Luce e ombra

parte III - Il peso del dolore

di Jody


Da quell’episodio passarono due settimane, e tutto tornò alla normalità. Una nuova giornata nasceva ad illuminare il loro eterno peregrinare verso ovest.
Il sole, splendeva nel cielo sorridendo a quei vivaci ragazzi, che viaggiavano a bordo di una jeep.
- Ehi, Sanzooo… - disse, con voce lamentosa, il più piccolo.
- No! - fu la secca risposta del biondo ragazzo.
- Ma… - continuò sorpreso il ragazzino.
- No, no e poi no! - disse seccato il monaco.
- Uffa! Ma se non sai cosa stavo per chiedere! - rispose il piccolo, mettendo il broncio.
- Tanto dici sempre le stesse cose! - disse il ragazzo dai rossi capelli.
- Non stavo parlando con te! - disse il ragazzino dagli occhi dorati, irritato.
- Che diavolo vuoi, ma attento a quello che dici scimmia! - sbottò esasperato il biondo.
- Quanto manca al prossimo villaggio? Io ho fa… - cominciò a dire il più piccolo, ma un colpo di harisen da parte del monaco lo fece azzittire immediatamente.
- Visto, scimmia, ti avevo detto che dici sempre le stesse cose! - disse ridendo il mezzodemone.
- Non chiamarmi scimmia! Pervertito di un kappa! - urlò il piccolo demone.
La lite imperversava nei sedili posteriori, della jeep; il ragazzo che guidava sorrideva sereno, mentre il biondo monaco dava segni d’insofferenza, stringendo convulsamente tra le mani il suo harisen.
- Volete piantarla idioti che non siete altro!!! - urlò fuori controllo il bonzo, assestando sventagliate ai due compagni, che subito smisero, mentre il demone dagli occhi di giada continuava a sorridere. Era proprio una bellissima giornata, per quei quattro viaggiatori!
La jeep frenò bruscamente, un uomo era in piedi in mezzo alla strada.
- Bene, bene finalmente vi ho trovato?! - disse sarcastico l’uomo.
- Levati dai piedi idiota! - sibilò Sanzo tagliente.
- Non si preoccupi Venerabile Sanzo, andrò via non appena avrò preso quello che voglio - disse sarcastico l’essere.
- Tzè, che perdita di tempo, ancora non l’hanno capito che tanto il sutra non glielo daremo?! - disse Gojyo con fare divertito.
- Oh, quanto siamo sicuri… quasi, quasi mi avete fatto paura! - rispose divertito il sicario.
- Vai all’inferno! - disse glaciale il monaco, sparandogli dritto in fronte, ma il proiettile non lo colpì, quel tizio era una divinità.
- Oh, ma guarda siamo nervosetti! - disse ridendo la divinità.
- Comunque, non sono qui per il sutra, ma bensì per prendere l’essere eretico Son Goku! - continuò divertito.
I quattro compagni rimasero interdetti.
- Chissà perché Homura è tanto interessato ad avere questa stupida scimmia! - disse Sanzo indifferente.
- Homura?! Oh, vi sbagliare, io non ricevo ordini da quell’essere impuro! - disse con odio la divinità.
- Allora chi ti manda? - chiese il biondo.
- Una divinità molto vicina all’imperatore celeste… vi ho già detto troppo, ora porterò via con me Son Goku, e voi non me lo impedirete! - così dicendo si scagliò contro i quattro, con una velocità impressionante e, in meno di due minuti, Sanzo, Gojyo e Hakkai furono tramortiti.
- Adesso tocca a te Son Goku, se non vieni con le buone, dovrò portarti via con le cattive! - disse con un ghigno la divinità, scagliandosi contro la scimmia, che prontamente parò i suoi colpi con il suo bastone.
Con un colpo ben assestato, la divinità mise fuori gioco la scimmia. Lo issò sulle spalle e sparì, lasciando gli altri tre, che si stavano riprendendo, interdetti e furiosi.
- Ahia, che male! - disse Gojyo, sollevandosi a sedere, massaggiandosi il capo.
- Alzatevi, dobbiamo trovarli! - ordinò il bonzo freddamente.
Risalirono sulla jeep e partirono come razzi, alla ricerca della divinità e della scimmia.

