TITOLO: Luf in Wonder’land
AUTORE: Nuel
SERIE: originale
PARTE: 2/5o6
RATING: A/U -NC25
PAIRING: Wonder-Luf
DECLAMER: I Pg sono tutti miei, anche se "usufruiscono" di nomi di pg
altrui....
Odiava la pioggia, lo riempiva di tristezza. Era fredda, colpiva senza
distinzione e penetrava fino alle ossa. Per fortuna casa era vicina.
Entrò ansimante in camera, stringendosi le braccia intorno al corpo.
Aveva freddo. Wonder, con un paio di occhialetti tondi usciti
direttamente dal secolo precedente, era intento nella lettura di un
libro, sulla scrivania illuminata dalla lampada al neon.
Luf chiuse gli occhi, non voleva guardare Wonder. Una giacca pesante, di
lana bianca, gli ricoprì le spalle, e dovette aprire gli occhi.
-Ho pensato che avessi freddo-
-Grazie-
-Sai, questa città è davvero deprimente: c’è pochissima energia mistica,
l’esoterismo, i padovani, non sanno neanche dove sta di casa! Lo sai
che...-
Luf chiuse di nuovo gli occhi, stringendosi addosso la giacca del
Bianconiglio.
-Davvero?- Rispose distrattamente, ma non era sicuro di cosa stesse
dicendo l’altro.
La giacca era stata fino a pochi attimi prima sulle spalle di Wonder,
aveva ancora il suo calore.... calore di Wonder.... profumo di Wonder....
gli sembrava di impazzire. Desiderava.
Desiderava Wonder, desiderava sentirsi voluto ancora, da chiunque....
Wonder era nella sua vita da un solo giorno e lui era già ridotto come
un cane in calore che pensa solo ad accoppiarsi. Gli sfuggì un lamento e
l’attimo dopo la mano di Wonder era sulla sua spalla.
-Ti senti bene, Luf?-
Luf lo guardò con gli occhi neri grandi, pozzanghere di pioggia come
quelle che riempivano la strada. -No-
-Vieni qui- Il Bianconiglio si tolse gli occhiali da lettura e lo fece
alzare, stringendolo tra le braccia.
Luf lo abbracciò, nascondendo il viso contro il suo collo.
-Io ho corso troppo, Luf. Facciamo come vuoi tu- Gli sussurrò posandogli
poi un bacio sull’orecchio.
Le mani di Luf si mossero piano, iniziarono a sfilare la camicia dai
pantaloni di Wonder e scivolarono sotto la stoffa, ad accarezzare quella
pelle che sembrava velluto.
Si allontanò di un passo, si tolse la giacca di lana dalle spalle e si
sbottonò i due bottoni chiusi della camicia, facendola scivolare
lentamente sulla pelle candida. Gli occhi lilla del coniglio
accarezzavano ogni centimetro che veniva alla luce con segreta
soddisfazione.
Luf lasciò cadere la camicia nera ed umida sul pavimento,
riavvicinandosi all’oggetto del suo desiderio, cominciò a sbottonare la
camicia dell’altro, lasciandogliela aperta sul petto liscio e muscoloso.
Vi posò un bacio leggero, poi un secondo, circondò i suoi fianchi con le
braccia e si premette contro di lui. Wonder lo abbracciò, aspettando di
sapere cosa volesse Luf.
Luf lo prese per mano e lo portò sul letto, salendoci in ginocchio,
senza lasciare la sua mano. Lo fece sdraiare accanto a sé, entrambi sul
fianco, uno di fronte all’altro, e si premette di nuovo a lui, cercando
le sue labbra da baciare, mentre con le mani lo accarezzava voluttuoso,
sul petto e sulla schiena, candidi e morbidi, perfetti.
Wonder seguiva pazientemente le regole di questo gioco, una nuova luce
accesa nei suoi occhi. Con calma prese ad accarezzare la schiena nuda di
Luf, che gemette piano di piacere. Azzardò un piccolo bacio sulla sua
fronte e Luf subito alzò il viso, socchiudendo le labbra sottili. Wonder
sorrise appena, baciandolo ancora con le labbra chiuse, sulla punta del
naso.
