Disclaimers: I personaggi non sono miei ma appartengono alle Clamp. Sigh,
sob, sigh! Note: E' una ff incentrata principalmente su Kamui (vi ho gia'
detto che e' il mio personaggio preferito?), sui suoi sentimenti e sul suo
legame con Subaru. E' molto triste, così triste che quando la rileggo
viene da piangere a me che l'ho scritta. Spero che nonostante questo vi
piaccia. Simboli:
<...> corrisponde ai pensieri
file://...// sono ricordi
Maddest
di Kemis
Parte 4/?
Passarono
sei giorni prima che Hinoto li avvisasse di aver sognato che la prossima
barriera che sarebbe attaccata sarebbe stata Ginza.
Yuzuriha, Sorata e Aoki non erano in condizioni di combattere, così erano
andati solo Subaru, Arashi e Karen.
Una volta arrivati sul posto, i tre si guardarono
attorno, in attesa.
"Ricorda, Subaru-san." lo ammonì la
sacerdotessa del tempio di Ise. "Anche se Kamui ti potrà rivolgere
parole di scherno o di accusa, anche se ti attaccherà con ferocia spietata,
non è realmente lui." Avrebbe voluto dire di più, ma Karen la
interruppe con un gesto della mano, indicando la folla dall'altra parte
della strada.
I due Draghi si avvicinavano come se niente fosse.
Stavano chiacchierando normalmente, mangiando un gelato. Poi Kamui si voltò
e il suo sguardo incrociò quello di Subaru. Negli occhi viola balenò per
qualche istante lo stupore. Senza smettere di fissare il Sumeragi fece un
segno a Fuma e i due si diressero verso di loro. Sul viso delicato di Kamui
comparve un sorriso ironico.
"Sembrava che tu avessi ragione, 'Kamui',
quando hai detto che per vincere i Draghi del Cielo sarebbero stati disposti
anche a resuscitare i morti." disse l'adolescente al compagno ad alta
voce, in modo che anche i tre Seals lo sentissero. Fuma rise brevemente.
"Indubbiamente devono essere ancora più
disperati di quanto avessimo immaginato." rispose, passandogli un
braccio intorno alla vita sottile e attirandolo contro di sé con fare
possessivo. Finalmente la coppia raggiunse il terzetto dei Seals. Per
qualche istante nessuno parlò.
"Ciao, Subaru." disse infine Kamui,
ancora mangiando il suo gelato.
"È proprio vero che chi non muore si rivede, eh?"
"C'è da congratularsi per la puntualità."
ridacchiò Fuma, strofinando il naso contro i capelli lucidi del compagno.
"Appena un mese e dodici giorni di ritardo." Subaru rimase
immobile, senza degnarsi di rispondere alla provocazione.
"Kamui, voglio parlarti." disse
semplicemente, guardando l'adolescente negli occhi.
"E cosa c'è di così importante da farti
strisciar fuori dal sasso sotto cui ti eri nascosto?" chiese Fuma, ma
Kamui lo zittì con una lieve gomitata.
"Andiamo, 'Kamui', non prenderlo in
giro." disse, con aria perfettamente seria. Per un istante Subaru
credette che il giovane fosse tornato in sé, ma subito a smentirlo un
sorriso di derisione comparve sul suo volto. "Dovrei essere onorato dal
fatto che l'ex capo del Clan Sumeragi e attuale Sakurazukamori abbia trovato
un po' di tempo per me in mezzo a tutti i folti impegni che lo devono aver
tenuto occupato da un mese a questa parte, non credi?" Fuma ridacchiò
divertito. Subaru non mancò di notare che la mano che stringeva la vita di
Kamui era scesa più in basso, fermandosi sulle anche sottili.
"Allora va bene. Mentre tu sei impegnato a
parlare con il Sakurazukamori io mi occuperò della barriera di Ginza."
disse,
togliendogli il braccio da intorno ai fianchi. Un lampo gelido attraversò
gli occhi di Kamui dietro il suo sorriso.
"Avevi detto che Ginza era per me."
disse. Immediatamente Subaru ebbe un brutto presentimento.
"Sei stato tu a dire di volerti occupare dei
Seals." rispose Fuma con un'alzata di spalle, ma i suoi occhi erano
tutt'altro che incuranti.
