Note: vorrei dire che i personaggi di questa fic appartengono esclusivamente a me ma non è così u__u posso vantare il possesso indiscusso solo su Zaphres...Ramish e famiglia appartengono ad Arual mentre Aime a Natsume…in quanto questa fic è basata su un gdr fantasy a cui partecipo con altre persone.

Il mondo in questione è quasi interamente abitato da persone con chiari tratti animali in base alla razza a cui appartengono ed è composto da cinque grandi isole…quattro delle quali abitate da una delle razze principali…la quinta da razze miste.

Fyresia -> abitata dagli Alijan (razza uccelli)

Niklai -> abitata dagli Elef (razza felini)

Alkaren -> abitata dagli Eleher (razza canina)

Enash -> abitata dai Syria (razza serpenti)

Elenium -> abitata dagli Horien (tutte le razze che non rientrano nelle quattro principali…qui però sono accolti anche i membri delle altre razze)

Sono previste solo coppie di pari sesso (mashi/maschi femmine/femmine) ed il concepimento di figli avviene tramite certi riti magici che non è necessario che spieghi.

Termini usati:

linje = “madre” (che sia maschio o femmina…indica principalmente colui/ei che ha il ruolo passivo in una coppia ed è colui/ei che concepisce i figli)

ninjete = “padre” (anchesso maschio o femmina…l’elemento attivo di una coppia)

 

 

 


Love is never easy

di Miyuki

 

Era una splendida giornata di sole sull’isola di Elenium.

La città del mercato era trafficata come sempre da persone di ogni razza e provenienza, tutte intente a portare a termine i loro piccoli affari prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso le proprie isole.

Per coloro che invece avevano tempo da perdere la città forniva numerosi intrattenimenti per i suoi visitatori. Per le vie affollate si potevano incontrare artisti di strada di ogni genere, pagati dagli anziani di Elenium affinchè rallegrassero gli umori dei loro ospiti e rendessero indimenticabile la loro permanenza.

In poche parole la capitale del regno degli Horien era un luogo sereno e fondamentalmente pacifico, dove si svolgevano la maggior parte degli scambi commerciali che riguardavano le cinque isole, visto che lì erano i benvenuti gli appartenenti a qualsiasi razza, senza distinzioni ne rivalità sempre presenti.

Tra tutto questo via vai di gente il luogo più affollato restava senza alcun dubbio la piazza della fontana, una delle più grandi piazze della città, dove gli abitanti e gli assidui viaggiatori sapevano che si teneva uno dei più importanti spettacoli di intrattenimento.

Lì infatti, in mezzo ad una folla di spettatori incantati, si stava esibendo in una danza sensuale ed ipnotica una delle creature più belle mai viste.

Il ragazzo aveva una lunga capigliatura rossa, che gli sfiorava praticamente le ginocchia, e dalla quale spuntavano due soffici e pelose orecchie dello stesso colore, triangolari nella forma. Ad accompagnarle una lunga coda volpina sferzava l’aria ad ogni passo di danza.

Il suo corpo era snello e delicato ma non in modo eccessivamente femminile, forse per via della sua discreta altezza e dello sguardo duro e fiero che solitamente temprava la sua espressione. In quel momento, però, l’unica cosa che si poteva leggere sul suo volto era la concentrazione e la determinazione per ciò che stava facendo, il tutto celato dietro un sorriso malizioso che serviva allo scopo di catturare l’attenzione della gente con false promesse di un futuro appagamento.

Questo era il ruolo che Zaphres Hyadjin amava interpretare nelle sue danze come nella vita di tutti i giorni…quello di una creatura tentatrice ma sfuggente come l’aria, impossibile da catturare…e così era stato, fino a recenti avvenimenti che la volpe stessa rifiutava di accettare realmente.

Quel giorno il giovane danzatore indossava degli abiti color oro che sfumavano nel crema. La camiciola era di un morbido tessuto, sorretta da due spalline metalliche finemente lavorate. Le maniche erano tagliate sul davanti e fissate solo ai polsi, così da creare un effetto svolazzante. La parte inferiore dell’abito era composta da un gonnino fatto da vari strati di quel tessuto quasi traslucido, lungo fino a qualche centimetro sopra il ginocchio e con due generosi spacchi laterali che scoprivano la pelle candida delle cosce.

Come tocco finale vari bracciali tintinnanti adornavano i suoi polsi e caviglie.

Gli sguardi degli spettatori erano puntati bramosi ed ipnotizzati su di lui, neanche volendo avrebbero potuto smettere di guardarlo, e questo era in egual parte merito della melodia dolce e dinamica che veniva suonata da un secondo ragazzo, seduto sul bordo della fontana con un’arpa in mano. Il musico era molto simile in aspetto a Zaphres…le differenze giacevano nell’età, di qualche anno inferiore ai ventun’anni della volpe rossa…nei capelli egualmente lunghi ma di un colore argento, stesso colore delle orecchie e della coda, e nei lineamenti decisamente più delicati.

Il giovane musico corrispondeva al nome di Aime Kooran ed era il cugino di Zaphres. Assieme avevano lasciato l’isola di Alkaren per andare a lavorare su quella di Elenium un paio di anni prima…e lì si erano fatti una discreta fama.

Zaphres continuò a danzare per interminabili minuti, saltando e piroettando agilmente a ritmo di musica, con acrobazie a volte quasi impossibili. Conoscendo a memoria ogni canzone suonata da Aime sapeva che essa stava per giungere al termine, così atterrò nella posizione finale giusto al pizzicare dell’ultima nota.

Seguirono lunghi attimi di silenzio prima che la folla che li circondava scoppiasse in una serie infinita di applausi di apprezzamento.

Sia Zaphres che Aime ringraziarono il pubblico con svariati inchini per poi raccogliere il cestino nel quale erano state gettate alcune monete, piccolo extra sul loro già corposo compenso datogli dagli anziani.

La piazza si svuotò un po’ alla volta ora che lo spettacolo era terminato e Zaphres si avvicinò al cugino con camminata elegante, scostandosi dal volto sudato una ciocca di capelli.

“Direi che anche lo spettacolo di oggi è stato un successo”

Aime fissò il cugino e sorrise quasi divertito mentre si sistemava l’abito color acquamarina, decisamente più sobrio di quello dell’altro ragazzo.

“E’ merito dei tuoi vestiti sempre più succinti se abbiamo un pubblico così numeroso…fin da qui posso contare almeno una dozzina di persone che ti stanno spogliando con gli occhi e sono pronte a farti le solite avance”

Zaphres roteò gli occhi con fare annoiato, sul volto comparve un’esprressione seccata.

“A meno che non siano degli adorabili fanciulli pronti ad essere divorati in un sol boccone da me non mi interessano” sbuffò.

La volpe argentata rise leggermente.

“Ora come ora non accetteresti neppure le attenzioni dei fanciulli Zaph…”

Erano parecchi mesi, infatti, che il cugino non saduceva più giovani ragazzi indifesi da portare nel proprio letto ed iniziare ai piaceri della carne…il tutto da quando avevano incontrato un certo guardiano che aveva cambiato radicalmente la vita del rosso.

I genitori della città potevano tirare finalmente un sospiro di sollievo nel sapere salvi i propri figli.

Zaphres gli scoccò un’occhiataccia, non apprezzando simili allusioni. La volpe era la persona più testarda ed orgogliosa che Aime conoscesse…stentava ancora ad ammettere di provare qualcosa per il guardiano e per tirargli fuori di bocca parole sincere bisognava minacciarlo. Il loro rapporto infatti era basato principalmente su lotte feroci e liti senza senso, anche se alla fine era sempre Ramish ad avere la meglio su Zaphres…in un modo o nell’altro.

“Che cosa vuoi fare adesso? Per oggi abbiamo finito di lavorare” chiese Aime.

“Mh…non saprei. Penso che andrò a casa a farmi un bel bagno…torni con me?”

Aime a quella domanda arrossì leggermente ed abbassò lo sguardo mentre accarezzava nervosamente la sua arpa.

“Ecco…in verità avevo promesso di andare a trovare Edwin alla clinica una volta finito di lavorare…”

Zaphres, ormai per abitudine, storse le labbra in una smorfia a quel nome. Era qualcosa che gli veniva spontaneo al sentir nominare quel maniaco di un dottore che aveva messo gli occhi sul suo cuginetto e stava cercando di sedurlo.

Come si suol dire, le disgrazie non arrivano mai sole…ed infatti lui ed Aime avevano avuto la sfortuna di incontrare due idioti in un colpo solo. Idioti che si erano attaccati a loro con tale tenacia da doverci ormai convivere quotidianamente…tentare di allontanarli era stato inutile.

“Se questi erano i tuoi programmi non ho problemi a tornare a casa da solo… ci vediamo lì più tardi” disse con voce sensibilmente contrariata.

