Luce e
ombra
parte II -
L'inizio della discesa verso l'oscurità 2a parte
di Jody
Goku si svegliò in un letto caldo e
morbido; cercando di ricordare cosa era successo, ma rammentava soltanto
che stava fra le braccia di Konzen, eppure non era nella sua stanza nel
Tenkai, assomigliava molto ad una stanza delle innumerevoli locande, in
cui avevano soggiornato.
- Cosa… - cercò di dire confuso, alzandosi a sedere.
- Sei svenuto - disse la calda e profonda voce di Sanzo, che era seduto su
una sedia al fianco del letto.
Goku si voltò verso il monaco, gli occhi di nuovo lucidi dalle lacrime,
cercando risposte alle innumerevoli domande che gli affollavano la mente.
- Appena sei svenuto, quel tizio si è rivelato per quello che era… un
demone, l’abbiamo sconfitto - continuò Sanzo, con indifferenza, evitando
accuratamente di omettere il fatto che si era trasformato ed aveva ucciso
lui il demone; lo avevano deciso tutti e tre per evitare alla piccola
scimmia un altro dolore.
- Allora era… solo un sogno… - sussurrò Goku, con infinita tristezza,
cercando di trattenere le lacrime che premevano per uscire.
A spezzare quella pesante atmosfera ci pensarono Gojyo e Hakkai, entrando
nella stanza, portando con loro la cena per la scimmietta. Cercarono di
distrarlo e sembrava che ci stessero riuscendo. Rimasero insieme finché,
stanco di tutte l’emozioni vissute, Goku si addormentò. Gojyo e Hakkai si
ritirarono nella loro stanza; Sanzo si mise a guardare fuori dalla
finestra, fumandosi una sigaretta.
“Perché quando la scimmia lo ha chiamato -Sole- ho sentito il mio cuore
gridare che non era vero? Perché quando gli urlava di perdonarlo, ho
sentito chiaramente la mia anima contorcersi? Perché sapevo con assoluta
certezza che quello non era il Konzen che la stupida scimmia invocava con
disperazione? E poi cosa voleva dirmi il Seiten prima di svenire? So solo
che quando Goku gli si è stretto al petto, avrei voluto gridargli che non
era lui il suo sole, ma io… solo io sono il sole di quella maledetta
scimmia! Solo io e nessun altro può arrogarsi il diritto di essere il suo
padrone! Ma che cosa vado blaterando! La scimmia può fare quello che
vuole, io non ho legami con nessuno, vivo la mia vita solo per me stesso!
Però… quel sogno che ho fatto… allora forse in me c’è l’anima di quel
Konzen… ovvero la parte di me che non vuole separarsi da quella scimmia
idiota… che nonostante tutto quello in cui credo, non smette di amarlo…
che mi ha permesso di sentire la sua voce e che mi ha spinto a tenerlo con
me, contro ogni logica! No, tutto questo è assurdo! Io sono Genjo Sanzo
Hoshi, ed io non ho legami con nessuno… l’ho promesso sulla tomba del mio
maestro… non avere legami, non essere schiavo di nessuno!”
Con un gesto iroso, spense la sigaretta, e si sdraiò sul letto chiudendo
gli occhi cercando di dormire.
La notte passò, ma il giorno non prometteva niente di buono; infatti la
scimmia si era rintanata nella camera e aveva espressamente chiesto di
essere lasciato solo… non aveva fatto né colazione e né era sceso per il
pranzo. Inutile dire che la preoccupazione, era arrivata a livelli
stratosferici, visto che aveva anche rifiutato la cena. I tre compagni
erano seduti al tavolo nella sala da pranzo della locanda.
- Cosa possiamo fare Sanzo? - chiese preoccupato Hakkai.
- Mhm - mugugnò in risposta il monaco.
- Dove vai? - chiese il kappa, quando il demone gentile si alzò dal
tavolo.
- Vado a cercare di parlare con lui, non posso vederlo stare male, senza
fare niente - rispose tristemente il demone dagli occhi verdi.
- Aspetta, vengo anch’io! - rispose il rosso, alzandosi.
- Tzè - disse il monaco, alzandosi a sua volta, e seguendo i due.
Toc – Toc
- Goku, sono Hakkai, posso entrare? - chiese dolcemente Hakkai.
- Entra pure - rispose atono Goku.
