Luce e
ombra
parte VIII - Il
dono
di Jody
Ad un tratto, i tre si bloccarono, avvertendo un’aura molto potente, che
avvolgeva l’intero villaggio.
- Che cosa sta succedendo? – chiese Gojyo interrogativo.
- Non lo so, ma quest’aura mi preoccupa… è molto potente! – rispose serio
Hakkai.
- Una divinità? – chiese ancora il mezzodemone.
- No, è qualcuno di molto più potente delle divinità… ne sta mostrando
solo una minima parte! – disse indifferente Sanzo, accendendosi una
sigaretta.
- Anch’io la penso così, il problema che si pone è sapere se è un nemico.
– disse il demone gentile.
- Allora la leggenda che solo chi non ha intenzioni malvagie può entrare
nel villaggio, è tutta una farsa? – chiese sarcastico il rosso, aspirando
una boccata di fumo.
- No, questa persona sta rinforzando lo scudo di protezione di questo
villaggio. – rispose il demone dagli occhi verdi, con fare da professore.
- Allora perché non andiamo a conoscerlo? – disse Gojyo col suo fare da
seduttore.
- Perché no, Sanzo? – rispose Hakkai, ritrovando il solito sorriso.
- Tzè fate come vi pare – rispose incolore il monaco, voltandosi verso la
finestra continuando a fumare la sua sigaretta. Gojyo e Hakkai uscirono
lasciandolo solo.
“Goku… non so perché, ma so per certo che questa sia la tua vera aura…
tutto questo però non ha senso!”
Perso nei suoi pensieri, Sanzo non si accorse della presenza che era
apparsa alle sue spalle. Sussultò quando avvertì due braccia forti e
minute cingergli la vita, mentre un piccolo corpo si appoggiava al suo.
- Che diav… - cercò di dire il monaco, ma la stretta si fece più forte
fino a fargli mancare il respiro.
Aveva riconosciuto a chi apparteneva quel piccolo corpo, e aggrottò la
fronte, irritato e confuso da quel gesto.
- Ehi, staccati scimmia! – ordinò col suo tono glaciale.
Goku si staccò e si allontanò di qualche passo, dando al biondo il tempo
per voltarsi. Si fissarono.
- Cos’è quello sguardo scimmia! – disse freddo, ma con una nota nascosta
di preoccupazione, Sanzo.
Quello sguardo, quell’oro che brillava più del sole, lo fissarono
incatenandolo, non riuscendo a capire che cosa significava. Con lenti e
sensuali movimenti, il piccolo demone si avvicinò al monaco e prese a
sciogliere il nodo della bianca tunica.
- Goku, cosa… - cercò di dire il biondo, ma si bloccò, non riusciva a
muovere un solo muscolo del suo corpo, che rabbrividiva sotto il tocco di
quelle piccole mani che lo stavano spogliando, senza smettere di fissare i
suoi occhi, incatenandolo, confondendolo.
Ormai era completamente nudo, e Goku lo fece sdraiare, per poi spogliarsi
sotto lo sguardo del suo monaco, accendendo quegli occhi d’ametista,
solitamente freddi, di desiderio.
Gojyo e Hakkai, non ebbero fortuna e tornarono indietro. Aprirono la porta
e quello che videro, li lasciò senza fiato… la situazione sarebbe stata
imbarazzante se non fosse che quell’immagine… un’immagine angelica e
perversa, dotata di un’aura dal potere immenso ed antico, veniva da colui
che avevano sempre considerato un bambino… il corpo nudo, minuto ma
perfetto, sinuoso e atletico, la pelle bronzea risaltata dal chiarore
della luna, non più bambino ma non ancora uomo… intento a leccare con
gusto la virilità tesa di Sanzo, torturandola, facendo arrivare il monaco
al limite, al confine fra piacere e dolore.
Senza smettere, quel piacevole gioco, Goku alzò gli occhi verso di loro…
occhi d’oro fuso, limpidi e splendenti, carichi di desiderio e di
qualcos’altro che non seppero definire, incatenando i loro sguardi.
Per un tempo che parve infinito, Gojyo e Hakkai, rimasero immobili; poi
una voce nelle loro menti gli ordinò di spogliarsi. I loro corpi si
mossero autonomamente, mentre le loro menti venivano imprigionate in quei
bellissimi occhi dorati. Goku alzò una mano, ad invitarli ad unirsi a
loro… ancora quella voce nella loro mente gli ordinò di sdraiarsi ai lati
di Sanzo; e loro obbedirono, ormai prigionieri di quella splendente e
ammaliante figura.
Nessuno dei tre uomini riusciva a comprendere quello che stava avvenendo,
potevano solo obbedire a quella volontà a loro estranea.
