PAIR: Eddy x Billy^_____^… in realtà volevo fare Eddy x Babbo Natale, ma E.J. non ha apprezzato molto la mia ideaç_ç… DISCLAIMERS: teoricamente questi fanciulli apparterrebbero a me…^^’’’’ non che loro ne siano molto convinti… DEDICHE: la fic è sempre per Kiu-chan^_^ DEDICHE SPECIALI: ad una persona grandiosa, una scrittrice immensa e una gran donna… Ninnichan (alias Niane^^’’’)… per il tuo compleanno. Ti voglio tanto bene, ma questo lo sai già… non posso essere lì con te fisicamente e darti un abbraccio enorme, ma forse posso strapparti un sorriso con Billy Boy ed Eddy… quindi questo è tutto per te, solo per te, unicamente per te. Ti voglio bene, Tes
NOTA 2: le anime pie commentino, se non altro mi sproneranno a scrivere più rapidamente^^’’’….
*** Love Story -7 di ? -
di Tesla
‘LE PENE DEGLI UOMINI SAREBBERO MINORI SE ESSI, E SOLO DIO SA PERCHÉ SONO FATTI COSÌ, NON FACESSERO RICORSO A TUTTA LA LORO IMMAGINAZIONE PER RIEVOCARE IL MALE PASSATO, AL POSTO DI ACCETTARE UN TRANQUILLO PRESENTE.’
(I dolori del giovane Werther)
***
CAPITOLO 7: NEL CALDERONE DEI RICORDI, SECONDA PARTE
Apre gli occhi di scatto, e c'è il buio, intorno a lui. E nel buio, qualcuno avanzava, e allungava la mano verso te, e rideva, Billy, rideva tanto forte da farti piangere… …perché ogni singhiozzo divertito è una ferita che si apre sul tuo corpo. ...È una Tuborg che ti entra in culo con un movimento particolarmente divertente. Che buffo, il nostro Billy, guardatelo, guardatelo come è esilarante, mentre singhiozza come una checca isterica contro il cofano di un'auto… Povero, stupido, disgustoso… …essere. Billy, Billy, non si fa così, Billy. I maschi non piangono per così poco. I veri uomini non piangono mai. Ma tu hai pianto, cazzo, non fai altro da tutta una vita, sempre lì con il moccichino al naso, come un poppante che non sa fare se non quattro passi sulle zampe come un cane, frignando, e Dio, cazzo, li odio quelli come te, lo sai? Odio quelle mignotte con la barba finta di madre natura che ridacchiano, che danno il culo al primo coglione che passa… Quante volte te l'ho detto, Billy? Quante volte te l'ho detto cosa faccio io a quegli animali, quei froci disgustosi, Billy, il disgusto, la vergogna, per quelli come te, e la pietà, per quelli come ME! Quante volte lo hai fatto, Billy? Quante volte te lo sei fatto ficcare fino a dentro, e quanto hai goduto, come un cane, come il maiale che sei… Mentre io uscivo fuori a lavorare, per mantenerti in vita, mentre io ti crescevo, e ti educavo.. tu come mi ripaghi? È vergogna, quello che sei, è disgusto, è orrore, è oscenità, è la maledizione della tua nascita che ricade su di me, perché io ti ho fatto, io ti ho cresciuto, e sei venuto tu, che sputtani il mio onore e la mia dignità con l'aborto della tua presenza… Orrore, orrore, orrore… …Billy… Cosa vedi in quelle ombre, Billy? Cosa vedi, se non Danny? Cosa vedi, se non tuo padre? Cosa vedi, se non l'uomo nero che avanza, e allunga una mano verso te, ed è pronto, Billy, pronto a prenderti, pronto ad afferrarti, Billy, Billy , Billy…
…avanza…
(va tutto bene, Billy, va tutto bene… shhhhh, tutto bene)
Anche nel buio riesci a sentire la sua voce, e più che reale è solo ricordo di un sogno bellissimo di cui non hai memoria, ma è lì, con te, aleggia come scudo che protegge dal male… e ricordi il conforto del calore del suo abbraccio, e le sua mani sulle tue spalle, e il battito del suo cuore contro il tuo petto, le sue lunghe dita callose, eppure così morbide, che ti accarezzano i capelli, mentre una voce bisbiglia nell'aria, e come sempre, e come sarà, tutto bene. Tutto bene. Prima o poi finirà, Billy. Ogni incubo finisce. Te lo giuro, Billy, te lo giuro.
