DISCLAIMERS: I pg purtroppo non sono miei ç___ç, ma del grande Inoue-sensei, tranne Kei Veda che è un parto della mia mente malata ^^
DEDICHE: Alle mie nipo Nat e Saya che l'hanno letta in anteprima.
Ad Acua... e lei sa il perchè.
A Leyla per il suo compleanno: 100000000000 di questi giorni tesoruccio ^*^
NOTE 1: Tra "..." il parlato, tra <...> i pensieri
Gli spazi indicano il cambio di POV, le ------, i cambi di scena.
NOTE 2: Questa fic è stata scritta come oneshot, quindi se trovate i capitoli asimmetrici è perché ho cercato di seguire un filo logico nella divisione ^^
NOTE 3: Vi avverto già da ora che questa fic ha due finali.... il primo finisce al capitolo 8... l'altro parte dal capitolo 8 e poi prosegue... vabbè poi leggendo capirete ^^




Love Potion

parte V

di Sakuya


" 'Giorno..."
Hanamichi entrò in cucina. Rukawa era andato a svegliarlo bussando alla sua porta ordinandogli di scendere entro 10 minuti o avrebbero fatto tardi e lui così aveva fatto. Ora il volpino era davanti ai fornelli tutto intento a preparare la colazione per entrambi.
"Io so preparare solo quella all'americana, se non ti sta bene fattela da solo!"
"Ehi... calma non ti ho detto nulla! Va benissimo così... Grazie..."
"Prego..." bofonchiò Kaede che non sapeva come spiegarsi quell'improvviso attacco di gentilezza nei confronti del compagno di squadra e che per questo motivo era alquanto scontroso.
"Certo che tu pensi sempre all'America, eh?" Hanamichi ruppe il silenzio che aleggiava tra i due.
"Mh?" Kaede lo guardò perplesso, alzando appena lo sguardo dal suo piatto. Si sentiva troppo a disagio a guardare Hanamichi negli occhi, ma non ne capiva il perché!
"Sì per la colazione.... anche nel mangiare il tuo primo pensiero è per il basket... anche se indirettamente..."
"Forse... Comunque non voglio andare negli Stati Uniti solo per quello... Lì c'è un'ottima scuola di specializzazione per telepati, anzi c'è la migliore scuola che esista, quindi voglio andarci anche per studiare..."
"Caspita, non ti facevo così studioso!"
Kaede sorrise e alzò lo sguardo per incrociare quello del rosso.
"Già... "
Per un attimo i loro occhi si fissarono gli uni negli altri e il mondo intorno sparì. Fu Rukawa a rompere l'incanto, più per l'imbarazzo che per altro, dicendo che dovevano andare a scuola. Non sapeva se era una buona idea mandare Hanamichi in un posto in cui sarebbe stato solo per molto tempo e per questo avrebbe potuto fare molti danni, ma infondo non, poteva mica legarlo in casa, no?

