Disclaimers: I personaggi non sono miei ma appartengono alle Clamp.
Sigh, sob, sigh!
Note: E' una ff incentrata principarlmente su Kamui (vi ho gia' detto che e' il mio personaggio preferito?), sui suoi sentimenti e sul suo legame con Subaru. E' molto triste, così triste che quando la rileggo viene da piangere a me che l'ho scritta. Spero che nonostante questo vi piaccia.
Simboli: /.../ e' il corsivo
<...> corrisponde ai pensieri
//...// sono ricordi



Maddest

di Kemis

Parte 2/?


"Non avremmo dovuto lasciarlo andare." disse Sorata, coprendosi il viso con una mano. "Cosa diavolo avevo per la testa, in quel momento?!"
     "Non te la prendere, Sorata." disse Arashi, versandogli una tazza di tè. "Probabilmente se l'avessimo trattenuto si sarebbe chiuso nella sua stanza e quando non lo avremmo visto si sarebbe tagliato le vene." mormorò, con aria mesta. "Anche se è sparito, sappiamo che è ancora vivo." 
     "Sì, ma in quali condizioni?" esclamò Karen, giocherellando con il suo braccialetto. "Per quel che ne sappiamo potrebbe essersi nascosto da qualche parte a lasciarsi morire."
     "Abbiamo cercato per tutta Tokyo, ma non abbiamo trovato nessuna traccia di lui." disse Aoki, scuotendo la testa. "Non posso fare a meno di chiedermi dove sia finito."
     "Forse se Subaru-san non se ne fosse andato questo non sarebbe successo." singhiozzò Yuzuriha, affondando il viso nel pelo di Inuki, che guaiva piano sentendo la tristezza della sua padrona. 
     "Non possiamo far altro che continuare a cercarlo e pregare perché non faccia qualcosa di folle."
     "È già passata una settimana da quando è scomparso." disse Sorata con aria mesta. "Speriamo che non sia stato trovato da qualche Drago della Terra."
     "Avremmo senz'altro sentito un eventuale duello." asserì Arashi, con la solita calma.
     "Perché dai per scontato che ci sarebbe stato un duello?" le disse il monaco, guardandola negli occhi. "In quelle condizioni, si sarebbe senz'altro lasciato uccidere. E se è stato trovato dall'altro Kamui, allora c'è poco di cui stare allegri. Quel pazzo psicopatico se lo sarebbe certamente portato a casa per torturarlo e molestarlo indisturbato." 
     "Come ha detto Arashi, almeno sappiamo che è ancora vivo. Possiamo solo pregare con tutte le nostre forze perché stia bene." 
     All'improvviso Inuki si mise ad abbaiare. "Cosa succede, Inuki?" chiese Yuzuriha, asciugandosi le lacrime. L'inugami sembrava incerto, il pelo sulla schiena gli si era rizzato, ma non ringhiava. 
     Arashi si alzò in piedi di scatto. "Si sta avvicinando qualcuno." disse, estendendo al massimo i suoi sensi.
     "È Kamui!" disse Sorata, con un sorriso sollevato.
     "Ma non è solo." aggiunse lugubremente Karen. "Andiamo, è meglio uscire dal palazzo e andare a vedere." Gli altri cinque Seals la seguirono e scesero nel giardino, guardandosi intorno in attesa. 
     Non dovettero aspettare molto. Dopo pochi istanti una familiare figura sottile comparve nella nebbia del crepuscolo, e a mano a mano che si avicinava, si chiarificò ulteriormente. Kamui rimase immobile davanti ai compagni, l'espressione sul suo viso illeggibile.
