Lo schiavo dal sangue blu
parte V - I regni uniti
di Vikysweetgirl
Quella che si combatté fu una battaglia di
notevoli dimensioni. Due colossi. Uomini contro uomini, sangue che sgorgava dalle ferite inflitte senza pietà, cadaveri da ogni parte.
L’apocalisse!
Non si era combattuta una guerra del genere da almeno 300 anni, i due regni erano sempre vissuti in pace. Il principe Vilian era il più valoroso in battaglia, il più agguerrito, il più spietato…ma più attento del solito. Non aveva mai tenuto così tanto alla propria vita come ora…lui ora doveva sopravvivere… …doveva tornare da qualcuno…doveva tornare dal suo piccolo principe.
Uccise l’ennesimo uomo. Ormai era ricoperto di sangue. Quando si uccide si esce un po’ da se stessi; ciò che muove il corpo è solo rabbia e istinto di sopravvivenza.
E onore naturalmente.
Il giovane principe si fermò; vide i suoi uomini lottare. Il suo sguardo scrutava attento in lontananza. “Non morirò, ho fatto una promessa!”
Altri nemici all’orizzonte. Su un cavallo, in lontananza, c’era la regina Akisha. Maestosa, la sua bellezza algida sembrava inopportuna su un campo di battaglia. Lunghi capelli biondo platino sciolti al vento, sguardo penetrante che Vilian riusciva a scorgere anche da quella distanza; occhi di ghiaccio, suppose, come è sempre stata ritratta in ogni dipinto che egli abbia visto. L’armatura era stata creata apposta per una donna, facendo attenzione ad ogni curva femminile. Bella, si, senza alcun dubbio.
Quella donna scintillante e bellissima stava per distruggere secoli di pace.
Il principe Vilian, il re giovane, quel ragazzo forte e coraggioso come una tigre e innamorato come un fanciullo, sorrise fiero nello scintillare del sole di mezzogiorno.
…e corse verso la battaglia finale.
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Era passato molto tempo, giudicò Enh, rannicchiato nel buio della piccola stanza nascosta, in cui il suo caparbio padrone. Cosa stava succedendo? Non sentiva niente. Nessun rumore sospetto, nessuna esplosione, nessun urlo; era isolato da tutto! Non ce la faceva più. Doveva sapere come stava andando la battaglia, doveva sapere come stavano i suoi genitori, doveva sapere come stava lui! Si alzò di scatto, inciampando nei propri piedi, si rialzò e Sali le scale lentamente. Accidenti era totalmente buio là dentro! Uscì da quella trappola e anche dalle stanze reali, correndo a perdifiato. Stava calando il sole. Corse per i corridoi deserti. Il palazzo era deserto! Correva a perdifiato per ogni sala, svoltò l’angolo… _Aaaaaaaah!!!
_Tu?! _Non sei fuggita? _Mi hanno lasciata sola…ho paura ad andare là fuori…che-che devo fare?!?! _Vieni con me_ detto questo Enh la prese per mano e corse via assieme a lei. Uscirono dal castello e dalle mura dell’immenso giardino. Attorno a loro non vi era altro che desolazione e corpi senza vita. La ragazza si strinse forte al moretto piangendo. Enh sussultò quando vide qualcuno che gli si avvicinava a passo sicuro; poi sbarrò gli occhi. _Asher Meriston?! _Tu? Era lui, la persona di cui il principe Vilian si fidava così cecamente. I capelli perfettamente pettinati, il suo sguardo freddo addosso. Enh si mise sulla difensiva.
_Non avere paura. Sono dalla parte del tuo
padrone. Ti ha lasciato qui?
_Sorprendente. Non si era mai legato così tanto
ad uno schiavo prima d’ora. _Eh? _Lo sto cercando anch’io. Siamo soli. Aiutami a ritrovarlo…spero sia vivo. Enh trasalì. La prospettiva che Vilian potesse essere morto…NO! Si avvicinò ad Asher. _Vi prego, posso affidarvi questa ragazza? Io devo…devo andare…devo andare a cercarlo…devo… Il rosso prese prese sotto braccio la piccola schiava e annuì. Enh corse via, inciampando più volte, il cuore che gli batteva all’impazzata nel petto.
Voleva rivedere quegli occhi, voleva di nuovo quelle braccia protettive attorno.
Lo voleva ancora!
