Disclaimers: I personaggi non sono miei ma appartengono alle Clamp. Sigh,
sob, sigh! Note: E' una ff incentrata principarlmente su Kamui (vi ho gia'
detto che e' il mio personaggio preferito?), sui suoi sentimenti e sul suo
legame con Subaru. E' molto triste, così triste che quando la rileggo
viene da piangere a me che l'ho scritta. Spero che nonostante questo vi
piaccia. Simboli: /.../ e' il corsivo <...> corrisponde ai
pensieri //...// sono ricordi
Maddest
di Kemis
Parte 3/?
Subaru
se ne stava seduto in solitudine sul grande letto di Kamui, nella stanza che
il ragazzo aveva occupato. Ricordava le numerose volte che era corso da lui
nel bel mezzo della notte sentendolo gridare in preda agli incubi, per
confortarlo. Un sorriso amaro increspò le sue labbra. Kamui era così
piccolo di costituzione; sembrava un agnellino smarrito quando se ne stava
rannicchiato al centro di quel letto enorme.
Il suo profumo di lavanda aleggiava ancora nella stanza, impregnava
vagamente anche le lenzuola. Non potè far a meno di chiedersi quante
lacrime fossero state versate su quei cuscini nelle ore più scure e più
vuote della notte.
Si alzò silenziosamente, scacciando quei pensieri.
Andò all'armadio e aprì le ante. Il profumo qui era più intenso. Gli
abiti erano piegati e sistemati in pile ordinate, in attesa di essere usati
da qualcuno che forse non sarebbe neanche più tornato in quella stanza.
Subaru sfiorò con la punta delle dita la cravatta nera appesa al suo
gancio, ripensando a quella volta che gliel'aveva allacciata, perché Kamui
era ancora ferito e non ci riusciva. Ricordava perfettamente il modo in cui
le guance dell'adolescente si erano arrossate così teneramente e come lo
aveva sentito trattenere il fiato, quasi involontariamente.
Chinò il capo, sentendosi schiacciare dal senso di
colpa. Aveva ferito nel modo più crudele l'unica persona al mondo che
ancora gli volesse bene. Kamui contava su di lui, sulla sua amicizia, e lui
invece gli aveva voltato le spalle, troppo assorto nel suo dolore per
accorgersi di quello che stava infliggendo.
Stava per richiudere le ante quando qualcosa attirò
la sua attenzione. Scostò una pila di vestiti e trovò sul fondo
dell'armadio una scatola. Facendo attenzione a non rovesciare i vestiti la
prese e la aprì. C'erano diversi oggetti. Un libro dalla copertina di pelle
morbida, celeste, alcune buste, delle foto, un sacchetto con dentro qualcosa
di scuro. Si sentì incerto. Se quella scatola era nascosta probabilmente si
trattava di cose a cui Kamui teneva molto. Però forse poteva trovare
qualcosa su cui far leva per scacciare la follia che si era impadronita
dell'adolescente.
Incuriosito si sedette alla scrivania, esaminando
il contenuto. La prima cosa che guardò furono le foto. Una era di Kotori,
la ragazza dai capelli biondi che era stata amica d'infanzia di Kamui. Sul
retro era scritto qualcosa.
/L'ho presa di nascosto da casa Monou. Un giorno o
l'altro lo dirò a Kotori e le chiederò scusa./
Subaru sapeva che l'adolescente non aveva mai avuto
occasione di farlo. In un'altra foto compariva Kamui sulla tomba di Kotori,
assorto ad osservare i rami del grande albero.
La terza foto fece spalancare leggermente gli occhi
a Subaru. Lui e Kamui erano seduti al gazebo, chini sui libri, ma mentre il
Sumeragi era concentrato nella sua spiegazione, gli occhi del ragazzo erano
fissi su di lui. Subaru era sorpreso. Com'era possibile che non si fosse
accorto che qualcuno gli stava scattando una foto? Ma la sorpresa divenne
amarezza quando notò l'espressione adorante sul viso di Kamui, le labbra
pallide increspate da un lieve sorriso. <Non mi sono neppure mai accorto
di quanto lui mi fosse affezionato... Bell'onmyouji che sono...> pensò,
scuotendo la testa.
