Lovin' a
little monkey
parte IV
di Sel
Cap.04: Endless
La sua coscienza
riemerse lentamente da un limbo nero e silenzioso.
Sanzo si rese conto di
essere sveglio, ma non riuscì ad aprire subito gli occhi, né a muoversi: gli
sembrava che le sue palpebre fossero di piombo, e le membra fossero
letteralmente incollate a… a cosa? Dove si trovava?
Di sicuro era un
supporto morbido e caldo… un letto?
Riunì velocemente le
idee, e con uno sforzo ricordò gli ultimi avvenimenti. La fretta di
riprendere il controllo di sé e di capire che cos’era successo mentre era
incosciente lo forzò ad aprire gli occhi.
La prima cosa che vide
fu un soffitto sorretto da travi a vista.
In quel momento avvertì
il contatto di una mano che stringeva la sua, e voltò lentamente la testa
per vedere di chi si trattasse.
Il visetto un po’
infantile di Goku era rilassato nel sonno, e lui pareva quasi un angioletto
addormentato, con quell’espressione serena e inconsapevole sul volto.
Si era addormentato
vegliando il suo monaco, e la testa dai capelli scuri un po’ scompigliati
era scivolata sulla sponda del letto, accanto alla mano destra di Sanzo
stretta nella sua.
Il monaco dagli occhi
viola fu commosso nel vedere la scena, e sulle sue labbra si dipinse un
sorriso così leggero da essere quasi impercettibile.
Con l’indice della mano
destra accarezzò delicatamente una guancia del suo scimmiotto, che si mosse
nel sonno e disse qualcosa di incomprensibile, a parte la parola “cibo”; a
Sanzo scappò da ridere, ma si trattenne cercando di conservare la sua solita
seriosità dignitosa.
Si rilassò di nuovo e
chiuse gli occhi, attendendo il risveglio del suo demonietto; non dovette
aspettare molto, perché poco dopo lo sentì muoversi e mugolare, cosa che
faceva sempre prima di svegliarsi.
Riaprì gli occhi e lo
vide che sbadigliava con quella bocca larga larga fatta per trangugiare
quantità enormi di cibo.
-
Allora, stupida scimmia –
mormorò con la voce arrochita; Goku lo guardò con un’espressione di sorpresa
buffissima sul volto – adesso mi dovrai spiegare perché hai fatto così tante
cose stupide, tutte in un solo giorno…
-
Sanzo! – Goku quasi urlò per la
gioia – Ti sei svegliato! Finalmente!
Dicendo questo, con uno
slancio d’affetto lo imprigionò in un abbraccio fortissimo, senza curarsi
delle proteste del monaco, che non riusciva ancora a farsi rispettare,
debole com’era.
Le esclamazioni ad alta
voce di Goku dovettero essere sentite anche da Gojyo e Hakkai, perché poco
dopo entrarono anche loro nella stanza.
-
Cosa cavolo hai da strillare,
stupida…– stava chiedendo il Kappa spazientito, ma sulla parola “scimmia” la
voce gli morì in gola, mentre Hakkai esclamava allegramente – Sanzo! Vedo
che ci ha già pensato Goku, a darti il “bentornato tra noi”!
-
Smettetela di ridacchiare e
venite a togliermi di dosso questa ventosa! – esclamò il monaco con le
guance colorite di rosso, cercando disperatamente di liberarsi dalla morsa
di Goku, che gli si strusciava addosso felice e beato. Alla fine Sanzo
dovette arrendersi.
-
Da quanto sei sveglio? – chiese
Gojyo, le mani nelle tasche dei pantaloni.
-
Da qualche minuto. Ma quanto ho
dormito?
-
Tre giorni di fila.
-
E Goku ti ha vegliato per tutto
il tempo – aggiunse Hakkai, con l’espressione da “Lo so che ti fa piacere
saperlo!”