C'è il buio, e ci sono le ombre, ma Billy non sa più se avere paura o no, non lo sa …. Non sa se ha da temerle, quelle ombre, o forse solo osservarle un po' meglio… e vedere, guarda, sì, come piano gli occhi bianchi dell'uomo nero in fondo alla stanza non sono che un arco di luce divelto dalle ombre… l'oscurità sfuma in semplici sogni, e i sogni, lo sai Billy, i sogni non sono nulla, se non una semplice parvenza degli incubi della realtà. I sogni sono cose morte che aspettano il buio per rivivere. Non possono toccarti, non possono sfiorarti, non possono fare nulla. Nulla, Billy, nulla. Danny è lontano, Billy. Tuo padre è lontano. Il mostro oscuro, Billy, non esiste. È arrivato il momento, Billy. Alzati, vai di là, in salone. Vai, Billy. Va' da Eddy.
***
Brucia ancora un po', ma ignora il dolore, e si siede. La pasta è fumante, e l'odore del pomodoro appena scottato gli ricorda che è da parecchio che non mangia. Il dolore per il momento può aspettare. Il dolore passerà, passa sempre, ormai lo sa, lo conosce bene. E allora ignoralo per il momento, Eddy. Ignoralo, e forse si convincerà lui stesso di non esistere. A volte funziona, non è così? A volte basta chiudere gli occhi e scrollare la testa, come per scacciare via le gocce di pioggia che pendono dalle ciglia. A volte, Eddy, sì, a volte funziona. Vale sempre tentare, forza, coraggio. Pensa alla tua pasta e pomodoro, al tuo stomaco. Pensa a Billy. Mangia e pensa a lui, e sarai in paradiso. La luce non è accesa, mangi quasi al buio, illuminato solo da un paio di candele a centro tavola. Ti rilassa stare così. Sembra quasi che il buio inghiotta tutte le brutture del mondo, o forse le offusca per pochi minuti, le cancella per un po', e puoi dimenticare tutte le sofferenze e il dolore, cancelli tutto e non pensi più a niente… sei solo, nessun cliente da vedere, da servire… guarda, Eddy, il buio li ha ingoiati fitti fitti, uno dietro l'altro. Che bello, Eddy… Eddy, e solo Eddy. Forse c'è un uomo nero anche per chi servi tutti i giorni. Non per tutti, ma per i più malvagi. Quelli che ti lasciano solo sotto la pioggia, schizzandoti contro la ghiaia delle ruote. Quelli che non ti feriscono per inesperienza, ma per ridere un po'… C'è tanta gente solo a questo mondo, ed Eddy è il loro omino dei sogni. Ma l'omino dei sogni è un omino mortale. È mortale, Eddy, ricordalo. Respira, si nutre, cresce, forse si riproduce. E poi muore. Sempre. Ricordalo, Eddy, ricordalo tu per tutti quelli che non lo fanno: sei mortale, E. J.. Come gli altri, anche tu puoi morire.
La porta si apre, e Billy entra in salone. Rimane un po' spiazzato dall'assenza di luce elettrica, nota Amyrot seduto a tavola a mangiare, e abbozza una smorfia simile a un sorriso. - Cos'è, ho interrotto una messa nera? E.J. sghignazza . - E io che avevo appena nascosto il neonato da sacrificare … Sorride, ed è un bel sorriso, nota Billy, uno di quelli che scalda il cuore, che lo tranquillizza. Non ha mai visto nessun sorriso così, non rivolto a lui, solo per lui… ma in fondo non ha mai conosciuto nessuno come Eddy, e non sa se è una cosa buona o brutta… Ma forse non è il momento di pensarci, non credi, Billy? Forse è il momento di rubare qualche maccherone a E.J., e respirare un po' d'aria, lontano da incubi e da Adam Abbot fatti d’ombra. - Fame?- domanda Eddy, ed indica il piatto coperto dall'altra parte del tavolo. Billy avanza e si siede, annusa la pasta con aria beata. Si riempie i polmoni con l'odore del pomodoro fresco. Buonissimo. Sorride ad E.J.. - Grazie. Eddy fa spallucce. - Per così poco. Billy lo guarda a lungo, ma non è uno sguardo che da fastidio ad E.J.. - Non dirlo più- dice Billy serio. - Cosa? - Questo. Non dire più " per così poco", non con me. Non eri tenuto a farlo. - Billy Boy, ti ho solo fatto un piatto di pasta… - Hai fatto più di questo. - Forse. O forse no. - Ma… - MA…- lo interrompe Eddy,- se vuoi proprio ringraziarmi, non dire 'grazie'…
(lo sapevo, lo sapevo… vediamo cosa chiede adesso il nostro Eddy… cosa chiede, forse un pompino fatto bene, tn no, Bill? Un pompino fatto bene, sì, bene bene, l'hai fatto da poco, dovresti ricordare come si fa…)
- … sorridi.