Si accorse che anche sul retro di quella foto c'era
scritto qualcosa.
/Sorata l'ha scattata di nascosto nel tentativo di
ricattarmi per farmi fare anche la sua parte di faccende domestiche. Appena
l'ho minacciato di riferire tutto ad Arashi mi ha dato la foto senza
protestare. Suppongo di doverlo ringraziare./
Subaru sorrise leggermente, non facendo nessuna
fatica ad immaginare la scena. Posando le foto sulla scrivania prese una
delle buste. Aprendola vi trovò dentro un lungo ciuffo di capelli biondi
legati da un nastrino rosa, accompagnato da un breve biglietto.
/Questo è tutto quello che sono riuscito a
conservare di Kotori. Chissà se anche di me resteranno solo qualche foto e un ciuffo di capelli?/
Mettendo giù la busta ne prese un'altra. Anche
questa conteneva un ciuffetto di capelli, corti e neri, legati con un altro
nastro, questa volta verde. Subaru capì subito che erano suoi. Insieme
c'era anche un pezzo di benda. Non potè far a meno di chiedersi se era sua
anche quella. Leggendo il biglietto allegato trovò conferma ai suoi
sospetti.
Era datato due giorni dopo lo scontro a Ikebukuro in cui il Kamui Oscuro gli
aveva strappato l'occhio.
/Questi li ho presi la prima notte che ho passato
in ospedale con Subaru. So che non avrei dovuto e spero che lui non venga
mai a saperlo perché ci farei la figura del feticista, ma ho perso così
tante persone senza che mi restasse nulla. Non posso liberarmi della paura
che il destino me lo porti via. Vorrei che almeno di lui mi restasse
qualcosa oltre ai ricordi./
Subaru sentì nuovamente un'altra fitta di senso di
colpa. Non solo perché stava curiosando fra cose che non gli appartenevano,
ma per il modo in cui aveva ignorato completamente Kamui e la fiducia che
lui gli aveva concesso. Si alzò in piedi, riponendo nella scatola le buste
e le foto, quando qualcosa cadde dal sacchetto che non aveva aperto. Prese
in mano l'oggetto, accendendo la lampada per osservarlo meglio.
Trasalì violentemente, riconoscendolo. Era
l'accendino di Seishiro.
Senza pensarci due volte, prese il sacchetto e lo rovesciò sulla scrivania.
Si sentì raggelare. C'era un fazzoletto pulito e impeccabilmente piegato,
un pacchetto iniziato di 'Mild Seven' e poi... un lungo e pesante
impermeabile nero sporco di sangue e con un ampio squarcio sulla schiena.
Con dita tremanti accarezzo lievemente la stoffa. Oh, poteva sentire ancora
il suo profumo se avvicinava il viso, un leggero profumo di sigarette,
dopobarba e... e sangue. Subaru si lasciò ricadere sulla sedia, incapace di
sbloccare la mente. *Come* faceva Kamui ad avere quegli oggetti? Guardò
dentro il sacchetto, sperando di trovare anche lì un biglietto, ma non
c'era nient'altro.
Si ritrovò fra le mani il libretto celeste. Appena
lo aprì capì che si trattava del diario di Kamui. Scorse rapidamente le
pagine cercando qualche accenno all'impermeabile. Trovò ciò che cercava
nelle pagine che scritte il giorno della morte di Seishiro, quando lui aveva
abbandonato il Clamp Campus.
--
/Oggi c'è stato un duello al Rainbow Bridge, in
cui il Sakurazukamori è morto. Ora Subaru è... rotto. Come spezzato. Posso
sentire quanto sta soffrendo, ma lui non mi ha permesso di aiutarlo, mi ha
allontanato. Proverò a tornare da lui più tardi.
