Ciao a tutti!!! ecco il primo capitolo di questa nuova storia....non picchiatemi per carità eh? ihih bacioni


 


 

 

Lo schiavo dal sangue blu

 

parte I - La notte del primo amore

 

di Vikysweetgirl

 


 

Dopo quaranta minuti di cammino, le due carrozze si fermarono davanti un enorme cancello che si aprì quasi automaticamente. I cavalli trascinarono i cocchi all’interno; attraversarono un bosco. Nella carrozza il giovane moretto teneva la testa bassa, non osava guardare le due guardie che erano lì con lui. Il principe che l’aveva comprato era sull’altro carrozza. D’un tratto le due carrozze si fermarono. Una guardia spronò poco gentilmente il ragazzo per farlo scendere. Era ancora ammanettato. Una volta sceso, il giovane osservò l’immenso palazzo che si trovava lì davanti. Era di antiche origini, probabilmente era stato costruito nell’era Antica, eppure era maestoso e sembrava indistruttibile. Si riscosse dai suoi pensieri quando vide che il principe in persona gli si stava avvicinando. Abbassò lo sguardo, non osava guardarlo negli occhi. L’uomo lo guardò per un lungo istante prima di rivolgersi ai suoi subordinati che tenevano per le braccia il ragazzo.

_Liberatelo dalle manette. Non può arrecare alcun danno.

Le guardie obbedirono, il ragazzo fu liberato.  

Entrarono nell’immenso castello. Il giovane schiavo osservò con rispetto tutto ciò che lo circondava. Era allibito. Probabilmente quel castello era persino più grande del…

Arrivarono alcune donne e alcuni uomini, vestiti in maniera umile ma dignitosa. Li aveva chiamati il sovrano del castello?

_Ripulite questo ragazzo. Dopodichè conducetelo nelle mie stanze.

_Come desiderate signore._ rispose una donna molto giovane.

Tutti quei servitori si avvicinarono al ragazzo e gentilmente lo condussero nelle stanze da bagno più belle che si fossero mai viste! Un uomo dai cappelli castani, sollecitò il ragazzo a svestirsi e lo aiutò, per poi bruciare quegli indumenti sporchi e puzzolenti. Il giovane moretto venne fatto immergere in una grossa vasca da bagno, contenente acqua calda e oli profumati. La giovane donna di prima iniziò a lavargli i capelli con vigore e l’uomo a sfregargli la schiena con forza. Il giovane sospirò profondamente. Quelle persone erano davvero energiche ma non osò proferire parola; quell’odore di pulito lo trasportò per un istante lontano da lì. Gli lavarono persino i denti e una volta asciugato per bene, gli vennero fatti indossare nuovi vestiti: una calzamaglia nera che gli copriva tutte le cosce fino al ginocchio ed una camicia lunga color pesca, stretta in vita da una cordicella, le maniche strette sui polsi e venne lasciato scalzo. I sui capelli furono accuratamente asciugati e pettinati, dopodichè venne fatto entrare nelle stanze del principe. La grande porta si richiuse dietro le sue spalle. La stanza era enorme, colorata delicatamente e conteneva tutti i comfort possibili. Lui poteva vedere solo il salotto, dove c’erano poltrone, spesse tende alla finestra, tappeti e nell’aria c’era un particolare odore che non riusciva a riconoscere. Era molto simile a quello di pulito. Su una grande poltrona rossa sedeva il principe Vilian, con le gambe accavallate, il mento poggiato sul pugno destro e gli occhi puntati su di lui. Il moretto tremava leggermente, era evidente che avesse paura.

_Avvicinati_ gli ordinò la voce profonda e dura del principe.

Il ragazzo dopo un attimo di esitazione, scese lentamente i tre gradini che si trovavano davanti a lui. Camminò incerto verso quel principe dall’aspetto fiero. Si strinse nelle spalle e abbassò la testa. L’uomo di alzò in piedi strappandogli un sospiro di paura e gli alzò il viso con le dita.

_Avevo ragione allora. Sotto tutto quello sporco si nascondeva un adorabile visino._ disse il principe andando ad accarezzare i capelli del suo schiavo_ i tuoi capelli sono lisci e morbidi._ quell’uomo si perse a contemplare la bellezza del ragazzo dalla pelle dolcemente rosata e gli occhi del colore del cielo senza nuvole. Rimase incantato da quella piccola bocca carnosa e dal luccichio di quegli occhi_ come ti chiami?

Il ragazzo esitò.

_Enar…Enar._ la sua voce era delicata e rotta dalla paura.

_Enar. Non essere spaventato._ il principe prese una mano del ragazzo e la accarezzò osservandola_ hai le mani di chi non ha mai lavorato...non credo che fossi un contadino o un artigiano nella tua terra…sei forse il figlio di qualche nobile?

