Disclaimers: purtroppo i personaggi non sono miei. Spero che a Masami Kurumada non dispiaccia sapere che ispirano certi racconti… altrimenti poteva farli meno belli, no? Pairing: CamusxHyoga.

Rating: PWP-X. Tra “ ” i dialoghi; tra ‘’i pensieri.

È la mia interpretazione di ciò è successo al Grande Tempio tra Hyoga e Camus, ma purtroppo quelle puntate non le vedo da dieci anni (in questo periodo me le sono perse per l’ennesima volta), perciò se ho dimenticato qualche colpo nel loro combattimento, non ci badate. Temporalmente si rifà al mio “Poema”, anzi posso dire che mi sono ispirata ad esso. Buona lettura!

 

 


Maestro di Ghiaccio

parte I

di Fiore di Girasole


 

Appena risvegliatosi, Hyoga non ebbe tempo a sufficienza per comprendere dove si trovasse. L’ultima cosa che ricordava era la Dimensione Oscura di Gemini e che da lì non avrebbe dovuto fare ritorno… segno che Andromeda aveva avuto la meglio sul Cavaliere della terza casa?

 

“Ben svegliato, Cavaliere!” disse una voce, facendo trasalire il giovane Saint, il quale però non voleva farsi notare intimidito da quel cosmo che avvertiva così particolare e potente, pertanto si alzò senza mostrare nessuna esitazione e chiese “Chi sei? presentati, Cavaliere!”

“Bamboccio insolente, come osi rivolgerti in cotal guisa ad un Cavaliere! D’oro per giunta, e perciò molto superiore a te, un semplice cavaliere di bronzo!… Forse il Maestro dei Ghiacci, il Cavaliere di Cristallo, non ha provveduto ad insegnarti anche un po’ di buona crianza?”

Nel sentire parlare in tal modo del suo amato Maestro, Hyoga avrebbe voluto tirare un pugno dritto in faccia a questo Cavaliere spergiuro che dopo neanche un millisecondo si era ritrovato a pochi centimetri dal volto. Ma come aveva fatto ad avvicinarsi tanto in fretta? Un attimo prima era a metri di distanza; ed ora poteva sentire il suo alito caldo su di lui.

Odiava i pregiudizi, ma qualcosa lo aveva già convinto del fatto che l’uomo innanzi a lui non l’avrebbe lasciato proseguire verso le stanze di Arles. Si inebriò per un lungo istante alla vista di quegli occhi blu fieri, sprezzanti e al contempo gelidi ed ardenti e gli sfuggì dalle labbra un pezzo del suo pensiero…

“Ma… come?…”

“Come ho fatto ad avvicinarmi così in fretta? O come faccio a conoscere il tuo Maestro – s’interruppe un attimo per dare maggiore risalto alle rivelazioni che gli faceva, al fine di meravigliare il ragazzo, se possibile, più di quanto non fosse già riuscito –, Hyoga di Cygnus?”

Il biondino sgranò gli occhi: come faceva quell’uomo a conoscere il suo nome? L’effetto sorpresa era davvero riuscito, ma – e il Cavaliere d’oro se ne compiacque – la sorpresa maggiore doveva ancora venire.

 

“In effetti la tua presentazione è superflua, come vedi. AHAHAH! No – continuò distanziandosi dal giovane –, non ho il potere di leggere nel pensiero; ma non rallegrartene. Il fatto è che tutto nel tuo aspetto mi ha indotto a capire chi sei. Io sono Camus, Cavaliere d’Aquarius, colui che presiede alle energie fredde.”

“Energie fredde?”

“Si. Mentre tu, dallo sguardo così fiero e ceruleo, i capelli biondi e la pelle leggermente abbronzata, non puoi che venire da un Paese in cui il ghiaccio regna perenne… Senza contare il piccolo cigno sull’elmo della tua armatura… Meravigliato?”