Appena Gojyo e Hakkai si sdraiarono, le loro virilità erette, vennero
imprigionate nel calore della piccola mano del demone, accarezzandole con
abili tocchi, intossicandoli di piacere. Deciso a continuare nel suo
gioco, Goku pose fine ai preliminari… prese in bocca la virilità di Sanzo,
facendolo gemere, succhiandola con forza, mentre masturbava le virilità
degli altri due, allo stesso ritmo, facendoli gridare dal piacere, per poi
venire tutti e tre contemporaneamente.
Mentre i suoi compagni si riprendevano dal potente orgasmo, Goku si alzò a
guardarli, sorridendo malizioso, e loro compresero che lui non aveva
finito!
Con movimenti seducenti, si sdraiò sul corpo di Hakkai, baciando e
leccando il lungo collo, scendendo sul petto, accarezzando con tocchi
gentili e carichi di desiderio, l’intero corpo, scatenando brividi e
gemiti incontrollati, che aumentarono quando, prese a torturare i suoi
capezzoli, leccandoli, succhiandoli, mordendoli, mentre una mano
accarezzava l’interezza dell’asta, resa dura dopo pochissimi tocchi.
Sanzo e Gojyo, erano seduti e non riuscivano a distogliere lo sguardo da
quello spettacolo, eccitandosi e desiderando, con ogni fibra del loro
corpo, di essere al posto di Hakkai, il quale stava impazzendo dal
piacere, gemendo e fremendo sempre più forte, incapace di resistere ancora
a quella bellissima tortura.
Quando Goku si accorse di questo, infilò un dito nell’apertura del demone
gentile, il quale inarcò la schiena ed aprì di più le gambe per facilitare
il ragazzo. Al primo dito, si aggiunse il secondo e poi il terzo, mentre
Hakkai muoveva il bacino, per avere maggiore contatto con quella mano, che
lo stava portando nel paradiso di fuoco della passione, che lo divorava.
Il piccolo demone tolse le dita, fece voltare Hakkai, posizionandosi in
mezzo alle sue gambe e iniziando a spingere, la sua virilità
nell’apertura, con forza e lentezza, per non fare del male all’uomo sotto
di lui. Il demone gentile strinse forte gli occhi e serrò le labbra, per
non fare uscire un gemito di dolore a quella intrusione. Le mani di Goku,
accarezzavano dolcemente i suoi fianchi e la schiena entrando, nella sua
piena interezza, nel corpo del demone. Si fermò per far abituare il
compagno, alla sua intrusione, posando lievi baci, come la rugiada
mattutina si posa sui delicati petali dei fiori, carichi di dolcezza,
facendo lacrimare quegli occhi di giada per l’intensa emozione.
Quando Hakkai si abituò alla sua presenza, iniziò a muoversi lentamente,
ma con decisione e tenerezza, regalando piacere non soltanto al corpo, ma
anche all’anima del demone gentile; il quale gemeva e piangeva in completa
estasi per l’emozioni che gli venivano donate. A quel punto Goku prese in
mano la virilità di Hakkai, massaggiandolo allo stesso ritmo col quale lo
penetrava, venendo poi, contemporaneamente dopo poco tempo; ed in quell’istante
i loro corpi vennero avvolti da una luce dorata. Uscendo dal corpo del
compagno, raccolse con la mano, impregnata del seme del demone gentile, il
suo seme che fuoriusciva, mischiandoli, facendo poi voltare Hakkai, per
guardarlo negli occhi, e offrendogli il frutto dell’unione dei loro corpi.
Il demone sentì ancora una volta quella voce nella sua mente che gli
chiedeva di accettare quel dono; e così fece, leccò la mano che gli veniva
offerta, ripulendola dai loro fluidi.
Goku si morse il labbro inferiore, facendolo sanguinare, mentre Hakkai,
stanco, chiuse gli occhi, cedendo al regno di Morfeo; ma poco prima di
sprofondarvi, sentì la dolce voce di Goku sussurrargli delle parole, in
una lingua sconosciuta, al suo orecchio, per poi avvertire un gentile
bacio sulla sua fronte, lasciando come segno, una goccia del sangue che
fuoriusciva dal labbro, che s’illuminò venendo poi assorbita dalla pelle
di Hakkai, che subito dopo cadde in un sonno profondo.
Sanzo e Gojyo avevano seguito ogni istante dello spettacolo offertogli,
venendo anche loro soltanto guardandoli, ma ancora eccitati
all’inverosimile. Goku si alzò dal corpo del demone gentile e raggiunse il
rosso, facendolo sdraiare, ed iniziando nuovamente lo stesso spettacolo,
regalandogli lo stesso trattamento donato al demone dagli occhi verdi; le
stesse intense emozioni… la stessa offerta, le stesse identiche parole
sconosciute, lo stesso bacio prima di far cadere anche il mezzo demone
nell’oblio.
