Disclaimers: I Samurai
Troopers non sono
personaggi miei, ma se lo fossero si divertirebbero molto di più!!
NOTE:
1) i nomi dei demoni forse non saranno quelli corretti, ma la mia è una
licenza poetica per cui Rajura è il demone dell'illusione e non il ragno
e Anubis è il demone dell'oscurità, capelli blu e cicatrice. Per sviste,
errori o che altro non so che dirvi! Prendete quel che viene e non
lamentatevi, sono pur sempre io l'artista, no?! ^_^!!!
2) sì, è vero, i demoni sono assolutamente OoC, cioè sono assolutamente
'inventati' nei loro comportamenti, nel modo di parlare nelle espressioni
ecc perchè non me li ricordo assolutamente più! D'altra parte inventare
ex novo dei cattivi era troppo faticoso per cui sorry di cuore a tutti i
fans dei quattro cucciolotti di cui stiamo parlando . . ma è esigenza
artistica pure questa!!! [e perchè mai nessuno mi ha fatto notare che
pure Touma amore è un pochino OoC?! Adesso non ditemi che quel coso di
cui scrivo somiglia anche solo lontanamente al 'nostro' Touma, vero? *sig*
ma mi viene solo così ....me infelice ... ]
3) qui sotto si parlerà di 'Anael' l'angelo della Morte. Sappiate che è
un'invenzione mia e non si intende la personificazione di una creatura
sovraumana o la possessione demoniaca di un corpo umano ma è solo una . .
mhm . . come dire? Una carica, ecco! Esiste il MegaGeneralissimo delle
Armate di Zwindrglissrizzz?! Bhè, allora esiste pure l'Anael (notate
l'articolo determinativo davanti al nome)
4) uso questi segni# per indicare un discorso telepatico. Odio
l'impossibilità grafica di usare il corsivo!!!!!!!
NOTE: questo segno § racchiude
un flashback che non sapevo come rendere diversamente!!!!!
Corrompere
la luce
di Dhely
parte iX
"C'è stato un momento in cui mi sono
trovato da solo, ad affrontare la battaglia più dura della mia vita,
quella non contro l'oscurità a il male ma contro me stesso. Ora che è
finita, ora che so di essere degno del potere che mi è stato donato,
voglio condividerlo con le persone che considero amiche . .perché da solo
non sono niente."
Un sorriso pallido gli solcò il bel viso, tirato e serio ma in qualche
modo sollevato. Sentì la betulla ondeggiare e frusciare sulle loro teste,
le armature che ancora indossavano tintinnare piano e da lontano il vento
portare l'aroma del nuovo giorno che era appena dietro l'orizzonte. Shin
gli rispose dolcemente, il primo come sempre a farsi avanti con un gentile
sorriso "Sei sempre stato uno di noi, ti rivogliamo indietro."
Il viso di Seiji si velò appena di tristezza vedendoli avvicinarsi,
fiduciosi. "Non sono più quello che ero. Non . . - socchiuse gli
occhi per un attimo poi si passò una mano sulla fronte - non tornerò
quello che ero prima. Questa cosa mi ha cambiato troppo . . volevo che
fosse chiaro. Per tutti."
Li guardò uno ad uno finchè Shuu non rise passandogli una mano sulla
spalla "Andiamo Seiji! Smetti di piagnucolare! Ti abbiamo sopportato
quando eri Mister Perfezione e quando parevi un teppista in un film di
serie C, vuoi che non ti sopportiamo ora? Semprechè non ti venga la
balzana idea di far fuori qualcuno di noi, io direi di non aver
problemi!"
Rise di gusto, seguito da Ryo che gli tese una mano "Non sei
cambiato, sei solo *cresciuto*, come siamo cresciuti e cresceremo anche
noi. Ma il tempo e l'esperienza non cambierà il tuo cuore al punto che i
nostri non lo riconoscano più. E ti devo poi personalmente chiedere scu .
."
Seiji sollevò una mano per fermarlo "No, Ryo. Non voglio scuse.
Diciamo che . . ci siamo stati sui nervi a vicenda in questo periodo,
così siamo pari."