-
Già! – disse Gojyo con un
sorrisetto strano sulle labbra – Hai addestrato bene la tua scimmietta da
compagnia. Non si è mosso neanche per mangiare…
Sull’onda delle ultime
parole di Gojyo, la pancia di Goku fece sentire chiaramente la sua opinione
sulla faccenda, brontolando in modo piuttosto rumoroso.
-
Che animale…- commentò Sanzo, a
cui scappò di nuovo da ridere, ma riuscì ancora a trattenersi.
-
Certo, è una scimmia! – esclamò
Gojyo.
-
Dai, Goku, vai a mangiare
qualcosa – disse dolcemente Hakkai – Sanzo ormai è fuori pericolo, non vedi?
Goku lo guardò, poi
guardò di nuovo Sanzo, e lui annuì – Va’ a mangiare, stupida scimmia, o mi
morirai di fame. E stavolta non ho intenzione di recuperarti…
Dopo ancora un attimo
di esitazione Goku corse fuori dalla stanza dimenticandosi perfino di
chiudere la porta.
-
Ma dove sono? – chiese Sanzo
rivolto ad Hakkai.
-
Questa – osservò ironicamente
Gojyo - dovrebbe essere stata la tua prima domanda appena sveglio, seguendo
il copione…
-
Ti trovi in una delle stanze
dell’ex albergo del villaggio – rispose Hakkai – Gli abitanti ci hanno
trattati come eroi, quando siamo tornati, e ci hanno offerto vitto e
alloggio gratis…
-
Ah, senti, Sanzo – disse Gojyo
come ricordandosi in quel momento che aveva qualcosa da chiedere – Toglimi
una curiosità. Ricordi quando ti ho chiesto il motivo della tua gentilezza
verso quella bambina che non conoscevamo neppure? – Sanzo annuì con un cenno
del capo – Tu mi hai risposto “I suoi occhi”. Cosa intendevi dire?
-
Intendevo dire – rispose il
monaco – che quella ragazzina aveva gli occhi grandi e puri come quelli di
Goku. Non potevo non aiutarla.
Gojyo alzò un
sopracciglio, poco convinto, mentre Hakkai sorrise con l’aria di chi sa già.
Goku passò delle ore a
tavola per recuperare i giorni di digiuno, sconvolgendo letteralmente gli
abitanti del piccolo villaggio, che non avevano mai visto qualcuno mangiare
tanto; quasi subito era arrivata la piccola Kyoko a fargli compagnia, e i
due parlavano e parlavano, intendendosi perfettamente, quasi avessero la
stessa età (certo la bambina non avrebbe sospettato che Goku aveva più di
500 anni!).
Dopo qualche ora a
tavola, quando Goku stava finalmente rallentando il ritmo, gli si avvicinò
Hakkai che gli disse – Se hai finito, dovresti andare da Sanzo – gli diede
un pizzicotto tirandogli amichevolmente la guancia – Se fossi in te
correrei, Goku…
Prima di lasciare
l’amata tavola imbandita, su cui capeggiavano pile di piatti usati, Goku
afferrò l’ultimo pezzo di pane che aveva cominciato a mangiare, e lo
ingurgitò mentre tornava all’albergo e saliva le scale.
La porta della stanza
del monaco era socchiusa: Goku entrò e la chiuse dietro di sé.
Sanzo era già in piedi,
e gli dava le spalle, guardando fuori dalla finestra – Sanzo – disse Goku
improvvisamente intimorito – Hakkai mi ha detto che mi volevi…
Sanzo si voltò
piantandogli in faccia due occhi gelidi, gli si avvicinò e con un movimento
repentino della destra gli diede uno schiaffo così potente da fagli piegare
la testa da un lato. Goku lo incassò senza fiatare, e i suoi occhi rimasero
fissi al pavimento, perché non aveva il coraggio di incontrare ancora quelli
del monaco.