“Se vuoi puoi venire anche te” propose gentilmente Aime.

“Guarda…verrei volentieri solamente per il piacere di sabotare i suoi attacchi alla tua persona…- mostrando un sorrisino perfido – ma sinceramente non ho molta voglia di stare in compagnia di un simile idiota” sbuffò “Digli solo che se allunga troppo le mani lo castro ok?”

Aime rise divertito alle sue parole. Quei due non sarebbero mai andati d’accordo.

“Provvederò a riferirgli il tuo messaggio…anche se posso assicurarti che so badare benissimo a me stesso.”

“Si…come no…ma se ogni volta che ti tocca ti sciogli come il burro…le tue proteste si fanno sempre più deboli, caro il mio cuginetto” lo prese in giro Zaphres con un mezzo sorriso sulle labbra.

Il giovane arrossì e mise il broncio.

“Non è vero…”

“Invece si.” sogghignò “Devi mostrargli chi comanda Aime, altrimenti non riuscirai a tenere sotto controllo un simile maniaco…una volta che avrai appreso quest’arte potrai fargli fare quello che vorrai a schiocco di dita.”

“Mh…è il parere dell’esperto questo? Eppure non mi sembra che Ramish si faccia comandare a bacchetta come vorresti…”

Zaphres gli scoccò l’ennesima occhiataccia mentre la sua coda prese a sferzare nervosamente l’aria…sembrava che di recente quel nome fosse diventato tabù in sua presenza.

“Non nominare quello lì, Aime!”

Il cugino sorrise saccente.

“Vedrai che tornerà presto Zaph”

“Sai quanto me ne frega se torna oppure no quello scemo…per me può starsene via quanto vuole!! In questo modo eviterei di vedere il suo brutto muso in continuazione!!” sbottò stizzito con una smorfia sulle labbra.

Aime continuò a sorridere ben sapendo che Zaphres avrebbe preferito la tortura piuttosto che ammettere che gli mancava la presenza del guardiano, che era partito la settimana prima per recarsi sull’isola di Fyresia dove si stava tenendo il consiglio annuale dei guardiani delle cinque isole. Ramish, infatti, era stato scelto anche quell’anno come portavoce di Elenium e non si sapeva con certezza quando sarebbe tornato, tutto dipendeva da come sarebbe andato il consiglio.

“Se lo dici tu…”

Zaphres lo guardò male.

“Sei davvero irritante quando fai così, lo sai vero?”

“Lo so!”

“Forza, vattene da Edwin e lasciami in pace…” sbuffò facendo un gesto infastidito con una mano “E vedi di stare attento a non fare brutti incontri…tu hai tanti ammiratori quanto me”

“Ma non sono io che vado in giro con simili vestiti” puntualizzò Aime.

“Vero…ma io so bene come difendermi…al contrario di te, verginello…”

La volpe argentata arrossì al commento e fulminò il cugino con lo sguardo, nello stesso modo che aveva fatto l’altro pochi minuti prima. Zaphres sorrise soddisfatto alla sua piccola vittoria, sapeva fin troppo bene quali punti premere con il suo cuginetto per farlo imbarazzare.

“Questo è un colpo basso…”

Il rosso rise e poi gli diede uno sbuffetto affettuoso su una guancia.

“Ci vediamo dopo a casa Aime…e non dare troppa corda a quello là!” disse prima di voltarsi ed incamminarsi per la sua strada, non molto felice di sapere Aime tra le grinfie di Edwin ma non poteva fare molto a riguardo.

Era iperprotettivo, lo sapeva, ma il suo giovane cugino era la persona che gli stava più a cuore…l’unico che sapeva tutto di lui e lo capiva…l’unico che cercava di tirarlo su di morale dopo l’ennesimo incontro con quel bastardo del suo ninjete.

I suoi zii glielo aveva affidato quando erano venuti ad Elenium per lavorare e lui aveva intenzione di non deluderli…soprattutto perché Aime meritava qualcuno di migliore di quel dottorino da strapazzo…però ad Aime sembrava piacere quindi non c’erano soluzioni.

E pensare che inizialmente non poteva sopportarlo come lui non sopportava Ramish…

Scacciò quel nome fastidioso dalla sua mente e continuò a camminare indisturbato, con i lunghi capelli rossi che fluttuavano dietro di lui. Poteva sentire chiaramente gli sguardi dei passanti scivolare sul suo corpo e desiderarlo…fortunatamente nessuno di loro sembrava intenzionato ad avvicinarsi ed a provarci con lui…si sarebbero beccati all’istante una bella artigliata.

La gente faceva tante supposizioni su di lui…volevano il suo corpo e cercavano di prenderselo…ma Zaphres non era tipo da farsi mettere sotto da qualcuno. Il controllo della situazione doveva essere sempre suo e di nessun altro…era sempre stato lui l’elemento attivo delle sue avventure di una notte, soprattutto visto il suo debole per i fanciulli…ma adesso non era più così.

Quel controllo gli era stato rubato mesi fa da Ramish, che lo aveva preso con la forza…ed ora non sapeva più come riprenderselo e neppure se lo voleva davvero.

Odiava Ramish per questo…per aver rivoltato come un calzino la sua vita e le sue convinzioni…ma allo stesso tempo odiava il fatto di non riuscire ad odiarlo davvero…Aime aveva ragione, la sua vita era troppo complicata.

Era così perso nei suoi pensieri e nelle sue silenziose imprecazioni contro quello stupido orso che quasi non si accorse di una vocina che lo stava chiamando.

“Zaaaapphhh!!!!”

Sentendo quella voce famigliare la volpe si fermò e si voltò, scorgendo una figurina correre verso di lui tra la folla del mercato. L’espressione seria e contrariata che aveva sul viso scomparve all’istante nel vedere una ragazzina di undici anni raggiungerlo. Questa aveva i capelli castani raccolti in due trecce che le cadevano morbidamente sulle spalle…era piuttosto alta per la sua età ma questo derivava dal fatto che appartenesse ad una famiglia di orsi bruni.

“Lories! Che cosa ci fai qui?” chiese Zaphres sorridendo con calore alla sorellina di Ramish.

“Oh, finalmente ti ho trovato!! Linje mi aveva mandato a chiamarti in piazza ma tu ed Aime eravati già andati via!” disse Lories cercando di riprendere fiato per la corsa.

“E che cosa posso fare per Astial?”

“Linje vuole che tu venga a casa nostra ad assaggiare una nuova ricetta che ha inventato! Ha detto che vuole il tuo parere perché sa che sarai imparziale!!”

Zaphres rise leggermente.

“Se le cose stanno così accetto volentieri l’invito…”

Astial e Stefin, le due genitrici di Ramish, gestivano uno dei migliori ristoranti della città e lui aveva un debole per la loro cucina…soprattutto perché le due donne sembravano trovare un enorme piacere nel viziarlo e preparargli i piatti più buoni che avesse mai mangiato, forse perché essendo il compagno di loro figlio era l’unico altro maschio in una famiglia tutta di donne……e Zaphres non aveva la forza di rifiutare loro nulla.

La volpe adorava la famiglia del guardiano…era così gioviale e piena di calore che per uno come lui, che aveva vissuto costantemente in carenza di affetto, era il paradiso…non capiva proprio perché Ramish si lamentasse tanto. Lories poi era la sua preferita. Seppur così piccola aveva un caratterino niente male che mandava in crisi quell’energumeno di suo fratello.

“Benissimo!! Andiamo allora!!” disse la ragazzina prendendolo per mano ed iniziandolo a trascinare nella direzione della loro abitazione, le piccole orecchiette circolari vibravano felici per aver portato a termine con successo la sua missione.

Zaphres rise e si lasciò trascinare.

“Allora, dimmi un po’, com’è andato lo spettacolo oggi!?”

“Come sempre” scrollando le spalle.

“Scommetto che hai fatto le solite stragi di cuori… - ridacchiò – Quel vestito è una favola!! Mio fratello non merita un bel ragazzo come te…se non sta attento rischia che qualcuno ti porti via!”

“Oh su questo siamo d’accordo”

“Allora speriamo torni presto dal suo viaggio!! Solitamente questo genere di cose non lo tengono mai via più di una settimana…e quando torna ci porta sempre dei regali!!”

Zaphres scosse il capo divertito all’entusiasmo della piccola al pensiero dei doni che avrebbe ricevuto al ritorno di Ramish. L’aveva incontrata spesso nei giorni precedenti e non aveva smesso un attimo di ipotizzare cosa le avrebbe portato il fratello.

“Chissà cosa porterà al suo ragazzo!” disse ridacchiando e lanciando un’occhiata alla volpe.

“Conoscendolo non mi porterà niente oppure qualcosa di stupido ed inutile” scrollò le spalle.

