Disclaimers:  I Samurai Troopers non sono personaggi miei, ma se lo fossero si divertirebbero molto di più!!

NOTE:
1) i nomi dei demoni forse non saranno quelli corretti, ma la mia è una licenza poetica per cui Rajura è il demone dell'illusione e non il ragno e Anubis è il demone dell'oscurità, capelli blu e cicatrice. Per sviste, errori o che altro non so che dirvi! Prendete quel che viene e non lamentatevi, sono pur sempre io l'artista, no?! ^_^!!!
2) sì, è vero, i demoni sono assolutamente OoC, cioè sono assolutamente 'inventati' nei loro comportamenti, nel modo di parlare nelle espressioni ecc perchè non me li ricordo assolutamente più! D'altra parte inventare ex novo dei cattivi era troppo faticoso per cui sorry di cuore a tutti i fans dei quattro cucciolotti di cui stiamo parlando . . ma è esigenza artistica pure questa!!! [e perchè mai nessuno mi ha fatto notare che pure Touma amore è un pochino OoC?! Adesso non ditemi che quel coso di cui scrivo somiglia anche solo lontanamente al 'nostro' Touma, vero? *sig* ma mi viene solo così ....me infelice ... ]
3) qui sotto si parlerà di 'Anael' l'angelo della Morte. Sappiate che è un'invenzione mia e non si intende la personificazione di una creatura sovraumana o la possessione demoniaca di un corpo umano ma è solo una . . mhm . . come dire? Una carica, ecco! Esiste il MegaGeneralissimo delle Armate di Zwindrglissrizzz?! Bhè, allora esiste pure l'Anael (notate l'articolo determinativo davanti al nome)
4) uso questi segni# per indicare un discorso telepatico. Odio l'impossibilità grafica di usare il corsivo!!!!!!!

NOTE: questo segno § racchiude un flashback che non sapevo come rendere diversamente!!!!!