Hai il cuore stretto, e non sai spiegartelo, Billy. Hai il cuore stretto, come se una mano lo afferrasse, nel tuo petto, ed è strano, oh, così strano, perché fa un po' male, ma è anche tanto bello. Non sai spiegarti cosa sia, non lo sai. È la prima volta, Billy, e non lo sai. Speri sia una cosa buona. Lo speri davvero, perché ti fa sentire meno sporco. Dopo tanto tempo, Billy, ti fa sentire bene. - Ok - dici, e poi sorridi. E forse, Billy, per la prima volta dopo tanto tempo, questo è un sorriso vero. È nel riflesso degli occhi di Eddy che sai che è così.
***
In questo momento, Billy è 'DA PHIL', pulisce il tavolo davanti a lui, coperto da molliche di hot dog e schizzi di Coca Cola. In questo momento, Billy sorride, perché sta pensando ad Eddy James Amyrot. Sta pensando a Eddy. Non sa perché, ma pensare a lui lo fa sentire sereno, tranquillo. Gratta via i cerchi lucidi di bibite versate, e ripensa alla sera prima, quando Eddy lo ha accompagnato nella sua camera e ha acceso la luce. 'Volevo sapere se c'era un modo per insonorizzare la stanza', aveva chiesto, e più che una domanda era stata una richiesta di aiuto, perché lui sente, sente tutto… sente il corpo di Eddy spinto a ritmo regolare contro il materasso, lo sente gemere, lo sente invocare un nome, ogni volta diverso, ogni volta nuovo, un nome fornito di abbastanza soldi per poter avere un orgasmo e un po' di calore… E.J. ha spinto un semplice interruttore, e la richiesta è stata esaudita, la magia compiuta, non magari in maniera impeccabile, ma la cosa più vicina alla funzionalità voluta a cui potessero arrivare. Accanto alla scrivania, contro il muro, l'impianto stereo del salone e un paio di grosse cuffie nere. Eddy le ha portate lì per lui. Se non puoi cancellare un rumore, assordalo. Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, sovrastalo. Se non ce la fai a combattere da solo, Billy, chiama aiuto, e qualcuno verrà. Tu non sei più solo, Billy. Non lo sei più. Ora c'è Eddy. Eddy. Riporta per un secondo l'immagine del viso di Amyrot in mente, i suoi occhi grigi e socchiusi dalla tenerezza, e di nuovo accade, di nuovo quella fitta al cuore, gli addominali si irrigidiscono, il respiro si mozza. Non può fare a meno di sorridere in silenzio. Sai cosa significa questo, vero, Billy? Non lo hai mai provato così intenso in passato, ma credi di intuire cosa sia? Lo sai? Forza, Billy, non è difficile, non sono molte le ragioni per una reazione fisica del genere. Credevi di provare qualcosa di simile per Danny Lee, ma qui è tutto diverso. ORA è tutto diverso, è più intenso, più intossicante… …e poi c'è quell'altra cosa. Ogni volta che vedevi quel maiale di Lee, il tuo sesso si risvegliava, in una reazione puramente fisica. Quando pensi ad Eddy, ora, è il tuo cuore che si gonfia, in un guizzo nel petto, ed è come se respirassi attraverso lui, detta il ritmo, polmoni e aria mimano un atto sessuale fatto di incorporeità che cancella ogni sicurezza dalla tua mente. Non sei più certo di cosa sai fare. Non sei più sicuro in cosa tu sia INCAPACE. Perché? O perché NO? Chi ti impedisce di fare qualcosa, se non conosci i limiti delle tue possibilità, Billy? Quale forza impedisce al tuo dito di indicarti, hai la certezza che ne esista qualcuna? Dimmi, Billy, cosa pensi. Dimmi, Billy, cosa provi. Dimmi, Billy, se sei felice.
(non potrai mai, lo sai. Mai, per uno come te)
È accanto alle porte della cucina, sta passando le ordinazioni a Sonia, quando arriva, è il pensiero di un attimo, offusca tutto. Si chiede da dove venga, il perché all'improvviso… … e poi lo sente, ancora prima che la porta si apra, che la maniglia giri. Il brivido. Freddo.
(freddo dell'aria, il vento tira, ma non hai stoffa con cui coprirti, bloccato, e il suo corpo contro il tuo.)
Dolore.
(è il vetro che entra, ghiacciato, liscio, strofina contro le sue pareti, e si sente strappare, in due, oddio, qualcuno lo fermi, qualcuno lo fermi)
Disperazione.
