Luce e ombra

parte XII - Lotta fra luce ed ombra 2a parte

di Jody


Finalmente, dopo due ore, arrivarono ad un villaggio. Trovarono una locanda, che aveva solo due camere doppie. Troppo preoccupati della salute della saru, non protestarono come al solito, e si sbrigarono ad arrivare alle stanze. Gojyo posò delicatamente il corpo tremante del ragazzino, sul letto, mentre Hakkai andò nel bagno e riempì un catino di acqua fredda. Rientrò nella camera. Gojyo era vicino al letto della scimmia e lo guardava preoccupato, Sanzo era appoggiato alla parete di fronte al letto fumando nervosamente. Hakkai poggiò il catino sul comodino e incominciò a detergere la fronte di Goku; si accorse, però, che la febbre era salita ancora.
- Gojyo, vai a chiamare il medico, io intanto vado a chiedere del ghiaccio - disse Hakkai, uscendo dalla stanza seguito da Gojyo. Sanzo rimase immobile nella stessa posizione, solo quando la porta fu chiusa si avvicinò al letto.
- Che cosa ti sta succedendo Goku? Che cosa voleva dire quello sfigato di un dio? Tu lo sai vero? Stupida scimmia, se hai dei problemi perché non dirlo! – disse con rabbia Sanzo.
- Konzen… Sanzo - delirò Goku
“Anche nel delirio invochi il mio nome. Sono davvero così importante per te? La risposta è si… ogni tuo pensiero, ogni tuo gesto, ogni tuo sorriso, sono solo per me! Tu continui a darmi il tuo amore, sempre, incondizionatamente, ed io… ed io, invece, ti tratto male… non ti ho mai detto quanto sei importante per me, no certo, non è nel mio carattere… ma nonostante tutto, tu continui a rimanere al mio fianco! Come ti sei permesso di entrarmi così a fondo nell’anima? Come ti sei permesso di riscaldare il mio cuore? Svegliati! Non riesco a vederti così, la sofferenza non ti si addice… eppure il più delle volte sono io a farti soffrire…”
Ad interrompere il filo dei suoi pensieri, fu la porta che si aprì violentemente; Hakkai era tornato con una montagna di ghiaccio, seguito a ruota da Gojyo ed il medico.
Dopo 30 minuti, il dottore finì di visitare Goku.
- Allora dottore! - chiese apprensivo Hakkai.
- Purtroppo, non conosco la causa di questa febbre, non ci sono infezioni, né emorragie e né segni di avvelenamento… gli ho somministrato un potente medicinale che avrebbe dovuto avere effetto immediato - disse triste il dottore.
- Allora? Cosa possiamo fare per aiutarlo? - chiese disperato Gojyo.
- L’unica cosa che si può fare, quando arriveranno le convulsioni, è di alleviare la sua sofferenza con dei bagni di ghiaccio. Se la febbre non dovesse calare durante la notte, per il vostro amico non ci sarà più niente da fare! Mi dispiace! - rispose funebre il medico.
Il silenzio calò nella stanza, spezzato solo dal respiro affannoso di Goku; le parole del medico rimbombavano ancora nelle menti dei tre uomini.
- Non c’è più niente da fare! -
- Lei mente! - disse glaciale Sanzo, rompendo quel clima pesante che si era creato, facendo sussultare gli altri. - Lei mente, quell’idiota non morirà per una stupida febbre! - continuò stizzito, andandosi a sedere sulla sedia vicino al letto del piccolo demone.
Hakkai salutò e ringraziò il dottore, accompagnandolo alla porta, ristabilendo il silenzio; tutti e tre persi nei loro dolorosi pensieri.
- No… vai via, lasciami… no, non voglio… Sanzo! - delirò Goku, riportandoli alla realtà.
- Sono qui Goku! Apri gli occhi! - disse Sanzo con una dolcezza inusuale, prendendo la piccola mano della saru tra le sue.
- Non lasciarmi… Konzen! - gridò il ragazzino, spalancando gli occhi febbricitanti ed inarcando la schiena.
Il suo corpo cominciò a tremare, poi violente arrivarono le convulsioni. Immediatamente il bonzo lo prese in braccio e lo portò nel bagno; lo immerse dentro alla piccola vasca colma di ghiaccio, e lentamente, la crisi passò e lo riportò sul letto.
- Maledizione! - disse arrabbiato Gojyo, tirando un pugno alla parete.
- Gojyo - disse piano Hakkai, poggiandogli una mano sulla spalla, comprendendo i suoi sentimenti.
- Smettila di fare casino - disse freddo il monaco.
- Mi… mi sento inutile - sussurrò il mezzo demone
- Lo so, anche per me è la stessa cosa - rispose Hakkai.
