Disclaimers: Serie: SlamDunk
Paring: MitKog... Si, si, lo so che sono una coppia 'sfruttata', ma non vedo cosa c'entri... E' sempre bello leggere di loro due.
Spoilers: è ambientata dopo la rissa in palestra, niente di particolare, comunque...


Lovers's Grieves in Kanagawa

di Miki

parte II


MUSICA


"Hisa-chan?"
La mamma è venuta a svegliarmi.
Da quando ho ripreso la mia vita, viene ogni mattina.
La sento entrare nella stanza, aprire leggermente la persiana, in modo che il sole entri dolcemente nella stanza e poi mi scuote piano piano, chiamandomi.
È una specie di rituale.
La lascio fare: la rassicura.
Quasi non ci crede ancora che l'incubo è finito, che sono tornato.
"Buongiorno, mamma."
Sorride ed esce, leggera come è entrata.
Mi stiracchio un po', pigramente.
Poi mi alzo e mi preparo: l'uniforme, la cartella con i libri e la sacca da ginnastica.
Scendo in cucina e rubo dal piatto una frittella di riso e bevo un bicchiere di latte freddo, stampo un paio di baci sulle guance della mamma e corro fuori.
Corro per tutto il tragitto che porta a scuola, nel sole.
È una bellissima giornata di maggio, l'aria profuma di fresco e pulito.
Ho una voglia matta di rimettermi in pari con gli altri.
Ho una voglia matta di giocare a basket.
Guardo l'orologio che porto al polso: è ancora presto.
Magari se mi sbrigo riesco a fare qualche tiro prima delle lezioni del mattino.
"Buongiorno, Hamada-san!!"
"Buongiorno, Mitsui.sei mattiniero, oggi!"
"Già. Voglio fare un paio di tiri prima di scuola.mi presta le chiavi della palestra, per favore?"
L'anziano custode ride, è contento di vedermi:
"Beh, caro il mio teppista.qualcun altro è caduto dal letto stamattina!
La palestra è già aperta."

Un po' mi secca.
Anche se ho ripreso a giocare da quasi un mese non sono ancora molto sicuro di me.
Preferisco provare alcuni movimenti da solo.
Mi fermo nella piccola anticamera per levare la giacca e cambiarmi le scarpe.
Infilo le mie Nike blu notte.
Adoro il rumore che fanno sulla superficie liscia del parquet.
Non è veramente un rumore.è un suono pieno.
È musica.
Come musica mi sembra il suono della palla mentre rimbalza.
Musica è sentire le maglie del canestro attraversate dal pallone.
Musica è il fruscio della stoffa della divisa sulla pelle.
Musica è la gente che chiama il tuo nome.
Kogure rideva quando gli raccontavo queste cose.
Era musica anche quella.
Entro nella palestra sorridendo.
Sono curioso di vedere chi è l'altro che si è svegliato con le galline.
Apro la porta scorrevole.
Musica.
La palla.
Le scarpe che scivolano.
Il canestro.
È la mia musica.
Kogure.
La palla gli sfugge di mano e rotola verso di me.
La raccolgo.
Lui si avvicina, non pare sorpreso di vedermi.
Anzi.
Mi sorride e tende la mano:
"Uno contro uno?"
"D'accordo."
Gli brillano gli occhi.
È buffo, ma mi sorprendo a pensare che non ho mai notato quanto fosse bello il suo modo di sorridere anche solo con gli occhi.
Kogure.
Cominciamo a giocare.
La palla è sua e si difende bene.
È bravo.
Mi rendo conto che in questi due anni è migliorato parecchio, coltivando quello che era stato anche il mio sogno.
Lo marco stretto, ma mi sfugge.
Si gira e tenta un tiro, è un po' sbilanciato e lo fallisce.
Rimbalzo.
La palla è mia.
Si piazza davanti a me, senza mollare il mio sguardo:
"Non mi scappi, Mitsui."
"Non è mia intenzione, Quattrocchi."
Faccio una finta e tiro: canestro.
"Punto.
Come la mettiamo?"
