Disclaimers: I personaggi non sono miei ma appartengono alle Clamp. Sigh,
sob, sigh! Note: E' una ff incentrata principalmente su Kamui (vi ho gia'
detto che e' il mio personaggio preferito?), sui suoi sentimenti e sul suo
legame con Subaru. E' molto triste, così triste che quando la rileggo
viene da piangere a me che l'ho scritta. Spero che nonostante questo vi
piaccia. Simboli:
<...> corrisponde ai pensieri
file://...// sono ricordi
Maddest
di Kemis
Parte 7/?
"Vado io, a rispondere" disse Arashi con un lieve sospiro,
abbandonando i suoi compiti.
Subaru sollevò appena lo sguardo dal libro che
stava leggendo al suono del campanello per guardarla uscire dalla
biblioteca. Sentì la porta aprirsi e poco dopo la sacerdotessa tornò
seguita da Keiichi Segawa, un compagno di classe di Kamui.
"Mi scuso per il disturbo." disse, con un
inchino. "Sono venuto per avere notizie di Shiro-kun. È da molto ormai
che è assente da scuola."
I quattro Seals fissarono prima il ragazzo poi si
guardarono senza parlare, chiedendosi a vicenda a chi spettava il compito di
spiegare la situazione.
Il giovane non faticò a capire come stavano le
cose dal loro silenzio. "È ferito gravemente, vero?" chiese a
mezza voce. "Non ne ero sicuro, perché ha semplicemente smesso di
venire a scuola, ma dopo il sisma di qualche giorno fa non mi è venuta in
mente un'altra possibilità." Esitò per qualche istante, come se
avesse qualcos'altro da dire ma non ne fosse certo. Alla fine sospirò.
"Ascoltate, non pretendo delle spiegazioni sul motivo per cui ogni
volta che c'è un terremoto Shiro-kun torna a scuola ridotto ad un
puntaspilli, so che non sono cose che mi riguardano. Voglio solo sapere come
sta."
"Vuoi una versione edulcorata o la brutale
verità?" chiese Sorata alzandosi in piedi.
Keiichi fu preso in contropiede. La domanda gli
aveva causato un brutto presentimento, molto brutto. "La verità."
rispose, dopo diversi attimi di silenzio.
"Kamui è vivo, almeno per ora, ma i medici
ancora non si azzardano a dire se o per quanto lo resterà." iniziò,
con un sospiro. Rimase in attesa di un cenno da parte di Keiichi, era
impallidito notevolmente.
Dopo un lungo silenzio, il giovane annuì, facendogli segno di proseguire.
"È ricoverato all'ospedale del Campus, nel reparto di terapia
intensiva. Lo tengono in coma indotto, perché ha avuto anche dei problemi
ai polmoni e non riesce neppure a respirare da solo; è attaccato ad una
macchina che lo fa per lui." Si interruppe di nuovo.
"Forse dovresti sederti." suggerì al ragazzo.
Keiichi si lasciò cadere sulla poltrona che gli
veniva indicata.
Per molto tempo non aprì bocca. "Quando pensano che si rimetterà?"
chiese infine.
Sorata, questa volta, lanciò uno sguardo ansioso a
Karen. Tutti loro, anche se non ne parlavano mai, sapevano che ormai non
c'erano più speranze. Si rendevano tristemente conto che, ammesso che Kamui
fosse riuscito a riprendersi e ad uscire dall'ospedale, non sarebbe mai
stato all'altezza di sconfiggere il Kamui Oscuro quando sarebbe giunto il
Giorno Promesso.
"Un mese o due." rispose infine, senza guardare
Keiichi. "Però penso dovresti sapere che... che ha riportato una
ferita molto grave al viso."
"È stato sfregiato?" esclamò il giovane
Segawa, raddrizzandosi sulla poltrona.
Sorata scosse la testa. "Ha subito dei danni
agli occhi. Danni irreparabili."
Keiichi restò immobile a fissarlo, come
impietrito. "Vuoi dire che è... cieco? E non ha possibilità di
guarire?" chiese, con una nota di disperazione nella voce. Il monaco
koyano non rispose; si limitò ad abbassare lo sguardo.
Dopo qualche minuto Karen si alzò. "Intorno a
quest'ora andiamo tutti i giorni a trovarlo in ospedale." disse,
posandogli una mano sulla spalla. "Vorresti venire con noi?"
Il ragazzo annuì, senza parlare. Anche Arashi si
alzò e seguì Sorata, Karen e Keiichi fuori dall'appartamento.
"Sumeragi-san non verrà?" chiese Keiichi,
mentre salivano in macchina.
"Subaru-san è un uomo molto riservato."
rispose Karen. "Suppongo che il fatto che altri possano vedere la sua
preoccupazione per Kamui lo faccia sentire a disagio. Per questo non viene
mai con noi."
*****
"Tutto ciò è... alquanto imprevisto."
disse 'Hinoto' all'altra se stessa. "E pertanto estremamente irritante.
Kamui non può morire; non è ancora servito al suo scopo."
