Ciao a tutte! Ho messo un attimo da parte "Rebel" e "Kaede Hood" per dedicarmi a questa ff, una auto conclusiva con un pairing del tutto nuovo per me, nonché insolito! Spero che vi piaccia ugualmente e che mandiate dei numerosi commenti! Prima di iniziare, però, voglio ringraziare tutte coloro che mi hanno commentata fino ad ora! Grazie!!^^ Vi voglio bene!

NOTE: mi pare inutile aggiungere che i personaggi sono di proprietà di Mr. Inoue, al quale bisognerebbe fare un monumento, dato che tutte le volte che rileggo slam dunk mi piego in due dalle risate!!



L'ultima notte

di Ash(lynx)


Esco dell'oscuro vicolo pulendomi il labbro ferito con una manica della giacca che indosso. Dietro di me lascio, gementi a terra, tre ragazzi, insulsi esseri che se la sono ampiamente cercata. Volevano farmela pagare per aver lasciato la banda, come molti altri prima di loro. Bè, si sono pentiti amaramente di avermi sfidato! L'unico mio rimpianto è di non aver rispettato la promessa che avevo fatto ad Anzai appena tornato in squadra, però, in qualche modo, dovevo pur rimanere intero, no? Non potevo certo lasciarmi pestare senza opporre resistenza per poi ritrovarmi all'ospedale! L'ultima volta che ho fatto una cosa del genere stavo per rimetterci le mani! Fossi cretino a rifarlo!

<<Ce la pagherai, Mitsui!>> minaccia lievemente uno dei tre.

La sua voce affaticata, che tradisce tutto il suo dolore, non mi spaventa e gli rispondo senza nemmeno voltarmi:

<<Ma sta' zitto! Se sei vivo è perché non mi abbasso ad ammazzare dei falliti come voi!>>

<<Bastardo...>> l'insulto mi arriva flebile alle orecchie.

Mi allontano senza dargli più retta, infastidito dalla mia perdita di tempo: dovrei essere a casa a vedermi la partita anziché in giro a cacciarmi nei casini.

Per strada non c'è nessuno, ma è normale: è passa da un pezzo l'ora di cena e, normalmente, a quest'ora la gente se ne sta rinchiusa in casa. Meglio, così nessuno potrà dire d'avermi visto picchiare quei tipi! Sarei seriamente nei guai se Anzai lo venisse a sapere. Anzi, devo trovare una scusa plausibile per questo labbro spaccato. Potrei dire di essere stato investito da Rukawa in bicicletta, dopotutto a Sakuragi succede di continuo! E poi Rukawa non si accorgerebbe della bugia, dato che dorme sempre, soprattutto quando guida, e non si rende nemmeno conto di investire la gente! Sì, penso proprio che possa andare bene.

Continuando a camminare con anda scazzata mi sgranchisco le spalle. Devo ammettere che, dopotutto, mi ci voleva una bella e sana rissa per scaricarmi i nervi dopo una giornata passata a sopportare il Gorilla e le sue crisi isteriche da donna in menopausa e le immense stronzate di Sakuragi! Il mio anti-stress personale! In fondo sono stato un teppista, è normale che mi rilassi a menare le mani! 

Ahhh...un po' mi manca la libertà di quegli anni! Nessun orario, né ordine da rispettare...decisamente una bella vita!

Il rumore di una moto in avvicinamento mi giunge alle orecchie. Il rombo del motore, ovviamente modificato, mi è molto familiare. Mi fermo e guardo verso la carreggiata alla mia sinistra. Vengo quasi subito colpito dai fari accecanti di una moto e superato velocemente da una disordinata chioma di capelli neri al vento. Nessun casco protegge la testa del guidatore, troppo sicuro di sé stesso e di essere al di sopra della legge per portarlo.

Pochi metri e la moto improvvisamente si arresta. Il pilota si volta a guardarmi e io gli sorrido avvicinandomi.

<<Non dovresti essere ad allenarti, atleta?>>

<<Non a quest'ora, Tetsuo>>

Scende dalla moto e si appoggia al muro accendendosi una sigaretta. Comincia a parlare dopo la prima boccata:

<<Rissa?>> chiede alludendo al mio labbro sanguinante.