"Questa barriera è mia." esclamò Kamui,
il viso mortalmente serio e uno sguardo gelido e pericoloso negli occhi. I
due si fronteggiarono in silenzio, completamente dimentichi del pubblico.
Poi le labbra di Fuma si distesero in un ampio sorriso.
"Come desideri, piccolo." cedette,
compiaciuto. Accarezzò per qualche istante le morbide ciocche nere. "È
così che ti voglio." Si chinò verso il suo orecchio. "Anche se
ti preferisco nudo e sudato sotto di me, mentre urli e ti dibatti come una
puttana." bisbigliò, leccando leggermente il lobo. Anche Kamui
sorrise.
"Se mi parli così mi fai venire voglia."
sussurrò in risposta.
"Dopo aver abbattuto il kekkai potresti fottermi in mezzo alle macerie,
con ancora il loro sangue addosso e le grida agonizzanti di quei patetici
umani tutto intorno." suggerì, con voce sensuale, strusciandosi
leggermente contro di lui. Un lampo di avidità attraversò gli occhi
dorati. Fuma afferrò improvvisamente Kamui per i capelli e gli strattonò indietro
la testa, divorando la sua bocca in un bacio bramoso e violento.
L'adolescente rispose al bacio con altrettanto impeto, ignorando
completamente gli sguardi furiosi che i tre Seals gli stavano lanciando.
Dopo un lungo minuto i due si separarono per
respirare. Fuma si leccò seduttivamente le labbra, ancora gustando il
sapore di Kamui.
"Chiudiamo la faccenda in fretta." mormorò. L'adolescente annuì,
con un sorriso freddo.
Karen distolse lo sguardo dai due Kamui e concentrò
le sue energie, alzando la sua barriera a forma di piramide. Il capo dei
Messaggeri sorrise alle due donne. "Sembra che dovrò essere io a
occuparmi di voi, signore." Dopo queste parole lanciò due palle
d'energia contro di loro, iniziando il duello.
"Allora." disse Kamui con un ampio
sorriso. "Perché non approfittiamo di questo breve tempo per risolvere
le cose fra di noi una volta per tutte?"
Mentre osservava quel sorriso, Subaru lo guardò
negli occhi e capì senza possibilità di dubbio che Kamui lo avrebbe
ucciso.
*****
[Tre giorni dopo]
"Sei riuscito a parlargli?" chiese
ansiosamente Sorata a Subaru, che stava scendendo le scale. Con sua sorpresa
l'onmyouji scosse la testa.
"Sono rimasto con lui per più di mezz'ora, e
ha parlato solo una volta per dirmi di andarmene." disse, e il monaco
del Kansai capì che anche Subaru era molto sorpreso. Dal divano su cui era
stesa Karen sospirò.
"Forse sarebbe meglio evitare di lasciarlo
solo." suggerì. Tentò di alzarsi, ma Sorata la fece stendere di
nuovo. Poi il giovane sparì in cucina, tornando dopo poco portando un
vassoio con tre tazze di tè. Ne porse una sia a Subaru che a Karen, dopodiché
si lasciò sprofondare nella poltrona con la sua.
"Credo che Kamui abbia molta
paura." disse Karen, dopo un lungo silenzio, scuotendo la testa.
"Ha paura di se stesso, di fare ancora del male ad altri, per questo
cerca di isolarsi, ma allo stesso tempo non vorrebbe restare solo perché ciò
lo fa star male."
"Qualunque cosa si cerchi di fare,
purtroppo finiamo solo col ferirlo ulteriormente." mormorò Sorata,
sconsolato, osservando il tè dentro la sua tazza come se potesse trovarvi
una soluzione.
"Karen-san ha ragione. È meglio che
resti con lui, anche se non vuole." annuì Subaru, finendo di bere il tè.
Tornò al piano di sopra e aprì la porta della
stanza di Kamui, entrando. Rimase impietrito sulla soglia quando la trovò
vuota.
Rapidamente controllò le altre camere e i bagni, ma dell'adolescente
nessuna traccia.
Si precipitò giù dalle scale. "Kamui è
sparito!" gridò. Sorata balzò immediatamente in piedi.