“Affatto – rispose Hyoga con un sorriso di sfida –! Anzi, ora capisco perché il tuo volto ed il tuo cosmo sono contraddittorii: ardi nell’animo tanto quanto è freddo il tuo cosmo. Non puoi che essere colui che ha insegnato la nobile Arte dei Ghiacci al mio compianto Maestro, Cavaliere di Cristallo; dunque sei anche tu mio Maestro!…”

 

Il silenzio seguì per qualche istante l’ultima frase del giovane Saint, interrotto solo dai singhiozzi di questi. Il Cavaliere d’oro era allibito, non poteva aver capito bene: Hyoga aveva detto amato, non compianto; si, non poteva essere altrimenti. E piangeva per la nostalgia del periodo d’addestramento. “Amato… il suo amato Maestro; il mio amato allievo… non può essere morto!” Pensò Camus, rischiando anche lui di farsi sopraffare dai ricordi.

“Cosa… vuoi dire… Hyoga. Il Cavaliere di Cristallo è il più giovane dei Maestri, il più giovane Cavaliere d’argento! È ancora vivo!  Non hai detto compianto, vero?” lo sguardo di Aquarius sembrava perdersi nei ricordi “Non è passato molto tempo dalla sua ultima visita qui, al Grande Tempio, ed era spettacolare… coff! coff! – finse qualche colpo di tosse per mascherare l’imbarazzo per essersi fatto sfuggire quell’aggettivo, sperando che Hyoga non comprendesse quale pensiero si era affacciato alla mente del Cavaliere dell’undicesima casa – era spettacolare la tecnica dimostrata negli allenamenti; il suo corpo era indubbiamente forte ed acc… arr… allenato ‘Santi Numi, prima stavo per dire accaldato e poi arrapato! Certo che vedere questo bel ragazzo così vicino non mi aiuta’ Com’è possibile che sia stato sconfitto? Da chi? Chi può aver tolto la vita al mio allievo prediletto? Chi mi ha privato del suo affetto e della sua gratitudine? Chiii?”

“Non alzare la voce, Camus, un Cavaliere non deve lasciarsi sopraffare dall’ira senza prima conoscere le ragioni del suo avversario. Mi spiace che tu l’abbia saputo soltanto ora; e proprio da me. Ricorderò anch’io la sua grandezza, ma non c’è tempo per le spiegazioni ora: Lady Saori,  reincarnazione di Atena, rischia di morire. Cedimi il passo, per favore. Vi è ancora una casa da attraversare per raggiungere Arles e non posso macchiarmi per la seconda volta dello stesso crimine: causare la morte di chi mi ha reso cavaliere.”

 

Il Cavaliere d’Acquarius arretrò di molti passi con sul volto un’espressione contemporaneamente sorpresa e sgomenta.

“Tu? sei stato tu, Cavaliere di Cygnus? E vuoi pure ch’io ti lasci passare? Giammai! E se anche riuscissi a sconfiggermi, non potresti salvare subito la tua Milady perché non siamo all’undicesima casa, bensì alla settima.”

“Tu menti, Cavaliere! Questa sarebbe dunque la casa di Libra?”

“Esatto! Ma Dauko, il Cavaliere che la presiede, non è ancora giunto al Grande Tempio e mi è stato affidato il compito di custodirla: non potrei permettere a te ed i tuoi amici di passare liberamente! Inoltre ero davvero curioso di sapere se saresti giunto fin qui.”

“Settima o undicesima, che differenza vuoi che faccia? Fammi passare, Maestro, te ne prego! Vi è innanzitutto la salvezza di Atena; a dopo le spiegazioni. Il dispiacere ed il risentimento per la sorte del Maestro non mi abbandoneranno mai, ma nulla è più possibile per lui.”

“Non capisci, Hyoga? Sei davvero ingenuo – disse il bel Maestro avvicinandoglisi nuovamente, fino ad arrivare ad un soffio dal volto del giovane –! Il tuo Maestro per me non era solo un allievo.”

 

“Mh?… Hai ragione, non capisco ed a giudicare dal tuo sguardo, non so se voglio capire.”

“Ti do una mano a comprendere, se vuoi. Sei l’unico allievo rimastomi. Chiudi gli occhi!”

“Non ho tempo per giocare, Aquarius!”