Annuisco.

<<Le vecchie abitudini non muoio mai>> constata.

<<Penso che fossero della banda di Ryu. Credo che si voglia ancora vendicare, non gli deve essere bastata la volta scorsa>> spiego.

<<Come ci si sente a fare a botte dopo così tanto tempo?>>

Rimango un secondo zitto a riflettere cercando di capire cosa provo.

<<Mi mancava fare a pugni>> rispondo infine deciso.

Sorride, come se la risposta non lo stupisse affatto.

<<Certa gente nasce per essere un teppista>> dice <<sei fortunato ad avere il basket, altrimenti saresti ridotto come me>>

<<Bè, prima ero sulla buona strada per diventarlo! Non mi mancava mica tanto!>>

<<Calmo ragazzino, non montarti la testa! Ne avresti dovuta fare ancora tanta di strada prima di riuscire a raggiungere il mio livello!>>

<<Tsz! Vorrei proprio vederti con una palla da basket in mano! Allora sì che sarei io a chiamare te ragazzino!>>

<<Mi spiace deluderti, ma io non sono un atleta, né lo sono mai stato! Non mi presto a certi giochi!>>

Sbuffo divertito, per tornare serio in pochi secondi.

<<Io, ormai, sono fuori dal giro e non conosco le novità, ma si può sapere che sta succedendo? Mi pare che ci sia un certo movimento tra i ragazzi>>

<<Bè, a parte Ryu che ce l'ha con te personalmente e sta tirando su un polverone assurdo, sta iniziando una vera a propria guerra tra bande. Te ne sei andato giusto in tempo. Con un po' di fortuna nessuno ti darà fastidio fino a quando la questione non sarà conclusa e, quando ciò avverrà, dubito che Ryu sarà ancora vivo per darti noie>>

<<Tu ne sei dentro?>> domando nascondendo una certa preoccupazione.

Lo conosco, so bene che è un duro e che ne ha passate di ben peggiori, ma non posso non temere che, questa volta, possa non farcela.

<<Mi conosci: non rinuncio mai al divertimento!>>

<<Basta che non ci lasci la pelle...>> butto là senza riflettere.

<<Ah, non sono mica un moccioso! Non ho bisogno di certi consigli!>>

<<Infatti non te ne stavo dando!>> mento <<Ricordavo solo le parole che mi disse una certa persona anni fa: per essere un buon teppista e fare strada bisogna prendere ciò che si vuole e non farsi mai trascinare nella merda dagli altri>>
<<Tutto sommato è un buon consiglio>>

<<Mi è stato dato dal migliore>>

Fu lui stesso, Tetsuo, a dirmi queste esatte parole quando ci conoscemmo. Mi furono di grande utilità più di una volta per non farmi prendere dagli sbirri.

<<Dovresti seguirlo anche tu>> continuo.

Getta via la sigaretta finita e si siede a cavalcioni sulla moto facendo finta di non aver udito le mie parole.

<<Ti va di fare un giro? Oppure questo ritorno al teppismo ti preoccupa?>>

Sorrido.

<<Mi conosci: anche io non rinuncio al divertimento! Però ricordati che non ho intenzione di tornare ad essere un teppista>>

Mi siedo dietro di lui come feci molte altre volte prima d'oggi. Andare in moto con Tetsuo è stata una delle cose più belle del mio intero periodo da teppista e non mi sono mai tirato indietro di fronte ad ogni sua proposta di fare un giro.

Mette in moto e subito sento il motore rombare sotto di me mentre le vibrazioni mi scuotono il corpo. Come mille altre volte, anziché afferrarmi alla moto, mi aggrappo con entrambe le mani alla giacca del mio amico e lui, facendo finta di nulla, sicuramente aspettandosi questa mia azione, parte. Corriamo immediatamente veloci per le strade semi deserte del centro, mentre l'accelerazione è costante e ci dirigiamo in periferia. Non ho bisogno di chiedergli quale sia la destinazione, tanto già la conosco: ci siamo andato molte altre volte insieme, sulla sua moto, alla ricerca di un posto tranquillo solo per noi, per starcene in intimità.