Corrompere la luce

di Dhely

parte VII

"Ryo?"
Shin lo scosse dal suo stato di immobile mutismo, perso dietro i suoi pensieri. Si strinse nelle spalle passandosi una mano fra i capelli mentre sollevò il capo e vide il graffio che il suo compagno aveva sul collo. Shin seguì il suo sguardo e se lo sfiorò con i polpastrelli cercando di camuffare l'imbarazzo.
"E' inutile cercare altri termini, ha cercato di ucciderti." 
Touma continuava ostinatamente a fissare la sua tazza senza emettere neppure un fiato, Shuu si appoggiò pesantemente alla spalliera della sedia passando lo sguardo tra Shin e Ryo, i due poli di quella discussione.
"Ma non l'ha fatto."
"Ma avrebbe potuto! - Ryo ebbe chiaro di fronte agli occhi il viso pallido e tirato di Shin, la notte precedente, quando era venuto da lui a chiedergli conforto, spiegandogli quello che era successo, Seiji che l'aveva aggredito e quel 'perché no' come risposta che aveva ghiacciato anche lui e si permise un tremito - E' una cosa seria, non siamo ovviamente in grado di gestirla con le nostre sole forze, o per lo meno sbagliamo strategia. - un sospiro, Shin si lasciò cadere su una sedia di fronte a Ryo - Touma, visto che è venuto da te dopo l'incidente con Shin, come . . ehm . . cosa . . " 
Seiji comparve sullo stipite della porta, aria strafottente e mani in tasca, un sorrisetto sardonico sul viso. Shin si domandò una volta di più come fosse riuscito a diventare tanto rapido e silenzioso, nonostante il legame che li univa riusciva sempre a prenderli di sorpresa.
"Vuoi che ti faccia un disegnino, Ryo? - si avvicinò al tavolo mettendosi dietro a Shin e facendogli sollevare il capo - Eppure ero certo che questo bel bambolotto avesse di che insegnarti."
Shin scostò il capo come se fosse stato fisicamente punto da quello sguardo di ghiaccio che, gli diede l'impressione, avesse il potere di 'sporcare', e solo quell'idea lo fece stare male. Ryo scattò in piedi con un grugnito.
"Lascialo stare! Non ti basta quel che gli hai già fatto?"
Seiji sorrise appoggiandosi pesantemente con le mani alle spalle di Shin 
"Oh! Il nostro capo è geloso? Ma come, in un gruppo bisognerebbe condividere ogni cosa, perché non inizi a dare il buon esempio? - gli passò una mano fra i capelli castani, morbidi e lisci, con uno strano ghigno sul volto - Con lui?"
Se Shuu non si fosse catapultato a bloccare Ryo, questi gli sarebbe saltato addosso pronto a colpirlo. "Prova a toccarlo un'altra volta e io . ."
"Tu cosa, capo dei miei stivali?"
Seiji rise acido, uno sguardo terribile negli occhi. Touma si alzò in piedi sbattendo con forza i pugni sul tavolo.
"Smettila! Ma è possibile che non senti quel che stai dicendo? Che non capisca quel che sei diventato?"
Lo squadrò dall'alto in basso con fare di sufficienza. "E cosa sarei mai diventato se non . . quello che sono sempre stato?"
Touma deglutì, fissandolo direttamente negli occhi, provando orrore per quel che vedeva "Non è vero, non . . non mi sarei mai innamorato di una persona come sei tu adesso."
Seiji si strinse nelle spalle. "Non ti ho chiesto io di innamorarti di me, mi pare."
Touma distolse lo sguardo, come se non fosse più in grado di reggere quella vista "Mi fai schifo!"
Sentì Seiji ridere amaro "Non mi pare sia questo quello che dici quando ti scopo."
Ryo si liberò dalla stretta di Shuu "Sei un maledetto bastardo!"
Seiji incrociò le braccia con aria di sufficienza. "Andiamo bene, su, due di voi hanno già espresso i loro sentimenti nei miei confronti, un affetto davvero ammirevole. Ne mancano ancora due. Su, Shin - si chinò piano verso di lui - tocca a te. Non ti preoccupare, non ti sembra venuto il momento di chiarire le cose? E tu, Shuu? Non c'è molto da pensarci, no? Sono certo che vi manca solo il coraggio di dirlo."
Shin si alzò in piedi, fronteggiandolo, deciso. "Seiji, smettila, smettila di farti del male! Né Touma né Ryo pensavano . ."
