa di ferro. Il giovane annuì.
"Bene, allora sarò il primo" disse ridendo sguaiatamente,
strappò a Soren i vestiti lo sospinse verso il tavolo... "Vedrete
che alla fine vi piacerà"
Soren chiuse gli occhi mentre quell'individuo lo accarezzava, mentre gli
altri facevano apprezzamenti molto pesanti sul suo conto, lo sospinse a
piegarsi sul in avanti sul tavolo allargandogli senza troppe
cerimonie le gambe, lo penetrò con un'unica e violenta spinta.
Soren urlò e urlò mentre l'uomo possedeva il suo corpo, muovendosi
dentro di lui, lacerando la sua carne tenera... qualcosa di caldo e
viscido gli scivolava lungo le cosce, lo senti esplodere dentro di se con
un grugnito che non aveva niente di umano e lo lasciò.
Soren cadde a terra rannicchiandosi su se stesso, nessuno lo avrebbe
aiutato, nessuno sarebbe arrivato nel cuore della notte a salvarlo per poi
prendersi cura di lui e proteggerlo nel proprio abbraccio, era solo,
completamente solo...
"Ora tocca a me" disse un altro, il giovane mago non
oppose resistenza si senti sollevare e impalare violentemente, si tese
mordendosi le labbra per non gridare, strinse forte gli occhi cercando di
estraniarsi ma il dolore lo riportava alla realtà.
Il terzo uomo gli si avvicinò, "Siete bello, per essere un mago
siete proprio ben fatto. Vi vorrei un po' più partecipe" lo schernì
baciandolo sulla bocca ma Soren si ritrasse ma l'altro la afferrò per i
capelli tirandogli indietro la testa costringendolo ad aprire la
bocca... poi lo voltò e lo prese sul pavimento mentre gli altri due
incitavano il compagno.
L'uomo si liberò in Soren, lo spinse in malo modo a terra. I tre lo
accerchiarono e lo fissarono, Soren si fece il più piccolo possibile ma i
tre incombevano su di lui.
Mani sconosciute che lo frugavano ovunque senza ritegno, violandolo,
schernendolo, ferendolo nel profondo.
"Farete tutto quello che vi diremo, altrimenti ci divertiremo anche
con vostra sorella"
Soren non aveva idea di chi avesse parlato, ma annuì ormai non poteva
cadere più in basso di così.
Era quasi l'alba di quel freddo autunno quando i tre uomini lasciano Soren.
"Ora possiamo ritenerci soddisfatti" disse uno e prima di
lasciare la stanza lanciò in direzione di Soren una moneta d'argento.
"Peccato che dobbiamo partire avremmo preferito di gran lunga
restare!" e con una risata cattiva si chiusero la porta alle spalle.
Soren si sollevò carponi, guardò la moneta e la lanciò nel camino ormai
spento.
Si rannicchiò nudo e tremante singhiozzando, chiuse gli occhi, gli anni
felici della usa vita gli sembravano così lontani...
Afferrò i pantaloni e li indossò barcollando uscì dalla stanza poi dal
castello, raggiunse il piccolo ruscello poco distante si tolse i pantaloni
ed entrò nell'acqua gelida, si accucciò e lavò via il sangue e lo
sperma singhiozzando disperatamente, si sfrego con forza lavando via tutto
lo sporco che si sentiva sul proprio copro; si inginocchiò nell'acqua
bassa piangendo e urlò.
Urlò tutto il suo dolore, la sua tristezza, la sua disperazione alla
notte che si stava ormai rischiarando.
Uscì dall'acqua reggendosi a stento su gambe malferme, si accostò in ad
un alberò e vomitò tutto quello che aveva ingerito in quelle ore, si
rivestì si sciacquò la bocca e tornò faticosamente al castello era
stanco, sfinito, raggiunse la stanza della sorella la quale lo aveva
aspettato tutta la notte alzata e quando lo vide si senti mancare "Soren
cosa ti è successo? Cosa ti hanno fatto?" domandò vedendolo mezzo
nudo, bagnato e tremante
Il giovane scosse la testa, Nelia lo abbracciò, suo fratello era gelido e
tremava come una foglia, lo strinse forte accarezzandogli i capelli per un
lungo momento poi lo prese per mano e lo condusse fino al letto, aprì un
baule e prese una camicia da notte pulita e asciutta, Soren rimase
immobile mentre la sorella si affaccendava intorno a lui.
Nelia gli calò i pantaloni bagnati e rimase immobile a fissare il
fratello.
"Oh no, no, no, no, Soren, perché, perché" gemette mentre i
suoi occhi si riempivano di lacrime, vedendo le scie rosse che striavano
le gambe di Soren.