No, Tetsuo ed io non siamo mai stati assieme, cioè, non ufficialmente. La nostra la si potrebbe chiamare tresca, oppure passione, o ardore sessuale. É da quando l'ho conosciuto, alcuni mesi dopo l'operazione al ginocchio, che passiamo assieme notti di puro sesso. Non c'è altro, però. Per quanto possiamo volerci bene, perché ce ne vogliamo, i nostri caratteri, specialmente il suo, non sono fatti per essere legati. Lui, poi, vuole essere libero da tutto e da tutti. Essendo teppisti ciò ci andava bene, eravamo in grado di nascondere tutti i nostri sentimenti, ma, ora che sono uno sportivo e che non ho più bisogno di fingere di essere una persona che non sono, non penso di riuscire a tollerare ancora per molto questa strana situazione. Ho messo la parola fine ad un capitolo della mia vita e anche questo suo aspetto deve giungere al termine.

Questa sarà la nostra ultima notte insieme.

La moto sfreccia fuori città percorrendo strade conosciute. Alzo la testa e volgo lo sguardo oltre la spalla destra di Tetsuo. Poco più avanti, al massimo duecento metri, c'è una macchina dei vigili. Nessuno di noi porta il casco e superiamo di molto il limite di velocità consentito. Come era prevedibile, dopo alcuni secondi dal mio avvistamento, uno dei due poliziotti ci fa segno colla paletta di accostare. Sorrido: tutto ciò significa una sola, maledettissima, cosa!

Mi aggrappo più saldamente al mio compagno mentre accelera bruscamente e passiamo davanti ai due uomini in una mono perfetta! Girando la testa dall'altra parte per non farmi riconoscere faccio loro il dito e, con una mossa allenata dall'esperienza, copro la targa con un piede (almeno dalle mie parti si fa così!^^ndMe).

<<Provata a prenderci, sbirri!>> urla Tetsuo esaltandosi.

Avanziamo ancora per alcuni metri in mono, poi la ruota anteriore torna a toccare l'asfalto e ci allontaniamo in velocità.

Quasi contemporaneamente i due poliziotti cominciano il loro inseguimento a sirene spiegate. Mi immagino il volto sorridente di Tetsuo davanti a me e il suo sguardo acceso dall'adrenalina: questo è pane per i suoi denti! Ci sarà da divertirsi!

Ah, la mia indole da teppista...la adoro, anche se mi metterà in guai seri prima o poi, lo sento!

<<Tieniti stretto>> mi urla ed io mi aggrappo a lui ancora di più, circondandogli la vita con le braccia.

Corriamo ad una velocità indicibile per la lunga strada asfaltata, facendo slalom tra le poche altre vetture presenti. Sono divertito, mi sento quasi rinascere! É come segnare il canestro della vittoria durante la partita più importante del campionato! Adoro correre in questo modo spericolato! Adoro sentire il mondo sfrecciarmi accanto senza che riesca a vederlo, lasciando tutto alle spalle in pochi attimi!

Il vento sulla pelle fa quasi male, ma mi tiene vivo e attento alla situazione. Andiamo talmente veloci, percorrendo le curve quasi radenti al terreno, che stiamo distanziando di molto la pattuglia. Non mi aspettavo altro da un guidatore eccellente come Tetsuo!

Usciamo dalla strada illuminata imboccando una stradina quasi inagibile, senza alcuna illuminazione. Tetsuo rallenta e spegne i fari, proseguendo, però, senza fermarsi. Sia io che lui conosciamo bene questo percorso. Le sirene sono sempre più distanti e, dopo l'ennesimo bivio e cura, smettono di seguirci.

Proseguiamo più tranquillamente, sempre più vicini all'arrivo, ma non mi allontano da lui e dalla posizione che ho assunto. In quello pseudo abbraccio posso sentire ogni forte e sodo muscolo del suo torace e non mi dispiace affatto.

Ancora pochi minuti e, finalmente, il motore smette di rombare e la moto si ferma. Siamo arrivati. Mi guardo attorno. Non c'è nulla, solo un'immensa distesa di terreni coltivabili, prati verdi e le luci violente della città in lontananza. Tutto è illuminato dalla calma luce della luna piena.