"Oh, certo che lo pensavano, invece! Lo pensavano come io penso che siate tutti dei maledetti ipocriti, primo fra tutti tu, il dolce Shin, il gentile Shin, quello che si preoccupa sempre di tutti, quello che si strapperebbe il cuore per i suoi amici, non è vero? Il sensibile Shin! - il suo ghigno divenne qualcosa di quasi intollerabile da guardare - E quanto tempo ci ha messo questa perla d'amico a 'ricordarsi' il modo per trovarmi?"
Vide Shin tremare fin nell'anima e Ryo mettersi al suo fianco, passandogli una mano sulle spalle. "Lascialo stare, non è stata colpa sua . . "
"Certo, non è stata colpa sua mentre io faccio schifo e sono un bastardo! Mi pare che sia un ragionamento che non faccia una piega. Grazie a tutti per avermi chiarito come funzionano le cose in questo gruppo di *amici*."
Si voltò sui tacchi e fece per andarsene quando Touma lo prese per un braccio "Aspetta! Ti prego . . hai ragione . . hai ragione tu . . Abbiamo aspettato troppo, è stata colpa nostra, adesso però . . dovremmo parlarne . . "
Seiji lo guardò con la coda dell'occhio, prima di voltarsi lentamente verso tutti gli altri.
"Non ho niente da dire sull'argomento. Soprattutto non a voi. - il suo sguardo si fece improvvisamente cupo ma profondo, di una calma terribile, la sua voce si abbassò fino a diventare un sussurro che gli si incastrò quasi in gola - E pensare che ho sopportato così tanto e così a lungo solo per voi . ."
Si aprì la porta di scatto, facendoli sobbalzare tutti per la sorpresa, era Natsuti, agitatissima e nervosa.
"Non stavate guardando il tg? Accendete subito la tele, ho sentito una notizia terribile in radio mentre stavo venendo qui ma non ho capito bene . . "
Shuu s'era già precipitato a sintonizzare la televisione sul canale regionale ed ebbero davanti agli occhi uno spettacolo terribile nella sua assoluta mancanza di atrocità. La giornalista stava trasmettendo dall'ingresso di un locale, pareva, tutto circondato da un'immane spiegamento di poliziotti e medici. I primi rapporti ufficiali parlavano di quasi 500 morti, un disastro avvenuto nella notte, 'approssimativamente fra le 2 e le 3 di questa mattina'. I motivi rimanevano oscuri, forse un incidente, forse un attentato, forse . . Ma non era stato lo scoppio di una bomba a portare tutta quella devastazione, né pallottole, da quel che dicevano le fonti più accreditate. Il mistero per i giornali e per la polizia rimaneva fitto. Ryo scosse il capo.
"Sono loro."
Natsui sospirò. "L'ho sentito al giornale radio in macchina ma il segnale era disturbato e ho perso dei particolari. Non ho capito che posto era . ."
"Il 'Paradise Lost'. - tutti si voltarono verso Seiji. Aveva il capo chino, e si fissava le mani, ma come se non riuscisse a vederle - E non sono morte quasi 500 persone. Ne sono morte 483."
Natsui si guardò intorno cercando negli sguardi degli altri una qualsiasi risposta, ma non trovò null'altro oltre che un orrore senza nome. "Come lo sai?"
Seiji scosse il capo, voltandosi verso la porta finestra che dava sul giardino. "Non lo so."
Touma lo guardò uscire nel giardino senza riuscire neanche a pensare. Per un attimo si dimenticò anche di respirare tanta era l'angoscia che provava e la paura e la vergogna. Per quello che aveva fatto, anzi, per meglio dire, per quello che non aveva fatto, per averlo lasciato così tanto in un luogo di torture, fra le mani di quei mostri, per non aver saputo trattenersi quella mattina, per aver scaricato in quel modo orribile la sua gelosia, la sua amarezza, il suo desiderio di avere di nuovo indietro il Seiji di cui si era innamorato e non quell'estraneo che era diventato . . E soprattutto per il pensiero che gli aveva solcato la mente. Per *quel* pensiero. 
Mosse un passo per seguirlo quando Shuu lo prese per un braccio. "Non credo sia consigliabile."
Ryo scosse una mano "No, aspetta, dobbiamo parlargli, ma tutti insieme. - deglutì con amarezza - Dovremmo chiedergli scusa, ma . . ci sono delle cose che . . "
La sua voce si ruppe, nessuno osò dire niente per qualche attimo, poi Shin si schiarì la voce. "Hai ragione. E se è una cosa da fare, facciamola. Non possiamo andare avanti così."


