DISCLAIMERS: teoricamente questi fanciulli apparterrebbero a me… ç_ç perciò ubbiditemi, cattivoni!!! Ogni tanto, almeno!!

DEDICHE: fic interamente dedicata per la mia figliola Kia, sperando di placarne l’ira funesta^^’… Kia, cara, la mamma ti vuole bene, lo sai, no? Tanto tanto, perciò non ucciderla…^^….

 UN GRAZIE SPECIALE: alla mia sorellina Urd, piccola mia, che  sta uscendo da un brutto periodo… sori, ti voglio un bene dell’anima!!!!

 A Niane, Ise, Soffio, Nipo Rei e Shun, per il loro incoraggiamento… spero di non essermi scordata nessuno^^… voglio tanto bene anche a voi, tesore!!!!!!

 A quella grandissima donna di Ria, la nostra webmom dalla pazienza senza confini.

 E infine al mio shorm Ta-chan, la mia migliore amica, santa innalzata al cielo dopo 6 anni di amicizia… complimenti per la pazienza, tesoro^_^!!! Ti voglio bene, ma qst lo sai già^_^... ma che te ne voglio con tutto il mio cuore lo sapevi^_^?

 

NOTA BENE: L’AUTRICE NON È UN TIRO A SEGNO, PERCIÒ EVITATE DI LANCIARLE CONTRO MANNAIE O ALTRI OGGETTI AFFILATI AL TERMINE DELLA LETTURA!!!^^’’’’’

 

 


Love Story

- 4 di ? -

 

di Tesla

 

 

“OVUNQUE ANDIAMO,

CI ATTENDE SEMPRE UN

CAMPO DI BATTAGLIA”

( Berserk)

  

 

 ***

 

CAPITOLO 4: PAURA

 

Incominciare non è mai facile, non è così?

Iniziare da zero, da soli, senza una base solida che ti protegge dal vuoto abissale davanti a te.

Profondo, triste. Buio.

Hai paura, è normale, normale, Billy, piccolo Billy, chi non ne avrebbe? Chi sfiderebbe l'oscurità dell'ignoto senza un sussulto, senza un battito di ciglia dubbioso?

Ti osservi pensieroso l'indice della mano.

Sottile, scarno, pallido. Sembrerebbe quasi un dito normale, non è così? Sembrerebbe  quasi un dito abbastanza magro da potersi rivolgere anche verso di te.

Cazzate.

Non lo farà mai, non ti farà mai questo piacere, non si muoverà mai da solo, di vita propria. Perché in fondo, Billy, quel dito indice è il TUO fottutissimo dito indice, e non pensa, non piange, non sospira d'amore. Lo capisci, questo? È solo una piccola virgola di carne tesa su ossa, e non sarà mai in grado di muovere un corpo intero, non sarà mai in grado di farti pensare ed agire correttamente, non sarò mai in grado di darti la forza per affrontare la vita, reagire al male che ti attraversa la strada.

Ti affidi ad un dito, credi in lui… così tanto da non avere quasi più la voglia di piangere, di urlare. Ed è triste, lo sai, Billy? Perché quando piangi, quando urli, quando prendi a cazzotti un muro fino a farti sanguinare le nocche, fino a ridurti le mani a brandelli grumosi, vuol dire che ancora non hai ceduto del tutto, che in te c'è abbastanza presenza mentale da spingerti a combattere questo dolore.

Ora invece non c'è nulla. Senti il vuoto dentro, un vuoto  che non vuoi affrontare.

Sbagli, lo sai, Billy?

Sì, lo sai.

Ma accetti lo stesso il tutto. Abbandoni il capo contro le braccia incrociate sul cuscino. Sospiri.

I tuoi occhi sono asciutti.

 

 

La porta è socchiusa, Billy l'ha lasciata così, e dalla piccola fessura, Eddy lo osserva.

Non che sia giusto, spiare una persona, come un ladro, come un assassino, ma non riesce.

È forte, la voglia nel suo cuore. Non voglia sessuale, il suo corpo viene già soddisfatto a sufficienza, anche se non nel  modo corretto, no, no, quello di cui ha bisogno, quello che sente, è diverso.

Billy.

