Luce e
ombra
parte IX -
L'oscurità avanza 1a parte
di Jody
Da quel giorno erano passate
due settimane, tutto o quasi era tornato alla normalità. Goku davanti agli
altri faceva finta di niente, era tornato ad essere, quella stupida
scimmia che reclamava sempre cibo, litigava con il Kappa, e si
entusiasmava per un nulla; ma la notte forti mal di testa, febbri che gli
bruciavano il corpo, la voce insistente di Sei che chiedeva di uscire, le
immagini di persone, luoghi e situazioni a lui familiari, lo tormentavano,
impedendogli di dormire e straziandogli quel che rimaneva del suo cuore e
della sua anima. Durante i combattimenti, il Sei, lo tormentava ancora di
più, e gli rimaneva sempre più difficile controllarlo e mandarlo via;
sentiva crescere la sua furia omicida dentro di lui, ma con un enorme
sforzo, riusciva a dominarla.
Sanzo si era accorto che, qualcosa ancora non andava, che c’era un non so
che di falso negli atteggiamenti della scimmia, e quella sensazione lo
infastidiva, l’orgoglio, gli impediva di ammettere che era preoccupato, ed
allora si sfogava, maltrattandolo più del solito, senza accorgersi che non
faceva altro che peggiorare la situazione. Anche Hakkai e Gojyo
continuavano a sospettare che qualcosa ancora turbava il ragazzino;
discretamente cercavano di farlo parlare, ma lui rispondeva, con il suo
solito sorriso, che tutto era a posto.
Giunsero all’ennesimo villaggio. Presero alloggio presso una delle
locande; Hakkai andò a fare rifornimenti, Gojyo a rimorchiare e Sanzo,
come sempre si rinchiuse nella sua stanza. Il demone dagli occhi dorati,
invece andò in giro, perso nei suoi pensieri, tanto da non accorgersi che
c’erano dei preparativi per una festa, fino a raggiungere un’altura da cui
si vedeva tutto il villaggio, mentre il sole stava morendo.
“Quello che vedono i miei occhi è uno spettacolo meraviglioso! Non è uno
dei soliti tramonti, il cielo è quasi nero ma i colori del sole morente
non si arrendono, anche se piano piano sbiadiscono sempre più… una nube ne
attraversa il centro forzandone il lento declino… è come se la nube
incuneandosi indichi a chi la guardi, la via da seguire… è questo quello
che mi stai dicendo? Devo continuare a seguire il sole? Oppure vuoi dirmi
che per me il sole è giunto al tramonto? Ormai solo il buio intorno e
davanti a me… solo il buio! È quella la via che devo seguire?”
Tornò alla locanda, mangiarono come sempre, litigate fra la scimmia e il
kappa per il cibo, con conseguenti sfuriate di Sanzo.
- Sanzo, stavo pensando che potremmo andare alla festa, così potremmo
rilassarci un pò che ne dici? – chiese tranquillamente Hakkai,
sorseggiando del sakè.
- Si, si che bello, dai Sanzo ci andiamo? – disse allegramente la
scimmietta, saltellando intorno al monaco.
- Fate come vi pare! – rispose atono l’interpellato.
- Evviva!!! Sanzo mi compri qualche dolcetto? – urlò felice il piccolo
demone.
- No! – fu la sillabica risposta del biondino.
- Uh uh, come mai il nostro venerabile bonzo, ha deciso di conderci
l’onore di venire alla festa? – chiese sarcastico Gojyo.
- Tzè – rispose il venerabile, dando prima una sventagliata al rosso,
dirigendosi verso la porta.
Il villaggio non era molto grande, e presto si ritrovarono alla piazza
principale, dove al centro era stato messo un palcoscenico, dove si
esibiva un gruppo, tante le luci che illuminavano le abitazioni con colori
diversi e vivaci, dando l’impressione che anche i muri risentivano di
quell’atmosfera allegra e spensierata. Con la scusa di rimorchiare Gojyo
si allontanò dagli altri, mentre Sanzo, esasperato dalle continue
richieste di Goku, fu costretto a comprargli dei dolci, che subito furono
divorati. Hakkai curiosava tra le varie bancarelle, cercando di lasciare
soli il monaco e la scimmia, senza dare nell’occhio, sperando così che
Goku riacquistasse il sorriso dolce e sincero di sempre. Alla fine del
giro, si sedettero ad un tavolino di un bar all’aperto, che consentiva un
ampia visuale sulla piazza, ordinando da bere.