Paradise Lost. Il Paradiso Perduto. Ottimo come segnale, perfetto come richiamo, ovviamente per chi sapeva cosa cercare, per chi sapeva decrittare il codice. Seiji sorrise amaramente passandosi una mano sugli occhi mentre si appoggiava a un albero. Una betulla sottile e alta, bella, slanciata, esile nella sua forza, delicata nella sua resistenza.
#Ecco, così dovresti essere. Lo sai.#
Scosse il capo, che quella maledetta voce che continuava a tormentarlo lo lasciasse in pace! Si era piccata a insegnargli a combattere, come se lui avesse bisogno di qualcuno che gli insegnasse come fare!
Una risata #Devo ricordarti che fino a questo momento non hai mai vinto una volta?#
Seiji strinse i pugni fino a sentire le unghie piantarsi nella carne. Troppe domande chiedevano una risposta, troppe cose non si incasellavano nella sua testa, un universo intero aveva perso il suo sole e lui non sapeva più come rimettere insieme i pezzi della sua personalità. Cosa gli stava succedendo?
Forse era così che si iniziava a impazzire. Forse era davvero malato . .
Sentì i passi dei suoi compagni, dei suoi 'amici', cercarlo ma non avevano bisogno di chiamarlo per trovarlo, dopo tutto il legame esisteva e adesso potevano trovarlo facilmente. Avrebbe potuto schermarsi ma non ne aveva voglia . . non aveva la forza di farlo . .
"Seiji . . - dannazione, perché mandavano avanti Touma? Con lui era tutto più difficile, con lui non riusciva . . non poteva . . - Seiji, dovremmo parlarti."
Lui si strinse nelle spalle. "Lo state facendo, mi pare."
Silenzio. Gli altri arrivarono, si misero a fianco di Touma, schierati di fronte a lui. Seiji sentì il cuore stringersi per un attimo: pareva che stessero per attaccarlo, come gli incubi di Rajura. Erano davvero nemici, allora?
Ryo mosse un passo in avanti. "Sappiamo tutti che ci sono cose da . . sistemare, Seiji, ma non possiamo farlo finchè le cose non . . "
"Saranno chiarite, Ryo? Bhè, non ho nulla da chiarire, non con voi. Non ora. - guardò per un attimo la betulla piegarsi delicatamente al tocco del vento - Ma parliamo di altro. Chiedetemelo."
Shin abbassò il capo, Ryo si accigliò ma il suo viso rimase impassibile.
"Non capisco."
"Certo che capisci. C'è una cosa che volete chiedermi, che *tutti* voi - passò quello sguardo violetto su ognuno di loro - volete chiedermi. Abbiate il coraggio di farlo, qui, adesso, guardandomi negli occhi."
Ryo si voltò di tre quarti, raccolse il titubante cenno affermativo di Shuu, l'occhiata di Touma e sentì la stretta di mano di Shin. Si schiarì la voce.
"Come lo sapevi dell'incidente in città?"
Si strinse di nuovo nelle spalle. "Ve l'ho detto, non lo so. Ora tocca a voi decidere se mi credete o no."
Li fissò negli occhi, di nuovo uno per uno, e vi lesse confusione. Avevano creduto che avesse mentito perché Natsui era presente e non voleva farle sapere chissà cosa, non avevano saputo leggere in lui che era sincero . . sentì il cuore fermarsi per un attimo, per il contraccolpo della sorpresa, poi sorrise. Erano davvero nemici.
Ryo parlò per tutti "Io ti crederei se fossi ancora il Seiji che conosciamo. Ora non so cosa è cambiato in te ma . . l'armatura sa riconoscere se sei davvero cambiato come pare a me oppure no."
Seiji si ritrasse percettibilmente, incrociando le braccia sul petto. "No."
Gli occhi di Shin scintillarono stupefatti poi gli si fece accanto "Seiji, non badare al modo scortese in cui Ryo si è espresso. Noi, ti crediamo, solo che . . capirai anche tu . . stai tenendo un comportamento un po' bizzarro in questo periodo, e . . "
"La cosa non mi riguarda. Non indosserò la mia armatura, per nulla al mondo. Neppure se ci fosse in ballo la mia vita."
Ryo spinse Shin dietro di sé. "Questo che significa Seiji? Ci hai chiesto di essere sinceri, noi lo siamo stati, ora tocca a te."
"Non ho altro da aggiungere. Voi non mi credete e questo chiude tutti i conti. - per un attimo fissò il suo sguardo negli occhi di Touma e vi lesse quello che non avrebbe mai voluto leggervi. Non gli credeva, neppure lui . . *lui*. Fece un profondo respiro poi si strinse di nuovo nelle spalle, voltando loro la schiena - Ma verrò con voi, quando andrete al Paradise Lost."
"No."
"Ryo, la mia non è una richiesta, è un'affermazione. Verrò con voi o da solo. Dovreste ammazzarmi per impedirmi di farlo." Una sfida, una sfida aperta.
#Hai coraggio, ragazzo!#
Ryo strinse i pugni e fu sul punto di colpirlo se non si fosse trattenuto appena in tempo. "Se questa è la tua ultima parola, va bene. Ma verrai da solo. Non sei più nel gruppo se non segui le regole del gruppo."
Gli occhi di Seiji scintillarono pericolosamente, Shin non fece in tempo ad avvisare Ryo che era già atterrato da un pugno in pieno viso.
"Se non sono più nel gruppo, vuol dire che inizierò a comportarmi davvero come mi pare e mi piace. - voltò loro le spalle dirigendosi verso casa - Ci vedremo stasera al Paradise Lost, allora, e se non mi volete, ricordatevi quel che vi ho detto. Dovrete ammazzarmi."