"Non è possibile! Come può essere scappato
nelle sue condizioni?!" balbettò incredulo.
"Niente panico!" esclamò Karen,
stringendogli un braccio. "Pensaci un attimo, non ci sono molti posti
in cui potrebbe voler essere andato. Proviamo a controllare alla tomba di
Kotori."
"È inutile cercare in luoghi del
genere." disse il monaco. "Mio dio, è *cieco*, non sarebbe in
grado di arrivarci da solo senza perdersi. Potrebbe essere ovunque!"
"Ma almeno è un punto di partenza." rifletté
Subaru. "In ogni caso, con le ferite riportate durante lo contro di
Ginza non può essere andato lontano."
"Ma si tratta di pur sempre di Kamui. I suoi
poteri lo guideranno ovunque voglia andare." disse Karen. "Voi due
andate lì, intanto io cerco di rintracciare gli altri."
Subaru e Sorata impiegarono pochi minuti a
raggiungere il grande albero sotto cui la compagna d'infanzia di Kamui era
stata sepolta, ma sfortunatamente il ragazzo non si trovava lì.
"Lo sapevo, si è senz'altro perso. Non
riusciremo più a trovarlo!" esclamò il monaco, preoccupatissimo.
"Mantieni la calma, Arisugawa-kun, certo non
lo troveremo più facilmente facendoci prendere dal panico." lo invitò
il Sumeragi, ma anche lui, dentro di sé, era in ansia per il giovane. Solo,
cieco, in preda al senso di colpa e al dolore... chissà dove poteva essere
finito.
"Proseguiamo le ricerche, coraggio!"
chiamò il ragazzo del Kansai, ma Subaru rimase in silenzio ad osservare
l'albero.
"Kotori-san, Kamui sta molto male."
disse, sottovoce, accarezzando la corteccia della pianta. "Aiutaci a
trovarlo e a farlo stare meglio." pregò, appoggiando la fronte
all'albero.
Per qualche istante non successe nulla. C'era solo
silenzio, gli scoiattoli stavano immobili sui rami e non una sola foglia si
muoveva.
Poi un pettirosso attraversò il cielo. Svolazzò in cerchio sopra i due
Seals. Lasciò cadere qualcosa ai piedi di Subaru, poi volò via.
"Cos'è?" chiese ansiosamente Sorata.
"È un talismano per l'amore." disse
l'onmyouji, raccogliendo l'oggetto. "Talismano..."
"Probabilmente non significa nulla."
mormorò Sorata, sconsolato.
"Torniano alla Imonoyama mansion dagli altri."
All'improvviso un pensiero si formò nella mente di
Subaru. "Forse un tempio?" chiese, incerto.
Il viso di Sorata s'illuminò. "Ma sì, il
posto in cui Kotori e Fuma vivevano una volta, il tempio Togakure."
concordò il monaco, dandosi una pacca sulla fronte.
Nell'udire quel nome Subaru raggelò. I suoi occhi
divennero enormi.
file://La figura lacera di
un adolescente inginocchiato a terra, le ali nere sulla sua schiena
spezzate, inutilizzabili//
"Oh, no..." sussurrò, con un filo di
voce. Nella sua mente risentiva una frase che aveva letto qualche giorno
prima su un diario.
"Kamui!" gridò, spiccando il volo, ancora con il talismano
stretto in mano, con Sorata alle calcagna.
file://Un viso angelico,
delicato come porcellana contorto in un'espressione di dolore
inimmaginabile. I grandi occhi ametista chiusi, irrimediabilmente feriti, le
guance color avorio rigate da lacrime di sangue//
"Subaru-san!" gli gridava il monaco,
sforzandosi di stargli dietro. Ma il Sumeragi sembrava come impazzito,
correva e correva. Non udiva i richiami di Sorata, la sua mentre era
altrove, smarrita nei ricordi di ciò che era accaduto pochi giorni prima.
file://La piccola schiena
arcuata all'indietro, le ali contorte stagliate contro il sole, il viso
rivolto al cielo, le labbra spalancate in un grido inumano di sofferenza,
l'ultimo disperato richiamo di un'anima ultraterrena che urlava il dolore
atroce che era stata costretta a portare//
"Subaru-san, aspetta!!" chiamò ancora
Sorata, tentando di farsi udire, ma ormai l'onmyouji era quasi sparito tra i
palazzi ben davanti a lui. Il suo cuore batteva all'impazzata, terrorizzato,
non osando dar voce al terribile sospetto che si faceva più concreto ad
ogni istante.
file://Un viso rigato di
sangue rivolto verso degli occhi dorati che lo fissavano imperscrutabili.
