DISCLAIMERS: I pg purtroppo non sono
miei ç___ç, ma del grande Inoue-sensei, tranne Kei Veda che è un parto della
mia mente malata ^^
DEDICHE: Alle mie nipo Nat e Saya che l'hanno letta in anteprima.
Ad Acua... e lei sa il perchè.
A Leyla per il suo compleanno: 100000000000 di questi giorni tesoruccio ^*^
NOTE 1: Tra "..." il parlato, tra <...> i pensieri
Gli spazi indicano il cambio di POV, le ------, i cambi di scena.
NOTE 2: Questa fic è stata scritta come oneshot, quindi se trovate i
capitoli asimmetrici è perché ho cercato di seguire un filo logico nella
divisioni ^^
NOTE 3: Vi avverto già da ora che questa fic ha due finali.... il primo
finisce al capitolo 8... l'altro parte dal capitolo 8 e poi prosegue...
vabbè poi leggendo capirete ^^
Love
Potion
parte II
di Sakuya
Non capiva cosa ci facesse lì. Che
diavolo si era messo in testa? Non voleva davvero fare quello che stava
pensando di fare... Vero?
Da quando era diventato così forte e risoluto? Lui era un fifone per
queste cose... Anzi lo era diventato... E poi perché credeva che quella
fosse la sola cosa da fare??
Suonò al campanello come guidato da una strana forza. Qualcosa dentro di
lui gli diceva che se non lo avesse fatto ora, non lo avrebbe fatto mai
più.
E comunque, da quando era il tipo che si dichiarava da un momento
all'altro ad una persona che aveva sempre detto di odiare e non di amare?
Soprattutto visto e considerato che quello con cui doveva parlare era un
RAGAZZO, non una ragazza e per giunta non un ragazzo qualsiasi, ma Rukawa,
già R-U-K-A-W-A, il suo peggior nemico, il suo nemico giurato, il suo
rivale, l'odiato volpino glaciale, il ragazzo che aveva rapito il cuore
della dolce Haruko... e anche il suo.
Sì, anche quello di Hanamichi Sakuragi, il Genio, il re dei rimbalzi,
attuale centro dello Shohoku e astro nascente del basket giovanile.
Occhi come il ghiaccio, capelli neri come il cielo senza stelle, lo
sguardo perso chissà dove e una buffa espressione assonnata sul viso. In
questo modo Kaede Rukawa aprì la porta trovandosi davanti il rossino.
Aveva lo sguardo basso e sembrava molto imbarazzato. Sembrava una di
quelle ragazzine rompiscatole che andavano da lui a decantare la sua
bellezza e di quanto fossero innamorate del grande e magnifico Rukawa.
Ma ad Hanamichi questo non si addiceva, lui, forte e sicuro di sé, magari
non sicuro quanto lui ma di certo lo era molto più delle altre persone, e
adesso vederlo così, immobile e balbettante gli faceva un'infinita
tenerezza.
<Oh al diavolo! Se l'è voluta lui! Perché dovrei preoccuparmene?? Farà la
sua confessione e poi... e poi... E poi, quando tutto sarà passato, si
vergognerà da morire... Forse potrei anche farmi fare una pozione dalla
mamma per fargli dimenticare tutto... Ah ma che m' importa!!>
"Ciao Rukawa...."
"Hn..."
"Stavi già dormendo... ma che ore sono? E' tardi mi sa, scusa...."
"Sono le dieci, sono io che vado a letto presto..." Ma perché adesso gli
stava dando delle spiegazioni? Stava impazzendo non c'era dubbio.
"Ah... Senti io... avrei bisogno di parlarti... Magari disturbo se entro
quindi ti va di andare a fare due passi?"
"No."
Rukawa si morse la lingua, non voleva essere così duro, in fondo Sakuragi
si stava comportando così solo perché aveva mangiato qualcosa destinato a
qualcun altro.
"Cioè... Non disturbi, i miei sono a casa di amici e io non posso uscire,
non vestito così almeno..."
Sakuragi alzò lo sguardo per guardare l'altro ed effettivamente si accorse
che non era certo in 'tenuta da uscita'.
Aveva addosso una maglietta a mezze maniche celeste con il numero undici
stampato, blu, all'altezza del cuore, che sembrava enorme, sebbene il
volpino non fosse certo mingherlino di costituzione e un paio di pantaloni
neri tutti larghi che gli cadevano morbidi sulle gambe lunghe e sui
fianchi stretti.