*****

Touma bussò alla porta della camera di Seiji con il cuore in gola. Aveva fatto la strada di corsa, quando era riuscito a scuotersi dallo stupore che lo aveva invaso, proprio come gli altri, dopo quel pugno a Ryo. Non poteva farlo andare via così, assolutamente doveva parlargli, doveva dirgli qualcosa, doveva cercare di spiegargli . . cosa non lo sapeva neppure lui.
Seiji aprì la porta di scatto. La maglia nera senza maniche e il collo alto della notte precedente, i pantaloni di pelle, quegli orribili stivali. "Cosa diavolo vuoi ancora?"
"Ti devo parlare."
"Non ho niente da dirti."
"Aspetta, ti prego . . "
Seiji grugnì qualcosa poi gli indicò di entrare con un gesto secco. La sua stanza sempre in una completa confusione, l'unica cosa che pareva essere tenuta con cura era la sua spada. Touma sentì un nodo chiudergli la gola.
"Allora?"
"Seiji, io dovevo . . volevo . ."
Mosse una mano in maniera secca e decisa.
"Lascia perdere, Touma. Non m'importa. L'unica cosa importante è che pensavo tu ti fidassi di me. Invece no. - il suo volto piegato in un'espressione amara - Vai via, non c'è altro da dirti."
Lui scosse il capo. "Non è vero io . . io ti amo . ."
Seiji sorrise "Bella parola per riempirsi la bocca, ma non pare che abbia un qualche significato concreto. Se questo è il tuo amore, ne posso fare anche volentieri a meno."
Touma lo fissò voltarsi verso la sacca aperta sul letto, che stava riempiendo di abiti e il suono secco della zip lo fece quasi piangere.
Allungò una mano verso la spada, si buttò su una spalla la sacca e si voltò a fronteggiarlo.
"Ti amo davvero, Seiji, ti ho sempre . . "
"Sì, Touma, così ti senti meglio? Perchè io dovrei crederti se tu non lo fai?"
"Perché tu non mi dai un motivo per farlo! Pare che tu non voglia essere creduto!"
Seiji si voltò verso di lui, il volto quasi dolce "Tu che motivi mi dai per essere creduto?"
Touma strinse gli occhi, riducendoli a due fessure abbacinato dalla luce che entrava dalla finestra spalancata. "Vengo con te."
"Con me? Non ce n'è bisogno. Ci vedremmo comunque là, stasera. Conosco come lavorate, credi che non vi troverò?"
Touma respirò a fondo "Ho paura delle persone con cui potrei trovarti."
Seiji ghignò "Pensa alle persone con cui arriverai tu, di me non preoccuparti."
Touma lo prese per un braccio. "Se te ne andrai adesso cosa avrai dimostrato?"
"Non devo dimostrare niente a nessuno, Touma. Lo faccio per me. Per una volta me lo merito, ti pare?"
"Pensaci, Seiji . ."
"Cosa c'è da pensare ancora? Mi avete condannato ancora prima del processo. Mi avreste lasciato là se non avessi urlato per chiamarvi."
"Non è vero! Io . ."
"Mi ami, lo so. - gli sfiorò il viso gentilmente ma i suoi occhi erano duri e opachi - Ma non t'è venuto il dubbio che io non voglia il tuo amore?"
"Non mi pare che ti sia tirato indietro."
Seiji rise, amaro. "Esiste una differenza fra andare a letto insieme e amarsi, non credi? Ma, d'altra parte, che ero un bastardo me l'hai già detto, no?"

*****

La porta d'ingresso si chiuse sbattendo con un tonfo sordo. Shin si sedette pesantemente sul divano con un sospiro.
"Hanno già vinto. Comunque finirà hanno già vinto." Si prese il capo fra le mani. Si era chiesto spesso se davvero l'oscurità potesse corrompere la luce e si era sempre risposto di no, che non era possibile; era ovvio che si era sbagliato.

 


parte ottava
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