"Uccidimi..."//
"Kamui, ti prego non farlo..." sussurrò,
pregando dio o chiunque altro a cui potesse importare di farli arrivare in
tempo.
file://"Uccidimi!!"//
Subaru finalmente atterrò davanti al portale del
tempio Togakure.
Senza perdere un istante corse verso il cortile, pregando con tutto se
stesso di essersi sbagliato. Voltò l'angolo della casa che dava sul cortile
e rimase immobile, congelato.
Kamui era steso sotto il grande ciliegio, adagiato
in mezzo alle sue radici. Il suo volto era tranquillo, sereno, quasi
sorridente. La benda che precedentemente gli avvolgeva il viso ferito era
ora a terra e i begli occhi viola, ormai ciechi, erano spalancati sui lunghi
rami fioriti.
Un coltello insanguinato era buttato accanto a lui,
mentre la già ampia pozza di sangue sotto le sue mani dilagava sempre di più.
Subaru corse verso l'albero e si lasciò cadere in
ginocchio accanto al ragazzo, raccogliendolo tra le braccia incurante del
sangue.
"Kamui!" gridò Sorata inorridito,
sopraggiungendo.
"Va a chiamare un'ambulanza!" disse
Subaru, ma il ragazzo del Kansai non riusciva muoversi, gli occhi fissi
sulle mani insanguinate del loro leader. "Sorata, *presto*!!"
Finalmente il monaco parve scuotersi e annuendo corse via.
Subaru strinse il fragile corpo dell'adolescente,
sostenendolo delicatamente, come se fosse una bambola di porcellana.
"Kamui..." chiamò piano, accarezzando leggermente una guancia
candida. Il giovane parve muoversi un po'.
"Su... Suba... ru?" sussurrò il Drago
del Cielo, con un tenue filo di voce.
"Sì, sono qui." disse, accarezzandogli i
capelli. "Non preoccuparti, Sorata è andato a chiamare un'ambulanza,
tra poco arriveranno e si prenderanno cura di te." Gli baciò
leggermente la fronte, gli occhi pieni di lacrime. "Tieni duro per un
po', Kamui, non mollare ora."
Kamui sospirò debolmente. "Ho desiderato così
tanto... rivederti... prima di andarmene..." bisbigliò, strofinando
teneramente il viso contro la spalla del Sumeragi, come per accertarsi della
realtà della sua presenza. "Ora sto morendo... e tu sei qui... ma lo
stesso... non posso vederti..." Sulle sue labbra si disegnò un lieve
sorriso. "Ironico..."
"No, Kamui, non stai morendo." disse
Subaru, stringendolo più forte.
"Non puoi morire, non anche tu. Non lasciarti andare, coraggio."
Affondò il volto nei morbidi capelli neri del ragazzo, soffocando un
singhiozzo.
Sentiva il corpo magro abbandonarsi contro di lui, mentre lentamente la vita
lo abbandonava. "Kamui!" chiamò forte, scuotendolo gentilmente
quando vide che le sue palpebre si stavano chiudendo lentamente.
Una lacrima solitaria cadde dagli occhi spenti che
il giovane non riusciva quasi più a tenere aperti, scivolando sulla guancia
liscia. Le sue labbra pallide si mossero, formando il nome del Sumeragi,
sebbene nessun suono uscisse dalla sua bocca.
"Kamui! Kamui, no!!" gridò Subaru,
sconvolto dalla sua stessa impotenza a salvare l'amico.
"Su..." riuscì finalmente a dire Kamui,
così piano che quasi l'onmyouji non lo sentì. "Ti... amo... Su... ba...
ru..."
Mentre la piccola testa mora ricadeva contro il suo
petto, abbandonata, le palpebre si chiusero, celando alla luce del mondo
quei preziosi occhi viola.
- Fine 4' parte -
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