     "Kamui! Sei tornato finalmente! Stai bene?" chiese Yuzuriha.
L'adolescente non rispose. Si limitò a fissarli in silenzio. Stava per correre verso di lui, ma Sorata la trattenne per una spalla.
     "C'è qualcosa che non va." le bisbigliò Sorata, arretrando.
     "Quale perspicacia." ridacchiò una voce profonda, con ironia.
"Davvero degno del titolo di Drago del Cielo." Una sagoma imponente apparve alle spalle di Kamui. Fuma avanzò con aria casuale, le mani in tasca, e rimase alle spalle del ragazzo più piccolo, con il suo solito sorriso beffardo.
     "Cosa diavolo ci fai qui?!" esclamò Karen, sorpresa.
     Il Drago della Terra ridacchiò divertito. Senza smettere di sorridere, abbracciò Kamui da dietro, appoggiando il mento sulla sua testa. "Ora Kamui è mio." disse, sorridendo soddisfatto. "Non è più un Seal, non lo è mai stato veramente. Distruggeremo la razza umana fino all'ultimo esemplare."
     "Kamui! Cosa stai facendo?!" grido Sorata. "Non puoi permettergli di farlo! Non devi lasciarti condizionare da lui!"
     Kamui sorrise, un sorriso freddo e crudele, lo stesso sorriso dell'altro ragazzo. I suoi occhi viola erano come vetrificati, ed erano gelidi. "Il destino è uno solo: l'annientamento dell'uomo." Il suo sorriso non ondeggiò neppure mentre si adagiava all'indietro contro il petto di Fuma, posando le mani su quelle dell'altro ragazzo che erano strette sulle sue spalle. "Abbatteremo tutte le barriere e stermineremo l'umanità, per liberare la Terra."
     "Kamui, quel mostro ti ha fatto il lavaggio del cervello!" gridò ancora Sorata.
     "Sbagli. Lui mi ha mostrato ciò che non sapevo, mi ha fatto vedere il dolore della Terra. Lui ha esaudito il mio Desiderio." Fuma accarezzò lentamente la guancia morbida e setosa dell'adolescente con la propria, senza smettere di fissare i Seals, profondamente divertito della loro sorpresa e della loro paura. Kamui accarezzò il viso di Fuma. "L'umanità sta distruggendo la Terra, nostra Madre. L'umanità la devasta, le fa del male." Si interruppe per qualche istante, strofinando la guancia contro le labbra del compagno. "Gli uomini hanno ucciso mia madre. E io ucciderò loro." Fuma rise compiaciuto. Baciò il ragazzo sul collo, assaporando per qualche istante la sua pelle candida.
     "Uccidili." disse all'orecchio del giovane, abbastanza forte perché anche i Seals lo sentissero. Il sorriso di Kamui si allargò e i suoi occhi guizzarono per qualche istante in anticipazione.
     "Con piacere." Si avvicinò lentamente agli ex-compagni. "Prenditene un paio anche tu e sistemiamo la faccenda in fretta. Il tavolo al ristorante è prenotato per le sette e non sarebbe educato far tardi." disse, voltandosi per un istante verso Fuma, con un sorriso quasi gentile, sebbene i suoi occhi fossero freddi come il ghiaccio.
     "Speravo che tu lo dicessi." rispose il Kamui Oscuro, raggiungendolo. I due Kamui si voltarono simultaneamente verso i Draghi del Cielo, le loro espressioni ugualmente gelide e crudeli. 
     E in quell'istante i sei Seals seppero con certezza di non avere più nessuna via di scampo.