Rukawa si scansò dalla porta permettendo all'altro di entrare.
La casa era molto bella e spaziosa, arredata all'occidentale. Di fronte
alla porta c'erano le scale e subito sulla sinistra un grande salotto nel
quale Rukawa lo aveva fatto accomodare.
"Vuoi qualcosa? Magari un tea... Io me ne preparo una tazza o mi
addormento mentre parli..."
"Eh? Ah, no grazie, non mi va niente...."
Hanamichi si accorse di come era stranamente gentile e persino socievole
la kitsune. Lo guardò entrare nella cucina che si trovava sulla sinistra
del salotto e pensò che era davvero bello e... sexy... molto, molto, molto
sexy. Arrossì a quel pensiero e si chiese come avrebbe fatto a dirgli ciò
che provava.
Quando Rukawa rientrò nella stanza trovò Sakuragi che si stava massacrando
un dito a forza di piegarlo e torturarlo per il nervosismo.
E di nuovo quel senso di tenerezza si impossessò per un breve istante di
lui. Ma di nuovo non volle badargli, per un breve momento pensò che quella
fosse pietà, ma poi si accorse che quello non era un sentimento adatto a
lui, né tanto meno un sentimento che Sakuragi sembrasse meritare.
"Allora... non dovevi dirmi qualcosa?" chiese dopo essersi seduto sul
divano di fronte al rossino e aver poggiato la tazza di tea sul piccolo
tavolino di vetro tra i due divani.
"Ehmm... si... vedi il fatto è che io...sì insomma... mi sono accorto che
... Vedi io..." Hanamichi non sapeva cosa dire. Anzi di parole ne aveva
fin troppe, solo che nessuna sembrava voler 'camminare' dalla sua testa
fino alla bocca per rendere anche la Kitsune partecipe dei suoi pensieri.
"Cosa dovevi dirmi Sakuragi?" chiese di nuovo, con una dolcezza nella voce
che nemmeno lui credeva di possedere.
"Io ti amo Kaede; credo di averti amato dal primo momento che ti ho visto.
Ora so che ti farò schifo fino alla fine dei tempi e che tu non potrai mai
ricambiarmi, ma io dovevo dirtelo. Fino a un istante fa non trovavo le
parole, ma alla tua domanda, non ho saputo trattenermi e le cose sono
uscite da sole... Comunque voglio solo che tu sappia che non sto
scherzando e che nonostante tutto credo che ti amerò per sempre. Non
credere che sia facile parlarti così e non credo tu possa immaginare
neanche lontanamente quanto questo mi costi, ma adesso me ne vado, scusa
ancora del disturbo."
Hanamichi si alzò con calma dal divano, dopo aver detto tutte quelle cose
senza alzare per un solo istante gli occhi dal pavimento, senza il
coraggio di guardare in faccia il suo interlocutore, senza aspettare una
risposta che sembrava già conoscere e senza voltarsi verso il proprietario
della casa che incredulo lo guardava, senza quasi riuscire a muoversi.
Kaede non si aspettava una confessione così diretta e sincera. Nessuna
smanceria e nessuna di quelle cazzate che leggeva nelle lettere che
praticamente trovava ogni giorno nell'armadietto.
Era come se Hanamichi fosse innamorato veramente di lui e questo poteva
solo significare che la pozione era riuscita alla perfezione.
Ma ora questo non aveva alcuna importanza.
Sapeva quanto il rossino fosse orgoglioso e sapeva che dire quelle cose
doveva essergli pesato tremendamente.
E sapere che nessuna di quelle parole era vera... era triste. Triste
perché in fondo se Hanamichi credeva per davvero a quello che stava
dicendo era solo colpa sua e poi...
Non riusciva a capire bene. Era come se gli dispiacesse che Sakuragi
parlasse così solo per effetto della pozione e non perché fosse davvero
innamorato...
<Oh al diavolo> pensò mentre senza accorgersene si alzava e raggiungeva
Hanamichi che nell'ingresso si stava infilando le scarpe.
"Sakuragi..."
"Eh? Ah... scusa se ti ho chiamato per nome, non succederà mai più...."
disse sempre senza voltarsi. Non ne aveva il coraggio, non riusciva a
vedere cosa c'era negli occhi del ragazzo che amava, preferiva ignorarlo
piuttosto che leggervi odio.
