Lo schiavo dal sangue blu

 

parte IV - Quel sentimento folle chiamato amore

 

di Vikysweetgirl

 


 

 

Vilian era attonito; nell’oscurità della stanza guardava il ragazzino davanti a lui. Un ragazzino col viso bagnato di lacrime, un ragazzino ancora sconvolto.

 

Quel ragazzino era il principe di Kaanan.

 

I due rimasero uno di fronte all’altro, a guardarsi, a studiarsi, a sentir battere i propri cuori. Finalmente Vilian, ripresosi dalla notizia, parlò piegando elegantemente le labbra in un sorriso malizioso.

_Stai dicendo la verità. Sei il principe Enh, sei il figlio di re Olomer! Tu, un ragazzino così delicato…

_ Ho preso da mia madre. È da lei che ho ereditato queste ciglia lunghe e queste braccia esili._ il ragazzo parlò facendosi forza, mandando giù la paura che provava per quella rischiosa confessione.

_Ora si spiegano tante cose…la tua delicatezza, il fatto che sai leggere…si vede lontano un miglio che sei al di sopra degli altri schiavi insieme ai quali sei stato portato via dalla tua terra.

_E adesso cosa mi farete?_ chiese facendosi coraggio_ mi ucciderete?

_Pensi che ti ucciderò?

_Sono l’unico erede del vostro acerrimo nemico. Sono il figlio di colui che, sfuggito da quell’assalto terribile, si è rifugiato ad ovest, protetto dal regno della regina di Ice Evening. Siete stato voi ad attaccarci non è così?

_Ma cosa stai dicendo. Tuo padre è mio nemico, è vero, ma fin’ora non siamo mai arrivati a farci guerra. Sono stati i Gebuiti ovviamente.

_I Gebuiti?! Davvero?!

_E chi altri. Pirati del deserto…che però non vengono fermati da nessuno. Sono utili per il commercio…anche di commerci particolari come sai…

_Ci hanno venduto ai mercanti di schiavi, come fossimo delle bestie. La vendita di esseri umani è la cosa più abominevole che esiste sulla faccia della terra!

_Chi ha il denaro può comprare qualunque cosa, mio caro principino.

_Non potrete mai comprare l’amore vossignoria.

_Questo lascialo decidere a me…non ti dispiace se continuo a darti del tu, non è vero principe Enh?_ disse il biondo bloccando con una sola mano i polsi del moretto, portandoglieli sulla testa, impedendogli qualsiasi movimento_ dopotutto sei sempre il mio schiavo preferito.
_Mi avete fatto del male. Prima vi comportate in maniera orribile, poi in modo dolcissimo. Perché?! Perché mi fate questo?!
_Pretendi forse che adesso ti liberi? Non essere sciocco…sei pur sempre il figlio di re Olomer…sei un diamante raro…_ si spalmò sul ragazzo facendogli sentire la sua erezione_ tuo padre è ormai vecchio, un uomo stanco di guerreggiare…eri tu il mio unico timore, il giovane principe che una volta adulto avrebbe potuto crearmi problemi…ed ora sei qui nelle mie mani.

Vilian ridacchiò e iniziò a spogliare Enh con decisione senza lasciargli nemmeno il tempo di reagire.

_No! Fermatevi! Non questo, non di nuovo!

_Sei mio Enh…non lo hai ancora capito?_ il sovrano si posizionò fra le gambe del’altro ed il principe dagli occhi blu trasalì.

_NO, NON VOGLIO, BASTA!!

L’altro allora si fermo e senza guardare il moretto negli occhi disse.

_Implorami._ Enh lo guardò terrorizzato_ implorami di non farlo…pregami.   _ Enh esitò e così Vilian riprese ad accarezzare con foga il corpo del ragazzo sotto di lui, leccandolo_ adesso ti penetro…

_NO VI PREGO, VI PREGO NON FATELO!! Ho paura, non fatelo, vi supplico…!