Hakkai entrò seguito da Gojyo e Sanzo. Lo videro, dava loro le spalle,
guardando fuori dalla finestra, le mani incrociate dietro alla schiena,
sembrava di vedere tutto il peso dei suoi 500 anni, incurvare pesantemente
le sue piccole spalle.
- Cosa volete? - chiese stanco la scimmia.
- Goku, cosa c’è che ti preoccupa? Parlacene potremmo aiutarti! - disse
prudentemente Hakkai.
- Aiutarmi… da quando in qua vi preoccupate per me? - rispose sarcastico
Goku.
- Scimmia smettila di fare la vittima! - disse glaciale il monaco.
- Goku parla con noi, vedrai dopo ti sentirai meglio! - disse preoccupato
il demone gentile, lanciando un’occhiataccia di rimprovero verso il bonzo.
- Cosa vuoi che ti dica Hakkai? Cosa volete sentirvi dire? Cosa? Ah già è
vero… per la prima volta ho chiesto di rimanere solo! - disse Goku con
amarezza.
- Beh scimmia, devi ammettere che questo non è da te - disse con falsa
noncuranza Gojyo.
- Già non è da me! - ripeté il piccolo demone con stanchezza.
- Goku… - disse Hakkai preoccupato avvicinandosi al ragazzo.
- Non abbiamo tempo da perdere, se devi dire qualcosa fallo, altrimenti… -
cominciò a dire duramente Sanzo, fumandosi una sigaretta.
- Altrimenti cosa? Non ho chiesto io di parlare, siete venuti voi! Come
siete venuti potete anche andarvene! - disse duro Goku, fissando negli
occhi viola di Sanzo, uno sguardo di sfida.
- Non sei l’unico che in passato a perso una persona importante! Vedi di
crescere scimmia! - disse cattivo il monaco.
- Se io devo crescere lo dovreste fare anche voi… siete voi che annegate
nel dolore del vostro passato, ogni volta che piove! - rispose fremente di
rabbia il demone dagli occhi dorati.
- Tu stupidissima scimmia che non sei altro! Come osi parlare di cose di
cui non sai niente! - urlò Sanzo furente.
Goku abbassò il volto e strinse fortemente i pugni, tanto forte da
conficcarsi le unghie nei palmi facendoli sanguinare, mentre il suo corpo
fremeva avvolto da un’aura pesante, piena di rabbia e rancore; poi con una
risata amara, rilassò i muscoli tesi e l’aura divenne malinconica. Si
avviò alla porta, l’aprì e si voltò verso i suoi compagni.
- Giusto hai ragione… cosa ne so io del dolore… quel dolore che ti stringe
forte il cuore, tanto da non riuscire a respirare… il dolore di essere
odiati solo per il colore dei tuoi occhi, odiati solo perché sei nato da
una roccia… il dolore di aver perso la persona a te più importante, morta
per salvare la tua inutile vita… il senso di colpa per non essere riuscito
a fare niente per proteggerla… quel senso di colpa che ti stritola
l’anima, condannandoti per sempre… la solitudine che avvolge il tuo corpo
con le sue fredde braccia, ghiacciandoti non solo le ossa, ma anche il
cuore e l’anima… fino al punto di non riconoscere più cosa è reale…
portandoti nel buio degli abissi del nulla… dove non c’è dolore, dove non
c’è tristezza, disperazione… solo buio e freddo… poi il silenzio arriva,
quel silenzio che uccide… il silenzio che annega quel poco che ti legava
ancora alla vita… il silenzio che sovrasta ogni cosa, e che diventa
assordante… ed allora ti abbandoni, nell’oblio e sai che nessuno potrà mai
più tirarti fuori… a quel punto la morte non è più una punizione, ma una
liberazione… e l’invochi, l’invochi disperatamente con tutta la forza del
tuo essere, che venga a prenderti… ma sai che lei non ti ascolterà… perché
nell’oblio lei non esiste… ma cosa vuoi che ne sappia io di tutto questo?!
Io sono solo una stupida scimmia! - disse Goku, con un sorriso triste e
stanco sul volto, chiudendo la porta alle sue spalle, lasciandoli soli.
S’incamminò senza sapere dove andare, solo con la voglia di andare via…
via dai suoi amici, via dal dolore, via… da se stesso.