Gli strinse la mano mentre sentiva Shin stringersi al loro fianco e Shuu
battergli un'altra pacca sulla spalla. L'unico di cui gl'importasse
davvero era a due passi da loro e li fissava con espressione vuota. Cosa
dirgli, dopo tutto quello che gli aveva detto, dopo tutto quello che gli
aveva fatto passare? Ma fu Touma a prendere l'iniziativa con una domanda
che lo lasciò spiazzato del tutto. "E l'Anael? Cos'è l'Anael?"
Seiji scosse il capo "L'Angelo della Morte. - deglutì - Non lo so di
preciso, era . . era solo un incubo che Rajura aveva intessuto per
me."
Una risata che sembrava il suono di mille campanellini d'argento che
trillavano nell'aria primaverile e una figura esile come una falce di luna
e altrettanto luminosa comparve a pochi passi da loro, facendoli
sobbalzare e portare mani alle armi, tranne Seiji, troppo stupito per dire
o fare qualcosa.
#Io ero l'Anael.# la figura vestita di nero e argento fece uno strano
inchino e il gesto pacato di richiesta di deporre le armi.
"Lo sentite anche voi?" Seiji guardò i suoi compagni che
annuirono.
#Questa volta mi sentono e possono anche vedermi.#
Shin si fece avanti. "Ma io ti ho già visto! Combattevi in palestra
con Seiji e . . e l'hai ucciso!"
Seiji si scosse, ridendo. "Non l'ha fatto, mi pare!" No, credevo
di essere impazzito ma . . m'insegnava a combattere."
Touma fissava quella figura incantato. "Tu sei l'Anael."
#No. Io *ero* l'Anael. Adesso ce n'è un altro.# indicò Seiji con un
gesto fluido della mano e il ragazzo tremò.
"Che significa?"
#Nulla. Narra una leggenda tanto antica che gli uomini hanno smesso di
narrare che ogni secolo scenda sulla terra un Angelo con l'incarico di
aiutare gli uomini. Ma quando esso s'incarna perde la capacità superiore
di discernimento propria della sua stirpe; la sua vita lo porterà ad
essere il miglior spadaccino esistente, ripieno di luce e fedele a un solo
imperativo . . che non conosce. Si dice che in passato l'Anael si sia
votato a volte a cause o persone sbagliate e sua maledizione è non poter
mai rinnegare la propria fedeltà. Questa è ovviamente solo una leggenda
. .#
"E qual è la verità?"
#La verità è che ogni tanto nasce un uomo con la luce di un sole nel
cuore e il potere e la voglia di usarlo. Quest'uomo è l'Anael. Ma non hai
avuto bisogno di me per scoprirlo: l'armatura, i combattimenti che hai
già affrontato. Tu e tutti voi . . - voltò quello sguardo invisibile -
avete ricevuto dal destino dei doni e avete deciso come usarli. Io sono
qui solo per uno scherzo che il destino ha voluto giocare a Rajura perché
è stata la sua illusione che mi ha guidato qui. Ma io ti ho solo dato un
nome, il resto è tuo, è tuo da sempre.#
Seiji vide quella figura dissolversi piano come stava facendo la nebbia
sul lago al tocco dei primi raggi del sole. "Aspetta! Ma perché mi
hai aiutato?"
Un sorriso tagliente come una lama #Perché l'Oscurità sappia che l'Anael
non è solo un sogno da evocare alla leggera, ma un nemico mortale.#
Quando la nebbia scomparve Seiji si passò una mano fra i capelli.
"Non gli ho neppure chiesto come si chiamasse . . "
Sospirò guardando i suoi compagni stupiti e colpiti più di lui e si
sentì improvvisamente stanco, i muscoli che gli dolevano, i nervi in
fiamme, gli occhi irritati. Shin gli sorrise conciliante soffocando uno
sbadiglio "Mi sa che qui abbiamo tutti bisogno di una buona dormita.
E tu più di tutti."
Ryo prese sotto braccio Shin ridendo, Shuu borbottò qualcosa sulla spalla
che si era slogato e Touma si diresse da solo verso casa senza voltarsi
indietro dopo avergli lanciato uno sguardo tanto mortificato e timido che
Seiji si sentì quasi sciogliere dalla tenerezza.