(è qui, lui è qui, è tornato, e questa volta non mi rialzerò, non mi rialzerò, oddio, oddio, questa volta no, questa volta…)
La maniglia si abbassa, la porta si apre. L'attimo dopo, sorridente, Danny Lee entra nel locale.
A Billy serve solo un secondo per reagire. Lascia cadere penna e blocchetto a terra, spinge bruscamente via Sonia dalla porta e core verso l'uscita posteriore. Phil lo vede schizzare via, cerca di richiamarlo, e poi vede il suo sguardo e le parole gli muoiono sul nascere. Gli occhi azzurri di Billy sporgono come attaccati all'amo di una lenza invisibile che li tira a sé. La pupilla è piccola, l'iride spiritata. La pelle ha il colore e la compattezza della sabbia del deserto. Phil vede questo, per un attimo e solo per un attimo, perché è questo tutto il tempo che il cervello di Billy gli concede, prima di spegnersi e urlare di fuggire. Billy corre via, corre nell'unico posto sicuro. Questo posto non è casa sua. Questo posto si chiama Eddy.
*** Stai ancora tremando, stai ancora correndo, quando con mani febbricitanti cerchi di inserire una chiave tremolante nella serratura. Continui a voltarti indietro, aspetti i suoi passi dietro di te, il rumore dei suoi anfibi sopra la ghiaia scricchiolante, e il suo alito smuovere la peluria sulla tua nuca, polvere di succhi intestinali misti a birra e a gomme rancide alla fragola . Gratta con la punta dorata della chiave i bordi della serratura, ma non riesce ad infilarla, le mani sono scosse da tremiti, il Parkinson del terrore, i pensieri che arrivano, e sfrecciano via, sono più veloci di Billy, e l'unica cosa che può sentire sono le loro urla, quelle le sente, sì, rimbombare in echi nel suo cervello, ed ogni grido è una parola, un'invocazione. È una richiesta d'aiuto, di spegnere le luci e fermare il tempo. Danny Lee sta arrivando, e questa volta non si fermerà. No, questa volta no. Che sia di carne o solo d'ombra, non si fermerà mai. Mai, Billy, mai.
Non è ancora riuscito ad aprire la porta, quando sente la serratura scattare, e per la seconda volta in pochi minuti, sente qualcosa, ancora prima di vedere… un'orrenda sensazione, un cazzotto di pane morbido nello stomaco.
(come lui, come lui, o mio Dio, come lui)
È il presentimento solo di un attimo, poi la porta si apre, ne esce fuori un signore sui quarantacinque anni con i capelli color carota, una polo beige della LaCoste e una copia de ' Lo Hobbit' sotto il braccio. Lancia un'occhiata distratta a Billy e si allontana fischiettando. Per qualche secondo… Dio, che idiota, per qualche secondo aveva pensato fosse … …Danny Lee. Danny Lee nella sua nuova casa, Danny Lee che lo ha inseguito fino a lì, per punirlo, hai fatto qualche altra marachella, mio piccolo Billy, devi essere punito. E io so cos'è che ti fa più male. Ora lo so. Quello che inizia ad essere il tuo punto debole, e il tuo massimo punto di forza.
(Vuoi saperla una cosa, Billy?)
Ma non può essere lui, ha corso come un pazzo, si è lasciato Lee alle spalle
(Anche Eddy è stato cattivo ),
non può essere stato più veloce di lui, non può aver fatto ciò che teme…
(Ho dovuto punire anche lui.),
Non può…
(L'ho punito, Billy, l'ho punito.)
E allora perché questa sensazione?
(Io punisco sempre i bimbi cattivi, lo devo fare quando sbagliano, Billy)
Perché ha così tanta paura, e non per sé?
(Bisogna farlo sempre, perché sono un po' stupidi, )
Danny non conosce Eddy, non può avergli fatto male.
(e non sempre capiscono al primo tentativo.)
Ma, Billy, non c'è solo lui.
(Spesso, non capiscono mai. )
Il mondo è pieno di Danny Lee, di animali dal volto umano.
(È per questo che esiste la punizione, Billy.)
Corri, Billy.
(È per questo che esisto io.)
Corri.
Billy sale le scale tre gradini alla volta, apre rapidamente la porta di casa, accende la luce, si guarda a destra, sinistra, Eddy non c'è, Eddy non c'è.
(magari è fuori a lavorare, e quel tizio veniva da un altro appartamento, magari…)
E allora perché questa sensazione, e il terrore… perché trema ancora, ma stringe i pugni e digrigna i denti, e osserva, osserva tutto. …Ma non è con gli occhi che prima lo raggiungi, Billy. È con le orecchie. Eddy James, forte, nel bagno. Piange.