"Anche lui, come tutti gli esseri umani, ha un
punto di rottura." rispose la vera Hinoto, con le lacrime agli occhi.
"E tu, con i tuoi piani, glielo hai fatto superare."
La 'Hinoto' Oscura scosse la testa. "La causa
di tutto è il Sumeragi. Ha alterato il suo destino, causando il risveglio
di Kamui e, di conseguenza, il suo tentato suicidio."
"Finché ci sarà lui Kamui non ricadrà
ancora sotto il controllo dei tuoi poteri malvagi." replicò il vero io
della veggente, dal sogno che la teneva prigioniera. In tutta risposta il
suo alter ego cattivo sorrise freddamente.
"Ne sei così certa? È stato proprio grazie a
lui che Kamui ha ceduto ai miei influssi, tradendo i Seals per aggregarsi
all'altro Kamui. Grazie a lui è facilmente manipolabile. Mi è bastato
fargli arrivare la notizia che quell'inutile onmyoji fosse morto per farlo
impazzire!" Il volto di bambina assunse nuovamente un'espressione
furiosa. "Quel dannato è già riuscito a sfuggirmi una volta al
Rainbow Bridge, ma non sopravvivrà ancora. La farò pagare al Sumeragi per
essersi intromesso. Ero quasi riuscita a raggiungere il mio obiettivo,
maledizione! Mi sarebbero bastati solo pochi giorni ancora per scatenare l'Appocalisse."
Hinoto emise un forte gemito, prendendosi la testa
tra le mani.
"Non dirlo!" gridò, prendendo a singhiozzare. "Tu non puoi
voler distruggere la Terra. *Io* non lo desidero!"
"Continuando a mentire a me, a *te stessa*,
non fai altro che darmi più potere." rise la Hinoto' Oscura. "Il
potere che mi serve per compiere i miei piani."
"I *nostri* piani." la corresse una voce
maschile.
Il Kamui Oscuro si avvicinò. "Forse non sarà
necessario liberarci del Sumeragi." disse. Le sue labbra si
incresparono in un sorriso freddo. "Ho qualcos'altro in mente, per
lui."
'Hinoto' si accigliò. "Non voglio che
interferisca ancora. Per causa sua abbiamo già perso un Messaggero. E anche
la possibilità di distruggere la Terra!"
Gli occhi di Fuma brillarono pericolosamente.
"Quello è un argomento chiuso." esclamò duramente.
"Rimuginarci sopra non serve."
L'io malvagio della veggente trasalì leggermente.
Sapeva riconoscere un pericolo quando ne incontrava uno. Evidentemente, il
'Kamui' Oscuro non era molto felice che Kamui fosse ritornato in sé.
"In ogni caso, lascia il Sumeragi a me."
proseguì il giovane. "Vale la pena di fare un tentativo. E se questo
va a vuoto..." Lasciò la frase in sospeso, sorridendo allusivamente.
"Noooo!" gridò la vera Hinoto,
picchiando con i pugni contro il cristallo che la imprigionava nelle
profondità del suo sogno.
Fuma la osservò, divertito. "Sembra di stare
allo zoo." Ridacchiò.
"Il sogno di Kakyoh non è così spassoso." si complimentò con 'Hinoto',
che gli sorrise freddamente. Poi si rivolse al vero io della veggente che
singhiozzava mestamente. "È inutile che tu pianga." mormorò,
mentre la sua immagine iniziava a sparire. "Il futuro è uno
solo." Le sue parole echeggiarono nel sogno anche dopo che il Kamui
Oscuro se ne fu andato.
"E il futuro vede la razza umana
distrutta." concluse l'alter ego malvagio della principessa cieca.
"E tu, chiusa nel tuo bel sogno, avrai un posto in prima fila per
goderti lo spettacolo!"
Con una risata malvagia, la 'Hinoto'Oscura svanì,
lasciando la vera Hinoto sola a piangere nella sua prigione.
*****
Buio
<Dove sono?>
Desolazione
<Perché sono qui?>
Inquietudine
<Questo è... l'Aldilà?>
Immobilità
<Kotori...?>
Solitudine
<Mamma...?>
::Plick::
<Fuma...?>
Una goccia che cade sull'acqua
Il dolore bruciante si espande ovunque
indistintamente
<Subaru...?>
Tenebre ovattate incombono, soffocano le lacrime
che cadono
::Plick... plick...::
Dolore
<Subaru...>
Singhiozzi persi nel buio
Intorno, nessuno.
*****
"Sorata." esclamò sorpresa Arashi quando
entrò in cucina e vide il giovane con addosso un grembiule bianco che si affaccendava
tra i fornelli. "Cosa stai facendo?"
"Sto preparando la cena. Perché, non si
vede?" chiese perplesso il monaco, grattandosi pensosamente la testa.
"Questo l'avevo capito." disse irritata
la ragazza. "Intendevo dire che stasera è il mio turno."
"Ho deciso di prepararti una cenetta deliziosa
con le mie manine!" dichiarò tutto felice Sorata. "Così capirai
quanto sei fortunata ad essere l'oggetto dei pensieri di un ragazzo così
educato, gentile e affascinaARRRGH!!!" L'ultima parola si trasformò
magicamente in un grido alla gomitata nello stomaco che ricevette dalla
sacerdotessa.
