Luce e
ombra
parte XI - Lotta
fra luce ed ombra 1a parte
di Jody
Il mattino giunse veloce, prometteva di essere una bellissima giornata.
Due occhi d’ametista si aprirono ai primi raggi solari, penetrati nella
stanza; un ragazzino si stava per svegliare sul suo petto.
- Buongiorno - disse il demone stropicciandosi gli occhi.
- E’ tardi - rispose gelido il biondo.
Il ragazzino alzò gli occhi dorati, ad incontrarne un paio d’ametista,
freddi imperscrutabili.
Sapeva cosa stava per dirgli, ma non voleva sentirselo dire; così gli
sorrise, un sorriso dolcissimo, un sorriso talmente bello e luminoso, da
fare invidia anche al sole stesso, prima di alzarsi ed andare in bagno.
Sanzo rimase sbalordito da quel sorriso e dalla luce nuova che brillava
nei suoi occhi!
I suoi pensieri si confondevano, e si rincorrevano… da un lato voleva
correre dal ragazzo, abbracciarlo e divorarlo di baci, pregandolo di
sorridergli ancora; dall’altro lo voleva allontanare, picchiarlo, ferirlo,
perché gli stava facendo tradire la promessa che aveva fatto al suo
maestro.
Immerso in questi pensieri, non si accorse che Goku era già uscito dal
bagno, si era rivestito ed ora era vicino a lui. Si guardarono, poi la
scimmietta posò leggere le sue labbra su quelle del monaco… come una
brezza di primavera, come la rugiada si posa delicatamente sui petali dei
fiori…
- Goku, quello che è successo… - iniziò a dire freddo il monaco, ma il
ragazzo gli premette un dito sulle labbra per zittirlo. Sanzo alzò un
sopracciglio, innervosito da quel gesto.
- Shh, non lo dire, lo so non ti preoccupare, tutto tornerà come prima! -
disse dolcemente, con un sorriso, alzandosi e dirigendosi alla porta. Posò
la mano sulla maniglia ma si fermò.
- A proposito Sanzo… - iniziò a dire voltandosi verso il monaco. - Grazie…
grazie per avermi dato ancora una volta la tua luce! - continuò con gli
occhi che brillavano intensi, ma velati di un’ombra scura che aumentava
sempre di più, e con un sorriso ancora più bello di quello che gli aveva
regalato al suo risveglio; girò la maniglia ed aprì la porta, uscì,
lasciando Sanzo da solo, perso in un turbinio di emozioni e di pensieri.
Goku si appoggiò sulla porta, con la mano ancora sulla maniglia, facendo
un profondo respiro.
“Non ti preoccupare Sanzo, tutto tornerà com’era prima, se tu sapessi che
quella non è stata la prima volta, mi avresti sicuramente ammazzato… ti
amo… sai ora sono sereno, affronterò il mio destino, lo farò per voi che
siete la mia famiglia… soprattutto per te che sei la mia vita… ho fatto la
mia scelta e non mi tirerò indietro… lotterò, anche se ho paura, lotterò e
vincerò… per te… per voi!”
Con questi pensieri, iniziò a scendere le scale per raggiungere Gojyo e
Hakkai, sorridendo sereno, forte nella sua decisione.
I quattro compagni, ripartirono subito dopo colazione, Hakkai e Gojyo
erano preoccupati per la scimmia, e non erano ancora riusciti a parlare
con il monaco; il bonzo dal canto suo era ancora più nervoso del solito,
rimuginava su quanto era accaduto, la sera prima e quello strano discorso
che il ragazzo gli aveva fatto quella mattina. Cosa stava succedendo?
Erano andati avanti, ma nessuno dei tre erano preparati a quello che
sarebbe accaduto di lì a poco. Il sole splendeva ed il cielo era terso;
finalmente, dopo tanto deserto, giunsero ai margini di un boschetto.
Decisero di fermarsi per riposare e pranzare.
- Finalmente ci voleva proprio una pausa - disse Gojyo stiracchiandosi.
- Si infatti, così potrò respirare un pò d’aria, visto che il Kappa è una
ciminiera! - rispose Goku
- Che vorresti dire? - disse Gojyo contrariato
- Che fumi troppo! Razza di scarafaggio con le antenne! - rispose a tono
Goku
- Chi sarebbe lo scarafaggio, stupida scimmia che non sei altro! - rispose
Gojyo
- Tu e non chiamarmi scimmia! - urlò Goku
- Smettetela razza di idioti! - tuonò Sanzo, dandogli sventagliate a tutto
spiano
- Ahio, mi hai fatto male! - si lamentò Goku
- Tzé - rispose Sanzo accendendosi una sigaretta
- Uffa vado a cercare un pò d’acqua! - disse lamentoso Goku, dirigendosi
nel boschetto.
