Disclaimers: I personaggi non sono miei ma appartengono alle Clamp.
Sigh, sob, sigh!
Note: E' una ff incentrata principalmente su Kamui (vi ho gia' detto che e' il mio personaggio preferito?), sui suoi sentimenti e sul suo legame con Subaru. E' molto triste, così triste che quando la rileggo viene da piangere a me che l'ho scritta. Spero che nonostante questo vi piaccia.
Simboli:
<...> corrisponde ai pensieri
file://...// sono ricordi




Maddest

di Kemis

Parte 6/?


      file://Dolore nell'oscurità.
     Apro gli occhi. Il mio braccio sanguina copiosamente. Credo di avere anche qualche costola incrinata. I palazzi all'interno del kekkai di Karen-san sono quasi comletamente rasi al suolo.
     Una risata raggiunge le mie orecchie. All'improvviso mi rendo conto che è la prima volta che lo sento ridere, ma anziché essere contento il sangue mi si gela nelle vene.
     Sollevo lo sguardo. È lì, davanti a me. Mi guarda fisso - quanto sanno essere freddi quegli occhi! - e ride. Ride.
     "Cosa ti succede, Subaru, sei già stanco?" mi dice, ironico.
     "Kamui... Kamui, ti prego, torna in te! Tu non sei così freddo e malvagio!"
     Una parte di me non è del tutto d'accordo con le mie parole. In fondo cos'è la follia se non la liberazione di un lato del nostro carattere che è sempre stato represso?
     "Non lo *ero*. Sei stato tu a farmi diventare così."
     Spalanco gli occhi. È vero. È colpa mia.
     "Kamui, lo so che il tuo cuore non è morto. Non puoi abbandonare così i tuoi desideri!"
     "I desideri sono debolezze che gli altri usano per farti del male. Io sono stanco di essere colpito."
     "I desideri sono fonte di gioia."
     Sorride. "Allora perché non ti vedo ridere?"
     Abbasso la testa, frustrato. Perché non riesco a trovare una motivazione che regge? Qualsiasi cosa io dica lui sembra avere una risposta migliore. Che abbia davvero ragione lui?
     Si avvicina con quella stessa espressione che ho visto tanto volte sul volto di Seishiro - un sorriso gentile e uno sguardo impenetrabile.
     Sta per uccidermi. Kamui sta per uccidermi.
     Si inginocchia accanto a me. "Ultime parole?"
     Mi rialzo su un gomito - maledizione, fa un male cane!
     "Kamui, mi dispiace per il dolore che ti ho inflitto. Non ho scuse per il mio comportamento e non ti chiedo di perdonarmi, non ora." Non ce la faccio a stare sollevato, ma voglio guardarlo negli occhi. Mi sono sempre piaciuti, i suoi occhi. Anche ora, nella loro freddezza, sono bellissimi. "Però non voglio che per causa mia tu rovini così il tuo futuro. Se la mia vita è il prezzo da pagare per restituirti a te stesso, pagherò volentieri."
     Crollo di nuovo sul cemento. Sono esausto, ma non importa, tra poco potrò riposare. Hokuto-chan... chissà tutti i rimproveri che mi pioveranno addosso quando ci incontreremo di nuovo. Sarà molto delusa di sapere che sono morto così. Ma con Seishiro-san morto che scopo ha la mia vita? Cos'è lo yin senza lo yang? Dopo tutto, un modo di morire vale l'altro. E almeno così sarò utile ai Draghi del Cielo, per una volta.
     Kamui mi guarda in silenzio, poi alza il braccio. Ha deciso di uccidermi con il metodo di Seishiro. Chiudo gli occhi. Gentile. Spero che prenda bene la mira, così finirà tutto in fretta.
     I secondi passano, ma il colpo non arriva. Apro gli occhi. Perché non si muove?
     La sua mano alzata trema. No, tutto il suo corpo sta tremando.
     "Kamui...?"
     Mi guarda. I suoi occhi ametista sono sgranati, colmi d'orrore e angoscia.
     "Cosa ho fatto...?" Si alza in piedi, guardandosi intorno per la prima volta. Mi accorgo solo ora che Arashi-san, Karen-san e l'altro 'Kamui' ci stanno osservando. Fuma sembra aver preso la sua baldanza. 
Arashi sembra incolume, ma Karen è ferita.
     Kamui lancia un grido e cade sulle ginocchia, coprendosi il volto con le mani. Sta singhiozzando.
     "Cosa ho fatto? Oh, Dio, COSA HO FATTO!!"
     All'improvviso la sua camicia si lacera sulla schiena e dalle sue spalle sembrano esplodere fuori due lunghe ali d'angelo. Rimango a guardarle, affascinato. E' la prima volta che devo qualcosa di così bello. Ma subito la meraviglia si trasforma in orrore.
     Le ali iniziano a cambiare. Le piume cadono a terra una dopo l'altra ininterrottamente mentre le ossa scricchiolano cambiando forma. 
Inorridito, resto a fissarle mentre rapidamente diventano nere, simili a quelle di un pipistrello.
     Non capisco. Perché una persona gentile e altruista come lui deve portare delle ali da demone? È una punizione, forse, un segno indelebile della colpa di aver tradito la sua causa e di aver ucciso degli innocenti? No! Kamui non può sopportare anche questo! Non è giusto!!
     Sebbene a fatica riesco a rialzarmi e cerco di avvicinarmi, ma lui si allontana bruscamente.
     "Stà lontano!" mi grida. È isterico, lo capisco dalla sua voce.
     "Kamui, ascoltami--" Cerco nuovamente di accostarmi, ma ancora una volta lui si ritrae, si allontana da me strisciando sulle ginocchia.
Questa volta chiude le ali intorno a sé, nascondendosi come se volesse sparire. Le piume candide volano via, spazzate dal vento.