Ma la rabbia di Sanzo
era già sfumata: si diresse al letto e si sedette sulla sponda sospirando;
sembrò riflettere per un paio di secondi e poi disse – Sto ancora aspettando
delle spiegazioni – ma nella sua voce non c’era alcuna traccia di
risentimento, e questo incoraggiò il giovane demone.
-
Mi sono tolto il diadema – disse
rispondendo ad un’implicita domanda – perché non vedevo altra soluzione. Tu
ne conoscevi un’altra?
-
Poteva esistere – rispose Sanzo
guardandolo severamente – Avresti dovuto almeno chiedermelo.
-
Non mi avresti mai dato il tuo
appoggio.
-
Ci credo bene! – esclamò il
monaco, brusco, ma l’espressione triste di Goku lo spinse ad addolcire il
tono – Vieni qui – disse facendogli cenno di avvicinarsi.
Quando il demonietto fu
in piedi di fronte a lui, Sanzo fece una cosa che riempì di gioia il cuore
di Goku, che arrossì leggermente: gli prese le mani nelle sue.
-
Tu non lo farai mai più, mi sono
spiegato? – disse il monaco con una fermezza che contrastava con
l’atteggiamento insolitamente affettuoso. Goku annuì con un cenno della
testa – Bene – continuò Sanzo – E adesso voglio sapere perché hai fatto
un’altra cosa altrettanto… no, addirittura più stupida.
Goku lo guardò con
un’espressione interrogativa.
-
Perché ti saltato in mente di
trapassarti con quel dannato bastone? – chiese Sanzo abbassando lo sguardo e
appoggiando la fronte sul dorso delle mani di Goku.
-
Io… non ricordo molto bene
quello che è successo – disse il demone in tono di scusa – La mia coscienza
era come rinchiusa in un angolo buio e chiuso, non saprei spiegartelo
meglio. Quando mi sono reso conto che stavo per ucciderti ho provato un
fortissimo desiderio di fermare la mia parte oscura, con qualunque mezzo. E
poi… basta, non so dirti altro.
Il monaco alzò lo
sguardo verso di lui - Prenderò per buona questa versione…
-
Ma è la verità!
-
… perché non ho voglia di
discutere. Ma per quanto mi riguarda vale il discorso di prima: tu non farai
mai più una cosa del genere.
-
Questo non te lo posso
promettere, Sanzo – affermò Goku.
-
Perché?
-
Perché…- rispose distogliendo lo
sguardo -… perché preferisco darmi la morte che farti del male.
Passò qualche secondo
di silenzio: l’ultima frase di Goku pareva rimbombare tra le pareti della
stanza.
Sanzo tirò dolcemente
verso di sé lo scimmiotto, abbracciandolo stretto e affondando le dita della
destra tra i suoi folti capelli castani – Per me è la stessa cosa – confessò
in un sussurro, direttamente nel suo orecchio – come la mettiamo?
Goku rispose
all’abbraccio appena passò il primo momento di stupore, e rispose – Vorrà
dire che il nostro rapporto di adesso sarà senza fine, o il giorno in cui
cambierà moriremo insieme. Va bene, Sanzo?
-
Ma certo, stupida scimmietta…
Restarono avvinghiati
per dei lunghi minuti, poi Sanzo sciolse leggermente il loro abbraccio, quel
tanto da permettergli di cercare con le sue labbra le labbra di Goku. Quando
infine si trovarono, si chiusero in un bacio ardente, profondo; Sanzo sentì
che Goku si era seduto sulle sue ginocchia per far aderire meglio il proprio
corpo al suo. Le dita del demone passarono tra i capelli biondi del monaco,
stringendoli quasi, ma con la consapevole accortezza di non fare del male al
compagno.
Dopo qualche secondo le
loro labbra si divisero per pochi istanti, giusto il tempo di respirare, e
poi tornarono a serrarsi in un bacio ancora più bollente del primo; a Goku
parve quasi che Sanzo volesse divorarlo, e rispose con uguale passione.
Quando la lingua del suo monaco gli si insinuò in bocca emise un gemito di
piacere, e poi le sue mani si ancorarono alla schiena di Sanzo, affondandovi
ritmicamente le unghie, come un gatto che fa le fusa.
Senza interrompere quel
bacio quasi soffocante Sanzo fece distendere Goku sul letto, e la sua mano
destra si insinuò sotto la camicia logora del demone. Il monaco sentì con
stupefatto piacere la liscia pelle dello scimmiotto sotto quella stoffa
sottile, e Goku fu scosso da un tremito al contatto con la sua mano.
Riemersero ansimando da
quel bacio, e Sanzo posò altri piccoli baci sul naso, sulle palpebre, sulla
fronte di Goku, che teneva gli occhi chiusi assaporando quel momento di
felicità tanto intensa da sembrare irreale.
Ma quella felicità
ricevette un duro colpo quando il demonietto si accorse che Sanzo si era
allontanato, e che stava per alzarsi dal letto; quasi con disperazione lo
trattenne, abbracciandolo – Ti prego, ti prego! – esclamò affondando il viso
nel suo petto – Non te ne andare!
-
Potremmo pentircene entrambi –
mormorò lui, ma dal suo tono si capiva che non ne era convinto nemmeno lui.
-
Io no di certo! – esclamò Goku
tornando a guardarlo – Ti prego, Sanzo! Ti supplico!
Era troppo anche per
l’autocontrollo ferreo di Sanzo: l’abbracciò di nuovo e si lasciò trascinare
da lui; un attimo dopo erano distesi nuovamente sul letto. Goku prese la
destra di Sanzo e la guidò sotto la propria camicia, esattamente sul punto
dove si trovava prima.
Ricominciarono a
baciarsi dolcemente, e mentre la mano destra di Sanzo esplorava territori
fino ad allora sconosciuti sotto quella sottile barriera, la sinistra
iniziava già a farsi più audace, disegnando il contorno perfetto del fianco
e della coscia di Goku.
Ad un tratto risalì per
aiutare la destra a sciogliere i nodi che tenevano chiusa la camicia, mentre
le dita di Goku accarezzavano la schiena dall’alto verso il basso.
-
Siamo un po’ impazienti…-
mormorò Sanzo quando sentì che erano giunte ancora più giù.
-
Da che pulpito…- rispose Goku,
riferendosi alla sua camicia praticamente aperta.
Sanzo gliela sfilò
lentamente, baciando ogni centimetro di pelle che veniva mano a mano
scoperta; mentre stava passando la lingua sul collo del demone provocandogli
brividi di piacere, Goku gli prese il lobo delicato dell’orecchio sinistro
tra le labbra, e iniziò a suggerlo dolcemente.
La reazione di Sanzo lo
stupì, anche perché era abituato a vederlo impassibile di fronte a tutto:
con un gemito abbracciò di nuovo stretto il demone, ed esso sentì
chiaramente la sua eccitazione premergli sulla coscia.
-
Pare che abbia trovato uno dei
tuoi punti deboli, Sanzo…- disse Goku visibilmente soddisfatto della
scoperta.
Forse all’orgoglioso
monaco non andava bene che solo Goku cominciasse a conoscere le sue zone
sensibili, perché subito dopo scese con la bocca sul petto della sua adorata
scimmia, sfiorò con la lingua un capezzolo e lo prese tra le labbra. Il
respiro di Goku si fece più veloce, e le sue dita strinsero la testa di
Sanzo invitandolo a continuare; in quel momento il demone si rese conto che
le mani di Sanzo avevano raggiunto la chiusura dei suoi pantaloni e li
stavano aprendo.
Prima che glieli
sfilasse, però, Goku si mise a sedere davanti a lui dicendo – No, voglio che
ti spogli anche tu.
Allo scimmiotto parve
di vedere un sorriso sul volto di Sanzo, ma durò così poco che non ebbe il
tempo di accertarsene: il monaco si alzò in piedi e iniziò a spogliarsi di
fronte a lui; i suoi gesti tanto semplici erano così eleganti che Goku ne fu
quasi ipnotizzato.
-
Come sei bello, Sanzo…- appena
il compagno fu nudo davanti a lui, le parole gli uscirono dalle labbra senza
che nemmeno fosse intervenuta la razionale volontà di pronunciarle.
Rimase a guardarlo come
incantato, e Sanzo si chinò di nuovo su di lui, che lo accolse in un altro
abbraccio e in un altro bacio. Le sue mani percorsero le forme del corpo del
monaco, e l’emozione di poterle finalmente vedere e toccare ebbe un effetto
notevole sulla sua eccitazione: se ne accorse subito anche Sanzo, e ne fu
molto orgoglioso, anche se non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura.
Finalmente gli sfilò i pantaloni e poi, con calcolata lentezza, i boxer.
Vedere nudo il suo
piccolo demone gli diede una specie di vertigine; si sollevò leggermente per
poterne ammirare meglio la bellezza, e si rese conto che era molto più di
quanto avrebbe mai potuto immaginare. Il suo petto muscoloso, il suo ventre
piatto, le sue gambe scolpite, le sue forme efebiche ma solide… dimenticò in
quel momento i nemici, gli amici, l’Ovest, i suoi compiti, le sue tragedie,
il suo passato. Ecco, si disse, sono arrivato al fine ultimo, allo scopo
della mia vita, all’unica cosa per cui valga la pena di esistere…
Goku lo guardò con
un’espressione ingenua e interrogativa e chiese preoccupato – Cosa c’è?
Sanzo si rese conto di
essersi perfino commosso, e rispose sbrigativamente – Niente, niente – per
nascondere la violenta emozione che l’aveva preso.
Riprese a baciare quel
corpo che amava tanto, partendo dal collo e scendendo lentamente sul petto,
poi più giù, sugli addominali perfetti e in tensione, nel piccolo ombelico,
e poi ancora più giù…
-
Sanzo…- mormorò Goku ad occhi
chiusi, con un tono che esprimeva in quel nome una richiesta ben precisa.
Ma il monaco non aveva
intenzione di esaudirla così in fretta: Goku era stato il primo a smuoverlo
dentro in quel modo, una piccola punizione se la meritava. Decise di
torturarlo un po’.
Mentre con le mani gli
massaggiava l’interno coscia, posò un bacio leggero sulla punta della sua
virilità eretta, e poi iniziò a leccarla, ma senza mai dargli la
soddisfazione piena.
-
Sanzo… Sanzo, ti prego…-
mormorava il giovane demone, che era quasi al limite della sopportazione.
Ma Sanzo non aveva
ancora intenzione di rispondere alla sua richiesta, e con le dita tornò a
torturarlo tra i testicoli e alla base dell’asta. Goku non ce la faceva più
– Sanzo! – gridò in tono quasi disperato.
E solo allora il monaco
l’accontentò, accogliendolo completamente nella sua bocca: Goku emise dei
gemiti, stringendo convulsamente le lenzuola, e i gemiti in breve divennero
grida di piacere, finché non s’inarcò violentemente verso Sanzo e con un
ultimo spasimo si svuotò nella sua bocca.
Subito dopo ricadde
supino sul letto, ansimando a occhi socchiusi e con un’espressione di
esplicita beatitudine sulla faccia.
Poco dopo gli si
affiancò Sanzo, che lo baciò dolcemente. Trascorse qualche secondo di
silenzio, poi Goku lo guardò negli occhi e disse – Voglio fare l’amore con
te.
-
Anch’io – rispose semplicemente
Sanzo.
La mano del demone si
insinuò tra le sue gambe, con un obbiettivo ben preciso, e quando l’ebbe
trovato mormorò con ironia – Mi pare che tu non abbia bisogno di
incoraggiamenti…
-
Ma com’è maliziosa la mia
scimmietta, oggi…- rispose Sanzo affondando le labbra nella sua guancia
morbida, mentre anche la sua mano ricominciava ad accarezzare dolcemente il
sesso del compagno. Quando sentì che Goku aveva ricominciato ad eccitarsi,
spostò le dita ancora più giù, ed entrò dentro di lui con un dito; appena i
muscoli si rilassarono anche il secondo dito entrò facilmente, e Goku gli
mormorò all’orecchio – Sono pronto, Sanzo.
Sanzo ebbe ancora delle
esitazioni, perché sapeva bene che Goku era vergine: ma fu il demone stesso
a guidarlo dolcemente verso di sé. Sanzo entrò con lentezza e poi rimase
immobile, contrastando l’istinto di spingersi più all’interno; il demonietto
strinse i denti ma nei suoi occhi sorsero delle lacrime, e il monaco si rese
conto che stava trattenendo a fatica il dolore.
-
Se vuoi che smetta…- iniziò a
dire, ma Goku scosse la testa con decisione, e confermò spingendo Sanzo a
entrare di più. Pochi secondi dopo il dolore si trasformò in piacere, e
Sanzo se ne accorse perché lo scimmiotto riprese a gemere come qualche
minuto prima: solo allora permise a se stesso di seguire il desiderio di
penetrare più a fondo il corpo del compagno, dapprima con spinte lente e
profonde, poi sempre più veloci, mentre la sua mano accarezzava la virilità
tesa di Goku allo stesso ritmo dei movimenti dei loro bacini.
Raggiunsero l’estasi
quasi contemporaneamente, e poi giacquero spossati l’uno sull’altro.
Appena riprese un
minimo di fiato Goku mormorò in un soffio – Ti prego, non uscire ancora da
me.
Sanzo lo accontentò
posandogli un piccolo bacio sulle labbra, e Goku chiese – Lo rifaremo
ancora?
-
Quando vuoi – rispose il monaco
appoggiando la testa sul suo petto e lasciandosi accarezzare sui capelli
biondi.
-
Devo dirti ancora un paio di
cose.
-
Sentiamo.
-
La prima è: grazie.
-
Per cosa?
-
Per avermi salvato la vita –
rispose sorridendo – Gojyo mi ha raccontato tutto.
-
Non c’è nulla di cui
ringraziarmi. L’avresti fatto anche tu al mio posto, no?
-
Sì.
-
La seconda?
Goku non rispose
subito: affondò ancora le dita tra i capelli di Sanzo, ci giocherellò
pensosamente, e poi disse – Ti amo.
Sanzo tornò a
guardarlo, e lui distolse lo sguardo mentre le guance gli si tingevano di
rosso; il monaco prese il suo volto tra le mani e lo baciò con dolcezza, poi
disse – Ti amo anch’io, stupida scimmia.
FINE
Sel: Che bello, ho
finito la mia prima fic yaoi! ^_____^
Goku: O__O
Sanzo: Ehi, tu,
microbo…
Sel: Dici a me, Sanzo
caro? *_*
Sanzo: …spiegami che
cavolo ci faccio io a letto insieme con lo scimmiotto.
Sel: L’amore, no?
Sanzo: Te lo do io
l’amore! (carica la pistola) In testa, te lo do! Insieme ad una buona dose
di piombo!
Sel: M-ma… l-lo sai che
s-sei il mio p-personaggio preferito, no?…
Sanzo: Mi credi
imbecille come Goku? Fino ai ieri sbandieravi il tuo amore per Gojyo…
Goku: Ehi, io non sono
imbecille! >__<
Sanzo: Taci, stupida
scimmia!
Sel: (Fuggendo verso
l’infinito e oltre) Addio! :-P
Sanzo: Dann… mi è
sfuggita! Forza, scimmia, dammi una mano a cancellare questa roba…
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions
|
|