"Davvero non succederà più?" chiese il moro con uno strano tono nella
voce. Si accorse che in fondo era bello il suo nome pronunciato dal
rossino.
Quest'ultimo da parte sua fu molto sorpreso dell'ultima affermazione del
volpino, ma cercò di non darvi peso, in fondo poteva significare qualsiasi
cosa e già si sentiva abbastanza in subbuglio per farsi venire altre idee
malsane o, peggio ancora, un qualsiasi tipo di vana speranza.
"Certo, anche se mi dispiace... Ci vediamo ciao" E così dicendo uscì dalla
porta chiudendosela alle spalle mentre si mordeva il labbro non capendo
perché non avesse tenuto per sè quell'ultima affermazione.
<Ti dispiace se non mi chiami per nome? Che cavolo di effetto ha quella
stramaledetta pozione! Cavolo questo non è Hanamichi...Oddio non è che
mentre la preparavo sono rimasto influenzato? Da quando chiamo il do'aho
per nome? E da quando mi preoccupo per lui?? Oh, al diavolo! Poteva anche
evitare di mangiare quel lecca lecca... Adesso è solo colpa sua se si è
reso ridicolo... Anche se a dire il vero non era ridicolo, ma solo molto
dolce e triste... Crede davvero di amarmi... Mi dispiace tanto per lui...
Cazzo Kaede ma che vai pensando?? Questa è la mancanza di sonno, sì, certo
non c'è dubbio... Quell'idiota mi ha rovinato la giornata!!> Così dicendo
la volpe chiuse la porta di casa a chiave, salì le scale ed entrò nella
sua stanza dove il letto lo aspettava.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
Quel giorno ci sarebbe stata la famosa amichevole tra Ryonan e Shohoku.
Ovviamente senza Akagi e Uozumi non sarebbe stata la stessa cosa, ma di
certo gli altri giocatori non sarebbero stati da meno.
Lo scontro tra Rukawa e Sendo era sempre acceso.
Sakuragi dal canto suo non vedeva l'ora di distruggere Fukuda e annientare
Sendo, dopo che lui avesse battuto Rukawa. In fondo il suo piano era
sempre valido.
Già Rukawa... Era strano ma sentiva un bisogno crescente di dirgli tutto
quello che gli passava per la testa. Effettivamente era strano dal giorno
prima, si era ritrovato a dire quello che pensava... O meglio non riusciva
a tenere un solo pensiero nella testa.
"Bene ragazzi andiamo! Vinceremo!!!"
"Sì vinceremoooo!!" urlò l'intera squadra in risposta all'urlo dal
capitano Miyagi.
"Ehi Kitsune... Posso parlarti un attimo?" Sakuragi bloccò Rukawa sulla
porta dello spogliatoio prendendolo per un braccio.
Il volpino sapeva cosa voleva dirgli. E se era così, beh, si sentiva
ancora di più in colpa.
"Dimmi..."
"Senti, per quello che è successo ieri sera... Mi dispiace..."
"Perché?"
Non si aspettava certo quella domanda. Perché?
"Perché ho fatto la figura dell'idiota, perché non ho nemmeno un briciolo
della genialità che proclamo ai quattro venti, perché non sono e non sarò
mai alla tua altezza, perché non posso aspirare al tuo amore, né ora né
mai. Perché ti amo con tutta l'anima e non capisco perché mi stia
continuando ad umiliare in questa maniera, visto che so che non servirà
mai a niente. Ecco perché..."
Cavolo! Ma che gli passava per la testa?
Certo che la professoressa Veda era davvero esperta. Aveva dato loro una
pozione potentissima, facendogli credere che fosse poco più di un
giocattolino... Mah, era davvero strano...
"Capisco... Non ti devi preoccupare, non sono mica arrabbiato..."
"No??" chiese il rossino incredulo guardando Rukawa con la sorpresa
dipinta in volto.
"Certo che no... In fondo la tua è stata la prima confessione sincera che
abbia mai ricevuto...." <Che idiota che sono! Sì certo sincera e
soprattutto spontanea... Ma gli posso dire la verità? Minimo mi ammazza...
E farebbe bene....> aggiunse mentalmente.
"Ah...Comunque scusa ancora, io non so davvero cosa mi stia accadendo...
Beh andiamo?"