Sono singhiozzi serrati e mal soffocati contro un braccio, rantoli di dolore, scroscio d'acqua. Sono singhiozzi, Billy. I SUOI singhiozzi. Lo senti, ed è come morire un po' dentro. Hai paura, ed è una paura diversa. Nella tua mente, una sola cosa, ora. Fa che stia bene. - Eddy!- chiami oltre la porta chiusa, e la tua voce trema leggermente, ma non è debole. Non sai perché, non sai spiegartelo, ma non la senti debole. Non è il momento, questo, di sentirsi deboli. Non pensare, Billy. Agisci. Sente oltre la porta verniciata di bianco un altro singhiozzo soffocato, poi la sua voce. - Va via, Billy.
(va via, va via, neanche lui ti vuole, neanche lui)
- No, non me ne vado, Eddy. Sto entrando.
(Ma non senti, non lo senti? Non ti vuole, va via, ha detto, va via, lui no, via da lui no)
E.J. è inginocchiato nella vasca, immerso fino alla vita in acqua fumante, i gomiti appoggiati lì dove una volta Billy si era seduto e lo aveva abbracciato. Gli occhi sono rossi e gonfi dal pianto, le guance bagnate di lacrime. Il grigio delle iridi, in quella devastazione, ha assunto una tinta leggermente rosata. - Va via, Billy- gracchia ancora, ed è spento, e il suo viso, è quello, sì, sembra urlare ' vattene, non vedermi così'. Billy rimane un attimo sovrastato dalla disperazione di quello sguardo. Cerca di sovrapporre l'immagine del ragazzo sorridente della sera prima a quello che piange ora immerso nella vasca, e si chiede:' è veramente lui?' Sì, lo è, Billy. È sempre Eddy, l'omino dei sogni di quell'angolo di città. È sempre Eddy James Amyrot, che ti ha accolto in casa. È sempre E.J. dalla bocca e mano fatata. È sempre e solo un ragazzo di ventun anni. È Eddy, e ha bisogno di te.
Billy si avvicina, E.J. fa per alzarsi, le ginocchia cedono, ma non cade, non sbatte, perché Billy è al suo fianco, lo sorregge. Eddy è più alto e robusto di te, ma tu non sei uno stelo di grano privo di forze. Non hai il corpo dorato e striminzito che hai visto riflesso nel campanello di casa Lee… non sei solo un indice enorme, hai muscoli sviluppati nelle braccia, hai muscoli nelle gambe, e non sarai un campione di pesi massimi, ma hai abbastanza fibre muscolari per sollevare Eddy e portarlo attraverso i pochi metri che vi separano da camera sua. Ma non c'è bisogno di prenderlo in braccio, E.J. si regge al piccolo Billy e cammina verso il suo letto, ed è bagnato, e nudo, e si copre istintivamente l'inguine con la mano libera. - Che vuoi che importi ora, Eddy? Usala per sorreggerti meglio a me. Ce la faccio, non avere paura. No, non avere paura, mio piccolo Eddy James, non temere più nulla, perché io non ne ho. L'uomo-nuvola è diventato tempesta, e ti sorregge senza timore e senza debolezza. Senza disgusto. Dove è finito in questo momento l'omino dei sogni? Chi sei tu, se non Eddy e solo Eddy? Amyrot àncora anche l'altro braccio alla sua spalla, lascia il suo corpo nudo esposto, e Billy lo vede, i muscoli del petto umido d'acqua che sa di lacrime, gli addominali tremanti, la pallida forma del suo pene tra le gambe, coperte da una leggera peluria. Sente le guance diventare calde, e spera nell'oscurità per nascondere l'imbarazzo. Non è proprio questo il momento di notare certe cose.