“Ma dai! Sarebbe davvero uno scemo a non farlo!!”

“Ti ricordo che Ramish è uno scemo…e comunque non ho bisogno che mi faccia alcun dono…non voglio niente da lui.”

“Però ti farebbe piacere sapere che ha pensato a te mentre era via”

Non rispose ma Lories lo fissò con un sorrisino di chi la sapeva troppo lunga per avere solo undici anni…ed ancora una volta si domandò come questo demonietto fosse imparentato con Ramish.

Alla fine arrivarono a casa Leery ed entrarono nell’abitazione al piano inferiore, dove i due furono subito accolti con calore dagli altri tre membri della famiglia.

“Oh Lories...Zaph! Siete arrivati giusto in tempo! La torta è appena uscita dal forno!” disse Astial dalla cucina.

“Linje non ci ha fatto assaggiare ancora nulla perché aspettavamo voi!” disse Mary, la figlia mezzana delle due donne, andando a salutare Zaphres con un abbraccio che la volpe non rifiutò. La ragazza aveva sedici anni, i capelli erano castano scuro come quelli della sua ninjete ma leggermente mossi come quelli della sua linje…il fisico era magro ed asciutto.

“Non è cortese iniziare senza aspettare gli ospiti”

Dalla cucina emerse Stefin, una donna sulla quarantina scarsa dai lunghi capelli castani e ricci e dal fisico notevolmente più muscoloso rispetto a quello di una qualsiasi altra donna ma non per questo era meno affascinante. Era alta quasi quanto Ramish quindi si aggirava sul metro e ottanta circa.

La prima volta che la volpe aveva visto le due donne era rimasto sorpreso dalla loro statura che intimoriva spontaneamente chiunque ma dopo un po’ aveva imparato a non farci più caso e quel dettagliò era passato in secondo piano.

Stefin aveva un mezzo sorriso sulle labbra mentre fissava da capo a piedi Zaphres stando appoggiata allo stipite della porta…sembrava apprezzare quello che vedeva.

“Sei in splendida forma come sempre vedo…tutto bene giù in piazza?”

“Tutto come al solito…spettatori numerosi e soddisfatti dell’intrattenimento fornito”

“E chi non sarebbe soddisfatto nel vedere un corpo come il tuo ragazzo mio!”

Zaphres esibì uno dei suoi migliori sorrisi maliziosi.

“E’ proprio su questo che conto”

Stefin rise.

“Sei davvero perfido…come hai deciso di scegliere mio figlio tra tutti non lo so ma sono certa che saprai farlo filare dritto.”

“Molti potrebbero dire il contrario”

E poi non era corretto dire che lo aveva scelto…era successo e basta…dire che tra loro era stato odio a prima vista era diminutivo. Ogni volta che si vedevano litigavano (non che adesso non litigassero sia chiaro), Ramish irritava a morte Zaphres con il suo atteggiamento da guardiano impeccabile e perennemente pronto a giudicare gli altri in base alle dicerie, Zaphres faceva perdere il controllo a Ramish come nessun altro era mai riuscito.

Attorno a loro c’era sempre una forte tensione nell’aria, era come una lotta tra titani che aveva raggiunto il suo apice nel peggior inizio di una relazione che si potesse avere. Dopo un incidente che aveva mandato Lories alla clinica di Edwin con un brutto taglio alla testa, era stato Zaphres ad essere accusato da Ramish dell’accaduto quando invece aveva solo cercato di aiutarla…e così, sulla base di questa falsa convinzione, il guardiano aveva deciso di prendersi una piccola vendetta su di lui portandoselo a letto con la forza, senza sapere che quella sarebbe stata la prima volta della volpe come passivo…qualcosa che nella sua complicata esistenza aveva custodito gelosamente per poterlo donare alla persona che avrebbe amato per tutta la vita ma avrebbe potuto avere per una sola notte.

Questo perché il suo ninjete non gli avrebbe mai concesso di avere una relazione normale…lui con la sua nascita gli aveva portato via la persona che amava di più al mondo e Killah aveva giurato che avrebbe reso la sua vita, quella del suo unico figlio, triste e solitaria come lo era diventata la sua…anche a costo di uccidere con le sue stesse mani il suo amato…e Killah Hyadjin aveva i mezzi per farlo e conoscenze sufficienti ad uscirne immacolato.

Ovviamente nessuno si era accorto di quanto il rispettabile guardiano personale degli anziani di Alkaren fosse in realtà folle e crudele, nessuno riusciva a vedere oltre la sua facciata di uomo perfetto…e così la parte da cattivo, da figlio ingrato era toccata a Zaphres, che si era adattato di conseguenza.

In ogni caso, quando Ramish si rese conto di ciò che aveva fatto, iniziò a fare di tutto per farsi perdonare afflitto dai sensi di colpa per il suo comportamento. Zaphres giustamente non gli rese il compito facile…ma tra fughe ed inseguimenti…l’orso aveva capito di essere sempre stato attratto dal rosso e quest’ultimo era un poco alla volta scivolato tra le braccia del guardiano.

“Suvvia, basta con questi discorsi!” disse Astial comparendo dalla cucina con un gran sorriso ed afferrando per un braccio Zaphres per trascinarlo nella stanza, dalla quale proveniva un profumino più che invitante.

La linje di Ramish era meno alta di Stefin ma sempre di una notevole statura, aveva i capelli neri leggermente mossi che le sfioravano appena le spalle e per l’occasione indossava un grembiule rosso sbiancato di farina.

“Vieni tesoro, voglio che assaggi per primo la mia nuova ricetta…è una torta salata di frutti selvatici…dimmi com’è e sii sincero!”

La donna lo portò con entusiasmo verso il tavolo della cucina dove lo aspettava una splendida torta che già di vista sembrava deliziosa. Astiel non esitò a tagliarne una bella fetta ed a metterla in un piatto per poi passarlo alla volpe.

“Forza, dimmi se è buona!”

Zaphres sorrise allo stesso entusiasmo per le piccole cose che aveva riscontrato in Lories…in fine ne prese una bella forchettata e se la portò alla bocca. Il dolce gli si sciolse letteralmente sulla lingua, l’espressione sul suo volto fu di pura beatitudine.

“Mhhh…hai superato te stessa questa volta Astiel…è sublime!”

“Oh grazie tesoro! Sono felice che ti piaccia!” disse la donna abbracciando il ragazzo, le cui orecchiette pelose si mossero infastidite da quella stretta quasi mortale.

Stefin rise alla scena e provò pietà per il rossino decidendo di andare in suo soccorso.

“Astiel, lascia respirare Zaph…altrimenti lo avrai sulla coscienza e poi chi lo sente Ram…”

“Non esagerare! Lasciami coccolare questo adorabile volpacchiotto! Devi venirci a trovare più spesso sai? E non costringerci a mandare Lories a cercarti tutte le volte!” disse prima di fissare il resto della sua famiglia “Beh, che fate lì impalate, servitevi pure! La torta è più buona finchè è calda!”

“Finalmente!!” esultarono le due ragazzine prima di fiondarsi sul dolce.

Zaphres rise e cercò di svicolare dalla presa della linje.

“Verrei ma non voglio essere troppo invadente”

“Ma quale invadente! Sei di famiglia ormai! Tu ed Aime potete venirci a trovare quando volete qui oppure al ristorante!”

“Grazie…lo terrò presente…”

Con questo si misero tutti ad assaggiare la propria fetta di torta, chiacchierando allegramente del più e del meno, fino a quando, parecchi minuti dopo, non si sentì la porta di casa aprirsi e qualcuno entrare.

“Ehilà gente! Sono tornato!!” giunse la voce di Ramish dall’altra stanza.

Nella cucina seguì un attimo di immobilità totale prima che Lories e Mary corressero incontro a loro fratello, la prima venendo presa subito in braccio dal ragazzo mentre la seconda lo placcava alla vita.

“Bentornato fratellone!” urlò Lories.

“Ehi ehi…state calme voi due. Sono appena tornato e già volete uccidermi?”

Astiel rise avvicinandosi al figlio assieme a Stefin.

“Com’è andato il consiglio Ram?” chiese la ninjete.

“Bene direi…nessun contrattempo…abbiamo discusso degli stessi argomenti dell’anno scorso trovandoci tutti più o meno d’accordo sul da farsi…mi piacerebbe soltanto che i tempi si potessero dimezzare” sospirò “Avremmo finito già da un paio di giorni se soltanto non si dovessero rispettare tutte le cerimonie e formalità…”

Stefin sorrise saccente.

“Mhh…impaziente di tornare a casa…chissà perché…”

Fu in quel momento che Zaphres emerse dalla cucina, dove era rimasto nascosto alcuni istanti preso da un improvviso attacco d’ansia. Era stato colto alla sprovvista dal ritorno di Ramish…non si era preparato psicologicamente a questo evento…e poi perché si sentiva così nervoso…non era come se gli fosse mancato in questa settimana.