“Ma se non farai come ti dico, non ti lascerò passare da qui. Non puoi opporti.”

“Non so che intenzioni hai, ma d’accordo, farò come vuoi; basta che ti sbrighi!”

“Sei impaziente!” A quel tono Hyoga provò una sensazione di disagio, che cosa mai poteva fargli fare ad occhi chiusi? La risposta non tardò, poiché Camus non se lo fece ripetere due volte, si avvicinò  ancora al ragazzo, lo bloccò con tutto il suo corpo addossandolo al muro davanti al quale si era da poco risvegliato, gli sollevò leggermente il viso con le mani e lo baciò.

“Mmmmhh!” gemette Hyoga al contatto con quelle labbra morbide ed inaspettatamente calde. Cercò di allontanare da sé Aquarius, ma non ci riusciva. Ingenuamente aveva creduto che volesse insegnargli una tecnica di meditazione per raggiungere il settimo senso, invece quello sembrava intenzionato a fargli acquisire uno dei sette peccati capitali, la lussuria! “Mmmmmhhhhh!” gemette di nuovo, stavolta per la frustrazione di non riuscire a scrollarselo di dosso. Cercò allora di dire qualcosa, ma ottenne solo di dischiudere le labbra, permettendo all’uomo libero accesso nel suo antro umido fino ad allora inviolato.

Sentire la sua lingua però fu davvero troppo: se l’altro voleva farlo innervosire ci stava riuscendo benissimo. Ma lui non era andato lì per darsi alla pazza gioia, mentre Atena rischiava di morire. E poi, con un uomo, per di più il suo Maestro!…

 

… Maestro…

 

Ora comprese che cosa voleva dire, quando aveva affermato che per lui non era stato solo un allievo: “Significa che il Cavaliere di Cristallo era il suo amante?! Quest’uomo si sta fin troppo prendendo gioco di me. Vorrebbe farmi credere che dovrò prendere il suo posto in tutto? proprio in… tutto? Un’insinuazione del genere non la tollero più! Brucia, cosmo del Cigno! Dammi la forza per battere questo cavaliere!”

Un’aura bianca e fredda si dipartì dal giovane, andando ad espandersi sempre di più, fino ad inglobare anche il Maestro, il quale comprese il disappunto dell’allievo e finalmente si distaccò da lui.

“Guarda, Hyoga, che di solito ci si riscalda facendo queste cose. Dovresti essere più partecipe, se invece che Maestro dei Ghiacci non vuoi diventare Maestro di Frigidità.”

“Taci! Non oso nemmeno più definirti un cavaliere. Mi fai ribrezzo – disse pulendosi le labbra con il dorso di un bracciale –! Tanti anni al Grande Tempio a dare ascolto ad Arles, ti hanno reso incapace di ragionare? Siamo due maschi, io sono il tuo allievo e la mia missione è salvare Atena quanto prima: possibile che non te ne renda conto?”

“Hyoga, Hyoga… Sei tu a non renderti conto della realtà. Ti ho già detto che non ti lascio passare e che devi fare ciò che ti dico se vuoi risparmiarti un combattimento impari… e che ora sostituirai il mio allievo, dato che tu me l’hai portato via…”

“Piuttosto la morte! Speravo che fossi fedele ad Atena, mi sono sbagliato. Se non vuoi farmi passare, almeno combatti, come si conviene ad un vero Cavaliere!”

“Uff!… E sia! Ma se perderai sarai mio per sempre!… Mh? Ma quella posizione…”

“Polvere di diamanti!”

“Sei un illuso, Hyoga! Come vedi sono riuscito benissimo a schivare il tuo colpo. Sono stato io ad insegnare questa tecnica al tuo Maestro, non dirmi che è il meglio che sai fare?”

“Polvere di diamantii!!”

“Dunque non hai ascoltato ciò che ti ho detto, Hyoga? Non riuscirai a sconfiggermi con questo colpo, per di più usandolo numerose volte perde di efficacia, come qualunque altro. Lo sanno tutti, persino i tuoi amici.”

