DISCLAIMERS: I pg purtroppo non sono miei ç___ç, ma del grande Inoue-sensei, tranne Kei Veda che è un parto della mia mente malata ^^
La frase della canzone "Open up your mind", della collonna sonora di Saiyuki, appartiene agli aventi diritto.
DEDICHE: Alle mie nipo Nat e Saya che l'hanno letta in anteprima.
Ad Acua... e lei sa il perchè.
A Leyla per il suo compleanno: 100000000000 di questi giorni tesoruccio ^*^
NOTE 1: Tra "..." il parlato, tra <...> i pensieri
Gli spazi indicano il cambio di POV, le ------, i cambi di scena.
NOTE 2: Questa fic è stata scritta come oneshot, quindi se trovate i capitoli asimmetrici è perché ho cercato di seguire un filo logico nella divisioni ^^
NOTE 3: Vi avverto già da ora che questa fic ha due finali.... il primo finisce al capitolo 8... l'altro parte dal capitolo 8 e poi prosegue... vabbè poi leggendo capirete ^^




Love Potion

parte I

di Sakuya


"Allora allora, vediamo... Bene l'infuso di foglie di menta l'avevo già preparato e ne ho abbastanza, la liquirizia... anche quella è pronta e adesso passo nel colino il trifoglio..."
Il ragazzo parlava ad alta voce con se stesso per ricordare mentalmente i passaggi da fare, senza scordarne nessuno. Si avvicinò alla cucina, spense il gas del fornello che era acceso e sul quale vi era un piccolo pentolino con delle foglie verdi al suo interno. Prese con una presina il pentolino e si avvicinò al lavello. Fece attenzione che nemmeno una goccia del liquido che stava filtrando attraverso il colino andasse persa e si recò con calma verso il tavolo sul quale stava lavorando.
Si accorse che aveva riempito di macchie e schizzi di ogni genere il tavolo di legno a cui sua madre teneva tanto e che anche la macchina del gas e il lavello erano sporchissimi.
Insomma la cucina sembrava un vero campo di battaglia. Del resto era così ogni volta che si esercitava o che svolgeva dei compiti a casa, in fondo era pur sempre un apprendista alle prime armi, almeno in quel campo!!
Versò il liquido verde nel contenitore di vetro e mescolò con cura gli ingredienti per qualche secondo.
"Ok... Adesso mi ci vuole un bel lecca lecca al cedro...Vediamo... Ah si eccolo..." prese la scatola che faceva bella mostra di sé su di un ripiano dello scaffale che aveva aperto e prese uno dei lecca lecca al suo interno.
Tornò al tavolo, prese il contagocce e lo riempì del miscuglio che aveva amalgamato poco prima. Versò delle gocce sul dolce di zucchero, stando bene attento a non sbagliare il conto.
"Otto... nove e... dieci... Ok perfetto! E anche questa è fatta... Per fortuna che con le dosi che ci ha dato la prof., non avrà effetto che per 7 giorni, altrimenti un'altra non la reggerei proprio... Ma a chi lo dò adesso?".
Il ragazzo cominciò ad osservare il lecca lecca con aria pensierosa immaginando con che faccia avrebbe potuto dare a una qualsiasi ragazza un lecca lecca. E con quale scusa poi? Doveva riflettere.
Ripeté la stessa operazione su un secondo lecca lecca per essere sicuro, versò il liquido rimasto in un barattolino di vetro, lo chiuse con cura e poi lo portò con sé insieme ai lecca lecca che aveva nuovamente incartato nel cellofan, chiudendoli con il nastrino rosso che prima li avvolgeva.
Uscì dalla cucina chiudendo la luce, dopo aver messo tutte le cose che aveva usato nel lavello e infischiandosene del disastro che aveva lasciato, in fondo sua madre era una donna MOOOOLTO comprensiva...
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"Hanamichi... a quest'ora si arriva?" chiese Mito sorridendo al suo amico che stava entrando tutto trafelato in classe, due secondi netti prima del suono dell'ultima campanella.
"Grrrr guai a te se dici altro... Me ne stavo venendo per i fattacci miei, già in ritardo tra l'altro per colpa di quella cavolo di sveglia che non ha suonato..."
"...Perché non l' hai sentita..." disse Mito sghignazzando
"Yohei.... sta attento a te..." gli rispose il rossino con uno sguardo molto eloquente prima di continuare "...Insomma me ne venivo a scuola quando non ti vado a incontrare quella maledettissima volpe? E' sbucato fuori dal nulla e dato che dormiva stava attraversando col rosso. Non puoi capire quello che ho dovuto fare per fermare la sua bici e svegliarlo per dirgli di stare attento. In fondo lui deve morire solo dopo essere stato umiliato dal grande Tensai!! AH AH AH!"
"Aspetta fammi capire bene... Tu hai salvato la vita a Rukawa?"
"Vabbè salvato la vita è un parolone perché era una strada secondaria e non stava passando nessuna macchina in quel momento, quindi non ho fatto nulla di eccezionale...." il rossino non era il tipo a cui piaceva farsi elogiare, anche se a vederlo in campo (e anche fuori...) si sarebbe detto il contrario.
"Hanamichi ascolta, poteva passare una macchina a tutta velocità e Rukawa sarebbe stato spappolato... Deve solo a te il fatto di essere sano e salvo..." disse Mito fiero di avere un amico così coraggioso e buono da salvare la vita anche a quello che diceva essere il suo nemico giurato.
"Sì certo come no... E infatti sai come mi ha ringraziato quella maledettissima baka kitsune? Guarda qui...." disse aprendosi leggermente la giacca della divisa per mostrare un piccolo livido che si stava formando nella parte esterna della spalla.