Sono io a sfidarlo adesso
Kogure si scosta dalla fronte sudata un ciuffo ribelle e sorride:
"Non hai ancora vinto, Teppista."
Mi prende in contropiede, costringendomi a serrare la marcatura.
Gli sono alle spalle, praticamente gli respiro addosso.
La sensazione di calore nel punto in cui le nostre spalle si toccano mi fa venire le vertigini.
*Mi manca l'aria.*
La base del suo collo è a pochi centimetri dalla mia bocca.
*Ho voglia di baciarlo.*
COSA???!!!
È come una folgorazione.
Sono così sconvolto che mi fermo lì dove sono, in mezzo al campo.
Anche Kogure si ferma, si volta a guardarmi con espressione interrogativa.
"Cos'hai?
Ti senti male, Mitsui?"
Gli occhi, la voce hanno assunto un tono preoccupato.
Si fa più vicino, per potermi guardare meglio in viso.sento che sono impallidito.
*Non avvicinarti ancora.ti prego*
Alza la mano e la posa, fresca, sulla mia fronte imperlata di sudore:
*ti prego. ti prego.*
"Non hai la febbre.forse è un calo di zuccheri.
Hai fatto colazione?"
Forse sto immaginando la sua mano indugiare sulla pelle accaldata della fronte per poi scendere lieve come una carezza sulla guancia.
Chiudo gli occhi.
"Io... io."
non riesco ad articolare le parole.
*Devo essere impazzito del tutto.*
Il suono della campanella riporta il tempo a scorrere normalmente.
Kogure si scuote:
"Due ore di matematica.quasi quasi mi verrebbe voglia di marinare!
Scherza lui.forse ho davvero immaginato tutto.
"Tu cos'hai?"
"Ah! Storia e Inglese. Vedrò di sopravvivere!"
ridacchio anch'io.
Usciamo a riprendere le nostre cose e ci avviamo in classe.
Lo lascio davanti alla sua e mi dirigo verso l'aula in fondo al corridoio, quando mi sento chiamare:
"MITSUI!"
E' lui.
Mi sorride ancora:
"Grazie per la partita, mi sono proprio divertito."
"Grazie a te."
riesco a borbottare, sorpreso.
Lui mi punta l'indice e strizza l'occhio:
"Però voglio la rivincita!"
e prima che riesca a ribattere entra in classe con una fresca risata.
Musica.
^__^
Finalmente è ora di pranzo.
È stata una giornata faticosa: il prof continuava a parlare, ma a me proprio non riusciva di rimanere concentrato.
Vedere Mitsui stamattina.giocare con lui.mi ha scombussolato.
*Sii sincero, Kiminobu.
È da quando Mitsui è tornato che sei in questo stato.*
Poso di schianto la fronte sul banco.
Sospiro.
"Kogure?"
volto la testa: è Akagi.
Mi agita il contenitore del pranzo davanti al naso.
"Ho fame.
Andiamo a mangiare in terrazzo con gli altri?"
Sorrido e mi alzo, recuperando il mio pasto da sotto il banco:
"Va bene, andiamo."
Ci avviamo su per le scale chiacchierando e usciamo nel sole di mezzogiorno, fa caldo ma soffia una brezza leggera.
Nel quadrato d'ombra creato dalla torre dell'orologio i ragazzi del club del basket stanno pranzando, ci fanno cenno di raggiungerli.
Ayako alterna al cibo il suo incessante chiacchierare, stuzzicando Miyagi.
Rukawa sonnecchia appoggiato con la schiena alla parete, ascoltando Prince con le sue immancabili cuffiette.
Hanamichi letteralmente divora il suo pranzo, imitato dai suoi scapestrati amici.
Qualcuno ripassa la lezione, qualche altro gioca a carte.
Si passa il tempo.
Mentre mangio mi guardo in giro.
*Chi cerchi Kiminobu?*
Nessuno.
*Davvero?*
Sì, va bene!!!
Cerco Mitsui!
Eccolo lì.
È un po' discosto dagli altri.
Non prende parte all'allegra sarabanda dell'ora di pranzo.