Ancor prima che veda il modo in cui Eddy cerca di sedersi, Billy ha già scoperto tutto. Sa cos'è successo in quella casa. Sa cosa ha subito E.J.. Lo sa perfettamente. Sa perfettamente cosa significa quel filo di sangue che cola lungo l'interno coscia. Merda, se lo sa. Lo aiuta a distendersi a pancia in giù
(e vede tutto, la sua schiena ampia, la spina dorsale appena accennata, il suo sedere arrossato e sanguinante),
lo copre con una coperta, mentre Eddy continua a singhiozzare, ora in silenzio. Si siede accanto a lui e gli accarezza dolcemente i capelli, il cuore stretto e chiuso, e fa male, fa tanto male. Eddy si copre gli occhi con un pugno, non lo guarda. Billy sa cosa fare, lo ricorda ancora, non è passato tanto tempo… non passerà mai abbastanza tempo, mai sufficiente a dimenticare. - Eddy, dov'è l'antisettico? - Cos… - Dov'è l'antisettico? Dobbiamo disinfettare la ferita… - NO… - scatta E.J., affonda il viso nel cuscino, -faccio io, lasciami solo. - Eddy, non puoi, dobbiamo… - Non è la prima volta che succede- urla, - ce la faccio anche da solo, ora vattene, non fa male, vattene. - Fa male, Eddy, lo so. - No, vattene- singhiozza E.J., -ti prego, Billy, va tutto bene, ora… - Lo so che fa male- mormora Billy a bassa voce, e c'è qualcosa in quella parole che blocca il cuore di Eddy James. - Lo so benissimo. Amyrot lascia la presa sul cuscino e volge il viso verso Billy. In silenzio, le guance coperte da serpenti di lacrima, cerca una smentita al dubbio terribile che lo ha assalito. Guarda Billy, guarda le mani di Billy, che tremano leggermente contro la sua spalla, e può sembrare debolezza, ma non lo è, no. Billy Abbot è forte come non mai, in quel momento, lo guarda dritto negli occhi, ed è bello, biondo e pallido nell'oscurità della stanza, gli occhi azzurri incatenano i suoi, e si fidano, e sembrano bisbigliare dolci carezze che cancellano piano piano il dolore.
È in questo momento che Eddy intuisce che, forse, ciò che prova per Billy è amore.
Sente il cuore tremare e le guance infuocate, ma la sua mano è ferma e delicata, mentre tampona con un batuffolo imbevuto di disinfettante l'ano di E.J. e applica un po' di crema nelle vicinanze… non riesce ad andare oltre, il coraggio vacilla e cede posto all'imbarazzo, bisbiglia un : " forse è meglio che qui faccia tu" e distoglie lo sguardo, e cerca di ignorare il rumore dei polpastrelli di Eddy intinti di crema contro carne così calda e morbida. Di nuovo, gli rimbocca le coperte e chiude a doppia mandata la porta dell'appartamento, stacca campanello e telefono, ora Eddy deve solo riposare. Gli prepara del brodo caldo e una tazza di camomilla, ma quando entra in camera, E.J. dorme. Posa il vassoio sul comodino, osserva qualche istante la forma infagottata sotto le coperte, poi se ne va. È sulla soglia, quando la voce di Eddy lo richiama. - Quando sei caduto nel lago, la sera che ci siamo incontrati… era per questo? Billy rimane un attimo in silenzio, cerca una risposta dentro di sé, ma non alla domanda che gli è stata appena fatta. Riflette un attimo, poi la replica interna deve soddisfarlo, perché bisbiglia : - Sì. Un altro bisbiglio nell'aria, questa volta da Eddy. - Il suo nome. Cosa devi fare, Billy? Pausa più lunga. Poi: - Lee. Si chiama Danny Lee. - Buonanotte, Billy Boy. Grazie. - 'Notte, Eddy. Si volta un'ultima volta verso la sagoma di E.J., e sembra piccolo e soffice sotto le coperte, illuminato appena appena dai raggi della luna.
(puoi fidarti di lui, Billy?)
È in questo momento che Billy intuisce che, forse, ciò che prova per Eddy è più che amicizia.
***
Sono passati tre giorni da quando Billy Abbot ha preparato del brodo e una camomilla ad Eddy James Amyrot. Ora E.J. non è più a letto, è un ragazzo forte, si riprende facilmente dai dolori della vita, sai come fare, Eddy, lo hai sempre saputo, scuoti la testa e ignora il dolore, forse se ne andrà via da solo. Ha passato tre giorni così, ora non soffre più. Per ogni cosa ci vuole del tempo, così ripeteva sempre sua madre. Ci vuole tempo, Eddy, per cancellare le ferite. E dove non arriva il tempo, puoi arrivarci tu. Oltrepassa il cancello di una villetta a schiera con assi riverniciate di bianco. Posa il dito su un campanello dorato sotto una targhetta con un cognome. Oltre le mura, sente un trillo stridulo che richiama uno dei padroni di casa. Dopo pochi istanti, apre un ragazzo massiccio dall'aria assonnata. - Sì? - Ciao, - domanda Eddy con un sorriso mellifluo sulle labbra,-tu sei Danny? Il figlio dei Lee lo osserva distrattamente, intontito ancora dal sonno. - Sì. E tu chi cazzo sei? - Chiamami pure la tua Fatina dei Dentini- risponde Eddy, e un ghigno si spacca tra le sue labbra.
