Luce ed Ombra

di CastaliaRimu

Parte IV



Erano ancora abbracciati, i due respiri che si muovevano in sincronia.
Nicholas era spaventato, sconvolto da quella sensazione di calore bruciante 
che sembrava avere tutte le intenzioni di non volerlo abbandonare; si era 
incatenata al suo cuore ed alla sua anima come un artiglio rovente che stava 
pericolosamente incrinando la parete di ghiaccio che aveva faticosamente 
eretto davanti al proprio cuore.
Abbassò gli occhi sulla testa boccolosa che stava lentamente accarezzando.
Aveva paura.
Una paura folle di lasciarsi andare, di riprendere la propria umanità da 
dove l'aveva accantonata, di ricominciare a svilupparla nel punto in cui 
aveva interrotto il suo crescere.
Erano troppi gli anni passati, e lui non si ricordava più come fare a 
gestire tutto quel che ne sarebbe conseguito.
Perché?
Perché doveva soffrire in quel modo, perché doveva "desiderare" ancora 
qualcosa da quella vita inutile che possedeva, che era costretto a vivere?
La risposta a questa domanda l'aveva proprio tra le sue braccia.
Tutto quell' affetto, quell'AMORE che percepiva dall'altro, che gli veniva 
riversato sul cuore come una lava rovente lo stava logorando, ma era 
un'agonia che era così felice di subire, un piacere immenso misto ad un 
dolore terrificante, lo inebriava.
Lo tormentava e lo inebriava come continuasse ad ingoiare alcol allo stato 
puro.
"Mio Dio, Lian, ma che mi stai facendo?Cosa sto diventando?"
Poi un paio di sospiri da parte del moretto fecero scattare in lui qualcosa, 
che si ruppe definitivamente, il sangue dell'anima che colava silenzioso 
dentro alle viscere.
-Sai Lian? Temo proprio di stare perdendo il controllo…-