A Sanzo non sfuggì però una nota malinconica e stanca, nella voce della
scimmia.
- Goku! - lo chiamò Sanzo, un brutto presentimento si era impadronito di
lui.
Goku si voltò, lo guardò e gli sorrise, un sorriso luminoso, per dirgli
andrà tutto bene, ma anche triste, per dire qualunque cosa accada,
portandosi la mano sul petto all’altezza del cuore per poi spostarla con
un ampio gesto, inclinando la testa sul petto, verso il monaco, prima di
voltarsi e continuare ad inoltrarsi nella boscaglia.
Cosa voleva dire quel gesto? Perché quello strano sorriso? Perché quell’ombra
nei suoi occhi? Perché gli ritornava l’immagine della sera prima?
Un terrore cieco s’impadronì del monaco, sarebbe successo qualcosa di
brutto alla scimmia, lo sentiva, lo avvertiva… scacciò quelle sensazioni,
in un angolo del suo cuore e riprese il controllo delle sue emozioni. In
fondo la scimmia se la sarebbe sbrigata da sola, e lui non aveva tempo da
sprecare.
- Goku! - sussurrò di nuovo Sanzo, rimanendo a fissare il punto da dove il
ragazzino era scomparso.
- Ehi ragazzi, non vi pare che Goku sia strano? - chiese Hakkai
- Mhm! - mugugnò Gojyo, seduto con le spalle su di un masso, le braccia
incrociate dietro la testa, una sigaretta spenta tra i denti e lo sguardo
rivolto al cielo limpido. Sanzo rimase ancora immobile.
- Credo che gli stia accadendo qualcosa, qualcosa che vuole tenerci
nascosto - disse ancora Hakkai, serio, senza quel suo sorriso
tranquillizzante, che aveva sempre.
- Non lo so, ehi bonzo, tu che dici? - chiese Gojyo, ma il bonzo non
rispose.
- Sanzo! - lo chiamò gentilmente Hakkai
Come risvegliato, Sanzo si voltò, il solito sguardo glaciale ed il
cipiglio indifferente, andandosi a sedere vicino al demone dagli occhi di
giada.
- Cosa vuoi che m’importi di quella stupida scimmia, sono affari suoi -
rispose incolore; ma ad Hakkai non sfuggì la nota nascosta nella sua voce,
una nota di apprensione, e questo lo fece impensierire ancora di più.
- Hakkai, tu sai il significato di questo gesto? - disse freddo il monaco,
rifacendo il gesto di Goku.
- Si certo, che il proprio cuore appartiene all’altra persona, perché
questa domanda? - chiese tranquillo Hakkai
- Mhm, niente - rispose il monaco, mentre il silenzio calava fra di loro.
- Senti, bonzo corrotto, ieri sera sei riuscito a parlare con Goku? -
chiese teso Gojyo
- No - fu la risposta lapidaria di Sanzo.
- Sanzo, non so cosa pensare, tutto quel nulla e quello sguardo vuoto… non
sono da lui, non l’ho mai visto in quelle condizioni… - iniziò a dire
Hakkai.
- Io si, quando l’ho trovato nella sua prigione - disse in un sussurro
Sanzo.
Gojyo e Hakkai lo fissarono sorpresi e preoccupati. Quella scoperta non
portava niente di buono, anzi aveva aggravato le loro preoccupazioni.
“il dolore… non va via… ritorna… sempre…”
“Goku… quanto è profondo il tuo dolore? Eppure sei sempre stato allegro e
felice, è possibile che dentro di te nascondevi un dolore immenso? Cosa ti
sta succedendo?”
Passò un ora, nella quale i tre ragazzi erano immersi nei loro pensieri,
quando la loro attenzione fu risvegliata da un fortissimo rumore,
facendoli scattare in piedi.
- Cosa è stato? - chiese Gojyo in allarme.
- Non lo so - rispose cautamente Hakkai guardandosi intorno.
- Goku! - disse Sanzo, allarmato, iniziando a correre nella boscaglia,
seguito dagli altri due demoni.
Goku camminava senza sapere dove andare, immerso nei suoi pensieri; giunse
in una radura dove scorreva un ruscello. Si mise seduto sull’erba ed alzò
gli occhi al cielo.
“Che pace che c’è qui!” Pensò cercando di rilassarsi
- Come mai tutto solo, Son Goku? - disse una voce alle sue spalle.
- Cosa vuoi Homura! - chiese Goku sulla difensiva.
- Lo sai benissimo, sono qui per te e per il sutra - rispose il dio -
Avanti preparati - continuò richiamando la Katana.
