Disclaimers: I personaggi non sono miei ma appartengono alle Clamp.
Sigh, sob, sigh!
Note: E' una ff incentrata principalmente su Kamui (vi ho gia' detto che e' il mio personaggio preferito?), sui suoi sentimenti e sul suo legame con Subaru. E' molto triste, così triste che quando la rileggo viene da piangere a me che l'ho scritta. Spero che nonostante questo vi piaccia.
Simboli:
<...> corrisponde ai pensieri
file://...// sono ricordi




Maddest

di Kemis

Parte 8/?


      Oblio...
     Un mare nero e sconfinato in cui annego felicemente.
     L'acqua torbida sembra scorrere attraverso la mia mente, lavando via i ricordi e il dolore, i rimorsi e i rimpianti, la tristezza e l'amore.
     /Kamui.../
     Un richiamo sboccia nell'oscurità silenziosa. Non apro neppure gli occhi. Non so chi sia, né chi stia cercando, perché disturbarmi a rispondere?
     /Kamui.../
     All'improvviso rammento di aver portato quel nome, una volta, ma sembra tutto così lontano, come se fosse stato in un'altra vita.
Aggrappandosi a quel frammento di consapevolezza, qualcosa mi afferra e mi riporta in superficie. Vorrei oppormi, ma non ne vale la pena.
     /Kamui, devi svegliarti/
     Galleggio sul pelo dell'acqua, ma non apro gli occhi, non credo ci sia nulla da vedere. Quella voce mi parla ancora. Una voce di donna. 
Forse un tempo mi era familiare. Forse no. Non fa differenza, qui. 
     /Kamui, ti prego, svegliati... I tuoi amici hanno bisogno di te/
     Amici? Quali amici? Ne ho mai avuto uno di amico? Non ricordo. Non voglio ricordare.
     /Subaru ha bisogno di te/
     Il dolore d'un tratto si irradia attraverso di me. Come può un nome fare così male?
     /Sei la sua unica speranza... Aiutalo, Kamui/
     Non posso più aiutare nessuno. Non sono mai riuscito ad aiutare nessuno. Mi dispiace, ma il Pozzo dell'Oblio mi reclama.
     Mi dispiace.
     Un sospiro e poi di nuovo l'acqua mi avvolge, mia dolcissima carceriera, allettante paradiso dei dannati. Un ultimo debole richiamo echeggia ma io l'ignoro mentre sprofondo nell'abisso, sempre più giù...

     *****

      "Perché sei qui?" chiese Subaru, abbassando lentamente la mano che stava accarezzando i fiori. Aveva sospettato una trappola fin da quando aveva ricevuto la busta quella mattina. Solo un foglietto con un indirizzo e un'ora.
      "Per dare al nuovo padrone di casa l'accoglienza che merita." rispose  il 'Kamui' Oscuro.
     Subaru rimase in silenzio per qualche lungo istante. Il suo viso manteneva la sua solita maschera di indifferenza; non voleva far vedere al giovane Drago della Terra che le sue parole lo avevano preso di contropiede. Tuttavia Fuma doveva essersene accorto, perché il suo sorriso appena accennato divenne un ampio ghigno mentre si spingeva via dalla porta con un gesto noncurante e si avvicinava a lui.
      "Seishiro aveva chiesto che i suoi averi andassero a te." spiegò semplicemente. "I suoi effetti personali, il suo conto in banca, la sua casa di famiglia e..." Si interruppe per un istante, voltandosi a guardarlo negli occhi. "...e il suo Ciliegio." concluse.
     Subaru lo fissò per pochi attimi, prima di tornare a guardare i fiori di ciliegio. "Dovrei diventare il nuovo Sakurazukamori?"
      "Grazie al sangue di Seishiro, la posizione ti appartiene già."
disse Fuma. "Sta a te decidere se accettarla o meno."
      "Accettare la posizione significherebbe essere un Drago della Terra." mormorò Subaru, abbassando leggermente lo sguardo.
      "Il Ciliegio è uno spirito antico, che si ciba del sangue delle vittime del suo Guardiano." Il 'Kamui' Oscuro gli posò una mano sul braccio con inaspettata gentilezza. A quel contatto Subaru percepì dentro di sé l'aura del Ciliegio, l'alone di tormento e grida che lo avvolgeva come una nube.