Luf si strinse un altro po’ a lui, abbracciandolo, facendo combaciare i
loro petti.... chiedendosi perché si stesse comportando a quel modo con
Wonder.
"Ovvio, perché lo vuoi!" Gli rispose la sua coscienza. Voleva fare
l’amore con lui, non sesso.... ma l’amore si fa con chi si ama, e lui
non amava Wonder.... il suo era bisogno di calore, bisogno di sentirsi
amato.... e Wonder gliene aveva rovesciato addosso una valanga, anche se
in un modo piuttosto discutibile.
Alzò gli occhi sul viso chiaro del Bianconiglio, occhi spalancati,
lucidi di desiderio e di timidezza.
Wonder gli passò una mano chiara tra i capelli corvini, sembrava una
verginella eccitata e spaventata assieme, pensò divertito. Finalmente
appoggiò le labbra alle labbra, mantenendole chiuse, appena inumidite.
Cinque, sei, sette di quei baci casti e leggeri in rapida successione e
poi Luf si protese con un mugolio di protesta, a chiedere un bacio più
deciso, ma fu ancora solo sfiorarsi di labbra appena socchiuse. Wonder
si rigirò sulla schiena, facendosi inseguire da Luf, costringendolo a
schiacciarlo col suo corpo. Sentiva il suo cuore martellare più forte la
sua richiesta. Luf, smarrito, a pochi millimetri dal suo viso, che
fissava gli occhi neri, increduli, nei suoi, e poi cercava le sue
labbra... il fiato caldo e profumato di Wonder che gli dava i brividi
lungo la schiena... Lo baciò. Abbassò lentamente il viso, inarcando il
collo sottile. Un primo, impacciato, tocco tra la pelle morbida e un po’
screpolata delle labbra, e la fuga. Lo guardò di nuovo negli occhi
lilla, come a chiedere il permesso di baciarlo ancora e poi, come
attirato da una calamita, lasciando sfuggire dalla gola nuovi gemiti
bassi e soffocati, ancora quel movimento lento, quell’inarcarsi insicuro
del collo, a far combaciare le labbra. Un tocco lento, delicato, ed un
sospiro forte, mentre tutto il suo corpo si accasciava su di lui e un
nuovo bacio, un po’ meno insicuro.
Wonder socchiuse le labbra, in modo che Luf le potesse succhiare, prima
il labbro superiore, prima a destra, poi a sinistra, poi quello
inferiore, più carnoso, scivolando di pochi millimetri sul petto, per
poterlo afferrare tra le labbra.
Qualche millimetro da risalire, un nuovo movimento sul petto, perché le
lingue si toccassero, punta contro punta, per poi fuggire di nuovo.
Luf si morse il labbro, appoggiando una mano sul petto accogliente di
Wonder, stava impazzendo.... quel gioco lo stava facendo morire di
desiderio. Le forze lo abbandonavano velocemente. Reclinò il capo, il
viso accanto alla mano, sul petto dell’altro. Un bacio, una piccola
lappata per sentire la pelle di Wonder. Ancora un bacio. Risalì facendo
scorrere appena la punta del naso su quel torace profumato, fino a che
il capezzolo turgido di Wonder fu sotto la sua bocca. Lo accarezzò un
paio di volte con la punta della lingua che compariva appena tra le
labbra, ipnotizzato da quella visione rosata. Lo accarezzò con dita
tremanti per un momento e di nuovo vi fece tornare sopra le labbra,
baciandolo con religioso timore, socchiudendo le labbra per farvelo
entrare e appoggiandovi intorno i denti, senza stringere.
Wonder assecondava affascinato quella timorosa scoperta. Sentiva il
desiderio di Luf invaderlo ad ondate. Era incantevole: così innocente da
turbare persino lui. Wonder socchiuse gli occhi, il respiro un po’ meno
regolare. Voleva lasciarsi andare a quel piacere, ma voleva anche
continuare a guardarlo, perché il piacere dei suoi occhi non era
inferiore a quello del suo corpo.
Lo strinse, quasi timoroso di interrompere un incantesimo. Mai, si era
trovato a contemplare una creatura simile. Luf aveva smorzato ogni suo
fuoco interiore, lasciando fluire nelle vene un desiderio simile a miele
che solletica la gola.
