Eccomi di nuovo qua!!!nuovo capitolo della mia strana fic! Spero che vi piaccia. Smack kary Lo scambio parte II di Kary_chan
La stanza in cui si svegliò Hanamichi era enorme. Con un costosissimo letto occidentale a baldacchino proprio al centro. La carta da parati con arabeschi pesca e corallo si adattava perfettamente ai colori pastello delle tende. Sulla destra una porta socchiusa lasciava intravedere un bagno lussuosissimo in marmo. Hanamichi era esterrefatto. Decise di ispezionare la casa credendo il tutto un sogno. Entrò deciso nel bagno e rimase a bocca aperta per lo stupore. Nemmeno nei film aveva visto qualcosa di così lussuoso e nello stesso tempo tranquillamente utilizzabile senza creare inutili scrupoli. Una vasca idromassaggio enorme riempiva completamente la parte in fondo, di fronte alla porta, sulla parte destra c’era una doccia che sembrava una cascata, tutta dipinta per ricreare l’atmosfera. Lo specchio sopra il lavabo, sulla sinistra era attorniato da intarsi in avorio. Fu proprio quest’ultimo ad attirare la sua attenzione con prepotenza. Si avvicinò e non fu molto sorpreso di vedere come riflesso l’immagine di Rukawa, nei sogni tutto è possibile. “Signorino, la colazione è pronta. La lascio sul tavolo, ci vediamo stasera” Era una voce femminile molto dolce. Hanamichi trattenne il suono di quella voce a lungo nella mente, assaporandone il calore. Un profumo squisito si spandeva per tutta la casa. Hanamichi non poté far a meno di lasciarsi guidare da quell’odore sopraffino per i meandri della casa, un vero labirinto. Era dislocata su tre piani, tutti enormi ed elegantissimi. Però freddi, sembrava essere disabitata da anni, anche se la pulizia era impeccabile, non c’era un granello di polvere. Seguendo il suo naso riuscì a raggiungere la cucina. Sul tavolo c’era una colazione degna di un hotel cinque stelle. Fortunatamente però le porzioni erano piccole e così il ragazzo riuscì a mangiare tutti e 10 i piatti che contenevano specialità culinario di varie parti del mondo. Il sapore di ogni cibo era sublime, tanto che il rossino-moretto cominciò a dubitare che fosse tutto un semplice sogno. Dopo che ebbe mangiato si alzò e sistemò la cucina, lavò i piatti e li ripose al loro posto. Poi prese il pallone da basket in camera del volpino ed uscì nel campetto a fare due tiri. Nonostante si fosse reso conto che c’era qualcosa di strano non volle interrogarsi sui motivi o i perché, decise semplicemente di godersi la vacanza dal suo corpo, di rilassarsi dopo due anni di continuo stress. Per il ragazzo fu una sorpresa il modo in cui si ritrovò a giocare. Il corpo di Rukawa conosceva ogni minimo movimento alla perfezione ed istintivamente. Movimenti fluidi, sinuosi, gli stessi che lui tanto invidiava e apprezzava al volpino. Hanamichi non si stancava di correre, saltare, eseguire un dank dietro l’altro, poi tiri in sospensione, tiri da tre punti, alley hop……..si sentiva imbattibile. Quando fu sopraffatto dalla stanchezza entrò in casa, si cucinò qualcosa alla veloce e poi decise di provare l’enorme vasca idromassaggio. Nell’acqua si rilassò in modo incredibile, la sensazione di essere quasi sospesi nel tempo, il silenzio portarono quasi il ragazzo in uno stato di trance. Per lui era una vera e propria vacanza. Anche se c’era qualcosa che lo faceva pensare: in quella casa enorme non aveva avvertito nessuna presenza di vita all’infuori della sua e delle voce delle cuoca, come l’aveva chiamata. E non sembrava essere solo perché potevano essere usciti, secondo lui in quella cosa non abitava nessun altro. Ma non volle rimuginarci sopra a lunga, voleva godersi ogni singolo