“Non tirarli in mezzo ora, che non c’entrano nulla con questo combattimento!”

“Vuoi sapere qual è la vera forza della polvere di diamanti, Hyoga? Eccola!”

Un fascio di luce con un turbine di neve gelida raggiunse il giovane, ricoprendolo di uno strato di ghiaccio, sollevandolo e poi facendolo ricadere a terra con un tonfo.

Camus si avvinicò al giovane e stava chinandosi su di lui per pulire il rivolo di sangue all’angolo della bocca quando l’altro si riebbe e si rialzò.

“Davvero niente male il tuo colpo per essere più vecchio di me.”

“Più vecchio e più esperto. Ma perché ti ostini? Conosco tutti i tuoi colpi senza nemmeno bisogno di vederti combattere. L’unica speranza che hai per vivere è concederti a me. In ogni caso non proseguirai oltre.”

“E come potresti impedirmelo? Non puoi certo imprigionarmi qui.”

“Beata ingenuità!… Preparati, Hyoga a ricevere il prossimo colpo, Aurora del Nord!”

“AAAHHHH!” stavolta il colpo di Aquarius fu tanto potente da rischiare di far davvero oltrepassare la settima casa al Bronze Saint.

“Allora, ti arrendi?”

“Giammai! Mia madre era una donna così dolce, così nobile d’animo e così fragile nell’aspetto, ma non si è mai arresa alle difficoltà della vita; e quando la nave su cui ci trovavamo stava affondando e le scialuppe  non bastavano per tutti, non ha esitato a restare lei sulla nave, pur di mettermi in salvo. Ed è andata incontro alla morte senza negarmi un sorriso. Ebbene, Cavaliere, io non sarò da meno e se è la morte il destino che mi attende, vi andrò incontro con coraggio e con onore. Che sparisca ogni traccia del mio passaggio su questa terra, che sparisca pure di me qualunque ricordo! Ma che non si dica che il Cavaliere di Cygnus non ha lottato in nome d’Atena fino all’ultimo!”

“Che discorso lodevole, mi hai commosso. D’accordo, ti concedo di realizzare i tuoi tre più grandi desiderii: ti negherò ogni ricordo; ti toglierò tutto, anche la vita, e tu andrai nel Cielo di Atena, assieme alla tua Milady. Guarda, Hyoga! Ora si comincia a fare sul serio! Guarda un po’ dove va a finire questo colpo!”

‘Cosa? Perché le sue braccia sono rivolte in alto? Perché sembra voler colpire il soffitto? Che voglia distrarmi?’ “Ma cosa succede? Perché hai diretto il tuo colpo lontano dalla settima casa? Che cosa vuoi fare?”

“Guarda meglio, Hyoga! Chiudi gli occhi e concentrati, stavolta non ne approfitterò per baciarti. Riconosci quel luogo?”

“Sembra… è ghiaccio. La Siberia, l’Oceano, quella lastra di ghiaccio, lì sotto riposa mia madre… Oh no, che fai, Cavaliere! Non colpire quella nave, non farla sprofondare ancora di più. No!!!! Non potrò mai più raggiungerla! Non potrò mai più avere il conforto di andarla a trovare e di pregare da lei.”

Il giovane Cavaliere aprì gli occhi tremante di rabbia ed affannato. Sentiva il suo cosmo crescere a dismisura, forse stava per acquisire il settimo senso o forse no, ma stavolta Aquarius avrebbe assaggiato la sua ira e non se la sarebbe cavata con poco.

“Perché l’hai fatto? Perché? Lei non c’entra nulla con noi, non avresti dovuto sprofondarla negli abissi! Ora vediamo se riesci ad arrestare questo colpo! Aurora del Noord!!!”

“Semplice come bere un bicchier d’acqua, come puoi vedere l’ho parata con una sola mano!”

“Sicuro?… Maestro!”

Il Cavaliere d’oro avvertì una sorta di formicolio alla mano che teneva libera, guardò e vide con stupore – ed anche di timore – l’intero braccio congelato.