"Sì certo..." <Lo so io cosa ti sta accadendo... Sei vittima di una
pozione... Mi dispiace sul serio....>
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
La partita si svolse in un'atmosfera davvero strana. Il rossino era sempre
pronto a fare battute e a proclamare la sua genialità, ma non appena gli
veniva posta una domanda cambiava improvvisamente espressione e diceva
cose serie e con un'aria che non si addiceva molto al ragazzo dalla
battuta pronta che tutti conoscevano.
Dal canto suo Rukawa si sentiva sempre più in colpa per quello che era
accaduto, benché non lo desse a vedere e cercasse mentalmente di
convincersi che la colpa era tutta di quell' idiota dai capelli rossi come
il sole al tramonto e non sua. Ma questo non sembrava avere troppo effetto
perché si era trovato in più di un'occasione a passare la palla a Sakuragi
o ad andarlo ad aiutare per smarcarsi o per marcare a sua volta un
avversario.
E la cosa stupiva e non poco tutte le persone presenti, giocatori,
spettatori e allenatori... O almeno un allenatore, Taoka, perché Anzai dal
canto suo non faceva che sorseggiare con calma una tazza di tea o
sorridere bonariamente sicuro che finalmente quei due avessero capito
quale fosse la vera sfida: riuscire ad andare d'accordo nonostante le
differenze per il bene della squadra e per la loro crescita personale in
quanto giocatori e non solo... Insomma una vittoria indipendentemente dal
risultato della partita.
Anche nelle file del Ryonan comunque le cose non erano esattamente come ci
si aspettava.
Sendo era un ottimo capitano, ma del resto non era una novità visto che
già durante l' "era Uozumi" il suo carisma e le sue doti innate erano
perfettamente note a tutti, ma non era tutto...
Il porcospino era stranamente attento a tutte le mosse del rossino e di
Rukawa. Non che la cosa fosse una vera e propria stranezza, ma più che
altro c'era molto, forse troppo, interesse negli sguardi che lanciava ai
due.
Nonostante la perfetta forma di tutti i giocatori del Ryonan e l'ottimo
gioco di Sendo, lo Shohoku vinse con sei punti di scarto, segno evidente
della superiorità dei ragazzi che avevano giocato in maglia rossa.
Stranamente (come se quel giorno ci fosse stato qualcosa di normale...)
Sakuragi non si vantava eccessivamente e sembrava molto più serio del
solito.
Rukawa pensò che quella confessione era stata davvero deleteria per il
morale del rosso. Decise che quando l'effetto sarebbe passato, avrebbe
fatto creare da sua madre una pozione o un incantesimo per permettere al
compagno di squadra di dimenticare quell' 'incidente'... pronunciare
quella parola anche se solo nei suoi pensieri lo sconvolse e non poco...
era come se un ago gli avesse trafitto il cuore, un dolore quasi
insignificante, ma allo stesso tempo forte e profondo.
------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tutti i ragazzi si fecero la doccia continuando ad esultare per la partita
appena vinta. Ryota propose di andare tutti insieme in un qualche pub a
festeggiare e tutti accettarono.
Tutti tranne Rukawa che pose come scusa una cena con i parenti (non poteva
certo dire di dover portare la pozione alla sua prof!!) e... Hanamichi che
con grande sorpresa di tutti non accettò, semplicemente perché non era
dell'umore adatto, nonostante fosse felice per la vittoria.
Persino il rossino si scioccò delle sue stesse parole, era la verità, ma
non aveva certo intenzione di declinare l'invito dei suoi amici e poi non
voleva far vedere il suo stato d'animo... Ma allora perché lo aveva
detto??
Rimase molto perplesso e per questo si vestì con una lentezza estenuante,
paragonabile solo a quella di Rukawa. E infatti rimasero solo loro due
nello spogliatoio.
Hanamichi non voleva restare solo con lui e non era una cosa fatta
apposta, ma sembrava che il destino fosse contro di lui...
"Beh... io sono in ritardo, ma... vuoi che ti aspetti? Magari prendiamo il
treno insieme..."
Hanamichi rimase sconvolto. Rukawa aveva detto che lo avrebbe aspettato? E
che potevano fare della strada insieme? No, quello era un sogno!
Lo stesso Rukawa rimase molto colpito dalle sue stesse parole. Erano le 19
e alle 21 doveva essere in classe. La Veda non amava i ritardatari, specie
se dovevano essere consegnati dei compiti, ma la cosa non sembrava
preoccuparlo.