Luf alzò di nuovo il viso, cercando la sua spalla, con gli occhi chiusi,
tremante. Lo abbracciò forte, dando delle piccole spinte col bacino,
ancora imprigionato nei jeans. Sembrava il richiamo del pulcino che
invita la madre a rigurgitare il cibo nel suo becco, e così lo
interpretò Wonder.
Con un movimento sicuro, che non stonava affatto in risposta a quelli
fragili di Luf, rotolò sul letto, facendo combaciare la sua schiena con
il materasso. Luf teneva gli occhi chiusi, le labbra aperte ed
invitanti. Wonder ci fece scivolare lentamente dentro la lingua. Si
accarezzarono piano, le braccia di Luf che si chiudevano dietro il suo
collo, mentre le gambe si aprivano con movimenti insicuri e lenti.
Wonder lo baciò e lo baciò ancora. Se Luf voleva essere rassicurato, lo
avrebbe rassicurato. Se voleva un amplesso lento e delicato, così lo
avrebbe avuto. Quasi si dimenticò, Wonder, del resto, continuando a
baciarlo. Come poteva, quell’ uomo fargli un simile effetto? Quale dio
aveva posto sulla terra una simile creatura?
Luf gemette piano, il bacino che strusciava ancora contro il suo. I
pantaloni erano tesi e doveva cominciare a fargli male. Wonder fece
scivolare i polpastrelli della mano sul petto, facendolo inarcare
appena, giunse al bottone metallico, lo accarezzò piano, e poi scivolò
ancora, aprendo prima la cerniera. Luf quasi gridò, un suono
inarticolato e nasale, mentre, dentino dopo dentino, la cerniera lo
lasciava libero. Adesso Wonder poteva sbottonare l’ ultimo piccolo
ostacolo. Luf ansimò e sospirò, aprendo le braccia e lasciandole cadere
sul letto, in un gesto di resa totale. Wonder sorrise. La sua mano si
fece largo tra i lembi della stoffa nera. Il pene turgido fece capolino
tra i sottili fili di seta corvina ed il nero dei pantaloni, adorava
quella sua privata audacia di non indossare mai biancheria. Toccò con la
punta di un dito la punta umida, e Luf tremò, alzando il bacino verso di
lui.
Wonder si piegò su di lui, per parlargli all’orecchio.
-Vuoi che continui?-
Luf gemette forte, coprendosi il viso con le braccia, ansimante,
talmente eccitato da non essere in grado di parlare, ma Wonder sapeva
che quello era un si.
Con un gesto della mano fece scomparire gli abiti rimasti di entrambi.
Si sorprese nel notare che anche lui era sinceramente eccitato da quel
ragazzo.
Luf aveva piegato le gambe, sollevando le ginocchia dal letto. Wonder
baciò un ginocchio, accarezzando il polpaccio dell’altra gamba.
Fece urtare il suo pene contro quello di Luf, strappandogli un altro
gridolino. Prese i due sessi nella mano e cominciò a masturbarli
assieme, premendosi a Luf, inarcandosi, facendo aderire i loro testicoli
e sorrideva. Sorrideva vedendo il corpo candido di Luf coprirsi di un
velo di sudore, vedendo il suo bel viso contratto, vedendo i suoi
muscoli tendersi....
-Dillo, Luf! Chiedimelo!- Gli ordinò.
Luf scosse la testa, dalle palpebre chiuse gli uscirono le lacrime che
non riusciva più a trattenere. Gridò.
-Ti voglio.... Wonder..... ti prego....-
Socchiuse gli occhi e protese le braccia verso Wonder.
Il Bianconiglio sorrise soddisfatto. Aveva il suo permesso, poteva
prenderlo.....
Wonder s’incuneò in quella fornace ardente in profondità. Il corpo di
Luf era accogliente, infuocato, un corpo cavernoso stretto e resistente.
Luf gridò di nuovo, di dolore, stavolta, ma durò solo un attimo: Wonder
spingeva e si ritraeva, velocemente, con ardore, gli baciava il collo e
lo abbracciava e spingeva ancora, con più forza, più accanimento,
riempiendolo di un’estasi che mai aveva provato.