- Ehi, avete già finito il giro? – chiese allegramente Gojyo, sedendosi ed
ordinando anche lui da bere.
- Si – rispose sorridente Hakkai.
- Che perdita di tempo! – disse annoiato Sanzo.
- Era ovvio che avresti risposto così, bonzo corrotto! – ghignò il rosso,
trovandosi puntata alla gola la pistola del monaco.
- Vuoi morire? – chiese gelidamente il biondo.
- N-no, direi di no, sono troppo giovane e bello! – rispose il mezzodemone,
alzando le mani in segno di resa.
- Andiamo! – disse in tono di comando il monaco, alzandosi.
- Aspetta restiamo ancora un pò! – disse lamentoso Goku, tirando il bonzo
per una manica.
- Lasciami immediatamente scimmia! – ordinò severo Sanzo.
- Dai, Sanzo, aspetta un attimo, mi piace molto questa canzone! E poi
vorrei sentirla insieme a te! – disse lamentoso la scimmietta.
- Tzè! Non c’è ragione che io resti, per una cosa così stupida, se vuoi
sentirla, resta, io me ne torno alla locanda – disse gelido il biondino.
- Ti prego, Sanzo! Solo per questa volta! – continuò imperterrita la
scimmia, tirando più forte fino a farlo risedere.
- Suvvia, Sanzo fallo contento, in fondo non sta chiedendo di comprargli
del cibo! – disse tranquillamente il demone gentile, con il suo eterno
sorriso sul volto.
- Dammi un buon motivo! – disse atono il bonzo, rivolgendosi alla
scimmietta.
- Perché… perché… - balbettò la scimmietta, arrossendo.
- Sei diventato tutto rosso! – lo canzonò Gojyo, ridendo.
- Uffa, vuoi smetterla di prendermi in giro! Stupido Kappa! – urlò
infuriato Goku, ma prima che il mezzodemone, potesse controbattere, Hakkai
gli pestò un piede, mentre la musica cominciò a vibrare nell’aria.
- Sanzo, ascolta bene le parole! – disse piano malinconico Goku, guardando
negli occhi il biondo monaco, che corrugò la fronte pensieroso e lasciando
senza parole gli altri due.
Una ragazza dalla bellissima voce, iniziò a cantare. Goku chiuse gli occhi
per assaporare meglio l’emozioni che provava.
“Voglio parlare al tuo cuore
leggera come la neve
anche i silenzi lo sai,
hanno parole”
Un’altra voce dolce e stupenda, carica d’amore si unì a quella della
ragazza.
“Dopo la pioggia ed il gelo
oltre le stelle ed il cielo
vedo fiorire il buono, di noi
il sole e l'azzurro sopra i nevai
Vorrei illuminarti l'anima
nel blu dei giorni tuoi più fragili, io ci sarò
come una musica,
come domenica di sole e d'azzurro”
I tre ragazzi più grandi, si voltarono stupiti, perché quella voce
melodiosa apparteneva alla scimmia. Soprattutto Sanzo, che ora comprendeva
meglio il perché Goku voleva fargli ascoltare questa canzone… era come se
fosse scritta per loro!
“Voglio parlare al tuo cuore
come acqua fresca d'estate
far rifiorire quel buono di noi
anche se tu, tu non lo sai
Vorrei illuminarti l'anima
nel blu dei giorni tuoi più fragili, io ci sarò
come una musica,
come domenica di sole e d'azzurro.
Vorrei illuminarti l'anima
nel blu dei giorni tuoi più fragili, io ci sarò
come una musica,
come domenica di sole e d'azzurro.
Vorrei liberarti l'anima,
come vorrei
nel blu dei giorni tuoi e fingere che ci sarò
come una musica,
come domenica
di sole e d'azzurro
Voglio parlare al tuo cuore
voglio vivere per te di sole e d'azzurro” (1)
- Peccato… ormai è tardi, non ne ho più la forza… - sussurrò tristemente
Goku. Un sussurro che non sfuggì al monaco, che non riuscì a cogliere a
pieno il significato di quella frase.
- Cosa stai dicendo scimmia! – disse autoritario il monaco.
- Uhm… a si, dicevo che peccato che sia già finita! – rispose con un
dolcissimo sorriso il piccoletto.
- Devo dire Goku, che avevi ragione è proprio bella come canzone! – disse
dolcemente Hakkai, scompigliando affettuosamente i capelli del ragazzino.