“Ti vedo sorpreso. Preparati ad avere la peggio, l’ira di Cygnus non perdona! YAAHHH!”

“AAAAAHHHH!” Stavolta fu Camus ad essere trascinato in  aria e poi sbalzato lontano da una corrente fredda di inaudita potenza e Hyoga ne approfittò per dirigersi verso l’uscita.

“All’undicesima casa, Cavaliere!”

“Dove vai, Hyoga? Sorpreso di trovarmi nuovamente davanti? Credevi che un solo colpo, anche se potente, fosse sufficiente per un Cavaliere d’oro? Stavolta ti è andata bene, ma il prossimo colpo ti sarà fatale.”

Purtroppo per il giovane, avvenne proprio ciò che il Maestro gli aveva detto: Il colpo lo prese in pieno, dopodiché il Cigno cadde a terra privo di conoscenza.

‘Mi dispiace davvero, Hyoga. Non vorrei privarti della vita, ma non posso fare diversamente. Troppo dovrai lottare se uscirai da questa casa, soffriresti ancora ed ancora. Non permetterò che ciò accada: t’infliggerò io stesso il colpo di grazia. Che sia questo il mio destino, di restare da solo a governare le Energie Fredde? Addio, allievo.’ “Addio, Cygnus! Muori con onore!”

Un cosmo bianco iniziò a rilucere attorno al giovane Cavaliere, il quale subito riaprì gli occhi e fece in tempo a scansarsi, ma ancora troppo debole per rimettersi in piedi.

“Ormai ti credevo spacciato. Meglio così, t’impartirò una nuova lezione.” Di nuovo il Cavaliere d’oro fu sopra a Hyoga, stavolta sul pavimento, al centro della settima casa. Senza dare al giovane il tempo di obiettare, s’impadronì nuovamente della sua bocca e poi delle mani, quindi gliele serrò sopra la testa in una presa stretta come una morsa. Cygnus avrebbe voluto gridare di smetterla, non gli piaceva sentirsi prigioniero, aveva bisogno di volare libero, ma Aquarius non voleva saperne di interrompere quello che sembrava essere il suo passatempo preferito. Stavolta il biondino faceva attenzione a non aprire le labbra per non consentire all’altro di baciarlo nuovamente con la lingua, ma Camus, più malizioso ed esperto, riuscì comunque a violare il giovane, insistendo con la lingua sulle labbra di quest’ultimo… per poi sentirsi mordere.

“Sei selvaggio, Cavaliere di Cygnus, un bellissimo e immacolato Cigno selvatico. Ora più che mai ho deciso che t’insegnerò qualcosa di più anche sulla vita. Non basta essere coraggiosi e pronti al sacrificio per essere Cavalieri: bisogna anche saper allietare la nostra natura di uomini; t’insegnerò come due ghiacci possono ardere come fuoco e sciogliersi l’uno accanto all’altro.”

“No, non voglio, Camus libera la stretta dei miei polsi. Liberami! Subito! Lasciami andare!”

“Guarda che qui non ti trattiene nessuno – e gli mostrò ambedue le mani – non ti sto trattenendo con le mani, ma forse non riesci a liberarti del ghiaccio che ti lega al pavimento.”

Gli occhi di Hyoga si riempirono di orrore non appena vide le proprie mani legate da uno spesso ghiaccio per impedirgli di ribellarsi, ed il Maestro chinarsi su li lui con uno sguardo famelico.

“Ti farò provare il fuoco della passione, non sei contento?” gli disse l’altro vicino ad un orecchio. Poi proseguì mentre gli toglieva l’elmo “Et voila! Adesso non ti serve. Mmmhh, vedi? Ora sto più comodo per baciarti e giacché tolgo pure il mio.”

“Sei un… un animale!”

Ciaff! Uno schiaffo abbastanza forte fece sanguinare il naso del biondino “Forse non mi sono spiegato bene: se non capisci il greco antico, ti parlo in russo “ora sei mio e farai ciò che ti dico se vuoi uscire vivo da qui”. E se non ti lasci andare ti riempio di botte. Io amo i bei ragazzi, non i bambolotti. Ah, sia chiaro che anche se farai tutto ciò che ti dico, non ti renderò libero se non mi soddisfi a sufficienza – smack… smack… sssmack! – Non dici niente?”

