Spero che vi appassioni la lettura, io mi diverto molto in questo scambio di corpi! È una storia un po’ strana. Smack

kary

 



Lo scambio

parte I

di Kary_chan


Rukawa si svegliò più assonnato del solito, con gli occhi ancora pieni di sonno si diresse automaticamente alla sua destra, verso il bagno ma…..

STONK

Una bella ginocchiata contro la scrivania di Hanamichi. In quel momento si svegliò del tutto accorgendosi che qualcosa non quadrava. All’inizio pensò che potessero essere un sogno, ma il dolore al ginocchio era più che reale. Cominciò a guardarsi intorno, non riconoscendo niente di ciò che lo attorniava. La stanza era molto ordinata e pulita. Il futon era sistemato al centro della stanza, sulla destra c’era una piccola scrivania all’occidentale con sopra tutti i libri di scuola in bell’ordine, sulla sinistra una piccola libreria piena di fumetti. La porta d’uscita era di fronte al futon, leggermente spostata a sinistra. Incuriosito, anche se un po’ spaventato, uscì dalla camera con circospezione. Si ritrovò in un corridoio buio in cui riusciva a malapena a scorgere una scala e altre due porte. Raccogliendo tutto il suo coraggio si spinse nel corridoio e aprì la prima porta alla sua destra. Era una stanza disordinatissima, sporca e piena di mozziconi di sigarette e lattine di birra sparse qua e là. Il futon matrimoniale era sepolto da una valanga di indumenti sporchi. Il volpino richiuse la porta disgustato. Anche se non era minimamente paragonabile alla sua camera la stanza in cui si era svegliato sembrava il paradiso in confronto a quello che aveva appena visto. Convinto di trovarsi di fronte uno spettacolo simile aprì la porta a metà tra le due stanze, dall’altro lato, con poche aspettative. Questa volta trovò una stanza da bagno molto piccola ma pulita. Colto dal  bisogno impellente di svuotare la vescica entrò nel bagno. Passò davanti allo specchio senza notare il riflesso che mostrava. Non riusciva a capire dove si trovasse ma riteneva il bagno e la camera molto accoglienti e calde; gli donavano pace, serenità. Sensazioni mai provate in casa sua. Tornando sui suoi passi, intenzionato a continuare l’ispezione della casa, notò con la coda dell’occhio uno strano riflesso nello specchio. Il sangue si raggelò per qualche istante. Molto lentamente si voltò. Un volto noto, con due occhi marroni, la pelle ambrata, i capelli rosso fuoco lo guardava con attenzione. Allungò una mano per toccare la superficie riflettente……..Sì……non c’erano dubbi, era un vero specchio. Portò le mani al volto, la figura nello specchio si mosse allo stesso modo. Quello era lui.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH” un urlo quasi disumano si diffuse per tutto l’isolato. (caspita che corde vocali Ru! ndKary)

/Kami kami kami kami kami. Non è possibile. Quello è Hana. Cioè io sono Hana. No, io sono Kaede e vedo Hana nello specchio. Ah che confusione! E se io sono Hana, lui è me? E perché io sono Hana? Oh kami. Cos’è successo? Dove sono? Devo trovare Hana. Cioè, devo ritrovare il mio corpo. Occavolo sono nel corpo di Hana/

Le guance del moretto si tinsero di rosso al pensiero di poter toccare il corpo del rossino senza incorrere in un bel pugno sul muso. Si lasciò andare completamente ed iniziò a toccarsi come avrebbe voluto fare ad Hanamichi. Le sue mani scivolarono sul suo petto, assaporando ogni centimetro. Era una sensazione fantastica, il pensiero di toccare il suo corpo e sentire le sensazione che gli donava lo portava in uno stato di massima eccitazione. A poco a poco lui e Hanamichi diventavano un tutt’uno nella mente di Rukawa, la cui erezione cominciava a stare molto stretta nei pantaloni del pigiama. Senza più freni inibitori si abbassò i pantaloni e cominciò a massaggiarsi in modo molto erotico il membro. Ma nella sua mente le mani non erano mani, era la sua bocca e i gemiti non erano suoi ma quelli di Hanamichi, il vero Hanamichi. Era molto eccitante. Per il volpino fu l’orgasmo più appagante della sua vita.

Ripresosi si fece una doccia e si diresse in camera del rossino. Prese dall’armadio i vestiti che secondo lui donavano meglio al tensai compiacendosi del risultato davanti allo specchio. Siccome non era ansioso di scoprire il motivo dello scambio di corpi decise di godersi la domenica nei panni del suo amore. Quando decise di essersi ammirato abbastanza scese al piano inferiore. C’erano due stanze, un salotto arredato in modo molto semplice e spartano e la cucina. Quando fu alla porta, in procinto di uscire, una voce rabbiosa e chiaramente di una persona ubriaca gli urlò contro parole poco simpatiche.

“Sei ancora vivo……….Speravo che l’urlo di prima fosse stato il tuo addio al mondo. Ne saremmo tutti felici. Quando ti deciderai bastardo assassino. E non ti conviene saltare il lavoro, lo sai che tra qlc giorno non sarò più costretto a provvedere a te. Finalmente te ne andrai da questa casa, non vedrò più la tua lurida faccia”

Rakawa si sentì come se un secchio di acqua gelata gli fosse caduto addosso.

/Quello è il padre di Hanamichi?/

Ripensò a tutte le parole rivoltegli e una forte nausea gli colpì lo stomaco. Non potè far altro che fuggire dalla casa con un moto d’angoscia. Girovagò senza meta per molto tempo, finchè non incontrò l’armata. Mito, che aveva notato il malumore del rossino, riuscì, con uno stratagemma,  a rimanere solo con lui.

“Ancora tuo padre?”

“…….” Rukawa non rispose

“Venerdì è il tuo compleanno. Minaccia ancora di cacciarti di casa?”

Rukawa annuì. La parola ancora  denotava il fatto che fosse una cosa nota e già accaduta, inoltre l’astio nelle parole del padre era eloquente.

“Ricordo che per lui l’accordo era quello, non avrebbe badato a te per più di due anni, indipendentemente dalla tua età. In fondo non ti ha riconosciuto, non sei legalmente suo figlio. Che uomo crudele. E dimmi, hai trovato casa? Sono anni che lavori sodo risparmiando per questa occasione. Però, sei sicuro di farcela da solo, di non volere il mio aiuto?”

“………..”

“Sei sempre il solito testardo. Vuoi fare tutto da solo. Ma ricorda che puoi contare su di me. Adesso ti lascio, non vorrai far tardi al lavoro?”

Il cervello del volpino continuava ad immagazzinare informazioni sempre più sconcertanti.

“Che lavoro?” chiese soprapensiero

“Cavolo Hana, sei messo male! Non ricordi che oggi devi dare una mano al negozio ****, come tutte le domeniche? E non ti scordare il benzinaio, ‘sta sera e martedì”

“Scherzavo! Come potrei dimenticare, io sono il tensai! Ah ah ahah”

/Devo sforzarmi enormemente per recitare la parte del do’hao. Mi chiedo se anche la sua esuberanza sia finzione. Dopo quello che ho scoperto ne sono quasi certo. Mi chiedo come faccia a trovare le energie per tutto quello che fa. Due lavori + la scuola +il basket.

Sarebbe così semplice se venisse a stare da me…..ma lui non vuole l’aiuto di nessuno, men che meno il mio/

 

Owari capitolo 1