Disclaimers: i personaggi di questa fic appartengono agli aventi diritto, io non ci guadagno niente se non un po’ di divertimento.



Lo scambio

prologo

di Kary_chan


Mattina. Liceo Shohoku

 

Un Hanamichi stanco ed affaticato percorreva la distanza tra il cancello e l’entrata della scuola. Non ne poteva più, la sua vita era un vero inferno. Continui litigi con il padre a causa della morte della madre per complicazioni durante il parto. L’eterna accusa di aver ucciso la propria genitrice, lo studio, lo sport, il lavoro. Era talmente poco il tempo per riposare che ogni giorno che passava debilitava il suo fisico. Come se non bastasse i continui insulti del volpino, il suo amore incoffessato e segreto, l’unica cosa bella della propria vita, le prese in giro dei compagni, la scarsa considerazione che mostravano per lui. Era veramente arrivato al limite. Nell’ultimo anno aveva pensato più volte di togliersi la vita, ma il solo pensiero di dover lasciare Rukawa l’aveva sempre fermato.

Quella mattina era ancora meno attento del solito, inciampò in una sporgenza del terreno rovinando a terra. Imprecando mentalmente per la propria sbadataggine si rialzò guardando cosa l’avesse fatto inciampare. Una piccola scatoletta sbucava dal terreno. Incuriosito il rossino scavò con le mani in modo da liberarla del tutto. Era simile ad un carrion, in legno intarsiato.

La campanella suonò per la prima volta ricordandogli che se non fosse entrato in classe  entro cinque minuti sarebbe finito in punizione. Infilò il carrion nella cartella e corse verso l’aula.

/Fiù!! Appena in tempo/ pensò sistemandosi al proprio posto /chissà che cos’è lo strano oggetto che ho trovato in cortile. Magari l’ha peso qualcuno/.

 

Durante la pausa pranzo si rifugiò in terrazza analizzando la strana scatola. Sembrava non avere nessuna apertura, eppure si poteva chiaramente sentire qlc muovere al suo interno quando la si capovolgeva.

/Se soltanto fosse uno scrigno contenente un genio! Sarebbe bellissimo! Chiederei di cambiare la mia vita, di non vedere più mio padre, di essere imbattibile a basket per non essere più insultato e finalmente ammirato. Chiederei una villa enorme solo per me e di non dover lavorare mai più per mantenermi. Ah, sarebbe un sogno se solo tu, piccola scatolina, avessi dei poteri magici. Ma è inutile fantasticare. La magia non esiste e la mia vita non cambierà mai. Certo che però dopo una bella pulita questa scatola è proprio bella. Sarà il mio portafortuna/ e diede un leggero bacio alla scatola. Quel pomeriggio, appena dopo la pausa pranzo, fu interrogato di matematica a sorpresa, materia da lui sempre odiata e, stranamente, ottenne un bel voto. Così Hanamichi cominciò davvero a credere che la scatola gli portasse fortuna.

 

Qualche settimana più tardi.

 

Quel giorno Hanamichi era davvero stanco, non aveva praticamente chiuso occhio e l’allenamento era particolarmente duro. Tutte quelle ora passate insonni avevano avuto un effetto deletereo per il suo fisico che rispondeva a fatica agli impulsi che il cervello inviava. Alchè, tutti convinti che stesse battendo la fiacca, cominciarono ad insultarlo. Ma quello che ci andò giù pesante fu Rukawa, cosa che fece particolarmente male al rossino che, pieno di rabbia e stanco della sua vita, rispose a tono con un’enfasi tale da lasciare tutti di sasso.

“Tu! Baka  kitsune, chi ti credi di essere? Sei solo uno stupido ricco e viziato. Dall’alto della tua alterigia credi che tutti siano degli stupidi insetti. Vorrei che almeno per un giorno fossi al mio posto, allora capiresti com’è davvero la vita e scenderesti da quel tuo piedistallo di ipocrisia che ti sei costruito”

Detto questo si diresse agli spogliatoi. Nessuno provò a fermarlo. Si resero conto di aver esagerato. Scaricavano tutto il loro stress su di lui ma non avevano pensato di poterlo ferire. Decisero insieme di scusarsi con lui. L’unico che non parve propenso alle scuse fu Rukawa.

/Non volevo offenderlo, ma spronarlo. Ha un enorme talento e lo spreca bighellonando e mettendoci scarso impegno. E’ sempre addormentato. Mi fa venire una rabbia! E come si permette di dire che giudico le persone da un piedistallo? E’ lui che dovrebbe provare la mia vita, cosa crede? Che sia tutto rose e fiori?/

 

Appena Hanamichi se ne fu andato si diresse anche lui negli spogliatoi senza degnare nessuno di uno sguardo. ( che novità ndKary)

Quella sera entrambi andarono a dormire presto, Hanamichi non andò neanche al lavoro.

A mezzanotte la scatola sul comodino del rossino si aprì e ne uscì un fumo azzurro che ricoprì il ragazzo e una voce femminile disse:

“Il desiderio è stato esaudito”

Al mattino Hanamichi si svegliò in una stanza che non era la sua, in una casa che non era la sua, in un corpo che non era il suo.

 

 

Owari introduzione.

 

Kary: che ne pensate? È strana eh?

Hana: ma dove sono io?

Kary: ^___- aspetta e vedrai!

Ru: ma non sarò mica diventato Hana?

Kary: ^O^