Ho fatto così poco per lui, così poco, proprio
come per tutti gli altri. Oh, dio, perché sono venuto al mondo? Cosa dovrei
salvare, quando riesco solo a distruggere le persone che mi stanno vicino?!
Io... io vorrei solo che quelli a cui voglio bene siano felici.
Ma questo è impossibile. Quando ho guardato Subaru
stringere il corpo del Sakurazukamori, ho capito che il mio Desiderio non si
realizzerà mai. Il suo cuore è morto insieme all'uomo che amava. Mi chiedo
se potrà mai essere felice ancora. E il fatto che io lo desideri così
tanto, il fatto che la sua felicità mi stia così a cuore, mi fa solo
dubitare di più.
Sono andato da Imonoyama-san e gli ho chiesto se
erano stati presi provvedimenti per il corpo del Sakurazukamori. Ha detto
che nessuno si era presentato a reclamare il cadavere. Mi sembra ovvio, a
quel che ho capito dai racconti di Subaru quell'uomo non aveva famiglia. Gli
ho suggerito di farlo seppellire sotto il suo Cigliegio, al Parco di Ueno.
Suppongo che sia il luogo più indicato. Ho preso di nascosto l'impermeabile
nero del Sakurazukamori. Nelle tasche ho trovato un pacchetto di sigarette,
un accendino e un fazzoletto. Chissà cone mai sono un po' sorpreso; forse
mi aspettavo di trovare qualcosa di diverso, trattandosi di un assassino.
Suppongo che i suoi ofuda neri li abbia usati utti combattendo con Subaru.
Non che io intenda conservare niente di lui, sia
ben chiaro. Odio quell'uomo. Era un assassino e ha causato a Subaru troppo
dolore e... e sì, credo di essere geloso anche se so che non è il caso,
perché benché il Sakurazukamori uccida persone innocenti senza il minimo
scrupolo ha l'amore di Subaru. Maledizione, il pensiero che un tale mostro
possieda qualcosa di così puro e speciale che non merita affatto mi fa
infuriare.
Quando Subaru gli ha offerto il suo cuore lui lo ha gettato via, lo ha rotto
come se non valesse nulla. Lui non si è mai reso conto conto di quanto
fosse prezioso, di quanto era grande la sua fortuna!
Però... però ho pensato che forse a Subaru
avrebbe potuto far piacere tenere qualcosa di lui. Domani gli darò le
sigarette e l'accendino, ma non l'impermeabile, non vorrei farlo sentire
peggio di come si sente ora.
Non so quanto sia intelligente quello che sto
facendo. Ho rubato degli oggetti da un obitorio e darli a Subaru
probabilmente servirà solo a rafforzare il legame di amore, odio e senso di
colpa che lo legava - legava? - che lo lega tutt'ora al Sakurazukamori. Però
potrebbe farlo felice e quindi non mi importa. L'importante è che Subaru
stia bene./
--
Subaru si sforzò di scacciare il nodo che gli
aveva chiuso la gola.
Rimase a fissare il diario appoggiato sopra l'impermeabile nero.
Sentimenti contrastanti si contrapponevano nella sua mente. Da un lato c'era
Seishiro; provava l'impulso di rannicchiarsi sul letto stringendo
l'indumento e piangere. Dall'altro Kamui; il senso di colpa per come lo
aveva trattato era accresciuto dallo scoprire quanto il ragazzo teneva a
lui, dal fatto che era stato disposto a tirarsi da parte pur di farlo
contento.
In tutta la sua vita, Subaru aveva trovato solo
un'altra persona che tenesse così tanto alla sua felicità: Hokuto. Hokuto,
che ora era morta per colpa sua, perché era stato troppo vigliacco per
affrontare Seishiro come avrebbe dovuto e si era invece rinchiuso in se
stesso a piangersi addosso. E ora Kamui, che aveva crudelmente ignorato,
trattandolo nel peggiore dei modi, abbandonandolo a se stesso.