Lo vestì, si sdraiò sul letto portando Soren con sé tenendolo tra le
braccia, non aveva smesso un attimo di tremare.
"Soren" sussurrò lei scostandogli i capelli dal viso, il
giovane si sciolse in un pianto disperato stingendosi alla sorella, era la
cosa più preziosa che aveva l'unica che gli era rimasta, non poteva
permettere che qualcuno gli facesse del male, non poteva perdere anche
lei... o sarebbe morto; dovevano sostenersi a vicenda o non sarebbero
sopravvissuti.
***
Non ce la faceva più, era passato un altro mese, non aveva la forza di
andare avanti.
Sua sorella stava così male, anche lui non si sentiva affatto bene era
sfinito, avrebbe voluto chiudere gli occhi e non svegliarsi più. Rigirò
tra le mani un pugnale, osservando la lama lucente incantato, attratto da
essa, posò la lama sul polso: era fredda. Chiuse gli occhi, scagliò
lontano il pugnale, con un moto di rabbia, non poteva...
"Chiudete le porte per oggi basta" ordinò fissando l'oscurità
di fronte a sé, non si sentiva affatto bene, forse aveva la febbre.
"Si hanno notizie dai campi di battaglia"
La guardia scosse la testa "No, principe... non si sa
nulla"
Soren sospirò afflitto, stava per andarsene quando vide qualcuno avanzare
nell'oscurità, in un primo momento credette di avere un'allucinazione.
"Un altro viandante" mormorò la guardia rivolta Soren, ma il
principe non lo ascoltava, fissava la figura che avanzava... non poteva
essere... non poteva essere vero...
Quando la figura raggiunse la zona di luce, Soren sentì la testa girare,
fece un passo, poi un altro...
"Kraal, sei proprio tu... proprio tu..." sussurrò
allungando la mano, vacillò in avanti, cadendo tra le braccia dell'altro.
"Kraal" sussurrò prima di sprofondare nel buio più nero.
"Principe" esclamò la guardia, Kraal sollevò il giovane tra le
braccia, poi si guardò intorno "Che sta succedendo qui"
La guardia fece un passo indietro intimorita da quell'uomo vestito di nero
"Carestia ed una stana febbre, la gente muore, il principe Soren si
è adoperato molto ma nemmeno le sue arti sono servite a molto e
forse..."
Kraal guardò Soren, il viso arrossato, la fronte imperlata di sudore, il
respiro rapido...
"Mi occuperò io di lui" disse sparendo all'interno del
castello.
Kraal ricordava perfettamente dove si trovava la stanza di Soren , la
raggiunse e depositò il giovane sul letto, gli posò una mano sulla
fronte aveva la febbre molto alta; si guardo intorno: in quella stanza si
gelava, non c'era legna nel camino. Si chinò sul focolare spento, recitò
una formula: un bel fuoco caldo prese a scoppiettare vivace.
Tornò ad occuparsi di Soren, gli tolse i vestiti e lo coprì bene, era
notevolmente dimagrito ma nonostante tutto non aveva perso la sua bellezza
ed era cresciuto, non era più un ragazzino, bensì un giovane uomo con
tante responsabilità sulle sue spalle... - troppe per uno come lui -
pensò Kraal scostandogli una ciocca di capelli dal bel viso sudato.
Kraal preparò una medicina e quando Soren era semicosciente riuscì a
fargliela bere pi prese una ciotola con dell'acqua fredda prese una pezza
di stoffa e la passò sul viso del principe, detergendoglielo e dandogli
un po' di sollievo, lo scoprì e passò il panno umido sul corpo nudo di
Soren che rabbrividì, gli mise una camicia da notte e lo avvolse bene
nelle coperte.
Nelia aprì lentamente gli occhi sbattendo le palpebre un paio di volte
per schiarirsi la vista, si sentiva un po' meglio, spalancò gli occhi
quando vide l'uomo vestito di nero in piedi accanto a lei.
"Kraal... tu sei Kraal"
L'uomo annui, Nelia si mise seduta e lo colpì con uno schiaffo in pieno
viso, poi si lasciò ricadere sui cuscini.
Kraal si posò una mano sulla guancia, se l'era meritato, quello schiaffo
significava molte cose e Kraal lo sapeva.
"Sei tornato. Soren lo sa?"
"Si mi ha visto arrivare e poi a perso conoscenza"
"Cosa?" mormorò Nelia preoccupata
"Mi sto occupando di lui, presto starà bene"
Nelia fece un pallido sorriso "Va da lui allora, io sto meglio, ho
solo bisogno di un po' di riposo"
Kraal annuì e lasciò sola la giovane donna.
Soren si risvegliò dal suo stato di torpore, ricordava vagamente quello
che aveva fatto prima che il buio lo avvolgesse. Aveva visto Kraal, ma
quello doveva essere frutto della febbre, non poteva che essere un sogno.