*****
La porta della sua stanza si aprì con un sussurro, scivolando sui
cardini.
Seiji era appoggiato allo stipite, una mano sulla maniglia, un mezzo
sorriso sul volto, a petto nudo. Touma sobbalzò per lo spavento e per
qualcos'altro . . ma maledizione! Non aveva proprio niente da mettersi
addosso? Oltre a quel paio di jeans . . che poi non è che aiutassero
molto visto che larghi com'erano in vita si appoggiavano morbidi sui
fianchi lasciando scoperta una buona area di pelle sotto l'ombelico. Touma
si sentì come percorso da una scossa elettrica: aveva il primo bottone
sbottonato! C'era Seiji seminudo coi pantaloni mezzo sbottonati sulla
soglia della *sua* stanza in posa da spogliarellista provetto con un
sorriso che solo quello sarebbe bastato a farlo venire lì sul colpo e
lui, l'unica cosa che riuscì a dire fu "Si bussa prima di entrare
nella stanza degli altri" con una convinzione tale che non avrebbe
convinto neppure un lombrico ma che fece ghignare il suo compagno nella
luce che si faceva intensa di quel giorno morente.
"Dovevo parlarti ma non sapevo se stessi ancora dormendo. Mi sono
fatto scrupolo di non svegliarti ma se sei così irritato dalla mia
presenza posso aspettare."
"No!- Touma saltò letteralmente in piedi, lasciando cadere la
rivista di astrofisica che stava leggendo, inciampando in una pigna di
abiti stirati che aveva lasciato sul pavimento e facendo quasi cadere un
geode appoggiato sull'angolo di una mensola che urtò con un gomito . . e
tutto questo *solo* perché c'era Seiji vestito in quel modo, così sexy
sulla soglia della sua stanza! Si diede dell'idiota passandosi una mano
fra i capelli, era meglio smettere di pensarci. - No . . volevo dire che
per me va bene se devi dirmi qualcosa . . oh, bhè, insomma, entri?"
Seiji rise chiudendosi la porta alle spalle. "Veramente per prima
cosa vorrei chiederti se . . - sorrise chinando il capo di lato, posandosi
le mani sul petto - se tu avessi una maglietta da prestarmi. Quando sono
andato via ho fatto la valigia e non sono ancora ritornato a prendere la
mia roba. - una pausa e fece scorrere le mani lentamente fin sull'addome,
Touma che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, consapevole di
aver assunto una faccia da ebete ma senza alcuna forza per darsi un
contegno- E non posso andare in giro così, ti pare?"
Fosse stato per lui poteva andarsene benissimo in giro anche nudo! Anzi,
forse era meglio, sarebbe stato molto meno provocante, almeno. Touma prese
un profondo respiro voltandosi verso l'armadio iniziando a frugare nei
cassetti. "Certo, nessun problema." Come stava male! Non si era
mai sentito così nervoso, ed eccitato . . e se Seiji continuava ad
avvicinarsi così lui .. bhè lui non avrebbe potuto trattenersi dal
saltargli addosso, strappandogli quei maledetti pantaloni e . . e . .
deglutì al solo ricordare com'era avere la sua pelle sotto le dita. Ma .
. c'era un ma, un enorme, terribile ma: 'non sono più quello che ero',
l'aveva detto chiaramente e cosa poteva capire? In quel momento Touma
sapeva di non poter sopportare un rifiuto per cui doveva cercare di
convincersi che Seiji fosse solo un suo buon amico che stava tentando di
fargliela pagare perché non aveva avuto fiducia di lui.
"Hei, aspetta!- si voltò di tre quarti verso di lui, vedendolo
chinarsi verso il pavimento e sollevare qualcosa di verde - Questa è la
mia camicia. La camicia che ti ho prestato *quel* giorno. - un sorriso,
Touma iniziò seriamente a pensare di stare per saltargli addosso - Posso
prendere questa."