No, non gli era mancato affatto…e non era neppure felice di vederlo.

La volpe rimase sulla porta a fissarlo, a braccia incrociate, con le sue iridi dorate che scorrevano sul corpo del guardiano apprezzando inconsciamente la vista.

Ramish era molto alto, raggiungeva i due metri. Aveva la pelle leggermente olivastra e corti capelli neri ad eccezione di un codino alla base del collo che arrivava fino a metà schiena. Indossava un paio di pantaloni di pelle neri e stivali in cuoio, sopra una casacca senza maniche color nocciola dalle eleganti rifiniture marroni.

C’era da rifarsi gli occhi su di lui.

Con un corpo muscoloso e possente come il suo non era difficile capire perché era stato scelto come uno dei guardiani dell’isola…in oltre il suo ferreo (ed a volte eccessivo) senso della giustizia lo aveva reso un candidato ideale.

“Certo! Altrimenti chissà cosa combina quel……Zaph!!” esclamò notando finalmente la sua presenza, un enorme sorriso comparve sulle labbra dell’orso “Ci sei anche tu!!”

Ramish mise a terra Lories e la sacca che penzolava da una spalla, prima di raggiungerlo con rapide falcate e prenderlo tra le braccia.

“Sono felice di vederti!” abbassandosi poi per rubargli un bacio prima che potesse protestare in alcun modo.

Zaphres si sforzò di non rispondere al bacio per non dargliela vinta subito seppur le sue orecchie, che si erano leggermente appiattite sulla testa, esprimessero chiaramente il piacere che stava provando a quel semplice contato…maledetto corpo traditore.

Quando si separarono il guardiano sorrise.

“Come stai Zaph? Ti sono mancato in questi giorni?”

“No affatto…” borbottò fissandolo con espressione stizzita…non avrebbe mai ammesso il contrario.

“Ma come no! Non ci credo che non ti sono mancato neppure un pochino…sono stato via per ben sei giorni…”

“E con ciò? Non sei mica il centro dell’universo…ho avuto da fare e non ho avuto tempo per pensare a te…”

“Che cosa avevi da fare di così importante da non riuscire a pensare neppure un pochino a me??” chiese imbronciandosi un po’.

“Ho avuto da lavorare…non sono come te che me ne vado in giro per giorni a far nulla…” disse Zaphres scostandosi dal suo abbraccio e fissandolo con espressione scazzata…poco distante da loro le quattro ragazze si guardarono scuotendo il capo, non sapendo se essere divertite o esasperate all’ennesimo bisticcio tra i due.

“Ehi! Non sono mica andato in un viaggio di piacere…era lavoro anche questo! E poi cos’è questo vestitino… - squadrandolo da capo a piedi – Non è che ti sei dato alla pazza gioia mentre ero via?”

La volpe rossa ringhiò indurendo lo sguardo…si stava cominciando ad alterare seriamente come ogni volta che il moro insinuava che si portasse a letto qualcun altro. Era da quella volta che Ramish lo aveva preso con la forza che non aveva più avuto altri amanti…all’inizio perché non se la sentiva più…poi perché non ne aveva più bisogno visto che c’era già lui nel suo letto.

D’accordo che non aveva una buona reputazione e le voci sul suo conto continuavano a girare numerose anche quando non faceva nulla per alimentarle…ma Ramish avrebbe dovuto sapere meglio di chiunque altro che se anche avesse cercato qualcuno con cui divertirsi avrebbe scelto uno di quei ragazzino facili da sedurre che gli erano piaciuti tanto in passato…non un altro predatore come lui…in ogni caso lui era l’unico che volesse, altrimenti non avrebbe mai acconsentito a stare con lui.

“Fottiti Ramish!! Chi mi dice che non sei stato tu a darti alla pazza gioia mentre eri su Fyresia!”

“Perché io non sono come te!”

“Ah si?” sorrise la volpe con una smorfia “Ed io come sarei, sentiamo?”

Prima che l’orso potesse rispondere e la situazione degenerasse drasticamente, intervenne Lories, che tirò un calcio negli stinchi al fratello per punirlo ed attirare la sua attenzione.

“Smettila di maltrattare Zaph, scemo!!” lo rimproverò la ragazzina con espressione arrabbiata “Invece di sbraitare potresti darci i nostri regali!!”

“Ehi!” si lamento Ramish fissando offeso la sorellina per poi abbozzare un vago sorriso divertito “E chi ti dice che io ti abbia portato qualcosa?”

La ragazzina incrociò le braccia al petto con espressione imbronciata ed il fratello rise.

“Va bene, va bene…” passandole una mano tra i capelli per spettinarglieli prima di tornare alla borsa che aveva lasciato sul pavimento.

Lories lo fissò alcuni istanti prima di voltarsi verso Zaphres ed ammiccare con un sorriso, che la volpe ricambio appena…era ancora parecchio innervosito e lo si capiva dai movimenti frenetici della morbida coda.

Ramish aprì la propria sacca e per prima cosa ne estrasse una scatola quadrata in legno che offrì alla sua linje.

“Queste sono le spezie che mi avevate chiesto…dovrebbero bastarvi per qualche mese spero…”

“Oh grazie Ram, te ne sei ricordato!” disse Astiel scoccando un bacio sulla guancia del figlio mentre Stefin sorrideva lì vicino.

Poi il guardiano tornò a frugare nella borsa e tirò fuori un pettinino in legno lavorato con delle piume arancioni che pendevano da esso che diede a Lories ed un piccolo ciondolo in pietra dura a forma di fiore appeso ad un cordoncino nero per Mary.

Zaphres, senza accorgersene, si era messo ad osservare la consegna dei doni con interesse giocherellando con i braccialetti che aveva ai polsi…le orecchiette si muovevano leggermente ogni volta che Ramish estraeva qualcosa dalla sacca e la porgeva ad uno dei suoi famigliari. Quando però il guardiano chiuse la borsa, che ormai conteneva solo il suo cambio d’abiti, e la accantonò di lato senza estrarvi nulla per lui, le orecchie si abbassarono di qualche grado rattristate e fu invaso da un forte senso si delusione…solo allora la volpe si accorse di ciò che aveva fatto e si arrabbiò con sé stesso per essere stato così stupido.

Furioso con il mondo intero e con Ramish si diresse con passo veloce e deciso verso l’uscita e se ne andò sbattendo la porta senza aggiungere altro.

“Zaph…ehi!! Dove te ne stai andando!?” disse l’orso fissando la porta chiusa prima di voltarsi verso le sue famigliari “Che gli è preso adesso!?!”

Le quattro donne lo fissarono con aria grave, alcune sospirando, altre scuotendo il capo. Solo Stefin si avvicinò al figlio e quando gli fu abbastanza vicino gli mollò una sberla dietro la testa.

“Ehi!! Ninjete! Perché diavolo mi hai colpito…che ho fatto questa volta!?” chiese il ragazzo con espressione alterata massaggiandosi la parte lesa con una mano.

“Niente…non hai fatto niente…è questo il problema…” incrociando le braccia al petto “Non ho trascorso venticinque anni della mia vita a crescere un figlio così idiota!”

“Ma basta!! Insomma…sono tornato da neppure mezzora e mi sono sentito dire di tutto! Si può sapere che ho fatto!?”

“Dov’è il regalo di Zaph?”

“Il regalo di Zaph…cosa………………” Ramish sgranò gli occhi quando il significato di quelle parole fu assimilato dal suo cervello “Oh cavolo……”

“Puoi dirlo forte…dove hai la testa Ram??”

“Ma…ma io non l’ho fatto di proposito!” iniziò a giustificarsi mentre le sue orecchiette circolari si abbassavano con fare colpevole, facendo sembrare quasi tenero un omaccione come lui “Avevo seriamente intenzione di comprargli qualcosa ma non riuscivo a trovare nulla di adatto a lui…e poi sono stato occupato con il consiglio…e…me ne sono dimenticato………”

“Ramish…” sospirò Astiel scuotendo il capo.

“Non pensavo se la sarebbe presa tanto!! Ero convinto che alla fine non gliene sarebbe importato nulla se gli portavo qualcosa o meno…”

“Tu non capisci davvero nulla fratellone!” lo rimproverò Lories.

“E come faccio a capirlo se quello non dice mai cosa pensa e gli devo tirare fuori le parole di bocca a forza!”

“Sai bene che Zaphres non è bravo ad esprimersi, soprattutto quando è qualcosa di importante per lui…è troppo orgoglioso e diffidente…” disse Stefin con aria severa “Eppure sappiamo bene che ti piace anche per questo…quindi smettila di lamentarti come un bambino! Hai combinato questo guaio ed adesso te ne tiri fuori da solo!”