É il nostro posto. Strano per dei ragazzi violenti come noi, ma ugualmente perfetto.

<<Mi mancavano le corse>> dico rompendo il silenzio.

<<E a me mancavi te che ti aggrappi come un disperato alla mia giacca!>> scherza <<Possibile che non ti sia ancora passata!?>>

<<Cos'è, ti dispiace essere toccato da me?>> rispondo pronto con una certa malizia.

<<Sai che non è questo. Mi chiedo solo se questa tua paura sia data dalla scarsa fiducia nelle mie doti da pilota>>

Scuoto il capo.

<<Io non né paura, né sfiducia in te. É che così>> non trattengo un sorriso perverso, mentre penso a tutt'altro <<mi piace di più, tutto qui>>

<<Porco>> dice intuendo i miei pensieri.

<<Tutto merito tuo!>> rispondo divertito.

<<Ti sbagli: eri già così prima di incontrarmi. Io ti ho insegnato solo a fare a pugni, non a sedurre la gente>>

<<Deve essere una cosa innata, allora, visto quanto bene mi riesce!>>

<<Sempre modesto, eh?>>

<<Semplicemente realista!>>

Sbuffa e smonta dalla moto. Lo imito, appoggiandomi con noncuranza all'unico albero nel raggio di chilometri, e lo lascio accendersi una sigaretta.

<<Senti, ma quante ne fumi al giorno, adesso?>> domando.

Ecco, ci siamo: queste sono le classiche quattro chiacchiere pre-scopata.

<<Un pacchetto>> risponde sicuro, aggiungendo poi <<e guai a te se ti vedo iniziare!>>

<<Non c'è pericolo, lo sai che non mi interessa. Lo ritengo un modo stupido ed oltremodo costoso per togliersi la vita. Sai, morire di cancro ai polmoni, oltretutto volontariamente e tra atroci sofferenze, non è esattamente ciò a cui più aspiro>>

<<Grazie, ora sì che mi è venuta voglia di finire questa sigaretta>> ribatte sarcastico.

<<Prego, vuol dire che ho raggiunto il mio scopo>>

Inspira ed espira lentamente prima di domandare:

<<Cosa stai combinando ultimamente?>>

<<Divento famoso>> scherzo.

<<Non mi stupisce affatto>>

<<Neanche a me. Adesso c'è un sacco di gente che conosce il mio nome!>>

<<Immagino gente completamente fuori di testa come il rossino, quello in squadra tua>>

<<Ah ah>> risata sarcastica <<comunque ce ne sono di peggio. Lui, da un certo punto di vista, è ancora molto innocente!>>

<<TUTTI gli sportivi sono gente innocente, tranne te, ma sei un caso a parte>>

<<Questo perché non conosci Akira Sendo e Kaede Rukawa!>>

<<Teppisti?>>

Scuoto la testa.

<<Insieme a me i peggiori hentai di tutta Kanagawa!>>

<<Me lo sarei dovuto aspettare...>> sbuffa.

<<E te, che combini?>>

<<Le solite cose. Piuttosto, te lo sei trovato un ragazzo?>>

<<No, tu?>>

<<Lo sai che non sono il tipo>>

Rimaniamo in silenzio per un po'. Lentamente la sua sigaretta sta giungendo al termine ed io approfitto di questi minuti di tranquillità per sedermi tra l'erba fredda pensando a tutti i casini a cui andrei incontro se dovessero beccarmi in giro con un teppista del calibro di Tetsuo. Probabilmente mi sbatterebbero fuori dalla squadra per sempre. Sospiro: non è affatto facile cambiare vita, abitudini e amicizie. Non posso semplicemente dire "basta" e sperare che tutto cambi da un giorno all'altro e questo Ryu me lo ha ampiamente dimostrato. Anche per Tetsuo è lo stesso e devo trovare la forza di dirglielo chiaramente. Però mi sento male solo al pensiero...

Come se mi stesse leggendo nella mente, riprende a parlare. 

<<Non pensi che venire con me possa mettermi nei guai?>>

Sospiro ancora.