Touma vide la seta scivolargli sulla pelle con un morbido fruscio e
immaginò chiaramente la sensazione di quel contatto. "Ma . . non
l'ho ancora fatta lavare!"
Seiji sollevò appena un sopraciglio "Non mi pare che tu abbia fatto
chissà che cosa con questa indosso, credo non di più di un paio di rampe
di scale. Non puoi aver sudato. - sudato? Quella sera era stato in un lago
di sudore!
Lui vestito in quel modo, il suo comportamento e poi il bacio, *quel*
bacio!
Giù, davanti a tutti, ne aveva ancora il sapore in bocca . . che caldo
dannato faceva in quella stanza! Fosse stato da solo si sarebbe spogliato,
la temperatura era così dannatamente . . deglutì . . veramente si
sarebbe spogliato volentieri pure ora, con lui lì davanti. . molto
volentieri . . -
"Bhè, allora?"
Touma sbatté le palpebre "Allora cosa?"
"Posso prenderla?"
Cosa? Ah, sì, la camicia . . "Certo, è la tua dopotutto. - tacque
cercando di sistemare le idee in modo che non piombassero automaticamente
sulla fissazione che gli era venuta di toccarlo - E' solo questo che
dovevi chiedermi?"
Seiji scosse il capo, il suo viso improvvisamente serio "No ma . .
forse è meglio che vada, insomma, non so se è il caso, adesso . . "
"Adesso che? - Touma si diede dello scemo. Era lì davanti, nella sua
stanza dove faceva quel caldo infernale, l'ultima volta che ci era venuto
erano finiti a letto . . e adesso maledizione se ne stava lì senza
neanche far finta di allacciarsi quella dannata camicia, con le mani in
tasca che si vedevano bene gli addominali, e gli occhi. e le labbra un po'
imbronciate, e quel ciuffo che dall'elastico stretto sulla nuca gli
scappava sulla fronte, e . . e tutto! Tutto, ecco . . Touma si passò una
mano sugli occhi, calmandosi - Senti, capisco che tu possa avere delle
titubanze ma forse è meglio chiarire le cose. Ti aspettavo, solo che non
sapevo che saresti venuto così presto."
"Vuoi più tempo?"
E per cosa? Per continuare a sognarlo ogni notte e venire nel sonno come
un ragazzino?! Touma gli sorrise acido "No, meglio finirla subito. -
si sedette pesantemente sul letto - Meglio chiarire subito le cose."
Seiji sospirò sedendosi a sua volta sulla sedia "Quando abbiamo
litigato giù in cucina tu hai detto che . . non ero più la persona di
cui ti eri innamorato."
Eccolo che veniva. Touma deglutì piano cercando di non far vedere quanto
la sua anima si stesse sgretolando al tocco di quelle parole. Molto
gentile, molto da Seiji impostare il discorso in quel modo . . "Certo
che mi ricordo."
Un lento, profondo respiro "Io non sono più il Seiji che conoscevi,
Touma. Sono cambiato."
Touma sollevò lo sguardo freddo e vuoto su di lui. Bel modo di scaricare
la gente, quello, avrebbe dovuto ricordarselo. "Lo so, me l'hai
detto, ma non mi pare di non aver mai preteso niente da te. - un'idea lo
fulminò sul posto e lo fece sorridere amaro. Ecco dove voleva andare a
parare, *cosa* voleva sentirsi dire - In compenso è ovvio che io ti debba
delle scuse per non averti creduto e per tutto il resto . . "
Vide quello sguardo violetto tremare un poco per lo stupore e per la
durezza delle sue parole. "Non . . non era questo che
intendevo."
"E allora cosa?"
L'espressione di Seiji divenne sempre più addolorata anche se Touma non
ne capiva onestamente il motivo. "Touma, una volta mi hai detto che
mi amavi. - lui annuì in silenzio, Seiji chinò il capo - Ora io . . io
sono cambiato. Davvero. Sono cambiato dentro e . . e ti chiedo di meditare
sulla tua affermazione."