Meriston guardò il giovane moretto allontanarsi. Sapeva che non sarebbe fuggito da solo; negli occhi aveva quella luce magica e coraggiosa che solo negli occhi degli innamorati può esserci…la stessa luce che un tempo anche in lui il principe aveva fatto scaturire…
Enh corse… Per quanto tempo corse? Aveva male ai piedi scalzi, aveva sete. Pensò a quegli occhi, alle sue parole, a quel sorriso fiero. Pianse. In cuor suo sapeva che non l’avrebbe più rivisto, che il suo valoroso principe era morto nella battaglia come tutti gli altri quel giorno. Era un uomo dopotutto.
Un soffio di vento spostò la polvere. Lo sguardo di Enh corse lontano. Sabbia che svolazzava e dava al cielo un colore caldo. Sagome, sagome in lontananza. I nemico? Enh arretrò di qualche passo ma non scappò. Se Vilian era morto…allora lo avrebbe seguito!
Il suo piccolo cuore sembrò fermarsi. Non poteva essere. _Vi…vilian? Era il suo principe che si avvicinava lento, zoppicando, gli abiti sporchi di sangue ridotti a brandelli, il viso sporco.
Ma era lui! Ed era vivo!
Al suo fianco un uomo robusto, dalla barba grigia che si appoggiava ad una donna slanciata, dalla bellezza sconvolgente solo il viso sporco di terra.
Suo padre e sua madre!
Vilian lo guardava intensamente; sorrise. _Ti avevo detto di non muoverti…_ disse il biondo con voce roca. _Vilian! Enh scoppiò in un pianto incontrollato e corse fra le bracia del principe.
_AHI! _Non è niente.
Enh si affacciò oltre la spalla dell’altro per
osservare i suoi genitori, confusi dalla scena al quale avevano assistito ma
felici di rivedere loro figlio sano e salvo. Il moretto corse verso i due coniugi, stringendoli entrambi, senza smettere di piangere. Il re tentava di nascondere la commozione tradita dagli occhi lucidi, cosa che invece non fece sua madre che diede libero sfogo alla sua gioia. _Figlio mio_ disse re Olomer_ stai bene? _Temevamo per te._ aggiunse la donna con le lacrime agli occhi. _Si padre.
_Ti hanno fatto del male. _Ci ha aiutati il principe Vilian. La regina Akisha ci teneva prigionieri nel regno di Ice Evening; poi la battaglia…quanti morti! Ma il principe di Arcatren ha rischiato la propria vita per aiutarci. Aveva giurato di sapere dov’eri, diceva che eri sotto la sua custodia. Custodia…
Enh rise tra tristezza ed ironia. _Per cosa, valoroso principe?
_...per sposare vostro figlio. _COSA?!_ l’urlo di re Olomer echeggiò per chilometri_ state vaneggiando?! Mio figlio è un UOMO! Non ditemi che avete confuso la sua dolce bellezza e la sua grazia per beltà femminile! _No, re Olomer, niente affatto. Voglio sposare vostro figlio Enh, renderlo felice e dargli ogni cosa che possiedo, compreso me stesso! Sono innamorato di vostro figlio. Enh sentì il proprio cuore rimbalzare nel petto…sposare?! Vilian? Loro…insieme? La stranezza della cosa era assai troppa per passarci sopra…eppure sentiva una gioia strana scorrergli nelle vene, la gioia più elettrizzante e intensa che avesse mai provato! _Vilian… _Il principe biondo guardò verso Enh, si alzò e lo raggiunse, prendendogli le mani fra le sue. _Ti prego sposami. Non badare alle regole, non badare alla convenzionalità. Io ti amo, vorrei poter trascorrere tutta la vita insieme a te e redimermi da…_ abbassò la testa colpevole. _Principe Vilian_ intervenne suo padre. Il principe biondo si voltò a guardarlo_ siete il salvatore della mia famiglia, di tutti noi…vorrei che non…che non fosse una richiesta così assurda. _Lo voglio. _Enh?
VIlian tornò a posare gli occhi sulla fonte del
suo desiderio. _Enh…_s’inginocchiò anche Vilian_ ti amo…non potrò mai appartenere a nessun’altro. In quell’assurda posizione i due si misero a ridere di gusto, Enh cadde a terra tra il riso e il pianto e Vilian sorrideva dolcemente, come raramente aveva fatto nella sua vita…
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