Disclaimers:purtroppo i personaggi di questa fic non sono miei ma di papà inoue ç__ç
Note:A Seimei,per il suo compleanno!!La posto ora perchè poi ho paura di dimenticarmela!


Luf in Wonder'land

di Nuel

TITOLO: Luf in Wonder’land

AUTORE: Nuel

SERIE: originale

PARTE: 1/?

RATING: A/U NC-17

PAIRING: Wonder-Luf

DECLAMER: I Pg sono tutti miei, anche se "usufruiscono" di nomi di pg altrui.... capirete leggendo!!
NOTE: Dunque, alla fine di "About a river", non mi andava di lasciare il personaggio di Luf, di cui sono follemente innamorata!!! Così ho cambiato un po’ le carte in tavola e lo ripropogo in questa cosa che ancora non so come sarà!!>.<

ARCHIVIO: Ysal




LUF IN WONDER’LAND


di Nuel



Da quando tra lui e Michele era finita, le ragazze con cui viveva lo riempievano di gesti d’ affetto. Erano così care... anche quella sera, per esempio: sapevano benissimo come lo faceva sentire la pioggia, e si erano prodigate a distrarlo, avevano cantato, ballato... per non fargli pensare che era solo.
Aveva l’ impressione che una di loro ci stesse provando... peccato che lui fosse irrimediabilmente gay... altrimenti, col caratterino che si ritrovava, l’avrebbe conquistato già da un po’..... Luf sospirò, guardandosi allo specchio dopo aver lavato il viso, meravigliose donne! Peccato per quella cosa chiamata "gravidanza" che rendeva problematici i rapporti etero.... voglie pre parto, doglie, depressione post parto..... Ma chi voleva prendere in giro? La sua era tutta invidia per non poter partecipare a quel miracolo. Ma perché era nato uomo, quella volta?
Luf si mise a letto, fuori pioveva ancora. Avrebbe dovuto cercare un nuovo compagno di stanza, separare i letti, tirare fuori dall’ armadio le sue vecchie lenzuola da letto singolo... Michele gli mancava.... ma aveva passato due mesi a piangere, doveva reagire, doveva! Dette un bacio sul musetto a Wonder, il coniglietto di peluches che era stato l’ultimo regalo tenero di Michele e si addormentò tenendolo per la zampetta.