È sdraiato al sole, con la giacca piegata sotto la testa, a mò di cuscino.
Quando suona la prima campanella che avvisa che l'intervallo sta per finire, Akagi mi chiama:
"Io scendo, Kogure.
Devo fare delle fotocopie."
"Tra un po' ti raggiungo."
Yasuda si stiracchia e lo segue giù per le scale, Ryota ed Ayako fanno altrettanto.
Sakuragi e il suo gruppo se ne sono andati da un po', insieme ad Haruko.
Sul terrazzo restiamo in tre: io, Rukawa e Mitsui.
Mi avvicino a Kaede e lo scuoto delicatamente per la spalla:
"Rukawa. Rukawa!"
lui apre un occhio.
Poi sbadiglia un po' scocciato.
"E' già ora?"
Si toglie le cuffiette dalle orecchie e si alza, stiracchiandosi felino in tutta la sua lunghezza.
Apre la porta e agita la mano bianca, senza girarsi:
"See ya"
Mitsui non si è mosso.
Mi accovaccio accanto a lui.
Lo osservo.
Ha una mano riversa sulla fronte, come a proteggere gli occhi, chiusi, dal sole.
Il respiro è lento, leggero.
La bocca socchiusa.
Dorme.
Mi dispiace svegliarlo.
È così indifeso.
Continuo a guardarlo e mi sento sciogliere.
Ho uno slancio di tenerezza.
D'improvviso, senza riflettere mi chino su di lui.
Lo bacio.
Sulle labbra.
La mano sulla fronte si muove leggera, scivola via.
Gli occhi si socchiudono, le ciglia infastidite dal sole sbattono velocemente.
ODDIO.
Si sta svegliando.
ODDIO.
L'ho baciato.
ODDIO.
ODDIO.
*E ADESSO???!!!!*
Mi alzo di scatto e quasi gli frano addosso.
Alza d'istinto le mani per sostenermi.
È sveglio del tutto ora.
"Kogure?"
"Sc.scusa, non.  non."
Mi guarda senza capire, si porta la mano alle labbra.
Deglutisco.
*Cosa hai fatto, Kiminobu?*
COSA HO FATTO??!!
L'HO BACIATO, CRISTO SANTO!!!
"Ecco, Mitsui. io."
La seconda campanella arriva come una benedizione.
Forse non se ne è accorto, forse.
"E' tardi.
Bisogna rientrare in classe"
Mi libero dalle sue braccia.
"Kogure."
Corro via.
*L'HAI BACIATO!*
Corro giù per le scale.
*L'HAI BACIATO!*
Corro lungo il corridoio.
*L'HAI BACIATO!*
sbatto contro Akagi che sta rientrando in classe con il suo plico di fotocopie.
Finiamo a terra, i fogli dappertutto.
"EHI, KOGURE!!
Stai un po' attento!"
Devo avere un'espressione sconvolta dipinta sul volto, mi sento avvampare.
Il mio capitano se ne accorge appena mi guarda.
"Kogure.?
Ti senti bene? Che hai?"
Mi aiuta ad alzarmi, tenendomi per le braccia.
Frattanto qualcuno dei miei compagni raccoglie le fotocopie da terra.
"Io.io.
Devo avere la febbre. sì, la febbre.
Dillo tu ad Anzai-sensei che vado a casa prima."
Non riesco a guardarlo in viso.
Ho paura che possa leggere nei miei occhi la pazzia che ho appena commesso.
Io non sono capace di mentire.mi solleva il mento con il dito e mi guarda serio:
"Kogure.è successo qualcosa?"
"No. No. Ho solo bisogno di starmene da solo, tranquillo.
Passerà.
Deve passare."
Mi divincolo ed entro in classe a prendere la mia roba.
Posso fare a meno di voltarmi, so che è lì.
Mitsui mi sta guardando dal fondo del corridoio.
^__^
Entro in casa di corsa.
Per fortuna i miei non ci sono, a quest'ora sono al lavoro.
Ayumi è in camera sua a studiare, oggi non ha lezione.
Non voglio vedere nessuno.