In fondo era uno dei due pupilli della professoressa e poteva permettersi
alcuni minuti di ritardo... E poi non voleva lasciare il rossino in quello
stato, anche se non ne capiva esattamente il motivo. Decise comunque di
non pensare a quale sorta di strano sortilegio avvenuto nella sua anima
che lo spingeva a comportarsi così e ad agire come meglio poteva. Ma la
risposta non fu certo quella aspettata.
"No ti ringrazio... Preferisco stare un po’ da solo... Comunque mi fa
piacere che tu mi abbia proposto una cosa del genere anche se solo perché
ti faccio pena..."
Ecco, ora si stava rendendo ridicolo.
"Non dire scemenze! Non mi fai pena do'aho!"
"Ah, no? E allora a cosa devo questo 'invito'?" Sakuragi era seduto su una
delle panche con le braccia appoggiate sulle ginocchia e pronunciando
questa frase aveva alzato il volto per incrociare lo sguardo dell'altro
con un sorriso triste dipinto sulle labbra.
Rukawa sentì il cuore che gli si stringeva: Hanamichi era un tipo che
rideva sempre, che affrontava tutte le avversità col sorriso sulle labbra.
Perché adesso si stava comportando in quella maniera? Ma soprattutto...
DA QUANDO CONOSCEVA COSI' BENE QUELL'IDIOTA? E PERCHE' CAVOLO CONTINUAVA A
CHIAMARLO PER NOME???? La cosa stava diventando grave....
"Ma che cavolo dici? Credi che possa provare pena per uno come te? Tu sei
l'antitesi del tipo che ispira pena... Ti ho detto di andare via
insieme.....così, per non...Oh non lo so nemmeno io perché! Ma se non vuoi
sono solo problemi tuoi do'aho!"
"Wow! Hai detto una marea di parole di seguito te ne sei accorto?" e così
dicendo rise.
Una risata dolce e pacata, argentina e piena di vita. Non era la sua
solita risata che a volte sembrava... forzata? Sì, forse... Si accorse che
quei pensieri erano troppo strani e che lui stava facendo troppo tardi....
Doveva per forza andare, anche se in fondo al cuore gli dispiaceva
lasciare il rossino solo...
Si sarebbe preso a pugni per quel pensiero, ma cercò di mantenere la calma
e la sua solita freddezza e ci riuscì senza problema, ormai era abituato a
farlo.
"Ah, fa' come vuoi! Ci si vede do'aho!" si accorse che ormai quella parola
non era più detta come insulto, ma come un qualsiasi altro nomignolo e si
annottò mentalmente di prendersi a calci anche per quello.
"Ciao Kitsune..." disse il rossino tornato tranquillo.
Kaede uscì dallo spogliatoio e pochi metri dopo fu richiamato da una voce.
"Ehi Kae-kun... C'è solo Hanamichi dentro, vero?"
"Non chiamarmi in quella maniera!" disse il moretto rivolto all'altro
ragazzo con la solita freddezza.
"Ma dai, siamo in classe insieme da tre anni ormai!!"
"E allora?"
"Ok, ok.... Allora c'è ancora Sakuragi, vero?" disse sorridendo.
"Hn..."
Non gli piaceva affatto quello sguardo che il compagno aveva dipinto in
volto. Erano in competizione da sempre, fin da quando a sei anni avevano
cominciato la scuola per maghi, benché fossero in classe insieme solo da
tre. I loro genitori erano amici di vecchia data e anche se davanti agli
altri facevano finta di niente per non destare sospetti, si conoscevano
praticamente da sempre... E da sempre erano rivali e anche se si
rispettavano molto, non erano mai andati troppo d’accordo, probabilmente a
causa dei loro caratteri, completamente opposti.
"Perfetto... ci vediamo più tardi allora... ciao!" disse senza smettere di
sorride ed entrando nello spogliatoio.
"Ciao Sakuragi!"
"Sendo... ciao... Che ci fai qui?"
"Ti aspettavo..."
"Ah sì... E come mai??"
"Ah, nulla... Ti va se torniamo a casa insieme?"
"Ma se non sai nemmeno dove abito!"
"Eh eh eh, è vero! Va beh... magari possiamo fare due passi, ti va?"
"Ok...." disse titubante. Quel ragazzo era davvero strano, ma allo stesso
tempo gli ispirava simpatia, nonostante i propositi di sconfiggerlo per
dimostrare a tutti la sua immensa genialità...
Sorrise tra sé e sé per quella affermazione che troppo spesso ripeteva e
che altrettanto spesso era solo un modo per difendersi.