     file://In quella pianta albergavano rammarico e rancore appartenenti a diverse persone.//

      "Ne imprigiona l'anima e se ne nutre perché la Terra, devastata dagli uomini, non può fornirgli l'energia necessaria a sopravvivere." Le parole di Fuma sembravano arrivare da una grande distanza, ma non di meno raggiungevano infallibilmente la sua mente smarrita nel richiamo di quella magia ancestrale.

     file://In qualche modo avrei voluto lenire la sofferenza che sentivo...//

      "Quando l'umanità sarà scomparsa e la Terra rinata, anche il Ciliegio verrà purificato e gli spiriti da lui finora trattenuti verranno liberati. Gli spiriti delle sue vittime insieme a quelli di tutti i Sakurazukamori tuoi predecessori."
     Il giovane Messaggero lasciò la presa e si allontanò di qualche passo, lasciando al Sumeragi il tempo di riprendersi.
     Gli tese un mazzo di chiavi. "La casa e tutto ciò che c'è dentro ti appartiene ugualmente."
     Subaru rimase immobile, fissandolo. Si passò una mano sulla fronte, asciugando con le dita il lieve velo di sudore che la copriva. "Non puoi chiedermi di fare una tale scelta." disse,  scuotendo la testa. "Già una volta me ne sono andato e guarda ciò che ho causato. Non posso farlo ancora." aggiunse, con un sussurro.
     Fuma sorrise gentilmente. "Ti avevo avvisato che ormai Kamui è oltre ogni possibilità di salvezza. Né tu né nessun'altro, su questa terra, riuscirà a ricomporre il suo cuore. Senza di lui, i Seals non hanno più speranze di vincere."
     Si avvicinò di nuovo e gli mise in mano le chiavi, chiudendogli le dita intorno ad esse. "D'altro canto, è vero che, ora che non c'è più il Sakurazukamori a nutrirlo, il Ciliegio soccomberà lentamente, cancellando così gli spiriti che contiene. E anche quando il mondo rinascerà, senza il suo Guardiano a fare da tramite tra lui e la Terra, perirà ugualmente."
     Si chinò verso di lui, bisbigliandogli all'orecchio, "Quindi pensaci bene e poi decidi chi vuoi, chi *puoi* veramente salvare." Il 'Kamui' Oscuro si ritrasse con un lieve sorriso e se ne andò silenziosamente, lasciando Subaru come impietrito a fissare i rami dei ciliegi carichi di fiori ondeggiare nella brezza, solo con i suoi ricordi.

     *****

     Le onde si infrangevano sull'acqua dolcemente, accarezzando i suoi piedi scalzi sulla sabbia.
      "Pensi che le tue parole saranno sufficienti a convincerlo?" chiese Kakyoh senza voltarsi a guardare il 'Kamui' Oscuro che era appena entrato nel suo sogno.
      "Forse no." riconobbe il giovane, sedendosi accanto al veggente su una roccia. "Ma là dove non basteranno interverrà il destino a guidare i suoi passi e le sue scelte." Rimase in silenzio per qualche istante, osservando il mare.
      "Il legame con il Ciliegio dei Sakurazukamori è più forte di qualsiasi altro abbia mai conosciuto, fosse l'affetto per sua sorella o l'amore per Seishiro." commentò a bassa voce Kakyoh, abbassando lo sguardo.
      "Niente potrà rompere quel legame. Né Kamui, con tutto il suo potere o con tutta la sua disperazione, né tanto meno tu."
      "Io?" chiese con un sussurro il veggente. "Io posso solo stare a guardare mentre il Fato realizza se stesso."
     <Però posso ancora sperare.> pensò, mentre un gabbiano solitario attraversava il cielo vuoto del suo sogno. <Sperare accada l'impossibile e Subaru decida di mantenere la promessa che aveva fatto a Kamui e che in questo modo salvi anche se stesso.>