Goku aprì gli occhi e si guardò intorno; si trovava all’interno di una grande grotta, un brivido corse lungo la sua schiena. Due bracieri situati agli opposti lati, illuminarono di luce sinistra l’antro. Davanti a lui c’era l’entrata, che rivelava una specie di corridoio. Una risata malefica, giunse alle sue orecchie.
- Finalmente ti sei svegliato! - disse la divinità divertita.
- Che cosa vuoi da me? - chiese il demone.
- Il mio padrone, vuole che tu diventi un suo servo, a qualunque costo! - rispose con un ghigno la divinità.
- Io non sono e non sarò mai il servo di nessuno!!! - sibilò Goku con rabbia, scagliandosi addosso all’uomo.
Iniziò una feroce lotta, ma alla fine Goku ebbe la peggio, ritrovandosi per terra con il fiatone.
- Quasi, quasi mi dispiace per te sai? Perché non vuoi cedere al volere del mio Signore? - chiese la divinità.
Goku non rispose.
- Allora non mi dai altra scelta, mi divertirò un mondo! - continuò sadico, quell’essere, mentre una frusta appariva nella sua mano.
Cominciò a frustarlo, lacerandogli i vestiti e la carne, con gli occhi illuminati dal piacere e dall’eccitazione che provava. Goku si coprì il volto con le braccia, mentre urlava dal dolore; i suoi vestiti ormai erano ridotti a brandelli, impregnati di sangue e sul suo corpo, non c’era nemmeno un millimetro di pelle che non fosse ferita dalle frustate che riceveva. Piangeva, non poteva fare altro che piangere, urlare per il dolore ed invocare mentalmente il nome del suo sole.
- Ti sei deciso ad obbedire al mio Signore? - chiese la divinità, smettendo la tortura.
- No - rispose flebile il piccolo demone.
- Bene - disse sadico il torturatore. Con una mano, prese Goku per il collo, sollevandolo e sbattendolo violentemente con la roccia, facendogli mancare il respiro. Mollò la presa per afferrargli le mani, allargandogli le braccia e portandole in alto all’altezza della testa.
- Sai, per essere uno schifoso essere eretico, sei incredibilmente sexy - sussurrò l’essere, all’orecchio destro del giovane. Brividi di terrore, misti a disgusto, attraversarono il corpo del demone. Il torturatore prese a leccargli il lobo dell’orecchio, poi scendere verso il collo, lasciando una umida scia al suo passaggio. Goku spalancò gli occhi inorridito, cercando di divincolarsi dalla presa che gli serrava le mani.
- Oh, oh ma come siamo combattivi, lasciati andare, vedrai sarà bellissimo! - disse lussurioso la divinità.
- Lasciami! - gridò il piccolo demone, con voce tremante dalla paura. Per tutta risposta, ricevette una sadica risata. L’essere riprese a leccare il collo del giovane, mentre dalle sue mani scaturì del fumo nero, diventando denso, prendendo forma. Goku continuava a dibattersi, senza riuscire a liberarsi da quella presa ferrea; ad un tratto sentì la carne dei suoi polsi venir lacerata da una punta metallica. Urlò di dolore, mentre la punta continuò ad essere spinta con forza e lentezza, nei suoi polsi. Avvertì le sue ossa spezzarsi, ed infine, il ferro uscire dall’altra parte, finendo di conficcarsi nella parete di roccia, facendo uscire fiotti di sangue, che scendevano lungo il braccio, percorrere tutta la lunghezza del suo corpo, per finire sul terreno, creando una pozza ai suoi piedi… il dolore, lo rese cieco e sordo ad ogni altra cosa… non si accorse che quell’essere, gli aveva tolto quel che restava dei suoi vestiti, lasciandolo completamente nudo… solo la sua voce, riuscì a riportarlo alla realtà, mentre calde lacrime scendevano, come un fiume in piena, dagli occhi spalancati, pieni di dolore e terrore.
- Urla, urla ancora, nessuno ti sentirà! - sussurrò il torturatore, al suo orecchio, con la voce arrochita dall’eccitazione, scendendo a leccargli il petto, seguendo la linea dei tagli, delle precedenti frustate, bevendone il sangue che bagnava la sua carne. Le mani di quell’essere, presero a toccare tutto il suo corpo, impregnandosi del suo sangue, arrivando a stringere con forza, il suo membro ed iniziando a pomparlo con furia, fino a quando il ragazzo venne, con un urlo di dolore, nella sua mano… il bianco fluido si mischiò, al sangue, inebriando ancora di più i sensi del suo torturatore. Ormai le lacrime non scendevano più dai suoi bellissimi occhi dorati, il dolore era troppo per esserne lenito.
