Luce ed Ombra

di CastaliaRimu

Parte IV



Nicholas si mosse dal fianco di Lian, non appena ebbe finito la medicazione 
e prese a rivestirsi con estrema calma.
Il moretto seguiva ogni suo movimento come ipnotizzato; irrazionalmente, 
ebbe il presentimento che tutta quella felicità che aveva afferrato gli 
sarebbe scivolata via alla prima brezza di vento.
Non senza difficoltà, Lian si alzò a sua volta e gli si affiancò, 
scostandogli una lunga ciocca bianca da davanti al bel viso.
Due occhi sanguigni si voltarono verso di lui, penetranti e freddi come mai 
li aveva visti.
Tremò con forza dinnanzi a quello sguardo, e la paura che già gli 
serpeggiava nel cuore aumentò con una forza pari a quella di un'esplosione.
Senza ragionare, gli si buttò al collo, stringendosi spasmodicamente a lui.
Nicholas ebbe un sussulto, colto impreparato da quell'assalto.
Posò la mano diafana sulla massa castana dei suoi capelli, intrecciando un 
dito in un boccolo.
-Che succede Lian?-Un piccolo sussurro, ma che rimbombò spaventosamente nel 
silenzio della stanza.
-Ho paura.Torna da me..-
La carezza sulla testa divenne calda e lenta, come stesse coccolando un 
cucciolo.
-Sono qui.-
-No. Adesso sei qui. Prima dov'eri, Nicholas?-
Fu come una pugnalata, che lasciò confusa la mente di Nicholas, incapace di 
dare una risposta.
Lian si scostò con forza da lui.
La testa china, mentre afferrava i pantaloni e ricominciava a sua volta a 
vestirsi.
Senza pensare, L'albino afferrò alla vita il moretto, stringendolo a se 
delicatamente, affondando il viso nella pelle profumata che univa il collo 
con la spalla.
-Scusami, io.. sono frastornato..-
Un sospiro promulgato uscì dalle labbra rosee di Lian.
-Anche io. Ma nella mia mente tutto è chiaro. Cosa c'è che ti spaventa?-
-Me stesso.-
Il moro si girò nell'abbraccio, fino a poterlo guardare negli occhi lucidi 
come specchi.
-Perché dici così?-
Un sorriso triste piegò lievemente le labbra di Nicholas.
-Io non se sarò capace di amarti,Lian.. Io..non so come si fa. E l'ultima 
cosa che vorrei è renderti infelice.-
Non era una bugia e nemmeno tutta la verità. C'era dell'altro, ma il ragazzo 
dai capelli bianchi non se la sentì di profferire parola a riguardo. Ancora 
non ne era in grado.
Con suo immenso sollievo, Lian non percepì quella mancanza.
Un bel sorriso si dipinse sul volto del moro.
-Vorrà dire che ti aiuterò io. Se tu me lo permetterai, andremo avanti 
insieme, d'accordo?-
-Va bene, Lian..-

…………………….