Enar non rispose. Tremava e teneva lo sguardo basso. Non conosceva le intenzioni di quel sovrano. Il principe lo guardò ancora per qualche istante, poi lo afferrò per un polso e lo trascinò in un’altra stanza; Enar non poté che seguirlo senza fiatare, il cuoricino che batteva all’impazzata. Entrarono in una sontuosa stanza da letto; il principe lo gettò senza cerimonie sul grande letto a baldacchino e gli si fece sopra, sovrastandolo; gli sorrise malizioso mentre iniziava a slacciare i lacci della sua maglia.

_Sei mio ora Enar. Mi prenderò il tuo corpo.

_Cosa?! Aaaa…vi prego...!

Il principe si avventò su di lui come un avvoltoio fa con la sua preda. Incominciò a togliergli quei vestiti appena messi. Enar tentò di ribellarsi, tentò di spingerlo via, ma l’altro era troppo forte per lui.

_Sta buono…avanti…fermo.

_no! NO! AIUTO!_ si zittì subito. Chi poteva aiutarlo? Lì era proprio l’altro a comandare.

Il biondo continuò e finalmente lo ebbe nudo sotto di lui. Gli bloccò i polsi ai lati della testa e lo contemplò.

_Sei uno splendore_ lo baciò sul collo_ la tua pelle è così morbida…

_Vi prego…vi prego, vi prego fermatevi, non fatemi del male_ supplicò il ragazzino tremando come una foglia, non sapendo più cosa fare_ non…non guardatemi così…_ disse con voce rotta, molto simile a un pigolio, distogliendo lo sguardo da lui_ …sono un uomo…non potete...non guardatemi…aah no…non toccatemi lì…!!!

_Buono ragazzo…ssssst…_ il principe Vilian poggiò il petto contro quello del giovane e gli alzò le gambe, mettendosele sotto le braccia. Inserì il dito medio nell’apertura fra le sue natiche. Enar strillò. Si contorse.

_Aaah...no, no…fermatevi…_ portò le mani sui polsi del principe, senza però riuscire a fermare quel dito dispettoso…che ben presto divennero due…e lo penetravano velocemente.

Stava per morire d’imbarazzo.

Non lo sopportava.

Faceva male! Si sentiva invaso, lacerato.

Il principe sentiva la carne calda di Enar chiudersi intorno alle sue dita.

Non poteva più aspettare!

Tolse le dita e penetrò lentamente l’altro con qualcosa di ben  diverso da un paio di dita; lo penetrò col suo membro caldo. Il ragazzino strillò.

_Mmmm…come sei stretto…e caldo…aaah…

_AAAAAH BASTAAAAA!!!!! LASCIATEMI!!! FA MALEEEEE, FA MA…aaah…

Il principe si fermò quando tutto il suo organo fu dentro il giovane schiavo. Poi iniziò a muoversi, dapprima lentamente, poi sempre più veloce. Si lasciò trasportare da quell’inebriante sensazione di eccitante calore.

 

Enar piangeva disperatamente e gridava, gemeva.

 

Faceva male!

 

Il suo membro...dentro…che vergogna!

 

Era disonorato per sempre.

 

Spalancò gli occhi quando il signore di quello stesso castello si tese e con un gemito lungo e soddisfatto venne dentro di lui.

 

In venti minuti quel sovrano crudele gli aveva tolto onore e dignità.

 

Il corpo pesante e bollente del principe Vilian si alzò da lui. Sospirava forte. I pantaloni ancora slacciati, gli occhi lucidi. Guardava col suo sguardo penetrante il ragazzo sul letto disfatto per via della lotta.

Lotta vinta dal principe.

Enar giaceva supino, tremante, arrossato in volto e nei punti dove l’altro l’aveva stretto con la violenza di una bestia. Il suo viso era tutto bagnato di lacrime.

 

Lacrime di dolore e di vergogna!

 

Chiuse gli occhi, piangendo ancora, respirando affannosamente, chiedendosi cosa ne sarebbe stato di lui da quel momento in avanti, chiedendosi se quell’episodio disgustoso e spregevole si sarebbe ripetuto e se sì, quante volte ancora. Si sentiva appiccicaticcio fra le natiche e sulle cosce.

 

Ormai era stato marchiato. Come un animale!

 

_Ora sei mio_ dichiarò il principe_ mio e di nessun altro. Da questo momento chiunque ti chieda chi sei, devi rispondere che sei proprietà di Vilian, sovrano delle 7 terre del nord.