Enh era fuori di se, aveva iniziato a tremare. Vilian sorrise vittorioso, bacio il suo giovane schiavo sulle labbra chiuse e si alzò dal letto.

_Bene. Adesso ricomponiti mio regale schiavo e mettiti pure a dormire. Sarò da te fra poco; non ti farò del male. Ti do la mia parola.

Detto questo il principe biondo sparì dietro la porta della stanza. Enh si riallacciò i pantaloni e sistemò la propria camicia, dopodiché si mise sotto le fresche lenzuola di seta anche se comunque non riuscì ad addormentarsi.

 

Era notte fonda.


Enh aprì gli occhi lentamente, cercando di abituarsi il più fretta possibile al buio.

Alla fine si era addormentato. Non appena tentò di muoversi si accorse di essere stretto in una calda morsa: le braccia del suo padrone. Stupendo se stesso, si accoccolò ancora di più al corpo forte e caldo del suo principe, sentendosi protetto come mai in vita sua. L’altro aveva mantenuto la promessa.

Non gli aveva fatto niente.

Era da molto che l’altro non lo toccava in modo intimo…E la cosa non gli dispiaceva. Provava sensazioni strane ed emozioni contrastanti: amava lasciarsi cullare e coccolare da quelle mani forti ma odiava quando veniva violato.

Ora non riusciva a pensare a nient’altro che quel calore. Non pensava a sua madre, sola e disperata per la sua scomparsa, a suo padre che tentava di consolarla, che teneva dentro di sé ogni dolore, senza mostrarlo, né al suo regno allo sbando…Riusciva solo a pensare alla sensazione eccitante e dolce che provava, a quella sensazione di eterna serenità e benessere che pervadeva ogni sua vena.

 

Il sole si alzò, splendente e luminoso come ogni giorno dall’alba dei tempi.

Vilian si svegliò gemendo di piacere. Aveva dormito come un sasso, si sentiva bene. Si accorse che stava ancora abbracciando il piccolo Enh. Già, lo aveva stretto a sé la sera precedente e quello splendido fanciullo, quel piccolo principe era ancora lì fra le sue  braccia, addormentato, con un’espressione dolcissima e serena in viso, senza nemmeno la benché minima ombra di pianto. Il giovane re sorrise. Lo baciò sulla guancia, vicino le labbra. Il giovane si svegliò. Sbarrò gli occhi quando si accorse di come l’altro gli fosse vicino ed arrossì.

_Buongiorno mio piccolo principe.

_Ah…

_Hai dormito bene?

_B-buongiorno…

_Il sole è già alto. Abbiamo dormito molto stamane.

_Si…bene…ho dormito bene…

_Ehi, stai rispondendo in ritardo alle mie domande. Sei ancora mezzo addormentato vero?_ disse il sovrano sorridendo e facendo una carezza fra i capelli dell’altro_ eh si hai ancora gli occhi assonnati…come sei bello…sei fragile e delicato come una scultura di cristallo, sfuggente come un timido uccellino, bello, bello come la rosa più incantevole  dei miei giardini…sei così tenero da farmi perdere la testa!

_Signore, cosa dite?_ disse di tutta risposta il giovane moro voltando la testa dall’altra parte_ sono vostro nemico, sono vostro schiavo…cosa…

Vilian gli prese la testa fra le mani e lo fece voltare verso di lui, facendogli sentire il suo respiro caldo sulla bocca.
_Sei diventato molto più di un semplice schiavo…te ne rendi conto?
_Cosa…?

_Non ti tocco più nonostante la voglia sia più forte di qualsiasi cosa io abbia mai provato, mi sento così dolce e protettivo con te che a stento i miei uomini ed i miei sudditi riconoscerebbero il sovrano impassibile che li ha guidati e governati senza mai ostentare esitazioni. Io…

_Principe Vilian…_ esalò Enh in un sussurro.

_Io…

 

Un boato.

