Disclaimers: Inoue è mio
padre quindi i suoi personaggi mi appartengono ;p
Note: Dedico questa fic alla mia amica Hana-chan, perchè lei è Hanamichi
the Tensai!!!! The original!!!!
Love Memories
di Kitsune
Viviamo insieme da un anno, ormai.
Ne parlavamo già da quando frequentavamo le superiori, già da quando
eravamo solo amici, poi quando lui si è iscritto all'università è
venuto a stare nel mio appartamentino.
Ogni stanza di questa casa ha il suo profumo.
Ogni centimetro quadrato trattiene in sè un ricordo di lui.
Ora è fuori, dopo le lezioni lavora in un negozio di abbigliamento per
mantenersi gli studi e per dividere con me tutte le spese...
Sono così fiero di lui.
E' ancora l'uragano di cui mi sono innamorato quattro anni fa, ma è
maturato.
Ha ancora quei modi di fare un po' arroganti e da gradasso, ma io lo amo
proprio per questo suo carattere così esplosivo che compensa il mio:
posato, tranquillo e serio.
Bè questa sera potrei fargli trovare una bella cena.
Potrei preparargli il bagno.
Potrei fargli trovare dei petali di rosa nel futon.
Di solito è lui a farmi di queste sorprese, la sua fantasia per rendermi
felice non ha confini.
La mattina, quando ci alziamo, mi dice sempre che vedere il mio viso
appena si sveglia gli fa iniziare bene la giornata.
Poi mi dà un bacio e mi dice 'buongiorno amore mio'.
Lo fa ogni mattina, è diventato un rito ormai.
Anche i suoi attacchi sotto la doccia sono pressoché all'ordine del
giorno.
Dopo aver fatto colazione io vado a lavarmi mentre lui rassetta in cucina.
Appena sente l'acqua scrosciare, entra furtivo in bagno, si spoglia e
piomba nella doccia.
Quante lezioni mattutine ho perso a causa di questi attacchi!
Perché ovviamente la maggior parte delle volte finiamo per fare l'amore
nella doccia o sul tappeto del bagno.
E dopo aver fatto l'amore lui vuole coccolarmi e farsi coccolare e poi
dobbiamo farci un'altra doccia.
-Dai, facciamola insieme, così guadagnamo tempo.-
E' tutta una scusa per baciare ancora la sua pelle vellutata umida d'acqua
tiepida, cercando di resistere a schiacciarlo nuovamente contro la parete
piastrellata della doccia e sentirlo gemere sotto i miei baci e vedere le
sue espressioni private, quelle espressioni che solo io di tutta l'umanità
ho il diritto e l'onore di vedere.
..Kiyota..
Sei diventato indispensabile, come l'aria che respiro o la pioggia che
scende fresca e leggera d'estate e disseta la terra inaridita.
Mi ricordo di quella volta che ti ho sorpreso in cucina a bere il latte
dal cartone e tu sai che io odio che tu beva il latte dal cartone, ma tu
dallo spavento hai lasciato che alcune gocce ti scivolassero lungo il
mento e io te le ho pulite via con la lingua e ti ho perdonato quella
marachella con un bacio che sembrava non dovesse finire mai.
Sei così sensuale Kiyota..
Tu nemmeno te ne accorgi perché sei troppo ingenuo, non ti rendi conto
della tua bellezza, della tua sensualità, dell'effetto che provochi sulla
gente e soprattutto su di me che sono alla tua mercè e tu nemmeno lo sai.
Un altro ricordo. ero appena tornato a casa dall'università e tu eri in
sala a studiare con lo stereo acceso, una canzone di Lenny Kravitz a basso
volume e tu che canticchiavi mentre ricopiavi degli appunti sul tuo
quaderno.
-Buonasera koibito.-
Ti voltasti di scatto... bè, ma tutti i tuoi movimenti sono così, il tuo
corpo non conosce la pacatezza e nonostante questo riesci ad essere
aggraziato.
-Soichiro, finalmente sei tornato!-
Ti alzasti per corrermi incontro abbracciarmi, baciarmi, consumarmi come
fai sempre.
Indossavi un paio di jeans consunti e una camicia blu sbottonata.
Quel poco di pelle esposta mi fece eccitare più che se fossi stato nudo.