****
Lian ebbe un sussulto.
Il cuore iniziò a battere furiosamente nel petto.
Il cervello fino a quel momento fuori dalla realtà si risvegliò 
improvvisamente, come se qualcuno lo avesse schiaffeggiato con forza.
Si scostò da lui con un lento strusciare contro il petto dell'albino.
Si alzò in piedi proprio di fronte al divanetto, sorridendo come un angelo 
sceso in terra non avrebbe saputo fare.
Tese una mano verso di lui, in un invito tacito ad alzarsi.
Aveva preso la sua decisione, e non si sarebbe tirato in dietro, anche a 
costo di auto distruggersi.
Tutto in lui era dolcezza allo stato puro, una dolcezza forte e pungente che 
si stava lentamente sciogliendo nel silenzio roboante che li avvolgeva.
Nicholas lo osservò per alcuni secondi, prima senza capire, poi con un'ombra 
di paura e ancora con un'aria incredibilmente solenne e imponente si alzò 
dalla sua posizione, afferrando saldamente la mano di Lian.
Fecero le scale ognuno perso nella contemplazione di quel che i loro sensi 
percepivano e amplificavano, lasciando all'istinto il compito di 
trasmetterlo direttamente al cuore.
La mente era perfettamente lucida in entrambi, anche se quella di Nicholas 
faticava ancora a comprendere quel che stava succedendo all'interno della 
sua anima, come perso in labirinti troppo complicati da risolvere per 
potersi permettere di riflettere sul presente.
I piani superiori erano completamente all'oscurità.
Solo qualche piccolo fascio di luce penetrato chissà come in quella nera 
cortina dava loro un minimo di orientamento.
I battiti dei loro cuori che pulsavano violenti sembravano come cantare, 
permeando quel manto nero in cui si muovevano di una sensazione 
ultraterrena, come un dejà-vu che si specchiava nella loro mente.
TUM…TUM…TUM… E un nuovo passo..
TUM…TUM…TUM…E un altro ancora, e un altro ed un altro..
La piccola porta verde della camera matrimoniale si aprì con un lento 
scivolare sui cardini d'ottone.
Si mossero in direzione del letto, fermandosi solo fino a quando ci si 
affiancarono.
E a quel punto Lian si portò di fronte a Nicholas, sollevando il capo verso 
quelle splendide iridi sanguigne che lo scrutavano serie e penetranti.
Fece un sorriso timido, arrossendo con violenza al pensiero di quel che 
sarebbe successo.
Un grandissimo calore si irradiava dentro il suo corpo, come un fiume in 
piena, mentre il cuore e le vene gli dolevano nello sforzo di drenare quel 
calore rovente.
Allungò lentamente una mano verso il viso dell'altro, accarezzandogli una 
guancia con fare sensuale, tenendo gli occhi dell'albino incatenati ai suoi.
Nicholas lo fissava come avesse paura.
Una paura tremenda di qualcosa che gli si agitava dentro, impotente contro 
di essa.
-Non aver paura di me..-
Era come un'implorazione, un suono strozzato dalla troppa emozione che gli 
si era risvegliata nelle membra.
La mano del moretto passo delicatamente dalla guancia alla mandibola, 
seguendone lieve la linea forte fino ad arrivare in un soffio alla piega 
decisa delle labbra color pesca.
Ne seguì i contorni, ripetendogli, forse in tono ancor più doloroso:
-Non aver paura di me, Nicholas..-
Vi fu un attimo di sospensione, in cui l'aria intorno a loro sembrò 
trattenere il respiro.
Qualcosa, all'improvviso, brillò negli occhi dell'albino, che schiuse le 
labbra, mordicchiando freneticamente quelle dita che sapevano di biscotti, 
lappando la pelle a tratti.
Lian si lasciò sfuggire un singulto di sorpresa, quando Nicholas gli passò 
un braccio dietro alla schiena, stringendolo con una forza incredibile 
contro il proprio corpo, affondando le labbra in quelle di lui.
"Signore…ti prego..fa che non sia un sogno.."
I due caddero sul materasso morbido con un leggero frusciar di coperte e 
vestiti, continuando a divorarsi a vicenda quasi dolorosamente.
Le mani di Lian cercarono la camicia di seta di Nicholas, quasi 
strappandogliela di dosso nel tentativo di liberare i bottoni dalle asole.
Quando finalmente riuscì ad aprirla, fece scorrere in lente carezze le mani 
su quella fredda pelle diafana, scaldandola e massaggiandola quasi con 
venerazione.
In tutta risposta, l'altro si mosse rapido, curvando le braccia dietro la 
schiena e liberandosi del tessuto levigato con un gesto fluido ed elegante.
Gli occhi dei due ragazzi si cercarono e rimasero uniti per qualche secondo, 
scrutando l'uno il volto dell'altro.
Poi, Nicholas liberò il ragazzo moro sotto di lui da tutti i vestiti, 
facendolo rimanere solo in boxer, baciando ed accarezzando famelicamente 
ogni centimetro di pelle che incontrava, lasciando lievi striature rosse su 