     *****

      "Karen-san, aspetta!"
     La donna si voltò sentendosi chiamare e dopo pochi attimi scorse tra la folla di passanti il viso familiare di Seiichiro Aoki.
"Seiichiro-san, che bella sorpresa!" esclamò, mentre lui la raggiungeva.
"Come mai da queste parti?"
      "Ero andato a fare un'intervista per lavoro." spiegò il giornalista mentre si rimettevano a camminare. "E tu?"
      "Oggi è il mio giorno libero e mi sono andata a fare una passeggiata." rispose semplicemente la soapgirl. "Ti va di riaccompagnarmi e fare un saluto agli altri?"
      "Avevo già messo in programma di passare al Clamp Campus per parlare con Imonoyama-san." Per qualche istante il solito sorriso allegro scomparve dal viso dell'uomo. "Intendevo chiedergli se poteva ospitare anche me nel palazzo, per qualche tempo." 
     Karen non riuscì a nascondere la sorpresa. "E la tua famiglia?" domandò, stupita.
      "Ho convinto mia moglie a raggiungere la casa dei suoi genitori a Kochi, dove lei e mia figlia Yuka saranno al sicuro dai terremoti." replicò, mantenendo un'espressione neutrale. "Non è molto, ma è tutto quello che ancora posso fare per proteggerle." aggiunse, con un filo di voce.
     La donna gli strinse il braccio, sentendosi amareggiata per quanto la lontanaza dalla sua famiglia doveva far male all'amico. "Seiichiro..."
      "Non è facile, certo, ma era la cosa migliore da fare." disse lui, con un leggero sorriso. "Sai, la notte dopo che Kamui è stato operato sono rimasto sveglio fino all'alba a pensare." confessò. Accelerò leggermente il passo per arrivare all'incrocio prima che il semaforo diventasse rosso. "Sapevo che, con lui in quelle condizioni, le nostre speranze di salvare l'umanità erano praticamente ridotte a zero. E ho capito che non volevo davvero morire lasciando alcune questioni irrisolte." Prese Karen per mano in modo da non lasciarla indietro mentre si faceva largo tra la folla che attraversava la strada. 
      "Questioni irrisolte?" chiese Karen, senza capire esattamente di cosa Seiichiro stesse parlando.
     Anche se aveva rallentato il passo l'uomo le teneva ancora la mano.
"Una era la mia famiglia. Ma ho già sistemato le cose con Shimako, mia moglie: le ho raccontato tutto quello che è successo per filo e per segno e che i miei pensieri saranno sempre per lei e la nostra Yuka."
     Karen si sistemò con la mano libera un ciuffo di capelli in modo da nascondere il lampo di tristezza che le aveva attraversato gli occhi.
"Capisco il tuo desiderio di proteggerle, ma sai anche tu che se Tokyo venisse distrutta tutto il mondo andrebbe in pezzi." disse a bassa voce. 
"Se foste rimasti insieme vi sareste almeno potuti godere il tempo che vi rimaneva."
      "Lo so e, egoisticamente, è quello che mi sono detto fino ad ora." replicò lui con un sospiro. "Ma non potevo sopportare il pensiero che trascorrano ciò che rimane della vita del mondo qui, sul campo di battaglia. Fino al Giorno Promesso, dove si trovano ora correranno meno rischi e io mi sento un po' più tranquillo." Sorrise leggermente. "Ora mi è rimasta solo un'altra questione, da risolvere."
     Entrarono nel Clamp Campus da uno dei cancelli secondari meno usati. Da lì mancavano solo una decina di minuti per arrivare al Palazzo Imonoyama, che era dall'altra parte dell'enorme parco.
      "Il tuo lavoro, vero?" scherzò Karen, con un sorrisetto. "Sei troppo dedicato al lavoro per il tuo bene, Seiichiro-san. Anche mentre il mondo finirà tu sarai lì con il tuo bravo blocco per gli appunti a stendere un articolo per la redazione!"
