Luce e
ombra
parte XIV - Chi
vincerà?
di Jody
Una luce accecante scese dal cielo.
- Senti, senti… finalmente il cuore di Konzen si è scongelato! - disse
beffarda Kanzeon Bosatzu.
- Cosa vuoi brutta vecchia? - sibilò con odio Sanzo, continuando a
stringere a se il corpo di Goku.
- Tzè è alquanto confortante vedere che certe cose non cambiano mai, ed
ora levati di torno, non sono qui per voi, ma per lui! - disse con
decisione dando una spinta a Sanzo, per staccarlo dal corpo inerme di Goku.
- Non lo toccare! - urlò Sanzo con rabbia, cercando di uccidere la dea, ma
Gojyo e Hakkai lo bloccarono.
- Ancora una volta hai dimostrato il tuo amore a Konzen e agli altri due
piccolino… ed ancora una volta lo hai pagato a caro prezzo, solo che
questa volta ci sei andato giù pesante! - disse con una dolcezza, che non
apparteneva alla dea. Una luce calda avvolse il corpo del piccolo Goku.
Lentamente la fuoriuscita di sangue smise, permettendo così alla giovane
vita di non spegnersi del tutto.
- Il demone eretico, nato dall’unione del cielo con la terra, un essere
unico… forte e generoso come la madre che lo ha partorito, etereo limpido
e splendente come il cielo che lo ha generato, capace di far tremare di
paura e rispetto, non solo questo mondo ma anche il mondo celeste. Io ho
impedito, per adesso, che la vita abbandonasse completamente il suo
piccolo corpo straziato, ma adesso sta a voi ad aiutarlo nella lotta e a
far si che rimanga in vita! - dicendo così Kanzeon Bosatsu sparì, mentre
la febbre e le convulsioni ricominciarono a martoriare il piccolo Goku.
- Venite con noi, forse c’è ancora una speranza di aiutarlo! - disse
Homura apparendo alle loro spalle.
- Andate via, non abbiamo bisogno di voi! - sibilò Sanzo con odio.
- Sanzo… - disse Hakkai, avvicinandosi al monaco, posandogli una mano
sulla spalla.
- Se non venite con le buone, dovremo usare le cattive, non c’è tempo per
discutere! - disse deciso Homura, e senza aspettare risposte, si avvicinò
a Sanzo che stringeva convulsamente a se il piccolo Goku, posandogli una
mano sulla spalla e chiudendo gli occhi; lo stesso fecero Shien e Zenon,
con Hakkai e Gojyo, dopo di che sparirono.
Al loro risveglio Sanzo, Hakkai e Gojyo, si ritrovarono in un salone
enorme. Il soffitto a volta ed il rosone al suo centro, emanavano la tenue
luce della luna, diffondendola in tutto il salone, così da non aver
bisogno di accendere i fuochi per vedere.
- Vi siete svegliati finalmente! - la voce di Shien li fece scuotere e
riportare alla realtà.
- Dov’è Goku? Che cosa gli avete fatto? - chiese con apprensione Hakkai.
- Stiamo cercando di aiutarlo - disse Homura apparendo alle spalle di
Shien.
- Portateli da me! - disse una giovane voce nel vento.
- Agli ordini Principe! - rispose Homura.
I tre ragazzi erano confusi… Dove si trovavano? Dov’era Goku? Che cosa
stava succedendo?
- Presto avrete tutte le risposte alle vostre domande, adesso seguitemi! -
disse Homura con un tono stanco nella voce.
I tre compagni non poterono fare altro che seguirli. Uscirono dall’immenso
salone, percorsero un lungo corridoio illuminato dalle torce, poi presero
a salire una grande scalinata di marmo, inondata dalla luce della luna che
entrava dalle enormi finestre poste ai suoi lati. Continuarono a salire,
da molto tempo da dare l’impressione che la scala non finisse mai o che
almeno lì avrebbe condotti direttamente al cielo. Infine giunsero davanti
ad un portone intarsiato da simboli sconosciuti. Shien aprì i battenti ed
entrarono. Si trovarono in una grande stanza, dal lato opposto al loro, si
apriva un grande terrazzo, dove ferma e immobile si affacciava la luna,
inondando di pallida, ma al contempo forte, luce l’intera stanza. Sul lato
destro c’era una scrivania, su cui sedeva Zenon intento a fumare, ed un
armadio, mentre sul lato opposto c’era un grande letto a baldacchino con
le leggere tende, tirate, da far intravedere due figure, una sdraiata ed
una seduta; e infine una porta che, presumibilmente, conduceva al bagno
interno.