"Ti ha preso a pugni?" chiese il moretto cominciando a ridere "Tu gli salvi la vita e lui ti dà un pugno??"
"Effettivamente dovevo aspettarmelo... Sai che la kitsune 'non perdona chi disturba il suo sonno'- sottolineando quest'ultima fase usando la voce in falsetto per sbeffeggiare l'espressione del ragazzo- ... Ah povero Tensai, maltrattato da una stupida volpe congelata... Sigh, non c'è più religione!!"
"Eh eh eh... che ci vuoi fare, i giovani d'oggi..." ma Mito non poté terminare la frase perché il professore era appena entrato in classe.
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<Che palle quando smette di parlare questo qui? Che mi importa della letteratura inglese del XV secolo!! Io voglio andare a giocare!>
Rukawa era steso sul suo banco fingendo di dormire per non rovinarsi la reputazione, benché quel giorno non ci riuscisse molto bene a causa di un certo rossino.Quel grandissimo idiota infatti lo aveva svegliato durante il suo riposino pre-scolastico e senza di quello non riusciva a gestire il sonno per il resto della giornata. E adesso rischiava di ritrovarsi addormentato sotto la doccia...
Quello era proprio un do'aho!
Eppure era rimasto molto colpito da quell'azione. Sakuragi urlava ai quattro venti di odiarlo e poi lo aveva trascinato sul marciapiede svegliandolo e dicendogli di stare attento e che non doveva permettersi di morire se non dopo che il grande Tensai lo avesse sconfitto. Eppure lo aveva colpito il suo sguardo, sembrava quasi... preoccupato ed era questo che Kaede non riusciva a spiegarsi, anche se la cosa gli dava una certa soddisfazione.
La campanella suonò la fine delle lezioni e il moro non si preoccupò troppo dell'ultimo pensiero che aveva avuto perché la sua mente era già sul campo da basket.
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"Forza ragazzi che domani c'è l'amichevole con il Ryonan! Non vorremo farci sconfiggere da Sendo vero? Ormai non hanno più Uozumi in squadra, vinceremo di sicuro!!"
"Guarda che anche noi non abbiamo più Akagi nanerottolo!" disse Mitsui rivolgendosi al nuovo capitano Miyagi.
Non capiva perché il coach Anzai non avesse scelto lui. In fondo era pur sempre il più anziano in squadra e poi era il vero asso... Poi però ipotizzò che forse l'intento dell'allenatore fosse quello di dargli la possibilità di preparare l'esame di ammissione all'università, senza avere il peso della squadra sulle spalle. Sì, sicuramente era quello il motivo, non poteva essercene nessun'altro.
E mentre Mitsui guardava con sguardo soddisfatto Miyagi per essere giunto al vero motivo della sua promozione a capitano, Hanamichi faceva il suo solito ingresso trionfale in palestra, ovviamente in ritardo.
"HANAMICHIIIIIIII!!!!! Ma ti sembra l'ora di arrivare???" chiese Miyagi furente .
Il rossino provò a giustificarsi ma una sonora ventagliata si abbatté sulla sua testa non appena passò vicino ad Ayako.
"Ma Ayako non gli farai male??" chiese la seconda manager con sguardo preoccupato.
"Tranquilla Haruko, questo ha la testa più dura del cemento armato!!"
"Ahia!! Buaaaaahhhhhh ma ce l'hanno tutti con me!! Non è giusto! Per fortuna che ci sei tu Harukina cara..."
"Do'aho"
Eccolo, non poteva non arrivare. Immancabile, come ogni altro giorno e ogni altra occasione, la voce del volpino arrivò secca e fredda, mentre gli passava accanto, alle orecchie del rossino.
"Teme kitsuneeeeeeeeee! Ti ammazzo io invece che qualche macchina di passaggio! Se non fosse stato per me adesso tu saresti all'obitorio!!"
E così il rossino cominciò a raccontare di come aveva 'eroicamente' salvato quell'ingrato da una morte certa.
Ovviamente l'unico a non dire una sola parola fu Rukawa, la cui unica risposta fu "Do'aho" .
Tra le innumerevoli scaramucce e liti tra le due super matricole dello Shohoku gli allenamenti finirono anche per quel giorno.
La mattina seguente la squadra avrebbe disputato un'amichevole di preparazione contro il Ryonan. Anche se il campionato invernale non era vicinissimo, era comunque il caso di cominciarsi a preparare in vista della mancanza del centro ed ex-capitano Akagi, detto il Gorilla. Adesso era Hanamichi a ricoprire quel ruolo, ma nessuno sembrava fidarsi molto del rossino, eccetto ovviamente il coach e... Rukawa, il quale era stato l'unico a dire un semplice "Ok. " quando Anzai aveva comunicato la sua decisione.
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Tutti se ne erano andati e negli spogliatoi erano rimasti solo Hanamichi e Rukawa. Il primo si era sottoposto alla solita sessione di allenamenti speciali dedicati ai fondamentali. Era un Tensai certo, ma dopo l'infortunio durante il campionato nazionale aveva bisogno di potenziare al massimo la resistenza. Rukawa dal canto suo era lento come una lumaca, anche perché rischiava di addormentarsi ad ogni movimento.
Quando il rossino aprì la porta vide Rukawa seduto sulla panca con un lecca lecca in mano e sembrava che preferisse contemplarlo piuttosto che mangiarselo.
Il viso di Hanamichi si illuminò, adorava i lecca lecca, specie se al cedro e dato che quello era giallo, probabilmente era anche al suo gusto preferito. In quel momento agì senza pensarci.
Se Rukawa non lo voleva, lo avrebbe mangiato lui!
"Ehi Kitsune guarda che questi si mangiano... Guarda, così..."