Ma le cose non andavano affatto bene.
I giorni passavano e Nicholas diventava sempre più freddo e scostante nei 
confronti di Lian, che, nonostante tutto, accettava i suoi umori con una 
immensa pazienza e comprensione.
Alla fine, capiva che dentro di lui si stava svolgendo una battaglia che 
faticava a combattere.
Finché un pomeriggio, mentre tornava a casa da scuola assieme a Lian, non 
accadde una cosa che sbloccò qualcosa dentro l'anima di Nicholas.
Il sole era ormai sulla via del tramonto, e tutto intorno a lui sembrava 
cantare la nenia che preannunciava l'arrivo dell'inverno.
Decisero di non tornare a casa subito, concedendosi una passeggiata nel 
centro della città, giusto per cambiare aria e cercare, almeno da parte di 
Lian, di allentare la tensione creatasi.
Le luci erano terribilmente fastidiose per gli occhi di Nicholas, sebbene li 
proteggesse con le lenti spesse degli occhiali, tanto che alcune volte si 
doveva infilare in qualche vicoletto per riprendere fiato.
La presenza di Lian accanto a sé lo confortava parecchio, ma tuttavia 
sentiva una certa tensione scorrere nel proprio corpo.
Si diede del deficiente.
Ma perché doveva essere così dannatamente assurdo?!
Camminarono per un po', poi decisero di fermarsi in una piccola ed elegante 
cioccolateria incastonata ai piani inferiori di un grande complesso di 
negozi.
-Ti piace qui?Ci venivo spessissimo da piccolo con Alyssa!-
Nicholas sorrise lievemente.
-Sì..sa di dolci come la tua casa..-
Lian si sentì un pochino incoraggiato.
In fondo, anche se non era diretto, era pur sempre un complimento, no?
Poi cadde dalle nuvole in un secondo.
-No..-
Il ragazzo dai capelli bianchi si volse verso di lui con fare interrogativo, 
ma il suo sguardo non venne ricambiato.
Nicholas seguì la direzione verso cui l'espressione sgomenta di Lian si 
fissava.
Un bellissimo uomo sulla trentina dai corti capelli neri e gli occhi blu, 
fissava il contenuto del proprio bicchiere di Madeira con uno sguardo serio 
e marmoreo.
-No..no..-
L'albino si parò di fronte al moretto, sollevandogli il mento con una mano 
per catturare i suoi occhi spaventati.
-Che hai Lian?-
Due immense polle d'argento si fissarono su di lui, tremanti e lucide.
-Andiamo..andiamo via ti prego!..Via…io..devo..-
Tremava, tremava forte.
Nicholas corrugò la fronte pallida.
-Sta calmo. Mi vuoi dire di che cos'è che hai paura?-
Lian scosse il capo con forza, facendo schiantare a terra un bicchiere colmo 
di ghiaccio, abbandonato su un tavolino, urtandolo con la mano.
Molti si voltarono, compreso lo sconosciuto dagli occhi blu, che si sollevò 
in piedi di scatto non appena riconobbe Lian.
Quest'ultimo, afferrando per una manica del maglione Nicholas, incominciò a 
dirigersi verso l'uscita con passo scomposto.
Ma una voce baritonale scosse l'ambiente, bloccandogli quella fuga 
frettolosa.
-Lian! Lian, sei tu?-
Il moretto in tutta risposta si aggrappò al petto caldo di Nicholas che non 
riusciva ad orientarsi in tutto quel che stava accadendo.
-Lian..- lo chiamò piano, non sapendo che altro dire.
-Non lasciare che venga!Per l'amor di Dio..mandalo via..mandalo via…!-
Gli occhi rossi dell'albino si voltarono glaciali e taglienti verso l'alta e 
raffinata figura che nel frattempo si era quasi affiancato a loro, se non 
avesse notato quella reazione da parte di Lian, bloccandosi.
-Tu chi sei?-
Chiese Nicholas, un tono così basso e minaccioso che persino Lian sussultò 
per un attimo.
L'altro s'irrigidì, spostando lo sguardo color della notte su di lui.
-Io sono Einrich. E tu, grandissimo maleducato, chi saresti?-
Un muscolo sulla mascella serrata dell'albino sussultò pericolosamente.
-Sono la persona sbagliata con cui usare quel tono arrogante.-
Gli occhietti tremanti di Lian si sollevarono piano dal petto di Nicholas, 
osservando Einrich.
-Vai via…lasciami stare..per favore…-
In tutta risposta il ragazzo dagli occhi blu afferrò per un braccio Lian, 