Luf urlò il suo orgasmo rimanendo quasi senza voce, mentre ancora Wonder
lo possedeva.
-Urla ancora! Voglio che tutti ti sentano!- Lo incitò nell’ennesimo
affondo.
E Luf urlò ancora, il suo ventre sconvolto di nuovo dal piacere, anche
se era troppo presto.
Mordendogli la spalla Wonder si svuotò nel suo corpo. I suoi occhi
avevano perso la tonalità lilla, diventando rossi e di fuoco. Baciò il
collo di Luf, ancora un istante.... ancora un momento... e le membra di
Luf cominciarono a tremare, a scuotersi.
Wonder si alzò, sedendosi accanto a lui, già Luf non riusciva a vederlo
perfettamente.
-Cosa mi sta succedendo, Wonder?- Chiese spaventato.
Wonder si piegò a baciarlo e scivolò nel letto ad abbracciarlo.
-Non temere, Luf: è l’effetto del mio sperma.... succede solo la prima
volta...- Sorrise baciandolo ancora. Luf si rannicchiò contro di lui,
tremante.
-Dura due o tre giorni, Luf.... è il Visto: si sta imprimendo a fuoco in
ogni cellula del tuo corpo!-
-Visto?-
-Si, sai, quello che aspettavo per poter lavorare: tu mi hai accettato,
ed ora sono legato a te fino alla fine di questa storia.....-
Luf non vide il sorriso compiaciuto del Bianconiglio, ma sentì le sue
braccia allargargli le gambe di nuovo e.... gliene fu grato: bruciava
dal desiderio: tutto il suo corpo fremeva, smaniava per unirsi ancora a
quello di Wonder.....
Luf allungò le braccia per afferrare il collo di Wonder, lo abbracciò e
lo trascinò verso di sè per baciarlo. Le loro lingue cominciarono una
danza forsennata nelle bocche, avvertì Wonder entrare in lui nuovamente
e scoparlo con violenza, ma era esattamente quello che voleva. Le unghie
di Wonder sembravano più lunghe, gli lasciavano scie brucianti sulla
pelle, ma lui non era da meno. Quando Wonder uscì da lui, Luf lo
sopraffece, inchiodandolo al letto, ripagandolo con la stessa moneta,
perdendo ogni stilla di ragione in quell’amplesso, mentre una risata
lontana gli attraversava il cervello.
Wonder rideva. Luf si dibatteva in lui, artigliandogli le natiche,
allargandole, cercando di penetrarlo più a fondo....
Sarebbero stati tre giorni decisamente impegnativi, ma ormai il seme
aveva messo radici, il demone della lussuria stava per nascere, ora
avrebbe dovuto insegnare a Luf a superare qualsiasi inibizione....
Luf rantolò, godendo come un animale in calore, sentendo dal suo corpo
defluire energie e sostanze che non sapeva di possedere.
Respirò a fondo un paio di volte e sentì il desiderio rinascere....
cominciò a mordere la spalla di Wonder, era sangue quello che sentiva in
bocca, ma non aveva importanza, si strusciò nel solco delle sue natiche
ed infine ritrovò l’ingresso che cercava: il calore che lo bruciava si
calmava un po’, durante quell’attività, per poi riprendere appena si
fermava.
Wonder assecondava l’istinto di quel diamante grezzo che spettava a lui
tagliare, ne avrebbe fatto il più prezioso dei brillanti! Prese di nuovo
il controllo della situazione, Luf si adattò immediatamente, e cominciò
il nuovo amplesso.
La testa gli girava leggermente e si sentiva debole. L’ultima cosa che
ricordava era di aver fatto l’amore con Wonder. Sorrise. Wonder era
stato stupendo.... ma tutto il resto sembrava un incubo: si può fare
un’orgia in due? E per quante ore?
-Più che un’orgia un Sabbath! E mi hai spompato per quasi quattro
giorni, tesoro mio!-
Intervenne a distoglierlo dai suoi pensieri, Wonder.
-Tieni, bevi questo: hai bisogno di rimetterti in forze!-
Wonder gli porse un bicchiere enorme di frullato alla banana e pesca,
sedendosi sul letto accanto a lui e baciandogli una spalla nuda.