Sendo era raggiante....Quella era la sua occasione.
Camminarono per un po’ parlando del più e del meno e della partita che
avevano appena disputato.
Sendo si stupì sentendo dei complimenti provenire proprio da chi giurava
la sua superiorità rispetto al mondo intero e si accorse di come fosse
molto più dolce e tranquillo del solito.
E il sentimento che provava nei confronti di quella adorabile testa rossa
ebbe un'impennata.
Certo non era nulla di serio, non era amore... Non ancora almeno, ma
comunque provava un grande affetto per quel ragazzo dai modi pressoché
assurdi ma dall'aria tanto tenera e ingenua.
Decise che quello era il momento giusto.
Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un lecca lecca e lo scartò
cominciando a mangiarlo.
"O che scortese che sono...Vuoi un lecca lecca? Sai io ne vado matto!!"
"Ma dai! Anche io!.. Effettivamente se ne hai un altro..."
"Eh eh eh... certo... E' al cedro spero ti piaccia..."
"Ma certo che mi piace, è il mio gusto preferito!!"
Sendo tirò un sospiro di sollievo. Era stato troppo avventato a dire il
gusto senza prima accertarsi che al rossino potesse piacere... ma in fondo
gli era andata bene...
Hanamichi prese il lecca lecca e mentre cominciava a mangiarlo si accorse
che aveva un sapore diverso da quello che il giorno prima aveva 'rubato' a
Rukawa.
No! Ci aveva pensato di nuovo! Ma adesso non era il momento adatto per
pensare a quel volpino malefico, voleva solo toglierselo dalla testa
insieme a tutte le cavolate che aveva cambinato in quei due giorni.
Senza che se ne rendesse conto stava parlando civilmente con Sendo senza
proclamare la sua superiorità e senza mostrarsi allegro come ogni altro
giorno.
Ma il fatto era che proprio non ci riusciva, continuava a provare quella
spiacevolissima sensazione...
Era come se ogni persona potesse leggere in fondo alla sua anima, senza
che lui potesse opporsi, anzi era quasi come se non volesse opporsi.
Arrivarono al campetto in cui Hanamichi andava spesso ad allenarsi e si
rese conto che Sendo doveva trovarsi molto lontano da casa.
"Ehi porcospino! Qui siamo più o meno dalle mie parti... Tu non sei
lontano da casa?" ancora una volta aveva espresso un suo pensiero, senza
che riuscisse a trattenerlo.
"Eh? Ah sì, ma non ha molta importanza... Ti va se ci sediamo lì Hana-kun?"
"Da quando sono Hana-kun e ho smesso di essere Sakuragi??" ma che diavolo
gli stava succedendo?? Lo aveva fatto di nuovo! E ogni istante che passava
sembrava essere sempre peggio.
"Eh eh eh, se ti dispiace non ti chiamo più così!" disse Sendo sfoderando
il suo proverbiale e disarmante sorriso.
Quel ragazzo era davvero tenerissimo e lo coinvolgeva sempre di più. E poi
era rimasto sorpreso dal fatto che fosse una persona così sincera e
trasparente. Era davvero bravo a far finta di essere un duro davanti agli
altri, non c'era dubbio.
"No... non ti preoccupare... Ci sediamo lì?" disse il rosso indicando una
panchina poco distante , mentre si prendeva mentalmente a calci per aver
detto a Sendo che non gli dispiaceva quel nomignolo. Era come se si
sentisse improvvisamente attratto dall'altro ragazzo e se allo stesso
tempo non riuscisse a non fare niente per nasconderlo. Era davvero una
stranissima e spiacevolissima sensazione... O forse non era poi così
spiacevole?
"Senti Hana... dovrei parlarti di una cosa..."
"Spara porcospino...." la voce del ragazzo moro lo riscosse dallo stato di
trance in cui sembrava essere caduto e decise che quello era il momento
buono per accantonare tutti i suoi pensieri.
"Perché non mi chiami Akira?" chiese l'altro sempre sorridendo.
Si stava avvicinando oltre la distanza di sicurezza, ma mentre da una
parte Hanamichi voleva tenere quel porcospino molto lontano perché non gli
ispirava nulla di buono la sua vicinanza, dall'altra sentiva l'attrazione
di poco prima continuare a crescere.
"O-ok... Akira... Che dovevi dirmi?"