Evitarono di arrivare insieme per non destare sospetti, ma prima di andarsene avanti Rukawa consigliò ad Hanamichi di andare da lui ogni qual volta stesse per dire qualcosa che non doveva, anche se durante le lezioni.
Il rossino annuì diligentemente, ormai si stava abituando a percepire l'azione della pozione alcuni istanti prima che le parole gli uscissero dalla bocca e se non poteva impedirsi di parlare, beh, avrebbe parlato con Rukawa!
Certo che era strano! Se aveva un problema con chi ne doveva parlare? Con Rukawa....
E poi.... Insolito binomio: Rukawa, parlare. Eppure la volpe aveva parlato fin troppo in quei giorni...
Fino a 24 ore prima era solo un normale ragazzo, certo normale per quanto essere un tensai in ogni campo dello scibile gli permettesse, ma... Ma chi voleva prendere in giro? Sapeva benissimo di non essere un tensai in niente, se non forse nelle risse... Ma comunque a parte tutto, trascorreva una vita tranquilla e adesso si ritrovava a sapere che esisteva la magia e che lui stesso ne era vittima.
"La vita è davvero strana"
"Che hai detto Hana?" chiese Mito a bassa voce avvicinandoglisi.
"Che la vita è strana"
"Ah come sei filosofico, oggi... E come mai la vita è strana?"
"Beh perché fino a ieri ero uno normale e oggi..."
Le mani improvvisamente fredde, il cuore che aveva accelerato i battiti e un leggero fastidio, come un piccolo ago conficcato in profondità alla sua altezza.
Questa era la pozione.
"Professore posso andare in bagno?" Hanamichi si era alzato senza degnare di una risposta, o anche di un solo sguardo, Yohei.
Il prof. lo guardò in cagnesco prima di dargli il permesso e uscendo dalla classe Sakuragi si guadagnò uno sguardo interrogativo dall'amico e uno preoccupato da Haruko (infatti erano in classe insieme) che, negli ultimi tempi, si era accorta di essere particolarmente legata al rosso.
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Era stata davvero dura pensare al bagno e non a Rukawa, ma certo non poteva piombargli in aula. Per fortuna alcuni pensieri sono troppo veloci per essere espressi, questo gli aveva detto Kaede la sera prima e per questo non si era preoccupato di ragionare sul fatto che sarebbe stato meglio andare in bagno.
Certo chiunque fosse passato di lì avrebbe sentito i suoi ragionamenti, perché come avevano scoperto sempre la sera prima a volte, in particolare soggetti, ma Kaede non gli aveva spiegato che tipo di soggetti, le pozioni avevano uno strano effetto. Nel suo caso era costretto a dire tutto quello che pensava, a chiunque lo avesse ascoltato.
Ma adesso come poteva chiamare Kaede?
Poi gli venne in mente la telepatia. Certo non doveva essere un potere particolarmente forte visto che Rukawa non si era mai accorto né dei suoi sentimenti, né aveva mai dimostrato di sapere cosa provassero gli altri...
E in ogni caso, anche se lui fosse stato particolarmente bravo a gestire quel suo potere, di solito lo si poteva usare con persone che si trovavano di fronte al telepate o comunque molto vicine, non con chi era a decine di metri di distanza!
Ma doveva provarci lo stesso, in fondo tentar non nuoce!
Cominciò a ripetere nella mente il nome del volpino, come una cantilena, come se solo quello fosse il modo di salvarsi da chissà quale pericolo.
<Rukawa, Rukawa, Rukawa, Rukawa, Rukawa... Ho bisogno di te Kaede ti prego vieni qui!... Rukawa, Rukawa, Rukawa, Rukawa...>

Kaede aprì di colpo gli occhi.
Qualcuno lo stava chiamando.
Cercò di focalizzare tutto il suo potere sulla telepatia, di modo da poter capire chiaramente, ma non aveva bisogno di molte conferme. Quella voce... Era quella di Sakuragi, ne era più che convinto, l'avrebbe riconosciuta tra miliardi di altre voci.
"Ho... bisogno... di... te... Kaede... Ti... prego... vieni..." questo stava dicendo Hanamichi, aveva bisogno di lui... Ma dove era?
Si concentrò un attimo cercando di pensare al rossino e gli venne in mente il suo viso sorridente e la cosa gli scaldò il cuore. Scosse piano la testa, non doveva distrarsi...
Ma certo! Il bagno! Era in bagno!
Alzò la mano e chiese al professore di uscire e questi acconsentì pensando che sarebbe stata la stessa cosa vederlo dormire sul banco o saperlo a zonzo chissà dove.
Entrò nel bagno e trovò Hanamichi seduto in terra con le mani che gli coprivano il volto e che spingevano sulle tempie.
Ebbe un paura tremenda che stesse male e gli corse di fronte inginocchiandosi e afferrandogli i polsi, scostando delicatamente anche se con un po’ di forza le mani dalle tempie.
"Stai bene?"

Hanamichi si trovò ad annegare in due pozzi blu come il mare e profondi come un cratere e fu felice.
"Sei venuto per davvero!"
"Come hai fatto a chiamarmi?"
"Ho pensato che se mi concentravo su di te, forse la tua telepatia..."
"E' strano, ho sentito i tuoi pensieri..."
"E allora? Non funziona così?"
Kaede intanto si era seduto di fronte a lui con le gambe incrociate e non aveva allontanato le sue mani da quelle di Hanamichi.
"No, te l'ho detto, si posso percepire solo i sentimenti e nemmeno troppo chiaramente e frammenti di pensieri, ma frammenti della grandezza di una parola... Anche se effettivamente io ho molto potenziale, però...."
"Però?"
"Ora non pensiamoci... Perché sei qui? Cosa è successo?"
Hanamichi distolse lo sguardo da quello di Kaede e lo fissò in un punto non precisato oltre la sua spalla.
"Vedi... stavo pensando che la vita è strana, Yohei mi ha chiesto perché e io.... Beh stavo per dirgli di te e Sendo..."
"Mh, capisco. Hai fatto bene a venire qui. Ti sei accorto dell'effetto?"
"Sì."
"E cosa senti?"
"Le mani mi diventano fredde, il cuore accelera e sento un dolore leggero ma fastidiosissimo qui..." E così dicendo alzò la propria mano, incatenata a quella dell'altro e la posò sul suo petto, all'altezza del cuore.