Si mosse, in bocca aveva un gusto amaro, si passò la lingua sulle labbra
secche, doveva alzarsi e vedere come stava Nelia solo allora avrebbe
potuto riposare.
Aprì gli occhi e trattenne il respirò Kraal era seduto al suo fianco su
una poltrona, stava leggendo un libro.
"Kraal." la voce gli uscì in un sussurro.
L'altro mago alzò il viso e poi si mise in piedi accostandosi a Soren.
"Mia sorella..." sussurro cercando di mettersi a sedere, ma era
troppo debole.
Kraal lo sostenne e gli accostò una coppa piena d'acqua alle labbra
"Sta meglio, sta guarendo, non sforzarti..."
Soren bevve qualche sorso, il liquido fresco dava sollievo alla sua gola
arida.
"Sei stato in uno stato di semi incoscienza per due
giorni" gli spiegò Kraal posando la coppa.
A Soren non sembrava vero di essere nuovamente tra le braccia di Kraal,
però senti montargli dentro una rabbia che non sapeva da dove venisse ed
un quesito, che lo aveva ossessionato per anni, prese voce sulle sue
labbra. "Perché te ne sei andato? Perché mi hai lasciato
solo?" domandò a mezza voce aggrappandosi alle vesti di Kraal
"Ti odio, ti odio..." singhiozzò tempestando il petto di Kraal
di deboli pugni
"Vattene, vattene, non ti voglio più vedere" gridò
accasciandosi contro Kraal che lo tenne stretto a sé aspettando che si
calmasse, lo riadagiò sul cuscino lo coprì senza dire una parola e
lasciò la stanza.
Sentì Kraal abbandonare la stanza, ed ebbe paura. Paura di perderlo di
nuovo.
Chiuse forte gli occhi, non poteva crederci, Kraal era tornato e lui che
cosa aveva fatto , lo aveva mandato via e gli aveva addirittura detto che
lo odiava, non era vero, non era vero!
Erano solo parole. Parole dette in un momento di rabbia e sconforto.
Rimase rannicchiato nel letto in attesa, e se se ne fosse andato, offeso
dalle sue parole, no non poteva perderlo di nuovo.
Scese dal letto barcollando, era debolissimo, si sostenne al letto per non
cadere a terra, fece qualche passo... la porta si apri e apparve Kraal con
una ciotola di legno in mano
"Non dovevi alzarti" lo rimproverò con dolcezza, ma Soren lo
ignorò fece qualche passo verso di lui e lo fronteggiò.
"Perché te ne sei andato" domandò avvicinandoglisi ancora
Kraal sospirò. "RISPONDI!" gridò Soren stringendo i pugni.
"Dovevo finire il mio apprendistato e approfondire le mie conoscenze
magiche"
"Così per te la magia è più importante di me... di noi..."
"Anche per te è importante..."
"Lo era prima, lo è diventata dopo... quando non mi era rimasto
altro, se me lo avessi chiesto, avrei rinunciato alla magia... tu hai
preferito rinunciare a me" mormorò mentre grosse lacrime scendevano
lungo le sue gote.
Kraal abbassò lo sguardo, Soren riprese a parlare "Ma lo stupido tra
noi due sono io... perché non ho mai smesso di amarti, anche quando,
prima, ho detto di odiarti, era una bugia... non ho nessun mezzo per
legarti a me se no questo: l'amore che provo nei tuoi confronti.
Kraal posò la ciotola e colmò la distanza tra loro e lo strinse forte.
"Mi sei mancato tanto, Kraal... ti ho sempre aspettato..."
sussurrò Soren contro il petto dell'altro, sollevo il viso verso Kraal
"Baciami" sussurrò chiudendo gli occhi; le labbra di Kraal che
si posavano leggere sulle sue in un bacio dolce e lento, socchiuse le
labbra approfondendo quel bacio, non gli sembrava vero, temeva che tutto
fosse un sogno, la testa gli girava l'appoggio alla spalla di Kraal,
quest'ultimo lo sollevo e lo riadagiò su letto.
"Hai la febbre ancora alta" gli disse porgendogli la ciotola
"Bevi"
Soren annusò dubbioso il contenuto denso e scuro sospirò e ne bevve un
sorso "Fa schifo" mormoro con una smorfia di disgusto
"Lo so, ma ti farà abbassare la febbre, dovresti anche mangiare
qualcosa"
"Non ho fame" rispose finendo di bere e restituendo a Kraal la
ciotola, si sistemò meglio tra i cuscini e socchiuse gli occhi
"Resta con me" sussurrò allungando una mano, Kraal la prese e
l'intreccio con la propria annuendo piano.
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