"Cos'è successo?!" chiese Yuzuriha,
irrompendo trafelata in cucina.
"Ho sentito un urlo."
Si tranquillizzò subito vedendo Sorata accucciato in un angolo con occhioni
lacrimevoli e un'aria depressa, mentre Arashi controllava i tegami sul fuoco
senza degnarlo di uno sguardo.
"Cosa c'è, di buono?" chiese curiosa la
ragazzina, sbirciando da dietro Arashi.
"Okonomiyaki." le rispose Sorata,
riprendendosi subito quando vide che la commedia del 'povero cane bastonato'
non suscitava le coccole che aveva sperato.
"Okonomiyaki..." ripetè Yuzuriha,
abbassando lo sguardo. "Era uno dei piatti preferiti anche di
Kamui." Per qualche istante nessuno parlò.
"Mi manca." sussurrò.
"Anche se se ne stava rintanato in camera sua,
stava in casa per la maggior parte del tempo," disse Sorata, che dalla
porta della cucina osservava il pianoforte in un angolo del salotto, ormai
abbandonato, "è strano non averlo intorno."
"Come faremo quando arriverà il Giorno
Promesso?" chiese la ragazzina. "Come potremo combattere senza il
nostro 'Kamui'?"
"Lotteremo ugualmente con tutte le nostre
forze." rispose Arashi, con voce piatta. "Se non altro, ce ne
andremo sapendo di aver fatto del nostro meglio." Tacque per qualche
istante, fissando i fornelli.
"Tentando di uccidersi, Kamui ha condannato tutti noi." mormorò.
"Non sei arrabbiata con lui, Arashi-san,
vero?" le domandò Yuzuriha.
"Kamui aveva una responsabilità che non gli
consentiva di lasciarsi andare in quel modo. Questa è una verità che
nessuno di noi può cambiare." La sacerdotessa sospirò. Yuzuriha se ne
andò senza dire nulla.
Sorata si avvicinò in silenzio e posò una mano
sulla spalla della ragazza. "Va tutto bene, Miss?" chiese, a mezza
voce. Lei non si voltò, ma il giovane notò che stava stringendo i pugni.
"Vorrei che potessimo fare qualcosa per
aiutarlo." rispose con un sussurro Arashi. "*Odio* dover stare a
guardare senza far niente."
Sorata la abbracciò silenziosamente, baciandole
dolcemente la fronte. "Io credo che non sia tutto perduto." disse
lui dopo qualche istante. "Non posso credere che Dio abbia deciso di
distruggere l'umanità. È assurdo pensare che abbia dato il potere della
Sua gloria a Kamui per poi impedirgli di usarlo."
"Forse dovremo andare da Hinoto e chiederle
consiglio." suggerì la ragazza.
"Credo sia un'ottima idea." le rispose il
monaco. "Ehi, ma non ti sembra di sentire un odore strano?" domandò,
annusando l'aria.
"Sì. Odore di bruciato." replicò
Arashi, indicando da sopra la spalla i fornelli dietro di lei..
"I MIEI OKONOMYIAKI!!!!!"
*****
<Credo che il posto sia questo.> pensò
Subaru, osservando incerto la casa che aveva osservato negli ultimi minuti.
Rilesse il biglietto anonimo che gli era arrivato quella mattina, decidendo
che sì, il luogo dell'appuntamento era quello.
Suonò il campanello, stranamente senza nessun nome
scritto accanto.
Attese qualche minuto per vedere se arrivava qualcuno a rispondere.
Attese ancora. Poi suonò di nuovo, cercando di cogliere nella piccola casa
c'erano segni di vita. Provò a spingere il portone, esitante. Era aperto.
Evidentemente, il suo misterioso ospite non aveva intenzione di farsi vedere
per ora (ammesso che non si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto come
aveva inizialmente pensato). Così entrò da solo.
Camminando lentamente, fece il giro intorno alla
casa. Era davvero molto bella, in stile tradizionale, piccola ma graziosa. E
assolutamente deserta. Non avvertiva la presenza di nessuno, all'interno.
Senza neanche accorgersene, si ritrovò sul retro,
in un bellissimo giardino. La vista dei magnifici ciliegio suscitò una
fitta di dolore in lui. Si avvicinò lentamente, lo sguardo perso tra i
fiori.
<Seishiro-san...> Come ipnotizzato, tese la
mano verso un ramo basso, accarezzando lievemente i petali morbidi e
delicati, sentendo le lacrime bruciargli negli occhi.
"Benvenuto nella tenuta di famiglia del clan
dei Sakurazukamori."
La voce che parlò all'improvviso lo fece sobbalzare, strappandolo ai suoi
pensieri. Si voltò di scatto, i muscoli tesi pronti a scattare.
Il Kamui Oscuro era lì in piedi, a braccia
conserte, appoggiato di schiena alla porta aperta che dava sul giardino, con
un sorriso indecifrabile sulle labbra.
- Fine 7' parte -
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