Saaaalve... sono qui con una ficcina nuova (me si copre la testa con le
mani) lo
so, lo so, avete ragione! E finire prima quelle vecchie no?
Ma
questa è vecchia! E' vecchissima! scrissi il prologo un millennio fa e poi
la abbandonai nella cartellina dei lavori incompleti. Tuttavia per una serie di strani motivi
(il caso, il destino, la sfortuna... ^^'') l'ho ripresa in mano e, mi
dispiace per voi, l'ho continuata! :p
Warning: demenza assoluta!!
L'uke allo
sbaraglio
prologo
di
Naika
Il professor Drenan Drake, insegnante di biologia, si era
laureato tra le stesse mura presso le quali, ora, insegnava, con il massimo dei
voti in tutte le materie.
Era un vero e proprio genio, a soli trent’anni aveva già ricevuto
diversi riconoscimenti scientifici a livello mondiale.
Anche se, a vederlo, tutto sarebbe sembrato tranne uno studioso:
era alto un metro e novanta, perfettamente abbronzato, ed era dotato di una
muscolatura possente e scattante a malapena celata dalla giacca di Armani che
gli fasciava le ampie spalle e dagli eleganti pantaloni del completo gessato,
che accarezzavano le lunghe gambe, accavallate con noncuranza.
Aveva un volto affascinante, dalla linea fiera, aristocratica, in
cui scintillavano due magnetici occhi grigio ghiaccio, dalla luce pericolosa,
sottolineata e accentuata dal taglio deciso della labbra.
I capelli, nero corvino, perfettamente pettinati, gli sfioravano
in ciocche affilate il viso affascinante rendendolo oggetto di ammirazione e
invidia, fuori e dentro l’accademia.
Un raro esemplare di cervello sopraffino in un corpo perfetto,
come solevano dire molti dei suoi estimatori.
Quello su cui, i più, sorvolavano era la natura di tale,
apparentemente, magnifica creatura.
In tutta la sua vita Drenan Drake non aveva mai esitato un attimo
prima di compiere una scelta. Non c’era stato ostacolo che non fosse riuscito
brillantemente a superare, o a distruggere, pur di raggiungere il suo
obbiettivo.
Era determinato e competitivo, freddo e calcolatore, praticamente
spietato.
Un vero bastardo, come lo definivano i suoi studenti.
E ne era fiero.
Niente riusciva a stupirlo o a scuoterlo.
Nessuno, né tra gli alunni, né tra i colleghi, poteva vantarsi di
aver visto anche solo la minima traccia di indecisione in quelle sue iridi
glaciali... mai.
Eppure ora... ora quegli occhi polari erano leggermente sgranati
mentre fissavano per l’ennesima volta il nuovo studente.
Enormi occhioni azzurri, lucenti come stelle, scintillanti della
gioia innocente di un cucciolo fiducioso.
Morbidi capelli biondi, leggermente arricciolati attorno ad un
visetto adorabile, a cuore, sulle cui guance era disegnato un leggero,
delizioso, rossore.
Era alto poco più di un metro e sessanta ed era decisamente
sottile o forse sembrava più piccolo a causa degli ampi pantaloni bianchi, una
taglia più grande, che gli cadevano sui fianchi lasciando scoperta la morbida
linea delle anche, arrotolandosi sulle caviglie sopra un paio di scarpine
ugualmente candide.
Una felpa, anch’essa di una taglia più grande, avvolgeva nelle
sue morbide volute il petto del ragazzino, scivolando con languida innocenza a
scoprirgli una spalla candida.
Sul davanti un piccolo ideogramma argentato adornava la maglia,
all’altezza del cuore, sulla schiena due alucce stilizzate.
L’angioletto lo fissò con un sorriso timido reclinando con grazia
il capo sulla spalla destra, lasciando che i capelli chiari gli accarezzassero
la pelle nuda.
“Qualche problema con la mia iscrizione professore?” pigolò con
una vocina musicale e dolcissima.
Drake si passò per l’ennesima volta una mano tra capelli neri,
senza parole.
“Qualche” problema?
Era TUTTO un problema!
Quello doveva essere pazzo!!
Ma si rendeva conto di che ‘genere’ di scuola era la loro?
“Questo non è un posto adatto a lei.” sentenziò con la sua
bella voce profonda, perentoria, ritenendo l’argomento chiuso.
Come aveva, anche solo, potuto pensare di iscriversi?
La S.E.M.E.: School for Extreme Military Emergency, era un
università privata ma aveva la struttura di un’accademia militare.