Rilesse le parole riguardo al Sakurazukamori. Anche
a lui era stato fatto dono di un cuore purissimo e colmo di amore,
addirittura il cuore di Kamui, il salvatore dell'Umanità e anche lui lo
aveva gettato via come se fosse privo di valore, spezzando un tesoro così
grande. Le labbra di Subaru si distesero in un sorriso amaro. <Gli
assomiglio più di quanto pensassi, più di quanto avrei desiderato,>
pensò, coprendosi gli occhi con la mano.
Provò all'improvviso una terribile sensazione di
inadeguatezza. Non era degno di essere un Seal, non era degno di stare in
quel luogo, non era degno di leggere quel diario.
Ciò nonostante voltò la pagina. Doveva sapere.
Doveva scoprire quanto erano profonde le ferite che aveva inflitto a Kamui,
verificare se c'era modo di guarirle. Voleva sapere come il ragazzo aveva
preso la sua scomparsa.
Riprese la lettura.
--
/Se ne è andato. Subaru è sparito, se ne è
andato dal Clamp Campus.
Nokoru-san lo ha fatto cercare anche dal suo schieramento di super-computer,
ma non hanno trovato nessuna traccia di lui. Scomparso, così,
semplicemente. Sono tornato nella sua stanza per parlargli e l'ho trovata
vuota. Subaru se ne è andato. Senza una sola parola di saluto.
Conto così poco per lui? So che il Sakurazukamori è l'unico uomo che ama,
so che non potrò mai essere speciale per Subaru come lo era lui. Ma
pensavo... pensavo di essere almeno un amico. Possibile che la sua
gentilezza e la sua amicizia fossero solo dettate dal dovere? Sono solo un
incarico temporaneo che terminerà con l'Appocalisse? Io... ho sperato
troppo?
Tutte le volte che mi ha protetto, tutte le volte
che mi ha aiutato, il conforto che mi ha dato, i suoi sorrisi... Era solo
finzione? No, non posso crederlo, non voglio crederlo. Subaru mi vuole bene.
Subaru è mio amico. Subaru... Subaru se ne è andato. Tutta l'Appocalisse,
la guerra per il destino del mondo, si è lasciato tutto alle spalle. Anche
me. Forse... forse mi sono solo illuso. Sono stato uno stupido come sempre.
Cosa mi aveva detto quel giorno il Kamui Oscuro? 'Il Kamui è sempre stato
destinato ad essere solo.' È vero. Sono solo. E ora lo sono più di quanto
lo sono mai stato, più di quanto potrò mai esserlo, perché prima avevo
almeno me stesso. Ora non più. La mia anima Subaru l'ha presa con sé, se
l'è portata via.
Vorrei vederlo. Vorrei chiedergli se è davvero mio
amico, vorrei implorarlo di starmi vicino, perché senza di lui il mio cuore
è vuoto, vorrei abbracciarlo e dirgli che per me è più importante del
destino dell'umanità o della mia vita, vorrei allontanare il suo dolore.
Ed eccomi di nuovo qui a fare l'idiota. Sono il
solito egoista.
Subaru ha appena perso la persona che amava - l'unica persona che amava -,
ora sta soffrendo cento volte più di me, e io sono solo capace di piangermi
addosso e desiderare qualcosa di impossibile. Come sempre, d'altronde. E
come sempre la colpa di tutto è mia. Se fossi più forte, se fossi arrivato
prima, avrei potuto impedire la morte del Sakurazukamori e avrei potuto
risparmiare a Subaru questa agonia. È colpa mia, perché sono troppo
debole. È colpa mia, perché mi sono innamorato di lui anche se sapevo che
inevitabilmente il destino si sarebbe accanito su di lui, anche se sapevo
che il mio amore uccide le persone. È colpa mia, perché amandolo gli ho
fatto del male. Se almeno potessi chiedergli perdono.../
--
Subaru si interruppe, troppo scosso per proseguire.