“Nh nh”

“Temi ch’io ti baci con la lingua? Come può non piacerti, Hyoga! O sono io che non ti piaccio abbastanza.”

“Sei bello ma mi disgusti. Non oso pensare che tu abbia abusato del Cavaliere di Cristallo.”

Ciaff! ciaff! Ciaff! “Maledetto bamboccio, eravamo amanti! Ci amavamo! Non lo sapeva nessuno perché era un sentimento troppo intimo: quando è successo è stato sempre perché lo volevamo entrambi; poi sei arrivato tu e lui è dovuto andare in Siberia ad allenarti. E tu, tu che l’hai anche ucciso, ora vieni qui ad ingiuriare i miei ricordi più belli? Mi sono stancato di giocare, te l’ho detto che prenderai il suo posto in tutto; e il minimo che puoi fare è lasciarti scopare!”

“No, nooo! Ti prego, ti prego, non farlo, sono vergine! Non puoi.”

“Smettila! È il destino delle donnicciole, non lo sai?”

“Noo! Nooo! Che fai? non toccarmi! Lascia stare le mie vestigia, cavaliere spergiuro!”

“Spergiuro? Imparerai invece a tue spese come mantengo la parola data!… è inutile che tenti di liberarti, il mio ghiaccio è più solido del tuo; finirai prima col rompere i bracciali e poi i tuoi polsi. Riflettici: se ti concedi a me senza tante storie, e magari anche partecipando, potrei anche lasciarti libero; se insisti col volerti liberare da solo, ti spezzerai i polsi. E poi come potresti aiutare i tuoi amici? Tirerai calci ai Cavalieri d’oro?”

Gli occhi del cigno versarono alcune lacrime. Possibile che non ci fosse altro modo?

“Dopo mi lascerai libero?”

“Hai la mia parola.”

Hyoga fece un cenno di assenso col volto rigato dalle lacrime e rosso dalla vergogna. In cuor suo non si era mai vergognato tanto anche di se stesso. Ma in quel momento non poteva agire diversamente.

Aquarius riprese a divorare le labbra dell’allievo che questa volta lo accolse e quando questi iniziò a rispondere, decise di passare oltre. Mentre proseguiva l’esplorazione nella bocca umida e calda dell’allievo, staccò il pettorale dallo spallaccio e li gettò lontano; poi proseguì uscendo da quella bocca dolcissima, mordicchiandogli e leccandogli le labbra, per poi passare a quel collo seducente da cui si staccò solo per sollevargli la maglia che fece scivolare lungo le braccia, non potendola togliere per non liberarlo. Hyoga si sentiva quasi mancare: quell’umiliazione era davvero troppo per lui e sapeva che di lì a poco avrebbe sperimentato qualcosa di peggio. Già così, a torso nudo, gli sembrava di essere stato denudato completamente e odiava sentire quelle labbra viscide sul petto e l’addome, quei capelli lunghi che avrebbero potuto solleticarlo in realtà gli procuravano un fastidioso prurito. Decise che avrebbe stretto i denti e resistito, quella tortura non poteva durare a lungo. Gli scappò un piccolo urlo quando il Cavaliere suo Maestro arrivò con una mano a sfiorargli una natica mentre con l’altra liberava la vita dall’ingombro della cintura. Il Cavaliere mugolò insoddisfatto quando Aquarius si ridistese su di lui per riprendere a baciarlo sulle labbra e contemporaneamente iniziò a stimolargli il pene dal cavallo dei pantaloni. I gemiti del biondino eccitarono maggiormente il Maestro, che passò ad occuparsi del suo pene ormai costretto nella sua armatura. Si distaccò dal giovane, alzandosi sulle ginocchia e poi sedendosi sulle gambe del malcapitato, si spogliò in tutta la parte superiore del corpo e, dopo aver denudato interamente il ragazzo, togliendogli schinieri, pantaloni e mutande,  aprì i suoi pantaloni, li abbassò assieme alla biancheria e si posizionò fra le cosce dell’altro. Hyoga tremò, il suo cuore batteva talmente forte da non udire null’altro che quel martellare sempre più rapido.