"E riconsiderare la mia proposta, magari, eh? - Touma si alzò in
piedi di scatto - Magari anche alla luce di quello che è successo tra
noi, vero? Ma certo! E' tutto così stupidamente ovvio! Ti sei divertito
abbastanza ma non vuoi essere tu quello che mi dice che si è stancato,
vuoi un alibi per la tua maledetta coscienza, eh?"
Seiji lo fissava, stupefatto di fronte a una simile ondata di . .
disperazione. Tese una mano per sfiorargli un braccio ma Touma si
ritrasse.
"Touma, no . ."
"Non toccarmi! - si voltò verso la finestra allontanandosi da
lui dandogli la schiena - Pensavo avessi più coraggio, pensavo potessi
dirmi in faccia che non valgo nulla per te senza fare tutti questi giri di
parole sul fatto che sei cambiato e tutto il resto! Ora che l'ho capito .
. che ho capito che uomo sei puoi pure dire che sono stato io il bastardo
a lasciarti. Esci dalla mia stanza!" Perché mai il cuore doveva
fargli così dannatamente male?
Perché tutto se stesso gli urlava di gettarsi ai suoi piedi pregandolo di
poter essere almeno lo svago di una notte o due . . come poteva vivere
adesso? Lo sentì alzarsi in piedi di scatto, sentì la sua ira e si
congratulò con se stesso, dopo tutto era meglio così, era meglio rompere
deltutto piuttosto che . .
Seiji lo prese per una spalla facendolo voltare a forza. "Sei un
idiota Touma, non hai capito!"
"Certo che sono un idiota! Per essermi illuso di contare qualcosa .
."
Seiji non gli fece finire la frase, lo spinse con violenza contro il muro
strappandogli un gemito, una mano che gli avvolgeva il collo a tenergli
sollevato il viso, il corpo premuto al suo per non farlo scappare
"Vuoi sapere cosa sei per me, Touma? Vuoi saperlo davvero? - i suoi
occhi erano duri, lampeggiavano di furia e collera come Touma non aveva
mai visto.
Aumentò la presa sul suo collo - Tu sei semplicemente tutto per me! Sei
la mia aria, sei il mio sole! E' per te che mi sono fermato l'altra sera,
è per non farti del male che ho deciso di affrontare la mia parte oscura,
è per te che sono venuto qui chiedendoti di pensarci perché non
voglio che tu arrivi ad odiarmi per quel che sono diventato! Il mio cuore
e la mia anima sono tuoi! Ecco quello che sei per me . . - lo lasciò di
colpo, allontanandosi di scatto, i loro corpi avevano risposto troppo
rapidamente al contatto e non era così che voleva che andasse, non era
quello che desiderava, non la cosa più importante almeno. La sua
vicinanza, il suo amore, si sarebbe tagliato le vene per renderlo felice.
Gli voltò le spalle, la gola stretta in una morsa d'acciaio - Se così è
abbastanza chiaro me ne vado. Scusa per averti disturbato."
Touma sbatté gli occhi, confuso. Cosa . . lo amava! Sentì il cuore
fermarsi per un attimo e quando fu in grado di comandare al suo corpo di
muoversi Seiji aveva già raggiunto la porta.
"Aspetta!"
Lo vide fermarsi poi scuotere le spalle "Non volevo ferirti, Touma,
se l'ho fatto mi dispiace, davvero."
La sua voce era così piatta e addolorata. Touma gli posò il capo sulla
schiena, abbracciandolo per la vita. Sotto la seta sentiva il suo cuore
che batteva un po' rapido, il respiro che gli arrivava appena ai polmoni e
i suoi muscoli tremare appena. Gli infilò una mano sotto la camicia
sfiorandogli il ventre, facendolo sobbalzare, una mano decisa fermò la
sua e se lo staccò di dosso per voltarsi a fronteggiarlo.
"No, Touma, non è questo che . ."
Lui gli sorrise. "Ti amo, Seiji, ti ho sempre amato, ti amerò
sempre. Te lo dicevo, ti ricordi? Quando eravamo su quel letto, e tu . .
tu non eri già più tu. Ti amo. Anche se sei quell'uomo che faceva
ammattire tutti quanti. - riuscì a strappargli un sorriso - Anche se . .
"
Seiji gli sfiorò le labbra con un dito. "Non voglio farti
male."