"Non sei tu a dover chiedere perdono, non sei mai stato tu,
Kamui..." sussurrò, accarezzando la carta raggrinzita per le lacrime e
l'inchiostro sbavato,desiderando acutamente di avere sotto le dita i morbidi
capelli scuri dell'adolescente, desiderando di poter guardare in quelle
enormi pozze violacee, in quello specchio che rifletteva la sua stessa anima
oltre la sua immagine. Occhi che non desideravano altro che guardare lui e i
suoi rari sorrisi.
Sfogliò il diario fino all'ultima pagina che era
stata scritta e lesse un'ultima volta.
--
/Vorrei non essere mai nato.
Se io non esistessi questa stupidissima battaglia
non verrebbe combattuta, mia madre sarebbe viva e Kotori, Fuma e i loro
genitori sarebbero felici. Subaru non avrebbe perso l'occhio e forse sarebbe
riuscito a realizzare il suo desiderio. Molte vite non si sarebbero spente,
molte felicità non sarebbero state infrante, molto sangue non sarebbe stato
versato.
Sono maledetto.
Subaru ha fatto bene ad andarsene, prima di perdere
anche la vita.
Ma probabilmente ora che il Sakurazukamori è morto questo mondo per lui è
solo un inferno. Un inferno che anch'io ho contribuito a creare. Le mie mani
sono sporche di sangue anche più di quelle del Kamui Oscuro.
Sono dannato, sono pericoloso, sono inutile.
Sono indesiderato.
Da quando Subaru non c'è più gli incubi sono
tornati a perseguitarmi. Per questo sono qui a scrivere, anche se è notte
fonda. È bella, la notte, così profonda eppure così luminosa. Mi piace
stare a guardare la luna, è come del miele caldo fra le mie labbra dopo
aver assaggiato la bruciante amarezza delle mie paure più grandi. E la cosa
peggiore, di questi sogni, è la consapevolezza che per quanto siano brutti,
l'incubo peggiore sarà sempre lì ad attendermi quando aprirò gli occhi.
Vorrei dormire. Vorrei riposare, finalmente,
addormentarmi e forse non svegliarmi più. Sono così stanco... Stanco di
svegliarmi nel cuor della notte con il volto bagnato di lacrime e il suono
delle mie urla nelle orecchie, stanco di essere costretto a combattere
contro un avversario che si cela dietro il volto del mio miglior amico,
stanco di causare altre morti, stanco di sentirmi in colpa, stanco di essere
debole, stanco di essere solo. Stanco di essere considerato importante
soltanto perché sono 'Kamui'.
A nessuno importa di Kamui Shiro. Tutte le persone
che gli volevano bene sono morte. Per il mondo esiste solo il Drago del
Cielo e nessuno, amico o nemico, guarda oltre a questo. Anche Subaru mi
vedeva solo come 'Kamui'. Mi ha salvato e mi ha protetto perché era il suo
dovere, e probabilmente mi è stato amico solo per farmi contento, perché
per lui c'era solo Seishiro, non c'è mai stato posto per me. A nessuno
importa di Kamui Shiro. Neanche a Kamui Shiro.
Non ce l'ho con Subaru per essersene andato, non
posso rimproverargli nulla. Stava soffrendo troppo per pensare ad un
adolescente incapace e ingenuo come me. Sono uno sciocco, perché per tutto
il tempo ho continuato a non voler vedere la verità, ho continuato a
sperare di poter alleviare il suo dolore. Poi lui non se n'è andato e sono
stato costretto a rendermi conto che avevo solo peggiorato le cose.
Nonostante tutto io continuo ad amarlo e a sperare che sia vivo e stia bene,
che in un modo o nell'altro sia riuscito a sopravvivere.
E così tutto ciò che posso fare è aspettare.