- Andiamo! – disse gelido il biondo, alzandosi ed incamminandosi verso la
locanda, seguito a ruota da Goku.
- Sembrava una dichiarazione, al bonzo corrotto! – disse allegramente
Gojyo.
- Già, sembrava proprio che stesse parlando di loro! – confermò il demone
dagli occhi di giada, con un tono pensieroso.
- Cosa c’è Hakkai? – chiese improvvisamente serio il rosso.
- Ho una bruttissima sensazione… Goku sta cercando di dirci qualcosa,
soprattutto a Sanzo, ma non capisco cosa! – rispose serio il demone
gentile.
- Forse ti stai sbagliando, in fin dei conti Goku è solo un moccioso,
sicuramente non avrà neanche compreso bene le parole della canzone! –
disse il mezzo demone, cercando di sdrammatizzare.
- Io non credo – rispose pensieroso il demone dagli occhi di giada,
alzandosi e dirigendosi verso la locanda, seguito a ruota da Gojyo.
Una volta giunti a destinazione, andarono a dormire, ognuno nella propria
camera.
Goku si lasciò andare sul morbido materasso, cercando di cadere nell’oblio
di un sonno senza sogni, ma anche questa volta, la febbre e tutti i suoi
tormenti tornarono a fargli compagnia…
“Sangue… le mie mani sono sporche di sangue! Da dove proviene tutto questo
sangue? Eppure non ricordo di essermi ferito! Anche i miei vestiti ne sono
imbrattati… anche il mio volto! Ma cosa…”
- Guarda Son, guarda cosa abbiamo fatto! -
“Cosa io non vedo niente!”
- Guarda bene, vedi laggiù! -
“Quanti morti… chi è stato? E dove sono Sanzo e gli altri?”
- Eccoli sono lì -
“No, non è possibile! Loro non…”
-Si invece, sono stati gli ultimi -
“Chi è stato? Chi è stato?”
- Siamo stati noi! -
“No, non è vero! Stai mentendo!”
- No e tu lo sai, questo è il nostro destino! -
“Non è vero!”
- Si, noi possiamo dare solo la morte per continuare a vivere! -
“No, io non lo permetterò!”
- Sai che non puoi, stai cedendo all’ombra! -
“Io… io ce la farò… non permetterò che questo accada!”
- Così facendo… ci condannerai! -
“L’ho già fatto”
- Sarai l’unico a rimetterci… tu sai qual è l’unica via d’uscita! -
“Se andare nel nulla della morte può fermare tutto questo… io lo farò!”
- Questa è la tua decisione… ma sai che non servirà, lui non manterrà
la sua promessa! -
“Lui no, ma… loro si!”
… ma quello che non sapeva era che qualcun altro veniva da lui.
“E’ già passata una settimana, e tu continui a fare finta di niente… non
lo sopporto! Ma come accade tutte le notti, mi ritrovo qui… al tuo fianco…
chissà da quanto tempo vai avanti così… ogni giorno vedo il tuo viso
sempre più stanco, ti ho scoperto per caso, quella sera non riuscivo a
dormire, ero inquieto e questo m’innervosiva… senza neanche accorgermi,
immerso nei miei pensieri, mi ritrovai davanti alla porta della tua
stanza… qualcosa mi spinse ad aprirla, e fu allora che ti vidi… ti agitavi
e brividi facevano tremare il tuo corpo, una pezza bagnata ricadeva
scompostamente sul tuo viso, contorto dal dolore… mi avvicinai, appoggiai
la mano sulla tua fronte, ma subito la ritirai… stavi bruciando, la febbre
era altissima, così quella fu la prima sera che passai a vegliarti, la
prima di molte altre… non so se sei cosciente del fatto che io, Genjo
Sanzo Hoshi, mi prenda cura di te! Lo sai? No, non credo, appena arriva
l’alba mi ritiro nella mia camera… tanto la febbre ti passa con l’arrivo
del giorno!
- Peccato… ormai è tardi, non ne ho più la forza -
Mi è ritornata in mente questa frase che tu hai sussurrato. Cosa volevi
dirmi con quella frase? Per cosa non hai più la forza? Certo che quella
canzone rispecchiava proprio noi due, durante i giorni di pioggia… forse…
no è una cosa così stupida… tu non hai più la forza d’illuminarmi l’anima…
è questo che volevi dirmi? Tzè, proprio una cosa stupida, degna di te,
volere a tutti i costi starmi vicino! Sei proprio un moccioso!