Quando ti avvicinasti a me col tuo solito entusiasmo, ti tenni a distanza
alzando un braccio di fronte a me.
-Resta lì.-
Ti bloccasti con un'espressione imbronciata e accigliata.
-Resta dove sei, voglio guardarti.-
Il tuo viso era un misto di innocenza e perplessità. Oddio com'eri bello.
Feci un passo avanti e appoggiai un dito sul tuo sterno, facendolo
strisciare lentamente lungo il tuo petto fino alla zip dei jeans.
La feci scorrere verso il basso e infilai una mano dentro i tuoi boxer.
Tu chiudesti gli occhi e ti mordesti il labbro inferiore.
Guardai ogni tua espressione mentre ti accarezzavo.
Volevo vederti venire con quei vestiti addosso.
Ti spinsi contro la parete, sapevo che avevi bisogno di sostegno, le tue
ginocchia si stavano facendo d'acqua.
Mi piegai verso di te, verso il tuo collo di seta.
Cominciai a morderti il lobo dell'orecchio, poi ti sussurrai di tenere gli
occhi chiusi.
Non volevo niente in cambio di quelle carezze erotiche, il fatto di
guardarti mentre sussultavi e gemevi e sospiravi e respiravi il mio nome
con quella camicia blu sbottonata addosso era tutto ciò di cui avevo
bisogno per essere soddisfatto.
Adesso mi è venuta voglia di vederti.
A pensarti così intensamente mi è venuta voglia di vederti!
Le foto sul mobile nell'entrata sono un tenue palliativo, non mi bastano.
Indosso la tua giacca di pelle, per sentire il tuo profumo tutto intorno a
me ed esco.
Salgo sulla bici e volo da te.
Chissà perché.
Da quando lavori lì quel negozio è sempre pieno di ragazze!
Ma tanto tu sei solo mio.
Dove sei adesso?
Ah, eccoti là, stai piegando un maglione dandomi le spalle.
I tuoi capelli lunghi e soffici sono raccolti in una coda che ricade fino
alle scapole.
Quanto vorrei passare una mano in quella massa di fili di seta!
Io so bene quanto sono morbidi.
Scendo dalla bici e l'appoggio al muro, poi entro nel negozio facendo
tintinnare le campanelle appese alla porta.
-Buonasera.-
Si volta verso di me e il suo viso assume un'espressione estatica.
-Jin.-
Mi avvicino a lui.
Non posso baciarlo o abbracciarlo, solo guardarlo e parlargli, ma me lo
faccio bastare.
Sono a un passo da lui e gli sussurro:
-No resistevo più, avevo voglia di vederti.-
Lui mi passa delicatamente un dito sulla guancia sfiorandomi il labbro
inferiore.
-Io fra dieci minuti ho finito. Potremmo andare a mangiare qualcosa in
giro, che te ne pare?-
Annuisco, ancora galvanizzato dalla sensazione della sua pelle sulla mia.
Mi guarda con quei suoi occhi irresistibili e mi sorride.
-Mi aspetti al parco qui di fronte?-
Annuisco nuovamente.
Esco e mi faccio una passeggiata intorno all'isolato, poi raggiungo il
parchetto incastrato tra i palazzi e mi siedo su un'altalena.
Mi sento agitato come se fossi al mio primo appuntamento.
Invece devo 'solo' incontrarmi con il mio ragazzo per andare a mangiare un
boccone.
Non riesco a credere che dopo tre anni io reagisca ancora così, eppure.
Eccolo. Sta sorridendo solo per me, mi raggiunge quasi correndo e mi
abbraccia, facendomi ribaltare dall'altalena.
Finiamo sulla sabbia in un groviglio di braccia e gambe, lui è finito
lungo disteso sopra di me.
-Ti sei fatto male, Soichiro?-
Mi sollevo sui gomiti e lo guardo. Mi piace così tanto da stare male e
quando si preoccupa per me gli salgono al viso delle espressioni che mi
fanno in un certo qual modo. commuovere.
-No, sto bene. Sei il solito disastro, Nobu!-
Arriccia le labbra offeso ed è ancora più adorabile.
Gli afferro il viso tra le mani e poso le labbra sulle sue. Ma non è
abbastanza.
Gli passo le dita tra i capelli sciogliendo la coda che li trattiene e
afferro la sua nuca per tenerlo stretto a me, poi gli mordo il labbro
inferiore per fargli aprire la bocca.