Goku richiamò il suo bastone.
Iniziarono il combattimento, subito Homura scagliò un pugno nello stomaco
del ragazzino, poi un calcio sulla schiena ed infine un altro pugno sul
viso, scagliandolo lontano. Goku non cercò di evitare i colpi e non
tentava neanche di rispondere agli attacchi, ma la divinità si accorse di
questo suo comportamento.
- Che cosa hai Son Goku? - gli chiese Homura avvicinandosi alla scimmia
che tentava di rialzarsi.
- Niente - rispose Goku alzandosi ma il suo tono diceva il contrario.
- Perché non usi la tua forza? Vincere così non m’interessa! - disse
irritato Homura. - Usa la tua forza! - gridò dando un calcio in pieno
stomaco alla scimmia, che andò a sbattere violentemente contro una roccia
distruggendola. - Combatti Son Goku! - disse autoritario Homura,
avvicinandosi al ragazzo.
- Non posso - un sussurro disperato uscì dalle labbra di Goku, che però
non sfuggì al Dio, che s’inginocchiò accanto a lui; gli alzò il viso
guardandolo negli occhi, e rimase stupito da ciò che vi lesse. Quelle
iridi più luminose del sole stesso, limpide e grandi come il cielo, occhi
che guardavano al mondo con curiosità e meraviglia… ora c’era solo una
pesante ombra che li oscurava… il terrore, la disperazione, la sofferenza,
la muta richiesta di ucciderlo… questo c’era in quegli occhi!
- Che cosa c’è Son Goku? - chiese gentilmente il Dio, ma con una mossa
fulminea, Goku gli diede un pugno in faccia, colpendolo con forza e
scaraventandolo lontano. Homura si rialzò appena in tempo per scansare un
altro colpo del demone.
- Che diav… - non riuscì a finire la frase che un calcio lo prese in pieno
stomaco facendolo inginocchiare. Guardò gli occhi di Goku, e quello che
vide fu lo sguardo divertito del Seiten Taisei! Il demone sferrò un altro
attacco, ma non andò a segno… un secondo prima di colpire, Goku si bloccò
di colpo e cadde sulle ginocchia… il volto pallido ed imperlato di sudore,
il fiato corto, il capo chino sul petto ed il corpo tremante. Per un tempo
che parve infinito Goku rimase in quella posizione, mentre Homura rimaneva
immobile con lo sguardo confuso fisso sul giovane davanti a lui. Il
giovane demone finalmente alzò gli occhi ad incontrare quelli spaiati del
Dio, con la richiesta disperata di ucciderlo, prima di diventare vuoti e
crollare svenuto al suolo. Proprio in quell’istante sopraggiunsero Sanzo e
gli altri.
- Cosa gli hai fatto bastardo!!! - gridò Gojyo fuori di se alla vista del
ragazzo che giaceva immobile disteso al suolo. A quelle parole il Dio si
voltò verso di loro. I ragazzi rimasero immobili ed attoniti nel vedere lo
sguardo di Homura, pieno di tristezza e velato dalle lacrime; si voltò
nuovamente verso Goku, ancora privo di sensi.
- Mi dispiace, non posso farlo! - gli disse con tristezza, mentre chiudeva
gli occhi e prendeva un profondo respiro, prima di rivolgersi ai compagni
del ragazzo.
- Voi lo sapete che non meritate che lui vi stia vicino? - disse
tristemente. I tre lo guardarono confusi, che cosa stava succedendo?
- Konzen tu non meriti il suo amore… non avete mai capito niente di lui! -
urlò colmo di rabbia il dio
- Che diavolo stai dicendo? - disse stizzito Sanzo.
- Ricorda le mie parole Konzen, un giorno vi accorgerete della fortuna e
dell’importanza che avete ad avere al vostro fianco Son Goku… ma sarà
troppo tardi, perché quel giorno lo perderete definitivamente… soprattutto
tu Konzen, solo in quell’istante capirai quanto hai perso a non aver
accettato il suo amore! - con queste parole cariche di risentimento,
Homura svanì.
- Che cosa… che cosa voleva dire con quelle parole? - chiese preoccupato
Gojyo.
- Non lo so… adesso dobbiamo pensare a Goku! - rispose serio Hakkai
avvicinandosi al ragazzo svenuto. Goku non aveva particolari ferite.
- Dobbiamo raggiungere al più presto un villaggio, ha la febbre altissima!
- disse preoccupato Hakkai.
Gojyo si avvicinò e prese il corpo inerme di Goku fra le braccia, ma
questo cominciò a tremare vistosamente.
- Dobbiamo fare presto! - disse ancora Hakkai con urgenza.
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