Lovin' a
little monkey
parte II
di Sel
Cap. 02: Il demone
della Gola dell’Acqua
-
Ho idea che non possiamo
avanzare più di così con la jeep – disse Gojyo spegnendo il motore.
Avevano lasciato il
villaggio da meno di dieci minuti: si sarebbero aspettati un viaggio più
lungo, e invece avevano avvistato molto presto la Gola dell’Acqua. Erano
scesi sobbalzando con la macchina giù per il pendio che conduceva
all’entrata della gola, ma quando si erano trovati davanti ad essa si erano
resi conto che le due pareti di roccia a strapiombo erano talmente strette e
vicine l’una all’altra che la jeep non sarebbe mai riuscita a passare; così
dovettero scendere.
-
Hakkai, adesso dovremo
proseguire a piedi – disse Sanzo - e forse incontreremo il demone. Secondo
me faresti meglio a tornare indietro; nelle tue condizioni…
-
Non sono messo poi così male –
disse lui scuotendo la testa – Dopo avere dormito e mangiato qualcosa mi
sento molto meglio. E poi… abbiamo sempre affrontato tutto insieme: non
avrebbe senso a questo punto che io vi abbandonassi a voi stessi.
-
Come vuoi – tagliò corto il
monaco, che ci teneva a non mostrare la sua preoccupazione.
Si incamminarono
all’interno della gola mentre Goku, attaccato alla tonaca di un esasperato
Sanzo, continuava a chiedere – Ehi, Sanzo, dopo che avremo sconfitto questo
demone mi farai fare un pranzo decente? Vorrei un arrosto intero! Ho un
sacco di fame!
Il cielo quasi nero
sopra le loro teste era rischiarato solo da minuscoli puntini luminosi. La
luna… non c’era.
Camminarono all’interno
della stretta gola finché questa non si allargò in uno spiazzo desertico.
-
E io che pensavo che questo
posto si chiamasse “Gola dell’Acqua” perché c’era davvero l’acqua – sbuffò
Goku che cominciava ad annoiarsi – Qui non c’è altro che sabbia, al massimo
qualche pietra. E del demone, nemmeno l’ombra.
-
Probabilmente questa gola si
chiama così – spiegò Hakkai pazientemente - perché è il letto scavato da un
antico fiume, ora prosciugato.
-
Quanto al demone – disse Gojyo
guardandosi intorno – il fatto che noi non lo vediamo non esclude che ci
sia.
La sigaretta tra le sue
labbra si illuminò di rosso quando aspirò una boccata di fumo, e quella era
l’unica luce nel raggio di chilometri.
-
Forse avremmo dovuto portare una
torcia, o qualcosa del genere – disse Goku – Non si vede un tubo.
-
Volevo l’effetto sorpresa –
disse Sanzo – Ma ho idea che qui l’unica sorpresa sarà per noi.
All’improvviso
sentirono rumore di passi dietro di loro, e si girarono di scatto.
Era chiaro: delle
scarpe calcavano la sabbia: ma fino a quando non fu vicino non riuscirono a
capire di chi si trattasse. Infine ne distinsero la sagoma.
-
Ma è un uomo! – esclamò Goku
interdetto – Ehi, signore! Che cosa ci fai qui?
Non vi fu nessuna
risposta, sebbene ormai fosse abbastanza vicino per udirli chiaramente.
-
Possibile che sia lui il demone?
– chiese Gojyo mentre lo sconosciuto continuava ad avanzare.
-
No – rispose Hakkai – Avvertirei
la sua aura. Questo è solo un uomo.
Intanto egli avanzava:
passò in mezzo a loro senza nemmeno guardarli, ed essi videro finalmente
l’espressione dei suoi occhi.
-
Il suo sguardo è completamente
vuoto! – esclamò Goku - Che significa?
Vi fu ancora qualche
secondo di silenzio rotto solo dai passi dell’uomo sulla sabbia: egli si
diresse verso la parete est della gola e si fermò davanti ad essa, come
aspettando.
E Sanzo capì.