- Hai visto, lo sapevo che ti sarebbe piaciuto! - gli sussurrò all’orecchio la divinità, mentre gli prendeva le gambe e se le avvolgeva intorno alla vita.
- Se stai buono, non sentirai tanto dolore! - continuò a dire eccitato l’essere, mentre stringeva forte le mani, conficcandogli le unghie nella tenera carne, delle natiche allargandole. Con un'unica violenta spinta lo penetrò. Goku sentì allargarsi, in maniera innaturale, e lacerarsi la sua stretta apertura… il dolore e l’umiliazione, che stava provando, lacerò quel che restava della sua anima, mandandola in frantumi, spegnendo quel poco di forza vitale che ancora aveva… i suoi occhi, si fecero vuoti, la luce che sempre vi aveva brillato, ora spenta… forse per sempre, perdendolo nell’oblio dell’incoscienza. Il respiro affannato del suo torturatore, era il solo contatto che ancora lo teneva legato alla realtà. L’essere riprese in mano il membro del ragazzo, pompandolo nuovamente con violenza, allo stesso ritmo feroce col quale lo penetrava… e vennero con violenza, Goku su di loro e l’altro dentro di lui.
- Ora nessuno ti vorrà, nemmeno quel bonzo che segui con tanta devozione… non ti rimane scelta che obbedire al mio Signore! - disse con cattiveria la divinità, uscendo dal corpo del ragazzo.
Altro sangue, prese a scorrere in mezzo alle gambe del giovane, mischiandosi al bianco fluido. Ormai, i suoi piedi, erano immersi in un lago di sangue… sangue che con il suo odore aveva impregnato le pareti della grotta… sangue che mai smise di fuoriuscire dalle ferite, rendendolo sempre più pallido e debole; ormai la vita lo aveva abbandonato quasi del tutto… intorno a lui, solo il vuoto lo circondava, e ad ogni attimo che passava, ci si perdeva sempre di più…
Ad un tratto, il suo fine olfatto percepì un odore d’incenso e tabacco… un odore familiare, che lo aveva accompagnato per tutta la sua vita… l’odore del suo sole… ma il sole non era lì con lui…
- Che cosa gli hai fatto bastardo!!! - tuonò una voce calda e profonda, carica di odio e rabbia a stento trattenuta.
La divinità si voltò per vedere chi era venuto a disturbarlo; trovò tre figure maschili, erette, stagliarsi all’entrata della grotta.
- Quello che il mio Signore mi ha ordinato di fare! - disse con un ghigno malvagio sul volto.
- Pagherai per il male che hai fatto a Goku!!! - urlò accecato dalla rabbia e dall’odio Gojyo.
- Vi ho già sconfitto una volta, e lo farò di nuovo! - disse divertito la divinità.
Sanzo e Gojyo, stavano per scagliarsi contro quell’essere immondo, quando si bloccarono alla voce di Hakkai.
- Mi dispiace contraddirla, ma lei morirà per mano nostra. Non avrebbe dovuto fare del male al nostro compagno! - disse con odio e senza il solito sorriso Hakkai, crocchiandosi le dita, chiuse a pugno.
- Sanzo, libera Goku, a questo qui ci pensiamo noi - continuò il demone con decisione, avanzando di qualche passo in direzione del loro nemico, con negli occhi una furia omicida pronta a scatenarsi.
- Bene - disse freddo il monaco avvicinandosi alla sua scimmietta.
- Lasciatelo in vita, perché voglio ucciderlo con le mie stesse mani! - continuò il biondo autoritario.
Quando arrivò di fronte al ragazzo, il sangue gli si ghiacciò nelle vene, ed una sola lacrima fuggì dagli occhi d’ametista, che fino a pochi istanti prima erano freddi e glaciali, ora pieni di dolore… lentamente con una mano gli accarezzò il viso, sussurrando pieno d’amore e dolore, il suo nome. Il sutra si mosse di sua volontà, accarezzando il corpo di Goku come a lenire il suo dolore, facendo scomparire quei cosi, che assomigliavano tanto a dei chiodi, di ferro infilati nei suoi polsi. Il corpo del piccolo demone, ricadde come senza vita al suolo, ma non ci arrivò, perché le braccia del bonzo si protessero a sorreggerlo, evitandogli la caduta, inzuppandosi la veste e le mani di sangue.