***
Billy si è preso qualche giorno di ferie. Non è ancora tornato a lavoro, e sta pulendo la cucina di casa quando sente il rumore inconfondibile dei passi di Eddy oltre la porta, poi il rumore delle chiavi, la porte che si apre e chiude, in sottofondo a passi leggermente strascicati. Dopo pochi istanti, Billy vede Eddy, un grosso livido violaceo sul mento, una ferita al sopracciglio e la camicia stropicciata. Ha una mano stretta in un pugno, e cola gocce di sangue grosse quanto monetine di rame sul pavimento. - Eddy!- urla preoccupato e corre verso di lui, gli occhi spalancati, le guance pallide come dischi lunari.- Che diavolo è successo, Eddy? E.J. non risponde. Prende la mano di Billy, ne apre il palmo e porta la mano sporca di sangue sulla sua. Ne lascia cadere piccole perle pesanti e irregolari, insanguinate. - Questo è un regalo di Danny Lee- ghigna Eddy, e Billy abbassa gli occhi, e merda, quelli che ha in mano non sono perle. Sono denti. Riconosce un canino e quattro incisivi. Spalanca ancora di più gli occhi e sfreccia lo sguardo verso il sorriso di Eddy, che è integro, e scintillante, e dolce come sempre. - Quel porco non ti darà più fastidio, Billy Boy- bisbiglia, e poi si dirige fischiettando serenamente verso il bagno. Billy continua a guardare i denti di Danny rotolare incerti nel palmo tremante.
(quel porco non ti darà più fastidio)
(quel porco)
(non più)
(mai più fastidio)
Billy vede il sangue coagularsi come inchiostro di china lungo la linea della vita e sulle altre pieghe della mano. Vede i denti brillare di sangue. Vede il ghigno di Danny Lee mentre lo puniva per essere stato un bimbo cattivo. Billy scivola a terra, e continua a fissarli. Gli scappa un sbuffo, poi un risolino. Ripensa al sorriso di Danny, e ai morsi sul suo collo che chiamava succhiotti. Ripensa… a tutto l'incubo che ha vissuto, e a come è iniziato, se non che con quel sorriso che sembrava tanto da bravo ragazzo. Osserva ancora per un secondo i denti nell'incavo della mano, e poi scoppia a ridere rumorosamente, una risata isterica che si mischia a lacrime di sollievo, e a una sensazione di pace che non lo sfiorava da tempo. Ride, e ride tanto, e ride a lungo, si tiene la pancia con le braccia per paura che scoppi, e strizza gli occhi, e ride, ride ancora. Quando le risa piano piano finiscono, ripensa al livido e alla ferita di Eddy. Ripensa al volto di Eddy.
(Quel porco non ti darà più fastidio)
Ancora una volta, sente tanto caldo dentro, e non sa dare un nome a ciò che prova.
***
Ora Billy è nella vasca, e si strofina forte la pelle con la spugna, cancella via le impronte di Danny dal proprio corpo, via per sempre, perché mai più torneranno. L'aria è piena di vapore, lo intossica e gli solletica il naso, e lui continua a ridacchiare, incapace di fermarsi. Quei pochi denti non potranno mai cancellare dalla sua memoria il cofano freddo della macchina e il pene di Lee nel suo culo che si agitava con una Tuborg dal collo gelido. Neanche… Dio, neanche la morte di quel porco avrebbe potuto cancellare quella… cosa. Lo detesta ancora, lo odia con tutto se stesso, anzi, forse lo odia soprattutto adesso, come se quei denti avessero aperto qualcosa in lui che era stato gettato in un angolo buio… Lo odia ancora di più, perché ora sa, sì, sa che non si meritava quello che è successo. Non era un discolo da punire. Non era un bimbo cattivo. Era solo Billy, la cui unica colpa è stata quella di prendersi una cotta per la persona sbagliata. Eddy lo sapeva. Eddy lo ha liberato. Eddy, che finalmente gli ha permesso di odiare qualcuno che non sia se stesso. Eddy, che così bene riesce a leggere in lui.
La porta del bagno si apre di scatto, E.J. entra, lo vede, spalanca gli occhi imbarazzato e volge subito lo sguardo verso il salone. - Oddio, scusa, non pensavo ci fossi tu… Fa per richiudere la porta, ma Billy, la voce di Billy, lo ferma. - Eddy? - Sì? - Grazie. Anche se di spalle, Billy sa che ora E.J. sta sorridendo. Eddy si mette una mano sugli occhi e si volta verso di lui: - Non sto guardando…- ridacchia, e avanza a tentoni verso la vasca. Il dubbio di un attimo
(vuole una ricompensa, vuole scopare, anche lui, come gli altri),
ma lo cancella via immediatamente. Non è quello che si merita Eddy, no davvero, dopo tutto quello che ha fatto per lui .