Kaede stava per impazzire. Improvvisamente anche il suo cuore aveva cominciato a battere più forte e non riusciva a togliere dagli occhi da quelli di Hanamichi.

"E' perché la verità viene da lì, dal cuore..." rispose sorridendo al rossino che lo guardò mentre il viso gli si illuminava per quel piccolo, tenero, dolce e infinitamente inimmaginabile gesto.
Ma fu proprio lui a risvegliarsi per primo, come se fossero entrambi caduti in un lungo sonno e quello fosse il sogno che lo accompagnava.
"Che fai?" chiese indicando le loro mani unite.
Kaede si alzò di scatto, lasciando il rossino seduto in terra a fissarlo.
"Adesso è meglio se torniamo in classe."
"Sì hai ragione" Hanamichi si alzò scrollando dai pantaloni invisibile polvere.
"Ci vediamo a pranzo."
Hanamichi guardò Kaede stralunato.
"A pranzo?"
"Certo non vorrai rischiare di fare qualche casino con i tuoi amici, no?"
"Ah già... In terrazza?"
"Hn, a dopo."
"A dopo"
E così, come se nulla fosse successo, i due se ne tornarono in classe, nessuno dei due però riusciva a togliersi dalla testa (e dal cuore) quella bellissima (per Hanamichi era tale) ma strana (e questo era ovviamente Ru^^) sensazione di calore che li aveva avvolti mentre si stringevano le mani.
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La giornata passò senza troppi intoppi, anche perché in ogni occasione in cui potesse restare solo con suoi amici, Hanamichi scappava da Rukawa, senza farsene accorgere, e rientrava in classe insieme al professore, come se nulla fosse.
Yohei si era parecchio incuriosito ma non ci diede troppo peso, mentre Haruko sembrava seriamente turbata dal non poter stare con il rossino.
Infatti la babbu... ehm Haruko si era accorta che forse quella che nutriva nei confronti del rossino non era più amicizia, anzi ne era certa.
Aveva provato una gelosia folle quando lui aveva preferito uscire con Sendo anziché con lei, una gelosia che non aveva mai provato nemmeno per Rukawa.
Seguendo le indicazioni di Rukawa le lezioni erano passate... ora arrivava il difficile: gli allenamenti. Hanamichi si stava cambiando insieme al volpino (che lo seguiva come un'ombra) e i problemi cominciarono nel momento stesso in cui misero piede in palestra.
Miyagi fece una battuta sul fatto che Hanamichi e Kaede fossero arrivati insieme suggerendo che forse erano diventati amici.
"No, Ryo-chan in realtà..."
SBONK!
Un pallone si abbatté sul viso di Hanamichi impedendogli di finire la frase.

"TEME KITSUNEEEEEEE!!!!!!" Come aveva previsto Rukawa, Hanamichi si concentrò sull'affronto di aver ricevuto una pallonata da parte della kitsune così da dimenticarsi di ogni altra cosa.
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Anche gli allenamenti passarono più o meno tranquillamente, anche se si videro volare più palloni del solito e nonostante Hanamichi fosse andato, di sua spontanea volontà, da Rukawa a chiedergli un consiglio sulla posizione delle braccia durante un tiro libero.
Il rossino non aveva potuto fare altro. Ayako gli aveva detto che se continuava così avrebbe raggiunto il livello di Rukawa nel giro di un anno e lui stava per rispondergli che non avrebbe mai raggiunto il livello del suo amore, con queste esatte parole, nemmeno in 100 anni.
La cosa bella era che aveva detto quella frase a Rukawa ed era diventato tutto rosso. Tutti pensarono che fosse per l'imbarazzo, non sentendo le parole che aveva pronunciato e nessuno si accorse del minuscolo sorriso che Rukawa fece e del bisbiglio che ne seguì. "Grazie, ma non è vero." Disse e poi se ne era tornato a giocare come se nulla fosse lasciando Hanamichi completamente sbigottito.

"Ok ragazzi potete andare a cambiarvi, abbiamo finito per oggi!"
"Ah, per fortuna!!"
"Hanamichi... dove credi di andare? Tu hai ancora da fare! ^___^"
"Sì, sì lo so Ryo-chan!"
"O___O" Miyagi era rimasto senza parole dal fatto che il rosso non avesse obiettato ma fosse andato diretto da Ayako dopo aver preso un sorso di acqua da una delle bottiglie che erano a bordo campo.
"Allora cominciamo Ayako?"
"No, oggi ci pensa Haruko... Sei contento, eh??" gli chiese la manager dandogli una leggera gomitata sulle costole per sottolineare il tono malizioso con cui aveva detto la frase.
"No."
Ayako non credette alle proprie orecchie. Non poteva per davvero aver sentito quello che aveva sentito! Ma certo, Hanamichi lo aveva detto solo perché Haruko era lì vicino e avrebbe potuto capire tutto!
Convinta di questo la ragazza uscì accompagnata da Miyagi, salutando con la mano i compagni di squadra, raccomandandosi di non fare danni, strizzando l'occhio all'indirizzo di Haruko e Hanamichi.
Haruko arrossì, Rukawa sbuffò esasperato e Hanamichi... beh lui cominciò a palleggiare come se nulla fosse.