Il ragazzo lo guardò sbattendo le palpebre stralunato. Annuì solamente, terrorizzato anche solo per riuscire a proferire una sillaba. Tratteneva il respiro.

_Bravo bambino…_ disse Vilian tornando su quel letto, sopra il moretto che lo guardava tremando.

Il principe lo baciò sulle labbra e non esitò a prendere fra le mani il membro del più giovane e iniziare senza indugi a segarlo, ad accarezzarlo, a giocarci. Il moretto gemeva. Era sconcertato, aveva paura…ma quelle mani veloci e decise sul suo pene gli stavano dando un piacere strano, che mai aveva provato in vita sua, un piacere che si concentrava tutto fra le sue gambe, su quella parte così imbarazzante. Dopo pochi istanti sentì un fremito in quella parte che l’altro stava stuzzicando e con un gemito più intenso degli altri svuotò quel suo piacere sconosciuto nelle mani del suo signore. Era stato bello. Non capiva. Cos’era successo? Il principe sogghignò compiaciuto e si alzò sulle ginocchia guardando il ragazzo spaventato e sconvolto sotto di lui. Con la mano pulita gli accarezzò il viso, la nuca.

_Adesso…_ disse il biondo avvicinando quella testa mora al suo bacino_ fammi vedere quanto sei bravo con la bocca.

Enar trasalì. Cosa doveva fare?! Doveva posare la bocca sul membro dell’altro?

Sapeva di doversi preparare a un’altra umiliazione, molto più disgustosa della precedente…

 

Incubi scuri e paurosi invasero quella notte.

I dolci sogni erano svaniti. Enar sapeva che non avrebbe mai più sognato.

Aprì gli occhi all’improvviso, sbattendoli più volte prima di mettere a fuoco la stanza. Era tutto sudato e avvolto nelle profumate lenzuola del letto del principe. Si tirò a sedere.

_AH!_ gemette.
Arrossì. Sentiva un dolore lancinante al fondoschiena. Ripensò a tutto ciò che era successo e a quello che era stato costretto a fare. Represse un conato di vomito, strinse gli occhi e li riaprì. Guardò verso l’enorme portafinestra della camera. La luce penetrava fiocamente attraverso la spessa tenda. Era ormai sorto il mattino.

_Ti sei svegliato._ Enar sobbalzò e voltandosi vide il principe Vilian, avvolto in un grande asciugatoio di spugna bianca, i capelli bagnati; evidentemente era appena uscito dalla grondaia. Il cuore iniziò a martellare furiosamente nel petto del ragazzo che si era inevitabilmente irrigidito. Il principe si avvicinò a lui, guardandolo dall’alto verso il basso _Come ti senti?_ Enar abbassò lo sguardo senza rispondere_ era palese che non avessi mai conosciuto uomo. Ora sentirai male, ma non ti obbligherò a fare niente, puoi rimanere a letto per oggi.

Il moretto avvampò.

_Io…non avevo mai…mai…_ alzò la testa di scatto, sfoggiando un’espressione arrabbiata_ non avevo mai dormito con nessuno prima!

_Vuoi dire che non avevi mai giaciuto nemmeno con una dama? Nonostante i tuoi 14 o 15 anni?

_16…_ precisò Enar abbassando di nuovo la testa, mortificato, umiliato, imbarazzato.

_Perchè l’avete fatto…? io sono un uomo…
Il principe si poggiò sul letto, guardando Enar nei suoi occhi spaventati.

_Sei mio. Io ti ho comprato e ora mi appartieni. Posso farti ciò che voglio._ il moretto rabbrividì tentando di sostenere quello sguardo di fuoco_ sei stato amato dal principe Vilian, sovrano delle 7 terre del nord. Fa che sia un vanto per te e siine orgoglioso._ il ragazzo si strinse il lenzuolo addosso. Si rese conto di sentire male non solo al fondoschiena, ma anche in tutti i muscoli del corpo…la lotta della notte precedente lo aveva molto provato_ Capito…Enar?

_..si.

_Bene... Ora puoi andare a lavarti nei miei bagni personali. Ti ho fatto preparare acqua calda e saponi pregiati, tutto per il mio piccolino. Come puoi vedere io ho già fatto. Avrei voluto svegliarti per farmi lavare la schiena da te, ma nella mia magnanimità, ho ricordato che ieri è stata la tua prima notte d’amore e ho voluto lasciarti riposare.

_Vi…vi ringrazio…

_Non c’è di che_ il principe accarezzò i capelli arruffati del giovane schiavo_ sei un bravo bambino.

Da quel momento iniziò per Enar una nuova vita, una vita fatta di ordini e catene…lui era certo che non avrebbe mai più riavuto la sua amata libertà…

 

 

CONTINUA...