     "Non avvicinarti!" Capisco a malapena le parole che dice. Il suono dei suoi singhiozzi le copre.
     Non l'ho mai sentito piangere così disperatamente. I suoi lamenti suscitano un dolore acuto nel mio petto. È il mio cuore che fa così male? Non sapevo di averne ancora uno, pensavo fosse morto con Seishiro-san...
     "Attenzione!!" Il grido d'avvertimento di Karen lacera l'aria. Mi volto di scatto, ma è già troppo tardi. Vedo la sfera d'energia venire verso di noi. Non riesco ad alzare una barriera. Tutto quello che posso fare è guardare. Ma il colpo vola sopra la mia testa.
     Non era diretta contro di me.
     Con gli occhi sgranati per l'orrore, mi giro in tempo per vederla colpire Kamui.
     La forza d'urto dell'esplosione mi getta a terra e l'impatto mi svuota i polmoni. Mi occorre qualche lungo istante per riprendere fiato.
Sono intontito e non vedo bene, la polvere e il sangue mi sono andati nell'occhio. Riesco a distinguere una sagoma scura che si dirige verso il punto dello scoppio.
     Fuma rimane immobile. Seguo la direzione del suo sguardo.
     Kamui.
     Per qualche attimo la sua forma è solo un garbuglio di membra insanguinate. Poi, lentamente si rialza sulle ginocchia. Le sue ali nere sono spezzate, probabilmente inutilizzabili. Quella di sinistra è ridotta ad un ammasso di carne maciullata. Il sangue gli macchia i vestiti. Infine alza la testa.
     "I suoi occhi..." le parole strozzate di Karen mi arrivano distintamente.
     Da sotto le palpebre abbassate il sangue scorre copiosamente sul viso di Kamui. A giudicare dalla quantità, la ferita che ha subito è molto grave.
     Kamui alza il volto rigato di lacrime di sangue al cielo e urla.
     Un grido alto e lunghissimo, un grido di dolore, di disperazione, di aiuto. Le sue ali spezzate si stagliano contro il cielo, gocciolano sangue come una macabra fontana. Sospinto dal suo grido, il potere di /Kamui/ avvampa intorno a lui, dilagandosi per tutta la città come onde concentriche sull'acqua.
     La forza di quel grido mi travolge. Una corrente di dolore, fisico ma soprattutto spirituale, scorre attraverso di me. Crollo a terra, boccheggiando per riprendere fiato, stringendomi le mani sul petto, tentando di riprendermi.
     Poi, dopo quella che sembra un'eternità, l'urlo si spegne e Kamui ricade seduto sulle ginocchia.
     Lo fisso in silenzio, confuso e stordito. Quel flusso di dolore è durato solo una manciata di secondi, ma è stata come l'agonia di cento morti.
     È questo il fardello che è stato posto sulle sue spalle?
     È questa la sofferenza che lui porta dentro di sé ad ogni istante della sua vita?
     "Kamui..." Sento le lacrime scorrermi sul viso.
     Sono solo un idiota. Non ho mai capito nulla, di lui, del suo dolore. Ero l'unico che poteva salvarlo, l'unico che poteva liberarlo da questo inferno, che poteva dargli il calore e l'affetto di cui ha così disperatamente bisogno.
     E io... me ne sono andato.
     Lo sento piangere ancora. La gravità della colpa di cui mi sono macchiato mi piomba improvvisamente addosso in tutta la sua sgradevolezza. Una colpa per cui non potrò mai trovare perdono.
     Kamui si volta verso Fuma, che continua a fissarlo con uno sguardo impenetrabile.
     "Uccidimi..." riesce a dire tra i singhiozzi. "Uccidimi!!" Poi le forze lo abbandonano del tutto e si accascia al suolo svenuto.
     Fuma si avvicina di qualche passo e dalla sua espressione sembra davvero intenzionato ad esaudire quella richiesta.
     "No!!" Prima ancora che me ne renda conto sono fra di loro, riparando Kamui. "No, non lo ucciderai, né oggi né mai."
     "È il suo desiderio." risponde Fuma. "Proprio tu, come puoi negarglielo?"
     Deglutisco a vuoto, cercando di ritrovare la voce. "Lui non deve morire. Non è ancora il suo tempo."
     "Lui è mio." risponde /Kamui/ con uno sguardo duro. "Il Destino lo ha messo nelle mie mani. Sono io l'unico che può decidere quando è arrivato il suo tempo."
     "Io voglio che lui viva!" rispondo. Sono pronto anche a implorarlo, se necessario. Non posso lasciare che lui muoia senza aver tentato di far qualcosa per rimediare ai miei errori.
     "Sai cosa lo aspetta. Perché desideri che soffra ancora?"
     Già, perché voglio che viva? Nel suo futuro ci sono solo la disperazione più nera e le sofferenze più atroci. Non riesco subito a pensare a una risposta. Lo spirito di Kamui si è frantumato, forse oltre ogni possibilità di ripresa. Perché voglio lo stesso che viva?
     "Per quanto io abbia sofferto, nella mia vita ho avuto dei momenti felici, ho avuto dei tempi di gioia. Kamui invece no. Non posso credere che gli dei gli abbiano destinato una vita di tormenti. Voglio credere che per lui ci sarà un tempo migliore. E combatterò con tutte le mie forze per donarglielo."
     Le parole escono dalla mia bocca quasi senza che me ne accorga, ma mentre lo dico mi rendo conto di pensarlo veramente. Sì, voglio che anche lui sia felice. È l'unico modo per espiare le mie colpe verso di lui.
     Fuma mi fissa in silenzio. Poi sorride.
     "Provaci pure, sciocco. Lasciandolo vivere peggiorerai solo le cose. Continuerai solo a fargli più male e alla fine sarai tu e non io a spezzarlo."//