     Il giornalista ridacchiò divertito. "Mi dispiace deluderti, ma questa volta ti sei sbagliata di grosso." disse, scuotendo la testa.
"L'ultima questione irrisolta sei tu, Karen-san."
     Lei lo fissò sorpresa. "Cosa vuoi dire?" domandò, sforzandosi di non far tremare la voce.
     Seiichiro si fermò all'ombra di un gruppo di alberi. "So ciò che provi per me, Karen." disse, guardandola negli occhi. "Ci ho riflettuto a lungo, e mi sono accorto di aver sempre usato il mio matrimonio come scusa per non affrontare il discorso." Le prese una mano e la strinse tra le sue. "Per non ammettere che i tuoi sentimenti erano pienamente corrisposti. Quando l'ho capito però non sapevo davvero che decisione prendere, così ne ho parlato con mia moglie." Notò lo sguardo allarmato della soapgirl e le sorrise con fare rassicurante.
     La donna sgranò gli occhi, incapace di credere a ciò che sentiva.
"Seiichiro, io non--" Lui la interruppe subito, posandole un dito sulle labbra.
      "Lasciami finire, per piacere." chiese gentilmente. Karen annuì in silenzio. "Tu sai quanto io voglia bene a mia moglie e mia figlia, non le abbandonerei mai." disse, tranquillamente. "I miei pensieri sono sempre per loro, ma il mio cuore, Karen, quello è per te." L'uomo sospirò leggermente. "Mi dispiace di non poterti amare come vorremmo entrambi, ma la mia famiglia è una realtà che non posso cambiare."
     Seiichiro le accarezzò leggermente una guancia, sorridendole. "Come ti dissi una volta, la mia famiglia è il motivo per cui alzo il mio kekkai. Combatterò per loro finché avrò la forza per farlo. Ma se dovrò morire durante l'Apocalisse, allora voglio farlo per te. Me lo permetterai, Karen?"
     La donna lo guardava a bocca aperta per la sorpresa. Nonostante il suo ripetersi di continuo che non doveva indugiare in sciocche fantasie adolescenziali illudendosi che il suo amore per Aoki avesse un futuro, più di una volta aveva sognato di sentirgli pronunciare parole d'amore nei suoi confronti. E ora che quelle parole erano state infine pronunciate, insieme ad una condanna a morte per colui dalle cui labbra erano uscite, non sapeva cosa rispondere. Lo guardò a lungo, cercando nel frattempo dentro se stessa una soluzione.
      "Anche se mi ero ripromessa di non dirtelo mai, è vero che ti amo. Ma non sono sicura di desiderare che i miei sentimenti siano ricambiati se la tua vita ne è il prezzo." disse lentamente, chinando il capo. "Non potrei mai portarti via alla tua famiglia."
     "Karen, non sto dicendo che andò in cerca della morte." le rispose lui, sollevandole leggermente il capo. "Voglio solo che, se dovessi morire cercando di salvarti, tu non ti arrabbi con me o con te stessa."
     La donna lo fissò in silenzio, osservando i suoi occhi. Alla fine annuì. "Se questo è il tuo volere, allora così sia."
     I due si abbracciarono senza parlare e rimasero stretti l'uno all'altra a lungo.

     *****

      "Uno dopo l'altro, i Seals continuano a mettere nelle mie mani i fili per manovrarli." commentò divertita la Hinoto Oscura, osservando i due Draghi del Cielo persi nel loro abbraccio.
      "Gli unici che ancora non sono a mia portata sono quelli che muovono Kamui." Ad un cenno della sua mano, l'immagine dei due Seals scomparve con un soffio di vento, per essere rimpiazzata da quella di Subaru. "Ma presto anche questo problema verrà sistemato."
     Rise piano. "Avevi ragione, piccolo Kamui: i desideri sono solo debolezze che gli altri sfruttano per colpirti. E tu e i tuoi amici avete appena iniziato a scoprire quanto un innocuo desiderio possa fare male."


 - Fine 8' parte -


 
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