Billy Abbot ha detto di chiamarsi, ed Eddy ha accettato, senza chiedersi chi sia, se quello sia il suo vero nome, se ha problemi, se scappa da qualcosa.

Sente, solamente.

Da quando quel ragazzo spaurito e biondo è entrato nella sua vita, E.J. continua a muoversi in automatico, perché la sua mente è da un'altra parte.

Non pensa.

Non ragiona.

Non dà più consigli dolci ai clienti più giovani ed irruenti….

C'è solo Billy, nella sua testa, Billy Billy Billy, la sua immagine fissa, con lo sguardo perso nel vuoto.

Billy.

È steso a pancia in giù sul letto, il viso nascosto contro le  braccia incrociate sul cuscino.

Eddy annusa in silenzio l'odore della stanza. Fievole, ma già si sente.

Hai dato a Billy quella stanza, ad un affitto misero, e lui ha accettato, ringraziandoti, in silenzio ha aggiustato le sue cose, poche, a dir la verità. E ora vive lì.

Ma Billy non saprà mai ciò che hai fatto. Il vero significato di quel gesto, di quella cessione.

Hai sempre usato quella camera come angolo di paradiso. Accogli parecchi clienti in casa, ti stendi sul letto e loro ti prendono, ti penetrano con i loro peni bianchi da operai, pensionati, studenti o liberi professionisti.  Si agitano un po', e poi ti allagano il corpo di sperma.

Così è sempre stata la tua vita, e così, forse, sempre sarà. Ma non è la cosa peggiore.

È l'odore.

L'odore dei loro corpi, il loro sudore, il loro sperma. Affonda i denti nelle pareti, sui mobili, tra le lenzuola del tuo letto, arranca sul tuo corpo esausto e dolorante, ti insegue tutta la giornata, il loro odore, il loro odore, sempre con te, per non lasciarti mai solo, odore, Dio, odore, neanche quando dormi, dopo la doccia, mentre mangi, mentre ti vesti…

Vivi di sesso e SAI di sesso, e non c'è profumo o deodorante abbastanza forte da coprire quel miscuglio di liquido seminale e urla di godimento che aleggia intorno a te.

Chissà, forse è proprio questo il segreto del tuo successo.

E forse è proprio questo il motivo per cui ti svegli la notte piangendo, rannicchiandoti tra le coperte, bisbigliando tra i singhiozzi "lasciatemi stare, lasciatemi riposare", e la camera sembra invasa dai loro corpi, nudi ed eccitati, volti sfumati nelle ombre che le luci della città fuori dalla finestra gettano sui loro lineamenti inconsistenti.

Le loro voglie, i loro desideri, e ti urlano ANCORA, ANCORA!

Non sono reali, ma non ti lasciano mai da solo. Sono sempre con te. Sempre. Perché tu, Eddy, non ti possa scordare mai di loro, perché tu non ti possa mai lasciare andare a qualche fantasia adolescenziale, in cui sei lontano da qui, e non devi più vendere il tuo corpo, una fantasia in cui finalmente riesci a fare l'amore

 

( amore, amore, non sesso, amore, niente più soldi per accarezzarti, per scoparti, niente più soldi che cambiano di mano, niente più soldi, niente più odore, vi prego, vi prego)

 

con la persona che ami.

 La stanza in cui ora Billy si riposa non è impregnata da nessun aroma, da nessun profumo, ed è stato sempre il tuo rifugio. Lì c'era la pace, lì eri finalmente solo, nessuno ti lanciava sguardi ardenti.

Ogni volta che le tue narici erano sature, ogni volta che scappavi dalla cucina per non strapparti i polmoni

 

( basta, basta, cancellate l'aria, distruggete i miei sensi, vi prego, non ce la faccio più, lasciatemi solo)

 

correvi lì dentro, ed aria asciutta e asettica ti accoglieva. Ti gettavi sul letto ti avvolgevi tra le coperte, e, miracolo!, odoravano solo di stoffa appena cambiata, uscita dalla lavatrice, odoravano di lenzuola vergini mai macchiate di sperma.

Adesso non potrai mai più odorare quella camera e avvertire solo l'aroma di pareti e parquet. Non più.

Non hai più un posto dove nasconderti, dove scappare dal mondo.

O forse, è sbagliato.