momento perché in cuor suo sapeva che prima o poi sarebbe tornato alla sua vita di sempre: il lavoro, la scuola, prese in giro, gli insulti. Ringraziò il cielo per essersi svegliato in quella casa sconosciuta e di non aver dovuto sentire le parole di odio che il padre gli rivolgeva ogni mattina. Per più di dieci anni aveva vissuto felicemente con i nonni, ma questi erano morti ormai da due anni e il padre lo aveva preso in casa solo per il gusto di maltrattarlo e di farlo soffrire. Ma adesso il suo passatempo preferito, quello di ferirlo, lo aveva stufato e lo voleva fuori da quella casa. Il solo averlo accanto gli ricordava la morte dell’amata Tokiko, trapassata per aver combattuto per la vita del proprio figlio, in cambio della propria. Una complicazione nel parto, una decisione piena d’amore, rinunciare alla vita per salvare quella nascente, eppure il padre lo incolpava di essere un assassino, accusa che il rossino riteneva quasi giusta. Scacciò il pensiero di suo padre bruscamente imponendosi di rilassarsi nel silenzio della casa, anche se un po’ troppo silenziosa, un silenzio cupo e molto triste. Una voce nota lo richiamò per la cena. Hanamichi scattò giù a velocità supersonica, voleva vedere quella persona in faccia. Era una signora distinta e con un’espressione dolcissima. Gli ricordava la nonna deceduta. Si affezionò istintivamente a lei. “Hai ripulito tu questa mattina?” Hana-Ru annuì “Bravo! Vedo che sta crescendo. Lo sa che io non potrò occuparmi di lei ancora per molto. La prossima settimana mi trasferisco a Kyoto. Sono molto affezionata a lei signorino, lo sa. La prego non si arrabbi se le dico che non le fa bene stare sempre solo. Possibile che non abbiate nessun amico? Neanche quel Sakuragi di cui mi avete parlato?” Hanamichi sussultò “Io mi preoccupo per lei, non volete mai seguire vostro padre o trasferirvi da vostra madre per il basket ma finite col rimanere sempre solo. Signorino promettetemi che quando non ci sarò più avrete qualcuno al vostro fianco, qualcuno che vi voglia bene e che le tenga compagnia, un amico” detto questo si avvicinò al ragazzo e gli posò un leggero bacio sulla guancia prima di andarsene, lasciandolo nuovamente in solitudine. /Devo ammettere che un po’ di solitudine non ha mai fatto male a nessuno. Adesso capisco meglio il carattere di Rukawa. Un’intera vita di solitudine. Non potrebbe essere altro che un individualista silenzioso e poco attento ai sentimenti degli altri. Ha buttato tutta la sua esistenza nel basket, per lui è un amico, il suo mondo. Chissà perché il padre non c’è mai, e chissà dove vive la mamma. Significa che sono divorziati?/ Il rossino si rese conto di essersi avvicinato al volpino. In fondo erano simili. Si pentì delle parole dettegli il giorno prima e decise di scusarsi, ma proprio in quel momento si rese conto di aver accettato la giornata come reale e quindi di non essere più Hanamichi Sakuragi ma Kaede Rukawa. Questa consapevolezza si abbatté su di lui con violenza. Come avrebbe potuto riprendersi il suo corpo quando non sapeva come o perché era in quello di Rukawa? E se avesse trovato il modo, davvero avrebbe voluto tornare ad esser Hanamichi, con tutto quello che significava? Mangiò la sua cena in solitudine e poi guardò un po’ di televisione nel salotto. Più che un televisore sembrava lo schermo di un cinema e l’acustica era fantastica. Eppure quell’orribile sensazione di vuoto non lo lasciava. Era in una casa da favola eppure non si sentiva per niente felice. Si coricò con l’ansia nel cuore, il giorno seguente sarebbe stato un’incognita. Owari capitolo 2
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