<<Ci stavo giusto riflettendo adesso. Il problema è che non posso essere un teppista che gioca in una squadra di basket, non è realistico. Dovrei mollare tutte le cose che hanno a che fare con quel periodo della mia vita, tutto quello che non è un punto fermo, e ciò include anche la nostra relazione...>>

Respira un'altra boccata di fumo prima di rispondermi.

<<Quello che hai detto è giusto ed è un chiaro segno che sei cresciuto, che non sei più un coglione>> dice seriamente.

<<Però non significa che tu debba uscire completamente dalla mia vita>>

<<Non essere idiota! Io sono un teppista e non cambierò, lo sai bene. Ti porterei solo verso la tua rovina, verso una vita senza il tuo amato basket. Tu hai bisogno di girare completamente pagina, di uscire del tutto da questo mondo, e, che ci piaccia o meno, io ne faccio parte e non posso venirne fuori>>

<<Non pretendo che tu cambi, ti chiedo solo di rimanere amici>>

<<Perché, secondo te siamo solo amici? Quando ti vedo non penso all'amicizia, te lo assicuro!>>

<<Però non siamo nemmeno amanti, o fidanzati, giusto? E allora, mi vuoi spiegare quello che siamo, dannazione!?>>

<<Non ha importanza, adesso. Non stiamo qui a tentare di definire tutto>>

<<Tetsuo...>>

<<Noi non siamo e non saremo mai amici, Hisashi, che sia ben chiaro: due amici non desiderano l'uno il corpo dell'altro, non si eccitano al suono della voce dell'altro e non si toccano come facciamo noi!>>

Sono costretto ad ammettere che ha perfettamente ragione, come sempre.

Getta il mozzicone a terra e, dopo averlo spento con una scarpa, mi si avvicina. Si ferma a pochi centimetri dalle mie gambe e mi guarda dall'alto senza abbassarsi. 

<<Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Ho sempre saputo che, dentro di te, non sei un vero teppista, che hai ideali maggiori. Sono contento che tu abbia ritrovato la tua strada, perché sei cambiato in meglio. Ti preferisco così, sereno e felice, piuttosto che con l'anima rosa dalla rabbia e la mente piena di frasi crudeli che non ti appartengono. Come vedi ti conosco bene, campione>>

<<E che altro sai di me?>>

Si accuccia davanti a me piegando con misurazione le ginocchia. Appoggia una mano su un mio ginocchio e avvicina la sua testa alla mia. Uno strano sorriso si fa strada sul suo volto prima di parlare. 

<<Che ti eccito da morire>>

Posa con decisione le sue labbra sulle mie. Il primo dei tanti baci di questa nostra nottata. Apro leggermente la bocca e le nostre lingue si toccano, cominciando a muoversi insieme. Un bacio che sa di nicotina, che mi riporta indietro nel tempo al nostro primo bacio, a casa sua dopo la mia prima bevuta colla banda.     

Il bacio si conclude veloce come è iniziato e le sue labbra si spostano sul mio collo mentre reclino la testa la testa all'indietro lasciandolo agire indisturbato. Mi riempie di leggeri baci, interrotti da qualche sensuale leccata. Conosciuti brividi cominciano già a scorrermi lungo il corpo, mentre chiudo gli occhi e mi perdo tra le sue attenzioni. Una sua mano si posa sulla mia nuca e, lentamente, mi conduce verso il terreno senza smettere di baciarmi. Mi distende supino mettendosi subito a cavalcioni sopra di me.

Comincio a muovere le mie mani sul suo corpo muscoloso e subito gli sfilo la giacca, ormai solo d'intralcio. La maglietta nera aderente che indossa è molto sexy e gli fa risaltare i potenti addominali e pettorali. Ha proprio un corpo da favola. Sto per togliergli anche la quella, quando mi blocca entrambe le mani colle sue e mi sussurra all'orecchio:

<<Lascia fare tutto a me. Voglio averti completamente in mio potere>>

La sua voce roca mi fa rabbrividire ancora e faccio come dice. Adesso sono le sue mani a muoversi su di me, sfiorando appena quei punti che mi fanno uscire di testa e che lui conosce bene. Mi toglie la giacca, buttandola chissà dove tra l'erba, e mi alza la maglietta, lasciando nudi i miei addominali. Le sue labbra si spostano su essi, giocandoci e provocandomi leggeri gemiti. Il cuore mi batte nel petto come impazzito facendomi ribollire il sangue nelle vene. Il mio respiro è ormai pesante e provo un piacevolmente insopportabile calore al basso ventre.