Ma in camera non ci resisto.
Mi manca l'aria.
Entro in camera di mia sorella senza bussare, lei è al computer e si volta spaventata dal rumore: non si aspetta di vedermi.
Si rilassa ed emette un sonoro sospiro di sollievo:
"MA SEI SCEMO; KIMI??!!!
Mi hai fatto paura!"
Mi guarda e poi guarda la sveglia sul comodino:
"Cosa fai già a casa?
Ti senti poco bene?"
Panico.
Non so perché sono venuto qui.
Cerco di articolare una qualsiasi scusa, ma le parole non escono.
Davanti agli occhi rivedo solamente Mitsui e il bacio che gli ho rubato in terrazzo.
Riesco solo a scoppiare in lacrime e a precipitarmi tra le braccia di mia sorella, appoggiando la testa sulle sue ginocchia.
Ayumi mi carezza il capo.
È preoccupata.
"Che hai, Kimi?
Che ti è successo?
Mi stai spaventando. "
Io.sono IO quello che è più spaventato da quello che ho fatto.
Baciare Mitsui.devo essere impazzito!
"Adesso non vorrà più vedermi!
Ho rovinato tutto.tutto!
Sono uno stupido, Akkun.un maledetto stupido!"
"Chi non vorrà più vederti, Kimi?"
"Mitsui."
sto facendo proprio una bella figura.
Patetico.
Sono patetico: singhiozzo abbracciato alle ginocchia di mia sorella.
"Hai litigato con lui?"
"PEGGIO!!!"
alzo il viso rigato di lacrime che ormai neanche mi curo di nascondere.
"L'HO BACIATO!!"
Ayumi scoppia a ridere.
Se avesse cominciato a ballare nuda sulla scrivania mi sarei sorpreso di meno.
Rimango interdetto.
Poi mi arrabbio.
Ride di me???
"AKKUN!!!
Non ci trovo niente di divertente in tutto questo."
"Scu.scusa, Kimi.ma dovresti proprio guardarti.
sei buffissimo."
mi asciuga le lacrime con un bacio e il fazzoletto che profuma immancabilmente di lavanda.
Sorride e mi fa alzare.
Ci accomodiamo sul suo letto, con la schiena appoggiata al muro.
"Perché?"
"Perché, cosa?"
"Perché lo hai baciato, baka!"
"Non lo so.
Semplicemente perché mi andava di farlo.
Forse."
Mia sorella annuisce e passa il braccio attorno alle mie spalle:
"E cosa c'è di tanto spaventoso?"
"Lui è."
".un ragazzo.
E allora?
Sei innamorato di lui?"
"Io.io."
sono innamorato di Mitsui?
Non lo so.
Lo rivedo mentalmente.
Lo sguardo troppo adulto che ha negli occhi.
Le botte che mi ha dato.
Le mie mani che afferrano la sua camicia e lo scuotono, rabbiose come la mia voce.
Le lacrime che ha versato in palestra.
Il suo ritorno.
Il modo scontroso che ha a volte di porsi con gli altri, per difendersi
dalle troppe ferite che ha nel cuore.
La gioia che gli vedo sul viso quando gioca a basket.
Lo amo?
"Io.io.
lo amo."
Mi fa male il cuore da quanto lo amo.
Adesso lo so.
L'ho aspettato per tutto questo tempo, coltivando il nostro sogno.
Mi sono migliorato per essere alla sua altezza, giocare con lui mi rende felice.
"Akkun. sono sbagliato?"
"Amare non è mai uno sbaglio, Kiminobu."
"Ma fa così male."
"No.
Stai solo imparando ad usare il tuo cuore. è una cosa naturale."
"Akkun.adesso cosa gli dico?"
"Aspetta.
Vedrai che tutto andrà bene."
Rimaniamo a lungo così abbracciati.
Adesso mi sento meglio, ma il cuore continua a farmi male.
Prego solo che Mitsui non lo spezzi.
*__*
"MITSUI, IDIOTA!!!!
Sotto con la difesa!!"
Akagi mi fulmina con lo sguardo.