     *****

     Karen si svegliò di soprassalto. Dopo pochi istanti allontanò le nebbie dell'incoscienza e si guardò intorno. Era stesa su un letto grande e comodo, in una stanza a lei sconosciuta. <Sono morta?> si chiese, con una certa curiosità. Poi scartò l'idea, vedendo che le sue ferite erano state bendate. Cercò di alzarsi, ma il dolore la costrinse a lasciar perdere.
     "Ti sei svegliata, finalmente." disse una voce familiare. La donna si voltò e vide Subaru Sumeragi, appoggiato allo stipite della porta. Lo fissò per qualche lungo istante.
     "Allora sono morta davvero." disse con un sospiro. "Peccato." 
     "Da cosa ti viene quest'idea?" chiese l'uomo, avvicinandosi al letto e sedendosi sulla sedia lì accanto.
     "Tu sei morto, quindi per forza di cose devo esserlo anch'io."rispose lei. L'onmyouji la fissò in silenzio.
     "A quel che ne so, siamo entrambi vivi e vegeti."
     "Non è possibile! Ti hanno visto buttarti giù dal Rainbow Bridge e hanno persino ripescato il tuo impermeabile! Kamui..." La donna si interruppe bruscamente. Suo malgrado gli occhi le si riempirono di lacrime e girò il viso dall'altra parte.
     "È successo qualcosa a Kamui?" chiese Subaru, con una nota di preoccupazione nella voce. Asciugandosi gli occhi Karen si voltò verso di lui, con uno sguardo penetrante.
     "Cosa ti interessa?" disse, con voce dura. "Te ne sei andato senza dire neanche una parola, come se lui fosse contasse meno di nulla per te, ora non hai nessun diritto di chiedere di lui! E comunque sì, gli è successo qualcosa, grazie per la tua preoccupazione." Subaru rimase in silenzio, sorpreso dallo scoppio emotivo della donna.
     "...L'ha presa così male?" sussurrò alla fine, tenendo lo sguardo basso, provando un acuto senso di colpa.
     "Tu cosa dici?!" replicò lei, ironica. Tuttavia esitò per qualche istante, pensando se era il caso di raccontargli tutto. "Come potrebbe non averla presa male?" mormorò alla fine. "Aveva il cuore spezzato. Dopo che te ne sei andato lui è diventato... vuoto. I suoi occhi erano spenti e anche se faceva finta di niente tutti sentivamo quanto stava male. È diventato ancora più magro e pallidissimo, Sorata doveva praticamente obbligarlo a mangiare. Ha ricominciato a soffrire di incubi e quindi non riusciva neanche più a dormire di notte, era sull'orlo del crollo fisico." Karen si interruppe per asciugarsi le lacrime. "Abbiamo provato di tutto per risollevarlo, ma non siamo riusciti a fare nulla, potevamo solo stare a guardarlo soffrire, ad ascoltarlo piangere chiuso nella sua stanza."
     Subau rimase a capo chino, senza riuscire a far passare la voce attraverso il nodo che gli stringeva la gola. Alla fine alzò la testa. 
"Prima hai detto che mi credevate morto. Kamui... Kamui come..." Non ebbe bisogno di finire la frase quando vide scorrere alte lacrime sulle sue guance.
     "È impazzito." rispose, senza neanche disturbarsi ad asciugarsi il viso.
     "Impazzito?" ripetè Subaru, incredulo.
     La donna annuì. "Dopo che Nokoru-san gli ha dato la notizia della tua 'morte' e il tuo impermeabile, Kamui è sparito. Abbiamo messo sotto sopra tutta Tokyo per cercarlo, ma non abbiamo trovato neanche una traccia. Almeno, fino a ieri sera."
     "Cosa è successo ieri sera?"
     "Kamui è tornato al Campus, ma non da solo. L'altro Kamui era con lui. E insieme si sono messi a darci la caccia."
     Subaru perse la sua espressione neutrale, apparendo sconvolto dalla notizia. "Vuoi dire... che queste ferite..."
     Karen annuì. "Non è più lui. Il Kamui Oscuro gli ha fatto il lavaggio del cervello. Ora è freddo, crudele, malvagio." Esitò per qualche istante. "Quando mi ha guardata negli occhi con quel sorriso gelido ho avuto paura. Desiderava realmente ucciderci." Si voltò verso Subaru, sollevandosi per quel che riusciva. "Ti prego, Sumeragi-san, ti supplico, sei l'unico che può aiutarlo. Forse parlando con te tornerà ad essere lo stesso ragazzo gentile e un po' triste di prima." 
     L'onmyouji restò in silenzio a lungo, assorbendo ciò che la donna gli aveva detto. "Sì." disse alla fine. "Sì. Non posso lasciare che diventi un mostro anche lui."