Prima che possa rendermene conto mi è diventato duro e i jeans mi risultano decisamente stretti.

Mi alza ancora un po' la maglietta, spostando le sue labbra verso l'alto, finché non arrivano a torturare i miei già turgidi capezzoli. Si posano su quello di destra e i suoi denti lo mordono. Urlo per la sorpresa e per il piacere che sento. L'eccitazione mi diventa più dura e gemo ancora più forte. Mordicchia e lecca con alternanza, usando la lingua con mosse sensuali che mi fanno uscire di testa.

<<Tetsuo...>>
<<Te lo avevo detto che ti eccito da morire...>> mormora solamente.

Passa all'altro capezzolo e ripete gli stessi movimenti. Non ce la faccio più a non fare nulla. Poso entrambe le mie mani sulla sua schiena e, in un movimento quasi disperato, spingo il suo corpo sul mio, in modo che senta la mia pulsante erezione. Anche io, in questo modo, posso sentire la sua. I nostri bacino si sfregano in alcune provocanti carezze, facendomi vibrare tutto il corpo. Mi sento andare a fuoco e i gemiti che escono dalla gola di Tetsuo non migliorano la mia situazione.

Incurante di ciò che mi ha detto prima, gli tolgo la maglietta e appoggio le mie calde labbra sulla sua pelle. La bacio con cura, soffermandomi maggiormente dove so che è più sensibile.

Chiama il mio nome e volgo il volto verso il suo. Ci baciamo ancora, con una passione travolgente, quasi estenuante. Sembra che vogliamo inghiottirci l'un l'altro, sapendo che questa è l'ultima occasione che abbiamo per farlo. Ci tocchiamo febbricitanti con eccitazione ancora crescente. Le nostre menti non connettono altro che i nostri corpi caldi ed uniti e le nostre voci dai toni resi irriconoscibili dall'emozione.

In un movimento più complesso degli altri mi abbassa i pantaloni e i boxer, liberando la mia virilità dalla prigionia alla quale era costretta. La sua bocca è subito là, a leccare ogni centimetro a disposizione, come le sue dita, che stuzzicano sapienti i miei testicoli. Non posso non trattenere l'ennesimo urlo di lussuria. La sua lingua si muove su e giù lungo l'intera asta e sono costretto ad inarcare la schiena alla ricerca di più soddisfazione.

Mi sento realmente impazzire.

Invoco il suo nome mentre le sue labbra cominciano a leccare e a succhiare i miei testicoli e la sua mano inizia a muoversi velocemente lungo la mia eccitazione.

Ogni mio muscolo è teso allo spasimo. Sento che non ce la faccio già più. Voglio ricevere soddisfazione, altrimenti so che uscirò completamente di testa. Anzi, forse sono già impazzito.

Mi muovo senza più riflettere, senza pensare. La mia mente è ovattata da questo estenuante piacere.

Lo chiamo ancora, con più voce, urlando con tutto il fiato che ho in corpo, e lui risponde alle mie invocazioni appoggiandosi le mie gambe sulle spalle e spostando la sua bocca ancora più in basso. Trattengo il fiato appena comincia a leccarmi l'orifizio, totalmente spiazzato, ma più che mai eccitato.

La sua mano non masturba più la mia asta, ma sostiene il mio sedere in modo che non tocchi terra. Avverto chiaramente la sua lingua umida dentro di me e mi sento morire. Il mio cuore manca un battito. Sì, è decisamente questo ciò che voglio. 

Pochi minuti di puro piacere e sostituisce la lingua con due lunghe dita. Entrano in me senza troppa difficoltà, interamente, e cominciano a muoversi con forza, preparandomi. Ancora una volta il mio cervello va in tilt. L'unica cosa che riesco a dire è il suo nome e lo ripeto in continuazione.

Entra ed esce in me più volte, aggiungendo un terzo dito, e il dolore comincia a farsi sentire. Il piacere insoddisfatto e il calore ormai bruciante al basso ventre, però, lo rendono sopportabile, quasi nullo.