>°-°< >°-°< >°-°<

Dita lunghe e sottili e fredde come la neve gli accarezzavano delicatamente il fianco e labbra morbide ed umide gli succhiavano la gola. Si sentiva eccitato come non gli capitava da mesi.
Ma chi era?
Le dita scivolarono oltre l’elastico dei pantaloncini con cui dormiva, cominciando a lavorare premurosamente e.... dei se lavoravano bene!
-Si...- Gemette incontrollabilmente, in un ansimo. E venne. Inarcandosi e gridando di piacere.
Ma chi era?
-Svegliati Alice, sono il Bianconiglio-
Luf spalancò gli occhi. Chi aveva detto di essere?
Accanto a lui, un bel ragazzo con nulla addosso se non un sorriso sornione, si stava leccando quelle stesse dita che lui aveva appena imperlato di nettare.... miele, si sarebbe detto, dal piacere con cui lo leccava.
-Chi sei?- Chiese Luf, arrossendo mentre lo fissava incredulo.
-Sono il Bianconiglio, ma puoi continuare a chiamarmi Wonder, se vuoi-
Luf si guardò in torno, cercando il suo coniglietto, ma non lo trovò.
Il ragazzo, intanto lo fissava. In qualche modo gli somigliava: magrissimo come lui, con la pelle altrettanto candida, ma i capelli erano di un biondo così chiaro da essere quasi bianchi e gli occhi... gli occhi erano d’un lilla acceso, quasi come quelli dei conigli.
-Ho bisogno del tuo aiuto, mia bellissima Alice... rimarrei volentieri qui a farti le coccole, ma... devo lavorare! E tu mi devi aiutare!-
-Cosa?-
Il Bianconiglio si stiracchiò sensualmente, avvicinandosi per dare una leccatina al suo petto.
-Vedi, io dovrei essere l’ unico a potersene andare qua e la tra i diversi mondi, ma di recente un sacco di abitanti del Paese delle Meraviglie se ne sono andati a zonzo senza permesso: devo recuperarli e rispedirli a casa-
-E come hanno fatto, se dovresti poterlo fare solo tu?-
-Ehm, diciamo che... sono cent’ anni almeno che sono in ritardo e, qualche volta, nella fretta, dimentico di chiudere la porta....- Ammiccò.
Luf ebbe la precisa sensazione di sapere perché il Bianconiglio fosse sempre in ritardo.
Wonder si alzò e si diresse verso l’armadio, aprendolo ed estraendone i propri vestiti. Luf lo guardò meravigliato. Quando ce li aveva messi?
Indossati i pantaloni bianchi e l’ elegante camicia bianca, prese un orologio a cipolla dal comodino, lo guardò e scuotendo la testa, sospirò "E ti pareva!". Si girò sorridente verso Luf, ancora a letto, infilando la cipolla nella tasca.
-Allora? Ti muovi? Guarda che siamo in ritardo!-
Luf, spinto da un inspiegabile senso di dovere verso lo sconosciuto, balzò giù dal letto e si vestì in fretta. Andò in bagno, spese un’adeguata quantità di tempo a pettinarsi e truccarsi, ed uscì con il misterioso individuo senza neppure fare colazione.
Wonder si fermò ad acquistare una mappa dettagliata della città e propose di andare a Prato della Valle, la splendida piazza ovale di Padova, per studiarla un po’ con calma.
Presero un autobus ed arrivarono a destinazione. Luf lo guardava con sospetto, mentre Wonder si comportava da turista, sempre col naso per aria a guardare qualsiasi cosa.
Arrivati nella grande piazza popolata dalle numerose statue, dagli studenti che sonnecchiavano con i libri aperti appoggiati sull’ erba, dalle signore che portavano a passeggio i cani, dai ragazzi che pattinavano, Wonder si sedette soddisfatto sull’ erba ancora umida per la pioggia della sera prima, benché fosse quasi mezzogiorno ed il sole fosse caldo.
-Ti sporcherai- Gli disse Luf sedendogli accanto.
-Sono nella piazza più grande del mondo e forse anche la più bella, al cospetto di tanti illustri personaggi, e mi devo preoccupare di un po’ di erbetta?- Gli rispose ridacchiando.
Luf non aggiunse altro e rimase a fissarlo un po’, mentre Wonder allargava la mappa e la osservava attentamente. Dopo un po’ Luf si sdraiò sull’erba, godendo del piacevole calore del sole sul viso, scivolando in un dolce torpore.