- Mio Signore - disse Shien inginocchiandosi, riscotendo dalla meraviglia
i tre compagni.
- Bene, Zenon! - disse di nuovo la giovane voce, non più nel vento, ma
reale, proveniente dal letto.
- Subito mio Signore! - rispose Zenon, inchinando la testa in segno di
obbedienza, alzandosi e portandosi vicino al letto, scostando le tende per
scoprire i corpi che celavano. Sanzo, Gojyo e Hakkai rimasero sconvolti da
quello che videro. Goku era sdraiato sul letto, con delle catene che gli
bloccavano i polsi, le caviglie ed il collo… il suo corpo tremava e si
contorceva, avvolto da una luce dorata che proveniva da Nataku, seduto al
suo fianco, che gli teneva stretta una mano nelle sue.
- Libera subito Goku! - disse furibondo Sanzo, alla vista della sua
scimmiotta incatenata. Shien cercò di dire qualcosa in difesa di Nataku,
ma questi lo bloccò con un cenno della mano libera.
- Lascia andare Goku o ti uccido! - sibilò con odio Sanzo, puntando la
pistola al cuore di Nataku.
- Sai benissimo che con quella non puoi farmi niente! - disse con sarcasmo
Nataku.
Certo che Sanzo lo sapeva, ma la rabbia, la frustrazione e la
disperazione, si erano impadronite di lui.
- Le catene sono per la sua e nostra incolumità… voi non conoscete la vera
forza del Seiten Taisei… - disse triste Nataku, mentre Gojyo cercava di
ribattere che non era vero, ma con un cenno lo fermò. - Anche se avete
combattuto contro il Seiten, non conoscete la sua vera forza distruttiva,
ed il perché lo avete già visto. Goku in qualche modo, è sempre riuscito a
trattenere la sua furia contro di voi, affinché aveste la possibilità di
fermarlo… anche se a quanto vedo, voi non avreste problemi, Goku ha fatto
proprio un ottimo lavoro con voi tre! - Continuò Nataku con un sospiro.
- Che cosa vorresti dire! – sibilò astioso Sanzo.
- Quello che voglio dire, è che Goku vi ha marchiati, donandovi una
protezione che nessuno, nemmeno lui al massimo del suo potere può
scalfire, ed anche la forza per distruggerlo! – disse ancora Nataku,
tristemente, lasciandoli senza parole e confusi.
Un ringhio, seguito da un rantolo di dolore spezzò il silenzio innaturale
che era sceso nella stanza. I presenti si voltarono in direzione del
letto, dove giaceva il piccolo corpo scosso dalle convulsioni, mentre le
bende che ricoprivano i profondi tagli sul torace e sul ventre,
s’impregnarono di rosso.
- Il Seiten sta cercando di uscire e l’anima di Goku non ha più la forza
per andare avanti in questa lotta! - disse amareggiato Nataku
- Che diavolo ne sai tu? - disse Sanzo con rabbia
- Giusto che cosa ne posso sapere io… io che ho vissuto per 500 anni in
coma… io che sono il solo che ha ascoltato le urla del suo cuore… io che
mi sono risvegliato per cercare di salvarlo, ma che non posso fare altro
per lui! - disse Nataku, con la voce incrinata dalle lacrime.
Un altro urlo disumano di Goku, un urlo misto di dolore e rabbia,
riecheggiò nella stanza, mentre il diadema si stava spezzando. Sanzo
guardò la sua scimmia, e alla vista di quel piccolo corpo tremante e
pallido per la copiosa perdita di sangue… sangue che ormai aveva
impregnato del suo colore anche le bianche lenzuola… tremante per la
febbre alta che lo stava divorando, per le convulsioni della
trasformazione che la sua parte demoniaca reclamava… il suo cuore si
strinse in una morsa di dolore… dolore troppo forte per essere sopportato,
ed in quell’istante capì che lui non sarebbe mai sopravvissuto alla sua
morte… se la sua stupida scimmia morisse, lui si sarebbe ucciso, perché in
realtà era Goku ad essere il sole per Sanzo!