-
Maledizione! – gridò, ma la sua
voce fu coperta da un frastuono infernale. Improvvisamente una frana fece
crollare l’intera parete rocciosa, che si aprì e franò rovinosamente, come
se la sua parte anteriore fosse una specie di gigantesca carta da parati, e
rocce di ogni grandezza piovvero d’un tratto all’interno della gola; la
Compagnia fece appena in tempo ad appiattirsi sulla parete ovest.
Goku, che aveva avuto
un attimo di esitazione, rischiò di essere compito in pieno da una roccia
grande quanto un’automobile, e fu Sanzo a trascinarlo in salvo contro la
parete. C’era mancato un soffio.
-
Che ti prende, stupida scimmia?!
– sbraitò il monaco, quando la paura si trasformò in rabbia.
-
Guarda, Sanzo! – esclamò Goku
indicando verso la parete ovest – Quell’uomo è illeso, anche se l’intera
parete gli è crollata addosso!
-
Dev’essere protetto da una
barriera invisibile – disse Gojyo mentre il frastuono diminuiva e il
polverone alzato lentamente si ridepositava a terra - Hakkai…
L’amico annuì – C’era
un demone dietro quella parete di roccia. E adesso è uscito allo scoperto.
Credo… che stiamo per vederlo.
Non dovettero aspettare
molto: appena la cortina di polvere cominciò a scemare la figura del demone
apparve davanti a loro, ancora come sprofondata nella roccia della parete
est: era a dir poco mostruoso.
Il suo aspetto era
quello di una giovane donna dai grandi occhi verde acqua e dai lunghissimi
capelli verde scuro, che s’attorcigliavano attorno al suo corpo bianco come
un lungo serpente; ma le sue braccia, poco dopo le spalle, diventavano nere
e squamate, ed erano sproporzionatamente lunghe, così come
sproporzionatamente lunghe e mostruose erano le dita, sottili come zampe di
ragno, da cui partivano affilati artigli verdi. Contando sia la lunghezza
del braccio che quella delle dita, si trattava di almeno cinque metri per
lato. Ma le mostruosità non erano finite, perché al posto delle gambe il
demone aveva sette lunghissimi tentacoli verdi.
Dopo il primo momento
di stupore, Gojyo si riscosse ed esclamò –
è stato il demone a chiamare
quel poveretto! Dobbiamo…
Ma proprio in quell’istante
uno dei tentacoli partì a tutta velocità verso il malcapitato, che non tentò
neppure di mettersi in salvo, tanto profondo era il suo trance. Il tentacolo
lo trapassò da parte a parte, e solo in quel momento l’uomo si svegliò,
probabilmente a causa dell’immane dolore, e cominciò a urlare come un
animale al macello.
La lama lunata di Gojyo
tagliò l’aria e colpì in pieno il tentacolo, che non venne neppure scalfito.
-
Ma com’è possibile? – urlò
incredulo il demone dai capelli rossi mentre la lama tornava al suo posto.
-
Ora provo io! – esclamò Goku
partendo all’attacco, ma non riuscì nemmeno ad avvicinarsi al demone, perché
questo soffiò e il suo soffio divenne un vento straordinario, che investì in
pieno il demone scimmia e lo sbatté contro la parete – Ahi! – protestò Goku
rialzandosi e massaggiandosi la nuca dolorante – Che modi!
Il pover’uomo non era
ancora morto, e continuava a urlare di folle dolore: ma il demone sapeva
come zittirlo: lo uncinò col tentacolo che lo trapassava, e con violenza
inaudita lo scagliò a terra, come fa un pescatore che per uccidere il polpo
appena pescato lo getta su uno scoglio.
I quattro amici
rimasero impietriti, e Goku distolse lo sguardo da uno spettacolo tanto
macabro.
Le urla dell’uomo erano
cessate, ma il demone evidentemente non aveva finito, perché alzò di nuovo
la sua vittima per aria e la gettò di nuovo sulle pietre, prima di portare
il povero corpo maciullato alla bocca, che si aprì quanto quella di un
serpente, quasi che non avesse le mandibole, per fare entrare il pasto tutto
in un boccone.
-
Mio Dio, che cosa disgustosa…-
mormorò Gojyo con una smorfia – E noi dovremmo combattere contro quel… quel…
-
Già – rispose Sanzo, telegrafico
come al solito.