Ramish sospirò e si passo una mano tra i capelli con fare sconsolato fissando la porta da cui era scappata la volpe…forse era vero, non capiva nulla…ma una cosa la sapeva…sarebbe stato difficile farsi perdonare da Zaphres.

 

Intanto Zaphres aveva raggiunto il sentiero che lo avrebbe portato a casa…l’abitazione sua e di Aime stava fuori città, vicino ad un piccolo laghetto visto che entrambi amavano la tranquillità…e di tranquillità ne aveva davvero bisogno in quel momento visto quanto era furioso.

Si era comportato da vero idiota…si era illuso pur sapendo la realtà dei fatti…aveva sempre saputo che Ramish non gli avrebbe portato nulla dal suo viaggio, lo aveva detto pure a Lories…ma il costante entusiasmo della ragazzina sembrava averlo inconsciamente convinto che avrebbe ricevuto qualcosa da lui…forse era stato così facile da persuadere perché, in fondo, voleva davvero che Ramish gli facesse qualche regalo. Magari avrebbe sbuffato e detto che non gli piaceva, tanto per mantenere alte le apparezze di indifferenza, però sotto sotto ne sarebbe stato felice.

Ma così non era stato, come aveva previsto…ed ora si sentiva ancora più stupido per averlo creduto…era arrabbiato con sé stesso ed era arrabbiato con Ramish perché era l’unico che rusciva a mandarlo in crisi così…non aveva più un briciolo di controllo sulla propria vita grazie a lui!

Entrò in casa sbattendo la porta e borbottando epiteti poco carini contro il guardiano. A quanto sembrava Aime era tornato prima di lui…stava sistemando alcune cose che doveva aver comprato sulla strada del ritorno nella dispensa.

Il cugino non dovette neppure chiedere che cosa era successo…solo dal modo in cui si lamentava aveva capito che Ramish era tornato e lo aveva già fatto arrabbiare…era un sogno impossibile sperare che quei due prima o poi andassero d’accordo…eppure erano fatti della stessa pasta.

Zaphres non restò a lungo in casa…visto che il suo programma di farsi un bel bagno era stato rimandando, adesso aveva deciso di recarsi al lago per darsi una rinfrescata e calmare i nervi. Così prese un grosso telo e degli abiti puliti ed uscì di nuovo…non incontrò scocciatori durante il tragitto e dopo una bella nuotata nell’acqua limpida del lago si sentì molto meglio…la rabbia era svanita quasi del tutto ma i pensieri continuavano a vorticargli nella testa.

Quando notò il cielo cominciare ad arrossarsi ed i contorni degli alberi scurirsi, decise che era tempo di tornare prima che facesse troppo buio. Con tutto quello che era successo quel pomeriggio non si era accorto di quanto si fosse fatto tardi.

“Sei più calmo adesso?” chiese Aime quando lo sentì tornare.

La volpe argentata era seduta su una poltrona con la sua fidata arpa tra le mani, che stava pizzicando distrattamente creando una leggera melodia.

“Si…era quello che ci voleva per il mio umore…” rispose il rosso andando dietro il bancone in legno della cucina per prendersi un bicchiere di succo di mela.

“Si può sapere che cosa ha fatto questa volta per farti arrabbiare in questo modo?”

“Nulla che ti riguardi” tagliò corto Zaphres, non volendo rievocare sentimenti che era appena riuscito ad accantonare “Vuoi una mano a preparare la cena?” cercando di cambiare argomento, notando che dovevano ancora essere messe sul fuoco le pentole.

“Per carità! Nulla di quello che prepari è commestibile…preferirei non dover finire da Edwin per un avvelenamento da cibo!” disse Aime posando l’arpa e raggiungendolo in cucina.

Zaphres gli scoccò un’occhiataccia.

“Non cucino così male…sono sopravissuto benissimo per anni con quello che preparavo…” poi sorrise con malizia “E poi sono convinto che Edwin sarebbe contento di averti tutto per sé da coccolare e viziare mentre ti cura…”

Il cugino arrossì e ricambiò l’occhiataccia.

“Come se tu glielo permettessi…”

“Infatti…- rise – Ma questo non gli ha mai impedito di provarci lo stesso…”

“Scemo…” borbottò “Comunque ho aspettato a preparare la cena perché non sapevo che cosa volevi”

“Qualsiasi cosa va bene…della carne arrosto con qualche contorno?”

“Perfetto…” disse la volpe argentata cominciando a girare per la cucina aprendo sportelli su sportelli per prendere tutto ciò che gli serviva.

“Ti aiuto a tagliare le verdure…”

“Oh no!” fermandosi e voltandosi verso il cugino “Tu ti vai a mettere comodo da qualche parte e mi lasci fare…” facendo un cenno con la mano per cacciarlo via dal suo territorio.

“Uff…se proprio insisti…ma poi non lamentarti che fai tutti tu…” scrollando le spalle ed andando a sedersi al piccolo tavolo da pranzo.

Nell’attesa prese uno dei suoi pettini ed iniziò a sistemarsi i capelli, spettinati ed ancora umidi dal bagno nel lago…passarono alcuni minuti prima che la pace che regnava nella loro abitazione fosse interrotta da un bussare deciso alla porta.

“Zaph…puoi vedere tu chi è? Io ho le mani occupate…”

“Certo…non ti preoccupare…” disse il rosso posando il pettine sul tavolo ed andando ad aprire la porta.

Fu sorpreso nel trovarsi davanti Ramish ma la sorpresa durò poco e fu prontamente sostituita dalla rabbia…ancora prima che l’orso potesse apire bocca, Zaphres fece per sbattergli in faccia la porta senza degnarlo di un secondo sguardo ma il guardiano fu più veloce di lui e piazzò un piede nel mezzo impedendogli così di chiuderla.

“Zaph…per favore…non fare così…”

“Vattene! Con te non voglio parlare!!” ringiò spingendo contro il legno della porta…l’avrebbe chiusa anche a costo di mozzargli un piede…ma purtroppo quella, a contrario delle sue intenzioni, non si mosse di un centimetro. Non c’era confronto tra la sua forza e quella dell’orso.

“Zaph…sono venuto per scusarmi…giuro che non l’ho fatto apposta…”

“Non mi interessa…lasciami in pace!!”

“Dai…permettimi di rimediare…per favore…che cosa di costa!” lo pregò con voce supplichevole.

“Mi costa tempo e fatica se vuoi saperlo!”

“……sii buono Zaph…è una settimana che non ci vediamo…non mi va di cominciare già con un litigio…”

“Non mi interessa!! Dovevi pensarci prima di farmi arrabbiare con i tuoi discorsi…e togli quel maledetto piede dalla porta!!”

“D’accordo…” e lo tolse, permettendo così alla volpe di chiuderla con un gesto secco e di appoggiarvici contro con la schiena “Ma sappi che non ho intenzione di andarmene…resterò qui fuori fino a quando non vorrai parlarmi”

“Buona fortuna allora! Ti conviene montare una tenda perché avrai molto da aspettare!!”

A quelle parole seguì il silenzio e Zaphres ne fu enormemente soddisfatto…poi una leggera risata giunse alle sue orecchia e si voltò, notando che Aime lo stava fissando dal bancone con espressione divertita.

“Sembrate due bambini…”

“Non ti ci mettere anche tu Aime!” rispose stizzito, restando incollato alla porta quasi temendo che Ramish potesse tentare di sfondarla…la sua coda creò un fruscio nervoso nello strusciare contro il legno.

“Dai, fallo entrare…sembra sinceramente dispiaciuto per quello che ha fatto…qualsiasi cosa abbia…”

“No!”

“Zaphres…”

“Ho detto di no! E’ stato via per giorni per poi tornare a mani vuote…neppure un piccolo regalo per me…per la sua famiglia si e non mi azzardo a dire nulla perché mi sembra più che giusto che abbia pensato a loro…ma per me niente! Ed osa dire che mi pensa sempre l’ipocrita…in oltre continua ad accusarmi di tradirlo!” il tutto detto mentre gesticolava furiosamente contro Ramish che stava ancora chiuso fuori.

Aime sorrise. La storia dei tradimenti era vecchia…litigavano almeno una volta ogni due giorni per quell’argomento, questo perché Ramish era geloso marcio di chiunque posava lo sguardo sulla sua volpe con ovvie e poco caste intenzioni per la testa. Sapeva che Zaphres aveva un’indole libertina, bastava contare tutti i ragazzi si era portato a letto fino ad allora, e gli abiti succinti che indossava non facevano altro che attirare sguardi bramosi nella sua direzione…e questo faceva innervosire il guardiano che non poteva fare nulla a riguardo.

Eppure sapeva che Zaphres lo amava, seppur faticava ad ammetterlo.