- Goku - sussurrò dolcemente Sanzo, accarezzando quel volto infantile, segnato dal dolore.
Al suono di quella voce, negli occhi dorati brillò per un secondo un barlume di vita… forse non tutto era perduto… Sanzo fece per stringerlo a se, quando un’aura maligna di inaudita potenza, impregnata di un odio feroce, scaturì dal piccolo corpo; gli occhi dorati si riempirono di odio prendendo un taglio ferino… con una violenta spinta, allontanò da se il monaco, facendolo arrivare all’entrata della grotta.
Barcollando si alzò in piedi, cercando di individuare la sua preda; una volta avvistata, si mosse con lentezza verso di essa. Tutti erano immobili, trattenendo il respiro, mentre gocce di sangue cadevano al suolo, facendo risuonare nel silenzio, il loro rumore.
- Levatevi di mezzo - sibilò con odio feroce Goku, ad Hakkai e Gojyo, i quali obbedirono, lasciandogli libero accesso alla divinità.
- Tu essere inferiore, hai osato farmi del male! - disse ancora, mentre la sua collera cresceva sempre di più, facendo sbriciolare la roccia sotto ai suoi piedi.
- Porta un messaggio al tuo padrone… digli che io ucciderò chiunque provi solo a pensare di farmi del male, chiunque… uomo, demone o divinità non importa, io lo ucciderò!!! - continuò prendendo la divinità per la vita, facendogli ruotare il bacino, tenendo fermo il busto, spezzandogli con un colpo sordo la schiena. Un urlo di dolore si levò nell’aria, accompagnato da una risata crudele. Lasciò la presa sul corpo della divinità, che si accasciò al suolo. Goku, gli s’inginocchiò davanti.
- Con queste mani, hai ferito e toccato il mio corpo! - disse con odio e divertimento, prendendogli le mani e, con un colpo secco, spaccargli i polsi per poi con forza e ferocia, staccargliele. Il sangue della divinità uscì a fiotti, mischiandosi al sangue del demone. Un altro urlo, accompagnato dalla risata.
Sanzo, Gojyo e Hakkai, rimasero pietrificati alla vista di quel Goku feroce, mentre faceva sdraiare al suolo la divinità.
- Hai violato il mio corpo, te lo ricordi vero? - disse ora suadente, mentre la divinità tremava di terrore.
Gli aprì le gambe e con un morso gli staccò la virilità. Ancora urla, ancora risate, ancora sangue… sangue che ormai aveva creato un lago nel terreno, colorando con il suo colore quasi tutto il suolo della caverna.
- Con quegli occhi mi hai guardato, eccitato dal mio dolore! - continuò suadente, cavandogli gli occhi, prima uno e poi l’altro, usando le sue stesse mani. Un altro urlo, un'altra risata, altro sangue…
- Oggi non morirai, sarai un monito per tutti gli esseri viventi! - gli sussurrò con divertimento all’orecchio, prima di prenderlo e gettarlo nelle fiamme del braciere… altri urli… altre risate…
L’odore di carne bruciata, colpì violentemente i tre compagni, risvegliandoli dallo stato di trance in cui erano caduti. Hakkai, si voltò e rigettò, Gojyo andò ad aiutare la divinità, tirando un calcio al braciere, gettandolo per terra e spegnendo le fiamme che gli divoravano il corpo; Sanzo si avvicinò alla scimmia, non sapendo come fermare la sua furia, visto che per tutto il tempo, anche se brillava di una luce sinistra, il diadema era integro.
- Goku basta! - disse autoritario Sanzo, mettendosi di fronte alla scimmia.
- Son, in questo momento non può sentirla - rispose con un ghigno Goku.
- Che cosa stai dicendo?! Goku smettila!! - ordinò Sanzo.
- Sai bel biondino, avrei voglia di massacrarti, ma Son non vuole, perché lui vi ama, ed io non lo sopporto!! - disse con odio Goku, mentre con movenze feline si avvicinò ancora di più al bonzo, allungando una mano ed afferrandolo per il collo sottile.
- Smettila scimmia!!! - urlò arrabbiato Gojyo, che per tutta risposta ottenne soltanto una risata maligna.
- Chi sei? - disse Hakkai freddo, avvicinandosi a Goku, lasciando interdetti il monaco e il kappa.