di essa ad ogni piccolo morso o bacio.
Lian ansimava paurosamente, aumentando d'intensità, man a mano che l'albino 
scendeva verso il basso,deliziato dal suo stesso appetito verso quel 
bellissimo ragazzo che si muoveva su di lui.
Quando Nicholas fece scorrere la lingua nella conchiglia delicata 
dell'ombelico del moretto, il ragazzo soggetto a quel delizioso attacco si 
inarcò verso di lui con un gemito d'impazienza.
Passando sensualmente un dito nell'elastico dei neri boxer di Lian, L'albino 
liberò con un gesto secco il ragazzo anche di quell'ultimo indumento, 
facendolo sospirare in maniera dolorosa.
Nicholas sollevò lo sguardo verso gli occhi d'argento di Lian, osservando il 
suo viso accaldato, perso in tutta l'eccitazione che lo stava travolgendo; 
un piccolo canino teneva prigioniero parte del labbro inferiore color rosso 
rubino.
Scaldato dalla incredibile bellezza di quella visione che erano il volto ed 
il corpo di quel ragazzo, si chinò a saziare la propria fame ormai 
incontrollata, leccando le goccioline di liquido perlato che percorrevano 
lentamente il membro eretto di Lian, strappandogli un piccolo urlo a stento 
trattenuto.
-Nicholas..Ti prego, ti prego, ti prego..-
L'albino però non esaudì quella preghiera.
Si chinò invece verso una coscia del ragazzo steso sotto di lui, iniziando a 
leccare la pelle morbida, baciando e succhiando quella striscia di pelle 
particolarmente sensibile, mentre l'altro iniziava a contorcersi mugolando 
in un modo così sexy che l'albino sentì il cuore mancargli di un colpo, 
mentre la sua eccitazione cominciava a fargli dolorosamente male ancora 
rinchiusa nella costrizione del tessuto dei pantaloni.
Quando le sue labbra arrivarono alla piccola fessura tra le natiche, Lian 
sobbalzò, iniziando a gemere.
La lingua di Nicholas ne percorse i piccoli contorni increspati, infilandosi 
poi all'interno dell'anello di muscoli, leccando avidamente la carne calda.
Ora, il moretto lanciava veri e propri urli, dinnanzi ai quali Nicholas 
perse anche quel poco di controllo che aveva faticosamente mantenuto.
Si sollevò a sedere con un mugolio di disapprovazione di Lian, liberandosi 
dei pantaloni e della biancheria, sdraiandosi di nuovo su di lui, ansimando 
lievemente, quando le loro virilità si sfiorarono.
Lian si sporse a divorare quelle labbra di pesca, allacciandogli le gambe 
intorno ai fianchi lisci, fremendo il bacino contro quello dell'altro a 
mostrargli la sua impazienza, mugolando appena nella sua bocca.
Quando si staccarono per riprendere fiato, entrambi ansimavano paurosamente.
Le labbra rosse di Lian si accostarono all'orecchio di Nicholas, 
soffiandogli l'alito caldo contro il lobo.
-Ti prego, fallo!Non ce la faccio più!-
Facendo scorrere le eleganti mani diafane lungo la schiena arcuata del moro, 
il ragazzo dai capelli bianchi fece sollevare il bacino dell'altro fino a 
metterlo in una posizione più comoda e, senza ragionare, lo penetrò con 
un'unica spinta.
Lian sgranò gli occhi e socchiuse la bocca bramando aria, un piccolo mugolio 
e un lento contorcersi lo scossero, divincolandosi contro il corpo 
dell'altro.
Nicholas, spaventato a quella reazione anche se durò solo qualche secondo, 
fece per ritrarsi velocemente, quando un lento e prolungato mugolio 
d'indiscutibile piacere sortì dalle labbra di Lian che ora lo guardava con 
uno sguardo deliziosamente perso.
Il moretto allungò le braccia verso di lui, abbracciandolo teneramente e 
accompagnandolo nelle sue spinte dentro di sé che cominciavano ad essere 
quasi incontrollate.
Il loro sudore si mischiò, alleggerendo ed agevolando la frizione ed il 
contatto dei loro corpi che quasi scottavano.
Poi qualcosa esplose in entrambi, che li trascinò con sé nel suo limbo dei 
sensi, salendo di quota in quota, fino a fargli raggiungere insieme 
l'appagamento più totale, facendoli venire assieme, chiamandosi per nome.
Ansimante e sudato, Nicholas uscì dal corpo caldo di Lian, sdraiandosi di 
lato e prendendolo tra le braccia, mentre entrambi sentivano il loro respiro 
regolarizzarsi ed il loro cuore rallentare la sua corsa.
Rimasero così, stretti uno all'altro, con la paura di cadere e di non saper 
più rialzarsi da quella tremenda emozione che li dominava, che aveva legato 
le loro anime in maniera dolorosa e sofferta, e che tuttora li faceva 
continuare a sanguinare di un sangue vivo e vivificante, come se dal dolore 
fosse nato qualcosa così grande che nemmeno si poteva descrivere, una 
fiamma calda e bella, che tuttavia non scottava.