Senza che Rukawa se ne accorgesse, perché troppo preso dai suoi pensieri, Sakuragi gli si era avvicinato e aveva preso il lecca lecca che aveva in mano e adesso era tutto intento a scartarlo.
Ma prima che lui potesse fare qualcosa o dire anche solo 'A', il rossino se lo era già messo in bocca con aria soddisfatta.
"Ma cosa cazzo hai fattoooooooooo??"

Shock.
Rukawa si era alzato di scatto e aveva... urlato!! Rukawa allora non sapeva dire solo do'aho e altri due o tre insulti!! Ma soprattutto... Rukawa sembrava davvero furibondo!
Rukawa che non provava mai neanche una piccolissima emozione, Rukawa che a malapena sembrava dotato di parola e che sicuramente era privo di cuore... Beh lui ora stava in piedi di fronte ad Hanamichi e sembrava davvero preoccupato, oltre che furioso ovviamente.
"Ehi scusa Kitsune, non pensavo che per un lecca lecca... Tieni se lo sciacqui sotto l'acqua lo puoi ancora mangiare... Comunque credo sia andato a male perché non sa molto di cedro..." disse porgendogli con sguardo ingenuo e tremendamente dolce lo stecco.

O almeno era quello che Rukawa scorse in quegli stupendi occhi nocciola.
Per un brevissimo istante provò una stranissima sensazione, ma si riscosse immediatamente ricordandosi del casino che quello stupido aveva appena combinato.
<Strano che senta il gusto della pozione, dovrebbe essere senza sapore>
"Non lo dovevi magiare... Ormai il danno è fatto, tienitelo pure..."
"Io davvero non ti capisco... Scusami non volevo crearti problemi... mi dispiace..." <Cavolo!! Perché ho detto queste cose?? Certo le penso, ma perché ho pronunciato queste parole??>
"Hn..." <Ma da quando questo è così gentile? Possibile che cominci già a fare effetto?>
"Ehmmm... Ok, senti io.... vado a farmi la doccia, ci si vede...." E dicendo così il rossino se ne andò imbarazzatissimo verso la borsa, prese tutto l'occorrente per la doccia e con lo sguardo basso se ne andò senza degnare Rukawa di una sola occhiata e con il lecca lecca ancora in bocca.

Il volpino dal canto suo non capiva bene perché avesse avuto la sventura di incontrare un deficiente patentato come Sakuragi anche se non era completamente sicuro che quella fosse davvero una 'sventura'. Si diede mentalmente del deficiente per quel pensiero, prese le sue cose e uscì.

Continua....












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