Lui risponde obbediente alle mie tacite richieste, lasciandosi andare fra
le mie braccia, abbandonandosi completamente a me come un bambino.
Ma quando infilo la punta della lingua tra le sue labbra socchiuse, lo
sento rispondere con il solito entusiasmo che lo contraddistingue.
Non mi stancherei mai di baciarlo e di farmi baciare.
Di sentire la sua bocca dolce e golosa che cerca la mia. e intanto le sue
dita che giocano tra i miei capelli e scendono a solleticarmi il collo, ad
accarezzarmi la schiena.
-Dai, andiamo, Nobu.-
Lui si alza con uno scatto e mi tende la mano che io afferro per
sollevarmi da terra.
-Non mi va più di andare a mangiare, voglio te e ti voglio
immediatamente.-
Spalanco gli occhi colpito da questa frase detta in un tono che non lascia
spazio a repliche.
Ma in fondo lui è così: capriccioso, arrogante, imprevedibile. e io lo
adoro.
Torniamo a prendere la bici che avevo abbandonato di fronte al negozio e
corriamo verso casa, lui aggrappato a me per non perdere l'equilibrio, le
sue mani forti strette alle mie spalle.
Appena entriamo in casa, non mi da' nemmeno il tempo di chiudere a chiave
la porta che si impadronisce delle mie labbra. ma non mi dispiace questa
sua impulsività.
E mentre divora la mia bocca con la sua, mi toglie la giacca, lanciandola
sul divano. poi è la volta della camicia, un bottone alla volta, e mentre
mi sbottona mi guarda negli occhi, i suoi sono pervasi da una luce
animalesca, quasi bestiale. sempre con gli occhi incatenati ai miei, fa
scivolare le dita di una mano sul mio petto scoperto con la leggerezza di
una piuma.
Voglio toccarlo.
Voglio sentire la morbidezza della sua pelle sotto i palmi delle mani, ma
il suo sguardo da predatore mi blocca.
Cos'hai in mente Nobunaga?
Le sue dita affusolate sono appoggiate sul bottone di metallo dei miei
jeans.
Ci gioca con il polpastrello dell'indice, poi lo fa scivolare fuori
dall'asola.
I suoi occhi sono ancora nei miei, e mi sorridono, pieni di promesse.
Ho capito cosa vuoi farmi, Nobu. Vuoi farmi impazzire.
Le sue dita agili liberano anche gli altri bottoni e i pantaloni mi
scivolano lentamente, rovinosamente, dai fianchi fino alle caviglie.
Resto immobile. Nobu libera il mio sguardo dal suo e si china di fronte a
me, si inginocchia ai miei piedi.
Mi sfila i pantaloni, i calzini.
Le sue mani percorrono le mie gambe dal basso verso l'alto con una
lentezza quasi dolorosa, chiudo gli occhi, li strizzo forte per riuscire a
resistere al senso d'attesa che pervade il mio corpo.
E poi sento il leggero tessuto di cotone dei miei boxer scendere giù,
impigliarsi ma poi scendere ancora, aiutato da quelle mani implacabili.
Silenzio.
Immobilità.
E poi la sua bocca calda sulla carne fremente.
Non resisto più, la mia gola si lascia sfuggire un suono strozzato, un
gemito a lungo trattenuto.
Le sue mani sono sui miei glutei, mi tiene fermo contro di sé mentre con
quella bocca grande, chiacchierona, irresistibile. oddio, non capisco più
niente, non mi sento più le ginocchia.
Si è fermato.
Anche il mio cuore si è fermato.
Apro gli occhi, mi sta guardando.
Il suo viso è arrossato, gli occhi lucidi.
-Mi vuoi, Soichiro?-
Non riesco a fare altro che annuire.
-Allora vieni a prendermi.-
Facciamo l'amore lì in sala, sul divano, riempiendo l'aria dei nostri
odori e dei nostri gemiti.
Dopo tre anni di amore e sesso e amicizia con questa creatura, ancora mi
sento il cuore battere talmente forte da sfondarmi il petto quando affondo
dentro di lui e lo sento tutto intorno a me, pelle, profumo, sospiri.
Lo guardo venire. in questi momenti si lascia andare totalmente e la sua
solita aria da sbruffone lascia il posto all'innocenza mista alla
passione.
questo è il vero se stesso.