E.J. sente sotto le dita le ciocche dei capelli di Billy, sposta la mano dietro la nuca sottile, si china e deposita un bacio sulla fronte. Fa per ritirarsi, poi ci ripensa, e posa nuovamente le sue labbra in cima alla testa, là dove i bambini hanno la piccola fessura del teschio chiamato fontanella. Eddy spera con tutte le sue forze che ci sia ancora un piccolo forellino per fare entrare più rapidamente tutto l'affetto
(amore)
che prova per Billy. Che lo scaldi un po', che lo rassereni. Non sei solo in questo mondo, Billy Boy. Ci sono anch’io con te.
***
Eddy bussa alla sua porta, attende un 'avanti' mormorato a soffio lieve, entra. È andato da Billy per chiedere cosa vuole per cena, ma lo trova steso a letto, al buio. Eddy riesce a vedere i contorni dell'altro solo dalla luce in salone. - Ehi, Billy? - Dimmi. Ancora un soffio, a malapena l'aria di un respiro stentato. - Che vuoi per cena? - Non ho fame, grazie. Vorrei solo dormire un po'… Eddy si avvicina, preoccupato. - Ti senti bene? Sente Billy trattenere il respiro nel buio. - Sì. E.J. si siede sul letto, accanto a Billy. - Sicuro non vuoi nulla? Silenzio, poi vede il ragazzo accanto a lui mettersi a sedere sul materasso, e la voce di Billy Abbot trema nell'ombra in cui si nasconde. - Eddy… posso… - Cosa?- domanda dolce. - P-posso fare una cosa senza che ti arrabbi? La sua voce trema, paura, e dubbio, e qualcosa che fa smuovere le viscere di Eddy e le inonda di calore. E.J. non risponde a parole, fa segno di sì col capo, sa che Billy può vederlo. Rimangono qualche istante immobili, avvolti solo dal soffiare lieve dei loro respiri. Poi un fruscio, un corpo che si china in avanti, e, nel buio, il tocco morbido e caldo delle labbra di Billy contro le sue. È il tocco di un attimo, poi Billy si scosta leggermente, gli sfiora la guancia con il naso, e il suo alito è caldo, e sa di buono. Eddy ha il fiato mozzo in petto, e trema. Ha perso la verginità a sedici anni, ma mai, mai in vita sua ha provato il calore che gli invade il corpo adesso, un languore che gli strizza l'inguine e lo stomaco in una dolcissima tortura. Sente Billy davanti a lui osservarlo nel buio. Trema, anche lui. Ha il respiro rotto e soffocato, simile a sottili sibili. Questa volta è Eddy che fa la prima mossa, si avvicina lentamente, Billy gli va incontro, le loro labbra si toccano dolcemente, e a lungo. Sono baci impacciati, tremanti, e carichi di qualcosa, Dio, di così tanto… affetto, dolcezza. Di così tanta speranza… Come può un bacio riscaldare così tanto? Come può… come può farti sentire così… libero? Come puoi amare, con un unico bacio? Le loro labbra si allontanano, i loro occhi si osservano ancora increduli, i respiri tremolanti solleticano il viso dell'altro. Eddy gli accarezza i capelli, la guancia, insicuro, incerto… c'è il terrore di sbagliare, e il terrore di scoprirsi ad amare troppo, amare Billy tanto intensamente da mettersi a piangere. Billy, il suo Billy. Billy accarezza la mano che lo sfiora e ne bacia dolcemente, così… sì, dolcemente… il palmo. Eddy lo stringe forte a sé, e Billy affonda il viso arrossato contro l'incavo del collo. Fa fatica a respirare e ha la testa ancora confusa di sentimenti che non riesce a comprendere bene, ma ricambia la stretta di E.J. e chiude gli occhi. Che importa chi sei, che importa cosa pensi di provare o hai paura di capire? Che importanza hanno l'ignoranza o la conoscenza, nell'abbraccio caldo di Eddy James? Chiudi gli occhi, Billy… …chiudi gli occhi… …e semplicemente… …ama.
Fine di questo capitolo^_______^!!!!!!! Ma perché non mi piace manco questoç_______ç? Evitate pomodori e maledizioni Cruciatus, mi basta già leggere sta cosa per sentirmi male… Ninnichan perdonami, ;___;, io volevo fare davvero qualcosa che ti potesse piacereç________ç… almeno il capitolo è lungo^^’’’… AUGURISSIMI ANCORA, TI VOGLIO BENE!!!!!!!!
E voi, gente, COMMENTAAAAAAATE^_^!!!!!!!!!!!!!!!
Per i commenti delle anime pie, a tesla_vampire@mns.com ... ^___^ grazie!!!
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