Per quanto riguardava il regalo poteva immaginarsi il cugino a dibattere con sé stesso sul fatto che non era minimamente interessato a simili fivolezze quando in realtà ci teneva molto…poteva capire la sua rabbia ma era convinto che Ramish si sentisse già abbastanza in colpa per averlo deluso così clamorosamente e questo bastava e avanzava come punizione secondo lui.

“Ascolta almeno cos’ha da dirti”

“No!”

“Zaph…ti faccio notare che Ram è testardo quanto te ed è capacissimo di restare lì fuori per tutto il tempo necessario a farti cedere…quindi ti conviene farlo ora perché domani dobbiamo lavorare e non possiamo permetterci di restare in casa per le vostre stupide liti…” fece notare Aime tenendo le mani appoggiate ai fianchi.

“…………non sono delle stupide liti…” protestò il rosso.

“Come dici tu……allora, vuoi aprire quella porta o devo farlo io?”

“…aspetta che ti serva il mio aiuto e te la faccio vedere io Aime……” con questo si voltò verso la porta e la aprì con espressione scocciata. Ramish stava ancora lì in piedi, a pochi passi da lui, vestito negli stessi abiti del pomeriggio ma con in mano un mazzo di rose rosse che non aveva notato prima. Il moro sorrise apertamente quando lo vide e gli si avvicinò porgendogli i fiori.

“Per te…un piccolo regalo per addolcirti l’umore…”

Zaphres fissò torvamente Ramish e poi il mazzo di fiori, apparentemente indifferente al gesto, anche se chi lo conosceva bene poteva notare che in realtà la cosa gli aveva fatto piacere…lungi da lui ammetterlo.

Alla fine allungò le mani e prese le rose.

“Questo non significa che ti ho perdonato…”

Ramish rise.

“Non sia mai che tu mi abbia perdonato con tale facilità…lo so bene…” disse sorridendo poi dolcemente.

“Mh…che cosa vuoi sentiamo…”

“Vorrei trascorrere la serata con te…rilassarci assieme…niente di speciale davvero! Solo una cenetta a casa mia…magari una passeggiata…nulla di più…ci stai?”

Zaphres ascoltò le sue parole con attenzione e sembrò riflettere sulla possibilità di accettare o meno l’offerta…fissò le rose che teneva strette al petto e poi studiò il volto del guardiano, facendo incrociare i loro sguardi.

Sospirò.

“Va bene……” rispose con poco entusiasmo.

“Davvero? Magnifico!” disse l’orso illuminandosi in volto, non credendo che avesse accettato senza insistenze “Andiamo forza!”

La volpe scosse il capo con una smorfia sulle labbra che in realtà serviva a celare un sorriso e si voltò verso Aime, che li fissava da poco distante con espressione soddisfatta.

“Aime…temo dovrai cenare da solo…”

“Nessun problema…quello che avanzo lo conservo per domani…e dammi quei fiori, penso io a sistemarli in qualche vaso ed a metterli sul comodino in camera tua”

“Mh…ok…grazie…” borbottò passando il mazzo al cugino “Vedi di non fare entrare estranei mentre sono via…soprattutto Edwin. Se lo trovo per casa al mio ritorno non rendo conto delle mie azioni.”

Aime roteò gli occhi.

“Se anche dovesse farmi una visita a sorpresa stai tranquillo che lo terrò a bada.”

“Sarà meglio per lui…allora a più tardi cuginetto”

“A dopo Zaph”

Detto questo il danzatore uscì di casa e si avviò lungo il sentiero con passo lento ma deciso, subito affiancato da un sorridente e soddisfatto Ramish.

 

 

Il tragitto da casa delle due volpi a quella di Ramish trascorse in relativo silenzio, Zaphres troppo concentrato a restare arrabbiato con il guardiano per essere dell’umore adatto a parlare.

Ramish, non volendo rovinare quel momento di pace con parole a sproposito, già contento che il compagno avesse accettato la sua proposta per la serata, si limitò a cercare un minimo di contatto fisico…magari passandogli un braccio attorno alla vita o accarezzandogli una lunga ciocca di capelli.

Alla fine Zaphres esasperato da tutto ciò decise di porre fine ai quei snervanti tocchi prendendo la sua mano nella propria. Ramish ne approfittò subito per portarsi le dita alle labbra e baciarle dolcemente con un sorriso soddisfatto, facendo sbuffare l’altro ragazzo.

Oltre a questo il viaggio non fu soggetto ad imprevisti di alcun genere.

Una volta arrivati a casa Leery, presero la scala esterna che li avrebbe condotti al piano superiore del piccolo edificio, dove Ramish viveva separato dal resto della sua chiassosa famiglia.

Una volta entrati Zaphres fu avvolto in un aroma delizioso che impregnava l’aria della stanza. Vide il tavolino della sala già apparecchiato per due con tanto di candela accesa nel mezzo e bottiglia di vino rosso già in tavola…i lumi accesi per la casa erano pochi, il tutto per creare un’atmosfera più intima.

“Mettiti pure comodo…vado ad assicurarmi che la cena non si sia bruciata” disse Ramish sparendo nel cucinino.

“Hai lasciato le pentole sul fuoco?” chiese la volpe con aria perplessa andandosi a sedere al tavolo.

“Si…ma ho detto a Mary di venire a dare una controllata ogni tanto…volevo che il cibo fosse caldo quando saremmo arrivati”

“…….e chi ti assicurava che io avrei accettato di venire qui?”

“Nessuno…” sorridendo ed ammiccando nella sua direzione, comparendo momentaneamente sulla porta con una pentola in mano “Ma ci speravo…in caso contratio avrei sprecato una buona cena…”

Zaphres corrugò la fronte e si zittì, fissando assorto la fiamma della candela che bruciava davanti ai suoi occhi.

Pochi minuti dopo arrivò Ramish con due piatti fumanti in mano…bocconcini di salmone conditi con limone e spezie aromatiche…mettendone uno davanti al compagno prima di prendere posto anche lui al tavolo.

Il danzatore osservò con interesse la prelibatezza che il moro aveva preparato, le sue orecchiette si mossero entusiaste nel sentire da vicino il profumino invitante che emanava. Ramish sorrise soddisfatto.

“Avanti…non fare complimenti…altrimenti si raffredda!”

“Mh…” con questo prese in mano la forchetta ed iniziò a mangiare, meravigliandosi nello scoprire che Ramish sapeva cucinare così bene…era la prima volta che cenava a casa sua da solo, solitamente quando capitava si univano sempre alle quattro donne al piano di sotto…ma in fondo non si doveva stupire più di tanto, con una linje ed una ninjete che gestivano un ristorante era ovvio che sapesse cucinare.

“Com’è? Ti piace?”

“Si…è molto buono…” rispose prima di potersi trattenere, quando se ne accorse alzò lo sguardo sul guardiano che stava sorridendo ampiamente e sbuffò tornando a concentrarsi sul piatto.

Ora di ottimo umore Ramish cominciò a parlare, raccontando a Zaphres come aveva trascorso la sua settimana su Fyresia…del consiglio con gli altri guardiani, degli argomenti trattati e di quanto trovasse inutili e lunghi certi cerimoniali.

La volpe lo ascoltò con attenzione, rimanendo la maggior parte del tempo in silenzio ad eccezione di qualche sporadica risposta. Così senza accorgersene arrivarono ad assaporare il dolce, lo stesso dolce che aveva preparato quel pomeriggio Astiel.

Ramish fu il primo a finire così si mise ad osservare il danzatore, con il viso appoggiato su una mano.

“Che hai da fissare?” chiese irritato Zaphres.

“Niente di speciale”

“Allora perché mi fissi?”

“Perché sono giorni che non ti vedo…mi sei mancato…” rispose l’orso sorridendo.

Il rosso sbuffò prendendo un sorso di vino dal proprio bicchiere.

“Sei ancora arrabbiato con me?”

“…………”

No, non lo era e questo lo infastidiva perché lo aveva perdonato troppo facilmente quindi preferì tacere.

“Prometto che la prossima volta che vado da qualche parte la prima cosa che faccio sarà comprarti un bel regalo…così non rischio di dimenticarmene…”

“Mh…fa come ti pare…tanto non mi interessa…”

“Se non ti fosse interessato non te ne saresti andato a quel modo oggi pomeriggio”

Zaphres lo guardò malissimo per avergli ricordato la sua debolezza.

“Avanti Zaph, non fare sempre il musone. Se anche esprimessi apertamente quello che pensi una volta ogni tanto non credo ti rovineresti…per esempio per me questa sera sei splendido” sorrise.

La volpe inarcò un sopracciglio ed abbassò lo sguardo sui vestiti che indossava…non erano nulla di eccezionale…solo un paio di pantaloni in lino rossi ed una lunga casacca bianca sempre in lino senza maniche, lavorata in filo dorato e con l’allacciatura frontale. Addosso non aveva gioielli o decorazioni, solo una stola dagli intricati ricami che gli fasciava la vita.