- Sapete, voi meritereste una bella punizione, per come lo fate soffrire, lui vi considera la sua famiglia e non si ribella al dolore che gl’infliggete, trattandolo come se fosse spazzatura ed avvolte anche peggio… non conoscete niente di lui, non vi meritate Son, non meritate di averlo al vostro fianco, dolce e puro, come nessuno potrà mai esistere… il piccolo Son… anche adesso piange… VI ODIO!!!! - disse dapprima con scherno, poi con dolcezza ed infine con odio, quando il diadema risplendette ancora di più, facendolo cadere a terra con ringhi feroci.
- Stai perdendo troppo sangue, ancora qualche minuto e morirai, lascia che ti curi - gli disse tranquillo Hakkai.
Il demone gentile, si sedette al suo fianco, e con l’aiuto del suo Ki, arrestò l’emorragia, ma non riuscì a guarirlo completamente… troppe erano le ferite su quel piccolo corpo!
- Io sono l’ombra… quello che avete visto… non è che l’inizio… - disse Goku con fatica, mentre ricadeva stremato sul petto di Hakkai.
- Non piangere… piccolo Son… - cercò di dire ancora Goku, con maggiore fatica, mentre le lacrime solcavano nuovamente il suo viso e l’aura maligna scompariva. Il corpo del giovane demone ora giaceva inerme, i suoi occhi ritornarono vuoti, privi di qualsiasi luce e di vita… persi in un mare di lacrime…
Sanzo s’inginocchiò accanto ai due demoni, chiuse gli occhi al piccolo, si tolse la veste sacra coprendolo e lo prese in braccio, e tutti insieme, in silenzio si avviarono all’uscita dove avevano lasciato la jeep. Una volta fuori furono accolti da una luce abbagliante, dalla quale uscì fuori la divinità Kanon.
- Salve! – disse la divinità
- Che vuoi – disse con rabbia Sanzo.
- Calmati Konzen, sono qua solo per darvi un avvertimento – rispose seccata Kanzeon
- Per favore, lei ci può spiegare che cosa è successo a Goku? – disse con preoccupazione Hakkai.
- Potrei, ma non voglio perdermi il divertimento di quando lo scoprirete! – rispose ghignando la divinità.
- Dannata!!! – sibilò Gojyo con rabbia, cercando di uccidere la dea Kanon, mentre il demone dagli occhi verdi lo tratteneva, e Sanzo la guardava con occhi che lanciavano saette.
- Comunque, sono qui per dirvi di fare attenzione al diadema di quel bimbetto, non dovete assolutamente permettere che si spezzi! – disse con serietà Kanzeon.
- Perché? – chiese Hakkai preoccupato.
- E’ ovvio, nessuno potrebbe più fermarlo… è giunta l’ora piccolo, cerca di non sbagliare – rispose la divinità, prima scocciata e poi dolcemente, prima di sparire in una colonna di luce. I tre compagni si guardarono interrogativamente, non comprendendo appieno le parole della divinità, per poi salire sulla jeep e partire.

Al tramonto giunsero ad un villaggio. Presero alloggio in una locanda, dove trovarono soltanto due singole ed una doppia, sistemarono subito Goku, bisognoso di cure e di riposo, nella doppia e scesero a mangiare. Il tutto in silenzio.
- Chi dorme con Goku? - chiese Gojyo pensieroso, spezzando il silenzio.
- Credo sia meglio che vada io - rispose assorto Hakkai.
- No, per stanotte devi riposare, ci andrò io - disse serio Gojyo
- Come vuoi, Sanzo per te va bene? - chiese stanco il demone gentile.
- Mhm - rispose il monaco accendendosi una sigaretta.

- Son, Son svegliati! - disse una voce che lui conosceva. Lentamente aprì gli occhi, era buio, soltanto una tenue luce illuminava la figura che aveva davanti, una figura che lui conosceva bene… il Seiten Taisei!
- S-Sei?! - chiese titubante la scimmietta.
- Si, Son, sono io - rispose dolcemente il suo alter ego.
- Perché tutti mi odiano? Perché devono sempre farmi del male? - chiese Goku piangendo.
- Lo sai benissimo il perché - rispose Sei, stringendo l’altro se, in un dolce abbraccio. Rimasero così finché i singhiozzi non si calmarono.
- Piccolo Son - sussurrò il Sei, con amore, accarezzando il viso di Goku, posandogli un dolce bacio sulla fronte.