Non hai più un posto FISICO in cui rifugiarti.

Però ora c'è lui. Ed ogni volta che aprirai quella porta, lui alzerà lo sguardo, ed incrocerai i suoi occhi, quelle iridi azzurre e viola sfumate.

Forse un giorno sorriderà.

E allora… allora, Eddy, allora… non avrai più voglia di strapparti i polmoni, non avrai più bisogno di scappare, di fuggire.

Quel giorno avrai trovato la piccola porzione di paradiso che a tutti spetta.

La troverai, in te.

Dentro il tuo cuore.

 

 

Billy Abbot torna da lavoro.

Al locale, occhi fissi sul suo corpo, sui riflessi che le luci al neon del locale creano lungo i suoi capelli biondi, sui suoi occhi azzurri…

Hai tremato, ma sei andato avanti, come sempre.

Non puoi permettere che qualcosa ti fermi.

Non puoi permetterti che qualcosa intralci il tuo cammino.

Basta smettere di pensare, facile, no?

Basta smettere di  credere in tutto ciò in cui hai creduto fino a questo momento.

Basta smettere di vivere.

Sono solo sguardi di ragazzine arrapate in piena fase adolescenziale, solo questo, nessuna ti inviterà a fare un giro in macchina, nessuna ti violenterà, nessuna ti abbandonerà sanguinante contro la ghiaia.

Non più.

Certo, fisicamente sei forse superiore, ma a questo punto non si tratta più di un problema muscolare. È la tua testa che non va più, Billy. È il tremare sotto quelle occhiate, sono i brividi che ti scuotono il corpo ogni volta ti addentri in cucina per prendere un paio di birre da servire e vedi un'ombra. Solo un'ombra, semplice oscurità gettata da uno strofinaccio appeso contro la mensola. Solo…

Credo.

Forse no.

In quell'ombra, tu vedi Danny Lee

 

( Billy, Billy, sei stato un bimbo proprio cattivo, e adesso ti devo punire),

 

in quell'ombra, tu vedi tuo padre

 

( Frocio! Pervertito! Mostro!),

 

in quell'ombra, tu vedi i vicini che ti osservano, muti

 

( Guardatelo! Guardatelo! Il figlio della perversione, il corruttore d’anime!!).

 

In quell'ombra, tu vedi l'Uomo Nero pronto a divorarti.

Eppure è solo un'ombra, Billy.

Mio piccolo tesoro, mio piccolo bambino… solo un'ombra.

Non è da lei che ti devi difendere.

Non da lei, Billy.

Non da lei.

 

Billy torna a casa.

Ora, adesso, è davanti alla porta dell'appartamento, le chiavi strette in mano, il portachiavi oscilla silenzioso sotto un alito di vento.

Abbot è immobile.

Ascolta.

Ascolta, Billy.

Dimmi, tu lo senti?

Sai dirmi cosa sia?

 

Nel vicolo dietro casa, Bobby entra dentro Eddy, con forza, ed Eddy trattiene un urlo. Poggia una mano contro il muro per un maggior sostegno, l'altra si aggrappa al collo del suo nuovo cliente.

Bobby deve avere intorno ai cinquantacinque anni, giudica E.J., probabilmente ha un figlio della sua età.  Sa che è sposato, la fede al dito è opaca tra le dita pelose.

Bobby spinge, spinge, spinge. Fa un male cane, Bobby, ed è raro per Eddy, non è un più un innocente giglio di campo, Eddy non è più vergine, ne ha accolta di gente nel suo corpo.

Fa male.

Si morde le labbra per trattenere un altro urlo.

Bobby scende a leccargli un capezzolo, lo succhia, lo ingloba, con un paio di labbra insalivate che ricordano ad Eddy un gommone umido d'acqua dopo una pioggia particolarmente lunga.

Succhia.

Spinge.

Succhia.

Spinge.

Sente l'attrito del pene duro contro i muscoli viscidi del suo ano, è violento, è brusco, fa male, cazzo, fa male…

Altre due spinte e poi un'ultima, così forte che lascia Eddy senza fiato, e poi c'è lo schizzo, ed E.J. sente il corpo infangato di sperma.

L'odore, merda, quell'odore…

Sente il pene di Bobby uscire dal suo corpo, portandosi dietro un filo colloso e sottile di liquido seminale e lubrificante naturale.