Aspettare l'arrivo del Giorno Promesso, nella speranza che finalmente, dopo
che l'Appocalisse si sarà conclusa, potrò finalmente riposare. Per vincere
la battaglia sarò costretto ad uccidere Fuma, distruggendo l'ultima cosa
che mi è rimasta; non avrò più niente a trattenermi in questo mondo,
l'ultima traccia della mia esistenza sarà cancellata. Credo che poi tornerò
a quel che rimane del tempio Togakure, mi siederò sotto il grande ciliegio
nel cortile in cui tante volte ho giocato da piccolo e mi taglierò i polsi.
Poi resterò a guardare i fiori e a pensare finchè i miei occhi non si
chiuderanno. A pensare a Subaru. Forse se morissi con l'immagine del suo
volto nella mente, la mia anima andrà da lui, prima di lasciare questo
mondo. Oh, sì, sarebbe così bello rivederlo per l'ultima volta, guardare
ancora nei suoi occhi e sprofondare per sempre in quelle profondità
smeraldine. Non c'è nulla che desideri di più. Possibile che non mi venga
concesso neanche un desiderio così semplice? Solo un istante, mi
basterebbe, solo un istante per rivedere il suo viso, per guardare nei suoi
occhi, un guizzo di verde prima del buio eterno. Anche se non potessi
parlargli, anche se non potessi neppure dirgli che lo amo, voglio solo
vederlo. Darei tutto, ogni cosa che possiedo, ogni cosa che sono e che mai
sarò, il destino della Terra o dell'Umanità, tutto cederei perché lui mi
guardi e veda me, non il Drago del Cielo, ma solo Kamui.
Subaru... Nonostante i grandi poteri che dicono io
possieda, non sono stato capace di tenerti accanto a me, non sono riuscito
neppure a proteggerti... Mi dispiace, mi dispiace per essere così inutile,
così... così debole... Mi dispiace per tutte le persone che non ho
salvato... Il giorno che morirò verserò il mio sangue per loro, per tutti
loro, una goccia per ogni ferita che ho causato... Per mia madre, per la zia
Tokiko, per lo zio Kyogo e per la zia Saya, per Daisuke, per Yuzuriha e per
il suo Inuki... Per Kotori, per Fuma... Per Subaru... È questa l'unica cosa
che mi fa andare avanti, la speranza, quando mi sveglio, che questo giorno
sia l'ultimo, la speranza ogni volta che mi addormento che non ci sarà un
risveglio...
E di cosa sarà di questo diario, non lo so. Tanto,
anche se qualcuno lo trovasse e lo leggesse, che differenza farebbe? Nessuno
ha mai voluto ascoltare le grida del mio cuore. Forse lo brucerò, per
risparmiarmi la vergogna che qualcuno trovi la scatola con i miei 'tesori'.
È patetico il modo in cui mi sono aggrappato a quelle piccole cose, la
disperazione quasi ostinata che mi ha spinto a vivere ogni giorno in più
confidando in un suo sguardo, in una carezza. È patetico il modo in cui il
mio cuore accelerava improvvisamente se mi sorrideva ed è ancora più
patetico il fatto che non riesco a smettere di piangere anche se è passato
un mese da quando mi ha lasciato, anche se è così chiaro che non ho fatto
altro che illudermi.
Non voglio più vivere una vita così vuota, così
dolorosa. Solo, agonizzante in un'oscurità insopportabilmente deserta,
abbandonato al mio dolore come un relitto in mezzo al mare. Quando morirò
non una lacrima verrà versata sul mio ricordo, perché non ci sarà nessuno
a piangere e nemmeno nessuno a ricordarmi./
--
Il diario cadde a terra e Subaru nascose il volto
tra le mani, singhiozzando silenziosamente. Quanto dolore era celato nel
piccolo corpo di Kamui, quanta disperazione riempiva i suoi grandi occhi
viola, così tanta sofferenza che neanche lui ne aveva capito completamente
la profondità.