Tornò a fissare Ramish.

“Vestito così mi dici che sono splendido…quando indosso gli abiti migliori mi dai dell’infedele…”

“……sai bene che non è vero…è solo che…” si zittì prima di dire qualcosa che avrebbe causato un’altra discussione che non desiderava “Tu sei sempre splendido…però mi piacerebbe ricevere ogni tanto qualche complimento in cambio…anche piccolo piccolo…sei sempre freddo con me…”

“…te lo meriti…”

“Dai, sii buono…” alzandosi per andarsi ad inginocchiare accanto alla sua sedia e prendergli una mano tra le proprie, anche in quella posizione la sua altezza gli permetteva quasi di fissarlo in volto “Fammi felice per una volta!”

“……che cosa vuoi?” borbottò la volpe malcontenta, fissandolo con la coda dell’occhio.

Ramish sorrise.

“Voglio solo sapere se ti sono mancato…tutto qui…ma voglio che rispondi sinceramente!”

“……………”

“Daiiii”

Zaphres riflettè a lungo sulla possibilità di accontentarlo e rispondere sinceramente, prese a mordicchiarsi il labbro nell’indecisione in quella che Ramish ritenne un’espressione a dir poco adorabile.

“Un po’……forse…” mormorò guardando altrove, muovendo la coda che penzolava dalla sedia con gesti nervosi.

Il sorriso di Ramish si ampliò ed assunse una nota soddisfatta e felice, poi diede un inaspettato strattone alla mano del rossino attirandolo così nel proprio abbraccio.

“Grazie…anche tu mi sei mancato…” e senza dargli il tempo di rispondere o di sfuggire alla sua presa, si chinò e lo baciò con passione. Gli erano mancate quelle labbra durante la sua assenza, il fugace assaggio che aveva ricevuto quel pomeriggio non era bastato a placare il suo appetito…avrebbe voluto passare il resto della giornata assieme alla volpe a coccolarsi e rilassarsi ma per ciò riguardava Zaphres non bisognava mai dare nulla per certo.

L’importante era averlo finalmente tra le proprie braccia…e non era per nulla intenzionato a lasciarlo andare tanto presto.

Zaphres si stava ostinando come suo solito a non lasciarsi andare con troppa facilità ma quando sentì una lingua calda sfiorargli sensualmente le labbra e chiedere accesso non riuscì a trattenere un sospiro di piacere e cedette alle sue avance. Accolse nella propria bocca quella lingua ed iniziò a rispondere al bacio, stringendo tra le dita delle mani il tessuto della casacca di Ramish.

Quest’ultimo sorrise soddisfatto e fece vagare le proprie mani a palmo aperto sulla schiena della volpe, lentamente, fino a giungere alla morbida coda dal manto rosso ed accarezzarla, strappando un fremito ed un gemito dal ragazzo.

“Ram…sei sleale…” sussurrò ad un soffio dalle sue labbra fissandolo con le sue iridi dorate.

“Non è vero…voglio solo fare pace…” mormorò affondando il viso tra i suoi capelli e baciando una delle sue orecchie pelose, che vibrò al contatto.

“Mhhh…invece si…tutte le volte che vuoi fare pace finiamo sempre a rotolarci su un letto…”

“Che c’è di male…è da tanto che non ci vediamo…”

“Lo continui a dire…e non è una giustificazione sufficiente per le tue azioni…”

“Forse perché quando facciamo l’amore è l’unico momento dove esprimi realmente quello che sei e quello che senti…” sussurrò contro il suo oprecchio prima di prenderne la punta tra i denti e tirarla dolcemente.

Zaphres tremò tra le sue braccia, stringendo un po’ la presa sulla sua casacca…le sue orecchie erano molto sensibili a simili morsi.

“E poi so che non ti dispiace…”

Dovrebbe invece, pensò, visto come era stato trattato la prima volta…ma quel ricordo gli sembrava così lontano ormai ma allo stesso tempo così vivido nella sua mente…eppure non influenzava più le sue azioni. Solo qualcuno con una vita incasinata ed una mentalità corrotta come la sua poteva innamorarsi di colui che lo aveva violentato…ma che allo stesso tempo aveva saputo stargli vicino più di chiunque altro.

“Mh…bastardo…”

“Lo so” sorrise Ramish, sapendo che Zaphres aveva finalmente ceduto. Così, per non rovinare l’atmosfera che si era creata tra loro, lo baciò alzandosi da terra con lui tra le braccia e si diresse nella sua camera da letto.

La volpe si strinse a lui, avvolgendo le gambe attorno alla sua vita e le braccia attorno al suo collo e quando Ramish lo adagiò sul materasso lo tirò giù con sé senza lasciarlo andare. L’orso si distese su di lui e con i piedi cercò di sfilarsi gli stivali e calciarli da qualche parte prima di montare completamente sul letto.

Allora Ramish si staccò dalle sue labbra e lo fissò con un sorriso dolce ma colmo di desiderio, osservando lo splendido spettacolo che si presentava davanti ai suoi occhi: Zaphres con le labbra leggermente arrossate dai baci, i lunghi capelli sparsi in modo disordinato sotto di lui e gli occhi socchiusi che lo fissavano con innata malizia.

“Mi viene voglia di divorarti solo a guardarti…”

Il danzatore abbozzò un leggero sorriso e gli abbassò il volto con le braccia.

“Allora fallo……parli sempre troppo per i miei gusti…”

Ramish sogghignò.

“Come rifiutare un simile invito!” mormorò prima di chinarsi a baciarlo di nuovo.

Iniziò lentamente a spogliarlo, rimuovendo per prima cosa la fascia che teneva allacciata in vita, finendo per gettarla a terra senza secondi pensieri. Poi fece scivolare le mani sotto la casacca per poter accarezzare la pelle degli addominali, salendo un poco alla volta verso l’alto a sfiorare i due capezzoli…sollevando allo stesso tempo l’indumento che raggiunse ben presto la stola sul pavimenti.

Zaphres fu grato che per una volta l’impazienza di Ramish non causò danni ai suoi vestiti…fin troppo spesso si era ritrovato con lacci spezzati e bottoni strappati, per non dire di peggio. Sentì le labbra del guardiano abbandonare le sue per scivolare lungo il suo collo, disseminando baci e morsi lungo tutto il tragitto fino al suo petto, dove l’orso prese tra i denti un capezzolo e cominciò a tormentarlo. Questo strappò un gemito consistente alla volpe che si inarcò sotto di lui in preda ad una scossa di piacere.

Ramish continuò a lungo con questo trattamento, godendo nel far perdere il controllo al compagno, ed allo stesso cercò di rimuovere anche i pantaloni, snodando il laccetto che li stringeva in vita ed abbassandoli lungo le gambe snelle e ben scolpite dal suo lavoro di danzatore.

Una volta nudo Zaphres fece passare una di quelle gambe attorno alla vita del moro, iniziando a strusciarsi languidamente contro di lui, sfoderando tutto il suo fascino e la sua sensualità che solitamente mostrava, in piccola parte, nei suoi spettacoli per ammaliare il pubblico…ma questa volta non c’erano spettatori da intrattenere, il centro di quelle attenzioni era soltanto lui.

Con la lingua Ramish creò dei disegni immaginari sulla pelle candida del suo ventre, fermandosi poi a giocare con l’ombelico…le sue mani intando gli sollevarono le gambe ed accarezzarono le cosce facendo emettere a Zaphres versetti tipo fusa miste a gemiti. Quando raggiunse finalmente la virilità semi-eretta del rosso si staccò quel tanto che bastava per studiare l’espressione del suo viso.

Zaphres socchiuse gli occhi nel sentire che Ramish si era fermato…i suoi occhi dorati erano luci e velati di desiderio seppur la sua espressione aveva una nota concentrata, come quella di qualcuno che si stava sforzando a non lasciarsi andare troppo ma stava fallendo miseramente.

“Sei adorabile”

La volpe corrugò la fronte.

“Smettila di dire stup….a-ahh!”

Ramish non gli aveva dato il tempo di finire la frase che si era già abbassato a leccare la punta del suo sesso. Zaphres si morse un labbro nel tentativo di trattenere altri gemiti, la sua coda si muoveva incostante contro le lenzuola creando un dolce fruscio.

“Non trattenerti…lasciami sentire la tua bella voce…fammi sapere che ti piace quello che ti sto facendo…”

“…s-scemo…” ansimò prima di tendersi come una corda di violino nel sentire la sua virilità scivolare all’interno della bocca del compagno.