Il braccio sinistro di Sendo scivolò intorno alle spalle del rossino, e il
suo viso si fece pericolosamente vicino a quello del compagno più giovane.
"A-Akira...che...." ma le parole si bloccarono sulla punta della lingua.
Sendo infatti si era avvicinato ulteriormente e aveva posato le sue labbra
su quelle del rosso, che ora stava lì, con gli occhi spalancati senza
riuscire a reagire in nessuna maniera. Ed una parte di lui infatti non
voleva reagire.
Sendo si staccò appena solo pochi millimetri, tanto che Hanamichi poteva
sentire le sue parole a fior di labbra.
"Mi piaci Hana-kun, sai?"
Ma il rossino non ebbe modo di obiettare né di dire nulla perché Sendo era
tornato a baciarlo, ora con più trasporto.
Infatti se il bacio di pochi istanti prima era stato nient'altro che una
casta carezza, questo era... beh sembrava voler diventare qualcosa di
molto più profondo.
La lingua del porcospino accarezzava le labbra del rosso senza sosta,
cercando anche un solo spiraglio che gli permettesse di entrare in quella
caverna calda e tanto sognata.
Hanamichi non riuscì più a resistere.
Schiuse le labbra rendendo felice Sendo e ricambiando con passione sempre
crescente il bacio che l'altro gli stava dando. La sua lingua si muoveva
di volontà propria duellando e giocando con quella del giocatore del
Ryonan facendogli provare sensazioni piacevolissime.
<Ma che cavolo sto facendo?? Sto baciando il porcospino?? Il mio
preziosissimo primo bacio io lo dò a questo... 'coso' e non alla mia
kitsune?? Già la kitsune... Ehi io amo lui, non posso baciare Sendo, non
voglio!!!>
Quei pensieri gli servirono per riprendersi da tutte le strane emozioni
che provava.
Si staccò in fretta dall'altro che sembrò molto sorpreso ma allo stesso
tempo molto dispiaciuto.
"Hana-kun... Che c'è che non va?"
"Akira senti... No, ascolta non posso nemmeno chiamarti per nome..." si
sentiva molto in colpa verso quel ragazzo. E adesso anche lui, Mr. 50
rifiuti, sarebbe entrato a far parte delle persone normali, che scaricano
e vengono scaricate.
"Io... non capisco...." Sendo era davvero molto confuso. Che la pozione
non avesse avuto effetto? Ma allora non avrebbe nemmeno dovuto iniziarlo
quel bacio, e invece... Perché si era fermato sul più bello?
Non riusciva a capire e la confusione gli si dipinse anche sul volto di
solito sorridente.
"Sendo io... Io sono innamorato di Rukawa e non me la sento di...."
Ecco qual'era il problema!
Quel bastardo di Rukawa doveva avergli dato la pozione prima di lui, ecco
perché aveva iniziato a baciarlo e poi aveva smesso...
Possibile che avesse creato una pozione più concentrata e quindi più
efficace della sua? Eppure era stato ben attento a filtrare poco il
trifoglio per rendere il risultato finale poco diluito...
"Ah capisco..." Non si fece scoraggiare e sfoderò il suo solito sorriso.
Si alzò dalla panchina, ora doveva davvero andare oppure la professoressa
Veda lo avrebbe sgridato... anche se in realtà gli sarebbe bastato un
sorriso per farle passare la rabbia, in fondo era il suo pupillo...
insieme a Rukawa... Questa gliel'avrebbe pagata cara!
"Sendo mi dispiace davvero, io..."
"Non mi chiami più Akira?? Siamo amici in fondo, no?"
"Sì certo..." era titubante ma in realtà voleva essere per davvero amico
del porcospino e poi gli dispiaceva ferire i sentimenti di un'altra
persona
"Ok, ora devo andare o farò davvero tardi... Ci si vede Hana-kun" e
dicendo così il ragazzo si allontanò regalandogli un ultimo radiosissimo
sorriso e un saluto con la mano.
<Avrò altre occasioni, magari non con lui... Però mi dispiace davvero, è
così carino... Ma in fondo è un bene, non mi sarebbe piaciuto vincere solo
grazie a quella pozione... Ah ma quello scemo di Kaede mi sente... Freddo
e impassibile un corno!!> e preso dai suoi pensieri si diresse verso la
vicina fermata del treno correndo, con la speranza di non far arrabbiare
troppo la professoressa.
Continua.
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions
|
|