Ora da bravo, Eddy, termina il tuo lavoro.

Eddy s’inginocchia, i muscoli tremanti, chiude gli occhi  e inghiotte il sesso ormai floscio del suo cliente. Accarezza i testicoli con una mano, con l'altra avvolge la porzione di pene che non riesce a succhiare, lecca le scie di sperma intorno alla punta, fino alla base pelosa, sente la cappella spingere contro l'interno della sua guancia.

Un'ultima succhiata e rimette nelle mutande il sesso, gli rialza i pantaloni e glieli chiude. Sente il fruscio tipico delle banconote appena estratte dal portafoglio, e subito dopo la loro pressione leggera e ormai nota contro la guancia. Eddy infila i soldi nella tasca posteriore dei jeans a terra e si riveste.

Poi alza gli occhi.

Ed è allora che lo vede.

All'imboccatura del vicolo, Billy.

 

( oddio, no, no, ti prego, tutti, ma lui no…)

 

-          Billy…- bisbiglia Eddy sconvolto, ma Billy non ascolta.

Prima che E. J. possa fare qualcosa, Billy fugge lontano.

 

È tardi, molto tardi.

Billy non conosce l'ora esatta, il suo orologio da polso è nello zaino, ma deve essere comunque tardi. Sì, molto tardi, e la luna è alta nel cielo, d'un grigio spento affumicato dalle nuvole.

Ha corso, per chissà quanto tempo, e poi i muscoli hanno incominciato a gemere, e le vecchie ferite ad urlare, e lentamente quella corsa è invecchiata in una camminata rapida, è morta d’infarto in un lento zoppicare. Fa male, il corpo, ma continua ad avanzare.

Cammina, Billy, e rivede davanti a sé la scena che ha visto, rivede quell'uomo grasso e vecchio dimenarsi contro il corpo di Eddy.

Rivede il corpo arrossato di Eddy, vestito solo di una camicia aperta sul petto.

Risente i gemiti, e il risucchio sonoro del pene del  vecchio.

Risente il respiro affannato.

Risente ogni cosa.

Risente l'oscurità.

Cammina, Billy, cammina.

Ormai sai cosa fare, no?

Ormai sai qual è la tua strada.

Ormai sai, sì, lo sai…

Sai di non saper più nulla.

 

Fa freddo, ha freddo, e Billy si stringe la stoffa del giubbotto contro il corpo, in cerca di un po' di calore.

Scappato, ancora.

Ironico, merda, scappare a distanza di così pochi giorni… quasi dannatamente divertente, se non si sentisse così vuoto dentro.

Così…

… incredibilmente…

…. orribilmente…

…. ironico.

 

( perché scappi, Billy?)

 

Ed è dura, lo so, scappare di luogo in luogo, di casa in casa, in cerca del posto dove stare. Non chiedere troppo, solo un letto in cui riposare, un cuscino in cui affondare il viso, vago surrogato di un abbraccio materno… un tetto sopra la testa, magari, se fosse possibile.

È possibile?

Credi?

Ma non chiedi forse troppo, Billy?

Dove sarà, questo posto, se hai così tanta paura del mondo?

Dove finirai, Billy, sei hai paura che dietro pallide ombre si nasconda l'Uomo Nero?

Billy Billy Billy, piccolo cucciolo disperso nel mondo.

Non puoi scappare sempre, Billy.

Non puoi fuggire senza sosta.

Non puoi.

Hai soli diciassette anni, piccolo mio, ed hai ancora tanta strada da fare. Hai ancora tanto marciapiede da calpestare. Non puoi arrenderti, non puoi sostare.

Billy Billy Billy, mio piccolo tesoro, mia piccola creaturina impaurita.

Pensa, rifletti, scaccia la paura dal tuo cuore, anche se per pochi istanti, anche se per pochi attimi… e rifletti. Non puoi andare avanti così, non ce la farai mai. Non così.

Sì, rifletti.

Tutti abbiamo bisogno di una casa. Tutti. Persino tu, l’anima senza patria.

Devi farcela, Billy, devi trovare il tuo posto, devi trovare la tua casa.

Devi trovare il tuo cuore.