Ce l'ha con me.
Non è mai stato tenero nei miei riguardi, ma oggi pomeriggio mi sta pressando di brutto.
Credo che abbia a che vedere con Kogure e il fatto che sia scappato a casa subito dopo pranzo.
"Taci, Gorilla!
Deve ancora nascere quello in grado di battermi!"
Intercetto un passaggio e smarco Yasuda, gli passo la palla e lui segna.
"Visto?"
batto il palmo al mio compagno.
È uno schema che abbiamo inventato io e Kogure, due anni fa.
Non l'ho mai giocato con nessun altro e mi sento strano al pensiero che non è lui a riceverlo.
Sbuffo passandomi le mani tra i capelli cortissimi.
"Bene ragazzi!
Per oggi basta così, andate a lavarvi.
Ci vediamo domani!"
"Arrivederci, Sensei!"
"Ciao. Nonno"
"Buonasera, Anzai-san"
entriamo tutti negli spogliatoi, fiondandoci sotto la doccia ristoratrice.
Il posto accanto al mio è occupato da Rukawa.di solito c'è Kogure, che brontola sempre con lo shampoo che gli finisce sugli occhi e chiacchiera in continuazione.
Rukawa se ne sta zitto.
Sempre.
Non è molto di compagnia.
Chissà come sta Kogure.
Mi porto la mano alle labbra, accarezzandole.
Mi ha baciato sul serio oppure ho sognato?
Esco dalla doccia frastornato, mi asciugo e mi rivesto.
Sistemo i capelli col gel davanti al piccolo specchio dell'armadietto.
Attaccata con un pezzetto di nastro adesivo c'è la foto di Kobe Bryant dei L.A. Lakers.me l'ha regalata Kogure.
dice che il nostro modo di giocare è identico.
Megane-kun.
Inguaribile ottimista.
Sorrido pensando a lui.
Kogure mi fa sorridere. mi mette pace.
Chiudo l'armadietto e infilo la giacca di pelle.
Forse dovrei andare a vedere come sta.
Forse dovrei.
Forse.
"Mitsui!"
E' Akagi che mi ferma sulla porta della palestra.
No.
Non ho proprio voglia di litigare.
Voglio vedere Kogure.
"Che vuoi, Capitano?
Vado di fretta."
"E' successo qualcosa con Kogure stamattina?"
Va subito al sodo, diretto come sempre.
Non so cosa rispondergli e non è il posto adatto: gli altri stanno uscendo a piccoli gruppi, osservandoci con un po' di curiosità.
"Togliamoci di qui, Akagi"
usciamo in strada in silenzio.
In silenzio entriamo in un Mc Donald's e ci sediamo un po' in disparte.
Sorseggio il mio milk-shake e lo guardo.
Lui guarda me.
"Allora?"
"Allora cosa?"
"Cosa è successo tra voi due a pranzo?"
"Niente. Credo"
"Balle.
Vi ho lasciati lassù tranquilli e beati e dopo cinque minuti lui si precipita in classe come se avesse visto il diavolo.
Cosa gli hai fatto??!!"
"Io non gli ho fatto proprio niente ti dico!"
sono arrabbiato e alzo la voce.
Ci guardano.
Mi siedo e riprendo a mangiare.
"Mi ha baciato."
Akagi tossisce rumorosamente, gli è andata di traverso la Coca-cola.
"LUI.COSA???!!!"
"Mi ha baciato."
L'ho spiazzato di brutto.
Io sono imbarazzatissimo e distolgo lo sguardo da lui.
"Tu cosa hai fatto?"
"Niente.
Ho fatto finta di dormire, ma credo che abbia capito che me ne sono accorto.
Sai, Akagi."
Arrossisco come una scolaretta mentre faccio a me stesso più che a lui questa ammissione:
".la cosa buffa è che mi è piaciuto."
Rivivo la scena al rallentatore, risento il sapore dolce di quel bacio timido.
Arrossisco ancora di più.
Akagi mi guarda e sorride?
"Chi l'avrebbe detto?
Hisashi Mitsui, il teppista ha un cuore."