Ancora una volta il biondo monaco guardò, ed ancora una volta venne, senza
mai soddisfare l’eccitazione… ma ora sarebbe toccato a lui… lo sapeva, ma
avvertiva chiaramente che sarebbe stato diverso. Infatti aveva compreso
che Goku si, aveva fatto l’amore con quei due, elevando la loro anima ad
una dimensione fatta di fuoco e di luce, passione e dolcezza, ma che non
aveva permesso a loro di unirsi alla sua anima, concedendogli soltanto di
sfiorarla.
Ora il piccolo demone era davanti a lui, lo fissava, ed in quello sguardo
era racchiuso tutto l’amore che provava, velato di tristezza. Lentamente
alzò una mano, andando ad accarezzare i biondi capelli morbidi come seta,
finendo il loro percorso sulla guancia d’alabastro, avvertendone il
calore, restando immobile, mentre piccole gocce di cristalli, rendevano il
suo sguardo ancora più brillante, splendente ancor più del sole.
Delicatamente posò le sue labbra su quelle del monaco, leggere come una
folata di vento primaverile, facendolo sdraiare sotto al suo piccolo
corpo; il tutto senza mai smettere di fissarsi.
Il calore di quel corpicino sopra al suo, donò al monaco un’emozione piena
di calore, che partiva dal suo petto per espandersi in tutto il suo corpo,
facendo si che la sua razionalità ne venisse inghiottita completamente,
lasciando all’istinto il pieno controllo, ritrovandosi ad avvolgerlo con
le sue braccia per non farlo fuggire via. Le loro labbra si sfioravano, si
assaggiarono per poi unirsi approfondendo il loro contatto, ed
intrecciando le loro lingue, liberando in quel bacio, la passione e
l’amore che provavano l’uno per l’altro. Piccole mani bronzee sfioravano
pelle d’avorio, morbida come il velluto, facendogli scaturire intensi
brividi di piacere, mentre mani lunghe e sottili, accarezzavano la pelle
bronzea infiammandola al suo passaggio. Le loro labbra si sciolsero,
permettendo al giovane demone di scendere a baciare il collo del compagno,
assaggiandolo, leccandolo, mentre il respiro si faceva più pesante,
infiammando i sensi. Una mano del monaco, andò a tuffarsi nel mare castano
dei capelli della sua scimmia, accarezzandoli in un invito a continuare,
mentre l’altra stringeva con forza e possesso, il piccolo corpo al suo,
scosso dai brividi, che quelle labbra, morbide e dolci, gli donavano al
contatto con la sua pelle; mentre l’eccitazione aumentava, ad ogni loro
tocco gentile e pieno d’amore.
Goku continuò a baciare, leccare, mordere e succhiare quella pelle,
scendendo fino al petto per giungere ai capezzoli del suo monaco,
facendolo gemere con più forza, continuando con le sue mani ad accarezzare
ogni centimetro di quel corpo, iniziando ad essere più audaci, andando a
toccare la parte sensibile dell’interno coscia, che si aprì per facilitare
il loro passaggio. Ad ogni tocco delle mani e delle labbra del piccolo
demone, Sanzo avvertiva pienamente l’amore che provava per lui, un amore
puro e incondizionato, capace di riscaldare la sua anima e d’infiammare il
suo corpo, portandolo nel paradiso che era l’amore di quel ragazzo,
gemendo, invocando il suo nome come una preghiera.
E Goku lo sentì, lentamente con le labbra scese fino alla virilità eretta
e fremente del monaco, baciandone la punta per poi leccarlo nella sua
interezza, intensificando così i gemiti incontrollati di piacere. Il corpo
del biondo tremava nell’estasi di piacere che il ragazzo gli stava
donando… ma lui voleva di più, la sua anima chiedeva di più, mentre il suo
corpo veniva violato da un dito… urlava affinché le loro anime si
fondessero, affinché la sua potesse continuare a vivere nel paradiso, nel
dolce calore abbagliante che era l’anima del ragazzo… e Goku accettò,
entrando in lui con lentezza e amore, spalancando le porte della sua
anima, ed unendosi nel mare splendente di luce che solo insieme poteva
esistere.