Wonder appoggiò la mappa di fianco e si stese accanto a Luf, ammirando il corpo pallido ed esile tornato allo stile che più gli si addiceva: i pantaloni bassi al limite dell’ indecenza e le camice perennemente semi sbottonate sul petto glabro, il tutto rigorosamente nero. Infilò una mano leggera sotto la stoffa sottile della camicia, ricominciando la languida carezza di poche ore prima. Luf si svegliò di soprassalto, rabbrividendo di piacere ed eccitazione. Fissò Wonder con gli occhi dilatati, e lui, con un sorriso soddisfatto si abbassò a baciarlo. Appoggiò delicatamente le labbra sulle sue, mordendogliele piano per poi prendere a colpirle scherzosamente con la punta della lingua, finché Luf non poté più resistere al suo invito e ricambiò il bacio. La mano di Wonder, intanto, continuava la sua lenta carezza sul fianco ed il ventre scoperto. Lo toccava appena, con i polpastrelli, ed il cuore di Luf batteva sempre più forte, mentre il respiro gli diventava irregolare. Forse i conigli non avevano bisogno di respirare, perché il bacio di Wonder continuava, minacciando di soffocarlo... non che non fosse piacevole, come morte, però.... Wonder fece salire lentamente la sua carezza, le dita si mossero leggere sfiorando l’aureola di un capezzolo e Luf sussultò, sentendo i muscoli privi d’ossigeno contrarsi dolorosamente. Wonder strizzò finalmente tra due dita il capezzolo turgido e Luf gridò nella sua bocca, venendo nei pantaloni.
Allora Wonder si allontanò da lui, tornando a sorridere. Luf ansimava vistosamente e lo fissava sconvolto, mentre l’altro tornava a sedersi.
-Perché l’hai fatto?-
-Ci deve per forza essere un perché?-
-Io nemmeno ti conosco!-
Wonder sorrise ancora. -Ma io so tutto di te, Luf!- Guardò distrattamente una statua vicina:l’espressione indurita dal marmo sembrava metterlo in guardia a non procedere nei suoi intenti.
-E so che, indipendentemente da come tu la pensi ora, io finirò per scoparti in tutte le posizioni che mi verranno in mente e che, a te, piacerà da impazzire-
Luf strabuzzò gli occhi. -Co... come fai a dire una cosa del genere? Sei il personaggio di una storia per bambini!-
Wonder sghignazzò per un po’, poi tornò a stendersi accanto a lui.
-Non mi risulta che Carrol fosse uno stinco di santo, comunque, caro Luf, al di là del fatto che la lussuria è senza dubbio il mio peccato preferito, e che tu saresti un magnifico demone in tal senso....- Ricominciò a giocare con le dita sotto la camicia di Luf, che si sentì di nuovo pervadere da brividi di piacere. -... tu trascuri una cosa fondamentale.... tu sei fatto per essere sbattuto su un letto e scopato dalla mattina alla sera!-
Luf arrossì, incapace di ribattere a tanta sfacciataggine.
-Sei ancora più provocante nella tua ingenuità, lo sai? Tu non ti accorgi della gente che si gira a guardarti, non sai che ti spogliano con gli occhi e tutto quello che vorrebbero farti...- Wonder gemette, abbassando la voce e restringendo gli occhi a due fessure.
-... Ma io si.... io posso leggere nelle loro menti.... Tu li ecciti...-
-Basta!- Luf si alzò di scatto, improvvisamente a disagio. Avvertì con imbarazzo la stoffa bagnata dei pantaloni, ricordandosi che era la seconda volta in poche ore che Wonder gli faceva perdere il controllo e non riuscì ad allontanarsi di un passo.
Semi sdraiato a terra Wonder lo guardava divertito, in attesa della sua mossa.
-Lo sai, Luf? Tu hai un gran bisogno di scopare! .... O di essere scopato, come preferisci!-
-Se sai tutto di me....- La voce gli tremava. -Dovresti sapere che certi discorsi non mi piacciono!-
-Perché sei stato violentato?-
Luf piantò gli occhi a terra e non vide il movimento fulmineo che portò Wonder alle sue spalle, ad abbracciarlo.