"Mi prendi in giro, stupido Scimmione?"
scuote la testa sorridendo, ma poi mi fissa con occhi di brace:
"Stammi a sentire.
Kogure è il mio migliore amico e avrà tutto il mio sostegno, anche se si è innamorato di un mentecatto come te.
Ma tieni bene in mente una cosa, Mitsui: fallo soffrire e ti assicuro che non ti resterà più nemmeno un osso intero, chiaro?"
Lo guardo sbalordito.
Mi ha appena affidato il suo migliore amico.
^__^
Mi aggiro sotto casa di Kogure, indeciso sul da farsi.
Lo voglio vedere.
Mi decido a suonare il campanello.
Si accende la luce dell'anticamera e si apre la porta.
C'è una ragazza, gli assomiglia molto.
Dev'essere sua sorella Ayumi.
"Buonasera.io sono un compagno di Kogure" sorride.
Ha lo stesso modo di fare garbato e dolce di Kogure.
"Scommetto che sei Mitsui.
Vieni, accomodati."
Mi conosce?
Entro un po' spaesato nella sala, lo cerco con lo sguardo.
Lui non c'è.
Ayumi intuisce il mio pensiero e indica le scale:
"E' in camera sua.
Vai da lui."
Salgo le scale, mi fermo davanti alla porta della sua stanza.
Respiro forte per recuperare tutto il mio coraggio.
Dov'è finito Hisashi Mitsui, il teppista che non ha paura di niente?
Busso piano.
Poi un po' più forte.
La porta si apre.
Mi guarda sbalordito: i suoi occhi nerissimi si spalancano dietro gli occhiali.
Un delizioso rossore sale a imporporargli le guance.
"Mi fai entrare?"
si riscuote e finalmente parla, anzi sussurra:
"Mitsui!
Che.cosa ci fai qui?"
"Voglio baciarti ancora."
ODDIO.
L'ho detto sul serio.
Sono sconvolto, inorridito, compiaciuto.
Lo desidero con tutto me stesso.
Di più.
Lo amo.
Lui arretra di un passo, involontariamente: è un richiamo.
Entro con lui nella stanza, chiudo la porta.
Ayumi è in casa e i suoi genitori potrebbero rientrare a momenti.
Non me ne importa.
Gli tolgo gli occhiali.
I suoi occhi sono così belli.di un nero liquido, profondo.
Il suo respiro accelera, pari al mio.
Mi avvicino di più.
Gli passo l'indice sulle labbra, apro la mano per carezzargli il collo, i capelli morbidi.
"Mitsui."
continuo a fissarlo negli occhi, passo la mano dietro la nuca e lo attiro verso di me.
Lo bacio.
Profuma di menta.
È un bacio lento e tenero.
Delicato e incerto.
Mi scosto a malincuore per riprendere fiato.
Appoggio la fronte alla sua, lasciando comunque i nostri respiri mescolarsi.
"Kogure.io."
non so come dirglielo.
Io che ho sempre la risposta pronta non so come dire a questo meraviglioso ragazzo che sono innamorato di lui.
Sorride.
Per me.
Uno dei suoi sorrisi speciali.
Mi passa le braccia intorno al collo.
Si alza un po' sulle punte, avvicina la bocca al mio orecchio:
".non mi scappi, Teppista."
Come stamattina. Era un segnale?
Tocca a me sorridere alla piccola sfida.
"Non è mia intenzione."
Lo bacio di nuovo.
"Ti amo, Kiminobu."
"Ti amo anch'io, Hisa"
Mi accompagna al cancello.
Ci teniamo per mano.
Gesto scemo, ma il calore delle sue dita intrecciate alle mie mi trasmette una grande tranquillità, come non la provavo da tempo.
Kiminobu solleva le nostre mani, unite e depone un piccolo bacio sulla punta delle mie dita.
"Ci vediamo domani?"
"Ti passo a prendere."
Lo bacio un'ultima volta, non sono capace di andarmene.
Domani.
Io e Kiminobu.
Non credevo di meritare ancora tanta felicità.
END

***



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