-
Capisco – replicò Gojyo
ironicamente – E qualcuno di voi avrà di sicuro un’idea geniale…
-
Beh, ormai quel demone ci ha
visti – osservò Hakkai – Credo che l’unica soluzione sia attaccarlo tutti
insieme.
Con uno sguardo si
intesero immediatamente: si divisero e poi corsero verso il demone, con
l’obbiettivo di sorprenderlo da quattro lati contemporaneamente.
Sanzo si avvicinò il
più possibile, caricò la pistola e iniziò a sparare, per coprire la
rapidissima avanzata di Goku, che si avvicinava come una saetta alla parte
più vulnerabile del demone, il suo corpo di donna.
Nel frattempo Gojyo e
Hakkai cercavano di fare esattamente la stessa cosa attaccando dalla parte
opposta: Gojyo si fece largo tra i tentacoli, schivandoli e parando gli
attacchi col bastone; ad un tratto saltò e riuscì a raggiungere l’altezza
della testa del demone, che soffiò di nuovo: il Kappa venne gettato contro
la parete opposta della gola, con tanta violenza da sfondare i primi strati
di roccia; subito dopo cadde a terra privo di sensi.
Hakkai, il più vicino a
lui, aveva assistito a tutta la scena, e si voltò un attimo per accertarsi
delle condizioni dell’amico, ma quel momento di esitazione permise al demone
di colpirlo con violenza inaudita alla schiena, mozzandogli il fiato in gola
e facendolo rotolare lontano, tra le rocce.
Sanzo mirò alla testa
del demone nello stesso momento in cui Goku saltava per colpire lo stesso
punto, ma un muro di durissimi tentacoli sbarrò la strada sia al proiettile
sia al demonietto, il quale fu costretto a retrocedere, ansimando.
Mentre pensava a come
eludere le difese del demone, Goku sentì un rumore proveniente dalla parete
di roccia, alla sua destra, come un ultimo strascico della frana;
istintivamente si voltò a guardare, e con orrore vide che quel rumore era
stato provocato da una delle due grandi mani mostruose del demone, che si
era staccata dalla roccia: in quell’istante stava fendendo l’aria alla
velocità del vento, e l’obbiettivo delle sue unghie affilatissime era… Sanzo.
Goku urlò – Sanzo!!!
Nello stesso momento in
cui il monaco si voltò intuendo la minaccia, si sentì spinto via da
qualcuno, e senza nemmeno rendersene ben conto si ritrovò con la faccia
nella sabbia.
Con uno scatto fulmineo
dettato più da un terribile presentimento che dalla volontà razionale Sanzo
si rialzò subito sulle ginocchia e guardò dietro di sé: ecco, l’aveva
temuto.
Goku giaceva a terra a
pochi metri da lui, con una vistosa ferita alla schiena.
-
Goku! Goku! – gridò Sanzo mentre
una morsa dolorosa gli stringeva il cuore inchiodandolo nella sua posizione.
Un dejà vu pauroso si sovrappose a quell’immagine che gli appariva
ora come un quadro lontano che lui poteva solo guardare impotente.
Stava per prendere atto
del peggio, quando Goku si mosse e puntellandosi sulle mani riuscì ad
alzarsi lentamente – Non è niente – disse lo scimmiotto barcollando un po’,
ma riprendendo subito l’equilibrio – Non è niente, è poco più di un graffio…
Il volto terreo del
monaco riprese un po’ di colore, mentre mormorava – Cosa diavolo ti è
saltato in mente, stupida scimmia?…
Rimessosi in piedi Goku
guardò il demone, che dopo aver respinto tutti gli attacchi era rimasto
immobile; il suo sguardo passò su Hakkai e Gojyo, che si stavano riprendendo
in quel momento, e poi ritornò al demone.
-
Ascolta, Sanzo – disse dopo
qualche secondo di silenzio; si voltò verso il suo monaco con un sorriso
triste sulle labbra e una strana ombra negli occhi dorati – Se qualcuno
dovesse uccidermi… vorrei che quel qualcuno fossi tu.
Sanzo comprese al volo
le intenzioni del giovane demone e si rialzò in piedi gridando – No! Goku! –
nello stesso istante in cui l’altro si toglieva il diadema e lo gettava a
terra.
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