…………….

Si addormentarono così abbracciati, mentre le ore passavano e la lancetta 
dell'orologio segnò le undici, accompagnata solo dal lieve sussurrare dei 
loro respiri.
Nicholas fu il primo a svegliarsi, un quarto d'ora più tardi.
Alzandosi su un gomito osservò la figurina sottile e serena addormentata 
contro il suo petto glabro.
Sentì gli occhi bruciargli pericolosamente per le lacrime calde che volevano 
essere versate.
Erano lacrime nate da un'emozione tutt'altro che spiacevole, ma troppo forte 
e soffocante per lui.
Non riusciva a capacitarsi di quel che era successo, di quello che aveva 
fatto.
Lui..aveva…
No.
Non era possibile.
Era tutto troppo paradossale, andava contro a qualsiasi cosa lui credeva di 
esser sempre stato in tutta la sua vita, a qualunque cosa lui credeva, era 
convinto di essere.
Perché si era sciolto in quel modo?
Perché aveva abbassato le sue difese, perché?
Adesso avrebbe di nuovo provato dei "sentimenti" e avrebbe sofferto, avrebbe 
sanguinato di nuovo;le cose esterne lo avrebbero raggiunto e gli avrebbero 
fatto provare sensazioni, sensazioni che lui non era capace di capire e di 
sopportare in conseguenza.
Sarebbe impazzito.
Impazzito.
Vigliacco!
Vigliacco vigliacco vigliacco!!!
Le lacrime scorsero sulle sue guance, incapace di trattenerle, incapace di 
reggere a tutto quel che aveva dentro.
La testa castana al suo fianco si strofinò piano contro il suo petto, mentre 
le palpebre dalle lunghe ciglia si schiudevano e poi si spalancavano 
allarmate verso di lui, non appena Lian vide in che stato si trovava.
-Nicholas..?-
Lo chiamò, ma l'altro sembrava guardare qualcosa oltre lui, la luce negli 
occhi incupita.
Gli posò spaventato una mano su una guancia, chiamandolo ancora una volta, 
con voce più chiara e forte.
Nicholas sussultò, tornando alla realtà.
Aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì un solo suono; e le lacrime 
scorrevano.
-Nicholas che ti succede?Parlami per favore, dimmi che cos'hai!-
Il tono era preoccupato, allarmato, mentre con un dito gli asciugava le 
gocce trasparenti e calde che gli rigavano il volto pallido come la luna.
"No..non posso farmi vedere in questo stato per un problema mio.."
Esortato dai propri pensieri l'albino si scosse arrestando il fluire di 
quelle lacrime fastidiose, sorridendo con tutta la dolcezza che gli riuscì 
di trovare, abbracciando forte quel fagottino profumato di viole, dopo 
avergli dato un piccolo bacetto umido sulla fronte.
-Non è nulla, stai tranquillo.-
Glielo sussurrò, baciandogli il lobo di un orecchio e poi il collo morbido e 
vellutato, rilassando Lian.
-Sai di buono..-
Glielo sussurrò, facendo emettere un risolino al moretto.
-D'ora in poi mi potrai mangiare quando vorrai, mio bellissimo vampiro!-
Nicholas sorrise e fece per scostarlo appena da sé, quando un mugolio di 
dolore sortì dalle labbra di Lian.
-Che ti succede?-
E se gli avesse fatto male?
Di certo non era stato molto delicato quella sera…
Intuendo i pensieri di Nicholas, Il moretto gli sorrise.
-Tranquillo, non è colpa tua. Solo, temo che una delle ferite alla gamba sia 
riaperta..-
"Come sarebbe, UNA DELLE ?! Di ferita alla gamba ne aveva solo una!"
Ma poi si accorse di una cosa che, nell'impeto del momento, non aveva 
affatto notato.
Quando Lian si mise seduto, scostandosi le coperte di dosso, vide che 
quattro profonde cicatrici gli segnavano, a livello dei gomiti e delle 
ginocchia, entrambe le gambe e le braccia, di cui una alla gamba sinistra si 
era riaperta appena in un angolo, sanguinando lentamente.
Nicholas sgranò gli occhi, fissandoli poi interrogativi in quelli del 
moretto che si dipinsero di un sorriso triste.
-Non le avevi notate?-
Segno di silenzioso diniego.
Lian estrasse dal cassetto del comodino al suo fianco del disinfettante, del 
cotone e una benda per le fasciature che srotolò in grembo.
-Me le feci quando morì mia sorella.-
Un sorrisino triste.
-Non avevo la forza. Era troppo pesante..-
Nicholas si chinò verso di lui e gli depositò un delicato bacio sulle 
labbra, accarezzandogli i capelli.
Poi si alzò, mettendosi alla sua sinistra e incominciando a prendersi cura 
del taglio.
-Come mai si riaprono?Non è normale in una persona sana.-
Disse, tamponandogli il sangue che smise di scorrere, prendendo poi a 
fasciargli la ferita.
-Il medico ha detto che è un fattore psicosomatico. Non sono mai guarite 
completamente e non guariranno finché non cambierò io.-
Il ragazzo dai capelli bianchi non se la sentì di dire nulla, gli sarebbero 
scappate di bocca solo sciocchezze.
E poi, il problema che si poneva ora, era molto più grave ed urgente del 
mettersi a rivangare ricordi dolorosi.
Molte delle domande che gli ronzavano nella testa avevano bisogno di una 
risposta, e subito.



 

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