Nonostante tutte le ferite che gli aveva causato
Kamui non gli aveva mosso una sola parola di biasimo. Non lo aveva odiato
come lui aveva odiato Seishiro. Kamui continuava ad amarlo e rimproverava se
stesso per ciò che era successo a Subaru. Si accorse di non essere più
solo, ma la cosa non gli importava.
"Tutto bene?" chiese prudentemente Karen,
avvicinandosi alla scrivania.
Subaru gli indicò l'impermeabile che era ancora
appoggiato sul tavolo. "Questo era di Seishiro-san. Il giorno in
cui..." Le parole gli rimasero in gola. Si impose di proseguire il
discorso. "Quel giorno Kamui aveva recuperato queste cose per darle a
me."
Rimase in silenzio per qualche istante. "E
anche dopo che me ne sono andato in quel modo lui le ha tenute. Nonostante
*odiasse* Seishiro, nonostante io lo avessi abbandonato in modo crudele,
nonostante pensasse che non mi importava nulla di lui, le ha tenute..."
Chinò il capo, lasciando che i capelli gli
ricadessero sulla fronte, mentre le lacrime gli rigavano lentamente le
guance. "Lui ha continuato a sperare che io sarei tornato e che avrebbe
potuto farmi contento dandomi queste cose, anche se questo voleva dire
legarmi per sempre al ricordo di un altro, anche se voleva dire cancellare ogni
possibilità che poteva avere con me, anche se voleva dire dover rinunciare
alla cosa che desiderava di più... Solo... solo farmi felice..."
Strinse le mani a pugno, furioso con se stesso. "Cosa ho fatto di buono
nella mia vita per meritare un amore così grande?" Scosse la testa,
singhiozzando. "Sono un mostro per quello che gli ho fatto."
La donna si inginocchiò accanto a lui,
stringendogli una spalla.
"Le recriminazioni non servono a nulla, Subaru-san, non cambiano il
pasato né il futuro." disse, con voce triste. "Né tu né nessun
altro ha imposto a Kamui di sacrificarsi per te, lo ha fatto di sua volonta,
perché ti amava. Se ora tu ti rimproverassi per questo disprezzeresti ciò
che ha fatto e questo lo renderebbe ancora più triste."
"Ma saperlo non serve nemmeno ad attenuare il
dolore che gli ho inflitto o quello che gli infliggerò, perché io non lo
amo. Gli voglio bene perché è mio amico, probabilmente l'unico che io
abbia, ma non posso amarlo. Kamui aveva ragione, per me c'è solo Seishiro,
anche se lui è morto non riesco a dimenticarlo."
"Sono più che certa che lo faresti
incredibilmente felice anche solo dicendogli che per te è un amico."
mormorò gentilmente Karen. "Lo sa Dio quanto lui ha bisogno di un po'
di affetto. Accettare la sua amicizia sarebbe una grande cosa, per
lui."
"Non so se posso ancora essergli amico... Non
dopo il modo in cui l'ho trattato e la sofferenza che gli ho causato. Non
ora che sò di poterlo ferire così facilmente e così a fondo."
"È proprio per questo che non ti ha mai
voluto dire nulla, perché temeva che te ne saresti andato o che gli avresti
rimproverato i suoi sentimenti per te." La donna si rialzò, con un
sospiro. "Il cuore non può essere costretto, Subaru-san. Tu non puoi
obbligarti ad amare Kamui, proprio come lui non sa imporsi di smettere di
amare te. Farglielo pesare andandosene di nuovo sarebbe ben più crudele che
restare con il rischio di ferirlo."
Subaru rimase in silenzio a lungo, riflettendo
sulle sue parole.
Alla fine si alzò, riponendo con la massima cura tutti gli oggetti al loro
posto. Rimise la scatola nell'armadio e richiuse le ante.
"Ora la cosa più importante è far tornare
Kamui in sé." disse, guardando la donna negli occhi.
Karen gli sorrise, stringendogli un braccio in
segno d'appoggio.
- Fine 3' parte -
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