"Senti Hanamichi....Va tutto bene?" chiese la ragazza al rossino che si stava esercitando sui tiri liberi.
"Sì, certo!"
"Ah... e allora come mai oggi sei sparito così spesso?"
"Andavo da Rukawa." si morse le labbra e si fermò un istante. Poi riprese la posizione cercando di essere naturale.
Haruko rimase shockata, mentre il pallone che Kaede aveva in mano era 'casualmente' scivolato a due metri da loro.
"Da Rukawa??"
"Sì vedi..."
"Dobbiamo decidere cosa regalare a Sendo per il suo compleanno."
I due si girarono sorpresi nella direzione da cui proveniva la voce di Rukawa, ma la più sconvolta era Haruko. Non solo Rukawa sapeva parlare, ma sembrava che lui e Hanamichi fossero diventati improvvisamente amiconi e la cosa le dava un fastidio infinito.
"Capisco..."

Kaede se ne tornò dalla sua parte di campo lasciando Hanamichi ai suoi allenamenti ma cercando di comunicare con lui telepaticamente. Se ci fosse riuscito... Beh adesso non era il momento di pensarci!
<Se hai bisogno chiama, io sto qui, ok?>
"Ok." disse il rossino ad alta voce e Haruko pensò che volesse tornare ad allenarsi e gli porse un'altro pallone.

"Senti Hana.... Non voglio deconcentrarti, ma..."
"Dimmi..." disse Hanamichi mentre palleggiava, dopo aver cambiato esercizio.
"Ti volevo chiedere se... Ti va se dopo che abbiamo finito ce ne andiamo da qualche parte?"
"No."
"Ha-hai da fare?" chiese la ragazza mentre la voce le si incrinava.
"No, solo che non voglio uscire con te!"
"P-perchè scusa?"
"Senti non mi stai antipatica sia chiaro, ma... Semplicemente non mi stai nemmeno simpatica, certe volte sei molto immatura e persino stupida e poi, io sono già innamorato di...."
SBONK!
Nuova pallonata in faccia, forse la millesima del pomeriggio... ed erano solo le 19:30....
"Ehi kitsuneeeeee!!"
Hanamichi si era concentrato sulla sua kitsune dimenticandosi di Haruko che intanto correva via nascondendo il viso tra le mani per celare il pianto.
Lei era convinta che Sakuragi nutrisse qualcosa nei suoi riguardi! E invece... Che figuraccia che aveva fatto! (E questo è poco!>___< NdSaku)

Rukawa era stato a sentire tutto il discorso. Va bene umiliare quella gallina senza cervello, va bene dirle che è stupida, ma arrivare a dire ai quattro venti i fatti suoi, quello non glielo avrebbe permesso! Non voleva che il rossino si rendesse ridicolo per colpa di un suo errore... e anche se non fosse stato per colpa sua... beh non se lo meritava lo stesso!

Mentre erano intenti a prendersi a pugni come sempre, nonostante fosse più per abitudine che per altro, una voce proveniente dalla porta richiamò la loro attenzione.
"Ehilà ragazzi!"
"Sendo... ciao!" Disse Hanamichi subito dimentico della scazzottata mentre si dirigeva verso il nuovo venuto lasciando parecchio interdetto Rukawa, cosa che non passò inosservata a Sendo.
"Allora come va?"
"Bene non fosse che parlo troppo..."
"Eh eh eh, dai che il quarto giorno è quasi finito... Ne mancano solo tre..."
"Per fortuna! Guarda non la reggo più questa situazione..."
"Do'aho andiamo fare la doccia."
"Eh? Ah sì!"
Sendo notò lo sguardo torvo che Kaede gli lanciò passandogli accanto e ricambiò col suo solito sorriso, mentre si andava delineando nella sua perfida mente un piano altrettanto perfido per far accorgere quello zuccone del suo amico dei sentimenti che provava.
Quella settimana non avrebbe avuto lezione per via del convegno di Kyoto a cui la maggior parte dei professori e anche molti degli alunni avrebbe partecipato.
In realtà anche Kaede sarebbe dovuto partire con i suoi genitori visti i suoi poteri di telepatia, ma evidentemente aveva di meglio da fare a Kanagawa.

Continua....



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