Perché non mi parli? Perché avverto che giorno dopo giorno, tu ti stai
allontanando, non solo da me, ma anche da Hakkai e da quel Kappa
rimbambito! Questo comportamento non è normale… come non lo è questa
febbre notturna che ti tormenta ogni sera di più… per una volta io, non so
cosa fare!
Anche questa volta l’alba è arrivata ma cosa… la febbre non è andata via…
il diadema… il tuo diadema si è illuminato… cosa diavolo ti sta succedendo
scimmia? Il diadema ha smesso di brillare e tu… annaspi cercando
d’incamerare ossigeno, come uno che ha appena rischiato di annegare… cosa
devo fare? Andarmene o chiederti spiegazioni? Il mio orgoglio ha ripreso
il controllo e, senza fare rumore, esco dalla tua stanza… tanto so
benissimo che domani notte tornerò a vegliare il tuo sonno! Tzè che
patetico che sono… eppure, anche se ormai dormo si e no un’ora a notte…
non mi sono mai sentito così… così vivo e in forma! Ora basta non voglio
più pensare… è meglio se adesso cerco di dormire per quel poco tempo che
resta.”
Un’altra mattina, un’altra partenza, e dopo molte ore di viaggio,
arrivarono ad un’altro villaggio, fermandosi nell’unica locanda.
- Buonasera Signore, avete delle camere a disponibili? - chiese Hakkai
affabile.
- Buonasera a voi, purtroppo ho solo due matrimoniali - rispose il
gestore.
- Andranno benissimo grazie! - rispose Hakkai col suo solito sorriso
tranquillizzante.
Gli altri, che erano già nella sala, avevano ordinato la cena, il demone
gentile li raggiunse.
- Allora ragazzi, ci sono solo due matrimoniali, come ci dividiamo? -
disse Hakkai tranquillo.
- Io non voglio dormire con la scimmia, russa e scalcia! - disse Gojyo.
- Sono io che non voglio dormire con te, che mi scarabocchi la pianta dei
piedi! - ribatté infervorato Goku.
- Ehi, non penserete che io dorma con degli animali come voi! - disse
altezzoso Sanzo.
Gli animi si scaldarono ed allora Hakkai decise d’intervenire.
- Allora faremo così, Sanzo e Goku, io e Gojyo, ed adesso mangiamo! -
disse col suo solito sorriso, nessuno ribatté perché avevano l’impressione
che il demone dagli occhi verdi avrebbe potuto ucciderli da un istante
all’altro.
- Quando sorride così, mi fa paura - disse Goku sottovoce al Kappa
- Anche a me! - gli rispose.
La cena continuò tranquillamente, se così si può dire, con le solite
scaramucce tra il Kappa e la Scimmia, intervallate dalle sventagliate e
gli spari di Sanzo.
- Ehi, non vi va di fare una partita? - chiese il Kappa alla fine della
cena.
- Io sono stanco, vado a dormire buonanotte! - disse Goku, sparendo sulle
scale.
I tre ragazzi lo guardarono straniti e preoccupati.
- Quella scimmia, mi preoccupa - disse Gojyo - Pokerino? - continuò con un
sorriso da giocare.
Dopo due ore, inutile dire che vinse tutte le partite Hakkai, decisero di
andare a dormire, visto che l’indomani avrebbero ripreso il viaggio.
Le stanze erano veramente belle, pulite ed arredate con gusto, una
portafinestra portava sul terrazzo, che faceva il giro di tutto
l’edificio, la ringhiera era di marmo bianco, ed era intervallata da delle
colonne intarsiate che sorreggevano la tettoia, creando degli ampi archi.
Gojyo si accese una sigaretta e si diresse alla portafinestra.
- Ehi Hakkai - lo chiamo Gojyo distrattamente, mentre guardava fuori.
- Dimmi Gojyo - rispose il demone gentile, che accarezzava Hakuriu seduto
sul letto.
- La scimmia, non aveva detto che sarebbe andato a dormire perché era
stanco? - chiese il mezzodemone, aspirando una boccata di fumo.
- Si perché? - chiese a sua volta incuriosito il demone.
- Vieni a vedere - rispose il rosso indicandogli la portafinestra.
Il demone dagli occhi verdi fece come richiestogli, ed avvertì il profondo
vuoto che circondava una figura illuminata dalla luna.
- Non l’ho mai visto così! - disse Gojyo triste.
(1) "Di sole e d'azzurro" di Giorgia
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