Nobunaga è così.
E mi sento onorato dal fatto che solo io possa vederlo quando è così.
Mi trae a sé, il volto arrossato e sudato, le braccia tremanti.
Apre gli occhi, mi guarda.
Sorride, mi bacia.
-Ti amo da morire, Soichiro.-
Restiamo lì distesi ancora per un po' a riguadagnare il respiro e la
ragione.
Poi mi sollevo su un gomito e m'incanto a guardarlo.
Si è addormentato: la bocca semiaperta, il petto che sale e scende al
ritmo del respiro. non posso lasciarlo qui, prenderà freddo.
Lo prendo tra le braccia e lo sollevo dal divano. è incredibilmente
leggero.
Lo porto fino in camera e lo adagio sul futon, poi mi sdraio accanto a lui
e copro entrambi col piumino.
Ho fame e vorrei farmi una doccia, ma preferisco stare a guardarlo.
Gli scosto i ciuffi scuri dal viso, dagli occhi sovrastati da fiere
sopracciglia nere.
E' davvero bello il mio Nobu-chan. e a guardarlo lì disteso, indifeso,
totalmente abbandonato al sonno come un bimbo, sento le lacrime salirmi
agli occhi.
Non avevo mai amato prima di incontrare lui.
So che non amerò nessun altro dopo di lui.
Chiudo gli occhi per schiacciare via le lacrime che li hanno riempiti.
Mi sento così vulnerabile accanto a lui che dorme. mi succede spesso dopo
aver fatto l'amore. è quasi una sensazione di perdita. di solitudine.
Poi improvvisamente una mano si appoggia alla mia nuca e mi tira giù.
-Amore mio.-
Mi bacia gli occhi per asciugare le lacrime.
-Sei così sensibile Soichiro, non ti posso lasciare solo per un attimo
che subito ti metti a pensare chissà cosa! Dai, vieni qua vicino a me,
che ti
coccolo un po'.-
Mi abbandono accanto a lui. ora sto decisamente meglio.
La sua mano corre su e giù lungo la mia schiena e le sue labbra sono
appoggiate alla mia fronte.
L'odore mascolino del suo corpo nudo contro il mio m'inebria e sento una
deliziosa sensazione di abbandono pervadermi le membra. sto per
addormentarmi.
-EHI SOICHIRO!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non abbiamo nemmeno cenato! Io ho una fame
da lupi!-
Spalanco gli occhi sorpreso e spaventato.
Poi rido tra me e me.
In effetti anche questo è Nobu, il Nobu pubblico: casinista, rumoroso,
imprevedibile.
E amo anche questo Nobu qui.
Mi sollevo dal letto, mi alzo in piedi e raggiungo l'armadio per infilarmi
un paio di boxer, lanciandone un paio anche a lui.
-Dai allora! Andiamo di là che ti preparo qualcosa di sostanzioso.-
Un altro ricordo da aggiungere a tutti quelli che questa piccola casa
racchiude.
**OWARI**
Nobu: mumble mumble. ok, può andare.
Kitsune: ma come osi, scimmia!!! Ci ho messo tanto amore e tu me la
liquidi così? TEME!!!
Nobu: beh, ma ti sei tenuta troppo sul vago, scuuuuusa!!!!!!
Kitsune: #fumin' from the ears# adesso basta, te l'ho detto e ridetto, io
NON so scrivere le lemon!!! Ma perchè vuoi umiliarmi così, davanti a
tutti, poi!!!!! #sigh sob sniff#
Soichiro: a me è piaciuta tanto, Kicchan.
Nobu: non fomentare la sua già immensa autostima, Soichiro-kun!!!!
Kitsune: lui non fomenta un bel niente, sta solo cercando di essere
carino, cosa di cui tu non sei assolutamente capace, in quanto anello
mancante tra l'uomo (di Neanderthal, ovviamente) e la scimmia!!!!!! Tiè!!!!
E adesso, come punizione, scriverò una RuHana!!! Ecco!!!
Nobu: #whin whin#
Kitsune: e non piagnucolare!!!! E non OSARE farmi gli occhi dolci!!!!!
NO!!!! ODDIO!!!!!! Quando fa così non resisto!!!! #faint#
---fine prematura dello sclero per svenimento della povera,
stressantissima autrice.---
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