Era una scuola famosa per la sua durezza, non solo nell’ambito
della preparazione mentale, ma anche in quello fisico, il cui scopo era formare
i figli delle più alte cariche militari e di governo, trasformandoli in dei veri
e propri 007, pronti a tutto.
Ogni anno i loro laureati venivano poi assunti in tutto il mondo
per entrar a far parte dei corpi speciali di marina, esercito e aviazione o per
diventare leader di nazioni e multinazionali.
Luke Rapeme, così si chiamava l’eterea creatura che aveva
davanti, non sarebbe sopravvissuto nemmeno dieci minuti in mezzo a loro, per non
parlare poi di frequentare le lezioni.
“Vuo...vuol dire che... non mi volete...” pigolò Luke mentre le
sue labbra abbandonavano il sorriso cominciando a tremare vistosamente e gli
oceani blu che splendevano sul suo visetto cominciavano a riempirsi di liquidi
riflessi.
Una lacrima disegnò con grazia il morbido contorno della sua
piccola guancia prima che il biondino si accasciasse sulla scrivania, davanti
alla quale era seduto, e dietro alla quale stava l’esterrefatto Drake,
scoppiando in singulti che gli scuotevano tutto il suo corpo, facendo tremare in
maniera incontrollabile le piccole alucce argentate, disegnate sulla sua
schiena.
Drake lo fissò incredulo per la seconda volta in quella giornata.
Era ormai abituato a trattare con gli infidi e machiavellici
studenti della sua scuola...
...ma di fronte a quel cucciolo ferito...
“Sono sicuro che ci sono istituti molto più adatti alle sue...
attitudini...” mormorò chiedendosi perchè diamine stava cercando di
calmarlo.
Gli faceva uno strano effetto vedere quell’angioletto
singhiozzare disperato sulla sua scrivania.
Girò intorno alla cattedra posando, senza nemmeno rendersene
conto, una grande mano sulla testolina bionda, scoprendo che i suoi capelli
erano morbidi e soffici come sembravano e per di più profumavano lievemente di
vaniglia.
Forse poteva accontentarlo, pensò improvvisamente, comunque dopo
un paio di giorni quell’angioletto si sarebbe reso conto di aver scelto la
scuola sbagliata e sarebbe scappato a gambe levate.
Si trattava solo di evitare ‘incidenti’ per quei due giorni,
pensò facendo scivolare un dito lungo la linea arcuata del piccolo collo
candido.
Era decisamente una creatura deliziosa e tra i loro iscritti
c’erano fin troppi sadici, pensò mentre constatava come la sua pelle fosse
morbida e perfettamente nivea.
Veniva voglia di morderla...
Drake ritirasse la mano allontanandosi di qualche passo.
“Mi dispiace... so..so...no un disastro...” singhiozzò Luke,
passandosi le dita sulle guance arrossate dalle lacrime, fissandolo con gli
occhioni enormi, ancora più blu ora che erano cerchiati di rosso.
Così piccolo e indifeso...
Così innocente e candido...
Così fiducioso...
Drenan si passò la lingua sulle labbra, improvvisamente secche,
mente i suoi occhi si socchiudevano lentamente.
“Credo che dopo tutto potremo accettare la sua iscrizione...”
sussurrò piano e Luke sollevò lo sguardo azzurro su di lui, fissandolo
speranzoso. “Da.. davvero...?” pigolò mentre sul suo volto si disegnava un
tremulo sorriso.
Drake tornò ad accomodarsi dietro la sua scrivania, con severa
indifferenza, posando i gomiti sul liscio legno scuro, impeccabile, intrecciando
le mani prima di appoggiarvi il volto, per nascondere dietro le dita il lieve,
maligno, sorriso che gli incurvava le labbra sottili: “Davvero...” mormoro
tranquillamente, una luce ferina nelle iridi glaciali.
Luke s’illuminò di felicità balzando in piedi con ritrovata
energia: “Evviva!!” trillò battendo le mani con gioia infantile “Vedrà che non
la deluderò professore!!” disse raccogliendo il suo modulo d’iscrizione e
correndo fuori della stanza, felice.
Drenan osservò la sua figura scomparire dietro la porta
cogliendo un’ultima, fugace, immagine delle alucce argentate e dei fianchi
sottili accarezzati dai pantaloni bianchi.
I suoi occhi grigi scivolarono sui piccoli glutei rotondi, sodi e
alti, prima che, con un leggero tonfo, la porta si chiudesse del tutto.
“Sì...” sussurrò “...sono sicuro che non mi deluderai...” mormorò
sornione alla stanza ormai vuota.
continua....
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