Luf accettò grato, ma non capiva bene il senso delle sue parole.
Wonder si fece comparire un quotidiano in mano e sottolineò la data con
l’indice. Luf per poco non si soffocò: erano trascorsi cinque giorni....
-Non è possibile...- Ansimò.
-Quando il piccolo effetto collaterale, per altro piacevolissimo, è
svanito, hai dormito come un sasso per ventiquatt’ore filate!-
Luf lo guardò stravolto, cominciando a ricordare briciole di quanto
avevano fatto in quei giorni. Si sentì le guance andare a fuoco, mentre
Wonder sorrideva con evidente soddisfazione.
-Avresti dovuto dirmelo....-
-Non potevo: se tu ne fossi stato cosciente non avrei più ottenuto il
visto-
Luf finì il frullato ed il Bianconiglio gli tolse il bicchiere di mano,
andando ad appoggiarlo sulla scrivania.
-Io, però....-Cominciò indeciso su che parole usare. -Io non so cosa
provo per te...-
Wonder lo guardò simulando una sincera sorpresa.
-Non avrai creduto che io ti ami, spero!-
Luf lo fissò impallidendo visibilmente.
Wonder scoppiò a ridere e gli si sedette di nuovo accanto, fissandolo
negli occhi neri.
-Nessuno ti ama, Luf-
Aspettò che Luf incassasse il colpo, poi riprese. -Nemmeno i tuoi
genitori ti vogliono bene: quando tuo padre ti ha regalato quella
vecchia moto, per esempio: sei consapevole, spero, che sperava che tu ti
ci schiantassi... o tua madre: è stata lei a mandarti fuori di casa, con
la scusa di trovarti un lavoro.... voleva che non influenzassi male il
tuo fratellino... l’hai mai più sentita, Luf, da quando sei qui? Nessuno
sa nemmeno che tu ti sia iscritto all’università, o sbaglio? E’ per
questo che hai potuto mollare tutto quando ti mancava solo la tesi, no?
Tanto nessuno si aspettava nulla, da te... neppure quel bulletto di cui
eri cotto al tuo paese.... hai evitato il riformatorio per miracolo,
vero? Lui sapeva di piacerti, per questo ti sfruttava, ti ordinava i
furtarelli che non aveva il coraggio di compiere lui, e poi se la
spassava con la sua ragazza, ridendo di te.... nemmeno il tuo adorato
Michele ti ha mai..-
-BASTA!- Luf singhiozzò, serrando gli occhi ed i pugni, sul lenzuolo.
Senza controllo le lacrime cominciarono a scorrergli sul viso.
-Perché vuoi farmi male, Wonder?-
-Ti dico solo la verità...- Wonder allungò la mano per accarezzargli la
curva abbattuta della schiena, ma Luf si ritrasse. Uscì dal letto e si
diresse in bagno. Aprì l’acqua della doccia, aspettando che diventasse
bollente e vi si accasciò sotto.
Dopo pochi minuti sentì la porta aprirsi e richiudersi. Passò qualche
secondo ed anche la porta scorrevole, di vetro, della doccia si aprì e
si richiuse.
Luf alzò gli occhi pieni di pianto sul corpo nudo di Wonder, che lo
fissava con un sorriso di scherno sulle labbra.... quelle labbra che
aveva baciato infinite volte, in quei giorni di febbre e delirio....
Si alzò, appoggiandosi alle piastrelle che diventavano rapidamente
calde, mettendosi di fronte a lui, ansimante per il pianto che ancora
non riusciva a soffocare, con i capelli corvini incollati al viso ed al
collo...
-Wonder...-
-Ti sto solo rendendo te stesso, Luf- Disse il Bianconiglio, con un tono
caldo e vellutato.
Luf sapeva di avere solo lui, non poteva odiarlo, perché non aveva
nessun’altro al mondo. Gli buttò le braccia al collo, baciandolo
furiosamente, strappandosi dalla mente e dal cuore le parole che
l’avevano ferito... perché erano vere.
Wonder lo sbatté contro il muro, infilando un ginocchio tra le sue
gambe.... doveva perdere ogni remora, ogni candida illusione, ogni
speranza.... allora sarebbe stato davvero uno splendido angelo corrotto.
Continua....