“N… no! ti prego!” gli sfuggì dalle labbra, mentre il Maestro s’innervosiva e decideva che l’allievo non si meritava nessun trattamento di favore.

“AAAAHHHHH!!!” un urlo agghiacciante si udì anche fuori dalla settima casa, quando il Maestro fece suo l’allievo penetrandolo completamente con un'unica spinta per poi uscirne subito dopo, beandosi alla vista di quegli occhi celesti ora non più tersi, ma colmi di odio nei confronti della persona che più di tutti dovrebbe rispettarlo; occhi che stavolta nonostante il forte dolore non versarono una singola lacrima.

“Pensi che ora possiamo riprendere con calma?  Tanto non sei più vergine! È peggio per te se mi fai spazientire”

è a questo che ti riferivi quando hai detto che mi avresti tolto tutto?”

“Eri davvero così ingenuo da dubitarne?… Ma guarda, allora ti ho fatto davvero un favore! Quanti secondi fa? 10? eri ancora vergine, e già non sei più ingenuo come prima. E vedrai tra pochissimi secondi quando capirai che cosa intendo per riprendere con calma… E non hai neanche pianto, nonostante il dolore fisico che ti ho inferto in profondità. Che tu stia già diventando più uomo? Ti faccio un altro piccolo favore, giusto per dimostrare che ammiro il tuo coraggio.”

Aquarius materializzò in una mano un mucchietto di neve. Hyoga, preoccupato ma incuriosito, alzò la testa per vedere che intenzioni avesse. Il Maestro s’inginocchiò, soffiò sulla neve per farla sciogliere e la utilizzò per lavarsi. Hyoga fece in tempo a vedere il membro del suo Maestro sporco di sangue. Il suo sangue?! Era rimasto inorridito a quella visione, poi vedendo l’altro lavarsi pensò ‘è riuscito a prendersi la mia verginità; e con molto dolore! Magari ha finito di torturarmi così ed ora inizierà a rivestirsi. Tanto più di questo non credo che si possa fare. Se avesse desiderato davvero fare del sesso, allora sarebbe rimasto dentro di me, no?’

“Mi guardi? Ti piaccio, Hyoga? Si, me l’hai detto tu stesso che sono bello. Alza un po’ il viso!”

“Mi vuoi liberare le mani? Vuoi lasciarmi andare?” Il biondino si riprese al pensiero che quell’umiliazione era ormai alla fine e riuscì a sorridere, nonostante la situazione.

“Come sospettavo, sei davvero puro come un cigno. Possibile che neanche stavolta tu abbia capito che cosa devi fare?”

“Come?” infatti gli crollò nuovamente il mondo addosso. Camus si spogliò anche lui di schinieri, pantaloni e biancheria e li gettò alle sue spalle, poi si sedette sui pettorali di Hyoga, poggiò le mani su quelle dell’allievo ed avvicinò il pene eretto alla bocca del ragazzo.

“Prendilo in bocca, su! Per rispetto l’ho pulito bene, così non puoi dire che sa di sangue. Ricorda ciò che ho detto prima. T’insegnerò tutto ciò che nessuno ti ha mai insegnato. Altrimenti, come ho inabissato tua madre senza muovermi da questa casa, potrei colpire uno dei tuoi amici…”

“Non oserai!” Gli occhi di Hyoga tremarono, mentre quelli d’Aquarius restarono immobili, segno

che l’avrebbe fatto sul serio. E il giovane si convinse. “Non so come fare”.

“Come baciare con la lingua.”

Dopo qualche secondo di esitazione, Hyoga raccolse tutto il suo coraggio, alzò il busto quanto poteva per avvicinare la bocca al membro del suo Maestro, chiuse gli occhi ed iniziò a depositare un piccolo bacio sulla punta e leccare quel coso davvero grosso che prima gli aveva fatto così male.