Rimasero immobili, ad assaporare quell’attimo d’eternità, mentre il corpo
di Sanzo si abituava all’intrusione… occhi dorati persi in quelli
d’ametista… occhi d’ametista persi in quelli dorati… incatenati insieme,
corpo, cuore e anima…
Lentamente il piccolo demone iniziò a muoversi, donando solo piacere al
compagno, penetrandolo con dolcezza, mentre dagli occhi d’oro, gocce di
cristallo scendevano sul suo viso mischiandosi al sudore… un angelo, fatto
di luce e amore… così lo videro gli occhi, così lo percepì il corpo, del
biondo monaco, nell’istante in cui vennero, ed ancora una volta quella
luce dorata avvolse anche i loro corpi, e sempre nello stesso istante
gocce di cristalli scesero dalle ametiste… ancora una volta, la piccola
mano bronzea raccolse i loro semi e li offrì al compagno, ancora una volta
quella voce nella sua mente che chiedeva di accettare, ancora una volta la
piccola mano venne ripulita…
Il monaco lo strinse a se con possesso, mentre il piccolo demone piangeva
sul suo petto. Poi Goku si staccò dall’abbraccio. Sanzo guardò l’oro… oro
pieno di amore e tristezza, mentre si avvicinava per sussurrare ancora una
volta quelle parole sconosciute, per poi posare l’ultimo bacio sulla
fronte del suo sole; ma poco prima che questo cadesse nell’oblio, gli
sussurrò un flebile “Ti amo”.
La notte stava finendo e Goku rimase a guardare il suo amore, dormire
tranquillo… un sorriso amaro si affacciò sul suo volto.
“Se tu avessi saputo la verità, questa notte mi avresti impedito di fare
quello che ho fatto… se tu avessi saputo non avresti accettato il mio
dono… il dono che per te è stato duplice… ti ho donato il mio amore e la
mia anima, ma con esse… ti ho donato anche la morte… la mia!”
Il mattino dopo Sanzo aprì gli occhi, bizzarramente felice e sereno, come
poche volte era stato, solo quando dormiva con la scimmia.
“Aspetta un momento? Come mai non avverto il calore di Goku? E perché sono
nudo?”
Si alzò di scatto, mettendosi seduto e guardandosi intorno confuso,
incontrando un paio di occhi verdi, ed un altro rossi, confusi come i
suoi, mentre nella stanza permeava l’odore del sesso.
- Che cosa è successo? Perché siamo nudi? – chiese confuso Gojyo.
- Che diavolo vuoi che ne sappia io? – rispose acido il bonzo.
- Un momento, neanche voi ricordate cosa è successo? – chiese serio Hakkai.
- Io ricordo che siamo andati a fare il giro del villaggio, e che poi
siamo tornati qui, ma poi nulla – rispose preoccupato il rosso.
- Anche per me è lo stesso, e tu Sanzo? – disse ancora leggermente
preoccupato il demone.
- Io ricordo soltanto che voi siete usciti – rispose serio Sanzo.
I tre rimasero immobili, ognuno perso nei propri pensieri, cercando di
capire che cosa gli fosse successo. Si vestirono.
- E’ inutile perdere tempo, sbrigatevi, andiamo – ordinò con voce
leggermente infastidita il monaco, uscendo e dirigendosi a riprendere la
sua scimmia, seguito dagli altri due.
“Ho la forte sensazione, che stanotte è successo qualcosa di veramente
importante… accidenti!!! Perché sento che la mia anima sta fremendo, come
se gli mancasse qualcosa? Maledizione!!!”
Dopo poco, giunsero alla casa dove si trovava la scimmia; entrarono, ma si
fermarono sentendo le voci che provenivano dall’interno.
- Sei sicuro della scelta che hai fatto? – chiese l’uomo preoccupato.
- Si, era l’unico modo che avevo per proteggerli – rispose tristemente il
ragazzino.
- Sei diventato grande, Konzen ti ha allevato nel migliore dei modi! –
disse dolcemente la donna.
- Lo so, ma mi sono sempre mancati i miei genitori, se mai li ho avuti –
rispose ancora triste il piccolo demone.
- Tu li hai i genitori, solo che non hanno mai potuto tenerti con loro, ma
so che ti vogliono bene e che hanno sempre vegliato sul tuo cammino –
disse dolcemente la donna, stringendosi al petto Goku.
- Fra poco i tuoi amici saranno qui, come hanno reagito quando glielo hai
chiesto? – chiese incuriosito l’uomo.
- Sai sono un vigliacco, non ho chiesto il permesso, l’ho fatto e basta –
rispose malinconico Goku.
- Avresti dovuto informarli – disse serio l’uomo.
- Lo so, ma… - cominciò a dire il ragazzo, ma si bloccò avvertendo che i
suoi compagni erano dietro alla porta.
Dopo aver fatto un’abbondante colazione, ed aver salutato i due coniugi,
Goku e gli altri partirono, per riprendere il loro lungo viaggio verso
ovest.
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