"Me ne faresti se te ne andassi. " gli prese la mano fra le sue
e la baciò, a lungo, delicatamente, prima i polpastrelli, poi il palmo.
Sentì Seiji tremare socchiudendo piano gli occhi appoggiandosi con la
schiena alla porta. Il suo corpo che si intravedeva sotto la seta, la
curva dell'anca che scompariva sotto il bordo dei pantaloni, la pelle
bianca e scintillante, i muscoli sodi che guizzavano alla luce del sole
che moriva dietro le colline.
Da quanto lo desiderava, quanto avrebbe giocato di se stesso per averlo?
Vide i suoi occhi aprirsi lentamente, due pozze violette fissarsi su di
lui, un mezzo sorriso e poi quelle labbra tendersi, le loro bocche che si
univano, le lingue che giocavano, il bacio che si approfondiva ad ogni
respiro. Seiji liberò la mano dalla sua stretta e gliela passò fra i
capelli, Touma sorrise stringendosi a lui, inchiodandolo al muro col suo
corpo. Affondò il capo nell'incavo del collo, aspirando a fondo il suo
odore, quell'odore che l'idea di perderlo lo faceva impazzire, leccò il
suo sapore e rise nel vederlo tremare.
"Touma . . "
Infilò le mani sotto la maglietta, giocando lentamente con la sua pelle,
stimolandogli piano i capezzoli che li sentiva irrigidirsi sotto il suo
palmo, sorridendo a sentirlo mugolare. Gli strappò la maglietta da sopra
il capo e poi rise mordendogli piano il collo. Con un colpo di reni gli
fece prendere il suo posto contro il muro.
"D'accordo, d'accordo, Seiji, non ti tocco ."
Lui rise sfilandogli i pantaloni. "Non ho detto che non voglio che mi
tocchi. Non questa volta."
Touma tese le braccia verso di lui "Oh, Seiji . - gli passò una mano
fra i capelli, sciogliendoglieli per farglieli cadere sugli occhi, poi gli
sfiorò il petto, la schiena e sbuffò - Ma tu sei ancora vestito!"
"Hai fretta? Io pensavo di avere tutto il tempo del mondo . . "
Gli fece aderire la schiena al muro, sorridendo, chinandosi su di lui in
un lungo bacio sul collo, profondo, Touma tremò. "Dio, Seiji . . mi
lascerai il segno . . "
"Il segno che sei mio . . "
Un sorriso, poi scivolò verso il basso, sfiorandogli con la lingua i
capezzoli, tormentandogli la pelle con i denti, leccandogli l'ombelico. Lo
sentì tendersi quando arrivò al bordo degli slip. Gli prese l'elastico
fra i denti e glieli sfilò lentamente. Touma gli affondò le mani fra i
capelli "Seiji, ti prego . . "
Seiji si alzò sfiorando il suo corpo col proprio, prese il volto di Touma
fra le mani e fissò gli occhi in quelli blu notte di lui. "Sono io
che voglio chiederti un favore . ."
Touma si leccò le labbra. "In questa condizione . . posso negarti
qualcosa?"
Seiji gli passò una mano fra i capelli, guardandolo con una dolcezza
infinita. "Questa volta . . vorrei che fossi tu."
Lo sguardo di Touma sembrò tremare un attimo, annaspando nel buio di
troppe sensazioni poi . . capì. L'unica cosa che riuscì a fare in quel
momento fu baciarlo, un bacio lungo, profondo . . "Seiji sei .
. sei sicuro?"
"Non sono mai stato così sicuro di qualcosa in tutta la mia vita.
Voglio essere tuo come tu sei stato mio . ."
Touma annuì con un sorriso. "Ma allora . . per prima cosa sei
troppo vestito."