-Michele non ha cancellato i segni dello stupro dalla tua mente, ma io lo farò, Luf-
-Non nominare Michele!- Sibilò, nessuno doveva criticare Michele!
-Lui non ti amava, Luf... Io ti...-
-Cosa vuoi da me? Io non voglio avere niente a che fare con te!-
-Davvero?....-Gli accarezzò la patta dei pantaloni, e poté sentire un guizzo.
-Ci sono dei bambini.... Potrebbero vederci.....-
-Lascia che imparino!- Gli sorrise gelido, perverso, affascinante.
Luf si sentì la gola secca, si sentiva perduto: era troppo vicino, e lo voleva... dei se lo voleva!
-Se vuoi continuare a smanettartelo da solo sono affari tuoi, ma io potrei farti conoscere piaceri che non puoi neppure immaginare!-
-Voglio tornare a casa...- Gemette Luf, incredulo di sentirsi di nuovo andare a fuoco.
-No, andiamo più vicino: l’ Orto Botanico è da queste parti, giusto? Lì troveremo un angolino tranquillo e te lo succhierò come non ha mai fatto nessuno!-
Luf lo guardò sconvolto, ma Wonder lo stava già trascinando verso il Santo per poi svoltò in Via dell’Orto Botanico. Mostrò due libretti universitari al custode, che li fece entrare senza il pagamento del biglietto e si diresse verso una panchina isolata, continuando a trascinarsi dietro un Luf stordito ed imbambolato.
-Cosa fai?- Riuscì a chiedergli Luf quando Wonder lo fece sedere, dopo avergli sbottonato la patta dei pantaloni senza troppe cerimonie.
-Quello per cui siamo venuti qui, tesoro: il tuo pompino del secolo!-
-Non scherzare!- Gracchiò Luf con la voce isterica, alzandosi e richiudendosi i pantaloni, rischiano di farsi male ed avviandosi verso l’ uscita.
Wonder lo afferrò di nuovo, abbracciandolo e premendosi contro di lui.
-Va bene, se non vuoi farlo qui, torniamo a casa- La sua voce era seria e profonda, e dette un brivido a Luf; era la prima volta che Wonder usava quel tono.
-Ma tu non devi lavorare?- Gli chiese quasi in lacrime: quello che gli stava succedendo non poteva essere vero: i conigli di peluches non diventavano ragazzi erotomani che si proclamavano personaggi delle favole!
-Siii.... ma solo dopo che avrò.... diciamo il "visto" per stare qui-
-Visto?-
-Devo ottenerlo entro tre giorni, ma non preoccuparti... l’avrò quanto prima!-
Luf deglutì rumorosamente. Non gli piaceva quel tipo, ma quando era così vicino.... perdeva il controllo dei suoi ormoni. Si ritrovò a pensare che desiderava sentire di nuovo la sua lingua che giocava nella sua bocca. Abbassò lo sguardo, arrossendo, non voleva che Wonder sapesse che desiderava che lo baciasse...
Wonder si premette di più contro di lui, strappandogli un gemito per il contatto tra i loro bacini, e si avvicinò al suo orecchio per parlargli.
-Ti sei dimenticato una cosa, Luf...-
-Cosa?-
-Io leggo nella mente! Ma mi rifiuto di baciarti! Sei stato cattivo con me: dici di non volerne sapere di me, non vuoi che io mi nutra del tuo piacere qui... e vuoi che ti baci? Tz tz! Forse quando saremo a casa....Se sarai bravo....-
Wonder si allontanò, sorridendo provocante e Luf si sentì le gambe cedere. Uno sfarfallio nello stomaco lo avvertì che non sarebbe riuscito ad arrivare a casa e, con la testa improvvisamente leggera, si lasciò cadere tra le braccia di Wonder, che lo sorresse. Improvvisamente, intorno a lui, la luce esplose. Per un paio di secondi ebbe la sensazione di mani uncinate che lo graffiavano su tutto il corpo e provò paura. Spalancò gli occhi con il cuore in tumulto, incredulo: era nella sua stanza, sdraiato sul suo letto.
Si coprì gli occhi con le mani, sospirando: era stato tutto un sogno...
Una mano fresca e sottile si infilò sotto la sua camicia e cominciò ad accarezzargli il petto. Luf, gelato, si ordinò di guardare: Wonder. Non era stato un sogno... o forse lo era ancora....