“Mmh, bravo Hyoga. Continua così, prendilo tutto in bocca.”

“Aspetta, Maestro, non ce la faccio: sto scomodo, mi si spezza la schiena.”

“Potevi dirlo prima. Ti aiuto io.” Il cavaliere di Cygnus si sentì nuovamente violare la bocca e quasi soffocare quando Aquarius spinse il bacino verso di lui, riempiendogli la bocca con la sua grossa virilità.

“Se ti senti soffocare puoi respirare col naso; o l’epistassi di prima te lo impedisce? Va bene, in fondo stai facendo il tuo dovere: mi allontano un po’ così puoi muoverti più liberamente su e giù e respirare meglio.”

‘Non può essere vero tutto ciò che sto vivendo nella casa di Libra. Forse Aquarius ha un colpo simile al Fantasma Diabolico di Phoenix, tra poco mi riprenderò e riderò di quest’oscena illusione.’

Ben presto però il ragazzo dovette ritornare alla realtà: sentì qualcosa pulsare ed un fluido caldo invadergli la bocca, disgustandolo più di quanto non fosse successo prima. Iniziò a divincolarsi, sapeva solo che voleva vomitare e sputare quella cosa, ma Aquarius gli bloccò la testa con entrambe le mani e spinse il suo membro ancora un po’ nella bocca del ragazzo per impedire che si ribellasse.

“Ingoia tutto, fino all’ultima goccia.”

Hyoga si sentiva soffocare, non poteva muoversi ed aveva bisogno d’aria per respirare. Fu più un riflesso del suo corpo che la volontà di obbedire quando il ragazzo deglutì disgustato. E solo allora il Cavaliere più anziano si ritrasse da lui, lasciando libera la bocca del suo koibito ed un rivolo di sperma scese sul mento, vicino a quelle labbra dischiuse, assieme al respiro affannato.

Camus prese quella goccia di sperma con un pollice che poi posò sulla lingua di Hyoga, quindi gli disse in un soffio “Non vuoi condividere tutto con me?” Lo baciò ancora una volta con passione per gustarsi l’unione dei loro sapori, poi si allontanò dal volto dell’allievo, lanciò un’occhiata al suo pene ancora duro nonostante l’orgasmo, vide che vi era sulla punta ancora qualche goccia del suo seme, e lo schiaffeggiò. Gli sollevò il volto prendendolo per capelli e disse con aria sprezzante “Avevo detto fino all’ultima goccia, succhiamelo ancora!” Hyoga non ebbe neanche stavolta la possibilità di opporsi. Chiuse nuovamente gli occhi cercando di togliere dalla mente le immagini di ciò che gli stava facendo il Maestro, anche se non riusciva ad estraniarsi da tutta quella crudeltà immeritata, e prese di nuovo in bocca il suo pene, tirò la testa indietro e quando arrivò alla punta, senza più il minimo pudore, succhiò ed ingoiò tutto d’un fiato. Stavolta Aquarius non avrebbe avuto da ridire.

‘Perché? Perché mi sta succedendo tutto questo? Non è così che immaginavo la mia prima esperienza sessuale.’

“Non c’è che dire, sei proprio nato per scopare. Mi hai fatto davvero un bel servizietto; ora spetta a me fare qualcosa.” ‘Oh, no! Atena aiutami! Amici, perché non siete ancora qui? Sirio, è la casa del tuo Maestro: non può fare nulla per sottrarmi a questo pervertito?’ “Sirio!” sospirò.

“Sirio hai detto? L’allievo di Dauko, è a lui che pensi mentre hai rapporti con me? Non sei serio, Cavaliere!… Però che cosa romantica, non trovi? Tu che fai l’amore col tuo Maestro nella casa del Maestro del tuo fidanzato.”

“Non è il mio fidanzato; e questo si chiama… stupro.>> Esitò prima di dire quell’ultima parola, prima non ci aveva voluto pensare, ma quando si era trovato a pronunciarla, si era sentito davvero senza speranza.”

“Ma è il nome del proprio Amore quello che viene pronunciato in questi momenti.”