Ci baciamo ancora e, questa volta, immergo le mani nei suoi capelli e lo attiro ancora di più su di me. Lo stringo con possessività e, quando le nostre bocche si separano in cerca d'ossigeno, mi avvicino al suo orecchio quanto basta per sussurrargli:

<<Scopami adesso>>

Non se lo fa ripetere una seconda volta. Rimuove lentamente la mano e velocemente libera la sua grossa erezione. La appoggia alla mia entrata mentre la sua mano comincia già adesso a muoversi sulla mia asta. Mi stuzzica diabolicamente l'apertura, facendomi di nuovo urlare.

<<Entra!>> è l'unica cosa a cui riesco a pensare.

Con una profonda ed unica spinta affonda in me. Il dolore mi avvolge, ma è solo un attimo. Dentro di me implode qualcosa, come se il mio fisico si fosse appena risvegliato. Mi sento riempire dalla lussuria. Completamente dominato da essa inizio a muovermi violentemente su e giù seguendo il suo ritmo.

Le mie febbrili membra cominciano a sentirsi vicine all'appagamento e si muovono con foga maggiore.

Le nostre urla si perdono nella notte assieme ai nostri respiri affannati.

Entra ed esce da me sempre con più velocità, riuscendo ogni volta ad affondare completamente e ad andare a toccare un punto in particolare che mi fa completamente sentire sospeso nel vuoto a dieci metri da terra.

Un dio. Anzi, due dei. Ecco come ci sentiamo. Siamo i padroni del mondo, gli unici a valere. Esistiamo solo noi due.

Ed eccola, l'ultima spinta. Più profonda e forte delle altre. Tremo violentemente, il calore si volge tutto in un unico punto. Urlo sbattendo i pugni a terra. Tetsuo rimane immobile dentro me, scosso da feroci tremiti. É un attimo. Il suo sperma mi riempie e, immediatamente, anche io mi svuoto.

Entrambi sbraitiamo chiamandoci scambievolmente nello sconvolgente amplesso, entrambi soddisfatti.

Dopo un attimo di totale stasi ogni nostro muscolo si rilassa e, senza forze, crolliamo al suolo. Tetsuo riesce ad uscire da me un secondo prima di cadermi sul petto, completamente distrutto.

Probabilmente il miglior orgasmo della nostra vita, almeno fino a questo momento.

Non ci muoviamo dalla posizione appena assunta ed io non cerco di spostare Tetsuo, nonostante pesi. Anzi, lo abbraccio tenendolo stretto a me. I nostri respiri ancora pesanti non ci permettono di parlare, ma non ce ne è alcun bisogno.

Ascolto i battiti dei nostri cuori tornare molto lentamente alla normalità e chiudo gli occhi.

"Questa è stata la nostra ultima volta" realizzo e immediatamente lo sconforto mi assale, ma non voglio darglielo a vedere.

Sento la sua mano accarezzarmi delicatamente il volto e sorrido.

<<Sono a pezzi...>> mormoro.

<<Non è da te, anima ardente>> sfotte.

Non ribatto limitandomi ad accarezzargli a mia volta i capelli.

Aspettiamo ancora un po' immobili ed in silenzio fino a quando non vengo colpito da numerosi brividi di freddo. Non vorrei spostarmi da questa posizione, ma comincio a tremare e Tetsuo se ne accorge.

<<é meglio se ti rivesti, o ti ammalerai>> dice alzandosi in piedi.

Riapro gli occhi, decisamente rattristato: sarei voluto rimanere disteso con lui tutta la notte. Lo guardo mentre si riveste, gustando per l'ultima volta quel corpo troppo teppista per essere nuovamente mio.

Svogliatamente mi alzo e mi infilo i boxer e i jeans che erano finiti poco distanti. Recupero anche la maglia e la giacca e me le metto, comprendo completamente il mio corpo alla sua vista.   

<<Ti preferivo prima>> dice Tetsuo raggiungendomi alle spalle.

Mugugno qualcosa di incomprensibile, non avendo alcuna voglia di rispondergli. Mi sento proprio a terra ora che mi rendo conto che la nostra storia si è realmente conclusa.