- Goku… Goku… mi senti Goku? - la voce preoccupata di Nataku, riportò
Sanzo al presente.
- Na-ta-ku, d-dove s-sei… n-non riesco a-a ve-der-ti… - sussurrò a fatica
Goku.
- Sono qui, vicino a te - rispose Nataku piangendo.
- E’-è b-buio… fr-freddo… stan-co… tan-to stan-co… San-zo… lo-ro al
si-cu-ro… io n-non… d-devo… a-aiu-ta-mi… stan-co… f-fai pre-sto… me l’hai
pr-pro-mes-so… Nat… - biascicò sempre più affaticato Goku, sputando il
sangue che aveva nella gola.
Ormai era quasi giunta la fine per il piccolo demone, mentre sui volti dei
presenti, delle gocce salate uscivano dai loro occhi per scendere lungo i
loro visi.
- La trasformazione è quasi completa… la fine è quasi giunta! - mormorò
Nataku facendo apparire la sua spada.
- Che… che vuoi dire? Che… che vuoi fare con quella? - chiese Gojyo con la
voce tremante.
Il giovane dio voltò lo sguardo colmo di lacrime e dolore verso il mezzo
demone.
- Vuole esaudire l’ultimo desiderio di Goku - disse Hakkai dolorosamente
- Quale ultimo desiderio? Che stai di… - cominciò a dire Gojyo confuso, ma
si bloccò quando la consapevolezza di quelle parole si fece strada nella
sua mente, facendogli spalancare gli occhi.
- No, tu non ucciderai quella stupida scimmia! - urlò come una furia Sanzo,
prendendo Nataku per il collo e allontanandolo da Goku.
- E tu stupida scimmia che non sei altro, vedi di smetterla e di tornare
da me, perché io non ti lascerò andare via! - continuò Sanzo, con furore,
misto al dolore.
Si avvicinò al letto, poggiò una mano sulla fronte sudata del suo piccolo
demone, che per qualche secondo smise di contorcersi. Si sdraiò su quel
letto, troppo grande per Goku, e si strinse al suo giovane amore… si lui
amava quella stupida saru, che faceva troppo rumore e che si cacciava
sempre nei guai…
Una luce… una luce splendente ancor più del sole avvolse i due ragazzi.
Il corpo di Goku, continuava a tremare, mentre lentamente le convulsioni
si diradarono e diventavano meno violente, ma non cessavano.
“Sento del calore avvolgermi… c’è una luce… è quella luce che emana il
calore, un calore che mi avvolge, come se mi volesse proteggere… che
bello, mi sento in pace e tranquillo, al sicuro! Una voce, una voce piena
d’affetto e amore mi sta chiamando, mi invita ad andare verso quella luce
più splendente e calda del sole, ma io non posso, non ci riesco ad
arrivarci…”
Il volto di Sanzo era imperlato di sudore e respirava a fatica. Hakkai e
Gojyo si scambiarono un’occhiata decisa, ed anche loro si strinsero al
loro piccolo amico, facendo aumentare l’energia della luce, che adesso
avvolgeva anche i loro corpi. Dopo qualche minuto, che a loro parve
eterno, le convulsioni cessarono del tutto.
“Adesso la luce è diventata più forte e più calda, ed altre voci
continuano a chiamarmi… ho bisogno di quella luce!”
Tutti e tre contemporaneamente, posarono le loro mani sul diadema, il
quale risplendette di nuova energia, rinsaldandosi, sulla fronte di Goku,
mentre, contemporaneamente, le catene che lo tenevano legato, si
spezzarono. L’ombra nera, più scura della notte, uscì dal corpo inerme
della scimmiotta; prendendo forma ai piedi del letto.
- Maledetto, alla fine ci sei riuscito! - disse una voce che loro
conoscevano bene, carica di odio. Tutti i presenti rimasero sbalorditi…
dall’ombra era visibile il Seiten Taisei, l’alter ego demoniaco di Goku.