- Non sono stato io… Nataku… è colpa mia, loro… Ahh, no non ti lascio uscire… vai via… - delirò il piccolo demone, mentre il suo corpo tremava.
- Quali incubi lo stanno tormentando? - chiese preoccupato Gojyo
- No… ritorna tu nel buio… tu non gli farai del male… - delirò Goku, mentre ritornavano le convulsioni, ancora più violente delle precedenti.
Sanzo lo prese e gli fece fare un altro bagno di ghiaccio; lentamente il piccolo corpo si calmò, ma quando lo rimise nel letto, si accorse che la febbre, invece di diminuire, aumentava. Il suo cuore era stretto in una morsa di disperazione e rabbia, mentre guardava il suo piccolo demone soffrire e non poter fare niente per aiutarlo.
- Contro chi stai combattendo Goku? - sussurrò Sanzo
- Sanzo, forse ho compreso cosa voleva dire Homura! - disse triste Hakkai, posando una mano sulla spalla dell’amico.
- Che lui sta morendo, che vuole morire per qualche motivo che noi non conosciamo - disse atono Sanzo.
- Forse il motivo è da ricondurre a quello che è successo con quella divinità - disse calmo Hakkai
- Quello è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso! Sarebbe scoppiato prima, se non fosse stato per quei due che lo hanno aiutato a riprendersi! - disse una voce di fanciullo, mentre nella stanza appariva il ragazzo che videro quella notte!
- Chi sei tu? - chiese sbalordito Gojyo.
- Non ha importanza, siete sicuri di voler sapere quali incubi affollano la mente di Goku? - chiese il ragazzo serio, una serietà che non era adatta ad un ragazzo della sua età, guardando negli occhi dei tre compagni, lasciandoli senza fiato alla loro vista. Occhi dorati, occhi dorati che loro conoscevano, ma che non erano paragonabili con quelli del loro piccolo amico; occhi dorati freddi, alteri, senza luce.
- Si, solo conoscendo la causa del suo tormento potremmo aiutarlo… io credo - disse Hakkai con voce seria ma pacata, appena ritrovato la parola.
- Tu credi… penso invece che voi non lo conosciate, e dire che praticamente vivete insieme da tre anni, eppure non sapete niente di lui, della sua vita, dei suoi sentimenti! - disse sarcastico il ragazzo.
- Ehi tu, chi diavolo sei per poterci parlare a questo modo? - disse velenoso Sanzo, puntandogli la pistola in piena fronte.
- Con quella non puoi farmi niente! Chi sono io, mi chiedi… io sono Toushin Nataku Taishi Principe dio della Guerra, amico di Son Goku - rispose con amarezza Nataku.
- Come è possibile? Non era Homura il dio della guerra? - chiese sospettoso Gojyo.
- Si è vero, lui è il mio sostituto e tale rimarrà, finché l’imperatore celeste non si accorgerà del mio risveglio. - disse con derisione. - Quegli stolti, credono che io sia disposto ad essere di nuovo la loro -bambola assassina-, ma questo non succederà! - continuò con rabbia, parlando più a se stesso che con i tre ragazzi, mentre fissava Goku che ora giaceva immobile nel letto, mentre il silenzio riempiva la stanza, facendo crescere la tensione che si era creata.
Sanzo, Hakkai e Gojyo, non sapevano più che cosa pensare, la scimmia stava male, la febbre non scendeva anzi saliva, ed ora quel Nataku che si permetteva di dire cose assurde! Che diamine stava accadendo?!
- Siete proprio convinti di voler sapere? Non sarà piacevole quello che scoprirete! - disse malinconico Nataku, spezzando il silenzio, mentre si sedeva accanto all’amico di giochi, prendendogli una mano fra le sue.
- Si! - fu la risposta da parte dei tre compagni.
- Bene, preparatevi perché adesso conoscerete un lato di Goku, che lui non vi ha mai mostrato, saprete cos’è il vero dolore, la vera disperazione, la vera solitudine, il senso di colpa che non ti lascia vivere! - disse con immensa tristezza Nataku.
- Credi che non conosciamo queste emozioni? - chiese stizzito Sanzo
- No, voi credete di conoscerle, ma non è così, ed ora capirete perché! - disse con astio e autorità Nataku, mentre una luce dorata avvolgeva i corpi dei due ragazzi.
- Perdonami amico mio - disse Nataku con dolore, mentre apriva gli occhi, vuoti, e, puntandoli sulla parete spoglia di fronte, delle immagini cominciarono ad apparire.