Gli fece scivolare la camicia giù dalle spalle poi lo spinse verso il
letto, facendovelo crollare sopra con un sorriso. Gli strappò quel
meraviglioso paio di jeans da dosso e si accoccolò su di lui,
sfiorandogli il petto con la punta delle dita, osservando ogni particolare
di quel suo splendido corpo quasi scolpito nella luce di quel tramonto che
pareva entrare completamente nella stanza. Si chinò su di lui chiudendo
gli occhi, cercando di vedere il suo corpo con le labbra e le mani,
affondando nel suo profumo, ubriacandosi col suo sapore, in estasi per il
contatto con la sua pelle morbida come la seta ma calda, così
terribilmente calda . . lo sentì tendersi all'indietro, arcuando la
schiena sotto i suoi baci e le sue carezze, soffocando gemiti che gli
sfuggivano appena dalle labbra socchiuse.
Urlò quasi quando gli prese il membro fra le labbra e la cosa lo fece
sorridere, era strano pensare a Seiji in preda a qualche sensazione che
non fosse in grado di controllare . . ma quello non era più il vecchio
Seiji e lui, bhè lui non aveva voglia di pensare. Sentì quelle dita
sottili e forti stringersi ai suoi capelli e dargli il ritmo e quando
potè sentire il suo sapore Touma gli parve quasi di impazzire dalla gioia
. . non aveva idea che Seiji avesse quel sapore . . meraviglioso . .
Seiji socchiuse gli occhi, schermandosi appena alla luce incredibilmente
calda che invadeva la stanza. Non si era mai sentito così . . bene da . .
vide la figura scura di Touma stagliarsi sopra di lui, il suo calore, le
sue labbra morbide sulle sue e quel sussurrare lieve "Sei . . sei
sicuro?"
Seiji annuì stringendo i denti. L'avrebbe avuto dentro di sé, sarebbe
stato suo, come doveva essere dall'inizio, come era giusto che fosse.
"Touma ti amo."
Il sole era così incredibilmente luminoso, e il suo cuore era così pieno
d'amore per lui. . Lo sentì scivolare delicatamente dentro di lui, un
attimo di timore, un attimo in cui sensazioni molteplici e tutte orribili
gli fecero contrarre i muscoli in uno spasmo, poi la sua mano che gli
sfiorava piano i capelli, una gota "Seiji . . devo . .
fermarmi?"
Sentiva il suo sforzo di trattenersi, la sua unica preoccupazione quella
di non fargli male, il suo corpo che tremava . . Seiji artigliò il
lenzuolo tirando indietro il capo, con le gambe avvolse i fianchi di Touma
e lo strinse di colpo contro di sé. Gli mancò il fiato per un attimo, lo
sentì gemere come non aveva mai fatto e si ritrovò a sorridere. Doveva
averlo lubrificato quando aveva gli occhi chiusi. "Touma . . per
l'amor del cielo... muoviti . ."
Movimenti decisi, colpi ritmati che gli strappavano gemiti ma non di
dolore.
Seiji si sentì le gote bagnate di lacrime ma non era per il dolore che
non avvertiva, no, era per altro . . molto altro. Sentì il suo calore
invaderlo, il suo amore, Touma chiamò il suo nome venendo dentro di lui e
a Seiji parve che il cuore fosse sul punto di rompersi. Quanto l'amava . .
lo sentì scivolare fuori con un singhiozzo di piacere per poi coricarsi
al suo fianco, prendendolo fra le braccia.
"Seiji . . "
Lui sorrise sfiorandogli i capelli sudati e baciandogli la fronte.
"Sei . . la cosa migliore che . . mi sia mai capitata nella vita,
Touma."
Lo sentì sospirare stringendosi a lui con una dolcezza infinita cercando
di trattenere le lacrime che gli colavano dagli occhi, le spalle che
tremavano leggermente. "Anch'io ti amo."
Silenzio.
Il silenzio dolce che li avvolgeva insieme all'oscurità piacevole del
cielo che si spegneva dell'oro del tramonto, i loro cuori che battevano
all'unisono scandendo una melodia lenta, confortevole. Touma prese un
profondo respiro, poi sorrise. "Pensavo che sarebbe ora di
cena."
Seiji si mosse leggermente al suo fianco. "Vuoi scendere a
mangiare?"
Sentì il suo sorriso allargarsi. "Oh, bhè, mi pare di avere di
meglio da fare, almeno per un paio d'ore ancora... "
owari
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