 

I due principi si allarmarono.
_Cosa diavolo sta succedendo?!_ chiese Vilian irritato e preoccupato, alzandosi ed avvicinandosi alla finestra ancora chiusa.
Enh era rimasto sul letto, con le gambe piegate all’indietro, le mani poggiate davanti a lui.
_Un’esplosione?_ chiese il moretto spaventato.

_Si direbbe di si.
Un servitore entrò correndo come un forsennato, inciampando nel momento di frenare.

_Mio signore! Scusate l’irruzione ma, ma…

_Calmati, cosa succede?!
_Gli…gli uomini della regina Akisha…ci stanno attaccando…è impazzita! Vuole porre fine alla pace che è sempre stato il nostro accordo dall’era dei tempi…sta…sta…il popolo…gli uomini erano impreparati…

_Il regno di Ice Evening?!?!_ esclamò Enh saltando giù dal letto_ i miei genitori! Mio padre!

Vilian si avvicinò al moretto posandogli una mano decisa sulla spalla, come per rassicurarlo e metterlo a tacere.

_E i soldati?_ chiese Vilian tentando di mantenere la calma.
_Stanno lottando come leoni…ma gli uomini di Akisha sono in maggioranza numerica, sono il triplo dei nostri uomini! Nessuno aveva mai sospettato una simile forza da parte di quel regno.
_Mettetevi sulla difensiva. Tutti. Avanti i soldati, avanti i guerrieri. I sudditi al riparo, soprattutto le donne e i bambini. Difendete il castello. Io arrivo subito. Non  ci lasceremo sconfiggere, siamo in minoranza ma siamo più forti! Ora va e diffondi i miei ordini.

_Si, signore!

E il servitore sparì con la stessa velocità con la quale era venuto. Vilian prese Enh per le spalle.

_Ascoltami attentamente_ disse_ l’ospitalità della regina Akisha verso tuo padre è stata una farsa, una strategia per averlo in suo potere! Ha tua madre e tuo padre. Probabile che creda tu sia morto dopo l’attacco dei Gebuiti. Vuole il monopolio sulle terre conosciute. Ora vieni con me.
Il principe trascinò Enh in una stanza segreta nascosta dietro il grande specchio della camera da letto. Scesero molte scale; tutt’intorno puzza di muffa e tanta  umidità. Arrivarono in una stanza buia.
_Dove siamo?! Ho paura! _ iniziò ad urlare Enh, in preda al panico.

_Devi aspettarmi qui. Sei al sicuro qua sotto. Non uscire prima di qualche giorno, a meno che non sia io a venirti a prendere prima.
_No! Non andate, è pericoloso!

Vilian sorrise.
_Temi per me?
_Non andate, non avete speranze!
_non sai nulla di guerra piccolo rampollo di Re Olomer. Sottovaluti la mia potenza; tornerò a prenderti.
_Non vedo nulla! Non vedo nulla, non lasciatemi qui, fatemi venire con voi.

_E’ pericoloso. Tornerò da te…_ gli baciò una mano_ Credo che tu sia diventato molto importante per me.

_Oh Vilian!_ Esclamò Enh con la voce rotta dal pianto. Si gettò fra le braccia del sovrano, che lo accolse con gioia, stringendolo a sé, impegnandosi del suo odore e della sua fragile morbidezza, di quel corpo che in quel luogo angusto non riusciva nemmeno a scorgere.

_Non ho mai tenuto tanto a qualcuno come tengo a te in questo momento..._ si staccò da lui di malavoglia_ il dovere mi chiama…prima vado prima potrò tornare da te.

_Sta attento.

_Mi dai del tu adesso?

Enh arrossì ma ringraziò che l’altro non potesse vederlo.

Dopo un sorriso sincero e un bacio dolce sulla fronte, il principe Vilian risalì le scale, chiuse la porta-specchio e corse verso la battaglia…

 

 

 

Continua...