Inaspettatamente è lui ad abbracciarmi. Appoggio la schiena al suo torace unendo le labbra alle sue per l'ultima volta.

Il nostro ultimo bacio. Non sentirò mai più questo suo sapore dolce amaro.

Le nostre lingue si toccano con lentezza mentre mi tiene stretto a sé come mai aveva fatto prima. Mi viene da piangere, ma non voglio, non davanti a lui. Oltretutto mi sento un'idiota. Dove è finita tutta la mia aggressività?

<<Andiamo, ti riporto a casa>>

<<Si...>>

Sono molto combattuto. Vorrei restare ancora con lui, ma al contempo vorrei che questa situazione finisse al più presto: gli addii non mi sono mai piaciuti. Così lo assecondo e salgo in moto dietro di lui.

Mi stringo a lui appena accende il motore e, guidando senza fretta, ci dirigiamo verso le luci cittadine.

*

Smonto dalla moto con un groppo alla gola. Mi sento decisamente male, la stanchezza rimpiazzata dallo sconforto. Mi guardo attorno: non c'è nessuno in giro. Persino le luci di casa mia sono spente, segno che i miei genitori sono a letto, data l'ora tarda. Sposto gli occhi su Tetsuo, che cela la tristezza dietro una finta maschera di strafottenza. Io, però, lo conosco anche troppo bene per non essermene accorto.

<<Vedi di essere sempre il migliore in campo, campione>> dice con velata amarezza.

<<Lo sarò>> è una promessa.

<<Prima o poi verrò a vederti giocare, per capire cos'ha il basket di così essenziale da convincerti a mollare tutto il resto>>

<<Non lo hai mai capito?>>

<<Ho solo sempre saputo che ti rende una persona migliore>>

Su di noi cala un silenzio fatto di tensione e vecchi ricordi indelebili. Ci sono talmente così tante cose che vorrei dirgli da non riuscire ad esprimere nemmeno la prima di esse. Così me ne sto in silenzio, aspettando che sia lui a fare la prima mossa.

E la fa: dà gas preparandosi a ripartire. 

<<Ci vediamo in giro, Hisashi>> mi saluta, ma è chiaramente un addio.

Parte e vedendolo allontanarsi sempre di più sento un dolore acutissimo al petto. É come se il mio cuore si fosse spezzato. Comprendo di avere appena perso per sempre la persona più importante per me, quella che finora mi è stata più vicina in assoluto, soprattutto nei momenti peggiori nella mia vita.

Ho rinunciato a lui per uno sport che è una parte importante di me e lui ha rinunciato a me pur di vedermi felice. Forse siamo due stupidi. 

Mi giro e, con passo estremamente lento, raggiungo l'uscio ed entro in casa. Mi chiudo la porta alle spalle e mi appoggio ad essa. Pochi attimi e tutte le lacrime che ho trattenuto fino a quel momento cominciano a sgorgare dai miei occhi. Mi siedo sul pavimento gelido lasciando che tutto ciò che provo venga a galla.

Disperato. É così che mi sento. Come e forse peggio di quando mi sono fatto male al ginocchio.

Alle lacrime si uniscono presto degli implacabili singhiozzi e l'unica cosa a cui riesco a pensare è alla stronzata che ho appena compiuto. Forse, però, domani mattina mi sveglierò e la considererò la mia azione migliore che potessi fare, chi può dirlo? Forse, quando gli altri lo sapranno, diranno che ho fatto bene e il gorilla crederà che sia cresciuto. Sicuramente i miei genitori ne saranno contenti. Magari la mamma mi farà la torta allo yogurt per festeggiare, quella che mi piace tanto, e papà la smetterà di rinfacciarmi i miei guai. Anzai ne sarà estremamente soddisfatto, di questo ne sono convinto. Eppure, adesso mi sembra di avere fatto una cosa sbagliata. Sento di aver tradito i miei sentimenti. Magari non lo amavo, ma era importante.

L'unica cosa certa è che non troverò mai più nessuno che mi capisca così dannatamente bene come lui, che sappia leggere ogni mia più piccola variazione del tono della voce e dello sguardo.

É questo il mio rimpianto più grande.

 

Owari