“Una notte limpida di luna piena, un bambino completamente nudo, fissa l’astro seduto su di una roccia, una luce dorata scende dal cielo e ne avvolge il capo, creando un diadema.
Una foresta, dove poter correre insieme agli animali, un ruscello in cui immergersi per trovare da mangiare, delle persone gentili che gli sorridevano, era felice! Poi il bellissimo ciliegio, l’affetto per quella gente, l’innalzamento della barriera.
Poi l’incontro con un uomo, che gli mise delle catene al collo, ai polsi e alle caviglie, portarlo via nel mondo celeste.
Divinità che lo guardavano con odio, mentre veniva portato al cospetto di Kanzeon Bosatzu poi… il sole!
- Brillano tutti, tu mi ricordi tanto il sole! - disse rivolgendosi ad un ragazzo dai lunghi e biondi capelli. Konzen!
Konzen il suo tutore, era felice e si sentiva bene al suo fianco, in quel mondo ostile dove tutti lo disprezzavano, la nostalgia del suo luogo di nascita, andava via alla vista di quel suo sole sempre di cattivo umore.
- Anche se pesano, se sono fredde e mi fanno male, io le sopporterò, anche se tutti qui mi odiano, e la voglia di ritornare lì dove stavo si fa sentire, perché stare vicino a Konzen mi fa stare bene -
L’amicizia con Tenpou, Kenren ed infine di Nataku, facevano sparire il dolore e l’umiliazione che riceveva, soltanto perché era nato da una roccia, soltanto per essere un eretico!
- Ehi, non pesi un pò troppo per essere un ragazzino? - chiese Kenren una volta che cercò di prenderlo in braccio.
- Eh!? Ah si è per via di queste - rispose tranquillamente Goku.
Così andò avanti fino ad un brutto giorno…
- Ehi Nataku è vero che vuoi uccidermi? -
Nataku che si taglia un braccio per aiutare l’amico, il sangue che lo schizza dalla testa ai piedi, lui che perde la testa uccidendo le divinità presenti, poi il buio… quando si svegliò vide i suoi amici Konzen, Tenpou e Kenren che combattono per difenderlo, cadere morti in un lago di sangue davanti ai suoi occhi.
Un enorme senso di vuoto e dolore, misto al senso di colpa, ricoperto di sangue, inginocchiato davanti alle figure dei tre uomini. I suoi occhi vuoti, inondati di lacrime, mentre dondolava avanti e indietro ripetendo sempre le stesse parole
- E’ stata colpa mia! -
Alle sue spalle arrivò Nataku, che lo scosse leggermente.
- Non è stata colpa tua! - gli disse dolcemente.
Una rabbia improvvisa e profonda li assalì, mentre Goku cominciò a combattere contro Nataku, ma presto fu sostituita da un grande dolore, un dolore che ti spacca il cuore e che ti distrugge l’anima… poi il nulla!
L’immagine sparì, ed al suo posto ne riapparve un’altra.
Paura, disperazione, abbandono, colpa, solitudine… Goku incatenato e rinchiuso nella prigione sul monte sacro… il silenzio, il freddo che gela corpo e anima, la disperazione che diventa follia, il bisogno di raggiungere i caldi raggi del sole che non arrivano ad oltrepassare le sbarre… poi un barlume di felicità e speranza, un uccellino a fargli compagnia… poi ancora più forti, la disperazione, la follia, l’abbandono, il dolore, la voglia di morire, la perdita, la ricerca della memoria perduta… il nulla che piano piano inghiottiva la sua anima…”

- Basta… non riesco… a respirare - disse con affanno Gojyo, cadendo inginocchio con una mano sul cuore; anche Hakkai riversava nelle stesse condizioni, mentre Sanzo era appoggiato alla parete, anche lui faticava a respirare.
- Come, non riuscite più a reggere? Ma non eravate voi quelli che ripetevano a Goku che non poteva capire il vostro dolore? - disse sarcastico Nataku.
- Non potevamo sapere… lui non… - disse Hakkai piangendo.
- Lui è sempre allegro, vi ha sempre dato la sua vitalità per farvi andare avanti senza chiedere niente in cambio… questo però è solo l’inizio, la strada è ancora molto lunga! - disse Nataku con severità.