Mentre Goku parlava, li aveva guardati, fissandoli negli occhi, leggendo i
loro tormenti; però con le sue parole, li aveva amplificati ad un tale
livello, che per loro era incomprensibile! Come poteva, quella creatura
così solare, parlare così? Ascoltandolo, brividi corsero sulle loro
schiene, brividi di gelo e di paura… perché ora sapevano… sapevano che
quel ragazzo, che loro consideravano un bambino, non gli avrebbe mai
permesso di arrivare a quei livelli distruttivi!
- Siamo stati pesanti con lui! - sussurrò Gojyo ancora frastornato.
- Hai ragione, troppo spesso ci dimentichiamo che lui, ha sofferto troppo
per troppo tempo! - rispose serio Hakkai.
Il silenzio calò nella stanza. Sanzo, rimase impassibile, ma nel suo animo
si scatenarono una marea di emozioni contrastanti. Capì che Goku gli aveva
impedito di sprofondare nel nulla, fino a quel punto di non ritorno; prima
con i suoi richiami e poi con la sua presenza. Ancora adesso, ogni giorno,
quella scimmia gli impediva di lasciarsi andare, soprattutto nelle
giornate di pioggia. Perso nei suoi pensieri, non si accorse che l’alba
ormai cominciava a spuntare, non si accorse che Gojyo e Hakkai erano
andati via, lasciandolo solo nella stanza del piccolo demone, che ancora
non era tornato. Quando se ne accorse, decise di andare alla ricerca della
sua scimmia.
Quella notte Goku non tornò alla locanda, ma rimase seduto sotto un
albero, con le ginocchia strette al petto, a pensare, finché sfinito non
si addormentò. All’alba l’odore di tabacco ed incenso, lo svegliò. Il sole
stava sorgendo… una figura familiare era lì in piedi davanti a lui… il
sole, il suo sole era lì!
- Andiamo, gli altri ci stanno aspettando! - disse calmo il monaco,
porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
Dopo un attimo di sbalordimento, Goku afferrò quella mano, che già una
volta aveva spazzato via le ombre dal suo cuore. Senza parlare,
ritornarono alla locanda, fecero colazione e poi andarono a riprendere i
loro miseri bagagli.
Hakkai entrò nella stanza del piccolo demone.
- Goku io… - cercò di dire Hakkai.
- Lascia stare Hakkai, non è successo niente, anzi dovrei chiedere io
scusa! - disse triste Goku.
Per tutta risposta il demone gentile abbracciò le spalle dello scimmiotto,
cercando d’infondergli il suo affetto. Il piccolo demone si lasciò andare
a quella sensazione di calore.
- Goku, se posso fare qualcosa per te… - cercò di dire il demone dagli
occhi verdi.
- L’unica cosa che vorrei, tu non potresti mai farla… nessuno può! -
disse, amaramente, Goku voltandosi e guardando l’amico negli occhi
leggendovi la preoccupazione nei suoi confronti.
- Non puoi tornare indietro nel tempo ed impedire la mia nascita! -
continuò con un sorriso stanco, sciogliendosi dall’abbraccio.
- Goku… - disse triste Hakkai, stringendolo nuovamente al suo petto.
- Non ti preoccupare, tutto tornerà a posto! - disse lo scimmiotto,
stavolta col suo dolce sorriso di sempre, guardando negli occhi verdi,
dove chiara si leggeva una domanda.
- Dimmi Hakkai, cosa vuoi sapere? - disse tranquillo il giovane.
- Ecco io… quello che hai detto ieri sera… - cercò di dire imbarazzato
Hakkai.
- Ho capito… l’unica cosa che posso dirti è che… ho sempre desiderato la
luce del sole, l’ho invocato, per tanto tempo… ed alla fine è arrivato,
regalandomi un mondo splendente ancor più del sole! - rispose il
demonietto, illuminandosi di gioia al ricordo di quel lontano giorno.
Sanzo si era fermato dietro alla porta socchiusa della camera, quando
sentì le voci di Hakkai e Goku. Sentimenti contrastanti s’impadronirono di
lui; poi l’ultima affermazione della scimmia, lo lasciò senza fiato, ed un
improvviso calore scaldò il suo cuore, invadendo il suo animo di
tenerezza. Fu solo per pochi attimi, riprese il controllo delle sue
emozioni, ed intimò ai due compagni di sbrigarsi.
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