Presto non sarà più il tempo per scappare, Billy, oh, Billy… Presto sarà il tempo di sorridere.

Arriva sempre il tempo per ogni cosa, sempre.

Arriverà anche per questo.

Sì, Billy, sì.

Anche per questo.

 

È tardi, molto tardi, e le palpebre cominciano a crollare dal sonno. Le gambe sono molli, deboli, ma non sa dove andare.

Nessuno che gli apra la porta se bussa e chiede aiuto. Nessuno pronto a sorridergli ed abbracciarlo per consolarlo.

Nessuno.

E l'ora è tarda, e Billy ha  sonno. Non pretende tanto, solo un angolino dove accucciarsi e dormire. Senza incubi, possibilmente, grazie, sarebbe ben accetto.

La sua mente rimane vuota, priva di immagini,  priva di visi.

 

( non hai un posto dove andare?)

 

Nessuno è pronto ad accogliere anche solo per poche ore Billy il mostro, Billy il pervertito,

Billy…

 

( vuoi venire a vivere qui?)

 

Billy, oh, Billy…

mio piccolo…

…tenero….

… solo…

… Billy.

 

È tardi, Billy, trova un posto dove dormire.

 

Billy cammina un altro po', ed intravede la stazione degli autobus, il capolinea. È una semplice scatola di plastica e pietra con qualche panchina dentro, ma basterà per questa notte, pensi.

In fondo va bene qualsiasi cosa, per stanotte, non è così?

Un lampione lì accanto getta un cono di luce pallido sull'asfalto che ora calpesti, ed ora su di te, e sembra quasi il cono di luce dei faretti in un carcere, puntati contro l'evaso che sta tentando la grande evasione.

 Stai evadendo, Billy?

Non so, ma di sicuro scappi.

 

( vuoi venire a vivere qui?)

 

Scappi sempre, ogni volta.

 

( vuoi?)

 

Scappi,

 

( qui, qui)

 

perché forse è l'unica cosa che riesci a fare bene,

 

( non hai una casa?)

 

ed è triste pensarlo, ma sì,

 

( vuoi venire?)

 

è l'unica cosa che hai fatto finora.

 

( da oggi questa è la tua casa)

 

ma non si può scappare per sempre.

Ricorda, Billy.

Non si può.

 

(Vuoi?)

 

Billy si stende tremando su una delle panchine e si stringe le braccia intorno al corpo in  cerca di calore. Nonostante la posizione scomoda e il frinire delle cicale, pochi secondi dopo sta già dormendo.

 

***

 

Qualcuno gli scuote con forza la spalla

 

( È L'UOMO NERO, È L'UOMO NERO, QUALCUNO LO AIUTI, È L’UOMO NERO!)

 

e Billy apre gli occhi . Un uomo in camicia azzurra e pantaloni grigi lo osserva, con aria severa.

-          Eih, ragazzino, se vuoi dormire ci sono gli hotel!

Billy si alza di scatto, porta inconsciamente le ciocche che gli ricadono sul viso dietro le orecchie. La mente non è ancora del tutto lucida.

-          Oh… io… devo essermi addormentato- bisbiglia rosso in faccia dall'imbarazzo. Dalle pareti in plastica lucida intravede il sole che albeggia. Merda, deve aver dormito pochissimo.

-          Questo lo vedo anch'io, ragazzino. Ed ora se non devi prendere l'autobus vedi di sparire.

Abbot fa segno di no con la testa,

 

( non che non lo devo prendere, stupido figlio di puttana)

 

afferra il suo zaino ai piedi della panchina e si allontana rapidamente. Fuori dalla stazione vede una signora dall'aria stanca, con occhiaie profonde sotto gli occhi. Non lo degna di uno sguardo, fissa il pavimento.

Ti saresti stupito del contrario, non è così?

Billy riprende il cammino.

Sono le 5:55 del mattino.

Alle 7:35 una volante della polizia lo ferma e lo porta in centrale.

 

 ***

 

^_^ termina qui il capitolo^___^… ehm… cosa sono quelle asce? Su, siate felici e se avete avuto il coraggio di leggerla… ^_^... commentate, gente, commentate^__^ … a tesla_vampire@msn.com !

Un bacione e saluti a tutti^____^!!!

 


Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions