Disclaimers:  I Samurai Troopers non sono personaggi miei, ma se lo fossero si divertirebbero molto di più!!

NOTE:
1) i nomi dei demoni forse non saranno quelli corretti, ma la mia è una licenza poetica per cui Rajura è il demone dell'illusione e non il ragno e Anubis è il demone dell'oscurità, capelli blu e cicatrice. Per sviste, errori o che altro non so che dirvi! Prendete quel che viene e non lamentatevi, sono pur sempre io l'artista, no?! ^_^!!!
2) sì, è vero, i demoni sono assolutamente OoC, cioè sono assolutamente 'inventati' nei loro comportamenti, nel modo di parlare nelle espressioni ecc perchè non me li ricordo assolutamente più! D'altra parte inventare ex novo dei cattivi era troppo faticoso per cui sorry di cuore a tutti i fans dei quattro cucciolotti di cui stiamo parlando . . ma è esigenza artistica pure questa!!! [e perchè mai nessuno mi ha fatto notare che pure Touma amore è un pochino OoC?! Adesso non ditemi che quel coso di cui scrivo somiglia anche solo lontanamente al 'nostro' Touma, vero? *sig* ma mi viene solo così ....me infelice ... ]
3) qui sotto si parlerà di 'Anael' l'angelo della Morte. Sappiate che è un'invenzione mia e non si intende la personificazione di una creatura sovraumana o la possessione demoniaca di un corpo umano ma è solo una . . mhm . . come dire? Una carica, ecco! Esiste il MegaGeneralissimo delle Armate di Zwindrglissrizzz?! Bhè, allora esiste pure l'Anael (notate l'articolo determinativo davanti al nome)
4) uso questi segni# per indicare un discorso telepatico. Odio l'impossibilità grafica di usare il corsivo!!!!!!!

NOTE: questo segno § racchiude un flashback che non sapevo come rendere diversamente!!!!!


Corrompere la luce

di Dhely

parte VIII

Cosa si prova a camminare sulle carcasse dilaniate dei propri affetti?
Sangue sulle mani, sul volto, sull'anima senza riuscire a capire se è il proprio o quello degli altri. Senza più lacrime dentro, bruciate dall'odio e dalla delusione. Il Tradimento Supremo. Morire, *solo* morire . . . ché morire è poco per chi tradisce un amico.
Cosa si prova a veder crollare il proprio mondo? Il vuoto dentro che riecheggia il nulla fuori, tutti gli appigli scomparsi, il parapetto che si sgretola di fronte al baratro e si è lì, soli, in bilico sull'abisso.
E cos'è il coraggio? Gettarsi nell'abisso per vedere se si è un Angelo, capaci di spiegare le ali verso il cielo, oppure se il proprio destino è giù, nel buio.
#Tu sei l'Anael.#
Seiji sorrise, amaro. Come se fosse di una qualche utilità! Era servito solo a far crollare il mondo . .
E' servito solo a strappare la maschera che avevi messo addosso alla verità per abbellirla, per renderla più sopportabile.
Dolore. Dolore dentro, dove è più difficile guarire, dove si fa più fatica a ricucire insieme i pezzi di una storia assurda frantumatasi sotto il peso di troppo amore.
Amore? No. Tradimento. Chiamalo col suo nome. Che amici sono? Dopo tutto quel che hai passato pretendono di essere rassicurati da te, ti chiedono d'indossare l'armatura per essere 'certi' che tu non sia un pluriomicida.
Bastardi! E' una questione di fiducia, è una richiesta che si può accettare da un collega ma non da qualcuno che si vanta di essere tuo amico . . l'amicizia è soprattutto affidamento, se non esiste, cosa rimane? Sei solo, ancor più solo di quando eri prigioniero, ora non hai più nessuno da aspettare.
Seiji chiuse gli occhi. Touma. Quello cos'era? Amore? Passione? Lussuria?
Era lui che gli aveva dato la forza, la vita quasi senza accorgersene, ma ora che aveva visto il suo sguardo riempirsi di quei dubbi, come poteva ancora fidarsi del proprio cuore? Dopo tutto non sapeva neppure se avesse ucciso tutte quelle persone, come poteva essere certo d'amarlo?
Touma, quello stupido ipocrita! Gli hai dato un potere immane su di te, il potere che viene da un affetto profondo, se si fosse donato davvero col cuore probabilmente gli avresti messo addirittura la tua vita fra le sue mani. Gli hai urlato di essere capito per giorni di fila e lui non ha fatto altro che guardarti senza sforzarsi di comprendere cosa ti fosse successo!
Non è vero! Seiji si prese il capo fra le mani. Alla fine Touma si era sforzato di ricucire lo strappo . .
Ha sputato sangue nel farlo! In realtà tutti hanno cercato di dominarti, pareva che avessero in mente solo te, eri il loro problema. Volevano che rientrassi nello schema che avevano costruito, non ti guardavano davvero, non volevano capire, cercavano di soffocarti, di rinchiudere e annullare l'esperienza che ha fatto di te quello che sei ora. Touma rivuole solo il Seiji di cui si è innamorato, un Seiji represso e convenzionale mentre tu gli gridavi di amarti per quello che sei, di amarti davvero! Guardatemi!
Capitemi! Amatemi! Era questo che urlavi con ogni tuo respiro, con ogni tuo gesto e loro si sono semplicemente voltati al passato, cercando un'ombra.
Vogliono un morto. Ma tu, Seiji, ora sei soprattutto un uomo: 'non indosserò l'armatura', eri straziato quando l'hai detto e nessuno ha capito che stavi solo chiedendo il *permesso* di essere Seiji, finalmente solo te stesso.
Seiji sentì una lacrima solcargli il viso. Perché tutto quel dolore, quell'amarezza? Dopo tutto le prove erano contro di lui, lui stesso non sapeva, non poteva difendersi da un'accusa che si era sentita riecheggiare dentro come uno sparo. Erano solo tre giorni da quando si era svegliato e non aveva capito lui stesso cosa c'era di nuovo dentro la sua anima, come poteva pretendere che . .
Tre giorni, Seiji, tre giorni nei quali hai fatto tutto quello che ti passava per la testa. Sei mai uscito senza fare una sfilata? Eppure ti muovi come un gatto! E poi baci Touma davanti a tutti! Qualunque tuo movimento era come se urlassi: 'guardatemi cosa sono diventato!'. Volevi che vedessero quanto eri cambiato, che capissero . . che ti aiutassero. E loro? Lì, a fare gli stupidi, convincendosi l'un l'altro che sarebbe stata una cosa passeggera, che bastava lasciarti tempo . . dopo tutto era come se avessi preso una brutta influenza, o come se avessi perso l'ultima puntata di Dawson Creek, no?! No, Seiji! Hai passato settimane in mano a degli psicopatici che ti trattavano come la loro troia personale condita con droghe varie mentre loro si *preoccupavano* di te comodamente seduti in poltrona! Hai tutto il diritto di odiarli, di sentirti tradito, defraudato, di stare male, hai tutto il diritto di . .
No! No. Loro avrebbero anche potuto avere sbagliato, Seiji lo sapeva, ma era convinto che fosse perchè si aspettassero di avere più tempo per sistemarela cosa, non avevano neanche potuto pensarci davvero . .
Ma sono stati rapidissimi a cucirti addosso i panni del giustiziere della notte.
Seiji *vide* un sorriso d'argento scintillare dolce davanti a sé.
#Tu sei l'Anael. Sei un Angelo. Devi solo trovare il coraggio di saltare e le tue ali ti sosterranno per scavalcare questo abisso.#

*****

Shuten Doji incrociò le braccia con un sospiro di fronte all'arrivo dei suoi avversari. "Benvenuti, Samurai! - un mezzo sorriso sul volto che pareva scolpito - Avete ricevuto il nostro invito, dunque!"
Ryo si fece avanti, l'armatura che sfrigolava letteralmente per l'energia
"Come si può non notare il tocco della vostra mano? Pagherete per quel che avete fatto!"
Una risata di scherno in risposta, il rumore delle armi che si sfilavano dai foderi, poi un attimo di esitazione. "Non siete tutti e cinque, Samurai. La cosa mi stupisce."
"La cosa non deve riguardarti! Combatteremo uno contro uno, questo è più che sufficiente per battervi!"
Anubis si sollevò dalla posizione d'attacco che aveva tenuto fino a quel momento e si guardò intorno con un lieve sorriso sul volto. "E' qui."
"Chi?" chiese Naaza.
"Il quinto Samurai, quello che non è con loro. E' venuto da solo."
Touma tese il suo arco, furioso "Dov'è? Dove l'avete nascosto? Che gli avete fatto?"
"Niente, Touma, proprio niente. - la voce, la *sua* voce. I samurai come i demoni si voltarono verso la figura vestita di nero che veniva avanti piano nel centro dell'alta sala che era stata fulcro del massacro. Non indossava armatura, niente scintillava su di lui, sembrava solo un'ombra che si stagliava sull'ombra se non fosse stato per quegli occhi come due ametiste, aveva solo una spada in mano, riposta ancora all'interno del fodero nero e sobrio, ma tutti loro sapevano chi fosse. - Sono qui per sistemare una questione personale."
La spada scivolò lentamente fuori dal fodero, col suo rumore caratteristico, l'acciaio che iniziava a cantare, Seiji se la portò di fronte al viso poi si voltò verso Anubis con un ghigno.
"Verrò a prendermi quel che è mio, biondino!"
"Vieni, ti sto aspettando."


Touma riuscì solo a pensare che doveva difenderlo, senza armatura, senza neppure un'arma all'altezza e senza poteri com'era come poteva anche solo pensare di resistere al primo blando assalto? Scattò fra Seiji e Anubis appena in tempo per parare il primo lampo d'energia oscura che ruppe l'aria immobile di quel posto che puzzava ancora di sangue.
"Togliti da lì, Touma!"
La voce di Seiji gli arrivò nitida alle orecchie, carica d'ira com'era. Lui si strinse nelle spalle. "Scordatelo! Smettila di fare il matto e scappa!"
"E' una cosa fra me e lui, tu non centri. Togliti da davanti, Touma, o ti considererò un nemico come lui."
Non stava scherzando, la sua inflessione era d'acciaio, lo sentiva teso come se stesse combattendo una battaglia contro chissà chi, chissà per cosa. "Non fare lo stupido! Mi sto solo preoccupando per te! Non puoi . . "
"Non ti ho chiesto di preoccuparti per me, per lo meno non *adesso*. Ho avuto bisogno di te ma non ci sei stato, adesso togliti dalla mia strada! SUBITO!"
Anubis sorrise. "Vuoi vedere, arciere, quanto poco puoi essere d'aiuto al tuo compagno? Perché, a quanto vedo, non ve l'ha detto . . ma lui è mio!"
Touma tremò ma non si spostò di un millimetro. Non gli aveva dimostrato d'amarlo, non l'aveva mai fatto davvero, ci aveva pensato per ore analizzando ogni sua parola, ogni suo gesto, ogni attimo che aveva passato con Seiji in questi ultimi tre giorni e aveva scoperto che aveva sempre e solo preso, aveva preso il suo piacere, aveva preso l'uomo che amava non chiedendosi nemmeno per un attimo cosa volesse davvero lui comportandosi in quel modo. Si era ammantato del fatto di non avergli fatto richieste come se fosse un atto di enorme magnanimità e invece era indifferenza. Era stato un mostro, un terribile egoista con Seiji, doveva assolutamente cercare di farsi perdonare. E non l'avrebbe mai lasciato nelle mani di Anubis. Mai.
Il demone sollevò una mano, nel palmo splendeva come un piccolo cuore oscuro e pulsante, lo tenne in alto, in modo che i due ragazzi lo vedessero bene, il fragore della battaglia alle loro spalle scomparve per un attimo, come inghiottito da quel nulla, Seiji sbiancò, Touma strinse i denti . . Anubis strinse di scatto il pugno, Seiji urlò crollando sul pavimento.
"Seiji! - si voltò verso di lui correndogli al fianco, terrorizzato dal vedergli il volto assolutamente inespressivo, gli occhi spalancati e vuoti ma così profondi da parere porte verso un abisso senza fondo - Seiji . . cosa ti ha fatto?"
Lo sentì ridere e sollevò lo sguardo: non aveva visto partire il colpo, non aveva neppure sentito il potere sfiorarlo, e questo non era assolutamente possibile. Ma Anubis pareva sapere esattamente cosa era successo "No, non te l'ha detto . ."
"Cosa avrebbe dovuto dirci?"
"Quando era in nostra compagnia . . è morto. Ed è stato grazie alla mia oscurità che ora è qui . . è per merito mio. L'oscurità che c'è in lui gliel'ho impiantato io, ora mi appartiene . . "
Touma digrignò i denti, sollevando l'arco "Non fare un solo passo, stagli lontano."
"Non ho bisogno di avvicinarmi per esercitare la mia potestà su di lui. Lui è mio, la sua luce è stata corrotta, dimenticatevelo. - un ghigno - Anche se non capisco perché sia venuto senza armatura."
"Perché? - la voce di Seiji era un sussurro strozzato che gli usciva dalle labbra quasi immobili - Avrei potuto . . disonorarla . . con questa . . macchia . . dentro di me . ."
Touma si inginocchiò al suo fianco, con un occhio fissando il demone, con l'altro a cercare qualche segno di ripresa nell'espressione che rimaneva vuota di Seiji "Allora è per questo che non hai voluto . . e noi non ti abbiamo creduto . . - Seiji non rispose, lo vide chiudere gli occhi con una ruga di dolore a solcargli il viso e una specie di alone oscuro come a circondarlo. Si voltò per fronteggiare Anubis - Ti ammazzerò per quel che gli hai fatto!"
Lui rise "Non importa. Avete perso."


Quanto tempo può resistere una fiamma di candela nel cuore di un uragano di oscurità? Seiji sentiva perdere lentamente il potere che aveva su se stesso, si sentiva affogare nel buio denso che lo stava avvolgendo. Era solo una fiammella . . la luce di una candela nel buio di una notte di tempesta . .
#Più la luce è intensa più l'ombra è densa. C'è solo un posto dove la luce non coesiste con l'ombra. Il tuo cuore.#
Quella stupida fiammella di candela?
#No, Seiji, è un piccolo sole, non una candela.#
Un piccolo sole? Cosa significava?
#Significa che non devi aver paura di una tempesta. Il sole continua a splendere al di sopra di qualunque uragano, devi solo esserne cosciente . . a meno che tu voglia cadere nell'abisso.#
Il baratro che gli si apriva sotto i piedi era terribilmente profondo e così buio . . così assolutamente buio . . ma lui poteva sorvolarlo davvero? Doveva solo decidersi, non era una fiammella ma un piccolo sole. Un piccolo sole. Seiji socchiuse gli occhi, focalizzando tutta la sua attenzione, tutta la forza rimastagli sulla sua spada caduta a pochi passi da lui e vi tese la mano.
"Aiutami . . portamela . . dammi la mia . . spada . . "
#Vuoi volare?#
"Voglio . . volare . ."
Vide le dita d'argento stringersi intorno all'elsa e poggiargliela nella mano, sentì uno strano calore raggiungergli la spalla, e poi il cuore per poi irradiarsi in tutto il corpo. Si focalizzò attentamente su quella piccola fonte di luce che gli viveva dentro come se tutto il suo universo fosse quello, come se fosse l'unica cosa che esisteva, e iniziò ad espanderla. C'era il buio intorno, che premeva, ma iniziò a dissolversi sotto la forza della sua decisione. Il sole continuava a splendere al di sopra della tempesta. Il sole annullava l'oscurità. Il sole era dentro di lui.
Lui era il sole.
Sentì del sangue colargli sul viso e la cosa non gli procurò stupore, sapeva che aveva semplicemente trafitto la mano di Anubis che si stava chinando su di lui. Questa volta non aveva le difese abbassate, questa volta avrebbe combattuto, questa volta aveva qualcosa per cui valeva davvero combattere.
La luce lo invase, il cuore, l'anima, i nervi, i muscoli, ogni fibra del suo essere scintillò all'interno del buio più profondo e freddo che nessuno avrebbe mai potuto vedere e lo vinse, tutta la sala avvolta da una cascata di luce fredda, bianca, chiara ed accecante. Insopportabile nel suo chiarore.

Seiji era in piedi, rivestito della sua armatura, così colmo di potere da sentirsi quasi un dio, gli occhi dei suoi nemici sollevati verso di lui, alcuni stupiti, alcuni spaventati, alcuni increduli. Non importava, nessuno di loro aveva anche solo una qualche remota possibilità di batterlo. Quanto durò? Pochi istanti, una manciata di battiti del suo cuore, i demoni sparsi un po' ovunque nella sala, tutti sulla difensiva, tutti in un qualche modo feriti o colpiti, pronti a fuggire . . non gli serviva altro, lui era . . stava per diventare un Dio? Sorrise preparandosi ad un nuovo attacco.
#Riuscirai a sollevarti in volo? A spiegare le ali?#
Perché mai dovrei preoccuparmi di volare? Potente come sono non ne ho bisogno! Ma per essere davvero un dio . . bisogna occuparsi anche dell'altra parte dello spettro dei colori . .
Si voltò, dando le spalle ai nemici già sconfitti, la sua propria luce tanto accecante da non rendergli chiari i contorni, ma c'erano quattro persone che gli erano schierate di fronte, sul punto d'attaccare, nemici, certo.
Qualcosa dentro di lui si mosse, gioendo. Erano davvero nemici, sì, si ricordava di averli combattuti così tante volte, ormai, e sempre si erano rialzati, ma questa volta non sarebbe successo niente del genere. Questa volta li avrebbe cancellati dalla faccia della terra, questa volta avrebbe annullato anche il loro ricordo, loro, che oscuravano un briciolo della sua luce non meritavano altro che la morte . .
Seiji sollevò la spada, caricando il colpo . .
#Riuscirai a superare il baratro? Sei davvero l'Angelo che credevo che fossi?#
Non sono un Angelo! Sono un Dio! E tu, dannazione esci immediatamente dalla mia testa!
Uno dei suoi nemici, stupidamente, si strappò l'elmo, urlando qualcosa. Un nome. Un nome che . . il viso era confuso, troppa luce, troppo intensa, ma quella voce. Lo stava chiamando. Stava chiamando *lui*, l'uomo che era dentro e non il potere che lo stava avvolgendo, e non il dio che rischiava di diventare . .
#Volerai, Seiji?#
Touma.
Il suo cuore perse un colpo, saltando nell'abisso.
Touma.
Abbassò la spada, la luce accecante si spense lentamente, quietandosi sotto il tocco della sua volontà.
"Touma."
E l'Anael spiegò le sue ali.

 


parte nona
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