     *****

     Kamui era steso sul divano, con aria rilassata.
     "Allora." chiese Fuma, sedendosi accanto a lui. "Ti sei divertito alla tua prima caccia?"
Il ragazzo più piccolo annuì. "Non capisco perché non mi hai lasciato ucciderli." disse, girandosi su un fianco, sostenendosi la testa con una mano. L'altro giovane si chinò leggermente su di lui, accarezzandogli lentamente una guancia.
     "Perché così è molto più divertente." rispose, con aria indulgente. "Abbiamo ancora tempo prima del Giorno Promesso, ci annoieremmo a morte se uccidessimo tutti i Seals ora." Gli sollevò il viso, fissandolo negli occhi da sopra i piccoli occhiali da sole. "E poi, in questo modo hanno un sapore migliore. La loro paura aveva un gusto delizioso, non trovi?" 
     Il sorriso di Kamui si fece crudele. "Sì. Quel terrore cieco nei loro occhi, la sensazione di avere la loro vita in mano, quella sensazione di potere..." Chiuse gli occhi, come se stesse degustando un vino pregiato. Le sue labbra si distesero nuovamente in un sorriso. "Mi piace andare a caccia." disse alla fine. "È così inebriante... così /eccitante/..." aggiunse, con una particolare enfasi sull'ultima parola, fissando il compagno da sotto le palpebre semi-abbassate, mentre una delle sue mani correva eloquentemente su per il braccio su cui Fuma si appoggiava.
     Il Kamui Oscuro sorrise a sua volta, un riflesso della bramosia dell'adolescente balenava nei suoi occhi mentre lo guardava stendersi all'indietro sul divano, voluttuosamente, leccandosi leggermente le labbra socchiuse creando un immagine fortemente sensuale. Si chinò su di lui, fissandolo negli occhi. "Abbiamo ancora la cena sullo stomaco." disse, accarezzandogli le labbra con il pollice. "Forse sarebbe meglio aspettare un po'."
     Kamui sorrise maliziosamente. Aprì le labbra, prendendo in bocca il largo dito del compagno, succhiandolo e accarezzandolo con la piccola lingua vellutata, mentre gli avvolgeva le braccia sottili intorno alle ampie spalle, tirandolo verso il basso.
     "Ti voglio." sussurrò, interrompendo per un attimo la sua attività ma senza far uscire il dito dalla bocca. "Adesso."
     Sorrise dentro di sé quando Fuma finalmente abbandonò il gioco e catturò le sue labbra con un bacio avido e selvaggio, stringendolo con forza contro il proprio corpo. Sospirò leggermente, mentre i vestiti gli venivano strappati di dosso e non pensò più a niente.

     *****

     "Karen-san, è un piacere rivederti." la salutò Nokoru, visibilmente sollevato. "E siamo felici di sapere che anche tu sei vivo, Sumeragi-san." Subaru annuì in silenzio.
     "Che ne è degli altri?" chiese la soapgirl, accettando l'aiuto di Suoh per sedersi. Le ferite le facevano ancora dannatamente male. 
     "All'ospedale." rispose il presidente del Clamp Campus. "Sorata ha un braccio e parecchie costole rotte. Arashi sta bene ma non si riesce a farla allontanare da lui. Aoki-san se l'è cavata con una gamba rotta, e Yuzuriha-san ha un polso e una caviglia slogati." 
     Karen chinò lo sguardo, stringendo i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. "E Kamui?" chiese, a denti stretti.
     Imonoyama scosse la testa. "È sparito insieme al Kamui dei Draghi della Terra e non riusciamo a trovarlo."
     "Non potete fare nulla per rintracciarlo?" insistette Karen.
     "C'è un solo modo." le rispose Nokoru, con aria cupa. "Aspettare. La prossima barriera che verrà distrutta, sicuramente sarà colpita da lui."
     La donna rabbrividì in silenzio.


- Fine 2' parte -


 
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