- E’ giunto il tempo… lasciami uscire, e ti prometto, che nessuno potrà mai più farti del male! - continuò suadente Sei.
Goku non sapeva cosa rispondere, se avesse lasciato libero Sei, nessuno avrebbe più potuto ferirlo ed il dolore sarebbe cessato, ma il prezzo sarebbe stato alto: la distruzione di tutto!
- Noi siamo le due facce della stessa medaglia, lascia che sia io a darti il calore di cui hai bisogno… lasciati dominare! - sussurrò Sei, all’orecchio di Goku, mentre le sue mani accarezzavano languidamente il suo corpo. Goku docilmente si lasciò andare a i brividi che sentiva al tocco di Sei.
- Solo io posso cancellare il dolore che ti attanaglia il cuore e l’anima, nessuno può, nemmeno quella copia malriuscita di Konzen che tu continui a seguire con ostinazione… senti il calore che io posso darti? - disse ancora suadente Sei, mentre faceva sdraiare Son, continuando ad accarezzarlo, togliendogli la maglia, per poi baciare il suo collo ed infine catturare le sue labbra in un bacio dolce ma pieno di desiderio. Goku chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente, al piacere che invadeva il suo corpo, nel calore che il Sei gli stava donando; cosa importava se poi tutto quello che conosceva andava distrutto? Ne aveva un disperato bisogno!
- Goku! -
- Di chi è quella voce?-
- Non l’ascoltare, Son - disse Sei, leccandogli il collo.
- Goku! -
- Ancora quella voce! Ma chi era che mi chiama con tanta insistenza? Perché provo nostalgia al suo suono?-
- Goku! -
- Disperazione, rabbia, preoccupazione! Perché quella voce continua a chiamarmi? Questa luce, calda, da dove viene? -
- Son, rimani con me, non ascoltare il suo richiamo! - disse con tristezza Sei, mentre Goku lo scansava per alzarsi.
- Io conosco questa voce! E quella luce… assomiglia tanto al sole! - disse Goku, come ipnotizzato, andando verso quella luce.
- Maledetto! C’ero quasi riuscito! Ma presto Son sarà mio! - disse con rabbia il Seiten.

Erano ancora seduti nella sala, quando il monaco spalancò gli occhi e si alzò di scatto dalla sedia, rovesciandola.
- Goku! - disse stranito, per poi correre nella sua stanza, seguito a ruota da Gojyo e Hakkai, interdetti dal suo comportamento. Spalancò con violenza la porta della camera per poi rimanere pietrificato sulla soglia.
- Sanzo che succede? - chiese preoccupato Hakkai, guardando all’interno.
Un’ombra più scura della notte, stava avvolgendo il corpo inerme del piccolo demone, inghiottendolo. Corsero vicino al letto, chiamandolo con tutto il fiato che avevano.
Dopo poco tempo, che a loro parve eterno, l’ombra scomparì e Goku aprì lentamente gli occhi, specchiandosi in due ametiste. Sanzo, Gojyo ed Hakkai, erano vicini al letto, i loro volti erano preoccupati. Provò a mettersi seduto, ma una tremenda fitta al fondo schiena, ed ai polsi, lo fece ricadere sul soffice materasso.
- Non muoverti, hai fame? Ti vado a prendere qualcosa da mangiare? - disse apprensivo Hakkai, ma la mano di Goku lo trattenne.
- Non ho fame - biascicò stancamente Goku.
- Ehi scimmia, ci hai fatto stare in pensiero! - disse bonariamente Gojyo.
- Mi dispiace… io sono tanto stanco… - rispose triste Goku chiudendo gli occhi, dove brillò una lacrima non trattenuta, mentre stringeva disperatamente la mano del bonzo.
- Non lasciarmi solo! - sussurrò flebilmente il piccolo demone, che solo il monaco sentì a fatica, prima di cadere nell’oblio di un sonno senza sogni.
- Rimango io con lui, voi andate! - disse distaccato il bonzo, senza mai lasciare la mano del piccolo demone.
Quando Gojyo e Hakkai uscirono, si sdraiò al fianco di Goku e se lo strinse forte al petto.
“Ma che accidenti sto facendo?! Perché non sono andato via? Cos’era quel dolore al petto, che ho avvertito quando eravamo nella sala, che mi ha spinto a correre da te? Accidenti a te scimmia, è mai possibile che tu riesca sempre a farmi perdere il controllo?”
Con questi pensieri anche Sanzo si addormentò.