tentando di staccarlo la Nicholas.
-Come sarebbe vai via?! Dopo tutto quel che c'è stato tra noi e dopo..-
-Sei stato tu ad andartene per primo! Lasciami!Lasciami!-
E Nicholas perse le staffe.
Afferrò il polso di Einrich e lo strattonò via dal braccio di Lian.
-Non ti permettere di toccarlo!Lo hai terrorizzato abbastanza, mi sembra!-
L'altro, con un'espressione furente liberò la mano e gli diede un fortissimo 
schiaffone, che lo separò da Lian.
Il moretto si aggrappò ad un tavolino, allibito.
Nicholas rispose con un pugno in pieno stomaco, che face ondeggiare 
pericolosamente Einrich all'indietro.
-Stronzo! Ma come ti permetti?!-
Glielo urlò, ma Nicholas non si scompose, sistemandosi una ciocca di capelli 
dietro un'orecchio, mentre si avvolgeva verso i gomiti le maniche del 
maglione e della camicia.
-Hai cominciato tu, ed io ti ho avvertito. Adesso mi sono stancato.-
I due si saltarono addosso contemporaneamente, azzuffandosi e sbattendosi a 
destra ed a sinistra per la violenza dei colpi.
Lian era completamente impietrito, faticava persino a respirare.
La cosa degenerò, quando la figura longilinea di Nicholas di schiantò con 
forza contro un tavolino, mandando quest'ultimo e le varie sedie all'aria.
Quando si rialzò era l'espressione stessa dell'ira, un rivolo rosso di 
sangue gli colava da una tempia.
E ripresero ad azzuffarsi come matti, finché, dopo aver emesso un gemito 
doloroso, Lian si lanciò tra i due, separandoli.
-Adesso basta, tutti e due!! Basta!!-
Einrich sputò a terra del sangue e Lian si pulì con la manica il proprio che 
colava indisturbato dal labbro rotto.
Il moretto si accostò all'albino, mentre lo aiutava a rialzarsi.Poi si volse 
rabbioso verso l'altro.
-Lasciami in pace, mi hai capito Einrich?! Se tocchi Nicholas ancora con un 
dito io..!-
-Lian adesso piantala!-
Era Nicholas, che guardava da un'altra parte, afferrando poi Lian per una 
mano e iniziando a trascinarlo fuori dal locale grazie a Dio deserto.
-Ti denuncerò, albino.-
Disse Einrich mentre si rialzava faticosamente.
Il ragazzo dai capelli bianchi alzò le spalle con noncuranza.
-Fallo pure, per quel che me ne importa.-
Lian e Nicholas uscirono all'esterno, l'aria fredda che pungeva i polmoni.
Il moretto teneva in capo chino, camminando a qualche passo di distanza 
dall'altro.
Poi, all'improvviso e proprio in mezzo alla strada Nicholas si fermò, 
fronteggiando Lian.
-Chi cazzo era quell'idiota là dentro?!-
Lian scosse la testa.
-Il mio ex..-
Nicholas sbarrò gli occhi.
-Il TUO cosa?!-
Un profondo sospiro.
-Il mio…beh..il mio ex fidanzato…Lui mi ha aiutato molto in 
passato..io..ero, come dire…finito in una situazione molto brutta..-
L'albino perse il controllo.
-Pure una puttana eri! -
Lian spalancò la bocca costernato.
-Nicholas!-
-E' o non è così?!-
Lian strinse un lembo della pesante camicia di panno.
-Non parlarmi così! Sì, è vero, dovetti farlo! Ma io…-
Nicholas gli aveva voltato le spalle silenziosamente e aveva ripreso a 
camminare senza degnarlo di uno sguardo.
-Nicholas, fermati! Lascia che mi spieghi, ti prego!-
-Cosa vorresti spiegarmi?! Che mi hai preso in giro, che ti sei fatto beffe 
di me e di quel che provo, hai scoperto di nuovo i miei sentimenti solo per 
farmi soffrire di nuovo! Mi hai fatto appena fare a botte con uno che non 
avevo mai visto, e quello che è peggio, è che quel pezzo di merda aveva pure 
ragione!Mi sono stancato Lian, sono davvero stanco..-
Lian sentì il cuore creparsi,le lacrime che scorrevano copiose, i singhiozzi 
che lo torturavano.
E quel che avvenne fu attimo così veloce che parve come creatosi dal nulla.
Nicholas attraversò la strada senza guardare, un rumore di freni e di gomma 
bruciata, urli dal silenzio e un colpo, secco e sordo come lo sparo di un 
fucile.
Lunghi capelli del color della luna si tingevano di sangue caldo, il corpo 
rannicchiato e scomposto in una posa quasi teatrale.
Lian urlò.



 

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