- Mi hai sottratto Son, ma presto lo perderai… finalmente avrò il completo
dominio su di lui, finalmente saremo uniti per sempre nell’oblio
dell’eternità e nessuno potrà impedirlo! - disse con cattiveria il Sei,
mentre lentamente svaniva lasciandoli sconvolti. Gojyo e Hakkai si
alzarono barcollando, ma furono sorretti da Shien e Zenon.
Ripresosi Hakkai constatò che la febbre di Goku era scesa, quindi fece
spostare il monaco per poter curare i tagli che si erano riaperti e
fasciarli nuovamente, dopo di che Sanzo si mise seduto sul letto,
poggiando la schiena sulla testata del letto, continuando a stringere al
suo petto il suo piccolo demone, che ora, anche se molto pallido, riposava
tranquillamente.
- Come è possibile che un essere umano, un mezzo demone ed un demone,
anche se reincarnazione di dei, richiamare l’anima di Son Goku, quando
nemmeno noi divinità, non abbiamo potuto fare nulla? - chiese Homura
sorpreso.
- Eppure la risposta l’hai sempre avuta sotto gli occhi! Perché secondo te
Goku, avrebbe paragonato Konzen al sole?! - rispose sorridendo Nataku
Il dio dagli occhi spagliati guardò interrogativamente il giovane.
- Tu sapevi che loro… - iniziò a dire Homura sbalordito.
Per tutta risposta il giovane dio scoppiò in una fragorosa risata
cristallina, alla vista della faccia sbalordita di Homura, che sciolse la
tensione che permeava ancora nella stanza, facendo sorridere anche gli
altri.
- Cos’hai da ridere? - disse offeso Homura.
- La tua faccia, avresti dovuto vederti… eri proprio buffo! - disse Nataku
mentre cercava di smettere di ridere. Al suono di quella risata,
lentamente Goku aprì gli occhi, trovando due ametiste che lo fissavano
preoccupate.
- S-San-zo! - mormorò debolmente Goku, mentre un sorriso stanco ma felice
comparì sulle sue labbra.
- Goku! - disse Sanzo dolcemente attirando su di loro l’attenzione dei
presenti.
- Il mio so-le! - sussurrò ancora Goku prima di addormentarsi nuovamente.
Il volto di Nataku s’illuminò di gioia al suono di quelle parole.
- Bene, adesso è veramente tutto a posto, ed io me ne andrei a dormire…
svegliatemi fra altri 500 anni! - disse allegramente Nataku, mentre si
dirigeva alla porta con le braccia incrociate dietro alla testa.
- Ehi tu, ci devi delle spiegazioni, non puoi andartene così! - disse
Gojyo confuso.
- Beh, Homura può rispondere alla vostre domande! - disse tranquillo
Nataku, voltandosi verso Gojyo.
- Lo sai benissimo che quell’idiota non ha le risposte, e poi non vuoi
aspettare che Goku si risvegli? - disse con un tono stranamente tranquillo
il bonzo.
- Ehi, io non sono idiota! - ribatté Homura infastidito.
- Beh, veramente Konzen, non ha tutti i torti! - disse Nataku guardando
Homura.
- Come sarebbe a dire? - disse furioso Homura.
- Uffa, ha ragione Kanzeon quando dice che siete noiosi e che le cose
bisogna dirvele per filo e per segno! - disse Nataku sbadigliando
rumorosamente.
- Comunque adesso non ne ho voglia… Shien, vieni ho voglia di sgranchirmi
un pò! - riprese a dire Nataku, con un’espressione furbesca sul volto
prima di sparire con Shien, lasciando gli altri senza parole.
- Tzè, moccioso - disse sarcastico Sanzo, mentre lentamente anche lui si
addormentò, seguito da Hakkai e Gojyo.
Uno strano spettacolo si presentava agli occhi della luna… quattro persone
che dormivano sullo stesso letto… tre uomini stretti ad un ragazzo…
quattro anime unite per l’eternità, che risplendevano di luce propria, una
luce calda e luminosa ancor più del sole, facendola impallidire ancora di
più per l’invidia.
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