Wonder gli sbottonò i due bottoni della camicia che aveva chiusi e cominciò a strusciare il viso sul suo petto. La pelle di Wonder era morbida come il pelo di un coniglio... era così piacevole... Wonder si tolse la camicia immacolata ed appoggiò il petto contro il suo, cominciando a baciargli il collo, il mento, risalendo a succhiare il lobo di un orecchio, tenendolo stretto tra le braccia. Luf cominciò a respirare a fatica, il suo corpo era sconvolto dai brividi, i capezzoli si erano rizzati in cerca del contatto con Wonder e lui era sceso a succhiarne prima uno e poi l’ altro, facendolo gemere di piacere. Luf scosse la testa: doveva reagire, non voleva, doveva dirglielo...
-No... Wond.. no...-
-Shh!-
Wonder eliminò gli stretti jeans neri di Luf ed ammirò l’effetto del suo operato.
-Il tuo soldatino di stagno è sull’ attenti, Luf!- "Il soldatino di stagno cadde dalla barchetta di carta e finì nella bocca del pesce.... o del coniglio!" Pensò divertito e soddisfatto Wonder, accingendosi a ripetere la storica scena.
Luf urlò appena si sentì avvolgere dalla bocca accogliente di Wonder. Il coniglio giocava con piacere con quel delizioso giocattolo carminio, duro come una bella carota ed altrettanto saporito. Prese a carezzare tra le cosce il suo recalcitrante spuntino, insinuando un dito fino all’ anello muscolare, per poi afferrare tra le dita una natica soda, sentendo vibrare la voce di Luf in gemiti inarticolati ed incontenibili.
Luf, istintivamente, gli premette una mano sulla nuca e Wonder, divertito, accelerò il ritmo della suzione, ingoiando quanto più poteva. Luf si inarcò fino quasi a spezzarsi la schiena, quando, riconoscendo gli spasmi dell’erezione che aveva in bocca, Wonder, al momento dell’orgasmo, strinse la mano sui testicoli di Luf, come a spremerli di ogni goccia del nettare di cui era avido.
Luf si accasciò di nuovo sul letto, sfinito ed ansimante, mentre Wonder, con gli ultimi, delicati colpi di lingua, accompagnava la sua erezione nella ritirata.
-Non.... voglio... Wonder....- Ansimò all’ indirizzo del biondo quando questi gli si sdraiò sopra.
-Non ti sembra di essere un po’ egoista? Io devo farti godere come un ossesso e tu non mi concedi nulla... ma non importa, non ho tutta questa fretta: voglio conquistarti, Luf!-
Luf girò il viso per non doverlo guardare.
Wonder lo costrinse a guardarlo e lo baciò. Luf socchiuse le labbra senza opporsi e la lingua di Wonder cominciò subito la sua lenta danza nella sua bocca. Luf si sentì bene, come un assetato a cui sia stata, finalmente, concessa l’ acqua.
-Visto che alla fine ti ho baciato?-
Luf distolse di nuovo lo sguardo. Non amava Wonder, allora, perché gli faceva quell’effetto?
-Dormi, mia bella Alice. Ti sveglierò per la cena- Wonder coprì col lenzuolo Luf e lo baciò sulla fronte. Luf stava già scivolando nel sonno.
Wonder rimase alcuni istanti a guardare il bell’addormentato, poi i suoi occhi si fecero rossi e malevoli, il sorriso si contrasse in un ghigno e, troppo piano per poter essere udito, accarezzandogli il viso con le dita munite di artigli, sibilò "Si, sarai un demone magnifico, quando ti avrò corrotto!"
Continua.....
Luf : Nuel?
>°-°<: Si, gioia della mia vita?
Luf : Non avevi detto che mi volevi bene?
>°-°<: Si, tesoro!
Luf : E allora perché ho un brutto presentimento?
>°-°<: Di che genere?
Luf : Hai trasformato il mio coniglietto in un demone?
>°-^<: Perché mai avrei dovuto fare una cosa simile?!
Luf : Perché, allora, stai nascondendo il dizionario dei demoni?
>?_?<: Quale? ( Nascondendolo dietro la schiena)
Luf sequestra Pippo, il coniglietto di peluches arancione fosforescente di Nuel
Luf : Stavolta vedi di non maltrattarmi, o l’ostaggio ne pagherà le conseguenze!
>ç-ç< No! Lui, no!
 


 

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