Ramish instaurò una cadenza lenta e decisa, tormentandogli ogni tanto la punta con la lingua e strappando altri versetti alla volpe. Nel frattempo allungò una mano verso il comodino ed estrasse dal cassetto un’ampolla di vetro contenente dell’olio per il corpo. Con abilità aprì la boccetta senza rovesciarne il contenuto sul letto e senza smettere il suo lavoro…vi intinse dentro due dita che poi portò tra le gambe della volpe, precisamente contro la sua apertura che massaggiò delicatamente prima di violarla con un dito.

Zaphres mugolò di piacere a quella duplice stimolazione, non provando alcun fastidio a quell’intrusione. Il moro cominciò a muovere lentamente il dito nel suo corpo per prepararlo e quando lo sentì abbastanza rilassato ne introdusse un secondo.

Per quanto il suo stato di eccitazione fosse quasi insostenibile non affrettò i passaggi, preparandolo con cura, sapendo che la penetrazione gli avrebbe causato già abbastanza dolore senza che lui rincarasse la dose a causa della sua impazienza.

Attinse nuovamente alla lozione inserendo questa volta tre dita, che gli procurarono un leggero disagio ben presto dimenticato grazie al lavoro di suzione sul suo sesso. Zaphres affondò le mani tra i capelli scuri di Ramish, stringendo le ciocche tra le dita mentre assecondava con movimenti dei fianchi il lavoro della sua bocca. Il piacere stava crescendo sempre di più in lui, inesorabile, ancora poco ed avrebbe raggiunto il proprio orgasmo…il moro lo capì e proprio ad un passo dal punto di non ritornò lasciò andare la sua virilità ed estrasse le dita dal suo corpo.

La volpe emise un basso ringhio contrariato, socchiudendo gli occhi per fissare il compagno che sorrise tranquillo di rimando.

“Non così in fretta”

“B-bastardo…datti una mossa…” sussurrò artigliando le sue spalle e strattonando il tessuto della sua casacca.

Ramish rise leggermente e si spogliò senza perdere tempo, anche lui al limite della propria resistenza, tornando poi ad adagiarsi complietamente nudo al corpo del giovane. Zaphres gli passò le braccia attorno al collo stringendolo a sé e riprendendo a strusciarsi voglioso contro di lui…il suo corpo era sempre stato più sincero della sua mente per quanto riguardava i suoi reali desideri.

Il guardiano sorrise e lo baciò con dolcezza, accarezzandogli i fianchi e le cosce.

“Mi vuoi?” sussurrò infine.

Zaphres socchiuse gli occhi per fissarlo e fece per rispondere ma invece di farlo si zittì mordendosi un labbro.

“Dillo…altrimenti mi fermo qui…”

“…bastardo…”

“Avanti…voglio sentirtelo dire…mi desideri?”

“…si…contento?” mormorò distogliendo lo sguardo imbarazzato per la sua ammissione.

Ramish sorrise soddisfatto e felice e si chinò a baciarlo di nuovo, con passione questa volta. Allo stesso tempo prese l’ampolla d’olio e se ne versò una buona dose nel palmo della mano per poi applicarla sulla sua virilità. Zaphres percepì quei movimenti ed allora si preparò, allargando maggiormente le gambe per farlo accomodare meglio tra di esse. Si preparò anche al dolore che sarebbe arrivato con la penetrazione in quanto la virilità di Ramish era proporzionata alla sua mole e quindi era di notevoli dimensioni.

L’orso smise di baciarlo per poterlo fissare negli occhi ed osservare attentamente le sue reazioni. Poi gli afferrò i fianchi e lo sollevò dal materasso, per potersi posizionare contro la sua apertura. Una mano scivolò sul suo fondoschiena, andando a massaggiare la base della coda e causando un improvviso rilassamento del corpo della volpe oltre ad un mugolio di piacere. In quel preciso istante si spinse dentro il suo stretto passaggio con una lenta e fluida spinta, facilitata dalla lozione.

Zaphres serrò gli occhi e si morse l’interno della guancia a sangue per l’improvvisa fitta di dolore che quella penetrazione causò, le sue unghie si conficcarono nelle spalle di Ramish per scaricare un po’ della sua sofferenza su di lui. Quest’ultimo si fermò alcuni istanti per dargli modo di rilassarsi parzialmente prima di riprendere a spingere e sprofondare completamente in quel caldo ed accogliente corpo.

Il rosso tremò sotto di lui ed annaspò cercando di calmare il proprio respiro; l’orso gli baciò dolcemente il volto e gli accarezzò la coda cercando di farlo rilassare e distrarlo dal dolore.

Passarono alcuni istanti prima che Zaphres socchiudesse gli occhi e muovesse tentativamente il bacino per fargli capire di continuare. Ramish sorrise con calore ed unì le loro labbra in un bacio passionale iniziando a muoversi lentamente nel corpo della volpe.

Inizialmente il disagio era ancora troppo forte per provare qualcosa di piacevole ma un poco alla volta esso scomparve lasciando posto al desiderio…allora Zaphres si affidò completamente a Ramish, lasciandosi guidare verso il totale appagamento. Cominciò ad assecondare i suoi movimenti, aumentandone il ritmo e gemendo ad ogni spinta…le orecchie appiattite contro il capo in un chiaro segno di piacere.

Ogni volta che Ramish colpiva quel punto particolare nel suo corpo, la volpe perdeva sempre più contatto con la realtà, la sua mente annebbiata dalle sensazioni che stava provando…fare l’amore con Ramish era qualcosa di diverso da tutte le avventure che aveva avuto fino al giorno in cui si erano incontrati…lo faceva sentire bene…completo.

Non riusciva a pensare a nessun altro al quale avrebbe potuto cedersi in un modo così totale…e questo rendeva Ramish speciale seppur lui non sempre lo capiva. Forse era destino che trovasse in Ramish il proprio compagno…qualcuno di forte e gentile, che lo avrebbe protetto dal suo ninjete ed avrebbe saputo proteggersi a sua volta da lui…qualcuno che si sarebbe preso cura di lui.

Ben presto entrambi si sentirono vicino a raggiungere il proprio appagamento. Il guardiando afferrò con presa salda i fianchi del rosso e si spinse nel suo corpo con forza mentre con una mano andava a stimolare la sua virilità intrappolata tra i loro corpi.

Zaphres non resistette oltre, inarcandosi contro di lui emise un gemito roco e si svuotò tra i loro ventri, facendo raggiungere di conseguenza a Ramish il proprio orgasmo all’interno del suo corpo.

Sfiniti e soddisfatti si lasciarono cadere sul materasso, Ramish cercando di non opprimere il compagno con il proprio peso.

Una volta ripresosi il guardiano si sfilò dal suo corpo, strappandogli un leggero mugolio contrariato, e gli si stese accanto attirandolo a sé. Affondò il viso tra i suoi capelli e gli baciò il pelo di un orecchio.

“Tutto bene Zaph? Non ti ho fatto troppo male vero?”

“No…” borbottò…anche se l’indomani avrebbe faticato a danzare come al solito indolenzito com’era…ma ne era valsa la pena.

“Mh…bene…” sussurrò dolcemente abbracciandolo ed accarezzandogli la schiena con gesti pigri “Resti da me questa notte?”

“Mh…non dovrei…Aime mi aspetta a casa… - mormorò – ma sono troppo stanco per alzarmi…”

“Allora è deciso…resti…” sorrise soddisfatto e prese il lenzuolo per coprire entrambi, sia mai che una delle sue perfide sorelle decidesse di far loro una visita nel bel mezzo della notte solo per vedere se erano riusciti a fare pace. Fatto ciò gli depositò un bacio sulla tempia prima di mormorare “Ti amo Zaph…lo sai vero?”

Zaphres socchiuse lentamente gli occhi e lo fissò da sotto le palpebre stanche con intensità senza però rispondere…in compenso si accoccolò meglio contro di lui, appoggiando la testa sulla sua spalla, la coda si mosse un poco sotto le lenzuola.

Ramish sorrise, sapendo che non gli avrebbe estratto alcuna confessione in quel momento ma nonostante questo era felice.

“Forza, riposiamoci un po’…domani dobbiamo lavorare entrambi…”

“Mh…”

Entrambi si sistemarono meglio l’uno contro l’altro e cercarono di addormentarsi ma il sonno per Zaphres non arrivò con facilità, la sua testa piena di pensieri. Nel sentire il respiro regolare del compagno, socchiuse gli occhi per fissare il suo volto rilassato nel sonno…allora sospirò muovendo il viso contro il suo collo.

“Anch’io……” sussurrò…una parla sconnessa che presa da sola non aveva alcun senso…in realtà era la sua confessione, espressa ora che nessuno avrebbe potuto sentirla…ma Ramish in qualche modo sembrò percepirla nel proprio inconscio e sorrise tra i capelli di Zaphres, aumentando leggermente la presa su di lui.

La volpe sospirò di nuovo ma ora più sereno riuscì a trovare anche lui il proprio riposo.

 

 

~Fine~