     *****

     Subaru si svegliò di soprassalto, ansimando. Si tirò su a sedere sul suo letto e guardò l'ora sulla sveglia sul comodino. Le 3,44. Si lasciò ricadere sui cuscini.
     Aveva lasciato l'ospedale mentre gli altri erano ancora lì. Anziché andare a casa sua, come aveva deciso di fare quella mattina prima che Kamui scappasse per andare al tempio Togakure, era tornano all'appartamento dei Seals dove era rimasto negli ultimi tre giorni.
Senza neanche togliersi la giacca era andato al piano di sopra ed era entrato nella stanza di Kamui. Era crollato sul suo letto e si era addormentato, esausto.
     Le parole profetiche del /Kamui/ dei Draghi della Terra lo perseguitavano. Forse avrebbe dovuto davvero lasciare che il desiderio di Kamui venisse esaudito e che Fuma lo uccidesse, ponendo fine alla sua agonia.
     Frugò brevemente nella tasca dell'impermeabile, estraendo un flacone di pillole. Il medico gli aveva raccomandato di prendere quei leggeri sedativi mattina e sera e di non alzarsi dal letto per almeno dieci giorni. Non aveva mai ascoltato i suoi consigli, ma quei sedativi effettivamente lo aiutavano a riposare. Inghiottì due pillole, poi si tolse la giacca e si stese di nuovo.
     Chiuse gli occhi e sintonizzò la sua mente con quella dello shikigami che aveva lasciato all'ospedale. Stava ancora osservando il volto immobile di Kamui attraverso i suoi occhi quando finalmente si addormentò.


 - Fine 6' parte -


 
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